Decreto di sequestro e confisca, emesso dal Tribunale di Trapani su proposta del Direttore nazionale della Dia, nei confronti degli eredi del noto imprenditore Carmelo Patti, originario di Castelvetrano (TP) già proprietario della ex Valtur (ora in amministrazione straordinaria), deceduto il 25 gennaio 2016.
Nel paese in provincia di Trapani Carmelo Patti svolgeva attività di il venditore ambulante di vestiti assieme al padre. . Poi, fondò innanzitutto la Cablelettra che si alimentava con le commesse della Fiat. Quindi la scalata al gruppo Valtur, acquisito per 300 miliardi di lire, e la realizzazione di una ventina di villaggi turistici e golf resort in giro per la Sicilia e l’Italia.
Il maxi provvedimento riguarda partecipazioni societarie in campo industriale, ma anche uno sterminato elenco di immobili in Italia, Marocco, Costa d’Avorio e Tunisia. C’è pure una barca da crociera, la Valtur Bahia, registrata a Londra e ormeggiata a Mazara.
Il pentito Angelo Siino con le sue dichiarazioni si è rivelato fondamentale , dicono gli inquirenti.. Uno che di affari se intendeva tanto da meritarsi l’appellativo di “ministro dei lavori pubblici di Cosa nostra”. Dell’ex patron Valtur Siino raccontò la vicinanza al cassiere della mafia mazarese Francesco Messina. “Mastro Ciccio – spiegava il collaboratore di giustizia – aveva tra le mani Patti, tanto che Bernardo Provenzano ci scherzava su, dicendogli che lui non aveva problemi a passare le vacanze alla Valtur”.
Non è tutto . Si apprende dagli investigatori che nel 1998 andò all’asta la vendita del villaggio turistico di Punta Fanfalo, a Favignana, fiorirono due offerte. Una era di Emma Marcegaglia, successivamente a capo di Confindustria, e l’altra di una ragazza sconosciuta di soli 21 anni. Fu quest’ultima ad aggiudicarsela. Sarebbe rimasta proprietaria per poco tempo della struttura. A lei subentrò Carmelo Patti.
Il sequestro è inerente a beni di oltre 1,5 miliardi di euro e la Procura ha dimostrato come la famiglia avesse interessi economici riferibili alla “famiglia mafiosa di Castelvetrano”, comandata dal superboss latitante Matteo Messina Denaro.