Putin: ” nessuno ferma o può intercettare il missile Oreshnik”- Il mondo intero ora è avvertito, devo difendere la sovranità della Russia…”

 

Putin e i vertici militari
Putin e i vertici militari

Putin, leader criminale con alle spalle un mandato d’ arresto internazionale vuol fare tremare il mondo, in particolare gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. La Russia – afferma Putin – può colpire obiettivi in tutta Europa. con il  missile Oreshnik, l’ultima arma utilizzata da Mosca 

Il missile balistico a medio raggio lanciato mercoledì 21 novembre,  con le sue testate multiple contro un impianto industriale di Dnipro. Il raid è stato la risposta di Putin ai missili Atamcs e Storm Shadow che l’Ucraina ha lanciato contro obiettivi in Russia dopo l’autorizzazione di Stati Uniti e Regno Unito.

Il leader del Cremlino, però, non si ferma Stavolta, lo fa in un vertice con le alte sfere del ministero della Difesa, le aziende del comparto militare-industriale e gli specialisti che hanno progettato e realizzato l’Oreshnik, nuovi ‘eroi’ che verranno premiati. “Nessuno ha le armi di cui disponiamo noi, nessuno può intercettare il missile Oreshnik”, dice il presidente russo.

“Testeremo altri missili in guerra”

La Federazione russa continuerà a testare i missili più moderni, anche in condizioni di combattimento, in base alle minacce portate alla sua sicurezza”, aggiunge, specificando che “il missile Oreshnik non è un aggiornamento di sistemi vecchi. E’ un progetto totalmente nuovo ed è una valida garanzia a difesa dell’integrità territoriale della Russia”, aggiunge, comunicando con orgoglio l’avvio della produzione in serie del nuovo missile che “è un’arma ad alta precisione, non un’arma di distruzione di massa“.

“La Russia sta lavorando su un’intera linea di missili a medio e corto raggio. Altri sistemi attualmente vengono testati e viene pianificata la loro produzione in serie”.

 Nella fase finale della traiettoria, il missile ha raggiunto una velocità superiore agli 11 Mach.Non si forniscono altri dettagli…

Ambiente, Ue seleziona tre progetti siciliani per la tutela di oceani e mari

 

 

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Sono tre e tutti siciliani i progetti che sono stati selezionati dall’Unione Europea, nell’ambito della missione “Ripristinare i nostri oceani e le nostre acque”, per ricevere assistenza da parte di esperti internazionali per la loro realizzazione.

Una delle tre proposte fa capo alla Regione Siciliana ed è stata presentata dal dipartimento Ambiente, guidato da Patrizia Valenti: si intitola “Decarbonizzazione del trasporto marittimo tra la Sicilia e le isole minori” e mira a ridurre la produzione di carbonio nei collegamenti e, di conseguenza, l’inquinamento dei nostri mari. L’obiettivo del progetto è, infatti, condurre analisi di fattibilità tecnico-economica per valutare la fattibilità di istituire servizi di trasporto marittimo a emissioni zero per la Regione Siciliana al servizio dei collegamenti con le 11 isole minori.

Gli altri due progetti selezionati sono del Comune di Marsala, “Indagini batimetriche e correntometriche e realizzazione di interventi di protezione e ripascimenti del litorale dall’area di colmata a torre Sibiliana”, e del Comune di Palermo, “Mare nostrum”.

«Su 20 progetti finanziati in tutta Europa – dice l’assessore regionale al Territorio e all’ambiente Giusi Savarino – la Sicilia si è aggiudicata tutti e tre i posti che ogni Stato membro aveva a disposizione. Questo è il segno di quanto seriamente la nostra terra, e la nostra Regione in particolare, ha a cuore la salvaguardia dell’ambiente. Un impegno costante che portiamo avanti con lo sguardo rivolto al futuro».

L’iniziativa dell’Unione Europea, oggi nella fase della selezione dei progetti cui dare assistenza attraverso valutazioni tecniche e studi di fattibilità, è stata messa a punto per conseguire entro il 2030 gli obiettivi di protezione e ripristino degli ecosistemi e della biodiversità, di inquinamento zero, decarbonizzazione e riduzione delle emissioni di gas a effetto serra con lo scopo di arrivare alla neutralità climatica negli oceani, nei mari e nelle acque europee.

