Catania: Carabinieri -“Squadra Lupi” – scovano la droga a casa del pusher

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 – Catania,
I Carabinieri della “Squadra Lupi” del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania hanno arrestato in flagranza di reato un incensurato catanese di 40 anni, responsabile di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Nel quadro dei servizi preventivi finalizzati al contrasto del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, i “Lupi” hanno avviato una minuziosa attività info-investigativa, che ha consentito loro di rivolgere l’attenzione sul conto del 40enne, il quale, nonostante non avesse mai avuto “problemi” di natura giudiziaria, risultava essere un attivissimo pusher con base operativa proprio nella sua abitazione, sita al secondo piano di una palazzina di Corso Indipendenza, dove viveva unitamente a moglie e due figli minori.
Al fine di riscontrare quanto appreso, i militari si sono pertanto recati presso l’appartamento dell’uomo, per effettuare una perquisizione. Giunti sul posto, il pusher rassegnato ha condotto i militari all’interno della camera da letto, dove, dal cassetto del comodino, ha estratto un borsello contenente una busta di plastica con 85 grammi di marijuana ed un bilancino di precisione.
Convinti di poter trovare altra droga, i Carabinieri hanno deciso di approfondire la ricerca, rinvenendo ulteriori 650 grammi della medesima sostanza stupefacente, occultati nell’armadio, e, dopo aver esteso la perquisizione anche al garage di pertinenza del 40enne, anche 1.030,00 grammi di “Amnesia”, un tipo di marijuana dall’elevato principio attivo. L’operazione ha così portato al sequestro complessivo di circa 1,800 chilogrammi di sostanza stupefacente, sufficiente per il confezionamento di circa 6000 dosi, nonché di materiale per il confezionamento della droga. L’uomo è stato associato alla Casa Circondariale catanese di Piazza Lanza e posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che ne ha convalidato l’arresto disponendo per lui la permanenza in carcere.

Finanzieri del Comando di Palermo bloccano traffici illeciti di droga e arrestano un giovane trentenne spacciatore

 

 

I Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, nell’ambito dei controlli svolti quotidianamente nell’aerea metropolitana per la prevenzione e repressione dei traffici illeciti, hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, un soggetto di 30 anni di Palermo e sequestrato più di 143 Kg di hashish, suddivisa in panetti, e quasi 1 Kg di cocaina, per un valore al “dettaglio” di oltre un milione di euro. All’ingente quantitativo di droga sequestrato si aggiungono banconote per un importo superiore a 17.000 euro, già ripartite in mazzette.

In particolare, i Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego, reparto della Guardia di Finanza specializzato, tra l’altro, nel servizio di controllo del territorio, prevenzione e repressione di reati quali il traffico di sostanze stupefacenti, notavano a distanza un soggetto aprire parzialmente la serranda di un box ubicato nei pressi di Via dell’Orsa Maggiore, zona Guadagna, e, dopo essersi guardato più volte intorno, vi accedeva con fare visibilmente circospetto. I finanzieri decidevano pertanto di avvicinarsi al box avvertendo da subito un forte odore di sostanza stupefacente, tale da indurli ad entrare e, dopo aver identificato l’uomo, a procedere alla perquisizione del locale, di circa 20 m2 con un’area soppalcata al proprio interno.

Nel corso delle operazioni venivano rinvenuti dei grossi imballi in cordura, dal peso di circa 30 kg l’uno, contenenti hashish. Anche grazie al tempestivo intervento dell’unità cinofila Elisir venivano rinvenuti nello stesso box ulteriori panetti di hashish nonché panetti di cocaina, occultati all’interno di uno zainetto posto dentro una cassettiera e, in parte, sopra una scaffalatura.

La perquisizione veniva estesa anche all’abitazione di residenza del soggetto, dove venivano trovate mazzette di banconote, per lo più di 50 euro, ognuna delle quali arrotolate all’interno di una banconota da 500 euro, per un totale di oltre 17.000 euro, verosimilmente provento dello spaccio della sostanza stupefacente. Nel box era presente anche parecchio materiale da confezionamento, come una macchina sottovuoto con le relative buste ed etichette adesive con le effigi di Maradona e Scarface che, verosimilmente, sarebbero state apposte sopra i panetti di hashish prima della loro vendita per renderli riconoscibili nel mercato palermitano.

