Sicilia in zona rossa: i divieti e cosa si può fare
Passano in zona rossa la provincia autonoma di Bolzano e oltre la Sicilia anche la Lombardia. In zona arancione: Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria, Valle D’Aosta, Veneto. In zona gialla: Basilicata, Campania, Molise, Sardegna, Toscana, Provincia Autonoma di Trento.
Ma cosa significa entrare in zona rossa? Ecco i divieti e cosa si può fare:
– E’ vietato ogni spostamento, anche all’interno del proprio Comune, in qualsiasi orario, salvo che per motivi di lavoro, necessità e salute. Vietati gli spostamenti da una Regione all’altra e da un Comune all’altro.
– Chiusura di bar e ristoranti, 7 giorni su 7. L’asporto è consentito fino alle ore 18 per i bar e 22 per i ristoranti. Per la consegna a domicilio non ci sono restrizioni. Chiusura dei negozi, fatta eccezione per supermercati, beni alimentari e di necessità. Restano aperte edicole, tabaccherie, farmacie e parafarmacie, lavanderie, parrucchieri e barbieri. Chiusi i centri estetici.
– Didattica a distanza per la scuola secondaria di secondo grado, per le classi di seconda e terza media. Restano aperti, quindi, solo asili e scuole dell’infanzia, le scuole elementari e la prima media. Anche se la Regione si è riservata la possibilità di lasciare chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado tutto dipende dai risultati dello screening di massa che è stato avviato di concerto con i Comuni. Chiuse le università, salvo specifiche eccezioni.
– Sono sospese tutte le competizioni sportive salvo quelle riconosciute di interesse nazionale dal Coni e Cip. Sospese le attività nei centri sportivi. Rimane consentito svolgere attività motoria nei pressi della propria abitazione e attività sportiva solo all’aperto in forma individuale. Sono chiusi musei e mostre. Chiusi anche teatri, cinema, palestre, attività di sale giochi, sale scommesse, bingo, anche nei bar e nelle tabaccherie.
– Per i mezzi di trasporto pubblico è consentito il riempimento solo fino al 50%, fatta eccezione per i mezzi di trasporto scolastico.
“LA REGIONE HA TRASCURATO LA MEDICINA DEL TERRITORIO E IL PRESIDENTE HA RICHIESTO LA ZONA ROSSA PERCHE’ SAPEVA CHE SAREBBE ARRIVATA”
Pubblichiamo un intervento -reso noto -dei deputati 5 stelle della Commissione Salute dell’Ars,Francesco Cappello, Antonio De Luca , Giorgio Pasqua e Salvo Siragusa.
“Sul fronte Covid eravamo un’isola felice, ma Razza e Musumeci sono riusciti a rovinare tutto. Se siamo zona rossa e i peggiori d’Italia è colpa delle loro politiche sanitarie fallimentari e per questo la pagheranno cara soprattutto commercianti e partita iva”.
Lo affermano i deputati 5 stelle della commissione salute dell’Ars, Francesco Cappello, Antonio De Luca , Giorgio Pasqua e Salvo Siragusa.
”Insopportabile – dicono – l’autocelebrazione del governo, in conferenza stampa, delle proprie operazioni, e bastava leggere i feroci commenti in coda alle parole dell’esecutivo sulla pagina facebook di Musumeci per rendersi conto di quanto ciò fosse fuori luogo. La verità è sotto gli occhi di tutti: siamo gli unici, assieme alla Lombardia, in zona rossa. Se gli ospedali sono al collasso è soprattutto per aver trascurato completamente la medicina del territorio, che invece andava eretta a baluardo all’avanzata del virus, come abbiamo ripetuto, inascoltati, innumerevoli volte”.
“Musumeci – aggiungono – ha messo la mani avanti chiedendo la zona rossa perché sapeva che sarebbe arrivata. Ma lo ha fatto solo per cercare di scaricare le sue responsabilità su Roma. Ha fatto male, tra l’altro, a chiedere una zona rossa generalizzata, penalizzando così anche centri dove il virus non è fuori controllo come nelle grandi città”
Inaccettabili per i deputati 5 stelle anche i commenti autocelebrativi per la concessione di Roma della spalmatura del disavanzo in 10 anni.
“Hanno presentato quest’operazione– afferma il capogruppo Giovanni Di Caro – come un enorme successo del governo Musumeci. La verità è che questa concessione del governo Conte è stata messa pure notevolmente a rischio dall’esecutivo regionale, che ha deliberato gli impegni a supporto del via libera di Roma solo in questi giorni e non entro marzo come doveva fare, adducendo come scusa dell’enorme ritardo lo scoppio della pandemia”.
“Ora che Roma ha salvato la Sicilia dalla bancarotta – conclude Di Caro – Musumeci sottolinea la correttezza dei rapporti istituzionali col governo Conte, peccato che fino a ieri non abbia mai perso occasione per polemizzargli ferocemente contro”.