Messaggio del Presidente Mattarella per il trentesimo anniversario di fondazione dell’Associazione per la Riduzione del Debito Pubblico

 

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Presidente Onorario dell’Associazione per la Riduzione del Debito Pubblico, Luciano Corradini, il seguente messaggio:
«Il trentesimo anniversario di fondazione dell’Associazione per la Riduzione del Debito Pubblico costituisce utile occasione per esprimere apprezzamento per le attività promosse dal Sodalizio in merito alla divulgazione e sensibilizzazione sulle problematiche economiche del nostro Paese, avanzando, mediante analisi di settore, utili proposte per un utilizzo sempre più consapevole e solidale delle risorse a disposizione del soddisfacimento dei bisogni della comunità, raccolte a mezzo del sistema tributario.
Lo sviluppo e la crescita economica sono risultati che, per essere raggiunti, sollecitano l’impegno sinergico di Istituzioni, associazioni e società civile: ogni soggetto è chiamato a contribuire per incrementare il benessere collettivo, come sancito dall’art. 4 della Costituzione.
Con l’auspicio che l’Associazione continuerà a profondere il medesimo impegno nel realizzare ulteriori proficue iniziative, rivolgo il più sentito augurio per il prosieguo della sua attività».

Sanremo, Roberto Saviano e Zorro

Saviano a Sanremo per parlare di Falcone e Borsellino, è polemica: "Ma cosa  c'entra lui?"

Sanremo 2022: grandi e leggendari cantanti, Gianni Morandi, Massimo Ranieri, per citarne solo alcuni ma Amadeus, in questa edizione,  ha voluto introdurre elementi di attualità, tributare omaggio  ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nel trentesimo anniversario del loro assassinio.

Chiama a Sanremo lo scrittore Roberto Saviano- «Sono passati 30 anni dagli attentati dei giudici Falcone e Borsellino – dice lo scrittore – stasera siamo qui a ricordare, parola che viene dal latino recordare che significa rimettere nel cuore, perché per gli antichi era il cuore la sede della memoria. Ricordando Falcone e Borsellino non stiamo semplicemente provando nostalgia ma li stiamo riportando in vita».
«Per tutti noi Falcone e Borsellino sono simboli di coraggio, il coraggio è sempre una scelta tra prendere posizione e lasciar perdere che non significa rimanere neutrali, ma essere complici. “Ogni volta che la società civile e la politica non si occupano di mafia creano un silenzio che finisce per favorire le mafie e ostacolare chi le contrasta”.
La storia di Falcone e Borsellino “è quella di chi sceglie pur sapendo di rischiare», continua Saviano ricordando gli altri morti in quella guerra di mafia: Rocco Chinnici, Cesare Terranova, Pietro Scaglione, Antonino Saetta, Gaetano Costa, Ciaccio Montalto, Alberto Giacomelli, Rosario Livatino.

Sanremo 2022 | Drusilla Zorro | Michele Bravi in rosso | voti ai look della  terza serata
Tema della Giustizia con Saviano e Amedeus rispolvera Zorro ,giustiziere, con Drusilla nella terza sera di Sanremo

 

Saviano  si è pure soffermato sul problema della  “delegittimazione: il miglior alleato del silenzio, un modo per creare diffidenza tra chi era dalla loro parte”. Si arrivò a dire che «la borsa con i candelotti di dinamite all’Addaura Falcone se l’era messa da solo per fare carriera».

 

Roberto Saviano racconta Rita Atria, il monologo sulla strage di Capaci a  Sanremo 2022
Rita Atria nella foto

 

Infine ha ricordato elementi di cronaca poco conosciuti al grande pubblico come la giovane collaboratrice di giustizia Rita Atria, appena 17enne, che si tolse la vita 7 giorni dopo la morte di Paolo Borsellino.

 

ADDIO A MONICA VITTI,TRA LE PIU’ GRANDI INTERPRETI DEL CINEMA MONDIALE

Addio a  Monica Vitti. L’attrice aveva 90 anni.