La vendita della sola sostanza riconducibile verosimilmente ad hashish avrebbe fruttato nel mercato al dettaglio introiti per oltre un milione di euro, al quale si aggiungono i circa 75mila euro che avrebbe conseguito l’odierno arrestato dalla vendita della cocaina, parte della quale rinvenuta ancora purissima. L’uomo veniva posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che ne disponeva la traduzione presso la Casa Circondariale Pagliarelli, nonché il sequestro della sostanza stupefacente e del denaro. Ulteriori accertamenti effettuati nell’immediato sul conto dell’arrestato consentivano di appurare come fosse stato percettore di Reddito di Cittadinanza sino a luglio 2023, con successiva sospensione del beneficio ad opera dell’art. 13 del DL 48/2023, convertito in Legge n. 85/2023.

Mentre il Paese protesta per la sospensione del Reddito di cittadinanza, i deputati hanno indennità macroscopiche pure per telefono e spese informatiche

 

 

 

CHE  INDECENZA   SIGNORI DEPUTATI

Sventolare’ il cedolino per dimostrate che quello dei parlamentari non è uno “stipendio d’oro”. Il deputato Pd Fassino lo ha fatto e ha mostrato l’indennità lorda dei deputati a luglio, 10.435 euro che, decurtati di tasse e altre voci (previdenza e sanità), scende a 4.718 euro netti al mese.

L’iniziativa dell’ex segretario dei Ds, criticato pacatamente della segretaria del Pd Elly Schlein (“ha parlato a titolo personale”), ha riacceso la discussione sui guadagni degli inquilini di Camera e Senato. Tema tra i più sensibili, che insieme ai vitalizi ha animato polemiche e fatto scorrere fiumi di inchiostro sulla ‘casta’. I conti fatti da Fassino tra gli scranni di Montecitorio, però, non sono precisissimi, come si evince anche dai bilanci del Parlamento. Inoltre la somma attuale del parlamentare è elevatissima se si tiene conto della   acuta crisi economica e sociale nonchè la povertà di alcune zone nel Paese.

Si è scoperto però che si parla finora di indennità trascurando altre voci.    Infatti  ogni deputato gode anche di un fondo ‘per l’attività parlamentare’ di 3.610 euro al mese.    Con quella indennità l’ex segretario paga due collaboratori consulenti      C’è pure la diaria: 3.500 euro al mese. Ogni deputato decide come impiegarla. Nel Pd, per esempio, di solito viene versata al partito per le attività politiche, altri la utilizzano per le spese di alloggio (si può fare secondo le regole interne).

La diaria ha dei limiti,   non è fissa, può essere decurtata di 200 euro per ogni giorno di assenza nelle votazioni in aula e fino a 500 euro per le assenze negli organismi interni della Camera. Altro capitolo è poi rappresentato dalle spese di viaggio, per le quali sono previsti circa 3.300 euro trimestrali (una voce variabile, legata alla distanza tra residenza e un aeroporto) che si aggiungono alle facilitazioni per la circolazione (autostrade, treni).

C‘è poi un forfait per il telefono (1.200 euro l’anno) e una dotazione per le spese informatiche a inizio legislatura (circa 5mila euro). In Senato la situazione è grosso modo la stessa, anche se secondo qualche parlamentare palazzo Madama è piu “generoso”. L’indennità si aggira sui 5mila euro mensili e la diaria sui 3500 euro, con un forfait di circa 1600 euro per le spese e di circa 2000 per l’esercizio di mandato, più altre coperture per viaggi e altre voci.

Per associazione Mafiosa ed altro la Procura della Repubblica di Catanzaro ha disposto misure cautelari a 32 soggetti

 

