Trent’anni dopo il grande successo del tour “Spunta la luna dal monte”(che trionfò a Sanremo nel 1991) , quando nella veste di cantante e chitarrista affiancò il suo mentore Pierangelo Bertoli sostituendo la voce di Andrea Parodi dei Tazenda, Luca Bonaffini ritorna discograficamente con album di musica pop d’autore.
Dopo aver esplorato concept spericolati e non sempre immediati, come lui stesso riconosce, arriva dunque “Il paracadute di Taccola” (edito da Long Digital Playing, distribuito da Believe Digital e arrangiato da Roberto Padovan), sedicesima opera solista del cantautore mantovano che, per l’occasione, si è avvalso della collaborazione artistica di Davide Vevey (chitarre acustiche ed elettriche), Francesca De Mori (vocalist e arrangiamenti corali) e del mantovano Stefano Morselli (sax e fisarmonica).
Registrato tra Torino e Milano, sotto l’attenta regia dello stesso Padovan (anche co-autore di alcuni brani), il progetto discografico contiene 14 canzoni che – volteggiando tra mondi sonori dall’Irlanda a New Orleans passando per i chansonnier francesi e il pop italiano – ci fa ricadere nel Novecento dei visionari e dei sognatori.
I testi, articolati come sempre, lasciano spazio alla voce del cantautore che ritrova i suoi armonici, la voglia di cantare e quella che Bonaffini in più occasioni ha definito Il diritto alla ricerca della bellezza.
“Questa nuova avventura è iniziata nel 2015, in modo casuale, riscoprendo negli archivi della mia libreria canzoni incomplete e ballate cominciate rimaste inconcluse, risalenti addirittura al gennaio 1985″ – racconta Luca. “Era dal tempo in cui scrivevo con Bertoli, di Chiama piano (1990) e della tournée “Spunta la luna 1991” che mi rese visibile al grande pubblico, che non mi sentivo così dentro le mie canzoni”.
“Considero questo lavoro uno dei più belli che ho mai concretizzato perché contiene un concept implicito e non esplicito. Sono canzoni che affrontano ancora una volta la metafora del volo, come è già successo ne Il cavaliere degli asini volanti, ma con viaggi e storie indipendenti. I personaggi appaiono sconfitti ma in realtà restano dei vincenti, perché hanno saputo resistere e cambiare, accettare le trasformazioni e compiere delle metamorfosi sfidando la morte. Credo debba essere il senso della vita: se si cade, dopo un volo tentato e doveroso, bisogna saper prevedere un buon atterraggio e magari usare un paracadute di fortuna, artigianale ma originario e originale come quello di Mariano di Jacopo, detto “l’Archimede di Siena” o “Taccola”.
Taccola, lo ricordiamo, fu un ingegnere senese che, tra le varie invenzioni, tracciò probabilmente il primo schizzo del paracadute che fu poi disegnato da Leonardo Da Vinci, che consiste in un oggetto aerodinamico conico e intuitivo, riproposto anche sulla copertina dell’album affidata a Ryu GraficLab di Mantova e realizzata da Valentina Margonari.
La scaletta è lunga e piena di suggestioni. Nella kermesse di personaggi (alcuni reali, altri inventati) sfilano cosmonauti geniali considerati folli, pensatori delusi e stanchi, donne di ieri e amori di oggi, clochard ed eroi rigettati dal mare che come in un film di Walt Disney riscattano la propria morte a cavallo di un delfino, e tante altre storie.
“C’è anche un mio personale omaggio al cinema del ‘900, quello che colorò il bianco e nero e trasformò il nostro modo di ricordare le cose” conclude Bonaffini (nella foto sotto).
L’album, scaricabile dalle maggiori piattaforme digitali in 240 Stati del Mondo da martedì 26 gennaio, sarà pubblicato anche su supporto fisico (CD) tra febbraio e marzo.
Per informazioni basta tenere d’occhio i siti www.lucabonaffini.town e www.longdigitalplaying.com.
Note d’autore
Compositore di musiche e autore di testi per canzoni, Luca Bonaffini si è affermato intorno alla fine degli anni Ottanta come collaboratore fisso di Pierangelo Bertoli, firmando per lui molti brani in album di successo, tra le quali “Chiama Piano”, all’interno dei quali compare anche come cantante, armonicista e chitarrista. Altre canzoni sue sono state interpretate anche da Patrizia Bulgari, Flavio Oreglio, Sergio Sgrilli, Fabio Concato, Nek, Claudio Lolli e ha scritto testi teatrali insieme a Dario Gay ed Enrico Ruggeri.
Ha pubblicato, come cantautore, diversi album aventi un unico filo conduttore, affrontando tematiche impegnate e sociali; ha vinto il Premio Rino Gaetano (1988) Targa critica giornalistica e il Premio Quipo (1999) al Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza (miglior progetto multimediale); ha partecipato al Festival del Teatro Canzone – Premio Giorgio Gaber (2005) e due volte al Premio Tenco (edizioni 2008 e 2012). Nel 2013 ha debuttato come scrittore con il libro La notte in cui spuntò la luna dal monte (edito da PresentArtSì), ispirato al suo incontro con Pierangelo Bertoli.
Nel 2015 Mario Bonanno ha pubblicato un libro dedicato ai suoi trent’anni di carriera, intitolato “La protesta e l’amore. Conversazioni con Luca Bonaffini” (edito da Gilgamesh editrice).