“L’azione politica del governo Schifani -ammette il governatore siciliano- guarda al mondo imprenditoriale…..” Restano tuttavia in Sicilia migliaia di giovani senza lavoro per i “concorsi truccati” nei pubblici uffici

 

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«In appena due anni di governo la Sicilia è cresciuta oltre ogni attesa. Lo certifica la Banca d’Italia che indica un aumento del Pil superiore alle altre regioni. Questo significa che abbiamo lavorato bene ma anche che c’è un sistema produttivo e imprenditoriale solido e strutturato: questo è un elemento di base che ha consentito alla politica liberale, attuata dall’avvio di questa legislatura, di enfatizzare questa crescita».

Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, intervenendo oggi a Palermo a Villa Igiea all’assise dei Giovani imprenditori di Confindustria dal titolo “Finire per cominciare”.

«L’azione politica del mio governo – ha aggiunto – continuerà a guardare al mondo imprenditoriale come fulcro centrale dello sviluppo economico e occupazionale. Stiamo puntando sulla semplificazione dell’attività amministrativa e in tal senso abbiamo riformato la Cts per le valutazioni ambientali, con regole nuove e procedure più snelle per assicurare risposte adeguate e tempestive, consentendo alle imprese di orientare le proprie scelte di investimento avendo tempi certi. Mi piace sottolineare come esempio di efficienza a favore delle aziende l’attività dell’Irfis, un fiore all’occhiello della Regione, che sta attualmente gestendo la procedura per ottenere un abbattimento del 50 per cento degli interessi sui mutui. Non basta, infatti, avere le risorse ma occorre anche saperle spendere bene e velocemente».

Il presidente nel suo discorso ha ricordato l’accordo con Webuild per la formazione e successiva assunzione di giovani siciliani e l’impegno del governo «per riformare il settore della formazione, con l’obiettivo di renderla più adeguata alle richieste del mondo del lavoro».

«La mia storia politica liberale – ha proseguito Schifani – mi ha insegnato quanto sia importante il confronto e trovare punti di sintesi con categorie sociali, imprenditori, mondo delle professioni e, in Parlamento, anche con le opposizioni, mettendo da parte riserve e pregiudizi, guardando all’interesse comune. Io credo nella dialettica politica e nell’ascolto anche di chi la pensa diversamente da me: mai creare muri e trincee, altrimenti non si cresce. Ho accolto, per esempio, l’utile suggerimento di Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars, per riattivare le terme di Sciacca e Acireale, un progetto che mi ha convinto e sul quale da mesi ormai lavoriamo senza sosta, avendo individuato sia le risorse finanziarie, 90 milioni di euro provenienti dall’accordo di coesione, sia le soluzioni alle criticità che finora ne hanno impedito il rilancio. Sono convinto che, entro la fine della legislatura, riusciremo a riaprirle e a creare un grande polo del turismo termale, con enormi ricadute per i due territori».

Schifani ha concluso il suo intervento citando la recente approvazione del piano rifiuti che «ci consente adesso di passare alla fase concreta della realizzazione dei termovalorizzatori, un processo ormai irreversibile che archivierà definitivamente la stagione delle discariche».

Restano tuttavia in Sicilia – aggiungiamo noi di SUD LIBERTA’ – migliaia di giovani alla ricerca di un posto di lavoro. Posto che non trovano per la lottizzazione vergognosa dei posti messi a concorso nella pubblica amministrazione siciliana

Colpito da razzi di Hezbollah il quartiere generale del contingente italiano, sud del Libano -La protesta italiana

 

Otto razzi da 107 millimetri hanno colpito il quartier generale del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil a Shama, nel sud del Libano. Razzi che, secondo quanto apprende Adnkronos da fonti locali, apparterrebbero alle dotazioni di Hezbollah. Colpite anche alcune aree all’aperto e il magazzino ricambi della base dove non era presente alcun soldato. Non si registrano feriti.

Cinque militari italiani sono feriti, sotto osservazione nell’infermeria della base e le loro condizioni non sono preoccupanti . Sono in corso gli accertamenti per determinare il punto di partenza dei colpi e individuare i responsabili.     Resta il fatto che fra i militari italiani serpeggia adesso tanta incertezza sul loro futuro.

“La tipologia dei missili riconduce a Hezbollah che ha voluto  colpire la base Unifil”, secondo il Ministero degli esteri italiano…..