Monica Vitti foto di oggi amori malattia e curiosità: i 90 anni di un mito
Monica Vitti: una leggenda del Cinema

 

Monica Vitti, nome d’arte di Maria Luisa Ceciarelli, era nata a Roma il 3 novembre 1931. Ha esordito nel cinema, dopo alcune esperienze sui palcoscenici teatrali, nel 1954, imponendosi poi all’attenzione internazionale per le interpretazioni nei film di Michelangelo Antonioni “L’avventura” (1960), “La notte” (1960), “L’eclisse” (1962) e “Deserto rosso” (1964).

E’ stata grande  attrice brillante mettendo in luce una notevole vivacità e ricchezza espressiva e dando vita a personaggi rappresentativi anche da un punto di vista sociologico. Tra i suoi film spiccano: “Modesty Blaise” (1966); “Ti ho sposato per allegria” (1967); “La ragazza con la pistola” (1968); “Amore mio, aiutami” (1969); “Ninì Tirabusciò” (1970); “Polvere di stelle” (1973); “Tosca” (1973); “Teresa la ladra” (1973); “Io so che tu sai che io so” (1982); “Flirt” (1983); “Scandalo segreto” (1990, di cui è stata anche sceneggiatrice e regista).

Alla vena brillante hanno fatto eccezione tre sole interpretazioni: “La pacifista” di Miklós Jancsó (1971), “Il fantasma della libertà” di Luis Buñuel (1974) e “Il mistero di Oberwald” (1981) di Antonioni. Nel 1995 ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.

Comunicato del governo Draghi: “Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, esprime profondo cordoglio per la morte di Monica Vitti. Attrice di grande ironia e di straordinario talento, ha conquistato generazioni di italiani con il suo spirito, la sua bravura, la sua bellezza. Ha dato lustro al cinema italiano nel mondo. Al marito Roberto Russo e a tutti i suoi cari, le condoglianze del Governo”. i.

Addio a Gigi Proietti, gigante del teatro italiano

Gigi Proietti ricoverato nel giorno del suo compleanno: è grave -  Spettacoli - Il Centro

Una stella del teatro italiano ci ha lasciati a sorpresa:Gigi Proietti.. Oggi avrebbe compiuto 80 anni. Il noto attore romano, è deceduto in una clinica romana intorno alle 5.30. Le sue condizioni si erano aggravate ieri sera. Proietti era ricoverato da giorni in clinica “Nelle prime ore del mattino è venuto a mancare all’affetto della sua famiglia Gigi Proietti. Nelle prossime ore daremo comunicazione delle esequie”, era già diffuso in una nota della famiglia.

Proietti:  un grande di quella cerchia di artisti  di formazione teatrale, campo nel quale ha mietuto notevole successo sin dagli inizi degli anni sessanta. Noto per le sue doti di affabulatore e trasformista  considerato uno dei massimi esponenti della storia del teatro  italiano; nel 1963 grazie a Giancarlo Cabelli i esordì nel Can Can degli italiani  per poi interpretare senza sosta numerosi spettacoli teatrali sino a A me gli occhi please” esempio di teatro-grafia che segnò uno spartiacque nel modo di intendere il teatro, e al quale seguiranno numerosissime repliche anche con nuove versioni nel 1993, nel 1996, e nel 2000, attraversando i più importanti teatri italiani. Lo spettacolo segnò un record di oltre 500 000 presenze al Teatro Olimpico di Roma

Proietti già a quattordici anni viene scritturato al cinema come comparsa nel film ” Il nostro campione ” diretto nel 1955 da Vittorio Duse, seguita poi nel 1964da un altro piccolo cameo n “Se permettete parliamo di donne”del maestro Ettore Scola  ..Il suo primo ruolo, per una curiosa coincidenza, è quello di un maresciallo dei carabinieri, lo stesso che trent’anni dopo lo porta alla grande notorietà. Nei titoli di testa dei primi film è accreditato come Luigi Proietti. Al cinema  lo vediamo in un episodio de “Le piacevoli notti del 1966”, e in ruoli più corposi in “Lo scatenato, la matriarca, Una ragazza piuttosto complicata” …Tinto Brass è il primo regista a valorizzarlo con un ruolo da protagonista nel suo film”L’urlo del 1968, presentato in concorso al Festival di Cannes.

Altre tappe del grande attore. Ne citiamo solo alcune.

