Flat-tax: il governo si appresta a cambiare il sistema fiscale tributario basato su un’aliquota fissa -Opposizioni scettiche

 

L’argomento del giorno sembra essere la Flat-tax   Nel discorso tenuto alla Camera per la seconda fiducia, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ne si è soffermato come un sistema di aliquote per recuperare in qualche modo i criteri di progressività”,. “Credo che possiamo essere tutti d’accordo”, ha sottolineato il premier, che ”il sistema fiscale tributario oggi in Italia lascia molto a desiderare. C’è da operare una riforma” e ”confidiamo quanto prima di portare un progetto”.

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– La Flat tax è un sistema fiscale non progressivo, basato su un’unica aliquota fissa: il programma gialloverde prevede due aliquote fisse al 15 e al 20% per persone fisiche, partite IVA, imprese e famiglie che andrebbero a sostituire le cinque aliquote attuali, che vanno dal 23 al 43%. La riforma fiscale sarebbe inoltre caratterizzata da “un sistema di deduzioni per garantire la progressività dell’imposta, in armonia con i principi costituzionali”. Su questo punto esprimono scetticismo le opposizioni.

– Il problema delle  clausole di salvaguardia viene rilanciato all’anno 2019:  non si sa ancora cosa avverrà. Se dovessero scattare, oltre al conseguente aggravio per i bilanci delle famiglie e un calo dei consumi si verificherebbe un effetto depressivo sulla produzione e un peggioramento dei livelli occupazionali. Per evitare l’aumento dell’Iva si dovranno trovare 12,5 miliardi di euro per il 2019 e 19,1 miliardi per il 2020. Se dovessero scattare le clausole di salvaguardia, a partire dal primo gennaio 2019, l’aliquota ordinaria passerebbe dal 22 al 24,2% mentre quella ridotta salirebbe dal 10 all’11,5%. Negli anni successivi la situazione potrebbe portare l’Iva ordinaria al 25% nel 2021 e quella agevolata al 13% nel 2020.

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