Regione Sicilia, Pesca, disco verde a tre bandi da oltre 9 milioni di euro per la promozione del settore

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Oltre nove milioni di euro per promuovere la commercializzazione, la qualità, il valore aggiunto dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura, sia primari che trasformati, per la sicurezza sul lavoro nel settore e per la sensibilizzazione al consumo consapevole. Sono le risorse che saranno assegnate con tre bandi pubblicati dal dipartimento regionale della Pesca mediterranea.

 

«Sosteniamo il comparto ittico grazie ai fondi comunitari – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, allo sviluppo rurale e alla pesca mediterranea, Salvatore Barbagallo – per dare slancio a un settore fondamentale per la nostra economia. Il governo della Regione mette in campo risorse volte a favorire investimenti che permettono di valorizzare il prodotto locale e sostenere la ripresa».

 

Il dipartimento della Pesca ha predisposto due bandi relativi alle azioni 1 e 2 dell’obiettivo “Promuovere la commercializzazione, la qualità e il valore aggiunto dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura e la trasformazione di tali prodotti” nell’ambito del Programma nazionale del Fondo europeo per gli affari marittimi la pesca e l’acquacoltura (Feampa) 2021-2027.

 

Il primo è relativo all’azione 1 “Transizione energetica e mitigazione degli impatti ambientali degli impianti di commercializzazione e trasformazione dei prodotti della pesca ed acquacoltura” che si prefigge, in tema di energia, di migliorare l’efficienza e la riduzione dei consumi in entrambe la fasi, attraverso il sostegno ad appositi investimenti in macchinari, attrezzature e tecnologie nei processi di lavorazione, conservazione e trasferimento del prodotto, favorendo anche la riduzione dei costi di gestione. La misura è rivolta alle micro, piccole e medie imprese. La dotazione finanziaria è di circa 677 mila euro.

 

Il secondo è relativo all’azione 2 “Competitività e sicurezza delle attività di commercializzazione e trasformazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura”. La finalità è sostenere le micro, piccole e medie imprese che intendono garantire modalità di lavoro più sicure agli operatori, favorendo investimenti produttivi attuati tramite la realizzazione e l’adeguamento degli impianti, delle infrastrutture e l’acquisto di attrezzature per migliorare la salute, la sicurezza e le condizioni di lavoro. L’azione mira a sostenere la capacità produttiva e gestionale delle imprese e l’innovazione tecnologica anche tramite dispositivi di sicurezza per ridurre i rischi di incidenti sul lavoro. La dotazione finanziaria è di 8 milioni di euro.

 

Il terzo, “Selezione di proposte progettuali per la sensibilizzazione del pubblico sul consumo di prodotti ittici siciliani pescati, allevati o trasformati”, contribuisce ad attuare l’azione 4 “Resilienza, stabilità, trasparenza ed equa concorrenza nei settori della commercializzazione e trasformazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura, contribuendo alla sicurezza alimentare dell’Ue”, sempre all’interno del Feampa 2021-2027. L’avviso è rivolto ai Comuni siciliani ed è finalizzato a promuoverne la partecipazione a iniziative di informazione e conoscenza dei prodotti ittici pescati, allevati e trasformati per un consumo consapevole che tenga conto delle loro caratteristiche nutrizionali e organolettiche e della sostenibilità ambientale e socioeconomica dei sistemi di produzione. È possibile proporre campagne rivolte ai consumatori e al grande pubblico in generale (ad esempio, ai turisti e alle scuole) attraverso fiere, convegni, seminari, workshop, tavole rotonde, cooking show, percorsi di degustazione, anche in abbinamento ad altri prodotti agroalimentari, e laboratori sensoriali gastronomici. La dotazione finanziaria è pari a 600 mila euro. Ogni progetto approvato potrà essere finanziato con un massimo di 30 mila euro. Le istanze vanno presentate entro il 4 dicembre.

Le cosche della “Ntrangheta” in ginocchio, i Carabinieri notificano ordinanza di custodia cautelare a 59 persone

 

 

I Carabinieri, con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, hanno   eseguito nel circondario di Lamezia Terme e in altri centri del territorio nazionale, un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 59 persone. Cinquanta sono finiti in carcere, mentre 9 agli arresti domiciliari.