stamattina  militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, con la collaborazione del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.), hanno dato esecuzione al provvedimento con cui il G.I.P. del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, ha disposto misure cautelari personali nei confronti di 32 soggetti, indagati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori.
In particolare, i provvedimenti restrittivi della libertà riguardano l’esecuzione di 11 custodie cautelari in carcere; 7 arresti domiciliari; 13 obblighi di presentazione alla P.G. e 1 divieto di dimora nella regione Calabria.
Contestualmente, l’Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro di tre ditte operanti nel settore turistico, che si sono avvicendate nella gestione di uno stabilimento balneare sito a Nicotera Marina (VV), tuttora in esercizio, e di un’attività commerciale, operante nel settore floreale, ubicata a Milano, tutte riconducibili a soggetti appartenenti ad una cosca di ‘ndrangheta, egemone nel vibonese, per un valore di circa 250 mila euro. E’ stato inoltre confermato il sequestro preventivo nei confronti di diversi fabbricati, terreni, quote di partecipazione, complessi aziendali, ditte individuali e autoveicoli, per un valore complessivo di oltre 12 milioni di euro, tra cui il noto villaggio turistico Sayonara, beni già oggetto di precedente misura cautelare patrimoniale.
Gli odierni provvedimenti emessi dall’A.G., eseguiti nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro, Reggio Calabria, Roma, Catania, Milano, Sondrio, Monza e Brianza, Cosenza, Caserta, Chieti e L’Aquila, con l’impiego di oltre 140 finanzieri e l’ausilio di unità Antiterrorismo e Pronto Impiego del Corpo, concludono una articolata attività d’indagine svolta dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Catanzaro. Gli esiti dei complessi approfondimenti investigativi hanno consentito di delineare, nella fase delle indagini preliminari, che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa, la gravità indiziaria circa la sussistenza di un gruppo criminale, riconducibile ad una consorteria operante nella provincia vibonese che, avvalendosi della forza di intimidazione che scaturiva dal vincolo associativo e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà sussistenti nel citato territorio, aveva acquisito il controllo di fatto di diverse attività commerciali, soprattutto nel settore turistico-alberghiero, tanto da condizionarne la gestione. Al riguardo, gli amministratori di fatto e di diritto e altri soggetti che si sono occupati del management delle citate attività sono stati attinti da misure cautelari personali.
A suffragare le ipotesi investigative della Direzione Distrettuale Antimafia hanno contribuito le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, secondo cui alcuni degli odierni indagati, al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo ‘ndranghetistico, nel corso degli anni, ponendo in essere diverse condotte di attribuzione fittizia di quote di società ovvero di cariche di amministrazione, si sarebbero adoperati per assicurare a soggetti appartenenti ad una cosca di ‘ndrangheta del vibonese l’impunità ovvero la non riconducibilità delle attività imprenditoriali in capo agli stessi in modo da evitare provvedimenti di aggressione patrimoniale.
Il sequestro dei patrimoni illeciti, disposto dall’Autorità Giudiziaria ed eseguito dalla Guardia di Finanza, assume anche un valore “sociale”, poiché consente di restituire alla collettività le ricchezze accumulate dalla criminalità organizzata. Il procedimento, per le fattispecie di reato ipotizzate, è attualmente nella fase delle indagini preliminari.

Clima fine Luglio- Agosto: tendenza alla tropicalizzazione SUD con terreni inariditi, boschi abbandonati e forestali “incendiari”per sollecitare la politica

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Gli ultimi temporali con frane, smottamenti, fiumi esondati e ponti abbattuti e allagamenti fanno salire il conto dei danni provocati dai cambiamenti climatici che si manifestano con una evidente tendenza alla tropicalizzazione, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo.

Luglio, riferisce la Coldiretti, secondo i dati forniti da Copernicus dovrebbe classificarsi come il più caldo mai registrato in tutto il mondo segnato però da una serie di eventi meteorologici estremi, come ondate di calore in Nord America, Asia ed Europa, nonché incendi boschivi in Paesi come Grecia, Italia, Spagna e Canada, con le alte temperature hanno avuto conseguenze disastrose sulla vita delle persone gli abitanti, nonche sull’ambiente e l’economia locale. 

L’Italia è divisa in due con le alte temperature e l’assenza di precipitazioni che al Sud hanno inaridito i terreni favorendo l’innesco degli incendi nelle campagne, sotto   la spinta probabile -si apprende – dei forestali che “sollecitano” così la politica regionale all’assunzione di nuovi flussi di personale  e nei boschi spesso abbandonati. Ci vorranno almeno 15 anni, ricorda la Coldiretti, per ripristinare completamente le zone verdi distrutte dalle fiamme con danni oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate.  

Beppe Montana, ricordo di un giovane che lottava per cambiare la Sicilia Mafiosa

 

Palermo ricorda Beppe Montana

 

 

Palermo ricorda Beppe Montana

Oggi a Palermo le commemorazioni in ricordo del commissario Giuseppe Montana.

Era il 28 luglio 1985 quando il capo della Catturandi di Palermo fu ucciso da colpi di arma da fuoco mentre, con la fidanzata, era al molo Porticello.

Aveva solo 34 anni, credeva nella legalità, nel futuro delle nuove generazioni tanto da andare spesso nelle scuole a raccontare ai ragazzi storie di uomini coraggiosi che in Sicilia avevano tentato di sfidare la mafia, storie di uomini come lui. Lottava per cambiare il tessuto della Sicilia in mano agli imprenditori, ai criminali, ad una classe dirigenziale mafiosa.
Beppe Montana è stato uno di quei poliziotti che, con le proprie azioni, ha segnato un periodo storico per il nostro Paese, arrestando numerosi esponenti della Mafia e pagando il suo impegno con il prezzo della vita.

Questa mattina il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, ha deposto una corona d’alloro a Porticello, dove è presente una targa in ricordo del giovane poliziotto.

