STRATEGIE SANITARIE DI PREVENZIONE DELL’ICTUS: CARDIOLOGIA INTERVENTISTICA, MASSIMI ESPERTI A CONFRONTO

 

 

Sabato 20 marzo, webinar regionale organizzato da Archigen con il patrocinio del Gise

 

 


Chiusura dell’auricola: l’alternativa alla terapia coagulante per i pazienti con fibrillazione atriale

Il nostro cuore è un vero e proprio metronomo che detta il ritmo della vita. Uno strumento precisissimo che, però, può far registrare anomalie e battere con andamento irregolare.

La fibrillazione atriale (FA) è l’aritmia cardiaca più diffusa al giorno d’oggi, che colpisce circa 33 milioni di persone a livello mondiale. Basti pensare che in Sicilia quasi il 2% della popolazione (circa 95mila persone su 4.968.410 abitanti) soffre di questo disturbo, che vede le camere superiori del cuore contrarsi molto rapidamente.

Terminato lo screening cardiologico nelle scuole. 750 gli  elettrocardiogrammi effettuati [ValdarnoPost.it]

Sabato 20 marzo alle ore 9.00 prenderà il via il webinar – organizzato da Archigen – per approfondire molteplici aspetti legati a questo disturbo, che continua ad avere un’incidenza crescente dettata dall’invecchiamento progressivo della popolazione. Sarà un momento di confronto tra i massimi esperti siciliani di cardiologia interventistica, che vuole essere anche occasione per sensibilizzare i cittadini sulla tematica. La fibrillazione atriale, infatti, è una patologia spesso asintomatica, che comporta un rallentamento del flusso di sangue in atrio (soprattutto in un’appendice chiamata auricola), favorendo la formazione di trombi: un disturbo frequente e potenzialmente molto pericoloso perché aumenta di cinque volte la probabilità annua di incorrere in un evento ischemico.

cardiologia Brescia, unità di cardiologia Poliambulanza Brescia.

«La prevenzione delle complicanze tromboemboliche è una sfida clinica continua per i team di medici multidisciplinari che gestiscono pazienti con questa patologia – spiega Marco Contarini, delegato regionale Sici Gise (Società Italiana di Cardiologia Interventistica) e coordinatore scientifico dell’evento – negli ultimi anni, in alternativa alla terapia farmacologica anticoagulante, che può avere molteplici controindicazioni ed effetti collaterali – il più importante dei quali è sicuramente l’emorragia cerebrale o gastrointestinale – si è consolidata la procedura di occlusione dell’auricola sinistra». Infatti, sebbene nei pazienti con fibrillazione atriale, la terapia tradizionale preveda l’utilizzo di NAO (anticoagulanti orali di ultima generazione), vi sono importanti limitazioni riguardanti soprattutto pazienti nefropatici, epatopatici, poli trattati, oncologici e anemici, che possono manifestare eventi emorragici. Il grosso vantaggio dell’intervento mini-invasivo risiede proprio nella possibilità di eliminare definitivamente l’assunzione di tali farmaci.

La tecnica d’impianto vede il cardiologo interventista guidare la protesi nel cuore attraverso un tubicino flessibile, un catetere, inserito nella vena femorale all’altezza dell’inguine, sotto la guida dei raggi X. Il cardiologo ecografista misura le dimensioni dell’auricola sinistra per scegliere la protesi adatta, uno speciale “tappo” da collocare con precisione. Il dispositivo viene posizionato all’imbocco dell’auricola e sottoposto a una serie di test per valutarne la stabilità e l’efficacia, prima di essere rilasciato.

Una procedura che dura all’incirca 30 minuti e che si può effettuare con una leggera sedazione. Il periodo di osservazione post procedurale è di 24 ore, dopodiché il paziente viene dimesso, pianificando insieme al medico l’interruzione della terapia anticoagulante. Si tratta di una procedura sicura ed efficace: i rischi legati all’intervento sono davvero bassi, dimostrati da diversi studi internazionali.