Sono accusati di associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, anche aggravata dalle modalità e finalità mafiose, nonchè in ordine ad altri numerosi reati, anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose.

La gravità indiziaria acquisita a livello cautelare- informa il Comando – riconduce, altresì,al parallelo sodalizio, operante sotto l’egida e nel contesto della medesima consorteria ‘ndranghetista, dedito alla produzione e al traffico di sostanze stupefacenti di vario genere, delineandone la struttura e le linee d’azione.
In particolare, a seguito del monitoraggio, avviato nel novembre 2021, di alcune piazze di spaccio situate tra il parco “Peppino Impastato” e via del Progresso in Lamezia Terme, grazie alle diverse attività captative, corroborate da importanti riscontri e sequestri a carico dei soggetti coinvolti in qualità di pusher o assuntori, è emersa, progressivamente, una sempre più intricata rete di collegamenti, con la individuazione dei canali di approvvigionamento dello stupefacente, riconducibile alla più articolata organizzazione criminale, gestita da esponenti della famiglia Cracolici, egemone sui territori di Maida e Cortale, in grado di movimentare grossi quantitativi di narcotico del tipo marijuana e cocaina.
Nello specifico l’associazione, grazie alle influenze criminali vantate e ai rapporti intrattenuti con altri soggetti del reggino e del crotonese, era in grado di garantire la fornitura di stupefacenti a molti spacciatori del Lametino, alcuni dei quali già in precedenza destinatari di misura cautelari, in procedimenti della Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro (c.d. “WAREHOUSE”, del febbraio del 2022, e c.d. “SVEVIA”, del febbraio del 2023).
L’associazione era riuscita a mettere in atto, anche con la compiacenza di un esponente delle forze dell’ordine destinatario della misura, un collaudato sistema di produzione della marijuana, diversificando le piantagioni in più siti ritenuti sicuri, localizzati in terreni situati a Lamezia Terme, Maida e Mesoraca. In totale, sono state monitorate e sequestrate 5 piantagioni, per un totale di 4.600 piante di cannabis indica.
Nel corso dell’attività investigativa sono stati tratti in arresto in flagranza per detenzione di stupefacenti 16 indagati e deferiti in stato di libertà altri 10 soggetti, nonché sequestrarti circa 150 chilogrammi di marijuana e diverse dosi di cocaina.
È emersa anche la disponibilità di armi da fuoco da parte di diversi soggetti monitorati, con il sequestro di 3 pistole clandestine e del relativo munizionamento.
In tale quadro, oltre alla capacità di garantire il sostentamento delle spese legali dei sodali progressivamente arrestati, veniva riscontrata anche la capacità del sodalizio di interferire nello svolgimento di un processo a carico di uno dei sodali, mediante false testimonianze con il solo fine di indurre in inganno il collegio giudicate ed ottenere sentenze di assoluzione.

“Nostra preghiera al Cielo: Che Dio illumini il nuovo 47 ° Presidente degli Stati Uniti Donald Trump sia per un buon rapporto con l’Italia sia per la pace nel mondo

 

Meloni Trump Salvini

 

di    R.LANZA

 

Nelle mie preghiere quotidiane ne ho aggiunto oggi un’altra: che Dio illumini il 47 Presidente degli Stati Uniti. che Dio conservi la Nato con l’aiuto e gli interventi   dell’America Che Dio illumini ‘”l’uomo più potente della Terra” ad usare il suo potere-non per fini personali e neppure limitatamente ai bisogni dell’America  ma per  migliorare le condizioni e i territori dei popoli più deboli ed indifesi 

 Che Iddio avvicini  quest’uomo a Papa Francesco e ascolti le sue preghiere, che Dio aiuti il Presidente americano a fermare le persecuzioni  ancora  in uso contro i l Cristianesimo e i sacerdoti missionari Che Iddio illumini il nuovo Presidente a migliorare l’economia del mondo compreso l’Italia senza imporre dazi od imposte            economiche insopportabili a chicchessia.   

Che Dio illumini quest’uomo a migliorare la ricerca della medicina, dello spazio stellare e planetario -conoscenza di Marte -Ma soprattutto lo aiuti ad essere strumento forte di pace sia nel MedioOriente che nel conflitto  dell’Ucraina con la Russia.