Gigi Proietti interpreta Gastone nello shovv Tv “Sabato sera dalle nove alle dieci”L’inaspettato successo arriva nel 1970, quando viene improvvisamente chiamato a sostituire Domenico Modugno, ufficialmente a causa di un incidente capitatogli (ma ufficiosamente, sembra, a causa di dissapori con l’autore e co-protagonista della commedia, Renato Rascel) nella parte di Ademar nella commedia musicale di Garinei e Giovannini “Alleluja brava gente”: «”Una botta di fortuna. Lì capii che si poteva coniugare il teatro lucido con la qualità artistica: il cosiddetto teatro popolare”».

Il trionfo dei One-Man Show

Tra il 1965  e il 1970,  Proietti porta in scena anche prove particolari come “Il mercante di Venezia, “Le mammelle di Tiresia” e il “misantropo di Molière”. Con “Il Dio Kurt” del 1969  altro successo del gruppo sperimentale, Proietti  affronterà il palcoscenico da solista per non rimanere ingabbiato in ruoli eternamente comprimari.

Nasce a Palermo la Fedas Regione Sicilia, federazione aziende dello spettacolo, con le imprese dello show business

Alessandro Aiello, Roberto Fontana, Luciano Muratore, Jhonny Biondo, Damiano Bianco

 

Ha scelto di aderire a Sicindustria Palermo la neonata Fedas Regione Sicilia, federazione aziende dello spettacolo, che racchiude le imprese dello show business, con attività di noleggio e istallazione di impianti audio, video e luci, allestimenti per fiere, congressi, matrimoni, cerimonie ed eventi, comprese le luminarie, i giochi di artificio e i bagni chimici.

La decisione è stata presa dopo un incontro con il presidente di Sicindustria PalermoAlessandro Albanese. Confederata con la Fedas Italia, è stata costituita a Palermo lo scorso 28 maggio dal presidente Roberto Fontana, dal vice presidente vicario Jhonny Biondo e dal vice presidente Luciano Muratore. Tesoriere è stato nominato Alessandro Aiello e segretario Damiano Bianco.

 Riportiamo il commento del presidente Fedas Regione Sicilia, Roberto Fontana

«Lo scopo dell’avvicinamento all’associazione degli industriali – afferma il presidente Fedas Regione SiciliaRoberto Fontana – è avere una casa più grande e autorevole per fare fronte comune ed avere riconosciuti degli interventi a sostegno del settore, uno dei più colpiti dal lockdown. Ad unirci è stata la mancanza di commesse con grave perdita occupazionale per l’intero comparto. Il nostro – prosegue – è stato il primo settore a chiudere e l’ultimo a ripartire. Chiediamo quindi il riconoscimento nazionale del comparto come categoria di impresa e l’aggiornamento della classificazione dei codici Ateco».

Il saluto del presidente di Sicindustria Palermo, Alessandro Albanese

«Le imprese del settore dello spettacolo – commenta Alessandro Albanese, presidente di Sicindustria Palermo – sono un segmento interessante e strategico nell’ambito del panorama economico e produttivo della nostra regione. Con l’ingresso di Fedas in Sicindustria si estende dunque la rappresentanza della nostra associazione e aumentano la qualità e il peso specifico della platea delle imprese rappresentate, tutelate, sostenute».

  Ed infine i numeri del settore coperto da Fedas

Il comparto confederato da Fedas Italia rappresenta un volume d’affari pari a € 65.5 miliardi a livello nazionale, ha un impatto sul PIL di € 36.2 miliardi, un numero di addetti pari a 569.000 unità. L’indotto delle attività coinvolte impiega il 40% del totale delle notti in hotel occupate all’anno e muove un numero di partecipanti ad eventi di 56.4 milioni di persone. In Sicilia le aziende interessate sono circa un migliaio, per 8000 addetti e un fatturato stimato attorno ai 100 milioni di euro.

Lo scorso 8 luglio al Teatro Jolly di Palermo si è svolto il primo meeting regionale con la presenza di aziende di tutte le province della Sicilia.

