L’ Istat-l’Ente che esegue continue rilevazioni periodiche e valutazioni – interviene nel dibattito economico -sociale e corregge al ribasso le stime preliminari diffuse il 30 aprile scorso.
Nel primo trimestre del 2020 il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito del 5,3% rispetto al trimestre precedente e del 5,4% nei confronti del primo trimestre del 2019, rileva l’Istat. La flessione congiunturale del Pil diffusa il 30 aprile 2020 era stata del 4,7% mentre quella tendenziale era stata del 4,8%. Il primo trimestre del 2020 ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al primo trimestre del 2019. La variazione acquisita per il 2020 è pari a -5,5%.
A trascinare la caduta del Pil è stata soprattutto la domanda interna (incluse le scorte), mentre quella estera, anch’essa in calo, ha fornito un contributo negativo meno marcato (-0,8 punti percentuali). Sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato fortemente negativo per 4 punti e quello degli investimenti per 1,5, mentre un ampio contributo positivo (+1 punto percentuale) è venuto dalla variazione delle scorte. Alla contrazione dell’attività produttiva ha corrisposto una decisa riduzione dell’input di lavoro in termini sia di ore lavorate sia di Ula, mentre le posizioni lavorative hanno registrato una sostanziale stabilità.