Che riesca insomma a fermare le guerre in corso e a gettare le basi per dare uno Stato alla Palestina.. Che abbia ottimi rapporti con la vera Politica italiana e dia un contributo per combattere i cambiamenti climatici 

 Che ascolti e faccia tutto quello che è giusto respingendo il male, il desiderio dei potenti di  espandere i territori ed insanguinare il mondo..

La vittoria di Donald Trump alle elezioni Usa   sembra dividere il Governo Meloni. Matteo Salvini prima si congratula sui social con il prossimo presidente degli Stati Uniti, poi usa comportamenti diversi con gli  alleati del centrodestra, affermando che Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno pensieri diversi dalla Lega sulla figura del miliardario americano.

Ma veniamo subito al protagonista assoluto

Donald Trump :”E’ una vittoria mai vista. Abbiamo fatto la storia. Faremo guarire il paese. Il paese ha bisogno di aiuto, aggiusteremo tutto”. Donald Trump torna presidente degli Stati Uniti e esulta dopo il trionfo nelle elezioni americane 2024. Il candidato repubblicano, nel cuore della notte, sale sul palco del Convention Center di Palm Beach accompagnato dalla sua famiglia e nel primo discorso da inquilino della Casa Bianca si rivolge ai suoi sostenitori e al paese

“Lotterò per ogni cittadino, per ogni famiglia. Ogni giorno lotterò con tutte le forze, non mi fermerò mai finché non avremo reso l’America forte, prospera e sicura come i nostri figli meritano e che voi meritate. Sarà davvero un’età dell’oro per l’America. E’ una vittoria magnifica per il popolo americano, ci consente di rendere l’America grande di nuovo”, dice Trump, snocciolando gli stati che sono stati decisivi per la vittoria “con almeno 315 voti del collegio elettorale. Non c’era un’altra strada per la vittoria. Abbiamo vinto anche nel voto popolare, è fantastico”, dice il presidente interrotto dai cori ‘Usa! Usa!’.

“Ho accanto a me persone incredibili, hanno fatto un percorso incredibile con me. Sarete orgogliosi di avermi votato”, dice raccogliendo i frutti di un viaggio che si è snodato attraverso “900 comizi, ci pensate?”. “L’America ci sta dando un mandato senza precedenti, abbiamo ripreso il controllo del Senato e manterremo il controllo della Camera dei Rappresentanti, a quanto pare”, dice allargando il discorso al voto per il Congresso. Tra i ringraziamenti, spicca quello per la moglie Melania, “la first lady, che ha il bestseller più venduto in tutto il paese”. Applausi per tutti, a cominciare dai figli, tutti presenti sul palco. Quindi, elogi per il vicepresidente JD Vance e per Elon Musk, “un super genio”. “Abbiamo una nuova stella, è nata una stella: Elon. E’ un uomo straordinario, siamo stati insieme questa notte, ha passato due settimane a Philadelphia, in diverse parti della Pennsylvania, facendo campagna per me”, dice Trump.

“Questo è il giorno in cui il popolo americano riconquista il controllo del paese. Vi ripagheremo”, prosegue il nuovo presidente. Quindi, l’appello all’unità: “Mettiamo le divisioni degli ultimi 4 anni alle spalle, stiamo uniti. Il successo ci renderà uniti, l’ho già visto accadere durante il mio primo mandato“, dice ricordando come, dopo il fallito attentato subito il 13 luglio scorso, c’è chi ha detto che “Dio mi ha salvato la vita per una ragione: la ragione è salvare il Paese e riportare l’America alla sua grandezza”. “E’ un compito difficile -aggiunge – ma spenderò tutte le energie che ho per il lavoro che mi avete affidato. Lotterò, questo è il lavoro più importante al mondo. Governerò secondo un motto semplice, ‘promesse fatte, promesse mantenute’. Nulla mi impedirà di mantenere la parola data”.