Unifil, feriti 4 militari ghanesi

Unifil ha comunicato che quattro caschi blu ghanesi della forza delle Nazioni Unite per il sud del Libano sono stati feriti da un razzo lanciato contro la loro base a Ramia molto probabilmente da attori non statali libanesi.

Argentina ritira i suoi soldati dalla missione di pace

L’Argentina ha intanto notificato all’Unifil il ritiro dei suoi soldati dalla missione di pace delle Nazioni Unite in Libano. Lo ha reso noto il portavoce di Unifil, Andrea Tenenti, secondo cui “l’Argentina ha chiesto ai suoi ufficiali di rientrare”. Nulla ha precisato sulle motivazioni dietro a questo annuncio, con il portavoce che ha invitato a chiedere al governo di Buenos Aires.

Catania, alle Ciminiere, martedì 26, ” Un Click per Tutti per favorire l’accessibilità digitale”

 

Un click per tutti

 

Catania,

Martedì 26 novembre 2024, a partire dalle ore 9.00, nel Centro Fieristico e Congressuale Le Ciminiere di Catania, in viale Africa, si terrà “Un Click per Tutti” evento promosso dal Comune e dalla Città Metropolitana di Catania, volto a promuovere e favorire, con un processo coordinato e condiviso, la diffusione dell’accessibilità degli strumenti digitali.

Alla presentazione delle iniziative di sensibilizzazione verso l’inclusività digitale promosse dagli enti territoriali e finanziate con il Pnrr, parteciperanno il sindaco Enrico Trantino, rappresentanti dell’Università degli Studi di Catania, gli esperti dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), l’Unione Italiana Ciechi, l’Ente Nazionale Sordi, l’Associazione Famiglie Audiolesi Etnei e l’associazione Generazione Y, che condivideranno esperienze e best practice per costruire una prospettiva digitale alla portata di tutti, fattore di progresso sociale e tecnologico del territorio.

Prevista la partecipazione di sindaci, amministratori locali, operatori del terzo settore, della tecnologia informatica e della comunicazione digitale.  

Lotta alla contraffazione- Trapani – Sequestrati oltre 1.700 giocattoli e profumi contraffatti per un valore di mercato stimato di 30.000 euro.

Giocattoli contraffatti, sequestrati 2,5 milioni di pezzi a ...

Trapani,

Intensificata l’attività di contrasto alla contraffazione da parte della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Trapani in vista delle prossime festività natalizie.

I militari in servizio presso la Compagnia Marsala, nel fine settimana appena trascorso, hanno sequestrato oltre 1700 articoli recanti marchi di noti brand contraffatti.

In particolare, le Fiamme Gialle marsalesi hanno rivolto l’attenzione a piattaforme di e-commerce individuando due coniugi dediti alla vendita online di giocattoli (tra cui palloni di calcio di famose squadre italiane) e profumi recanti marchi di noti brand nazionali ed esteri di presumibile provenienza illecita.

La successiva attività investigativa ha fatto emergere come i due coniugi fossero anche attivi nel commercio ambulante, soprattutto presso i locali mercatini settimanali.

Pertanto, è stata effettuata la perquisizione degli immobili e dei veicoli riconducibili ai due commercianti, che ha permesso di individuare un vero e proprio deposito di merci contraffatte presso la relativa abitazione.

I prodotti sono stati posti sotto sequestro e i due coniugi deferiti all’A.G. di Marsala. Se immessi sul mercato, oltre ad essere non sicuri e potenzialmente pericolosi in quanto destinati a bambini e alla cura della persona, avrebbero fruttato circa 30.000 euro.

L’operazione delle Fiamme Gialle si inserisce nell’ambito delle diuturne attività di controllo economico del territorio e a contrasto dei traffici illeciti e mira a tutelare sia i cittadini, in particolare nel periodo dell’anno precedente le festività natalizie in cui si registra un deciso aumento dei consumi, sia gli imprenditori onesti che operano nel rispetto delle regole.

L’attività si colloca nell’ambito della fase delle indagini preliminari, allo stato delle attuali acquisizioni probatorie e, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.