«Con questo incontro abbiamo voluto dar voce – ha concluso Roberto Fontana – alle aziende e una ventata di energia positiva a tutti coloro che con passione e devozione lavorano nel mondo dello spettacolo per divenire parte integrante di una realtà viva e presente che va tutelata e rappresentata. Avvieremo una serie di incontri con organi istituzionali, al fine di salvaguardare un comparto che partecipa, alimenta e sostiene la cultura e il turismo di tutta la nazione».

Ha aderito a Sicindustria Palermo la neonata Fedas Regione Sicilia, federazione aziende dello spettacolo, che racchiude le imprese dello show business

Alessandro Aiello, Roberto Fontana, Luciano Muratore, Jhonny Biondo, Damiano Bianco

Damiano Bianco, Luciano Muratore, Alessandro Albanese, Roberto Fontana

“LA RAI NON GARANTISCE LO SVILUPPO DEL SENSO CRITICO,CIVILE ED ETICO…” SANZIONATA DALL’AGCOM

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Rai sotto torchio.L’Autorità per le comunicazioni multa la Rai per non aver rispettato i principi di indipendenza, imparzialità e pluralismo con una sanzione da 1,5 milioni.   La decisione dell’Agcom è stata adottata  “a seguito di un monitoraggio costante e continuo dal quale sono emersi numerosi episodi riguardanti la programmazione diffusa dalle tre reti generaliste”.
L’Autorità ha accertato “il mancato rispetto da parte di Rai dei principi di indipendenza, imparzialità e pluralismo, riferito a tutte le diverse condizioni e opzioni sociali, culturali e politiche, così – spiega – da garantire l’apprendimento e lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività, nel rispetto della dignità della persona, del diritto e dovere di cronaca, della verità dei fatti e del diritto ad essere informati”.

La  sanzione pecuniaria di 1,5 milioni di euro,è stata irrogata ai sensi dell’art. 48 comma 7 del Tusmar (il Testo unico sulla radiotv). con  il voto contrario- precisa l’Autorità – del Commissario Morcellini e l’astensione del Commissario Posteraro” .

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Il Presidente della Rai, Marcello Foa (contestato anche per omesso intervento sugli elevati compensi
del festival Sanremo di diversi giorni addietro)

Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha accertato, con due diverse delibere, di cui una si riferisce alla vendita di spazi pubblicitari, “alcune violazioni degli obblighi di contratto di servizio da parte della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo”.

In tema di rispetto dei principi di indipendenza, imparzialità e pluralismo l’Autorità ha diffidato la concessionaria pubblica “affinché elimini, nella vigenza del contratto di servizio 2018-2022, le violazioni e gli effetti delle infrazioni accertate, adottando specifiche misure volte a garantire il rispetto degli obblighi e a evitare il ripetersi delle violazioni in futuro, richiamando l’importanza della responsabilità editoriale pubblica della concessionaria”.

Nella vigilanza della missione di servizio pubblico -specifica ancora l’Agcom -non sono le singole fattispecie – su cui la società ha spesso messo in atto azioni ripristinatorie o correttive – a rilevare ma l’effetto che tali condotte hanno generato e potrebbero generare sui valori della collettività e i diritti dei cittadini, nonché sul valore di utilità pubblica e sociale del canone del servizio della concessionaria”

Accertato inoltre “all’unanimità, il mancato rispetto dei principi di non discriminazione e trasparenza,  nella vendita degli spazi pubblicitari”

Pertanto l’Agcom  ha diffidato la Rai a cessare immediatamente i comportamenti contestati, anche al fine di consentire ad Agcom la verifica del corretto utilizzo delle risorse pubbliche (canone) e private (pubblicità) per il finanziamento delle attività e della programmazione di servizio pubblico”.

Troppi “Papponi” per il festival di Sanremo

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di    R.Lanza

Ancora alti -ed offensivi per i lavoratori italiani- i compensi del festival di Sanremo

Sanremo 2020, quanto guadagnano Amadeus , conduttori e ospiti- Tanti cachet -elevatissimi- non rappresentano nulla nè socialmente nè culturalmente.

Non lasciamoci abbagliare dalle statistiche sull’audience del Festival di Sanremo.  Oltre 10 milioni di spettatori (10.058.000) e più della metà della platea televisiva, ovvero il 52,2%, hanno visto ieri la prima serata della manifestazione canora      Lo scorso anno la media della prima serata  fu di 10.086.000 telespettatori e del 49,5% di share.

