Arresti a non finire per avere le mani su Misterbianco. Devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, omicidio, estorsione in concorso, furto, ricettazione e riciclaggio in concorso, detenzione e porto illegale di arma clandestina, trasferimento fraudolento di valori e corruzione, con l’aggravante del metodo mafioso, 26 persone raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Catania, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nell’ambito dell’operazione “Gisella” condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Catania.
Gli indagati vengono indicati come affiliati al clan dei “Tuppi”, operante nel territorio dei Comuni di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, attualmente confederato alla famiglia mafiosa dei Mazzei, storicamente affiliata a Cosa nostra. Il provvedimento scaturisce dalle confesssioni del pentito Luciano Cavallaro, esponente storico del gruppo mafioso dei “Tuppi”, già fortemente radicato sul territorio di Misterbianco a partire dagli anni ’80 (periodo nel quale era affiliato alla famiglia mafiosa dei “Cursoti”) e molto attivo nella gestione delle illecite attività, in concorrenza con il gruppo del “Malpassotu”, articolazione della famiglia Santapaola,che riconduce a Giuseppe Pulvirenti