Tra un fiume di contestazioni ed insulti la manovra è riuscita ad avere l’approvazione al Senato. Nella notte tra il 22 e il 23 dicembre Palazzo Madama ha dato disco verde con 167 voti a favore. Sono stati 78 i contrari mentre 8 gli astenuti. Ora il testo è atteso nuovamente alla Camera prima di diventare legge. Polemiche in Aula con il PD che durante le dichiarazioni ha annunciato il ricorso alla Corte Costituzionale.
Adesso il Governo pone la questione di fiducia al Senato con i deputati di Pd e Leu che hanno abbandonato la Commissione del bilancio sulla manovra. La protesta è stata fatta dopo che Daniele Pesco (M5S), presidente della Commissione, ha fatto sapere che probabilmente la commissione non avrebbe avuto il tempo necessario per analizzare tutti gli emendamenti. Emma Bonino piange in Aula : alcuni affermano che tale comportamento equivale ad una sintesi di un iter politico travagliato e complicato.
Come previsto, il Senato si è riunito alle ore 17.00 con la presidente Casellati che ha immediatamente interrotto i lavori convocando i capigruppo per stabilire come procedere per l’analisi del testo della manovra. Intanto il PD annuncia l’occupazione dell’Aula. Le critiche da parte dell’opposizione sono legate al fatto che la Commissione non ha discusso neanche un emendamento perchè il tempo a disposizione non consentiva l’esame o la lettura
Fedelissimo a sé stesso, il governo sembra tuttavia non curarsi delle proteste e andare avanti sostenuto dalla maggioranza che gli ha consentito di passare in Senato e rispedire la manovra alla Camera per la terza lettura. “Siamo stanchi ma contenti” ha detto il vicepremier Matteo Salvini, poco prima del voto e “mi pare sia tutto pronto”, ha aggiunto, spiegando che i decreti su reddito di cittadinanza e pensioni saranno approvati “nei primi giorni di gennaio”