Cinque giorni di astensione dalle udienze per esprimere la vibrata protesta contro imminente entrata in vigore della riforma che blocca la prescrizione subito dopo la sentenza di primo grado. Sia di condanna che di assoluzione. Un congresso straordinario che si è tenuto per tre giorni a Taormina (Messina) che ha visto un pubblico interessato e la presenza di tante toghe
Gian Domenico Caiazza, Presidente dell’Unione camere penali, legale di Marco Pannella ma anche del noto conduttore televisivo vittima di un eclatante errore giudiziario da parte della Procura di Napoli, Enzo Tortora , afferma. “E’ una giungla che ci soffoca – dice nel suo intervento conclusivo al Palazzo dei congressi applaudito dagli oltre 800 delegati al congresso provenienti da tutta Italia – Sappiamo capire quando chi ci è avverso sostiene temi seri ma non possiamo tollerare che si affrontino questi temi senza sapere ci ciò che si parla”. “I rapporti di forza sono impari ma noi abbiamo idee forti e camminiamo sulle nostre idee che sono forti“,
L’avv. GianDomenico Caiazza, Presidente dell’Unione Camere Penali (legale del compianto Enzo Tortora)
“La settimana di astensione ha senso se questa settimana la riempiamo di iniziative politiche soprattutto territoriali – sono confortato dalle iniziative che ci saranno in tutta Italia. Perché questo non potrà che dare frutti, abbiamo dalla nostra parte la verità dei dati”. “Dobbiamo fare scattare la scintilla – parole ancora di Caiazza- se scatta questa scintilla possiamo arrivare fuori dalla giungla e superarla, anche per il primo gennaio. Se non ci saremo riusciti, l’unica cosa che non ci dobbiamo rimproverare è avere provato a fare tutto quello che potevamo”. “I sostenitori sono indifferenti al pensiero univoco della dottrina giuridica di questo paese”.
Il giudice Massimiliano Micali, Presidente della Terza sezione penale del Tribunale di Messina, intervenendo al congresso straordinario ha espresso il suo dissenso “Io non sono per nulla d’accordo sulla interruzione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. La ritengo una ipotesi pericolosa perché c’è il rischio che si rimanga appesi per lungo tempo a un processo”. E avverte: “Però cerchiamo di impegnarci per far sì che il dibattimento sia veramente reale”. “Perché nella mia esperienza il 50/60 per cento dei dibattimenti è stato inutile – aggiunge – E leggere qui che l’abbreviato perde peso specifico e ancora più il patteggiamento mi fa pensare. Il dibattimento a volte è stata una esperienza mortificante, altre volte esaltante. Lo stesso vale per l’escussione dei testi. Si potrebbe fare molto sulle liste testimoniali”. “Nella mia esperienza di giudice tutte queste prescrizioni che sono maturate durante la fase delle indagini non le ho viste – – il problema è soprattutto nella fase dell’appello, ma non perché i colleghi siano meno produttivi”. “Noi – spiega – arriviamo a pronunciare sentenza quando già gran parte del termine prescrizionale è stato consumato, e diamo al giudice di appello un processo che è già morto”.
Ma di più il magistrato aggiunge .”L’udienza preliminare per come è costruita oggi è totalmente inutile. E’ una fase che ha perso ogni significato. E’ solo un fardello inutile”. “Se l’udienza preliminare è un fardello inutile, poniamoci il problema di eliminarla, la mia è una provocazione – aggiunge ancora il giudice Micali – Ma è solo una perdita di tempo che incide sulla prescrizione”. E spiega: “L’imputato che riceve un decreto di citazione a giudizio, valuta le carte e se ritiene che siano insufficienti può sempre fare l’abbreviato, ma daremmo nuova linfa al processo. La fase dell’udienza preliminare, così come è costruita, è semplicemente una perdita di tempo”.