Armi e droga: maxi sequestro in Calabria, rinvenuto un kalashnikov, tritolo e un ordigno artigianale, 6 persone denunciate

 

 

 

personaggio del film noir - mafia foto e immagini stock

 

 Reggio Calabria – Montebello Ionico 

I Carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo hanno messo a segno un’importante operazione contro la detenzione abusiva di armi e il traffico di stupefacenti. Grazie alla sinergia tra la Stazione Carabinieri di Saline di Montebello Jonico e lo Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, l’Arma ha intensificato le attività di monitoraggio e controllo del territorio, confermando il massimo impegno nel contrastare la criminalità organizzata e preservare la sicurezza locale.

Nei giorni scorsi, a seguito di un’attenta attività di perlustrazione e monitoraggio, i Carabinieri hanno scoperto un imponente arsenale e una rilevante quantità di cocaina pronta per essere immessa nelle piazze di spaccio. Le ricerche si sono concentrate su due terreni distinti: uno abbandonato e privo di recinzioni, e un altro di proprietà di sei sorelle, successivamente deferite in stato di libertà per detenzione abusiva di armi e sostanze stupefacenti.

 Dettagli dell’operazione

L’intervento ha portato alla scoperta di armi da guerra, munizioni e stupefacenti meticolosamente nascosti in condizioni che ne preservavano l’efficacia operativa. Nello specifico, sono stati sequestrati:

  • Un fucile automatico AK-47 Kalashnikov con matricola punzonata, corredato di due serbatoi vuoti;
  • Tre pistole, di cui due con matricola abrasa, e tre fucili, di cui due con matricola punzonata;
  • Oltre 500 cartucce di vari calibri, incluse alcune da guerra;
  • Circa 500 grammi di cocaina pura, destinata al mercato nero, per un valore stimato di circa 150.000 euro;
  • Due bilancini di precisione utilizzati per la suddivisione dello stupefacente in dosi.

Gran parte del materiale era occultato in tubi dell’acqua e strutture in legno dismesse simili a pollai, accuratamente avvolto in buste di cellophane e riposto in custodie, a dimostrazione di un sofisticato sistema di occultamento studiato per sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine.

In un terreno in stato di abbandono, i Carabinieri hanno inoltre rinvenuto 200 grammi di tritolo con innesco e un ordigno artigianale tipo “bomba carta” del peso di 1,2 kg, entrambi nascosti all’interno di un tubo di ferro sepolto sotto terra e pietrisco. Tra il materiale sequestrato in quest’area vi erano anche tre pistole, una delle quali era nascosta all’interno di un calzino, un fucile sovrapposto calibro 20 e altre 165 cartucce di vari calibri.

Procedure di messa in sicurezza

Il materiale esplosivo e l’ordigno artigianale sono stati fatti brillare sul posto dagli artificieri antisabotaggio del Comando Provinciale di Reggio Calabria, garantendo la massima sicurezza. L’intero arsenale e le sostanze stupefacenti sono stati posti sotto sequestro penale e messi a disposizione all’Autorità Giudiziaria per consentire approfondimenti balistici e tecnico-scientifici. Per le armi, in particolare, si procederà a verifiche volte a stabilire l’eventuale provenienza da episodi delittuosi o furti.

Presidio continuo e prossimità alla Comunità

Oltre alla repressione del crimine, l’Arma dei Carabinieri si impegna quotidianamente a essere un punto di riferimento per i cittadini offrendo assistenza e supporto anche nelle situazioni di emergenza. La Stazione dei Carabinieri in genere, ad esempio, è attiva nel mantenere una presenza costante e rassicurante, ascoltando le preoccupazioni dei cittadini e collaborando con le istituzioni locali per costruire un ambiente sicuro e sereno.

La presenza e il lavoro dei Carabinieri sono tanto più significativi nei contesti difficili come quelli del territorio reggino, dove la criminalità organizzata è radicata e dove operazioni come questa rappresentano un messaggio forte di legalità e di speranza per la comunità. L’Arma si impegna affinché la legge prevalga sempre e affinché chi viola le norme sia fermato e messo di fronte alle proprie responsabilità.

Il procedimento è attualmente nella fase delle indagini preliminari e per gli indagati vale il principio di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva

 

Napoli, banda del buco: scavi nel sottosuolo della città per rapine e furti. Carabinieri eseguono misura per 6 persone

Fonte, screen dal video inviato dai carabinieri

 

Napoli,

Dalle prime luci dell’alba, i Carabinieri della Compagnia di Napoli Centro-  informano su delega della Procura –  hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica – “VII Sezione Sicurezza Urbana”, nei confronti di 6 persone gravemente indiziate, a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio e, in particolare, di rapine e furti perpetrati con la cd. “tecnica del buco”.

