La problematica sulle pensioni si trasferisce adesso in Parlamento e si lega con la legge di bilancio: il governo infatti presenterà un emendamento con cui trasferire nella manovra, in discussione in Parlamento, l’esenzione per circa 15-20 mila lavoratori impegnati in attività gravose dall’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni dal 2019, un diverso e meno impattante calcolo dell’incidenza delle aspettative di vita sull’età pensionabile e un ampliamento alle nuove categorie di attività gravose, dal 2018, della platea dell’Ape social. Il confronto con Cgil Cisl e Uil che vede un risultato diverso mette sul piedistallo la Cgil che ha compreso di non cadere nella trappola del governo di dare un sostegno che non meritava.
Se Cisl e Uil si allineano con l’esecutivo, la Cgil che boccia il documento finale del governo come “insufficiente”, per fare un deciso cambio di passo rispetto alla riforma Fornero e offrire una prospettiva diversa per giovani e donne, annunciando di voler tornare in piazza per una mobilitazione, il 2 dicembre prossimo.
La decisione della Cgil è stata giudicata positiva dagli osservatori sociali.