Il reparto degli orrori al carcere di Trapani: violenze fisiche, torture, urina contro i detenuti, “un girone dantesco infernale”.Agenti sospesi dal servizio

Trapani,

Nel reparto blu del carcere Cerulli di Trapani,  chiuso per carenze igienico-sanitarie, venivano trasferiti i detenuti in isolamento, spesso con problemi psichiatrici o psicologici, e sottoposti a violenze e torture.

“l Procuratore di Trapani, Gabriele Paci:  “Alcuni agenti agivano con violenza non episodica, ma seguendo una sorta di metodo per garantire l’ordine”.. 

Dal canto suo  il Gip Giancarlo Caruso, in alcuni casi, definisce tale condotta tortura. “I detenuti venivano talvolta costretti a spogliarsi, colpiti da getti d’acqua mescolata a urina e sottoposti a violenze quasi di gruppo, gratuite e inaccettabili”, ha aggiunto Paci.

Nel reparto in cui si consumavano tali abusi, “non erano installate telecamere fino a quel momento”, ha spiegato il Procuratore, definendo il luogo come “una sorta di girone dantesco, che richiama le pagine de I Miserabili di Victor Hugo”.

L’inchiesta avviata tra il 2021 e il 2023,  verte sulle dichiarazioni dei detenuti, successivamente approfondite e riscontrate dagli investigatori. Le violenze sono state documentate grazie alle telecamere installate dal nucleo investigativo di Palermo.

Altri aspetti -Il Procuratore ha pure posto in luce il contesto di degrado e lo stress diffuso nel carcere, che coinvolgeva anche gli agenti di polizia penitenziaria, precisando però che “questo non può in alcun modo giustificare le violenze”.

Nella serata di mercoledì sono state eseguite 11 misure cautelari  e 14 provvedimenti interdittivi di sospensione dal servizio degli agenti incriminati

Le condotte emerse, caratterizzate dalla gravità intrinseca dei comportamenti e manifestatesi attraverso azioni penalmente rilevanti, hanno fatto rilevare un modus operandi diffuso, consistente in violenze fisiche e atti vessatori nei confronti di alcuni detenuti, condotte reiterate nel corso del tempo e messe in atto in maniera deliberata da un gruppo di agenti penitenziari di Trapani.

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Riconferma del maestro Marco Betta al Teatro Massimo,simbolo della Cultura e dell’arte siciliana

 

 

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La riconferma del maestro Marco Betta alla sovrintendenza del Teatro Massimo rappresenta un importante segno di continuità per una gestione che, negli anni, si è dimostrata di altissimo livello, contribuendo a rafforzare il prestigio e l’autorevolezza di questa istituzione, simbolo della cultura e dell’arte non solo siciliana, ma anche nazionale e internazionale. Esprimo il mio pieno apprezzamento per il voto unanime che ha portato alla sua designazione, un segnale chiaro e inequivocabile della fiducia riposta in una figura di straordinaria competenza e professionalità».

 

Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.

«Questo risultato – prosegue – dimostra come il percorso intrapreso dal maestro Betta sia stato condiviso e apprezzato, confermandolo come la scelta più idonea per guidare il Teatro verso nuovi e ambiziosi traguardi. Sono certo che il suo impegno, la sua visione artistica e la sua capacità gestionale continueranno a valorizzare al meglio il Massimo, consolidandone il ruolo di eccellenza artistica e culturale, fondamentale per l’identità della nostra regione e per la promozione della cultura nel suo complesso. Colgo, infine, l’occasione per rivolgere un sincero augurio di buon lavoro al Consiglio di indirizzo, il cui supporto e contributo saranno essenziali per affrontare con successo le sfide future e per garantire il continuo sviluppo di questa prestigiosa istituzione».

La Regione Sicilia approvato Rendiconto 2023, il governatore Schifani: «Ripianato disavanzo per 3,1 miliardi, un risultato storico»

RESTA UN DISAVANZO DI CIRCA 900 MILIONI DI EURO: ADESSO LA PAROLA ALLA CORTE DEI CONTI

 