I cardiologi: "Con i reparti chiusi per Covid si rischiano più morti"

«L’evento si rivolge ai cardiologi interventisti che eseguono o che prevedono di eseguire la procedura di chiusura della LAAC (appendice atriale sinistra) – continua Contarini – un’occasione per condividere conoscenza ed esperienza, attraverso l’aggiornamento tecnico e il confronto sulle procedure. Nel 2020 sono stati trattati in Sicilia circa 300 pazienti, una popolazione sottodimensionata rispetto ai potenziali beneficiari di questo intervento. Fare il possibile per diffondere la conoscenza dei limiti e delle controindicazioni all’utilizzo di terapie farmacologiche in soggetti particolarmente fragili e diffondere i vantaggi delle nuove tecniche, è la vera mission di questa iniziativa scientifica».

Faculty: Francesco Amico (Catania), Massimo Benedetto (Palermo), Giuseppe Caramanno (Agrigento), Marco Cerrito (Messina), Carlo Cicerone (Palermo), Giuseppe Cinnirella (Messina), Marco Contarini (Siracusa), Salvatore Evola (Palermo), Alfredo Ruggero Galassi (Palermo), Salvatore Geraci (Agrigento), Daniele Giannotta (Caltagirone), Carmelo Grasso (Catania), Giovanni Longo (Caltanissetta), Antonio Micari (Messina), Antonino Nicosia (Ragusa), Elio Pieri (Palermo), Giorgio Sacchetta (Siracusa), Maria Sanfilippo (Siracusa), Corrado Tamburino (Catania), Giampiero Vizzari (Messina).  

 

Era previsto, AstraZeneca “sicuro ed efficace”-Dubbi permangono sui casi (rari) di trombosi

Roma, alcuni medici under55 rifiutano il vaccino AstraZeneca - Mondo - ANSA

Il disco verde al  vaccino AstraZeneca dell’Ema –  consente oggi  la ripresa a partire dalle 15,della campagna di vaccinazione con il prodotto anglosvedese.    Si registra pure il beneplacito dell’Aifa, la “soddisfazione” del governo, l’ok  del premier Draghi e gli annunci delle regioni sull’imminente ritorno alla vaccinazione già da oggi.

Sono venute meno le ragioni alla base del divieto d’uso in via precauzionale dei lotti del vaccino, emanato il 15 marzo 2021. Pertanto” oggi, ha spiegato l’Aifa dopo aver sentito il ministro della Salute, la direzione generale della Prevenzione e il Consiglio superiore di sanità, “non appena il Comitato per i farmaci ad uso umano (Chmp) rilascerà il proprio parere, Aifa procederà a revocare il divieto d’uso del vaccino AstraZeneca, consentendo così una completa ripresa della campagna vaccinale a partire dalle ore 15.00”.

Come nelle previsioni  AstraZeneca – che in una nota ribadisce come non ci sia “un aumento del rischio generale di trombosi con il vaccino anti Covid-19” da lei prodotto – “continuerà a lavorare a stretto contatto con le autorità sanitarie per garantire un uso appropriato del vaccino anti Covid-19”. La multinazionale “riconosce ed implementerà le raccomandazioni del Prac (il Pharmacovigilance Risk Assessment Committee dell’Ema, ndr), compreso l’aggiornamento delle informazioni sul prodotto, continuando a comprendere la natura e la rilevanza di questi eventi per garantire che la somministrazione in sicurezza del vaccino prosegua durante questa crisi sanitaria pubblica”.

Il ‘verdetto’ dell’Ema: “Sicuro ed efficace”

Alcuni Paesi hanno sospeso le vaccinazioni. La conclusione scientifica a cui siamo arrivati offre ai Paesi le informazioni per prendere una decisione ponderata relativa all’uso del vaccino AstraZeneca nella loro campagna vaccinale”, ha detto Emer Cooke, direttrice esecutiva dell’Ema, ribadendo che “i suoi benefici e la protezione delle persone dal Covid-19 superano i possibili rischi”. Cooke ha poi fatto sapere che “avvieremo ulteriori approfondimenti per capire di più” sui “rari” eventi avversi segnalati dopo la vaccinazione con AstraZeneca.

