I partiti sono molto presenti sia nel Consiglio di amministrazione che nella Commissione di Vigilanza Rai, ma non ci sarebbe nulla di scandaloso se almeno tutti i componenti avessero competenze sia televisive che nella gestione di un’azienda con 12.000 dipendenti. Purtroppo non è così, e questo genera danni, ritardi, e il perenne sospetto che dietro a scelte che coinvolgono un conduttore o un giornalista, ci sia sempre una manovra politica, anche quando si tratta di legittime scelte editoriali, giuste o sbagliate che siano. I vertici del servizio pubblico spesso non riescono a rispettare i loro obiettivi: Il Cda Rai dovrebbe fare quello che fanno tutti i consigli di amministrazione: amministrare perchè l’azienda sia sana e competitiva rispettando la mission. Sul silenzio dei giornalisti Rai per il suo addio, la Gabanelli afferma: Ho svolto il mio compito, mi è stata fatta una proposta che ho ritenuto di non accettare, mi sono dimessa. Il mondo del lavoro funziona così dappertutto, non mi sento vittima di alcunchè, e con i colleghi ho sempre avuto un rapporto leale e caloroso. Infine sull’ipotesi di un ripensamento sulle dimissioni afferma: Di irrevocabile c’è solo la morte…e per il momento mi sento abbastanza viva. Nessuno è indispensabile, e dentro la Rai ci sono tanti colleghi che fanno eccellente servizio pubblico.