Il fisico Parisi premiato per la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria
L’italiano ricercatore Giorgio Parisi tra i vincitori del Premio Nobel per la Fisica 2021.
Il riconoscimento è stato assegnato “per i contributi innovativi alla nostra comprensione dei sistemi complessi” all’americano Syukuro Manabe e al tedesco Klaus Hasselmann “per la modellazione fisica del clima terrestre, quantificando la variabilità e prevedendo in modo affidabile il riscaldamento globale”.
L’altro Nobel per la Fisica 2021 è stata assegnato al fisico ricercatore italiano Giorgio Parisi “per la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria“. Lo scorso 22 settembre era entrato a far parte della Clarivate Citation Laureates come studioso tra i più citati al mondo nelle pubblicazioni scientifiche, conquistandosi così una sorta di ‘nomination’ per il Nobel che ha ricevuto oggi..
Perseverance è atterrato su Marte. Era questa la fase più delicata e più attesa dagli scienziati .Un applauso dalla ‘cabina di regia’ della Nasa sancisce l’avvenuto touchdown del rover su Marte che ha mandato la prima immagine del cratere del pianeta rosso. Perseverance è al ‘sicuro’ sul suolo di Marte. I controllori del volo “hanno confermato che il rover Perseverance della Nasa, con l’elicottero Ingenuity Mars attaccato alla pancia, è atterrato in sicurezza su Marte” e tecnici ed ingegneri stanno seguendo passo dopo passo quali dati nuovi trasmetterà l’originale elicottero atterrato sul suolo marziano…
Scopo della missione è trovare conferme a quanto le due precedenti missioni marziane dell’agenzia Usa, Curiosity e Opportunity, avevano mostrato : miliardi di anni fa Marte era un pianeta umido e con condizioni potenzialmente adatte alla vita.
E’ il motivo principale perchè come destinazione del rover, dopo l’atterraggio più difficile mai tentato sul suolo del pianeta, è stato scelto il cratere Jezero, che gli scienziati ritengono fosse stato un lago in un remoto passato
“L’Italia-affermano i dirigenti del progetto – ha un ruolo da leader nell’esplorazione spaziale e nell’ambiziosissimo programma Mars Sample Return di cui il rover Perseverance della missione Mars 2020 della Nasa è il primo capitolo”
Afferma Teresa Fornaro ricercatrice napoletana dell’Inaf di Firenze:”Cercheremo tracce di vita su Marte e il rover Perseverance sarà capace di cercare queste ‘tracce'” . “Il mio ruolo sarà aiutare nell’interpretazione dei dati degli strumenti a bordo del rover e di comprendere se ci sono i ‘segnali’ di vita”.
Fornaro ha spiegato che “è molto plausibile che si siano sviluppate forme di vita unicellulari su Marte come avvenuto, durante lo stesso periodo, sulla Terra. Non ci aspettiamo che queste forme di vita si siano evolute come accaduto sulla Terra perché Marte si è rapidamente spento e la radiazione ha spazzato via tutto”.
“Probabilmente ci sono stati microrganismi unicellulari e e con questo programma noi ci aspettiamo di trovare queste tracce”.
Missione umana della Nasa nello spazio. Un equipaggio internazionale di astronauti è in viaggio verso la Stazione Spaziale Internazionale in seguito a un lancio riuscito della prima navicella spaziale per viaggi commerciali . La missione SpaceX Crew-1 è decollata alle 19:27 dal Kennedy Space Center dell’agenzia in Florida (1.27 ora italiana).
All’interno della capsula Crew Dragon, battezzata Resilience, sono presenti i quattro astronauti (tre NASA e uno JAXA) Michael Hopkins, Victor Glover, Shannon Walker e Soichi Noguchi della Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA)che saranno una parte del nuovo equipaggio a bordo della ISS per i prossimi sei mesi, quando arriverà una nuova missione. A differenza di Demo-2 dove invece gli astronauti erano due, questa volta raddoppia il numero di persone all’interno della navicella..
Il Nobel per la Fisica 2020 è stato assegnato a Roger Penrose, Reinhard Genzel, Andrea Ghez.