Amadeus direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo 2020, il suo compenso seppur in linea con quello dei suoi predecessori, è elevatissimo e contrasta con la situazione economica italiana e dei lavoratori. Cinque serate del Festival Amadeus  liquidate in termini economici in  500-600.000 euro (l’anno scorso il compenso di Baglioni è stato 585mila euro), cifra che però non tiene conto dell’impegno contrattuale dello showman che parte dal primo squillo di scelta conduzione , circa cinque mesi prima della data d’inizio del festival.

Sul palco Tiziano Ferro e Fiorello.         Il  cachet del primo si aggira intorno ai 250mila euro . Cachet che il cantautore di Latina- come comunicato- devolverà in beneficienza a 5 enti: Avis (della quale Tiziano è ambasciatore da quasi vent’anni), Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), Centro Donna Lilith (che offre accoglienza, assistenza e supporto alle donne e ai minori vittime di violenza e maltrattamenti), Associazione Valentina Onlus (che su base volontaria offre assistenza ai malati oncologici) e Associazione Chance For Dogs (organizzazione no-profit che si prende cura dei cani randagi e abbandonati e della loro adozione).

La giornalista Rula Jebreal  co-conduttrice della prima serata, ha un compenso di  25mila euro. Compenso che, ha confermato, sarà devoluto in beneficienza.

I compensi previsti per Diletta Leotta e Francesca Sofia Novello dovrebbero aggirarsi intorno ai 25mila euro a serata (le due saranno all’Ariston per due puntate, quindi cachet raddoppiato). Per Antonella Clerici si ipotizza un cachet- alto in rapporto al tempo e all’impegno utilizzato – pari a 50mila euro, cifra verosimile anche per Mara Venier  Le giornaliste del TG1 Laura Chimenti ed Emma D’Aquino potrebbero ricevere solo un rimborso spese da Rai ed essere trattate da dipendenti in trasferta.

La richiesta economica di Georgina Rodriguez,  si rivela troppo sostanziosa per salire sul palco al fianco di Amadeus nel corso della terza serata il 6 febbraio avrebbe chiesto ben 140.000 euro. Un cachet -che si sarebbe potuto evitare , non rappresenta nulla di culturale ed anche la presenza del fidanzato Cristiano Ronaldo -visibile sui campi di gioco italiani -non accresce la “performance”

Per gli ospiti il compenso dovrebbe variare tra i 20mila e i 50mila euro a testa. Previsti  due  ospiti stranieri  a Sanremo: Lewis Capaldi e Dua Lipa. una 25enne popstar e modella inglese di origini albanesi-kosovare che conta  un numero elevato di visualizzazioni su social e emittenti  sociotelevisivi.                       Secondo noi di Sud Libertà anche  questa partecipazione non ha alcun senso e significato sia socialmente che culturalmente….

I cantanti big in gara riceveranno un indennizzo a titolo di “rimborso spese” – si fa per dire – di un importo di circa 48 mila euro equivalente ad una liquidazione di una vita intera di un dipendente pubblico, di media qualifica, o privato direttivo o manager.

Secondo uno degli autori,  Claudio Fasulo, presente, durante la tradizionale conferenza stampa di presentazione,il festival “si autofinanzia”Ma dimentica che il prodotto viene offerto agli italiani con il vestito della Rai, apparato semipubblico.  E sorprende come non ci sia alcuna presa di posizione da parte del Presidente della Rai, sulla compressione dei compensi in linea con le nuove strategie economiche dell’Italia    Lo spettacolo non è toccato dalla crisi. Vergogna, vergogna anche per chi all’azienda Rai avrebbe dovuto – e certamente potuto- rivedere tutti i compensi previsti.

 

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Achille Lauro : ma chi vuol stupire questo ragazzo indecente com’è?

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Alcuni costi si rivelano poi davvero superflui. Apprendiamo che  il costo sostenuto per l’allestimento di Ariston Roof e Palafiori è stato di 121.250,00€. Per la fornitura dei tavoli, si è registrata una spesa  di 17.055,60€.