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Palermo,

Disco verde del governo regionale al Rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2023. Il documento contabile, presentato oggi in conferenza stampa a Palazzo d’Orléans dal presidente della Regione, Renato Schifani, dall’assessore all’Economia Alessandro Dagnino e dal ragioniere generale Ignazio Tozzo, certifica una riduzione delle passività per oltre 3,1 miliardi di euro, a fronte dei 435 milioni previsti, superando così di gran lunga quanto inserito nel bilancio di previsione.
Il documento finanziario fotografa anche una crescita degli investimenti del 44%, con più di 2,6 miliardi di euro erogati. Numeri più che positivi dovuti, in particolare, alle maggiori entrate, pari a 1,7 miliardi, registrate in Sicilia grazie alla crescita economica, all’aumento del cofinanziamento statale sulla spesa sanitaria (200 milioni in più nel 2022 e 300 milioni nel 2023), e ai risparmi di circa 1,2 miliardi dovuti al contenimento della spesa delle società partecipate e degli enti controllati, ai risparmi sulle locazioni passive, sul funzionamento degli uffici, sulle spese per l’energia elettrica per circa 200 milioni, e alla rinegoziazione di 2,1 miliardi di mutui del Mef con Cassa depositi e prestiti.
«Si tratta di un record senza precedenti – commenta il presidente della Regione, Renato Schifani – che ci pone a un passo dal conseguimento di un risultato storico: il risanamento dei conti della Regione. Grazie alla crescita e alle prudenziali politiche di bilancio volute dal mio governo, e di questo va dato merito al precedente assessore all’Economia Marco Falcone, abbiamo ripianato il disavanzo, riducendo di più di 3 miliardi le passività. Al contempo, con il via libera sblocchiamo le risorse per la firma del rinnovo contrattuale dei regionali, che confidiamo avvenga nei prossimi giorni. Un altro impegno che abbiamo mantenuto».
«Con un disavanzo finale di 897 milioni di euro – aggiunge l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Dagnino – siamo ormai vicini alla realizzazione di un ulteriore obiettivo estremamente ambizioso: passare dal deficit al surplus. Si apre un nuovo capitolo nella storia della Regione che consentirà la realizzazione di forti investimenti per lo sviluppo della nostra terra.
Ringrazio gli uffici del mio assessorato per avere lavorato alacremente e in particolare i due dirigenti generali, Ignazio Tozzo e Silvio Cuffaro, che hanno permesso la realizzazione dei risultati che oggi vengono sanciti nel documento finanziario. Continueremo su questo percorso per rendere stabile e migliorare ulteriormente il risultato, coniugando rigore e sviluppo, e siamo fiduciosi che il risultato raggiunto potrà contribuire alla più celere definizione del contenzioso con la Corte dei conti, che costituisce una priorità del governo». Il Rendiconto generale sancisce anche un forte incremento della liquidità, con il fondo cassa che raddoppia in due anni da 4 miliardi a un totale di quasi 8 miliardi di euro. Alla riduzione del disavanzo hanno contribuito sia le maggiori entrate, derivanti dall’aumento del Pil oltre le stime, sia le politiche di bilancio di contenimento della spesa e di amministrazione delle passività. Il disavanzo da ripianare è stato pertanto ridotto da 7,3 miliardi del 2018 agli attuali 897 milioni di euro. Dopo l’approvazione in giunta avvenuta oggi, il Rendiconto generale sarà trasmesso adesso alla Corte dei conti per ottenere la parificazione.

MISSILI ATACMS DI MARCA USA COLPISCONO UN DEPOSITO D’ARMI DELLA RUSSIA E PUTIN MINACCIA IL MONDO, ANCHE I PAESI NON NUCLEARI, CON UNA NUOVA DOTTRINA ATOMICA

Guerra in Ucraina: i 300 aerei da combattimento russi a terra - Panorama

 

L’Ucraina lancia i missili Atacms di marca Usa contro un obiettivo in Russia  verso un deposito d’armi di Bryansk a circa 110 km dal confine, e  Putin rilancia ritorna a minacciare con la  nuova dottrina nucleare.     Il leader russo – afferma- potrà        dare   la risposta ‘totale’.

Il nuovo capitolo del conflitto si apre poco più di 24 ore dopo il disco verde del presidente americano Joe Biden all’uso di missili a lungo raggio, da parte delle forze ucraine, dei missili Atacms contro obiettivi in territorio russo. Kiev prende di mira un deposito d’armi a Bryansk, il ministero della Difesa di Mosca dichiara di aver abbattuto 6 missili e di aver danneggiato il sesto.     Oggi siamo ad una svolta in un momento in cui si parlava di  sensibilizzare maggiormente il Cremlino per una pace duratura. .

