Dalla memoria storica della popular music italiana, spunta Ermanno Zanfi, interprete e autore di canzoni che, negli anni Sessanta, abitò i palcoscenici prestigiosi di quel periodo che, a forma di vinile, fece girare la testa e il cuore alle giovani generazioni.
« Il cantastorie delle voci perdute » (sulle maggiori piattaforme on line dal 5 novembre) è una raccolta breve di alcuni capolavori che l’artista modenese ha scritto e cantato.
Ma chi è Ermanno Zanfi ?
Erano gli anni del dopoguerra e lui, talentuoso cantante dalla voce limpida e incisiva, si faceva notare da tutte e da tutti. Musicisti e non.
Il tempo prima e gli eventi poi, gli hanno portato via la carriera e, salito sul treno della concretezza, decise di rinunciare a un successo ben più che probabile per quel senso di responsabilità che le priorità della vita gli presentarono.
Incontrò, tra gli altri, un’allora sconosciuta Caterina Caselli e un Pierangelo Bertoli che, tra le difficoltà ormai note del suo stato di disabilità, emanava coraggio e carisma da tutti i pori.
Ermanno scomparve pubblicamente quasi subito, ma la sua musica non lo abbandonò mai.
Sposatosi e diventato padre, non si sedette mai sul passato, cercando di inventare – insieme alle sue chitarre firmate – un mondo presente parallelo fatto di arte, di country rock e di letteratura.
Nel 1992, la grande occasione.
Pierangelo, che non lo ha mai dimenticato, lo porta da Caterina Caselli insieme al giovane Luca Bonaffini (già autore affermato di Bertoli) e danno vita al progetto B.L.E.Z (acronimo di Bonaffini Luca Ermanno Zanfi), un’idea dello stesso Pierangelo che vede il Bonaffini cantautore affiancato dalla certezza vocale del non più ragazzino Ermanno.
L’album, che resta un’opera unica dei due artisti, diventa un cult per gli amanti del country e della musica emiliana.
Dopo trent’anni, a poche settimane dalla sua scomparsa, ecco il ritorno pubblico di Zanfi, icona di una generazione ricca di energia e creatività, con sette tracce (delle quali due in dialetto).
Troviamo una versione strabiliante di LUCIA DI DICEMBRE (quella di Bonaffini e dei Blez) in dialetto modenese e una canzone dedicata a Pierangelo Bertoli, nato tra l’altro come Ermanno, il 5 novembre.