IL centro della nostra galassia è nascosto alla nostra vista da una densa coltre di polveri interstellari. Gli scienziati dunque si sono affidati all’infrarosso. Ma un buco nero, per definizione, non emette alcun tipo di radiazione. Molti giganti al centro delle galassie producono potenti eruzioni, accelerando il gas del loro disco di accrescimento con la loro immensa forza gravitazionale. Non è il caso di Sagittarius A*, piuttosto tranquillo. Genzel e Ghez si sono affidati alla prova indiretta di questo campo gravitazionale: hanno osservato come si muovono le stelle in quella zona. La più vicina danza in circa 18 anni attorno a una massa gigantesca e invisibile.
Visionando per oltre due decadi essi hanno calcolato che la massa necessaria per muovere quell’astro a quella velocità doveva essere quattro milioni più grande di quella solare.o ha annunciato l’Accademia reale svedese delle Scienze. Il Premio Nobel per la Fisica 2020 è stato diviso, una metà a Roger Penrose “per la scoperta che la formazione dei buchi neri è una robusta previsione della teoria generale della relatività“, l’altra metà congiuntamente a Reinhard Genzel e Andrea Ghez “per la scoperta di un oggetto compatto supermassiccio al centro della nostra galassia“.
Il Nobel per la Fisica di quest’anno premia la scoperta degli oggetti più oscuri e misteriosi dell’universo, i buchi neri. L’inglese Roger Penrose, cui è andato metà del Nobel per la Fisica 2020, è nato nel 1931 a Colchester, nel Regno Unito, e lavora all’Università di Oxford. Il tedesco Reinhard Genzel, è nato il 24 March 1952, a Bad Homburg vor der Höhe, in Germania, ed è affiliato all’University di Berkeley in California (Usa) e al Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics, Garching, in Germania. La statunitense Andrea Ghez, è nata a New York nel 1965 ed è affiliata all’University della California a Los Angeles, negli Usa.
L’uomo si avvia verso il cambiamento del clima e condizioni oceaniche.Le immagini satellitari hanno adesso rivelato che due dei ghiacciai in più rapida evoluzione in Antartide si stanno fratturando e indebolendo più velocemente che mai, “il primo passo verso la disintegrazione di questi colossi di ghiaccio e dell’innalzamento del livello del mare” l’Agenzia Spaziale Europea che ha diffuso le immagini ed i dati tratti dalle ‘osservazioni dei satelliti dell’Esa, della Nasa e dell’Usg. I ricercatori hanno esplorato i ghiacciai Pine Island e Thwaites nell’Amundsen Sea Embayment: due dei ghiacciai più dinamici del continente antartico e responsabili di un sostanziale 5% dell’innalzamento del livello del mare globale. Insieme, i due ghiacciai formano un’area di ghiaccio fluente delle dimensioni della Norvegia e contengono abbastanza acqua per aumentare il livello globale del mare di oltre un metro….
Altra novità che entrambi i ghiacciai dell’Antartide “hanno cambiato nettamente la morfologia negli ultimi decenni insieme al cambiamento delle condizioni atmosferiche e oceaniche, con il riscaldamento degli oceani che ha causato lo scioglimento, l’assottigliamento e il ritiro delle piattaforme di ghiaccio”. “Prevedere come si evolveranno nei prossimi anni questi ghiacciai vitali – afferma l’Esa -è fondamentale per comprendere il futuro dei nostri mari e del nostro pianeta in via di riscaldamento”, ma che queste previsioni “sono ancora incerte, a causa di modelli computerizzati incapaci di tenere pienamente conto dei processi e delle proprietà dei ghiacciai nelle loro proiezioni”.
Video Y.T.(r) -lA Passeggiata di Luca Parmitano nello spazio
E’ uscito dalla Stazione Spaziale Internazionale l’astronauta italiano dell’Esa Luca Parmitano che sta per realizzare la prima attività extraveicolare (Eva) della missione Beyond. Luce Parmitano è, si sa, il comandante dell’equipaggio ,guida l’attività extraveicolare e opererà con il collega statunitense Andy Morgan. In atto è impegnato per aggiornare l’Alpha Magnetic Spectrometer, un rilevatore di particelle agganciato alla ISS. Si apre così il ciclo di passeggiate spaziali più difficile dai tempi della riparazione in orbita di Hubble.