L’attività d’indagine iniziata nel novembre 2023 ha consentito, tramite attività di intercettazione, videosorveglianza e servizi di osservazione,  di delineare  l’esistenza ed organigramma  di un gruppo di persone dedite in maniera stabile ed organizzata alla pianificazione di reati predatori portati a compimento tramite la tecnica della introduzione nel sottosuolo cittadino.

Sono stati individuati e monitorati gli obiettivi presi di mira e seguite le fasi di scavo portate a termine grazie alla disponibilità di locali -deposito situati  in punti strategici per l’accesso alla rete fognaria ed il collegamento al sottosuolo cittadino.

Tra i “reati fine” sono stati ricostruiti:

la rapina pluriaggravata commessa in danno del punto vendita di Piazza Carità di una nota catena di fast food, nel corso della quale gli associati, dopo essersi introdotti nella rete dei servizi fognari ed aver effettuato una prolungata attività di scavo nel sottosuolo, si sono introdotti mascherati e travisati all’interno dell’esercizio impossessandosi sotto la minaccia di una pistola di denaro contante, per un valore complessivo di 8.200,00 €;

–     il furto aggravato commesso all’interno di una Tabaccheria, ubicata nei pressi di P.zza Bovio, nel corso del quale gli indagati, dopo essersi introdotti dal sottosuolo all’interno dei locali, si sono impossessati di tabacchi, valori bollari, sigarette elettroniche, gratta e vinci e biglietti della lotteria, per un valore complessivo di circa 40.000,00 euro.

 La refurtiva è stata rinvenuta e sottoposta al vincolo del sequestro penale;

–     la tentata rapina aggravata commessa ai danni dell’ufficio postale di Piazza Matteotti , pianificata in ogni dettaglio al fine di impossessarsi del denaro contante trasportato dall’Istituto di Vigilanza presso gli uffici postali. Il proposito criminale, spintosi fino al completamento delle operazioni di scavo nel sottosuolo urbano, è stato sventato solo grazie al tempestivo intervento di personale della Compagnia Carabinieri di Napoli Centro;

–     il tentato furto aggravato commesso ai danni della filiale bancaria di Piazza Bovio di un noto Istituto di Credito, finalizzato ad impossessarsi del denaro custodito all’interno del relativo sportello ATM. Il proposito criminale, spintosi fino al completamento delle operazioni di scavo nel sottosuolo urbano, è stato sventato solo grazie al tempestivo intervento di personale della Compagnia Carabinieri di Napoli Centro;

–     la formazione di un falso documento (carta di identità elettronica sulla quale sono state riportate false generalità e l’effige fotografica di un prestanome) utilizzato per la sottoscrizione del contratto di locazione di un deposito utilizzato come base logistica per il deposito di materiali e refurtiva, nonchè per l’accesso nei canali fognari.

Alcuni dei destinatori del provvedimento cautelare oggi eseguito sono soggetti gravati da precedenti specifici per reati predatori mediante la tecnica del “buco”.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

La Regione Sicilia trasferisce ai Comuni 76,8 mln. ” per garantire i servizi essenziali»

 

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In arrivo nelle casse dei Comuni siciliani la quarta trimestralità dei fondi regionali per le spese correnti del 2024 pari a 76,8 milioni di euro. La Regione ha autorizzato con decreto il trasferimento delle somme assegnate a ciascun ente locale sulla base dei criteri di ripartizione previsti dalla normativa, usando come parametro di riferimento la popolazione residente e l’assegnazione relativa al 2019. Già in sede di prima attribuzione, avvenuta lo scorso mese di marzo, le somme erano state erogate con un anticipo di 15 giorni sui tempi previsti dalla legge.
 