Per l’allestimento delle sale stampa queste le cifre fornite:

  • arredi sala stampa radio e TV private: 7.076 euro;
  • apparecchiature informatiche: 5.490 euro;
  • apparecchiature televisive: 2.806 euro;
  • servizio assistenza tecnica sala “Ninfea” Palafiori: 3.538 euro;
  • fornitura linee telefoniche e fax: 3.990,39 euro;
  • consumi linee telefoniche e fax: 1.586 euro;
  • servizio logistica per la sala stampa: 5.734 euro;
  • servizio facchinaggi sale stampa: 5.490 euro;
  • occupazione autostazione RT: 9.760 euro;
  • noleggio sala prove balletto: 14.500 euro;
  • fornitura premi: 8.205,72 euro;
  • noleggio transenne antipanico: 18.178 euro;
  • ufficio accrediti presso Ariston: 2.440 euro;

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Rula Jebreal : il suo compenso in beneficenza

ADDIO AL VOLTO SORRIDENTE DI NADIA TOFFA

LUTTO NEL MONDO DELLO SPETTACOLO

 

Addio a  Nadia Toffa. . La conduttrice, nata a Brescia,  aveva compiuto da due mesi 40 anni.Nella foto viene ritratta in occasione del suo compleanno Era dicembre del 2017 quando, in un albergo di Trieste, Toffa dopo un malore venne ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale di Cattinara per poi essere trasferita a Milano

Il gruppo delle Iene ha dato da poco la notizia della dipartita della collega con un post sulla pagina SocialLutto, Morta Nadia Toffa, spettacolo, Nadia Toffa, Sicilia, Cultura

Così dicono: “E forse ora qualcuno potrebbe pensare che hai perso, ma chi ha vissuto come te, NON PERDE MAI. Hai combattuto a testa alta – scrivono le Iene sul social, pubblicando anche una foto della Toffa – col sorriso, con dignità e sfoderando tutta la tua forza, fino all’ultimo, fino a oggi. D’altronde nella vita hai lottato sempre. Hai lottato anche quando sei arrivata da noi, e forse è per questo che ci hai conquistati da subito. È stato un colpo di fulmine con te, Toffa”.

Sembrava poi che Nadia Toffa dopo l’intervento ,pian piano, si riprendesse, era tornata sul palcoscenico, il luogo a lei più congeniale. Una difficile battaglia contro il male del secolo. E la gente già pensava alla grande illusione, che Nadia tornasse a vivere per la seconda volta.   Il destino non ha acconsentito.

 

È stato tanto facile piacersi, -affermano ancora le Iene – inevitabile innamorarsi, ed è proprio per questo che è cosi difficile lasciarsi. Il destino, il karma, la sorte, la sfiga ha deciso di colpire proprio te, la NOSTRA Toffa, la più tosta di tutti, mentre qualcuno non credeva alla tua lotta, noi restavamo in silenzio e tu sorridevi. Sei riuscita a perdonare tutti, anche il fato, e forse anche il mostro contro cui hai combattuto senza sosta… il cancro, che fino a poco tempo fa tutti chiamavano timidamente ‘Il male incurabile’ e che, anche grazie alla tua battaglia, adesso ha un nome proprio”.

“‘Non bisogna vergognarsi di guardarlo in faccia e chiamarlo per nome il bastardo – dicevi – che magari si spaventa un po’ se lo guardi fisso negli occhi’. E dato che sei stata in grado di perdonare l’imperdonabile, cara Nadia, non ci resta che sperare con tutto il cuore che tu sia riuscita a perdonare anche noi, che non siamo stati in grado di aiutarti quanto avremmo voluto”.

“Ed ecco le Iene che piangono la loro dolce guerriera, inermi davanti a tutto il dolore e alla consapevolezza che solo il tuo sorriso, Nadia, potrebbe consolarci, solo la tua energia e la tua forza potrebbero farci tornare ad essere quelli di sempre. Niente per noi sarà più come prima“.

 

 

 

Sanremo “non è un modello di libertà” ma manipolazione della”giuria d’onore”- Dal prossimo anno-forse – solo Televoto

 

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Nella foto d’Archivio Claudio Bisio sembra dire: “Quante critiche, basta..”