Il rilevatore che è stato assemblato e testato al CERN, cerca tracce di materia oscura, antimateria e materia mancante (la quota di particelle che manca all’appello nell’Universo vicino), ed è anche uno strumento estremamente preciso per la rilevazione di raggi cosmici: finora ne ha individuati oltre 140 miliardi di diversa intensità. I risultati forniti da questo strumento sono destinati a rivoluzionare l’attuale comprensione dei raggi cosmici …
La vita operativa dell’AMS-02 doveva durare tre anni soltanto, ma ha superato ogni previsione: per questo lo strumento non era stato pensato per essere riparato in orbita, ed è stato necessario sviluppare nuove procedure e oltre 20 strumenti appositi per estenderne l’attività. Luca Parmitano e Andrew Morgan devono intervenire sul sistema di raffreddamento e rimediare a una perdita di liquido refrigerante: per farlo, occorre tagliare e riconnettere in orbita una serie di cavi elettrici, cavi di trasmissione dati e tubi di raffreddamento, un’operazione mai fatta nello Spazio..
E’ infatti una missione tipicamente scientifica:un ambizioso laboratorio orbitante per la fisica delle particelle, con più di 3 metri di lato per un peso complessivo di 7,5 tonnellate, per studiare con precisione la composizione e l’abbondanza dei raggi cosmici nello spazio in cerca di tracce di antimateria primordiale e materia oscura ad energie estreme fino a qualche TeV (“tera-elettronvolt”).
La maggior parte dei raggi cosmici, circa il 99%, è formato da materia “ordinaria” quali protoni e nuclei elio. Lo strumento Ams-02 è stato progettato per misurare con precisione la rarissima componente di antimateria nei raggi cosmici, come positroni ed anti-protoni, e scovare particelle di antimateria pesante, come nuclei di anti-elio, mai osservati fino ad oggi.
L’Agenzia Spaziale Italiana e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare sostengono questo esperimento dal 1995, nell’ambito di una collaborazione internazionale che comprende istituti di ricerca e università in America, Europa e Asia.
I ricercatori italiani sono responsabili della realizzazione, del mantenimento e delle operazioni dei principali strumenti di bordo, e partecipano in prima persona all’analisi scientifica dei dati raccolti dallo strumento. I rivelatori di particelle di Ams-02 sono stati progettati, costruiti e sono ad oggi operati con l’apporto dei ricercatori dell’Infn di Bologna, Milano, Perugia, Pisa, Roma La Sapienza, e Trento.
L’Asi contribuisce alle attività di operazione dello strumento e di analisi dati con la partecipazione di ricercatori presso l’Unità di Ricerca Scientifica Asi-Urs e lo Space Science Data Center. Il rilevatore Ams-02 è stato portato in orbita con la penultima missione dello Shuttle, l’Sts-134 Endeavour. A bordo dello shuttle c’era anche l’astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea Roberto Vittori per la missione Dama dell’Asi. Ams è stato agganciato alla Iss dove, dal 19 maggio 2011, sta raccogliendo raggi cosmici con continuità.
Il dibattito è in corso. Sono Ufo od oggetti volanti che non riusciamo ancora a capire da dove provengano? Secondo la Marina militare degli Stati Uniti l’avvistamento di tre oggetti/fenomeni non identificati da parte di suoi aeroplani, avvenuti a dicembre del 2017 e a marzo del 2018. è vera ed autentica ed è da definire come “fenomeni aerei non identificati”. La definizione è ritenuta la più corretta per l’avvistamento di oggetti non autorizzati in volo presenti nello spazio aereo utilizzato per le operazioni militari.
Ricorderemo qui l’avvistamento nei mesi scorsi (gennaio) di Ufo in Liguria, ma anche a Milano e in Sicilia secondo i comunicati del Centro ufologico Mediterraneo (Cufom). . Ma altri avvistamenti, afferma il Cufom, erano stati segnalati a Imperia e in altre zone d’Italia come Catania, Cava d’Ispica (Ragusa) e Peschiera Borromeo (Milano).
In uno dei due video, un sensore ad alta precisione rileva la presenza di un oggetto all’orizzonte che compie manovre piuttosto rapidamente, prima di partire ad alta velocità sorprendendo l’equipaggio.
