RISCHIO CHE L’EPIDEMIA SI TRASFORMI IN PANDEMIA
Il coronavirus continua ad uccidere E’ salito a 106 il numero dei morti in Cina (casi ufficiali), mentre i casi confermati sono 4.515. Lo ha reso noto la Commissione sanitaria nazionale cinese, secondo cui 976 pazienti restano in condizioni critiche, mentre sono 6.973 i casi di sospetto contagio da 2019-nCoV. A questo punto l’Organizzazione mondiale della Sanità sta valutando l’emissione dello stato di emergenza in tutto il pianeta. Ogni Paese, nel caso non lo stia già facendo,dovrà adottare ogni precauzione per combattere il mortale virus.
Il ministero dell’Educazione cinese ha annunciato il rinvio dell’inizio del semestre di primavera di scuole e università – dopo la fine delle vacanze per il capodanno lunare – a causa dell’emergenza provocata dal nuovo coronavirus. Il ministero dell’Educazione non ha fornito alcuna indicazione sulla nuova data prevista di inizio del semestre visto che si resta in attesa di un vaccino o rimedio efficace per fermare quel che sta diventando un’epidemia mortale, una nuova malattia respiratoria acuta (polmonite) clinicamente simile alla SARS ed altre virosi respiratorie.
La causa della malattia è stata identificata dai ricercatori cinesi in un nuovo Coronavirus, denominato 2019-nCoV, della stessa famiglia ma distinto da quello che ha causato la SARS. L’epidemia si sta rapidamente diffondendo anche in altre nazioni asiatiche e negli ultimi giorni della scorsa settimana sono stati riportati anche alcuni casi in USA ed in Francia. Si apprende che la mortalità è valutata attorno al 4%. Ma la percentuale tende paurosamente a salire: la maggioranza dei casi di malattia riguardano soggetti residenti a Wuhan, zone limitrofe o visitatori e molti di essi sono anziani con altre gravi malattie pre-esistenti all’infezione virale.
Le indagini fatte da epidemiologi cinesi suggeriscono, ma non provano, che l’origine dell’infezione sia da attribuirsi al contatto con animali presenti in un mercato alimentare, in particolare del pesce, molto frequentato a Wuhan, dove sono liberamente venduti ed in parte usati per l’alimentazione animale ed umana vari altri animali compresi pipistrelli, rane e serpenti. Le prime analisi delle sequenze del genoma virale di questo nuovo Coronavirus isolato dall’uomo dimostrano la sua stretta somiglianza con il coronavirus dei pipistrelli e la sua differenza con quello della SARS. In una pubblicazione di ricercatori cinesi, pochi giorni fa sul Journal of Medical Virology viene sostenuto che l’ospite intermedio fra pipistrello ed uomo è stato un certa specie di serpente e che sia questo l’animale da cui si è originata l’infezione umana.
VIRUS: PROVIENE DAI SERPENTI?
Vi sono al momento vari punti critici e dubbi su importanti aspetti di grande rilevanza per il controllo della malattia Secondo gli scienziati
L’indicazione del serpente come anello di trasmissione dal virus all’uomo rimane incerta anche perché la presenza di coronavirus in serpenti è messa in dubbio da molti ricercatori fuori dalla Cina e i ricercatori cinesi non hanno documentato la presenza del 2019nCoV nel serpente ma hanno solo dedotto questa possibilità da alcune particolari caratteristiche genetiche del virus e del serpente. In conclusione, che si tratti di zoonosi è probabile ma non certo e quale sia l’animale di trasmissione all’uomo rimane non stabilito.
Il più serio problema per il contenimento di questa epidemia è sapere quale sia il livello della trasmissione interumana. I ricercatori cinesi dicono di averla dimostrata ma i livelli di diffusione dell’epidemia fuori dalla Cina sono ancora scarsi ed impediscono di confermare attualmente che la trasmissione interumana al di fuori della Cina abbia una qualche consistenza. I numeri che girano circa il fattore riproduttivo della trasmissione ballano attorno 2, ed è richiesto un contatto stretto. Vuol dire che una persona infetta ne infetta un paio molto vicini o che usano gli stessi oggetti ( ad esempio una posata).
Anche se sappiamo ancora poco, un corretto principio di precauzione richiede che tutti siano preparati anche ad una evoluzione per così dire “maligna” dell’epidemia compresa la possibilità evidenziata in alcune recentissime ricerche cliniche che l’infezione possa essere trasmessa anche da soggetti asintomatici. Nella fase attuale, diagnosi, isolamento ed identificazione di tutti i contatti di un caso confermato sono le misure standard raccomandate dall’OMS e già correntemente applicate nel nostro Paese.
Sono circa seimila medici, infermieri ed altro personale sanitario inviati nella provincia di Hubei – dove si trova Wuhan, la città focolaio del contagio di nuovo coronavirus – per combattere l’epidemia. Secondo le Autorità sanitarie in Cina sono in servizio specifico 4.130 operatori sanitari, suddivisi in 30 squadre, mentre altri 1.800 arriveranno entro oggi. Si vuole costruire in brevissimo tempo un ospedale, forse due, per la degenza dei pazienti colpiti da malattie infettive tra cui il coronavirus.