«Anche questa volta – dice l’assessore alle Autonomie locali Andrea Messina – il tempestivo trasferimento delle somme necessarie a coprire le spese correnti consente di garantire continuità dei servizi e regolarità nella gestione ordinaria. Per i Comuni e i sindaci questo significa avere liquidità certa, scongiurando il ricorso al mercato del credito e generando economia per la Pubblica amministrazione. Un risultato importante che premia l’impegno del governo Schifani nel garantire alle amministrazioni locali tempi certi nell’utilizzo delle risorse assegnate, così da riuscire ad assicurare alla cittadinanza, senza ritardi, i servizi essenziali».
 

Il decreto, che porta la firma congiunta dell’assessore delle Autonomie Locali Andrea Messina e di quello dell’Economia Alessandro Dagnino, permette ai Comuni di riuscire a programmare e garantire con tranquillità i servizi ai cittadini.

 

Mostre, Regione Sicilia espone il corredo equestre di Marcantonio II Colonna. Rari esemplari superstiti del XVI sec.Aperta la Real Cavallerizza

 

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Il corredo equestre da parata del viceré Marcantonio II Colonna, proveniente dalla Galleria regionale di Palazzo Abatellis, sarà esposto dal 7 novembre all’8 dicembre 2024 nella Real scuderia di Palazzo dei Normanni a Palermo. La sala, di pertinenza del comando militare dell’Esercito della Sicilia, è stata recentemente restaurata dalla Soprintendenza dei Beni culturali di Palermo.

«Questa esposizione – commenta l’assessore regionale ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato – è un’occasione di duplice importanza: intanto, perché offriamo alla cittadinanza la possibilità di visitare uno spazio di altissimo valore artistico, ripristinato e reso fruibile grazie ai recenti lavori di restauro effettuati; e poi perché mettiamo in mostra gratuitamente questo importante armamentario, composto da accessori in cuoio, metallo smaltato e argento, di proprietà di Palazzo Abatellis, che di solito per motivi conservativi, a causa della fragilità di alcuni componenti, è custodito nei depositi».

Si tratta di uno dei rari esemplari superstiti di bardatura da parata del XVI secolo, straordinario esempio dello sfarzo e della pompa che caratterizzano i manufatti cerimoniali del periodo. Il corredo è composto da numerosi elementi, realizzati con materiali preziosi, e da una gualdrappa in velluto rosso, ricamata con filati serici e metallici, applicazioni di perle e placche in oro smaltato.

Nel corso dell’evento saranno esposti pannelli divulgativi sugli esiti della politica urbanistica di Marcantonio Colonna durante il suo viceregno dal 1577 al 1584, nel corso del quale vennero realizzati importanti opere pubbliche, come la sistemazione di piazze, l’apertura o il prolungamento delle arterie principali, che apportarono maggior decoro alla città e ne migliorarono l’assetto funzionale.

L’apertura della Real Cavallerizza consentirà anche di ammirare la Vittoria Alata, opera realizzata nel 1922 dallo scultore Antonio Ugo per onorare i dipendenti del Banco di Sicilia caduti nel corso della Prima guerra mondiale. L’opera, che era collocata al secondo piano del Palazzo delle Finanze in corso Vittorio Emanuele, allora anche sede del Banco, era stata rubata nel febbraio 2013 e poi ritrovata segata in tre pezzi. Restaurata nel 2018, è temporaneamente esposta in un ambiente adiacente alla Real Cavallerizza.

Siccità, 100 milioni per l’agricoltura e la realizzazione di bacini d’acqua. Il Governatore Schifani: «Aiuto concreto a settore colpito dalla crisi»

 

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Palermo,

Cento milioni di euro per dotare gli agricoltori siciliani di strumenti utili a contrastare e prevenire i danni causati dalla siccità. Cinquanta milioni sono già stati stanziati e saranno erogati attraverso un bando, pubblicato dall’assessorato regionale dell’Agricoltura e relativo al Piano di Sviluppo Rurale 2014-22, misura 5.1, dal titolo “Sostegno a investimenti in azioni di prevenzione volte a ridurre le conseguenze di probabili calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici”. Gli altri 50 milioni di euro saranno resi disponibili entro fine anno.