Nonostante l’alta qualità del sensore, le immagini dei tre video non sono definite a sufficienza per comprendere la natura degli oggetti ripresi. Per questo motivo, la Marina ha infine confermato di avere trattato i tre avvistamenti come “fenomeni aerei non identificati”.
Due dei tre video mostrano ciò che hanno registrato i sensori di due aerei militari durante un’esercitazione.
A marzo del 2018, si scopre un terzo video dove era nuovamente visibile uno strano oggetto in cielo, sempre avvistato dai sensori di un aereo militare.
Nonostante l’alta qualità del sensore, le immagini dei tre video non sono definite a sufficienza per comprendere la natura degli oggetti ripresi. Per questo motivo, la Marina ha infine confermato di avere trattato i tre avvistamenti come “fenomeni aerei non identificati”.
Non si esclude che gli oggetti ripresi nei video potessero essere droni per fare riprese amatoriali e semiprofessionali. Ma vi sono altre tesi che smentiscono questo assunto.
Il termine UFO fu utilizzato per la prima volta dall’Aeronautica militare degli Stati Uniti all’inizio degli anni Cinquanta, proprio per indicare gli oggetti non identificati dopo le necessarie verifiche. Il termine è progressivamente diventato sinonimo di “disco volante” e navi spaziali aliene per l’opinione pubblica, anche a causa di alcune teorie del complotto e dei presunti “rapimenti alieni”.
La Terra è sorvegliata da decine di satelliti in orbita per le osservazioni e conta centinaia di telescopi puntati verso la volta celeste, quindi un’astronave extraterrestre sarebbe probabilmente avvistata al suo arrivo, ben prima degli aerei militari o delle osservazioni amatoriali.Abbiamo anche scoperto che vi sono pianeti simili morfologicamente alla Terra e dove c’è l’acqua e, quindi non si può escludere la vita anche se resa difficile da altre condizioni La maggior parte degli esperti e degli scienziati mantiene un approccio scettico e scientifico sul fenomeno, ricordando che nella grande categoria “UFO” nel corso dei decenni è finito un po’ di tutto, con fenomeni anche molto diversi tra loro, alcuni facilmente spiegabili e altri per i quali si è ancora alla ricerca di una verità sull’esistenza di un popolo extraterrestre.
L’Oscar della Scienza vede tra i protagonisti assegnatari un italiano. Il premio Breakthrough, da tre milioni di dollari per la teoria della Supergravità verrà diviso tra i fisici ricercatori Sergio Ferrara (Cern e Infn), Daniel Z. Freedman (Massachusetts Institute of Technology e Stanford University) e Peter van Nieuwenhuizen (Stony Brook University). La cerimonia di premiazione domenica 3 novembre all’Hangar One della Nasa a Moffett Field vicino a Mountain View in California.
Nella teoria le variabili quantistiche fanno parte della descrizione della geometria dello spaziotempo”. La cerimonia della premiazione si svolgerà il 3 novembre 2019 presso la Nasa in cui saranno premiati anche i vincitori dei Breakthrough Prize in Scienze della vita e Matematica. Ferrara, Freedman e van Nieuwenhuizen sono gli architetti della supergravità, una teoria molto influente del 1976 che ha integrato con successo la forza di gravità in un particolare tipo di teoria dei campi quantistici (una teoria che descrive le particelle e le forze fondamentali della natura in termini di campi che incarnano le leggi della meccanica quantistica).
Il premio Breakthrough in Fisica fondamentale viene assegnato a persone che hanno contribuito profondamente alla conoscenza umana. È aperto a tutti i fisici – teorici, matematici e sperimentali – che lavorano sui misteri più profondi dell’Universo e può essere condiviso tra scienziati.
