Gli spaghetti “killer” e l’eredità maledetta: Paola Pepe accusata dell’omicidio della prozia

 

La nipote non ha ucciso la zia e merita di tornare in libertà» | G. di  Vicenza

La morte di  Maria Basso, a parere dell’accusa, sarebbe stata provocata da  una polmonite ab ingestis, per un piatto di spaghetti e da un dolce, offerto dall’imputata Paola Pepe

Primo giorno del procedimento in aula tra parti civili e difesa.  del processo sulla morte dell’ottantenne Maria Basso che vede imputata Paola Pepe per omicidio e circonvenzione d’incapace.

Maria Basso, affetta da una patologia che non le permetteva di ingerire cibo solido ma solo tritato, è deceduta- ricorderemo nel 2022 pochi giorni dopo l’arrivo in Sicilia. Paola Pepe, figlia di una cugina della donna, si fece viva il giorno dell’ottantesimo compleanno di Maria ad Asiago.

L’anziana viveva in una struttura sanitaria in Veneto. I sospetti si ingigantiscono nella famiglia  quando la  Pepe porta via la parente in macchina fino a un’altra casa di cura di Aci Castello, in Sicilia. Questo spostamento non passò inosservato dai parenti e un cugino presenta una denuncia ai Carabinieri  per le  indagini.

Guarda caso, altro comportamento dubbio di Paola Pepe che riesce a modificare  testamento per ricondurlo a proprio beneficio.    Prima il testamento disponmeva il lascito di ogni cosa  ad  alcuni enti di beneficenza.

Ad uccidere Maria Basso, a parere dell’accusa, sarebbe stata una polmonite ab ingestis, provocata da un piatto di spaghetti e da un dolce, offerto dall’imputata. Una tesi smentita da una perizia dei consulenti nominati dai difensori, gli avvocati Carmelo Peluso e Dario Riccioli.

Si apprende che il pubblico Ministero dottssa  Michela Maresca ha presentato le testimonianze, così come la difesa. Ammessi come parti civili cinque cugini della vittima: Mario Basso, assistito dall’avvocato Stefano Rigoni Stern, Ivano Basso, Roberto Basso e Tullio Rigoni, assistiti dall’avvocato Umberto Terranova. La presidente Maria Pia Urso ha chiesto, , di produrre i documenti anagrafici che attestino il grado di parentela.

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