 

di    Raffaele   Lanza

 

Sanremo, modello di ingiustizie e di polemiche. Non è un modello di libertà se è vero com’è vero che persino i vertici di Viale Mazzini,per la prima volta nella storia musicale, hanno contestato il fatto che l’italo-egiziano sia arrivato prima con il voto delle giurie mentre Ultimo, secondo classificato, sia stato l’artista più votato dal pubblico.Una incongruenza assurda, illogica.      Finalmente un giornalista di spessore, il presidente della Rai, Marcello Foa parla di “sproporzione, un chiaro squilibrio tra il voto popolare e una giuria composta da poche decine di persone che ha provocato le polemiche” sottolineando che il sistema “va corretto”.

– Il sistema di votazione si compone di tre parti: il televoto (50% sulla classifica di fine serata), il voto della sala stampa (30%) e il voto della giuria d’onore (20%). Sabato sera la sala stampa e la giuria d’onore hanno decretato vincitore Mahmood mentre i telespettatori hanno preferito Ultimo, votando poi Il Volo al secondo posto e Mahmood al terzo. Nel dettaglio, il 46,5% del pubblico a casa ha votato per Ultimo, il 39,4% per Il Volo e il 14,1% per Mamhood. Il dato finale è stato però invertito: Mahmood ha vinto con il 38.9%, Ultimo è arrivato secondo con il 35.6% e Il Volo ha ottenuto il 25.5%.

Chi controlla poi – sotto il profilo operativo – questi voti – resta un mistero Come un mistero resta il meccanismo che ha reso possibile di televotare da casa alla gente che ha assegnato il  46,5%,al cantante Ultimo e poi un altro artista (Mahmood, ndr) sia arrivato al 14% La differenza di più del 30% viene completamente ribaltata dai giudizi di giornalisti e da 8 persone, la giuria d’onore, che con la musica c’entra poco o nulla”. La giuria d’onore ha tenuto certamente nell’occasione un comportamento poco onorevole  Essa ricorderemo  – composta da Ferzan Ozpetek, Elena Sofia Ricci, Serena Dandini, Mauro Pagani, Claudia Pandolfi, Joe Bastianich, Camila Raznovich e Beppe Severgnini (a detta di Di Maio dei “radical chic”) –

Molte cose non hanno funzionato.Anche sotto il profilo tecnico si sono verificati continui guasti nella duplicazione dei suoni. Il più danneggiato risulterebbe Nino D’Angelo che ha espresso a riguardo un vibrato disappunto.  Molti cantanti si sono dati davvero alla fuga rifiutando la partecipazione alle trasmissioni Rai e a rilasciare interviste.  Loredana Bertè sembra la più depressa. Sperava con la sua bella canzone, che aveva fatto alzare tutto il pubblico in sala, di vincere la gara canora.Oggi – sensibile com’è la Bertè- è disperata come lo era all’epoca sua sorella Mia Martini, ricordata nella competizione  Certamente questo Sanremo non rappresenta un modello di libertà. Tale assunto è confermato pure da Vittorio Sgarbi secondo il quale il risultato è opera di manipolazione di un ristretto numero di persone -la giuria incompetente – che non ha tenuto conto della volontà popolare”

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Vittorio Sgarbi: “Sanremo non rappresenta un modello di libertà..”

 – Altri promettono innovazioni il prossimo anno sul  sistema di votazione.  Il vicepremier Luigi Di Maio  lancia una proposta più obiettiva : “La giuria, composta da critici musicali del ‘calibro’ di Beppe Severgnini, e la sala stampa hanno totalmente ribaltato il risultato del televoto – ha scritto su Facebook -. Non ha vinto quello che voleva la maggioranza dei votanti da casa, ma quello che voleva la minoranza della giuria, composta in gran parte da giornalisti e radical chic. E qual è la novità? Questi sono quelli sempre più distanti dal sentire popolare e lo hanno dimostrato anche nell’occasione di Sanremo”. Quindi ha suggerito che il prossimo anno “il vincitore si potrebbe far scegliere solo col televoto, visto che agli italiani costa 51 centesimi”.

A questo punto diventano  una vergogna autentica i compensi alti assegnati ai protagonisti del Festival 

Non è accettabile neppure  che dopo aver fatto giocare i concorrenti e votare la giuria persino Claudio Baglioni, direttore artistico e deus ex machina del Festival adesso esso stesso critichi il sistema del voto affermando di essere favorevole ad “alzare il peso del televoto” . 