La teoria della Supergravità – rappresenta il grande sogno della fisica teorica del Novecento: arrivare a una teoria di campo quantistica, compatibile con la Relatività Generale, in cui vengano trattate in modo unificato le quattro forze fondamentali della Natura, ovvero l’elettromagnetismo, la forza nucleare debole, quella nucleare forte e la forza di gravità
Nel 1993 Sergio Ferrara è stato premiato con Il Premio Medaglia Dirac, assegnato dall’Ictp, nel 2005 con il Premio Enrico Fermi assegnato dalla Società Italiana di Fisica e nel 2006 con il Premio Dannie Heineman per la Fisica Matematica assegnato dalla Amarican Physical Society. Per eccezionali meriti scientifici Ferrara è stato insignito nel 2010 Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
E’ pronta a partire la missione Prisma dell’Asi che osserverà la Terra coma mai prima d’ora utilizzando la banda iperspettrale. L’Agenzia Spaziale Italiana ha confermato che la missione Prisma che osserverà il pianeta con la “banda iperspettrale” è pronta..Il decollo del satellite programmato le ore 2.50 di mattina del 15 marzo. Prisma prenderà il volo dalla base spaziale europea di Kourou nella Guiana Francese con il lanciatore Vega.Si apprende che questa – informa l’Agenzia spaziale -sarà la 14esima missione per il vettore europeo progettato e sviluppato in Italia, a Colleferro, da Avio.
Il decollo a è statorinviato a causa “della riprogrammazione di tutte le attività di lancio previste dal centro spaziale situato in Sudamerica” spiega l’Asi.
L’Agenzia inoltre informa che è già ” avvenuto il primo contatto tra il satellite ed il lanciatore che lo porterà in orbita: Prisma è stato infatti posizionato e bloccato sul Payload Adapter del quarto stadio del lanciatore Vega. Nei prossimi giorni il satellite verrà chiuso nell’involucro, chiamato fairing, che avrà il compito di proteggerlo nei primi minuti di volo.
Prisma, infatti, è di proprietà dell’Agenzia Spaziale Italiana e rappresenta un’eccellenza derivata dalle capacità scientifica e industriale del nostro Paese di fare squadra. Il satellite è stato infatti realizzato da un Raggruppamento Temporaneo di Imprese, guidato da OHB Italia, responsabile della missione e della gestione dei tre principali segmenti -terra, volo e lancio- e Leonardo, che ha realizzato la strumentazione elettro-ottica e iperspettrale, oltre a diversi equipaggiamenti di bordo, come i sensori d’assetto e il pannello solare.
Il lancio che avverrà con il vettore Vega prodotto da Avio, lanciatore dell’Esa ma di concezione e costruzione a prevalenza italiana. Il centro di controllo della missione, inoltre, è stato realizzato da Telespazio, joint venture tra Leonardo (67%) e Thales (33%), mentre l’acquisizione e l’elaborazione dei dati avverrà dal Centro Spaziale di Matera. Il satellite una volta operativo darà “un contributo fondamentale al monitoraggio dell’inquinamento e dei cambiamenti ambientali” e “supporterà la gestione delle risorse naturali e delle emergenze”
E’ italiana la nuova scoperta sugli anelli di Saturno: sarebbero più giovani del pianeta gassoso, considerando che risalgono appena a 100 milioni di anni fa, quando sulla Terra morivano gli ultimi dinosauri. La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Science, è coordinata dall’Italia con l’università La Sapienza di Roma e finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi)
La scoperta su Saturno è del dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale della Sapienza, coordinatore della ricerca con Daniele Durante e Paolo Racioppa e finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana. Lo studio si basa sui dati catturati dalla sonda Cassini nel tuffo nell’atmosfera del Pianeta, “La massa degli anelli era l’ultimo elemento del puzzle, affermano al Dipartimento…Una massa piccola, come quella che abbiamo misurato attraverso il sistema di telemisure della sonda Cassini, indica una giovane età -. C’erano già indizi che gli anelli non si fossero formati assieme a Saturno, ora ne abbiamo una prova molto convincente – che è stato possibile ottenere solo nella fase finale della missione”. “La misura della massa degli anelli è l’ultima tessera di mosaico risolto soltanto adesso. Abbiamo riempito questa casella mancante – con una misura precisa, in precedenza c’erano solo indizi”.
I dati forniti dalla sonda Cassini rivelano, però, altri inediti. Si è appreso adesso che i venti di Saturno soffiano alla velocità di 200 metri al secondo e penetrano fino alla profondità di 9 mila chilometri, mentre quelli di Giove si fermano soltanto a 2 mila chilometri. Si è pure scoperto che il nucleo di Saturno occupa il 15% del pianeta, con una massa da 15 a 18 volte superiore a quella della Terra, e che sarebbe formato da elementi pesanti…
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