 

 

 

 

Colloquio telefonico di Mattarella con Katerina Sakellaropoulou Presidente Repubblica Ellenica

 

Comunicato congiunto del Presidente della Repubblica Italiana e della Presidente della Repubblica Ellenica

La Presidente della Repubblica Katerina Sakellaropoulou ed il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno avuto un colloquio telefonico in cui hanno espresso forte preoccupazione per l’emergenza climatica che sta colpendo con particolare violenza la regione del Mediterraneo. La Presidente Sakellaropoulou ringraziando per l’invio di mezzi aerei per far fronte agli incendi che colpiscono la Grecia ha sottolineato la necessità di un’iniziativa congiunta da parte dei Paesi dell’Europa del Sud per affrontare i rischi climatici nel Mediterraneo. Il Presidente Mattarella, dopo aver espresso il suo sostegno e ricordato che anche l’Italia sta affrontando gravi conseguenze dovute al cambiamento climatico, ha risposto positivamente alla proposta. Grecia e Italia possono creare un fronte comune per sensibilizzare l’Unione Europea, gli altri Paesi del Mediterraneo e tutta la comunità internazionale, al fine di agire più rapidamente ed efficacemente per contrastare gli effetti della crisi climatica.
I due Presidenti hanno quindi concordato di lavorare insieme per sensibilizzare e coinvolgere i loro omologhi dei Paesi europei del Mediterraneo.

MAXI -OPERAZIONE ANTIMAFIA IN DIVERSE CITTA’ ITALIANE, NOTIFICATE 82 MISURE CAUTELARI

 

 

Maxi-operazione antimafia a Foggia:  82 misure cautelari sono state notificate da circa 500 militari dell’Arma dei Carabinieri  a soggetti di vertice, affiliati e contigui all’organizzazione criminale di matrice mafiosa nota come “Società foggiana”.

L’operazione, denominata “Game Over”, è la più vasta operazione antimafia mai eseguita nella città di Foggia. Arresti e perquisizioni anche in altre parti dell’Italia.

L’ordinanza cautelare è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari di Bari, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Molti dei destinatari dei provvedimenti sono già detenuti.

Tra i reati contestati il traffico di stupefacenti, in particolare cocaina, sul quale la ‘società’ basava tutte le proprie attività. A tutti gli indagati viene contestata l’aggravante del metodo mafioso, uno solo di loro è accusato anche di estorsione.

 

L’operazione ha richiesto la messa in atto di arresti e perquisizioni non solo sul territorio della Capitanata, ma anche in altre province del territorio nazionale.

Si registra un commento intanto , del  componente della Commissione regionale per lo studio delle mafie in Puglia Paolo Dell’Erba ha esultato per gli esiti dell’operazione, considerata una “grande opportunità di rinascita” per Foggia inquinata dalla “Quarta Mafia”

Ero certo che il Procuratore Nazionale Antimafia Melillo avrebbe chiesto ed ottenuto un impegno importante per contrastare la mafia foggiana. Ma forze dell’ordine e magistrati hanno fatto molto di più liberando la città dalla cosiddetta Quarta Mafia. Solo con la cultura della legalità  sarà possibile estirpare le radici di questa piaga”.

 

Emergenza idrica a Catania: domani vertice in Prefettura, il sindaco Trantino chiama il Ministro per il SUD Musumeci

Giornata mondiale dell'acqua: ecco come parlarne in classe

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Vertice domani mattina a Catania, – si apprende – convocato dal ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, per affrontare la emergenza acqua potabile. L’incontro si terrà in prefettura alle 9.30 e vi parteciperanno, oltre al prefetto Librizzi ed al sindaco Enrico Trantino, il capo dipartimento nazionale di Protezione civile Fabrizio Curcio, quello regionale Salvo Cocina, i vertici militari, i rappresentanti di Enel Distribuzione e di Sidra.

In questi ultimi giorni in particolare, poi, caldo con temperature record proprio nella provincia etnea fino all’emergenza idrica, provocata da quella elettrica tanto in città quanto in diversi centri della provincia con gravi carenze di energia elettrica e idrica.

Il Ministro  Musumeci : “Al momento la città è in gran parte senza acqua e non sono possibili previsioni sul tempo di ripristino. “Occorre risolvere al più presto il problema, che va a complicare la già difficile situazione dovuta alla elevata temperatura che sta attanagliando la città con oltre 45 gradi: vedremo cosa sarà possibile fare. Ho ritenuto di accogliere subito l’appello rivoltomi dal sindaco, d’intesa con il prefetto e la Regione”….