Nove persone (due in carcere e 7 ai domiciliari) sono state arrestate dalla Guardia di Finanza di Palermo che ha sequestrato pure 5 distributori di carburanti del capoluogo e notificato 13 obblighi di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria, 8 dei quali integrati dall’obbligo di dimora a Palermo, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Palermo.
Le indagini della Procura della Repubblica di Palermo hanno coinvolto 43 persone denunciate alla Procura perchè ritenuti membri di una associazione mafiosa specializzata al trasferimento fraudolento di valori, alla frode in commercio, alla frode fiscale e alla commissione di altri reati.
In carcere sono finiti : Danilo Lazzarotto (cl. 1982 di Bagheria) e Rosario Montagna (cl. 1985 di Palermo), mentre sono stati posti agli arresti domiciliari Cosimo Vernengo (cl. 1964 di Palermo), Giorgio Vernengo (cl. 1975 di Palermo), Natale Di Cristina (cl. 1948 di Palermo), Carmelo Munzone (cl. 1956 di Catania), Filippo Tirendi (cl. 1943 di Gravina di Catania), Alessandro Primo Tirendi (cl. 1982 di Gravina di Catania) e Eugenio Barbarino (cl. 1984 di Mascali, provincia di Catania).
Le investigazioni sono partite da un controllo fiscale condotto nel 2013 dal Gruppo della Guardia di Finanza di Palermo nei confronti di uno dei distributori stradali coinvolti. La Finanza aveva scoperto che il sistema di misurazione delle quantità erogate era stato manomesso, così da far apparire di aver venduto un numero di litri superiore rispetto a quello effettivamente consegnato al cliente.
Si è scoperto pure che la società era costituita da compiacenti prestanome di una serie di distributori stradali di carburanti. Tante fatture per operazioni inesistenti sono state emesse per quasi 38 milioni di euro e, in conseguenza, è stato causato un danno allo Stato derivante dal mancato incasso fiscale equivalente a circa 7 milioni di euro.
Evasione delle imposte (denominate “accise”) dovute su carburanti e lubrificanti per circa 2,5 milioni di euro, realizzata attraverso l’alterazione dei misuratori degli impianti di distribuzione, l’importazione illecita di olio lubrificante dall’Albania e la vendita di gasolio destinato al rifornimento delle navi (che è esente da accisa) come normale carburante per autotrazione.
Si apprende che la Mafia dei distributori vede protagonista Cosimo Vernengo, già sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, con il fratello Giorgio nella gestione reale dei distributori di carburante e nell’ideazione e attuazione della frode.