 

Lo Stato maggiore ucraino ha  confermato in mattinata che le forze di difesa hanno colpito un arsenale logistico di truppe russe nei pressi della città di Karachev, nell’Oblast di Bryansk,  senza specificare che tipo di arma fosse stata utilizzata.

Il Center for Countering Disinformation ha riferito che il deposito conteneva munizioni di artiglieria, tra cui munizioni fornite dalla Corea del Nord per i loro sistemi, bombe aeree, missili antiaerei e munizioni MLRS. Al momento neanche gli Stati Uniti hanno confermato con dichiarazioni ufficiali di qualche esponente dell’Amministrazione Biden di aver autorizzato l’Ucraina a colpire il territorio russo con i missili ATACMS.

Si apprende ora della reazione di Putin che vara formalmente la nuova dottrina nucleare russa che estende l’impiego di armi nucleari “in risposta ad aggressioni contro la Russia da un qualsiasi Paese non nucleare con la partecipazione o il sostegno di un Paese nucleare”. Il Cremlino nel recente passato ha dichiarato che l’impiego degli Atacms direttamente contro la Russia avrebbe potuto innescare “una nuova ondata significativa di escalation”.

IMPIEGO DELLE ARMI NUCLEARI “PER PROTEGGERE LA SOVRANITA’ DEL PAESE RUSSO”….

Il decreto sui Fondamenti della Politica dello Stato nell’ambito della deterrenza nucleare, che aggiorna la precedente dottrina introdotta nel 2020, conferma che l’impiego di armi nucleari è la risorsa estrema per proteggere la sovranità del Paese. Ma l’emergere di nuove minacce e rischi militari – ed è questo il cambiamento importante: non si è più solo una minaccia all’esistenza stessa della Russia a poter innescare una risposta nucleare, ma una serie di altre minacce e rischi critici per la sovranità – ha portato la Russia a chiarire le condizioni per il loro impiego.

La nuova dottrina estende i Paesi e alleanze militari che sono oggetto di deterrenza nucleare, così come l’elenco delle minacce che tale deterrenza è chiamata a contrastare. La Russia, si precisa nel documento, considererà qualsiasi attacco di un Paese non nucleare sostenuto da un Paese nucleare come un attacco congiunto. La Russia si riserva anche il diritto di considerare una risposta nucleare a un attacco con armi convenzionali che minaccia la sua sovranità, il lancio su vasta scala di missili, droni e aerei nemici contro obiettivi nel territorio russo, il loro attraversamento del confine russo e un attacco contro la Bielorussia, suo alleato.

La dottrina russa considera come minaccia a cui sarà possibile rispondere con l’arma nucleare anche “il dispiegamento di sistemi di difesa missilistica da parte di potenziali avversari, missili a corto e medio raggio, armi di precisioni e ipersoniche non nucleari, droni e armi a energia diretta”.

Mosca si riserva il diritto di usare armi nucleari in risposta ad attacchi con armi di distruzione di massa usati contro la Russia o uno dei suoi alleati, nel caso di una aggressione con armi convenzionali che minacci la sovranità o l’integrità territoriale della Russia o della Bielorussia.

Da Mosca, in direzione Washington, da giorni arrivano messaggi monocorde. L’ultimo è firmato dal ministro degli Esteri, Sergei Lavrov. L’impiego dei missili Atacms contro segna “una nuova fase della guerra dell’Occidente” contro la Russia che reagirà “di conseguenza”. “Lo considereremo come una fase qualitativamente nuova della guerra dell’Occidente contro la Russia e reagiremo di conseguenza”.

Zelensky richiede  missili dalla Germania e protesta contro i leader del  G20

Da Kiev, Volodymyr Zelensky lancia un appello urbi et orbi: non bisogna allentare la pressione sulla Russia, Putin non è interessato alla pace. Il presidente non conferma ufficialmente l’attacco con i missili Atacms ma afferma che “l’Ucraina ha capacità a lungo raggio. Abbiamo droni, il missile Nettuno e ora gli Atacms. Useremo tutto”, dice, mentre riserva una stoccata ai leader del G20 riuniti a Rio de Janeiro, accusando di ‘inazione’ dopo il nuovo decreto di Putin: “I Paesi del G20 sono riuniti in Brasile. Hanno fatto qualcosa? Niente”, denuncia.