Sanremo 2019: brutto ricordo di un festival di dilettanti

 

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di   Raffaele Lanza

Sanremo

Sanremo 2019 da dimenticare, alla svelta. L’ultima serata vede una conduzione -costituita da Baglioni, Bisio e Raffaele – corretta , più disinvolta e professionale. Non si ripetono gli errori tecnici di presentazione delle precedenti serate -richiesta continua ad es. di applausi- e Bisio si esibisce in una gag da varietà riabilitativa rispetto alle precedenti esibizioni.   Ma si avverte sempre la mancanza di  un  faro centrale sul palcoscenico, l’emozione travolge anche un cantante esperto come Baglioni che si sforza con sorrisi stretti di nascondere il disagio di “presentare” un festival come Sanremo.    Dove sono i fiori colorati  attorno al palco, segni visibili della tradizione floreale di Sanremo?

       L’impegno – sì- c’è stato, i contenuti espressi nella serata finale sono anche buoni- è innegabile – manca tuttavia la disinvoltura e la spontaneità. E  questo il pubblico lo ha subito percepito. Spiace ribadirlo perchè Baglioni è persona sensibile e tiene molto al suo lavoro.  Come dire: un grande lottatore messo di fronte ad un mastino napoletano che avverte la paura e i timori dell’uomo. Quindi a rischio la persona.         Solo un ricordo bello portiamo da Sanremo: l’immagine del giornalista Mollica, che visibilmente travolto dalla malattia, con le mani tremolanti, gli occhi quasi chiusi, riesce egualmente a trovare il vigore fisico, il sorriso  e l’entusiasmo di sempre nelle sue belle interviste a Baglioni e cantanti affermati come Eros Ramazzotti.  

  Dopo la chiusura della serata finale del Festival di Sanremo 2019, che ha visto Mahmood -egiziano/italiano- vincere questa edizione, Ultimo si è presentato in conferenza stampa visibilmente alterato. Su di lui si sta scatenando una bufera. Sembra infatti che “I tuoi particolari” abbia delle sonorità che ricordano chiaramente una canzone di Marco Masini del 2015. Si sente massacrato dai giornali.   Come fosse un cantante affermato ha dichiarato ai giornalisti in Sala: “Avete questa settimana per sentirvi importanti e dovete rompere il cazzo. Tanto qualsiasi cosa io dico troverete qualcosa da ridire”. 

Non poteva mancare l’opinione di Matteo Salvini: : “Mahmood? La canzone italiana più bella?!? Io avrei scelto Ultimo” – 

Indifferenza di  Vittorio Feltri su Sanremo 2019? Mi interessa come il sesso tra scarafaggi” – Più di 10 milioni di italiani guardano la “festa della canzone italiana”, ma il direttore di Libero commenta il Festival durante il programma “I Lunatici” su Rai Radio2. “Non mi importa un c……..” conclude Feltri

 Don Mazzi critica Baglioni e la sua scelta di portare all’Ariston Achille Lauro – Il servizio pubblico sceglie di mettere nella competizione  una canzone che non solo inneggia alla droga, ma che contiene una frase che mi sconvolge perché va al di là della droga in sé, parla della fine che provoca. Ma la cosa che mi meraviglia di più è che un uomo di grande cultura, un conduttore come Claudio Baglioni, si sia lasciato scappare una cosa del genere”. Don Antonio Mazzi, su Sanremo 2019, esprime un voto altamente negativo così sulla conduzione ritenendola dilettantistica.
  “Manca la satira, si vede il peso delle pressioni politiche”- tuona il giornalista Giletti – Il conduttore sempre più in odor di Rai ha espresso all’Agi il suo giudizio negativo quasi a sollecitare una inchiesta, sul Festival di Sanremo. “Non c’è satira, che è invece necessaria al Festival. Si vede che hanno subito delle pressioni politiche”.
Voltiamo pagina, e ascoltiamo questa insulsa e stupida canzonetta “Soldi” in coerenza con la recessione che l’Italia sta vivendo e le sofferenze degli italiani ad arrivare alla fine del mese. Che indecenza signori!