«Un aiuto concreto all’agricoltura siciliana – afferma il presidente della Regione Renato Schifani – che sta pagando un prezzo altissimo in termini di perdita di raccolto a causa della grave emergenza idrica di quest’anno. Si tratta del secondo intervento rivolto al settore dopo quello congiunto Stato-Regione di fine agosto del valore di circa 40 milioni. Siamo al fianco degli agricoltori siciliani e stiamo lavorando senza sosta per affrontare l’emergenza, ma anche per prevenire in futuro le conseguenze legate a un fenomeno oramai endemico come la siccità. Il consistente sostegno si è concretizzato grazie alla interlocuzione con il commissario Ue Janusz Wojciechowskie sull’emergenza che sta vivendo la Sicilia e al lavoro degli uffici della direzione generale di Bruxelles che hanno operato in stretta collaborazione con il nostro dipartimento Agricoltura». 

I finanziamenti consentiranno la realizzazione e il miglioramento dei sistemi di razionalizzazione delle acque per le finalità agricole e zootecniche (compresa la lotta agli incendi), la realizzazione di bacini di infiltrazione per la ricarica delle falde e lo stoccaggio sotterraneo delle acque, il recupero e il trattamento delle acque reflue e l’introduzione di sistemi di misurazione, controllo, telecontrollo e automazione. E, ancora, la realizzazione di impianti di desalinizzazione a fini agricoli e di sistemi di gestione intelligente della risorsa idrica attraverso remote sensing e proximal sensing, ovvero sistemi di mappatura del suolo attraverso dei sensori a distanza o in prossimità.

«Il governo Schifani – aggiunge l’assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo – mette a disposizione degli imprenditori agricoli siciliani strumenti essenziali per la realizzazione di interventi di prevenzione. Serbatoi di accumulo, invasi aziendali, ricarica controllata delle falde e impianti di desalinizzazione sono mezzi indispensabili per giocare d’anticipo e non farsi trovare impreparati davanti agli eventi siccitosi che ciclicamente si abbattono sulla nostra isola».

I beneficiari dei finanziamenti sono i singoli agricoltori o associazioni di agricoltori e gli enti pubblici, tra cui Comuni (anche consorziati tra di loro), enti gestori, enti pubblici delegati a norma di legge in materia di bonifica, a condizione che ci sia un collegamento tra l’investimento intrapreso e il potenziale produttivo agricolo.

La scadenza per l’esecuzione degli interventi finanziati è il 30 settembre 2025. I progetti possono avere un costo massimo di 300 mila euro, con un contributo pari all’80 per cento per interventi di prevenzione realizzati da singoli agricoltori e del 100 per cento per gli investimenti in infrastrutture relativi a interventi di prevenzione realizzati collettivamente da più beneficiari o da enti pubblici.

Il Gup di Palermo condanna a 11 anni Laura Bonafede, la maestra e compagna del Capoboss Messina Denaro

 

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La maestra Laura Bonafede, interdetta ora dai pubblici uffici

Per la donna del superboss Messina Denaro, si aprono le porte del carcere .Il Gup di Palermo ha condannato a 11 anni e 4 mesi di carcere per associazione mafiosa Laura Bonafede, l’insegnante di Campobello di Mazara figlia dello storico padrino del paese, sentimentalmente legata al boss Matteo Messina Denaro. Alla maestra inizialmente era stato contestato il reato di favoreggiamento poi  rettificato in quello  di associazione mafiosa. Secondo la Procura la donna per anni ha convissuto assieme alla figlia con il capomafia allora ricercato, garantendone le comunicazioni con gli uomini d’onore e coprendo la sua latitanza. Il processo è stato celebrato col rito abbreviato.

Lei ha negato tutto: “Non ho mai fatto parte di nessuna associazione mafiosa – ha detto al giudice -, non ho mai convissuto con alcuno anche perché ho abitato con mia madre fino al 2021, si figuri se potevo dormire fuori casa, vai a trovare una giustificazione. Le volevo dire soltanto, le volevo chiedere di valutare la mia posizione per quella che è e mi auguro di trovare in lei quel giudice di Berlino che tutti ci auguriamo di incontrare”.

La donna ha raccontato di aver conosciuto da bambina Messina Denaro e di aver ricevuto amicizia e attenzioni da lui, antico conoscente del padre, nei momenti difficili della sua vita come dopo l’arresto e la condanna del marito, Salvatore Gentile, all’ergastolo per omicidio.

