LA SOLIDARIETÀ È PARTITA: IN CAMPO LA SQUADRA ITALIANATTORI, IL CATANIA CALCIO E LE VECCHIE GLORIE ROSSAZZURRE
Con il ricavato la San Vincenzo de’ Paoli (Diocesi di Acireale) ristrutturerà l’edificio ex Regina Elena, che diventerà una casa d’accoglienza per i poveri
CATANIA – «Dare una mano colora la vita»: è questo lo spirito che da sempre anima i volontari dell’Associazione onlus San Vincenzo de’ Paoli, che ispirandosi alla carità evangelica, sostengono con dedizione i poveri, i più fragili, i meno fortunati. E sarà la stessa solidarietà a scendere in campovenerdì 12 gennaio alle ore 16.30 allo Stadio Massimino di Catania: un triangolare di calcio che vedrà protagonista la squadra nazionale “ItalianAttori” (prevista la presenza di Luca Zingaretti e di Enzo De Caro), la formazione del Catania e le vecchie glorie rossazzurre (confermati Mascara, Spinesi, Cantarutti, Sorrentino, Morra e Russo).
Un evento il cui ricavato verrà interamente devoluto per la ristrutturazione dell’edificio ex Regina Elena (in via Marchese di S. Giuliano ad Acireale), che il Seminario vescovile di Acireale ha concesso in comodato d’uso gratuito alla San Vincenzo per creare un centro di accoglienza. L’edificio di oltre 700 metri quadri ospiterà al pianterreno una lavanderia industriale, docce e bagni per i senza fissa dimora, e un magazzino per la raccolta e distribuzione di vestiario usato; al primo piano verrà invece allestita una mensa – le cui attrezzature sono state già donate da una multinazionale – che potrà accogliere oltre cento persone.
“La solidarietà è partita” ha già ricevuto il patrocinio del Comune di Catania, della Diocesi di Acireale, dell’A.S. Catania Calcio, della Fondazione Domenico Sanfilippo Editore, della Futurlab di Catania, dell’US Management e il sostegno di tantissimi partner, sponsor e personaggi illustri che credono nell’iniziativa benefica che promuove i principi educativi cristiani che si basano su integrazione, inclusione, uguaglianza, partecipazione.
Un’iniziativa che mira soprattutto a trasferire un messaggio ai giovani attraverso la solidarietà e lo sport, per sensibilizzarli sui valori fondanti della vita, oggi soppiantati da una società che verte sul nichilismo e l’egoismo: «Uno dei motivi dell’aggressività giovanile dipende in parte dalla crisi dell’istituto familiare e matrimoniale – sottolinea Mons. Antonio Raspanti, vescovo di Acireale e vicepresidente CEI – è la paura dell’abbandono e della colpa involontaria insieme, che si tramuta in solitudine e reazione violenta fino a diventare sopraffazione. Il bullismo nasce dalla mancanza di un pavimento sicuro, fermo, solido, dove le debolezze personali si trasformano in aggressività sociale. In tutto questo lo sport può rappresentare la metafora concreta attraverso la quale l’aggregazione metabolizza la paura». Perché è questo mondo virtuale che genera spesso isolamento e individualismo: «Oggi il cellulare e il computer hanno sostituto nei ragazzi quella necessità di confronto, rimpiazzando l’incontro con l’altro con la solitudine dello schermo – continua lo scrittore Andrea Camilleri parlando dei giovani e della contemporaneità – un mondo che per effetto della comunicazione globale dovrebbe renderci più solidali e vicini, finisce per lasciarci più soli che mai. Forse varrebbe la pena alzare lo sguardo dal display che ci governa, e scoprire che accanto a noi ci sono tante persone che non attendono altro che un sorriso semplice, vero e per nulla virtuale».
«La società contemporanea occidentale è afflitta da una condizione tipicamente anaffettiva – conclude il regista Giuseppe Dipasquale, anche lui presente all’evento del 12 gennaio – non siamo più capaci di amare e di dimostrare affetto per gli altri. Questo processo determina una fenomenologia variegata di aggressività, di lotta, di agonismo tirannico. Quale antidoto a tutto ciò? L’arte, la cultura e lo sport, che hanno un fine comune: la volontà di aggregarsi, di stare insieme e condividere una esperienza comune».