Mi aveva chiesto che voleva conoscere mia figlia, quella bambina che aveva conosciuto tanti anni prima, e io ho fatto questo errore, perché lo reputo adesso un errore, sono uscita con mia figlia non dicendole niente chiaramente, dove dovevamo andare – ha ricostruito la donna -. Ho lasciato la macchina in una strada di Campobello e poi sono salita nella sua assieme a Martina, le ho detto che lui era un amico del nonno, che era anche un amico di papà e che adesso si trovava in una situazione particolare perché lo volevano arrestare. Lui mi aveva chiesto di conoscerla, di rivederla, perché l’aveva vista in carcere quando era piccola. Ho raccontato questa bugia a mia figlia”.

Io sono nata in una famiglia purtroppo mafiosa e ho vissuto fin da bambina con questo clima e mio padre (il boss Leonardo Bonafede ndr) parlava anche a casa dei suoi impegni, quindi sono cresciuta così, abbiamo frequentato anche persone dello stesso ambiente – ha detto ancora la Bonafede -, ma noi figli, e nemmeno mia madre, abbiamo mai fatto parte di questa vita nonostante la vivessimo e non abbiamo mai parte di nessuna associazione mafiosa, anche perché le donne, bambine e adulte, erano tenute un pochettino lontane da certe situazioni e da certi contesti”..

Lei e il boss, ha ricostruita Bonafede, si sarebbero incontrati negli anni costantemente, ma non avrebbero mai vissuto insieme. “Nel gennaio del 2008, mentre io mi trovavo nella cartoleria Giorgi a Campobello – ha affermato – ho incontrato, per meglio dire Matteo Messina Denaro si è fatto riconoscere: io stavo salendo sulla mia auto e lui era sulla sua, mi ha fatto cenno di seguirlo e io l’ho fatto: l’ho seguito, poi siamo andati in un posto che era una strada un poco più isolata quindi mi ha fatto cenno di scendere e sono salita sulla mia macchina, a quel punto lì ci siamo… abbiamo parlato, era tanto tempo che non ci vedevamo, mi ha raccontato di sua figlia, insomma che aveva avuto una bambina, tante cose di famiglia, ci siamo dati appuntamento per febbraio”.

“….. Sono stata bene, abbiamo parlato, mi sono sentita anche un poco rassicurata, tipo mi sono sentita come appoggiata”.

Il Gup di Palermo ha anche dichiarato l’imputata interdetta dai pubblici uffici. Il giudice ha inoltre applicato alla donna la misura di sicurezza personale della libertà vigilata per tre anni, una volta scontata la pena. Infine la maestra è stata condannata a risarcire le parti civili.

Al Comune di Castelvetrano e a quello di Campobello di Mazara sono stati riconosciuti 25.000 euro ciascuno di risarcimento del danno, 10.000 euro dovranno essere pagati dall’imputata al ministero dell’Istruzione e alla presidenza della Regione. Bonafede è stata infine condannata a risarcire con 3.000 euro ciascuno il centro studi Pio Latorre, l’associazione antimafia Caponnetto, l’associazione antiracket di Trapani e l’associazione Codici Sicilia.

Rapina insolita a Scordia: “prelievo” del bancomat con un escavatore alle 5 del mattino

 

 

 

Catania (Scordia)

 Stamani intorno alle 5 è successo l’incredibile “prelievo” da parte di  rapinatori  che hanno creato, inevitabilmente, un  frastuono enorme  a quell’orario insolito e ha svegliato gli abitanti del centro storico di Scordia, in provincia di Catania.

Una banda di ladri con un escavatore ha “prelevato” le casseforti dell’Istituto di  credito di Via Vittorio Emanuele. Prima bloccano la strada con attrezzature da cantiere, poi in pochi minuti hanno posizionato un bobcat e divelto le cassaforti dei due bancomat. Sorpresissimi alcuni abitanti si sono affacciati al balcone e qualcuno ha pure mandato le immagini della rapina in diretta su social

In mattinata è stato trovato un altro autocarro nelle campagne della vicina Francofonte con a bordo le cassaforti distrutte. Gli audaci ladri si sono dileguati  con il contenuto delle casseforti.

Gli investigatori indagano sull’incredibile rapina

 

 

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