Finora 25 trombosi rare”

Ci sarebbero tuttavia “casi rari” che possono “essere associati a casi molto rari di coaguli di sangue associati a trombocitopenia, cioè bassi livelli di piastrine, con o senza sanguinamento, inclusi rari casi di coaguli nei vasi che drenano il sangue dal cervello (Cvst, trombosi cerebrale dei seni venosi)”. “Circa 20 milioni di persone nel Regno Unito e nello Spazio economico europeo hanno ricevuto il vaccino al 16 marzo”, riferisce l’ente regolatorio Ue, e le segnalazioni all’Ema al momento riguardano “solo 7 casi di coaguli di sangue in più vasi sanguigni (coagulazione intravascolare disseminata, Dic) e 18 casi di Cvst”. Quindi 25 episodi ad oggi, per i quali “un nesso causale con il vaccino non è dimostrato, ma è possibile e merita ulteriori analisi”.

Di questi eventi, “9 sono stati mortali”, dettaglia l’Ema. “Il Prac ritiene che la comprovata efficacia del vaccino nel prevenire il ricovero in ospedale e la morte per Covid-19 superi la probabilità estremamente ridotta di sviluppare Dic o Cvst”, insiste l’agenzia. Tuttavia, il Comitato “intraprenderà un’ulteriore revisione di questi rischi” di trombosi rare, “inclusa l’analisi dei rischi con altri tipi di vaccini anti-Covid, sebbene finora non sia stato identificato alcun segnale dal monitoraggio”.

L’ente regolatorio quindi “continuerà un attento monitoraggio delle segnalazioni di disturbi della coagulazione del sangue e sono in corso ulteriori studi per fornire più dati di laboratorio e prove del mondo reale”, aggiunge l’Ema, garantendo ulteriori comunicazioni se necessario.

L’ESITO DELLA VALIDITA’ O MENO DEL VACCINO ASTRAZENECA SARA’ COMUNICATO DALL’AGENZIA EMA IL POMERIGGIO DEL 18 MARZO

Il Comitato operativo regionale decide riduzione scorte vaccino Astrazeneca  per avviare subito vaccinazione personale scolastico e servizi essenziali |  emergenzacoronavirus.regione.umbria.it

 

Dopo la sospensione del  farmaco Astra zeneca, l’Agenzia Ema valuta tutti gli possibili effetti collaterali del vaccino sotto ri flettori del mondo. Si indaga  sulla possibilità di eventi legati a lotti specifici”.

La direttrice esecutiva dell’Ema, Emer Cooke, ha così diffuso in diversi Paesi, Italia compresa, di aver sospeso l’uso del vaccino AstraZeneca. “I nostri esperti si riuniscono anche oggi per analizzare dati e informazioni provenienti dai vari Paesi” e forniranno le proprie conclusioni giovedì in relazione ad eventi avversi che potrebbero essere associati alla somministrazione del farmaco. L’esito dell’analisi verrà comunicato probabilmente “nel pomeriggio” del 18 marzo.

Ma a prescindere dai risultati, la credibilità del vaccino AstraZeneca è in fumo. Difficile a questo punto una serena accettazione da parte della popolazione destinata a riceverlo. Parola d’ordine: meglio più tardi

 

In attesa delle restrizioni generali previste per lunedì prossimo, individuate cinque nuove zone rosse in Sicilia

 

A Napoli reparto ospedaliero chiude per la festa del primario. Scattano  provvedimenti - Secolo d'Italia

In attesa delle restrizioni generali per lunedì prossimo, sono state individuate altre cinque zone rosse in Sicilia e scuole chiuse in 24 Comuni da lunedì 15 a sabato 20 marzo. Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha appena firmato un’ordinanza per i Comuni di Altavilla Milicia e San Mauro Castelverde, nel palermitano; Montedoro, in provincia di Caltanissetta; Portopaolo di Capo Passero, nel siracusano; Raffadali in provincia Agrigento. Le restrizioni scatteranno da venerdì 12 marzo per 15 giorni. Poi i nuovi divieti sul modello del periodo di Natale.  In fermento i titolari dei bar e ristoranti.

 

Divieti ,restrizioni e nuovo piano vaccinale

 

Reparto Ospedaliero Foto - Scarica immagini gratuite - Pixabay

 

Le valutazioni potrebbero portare all’adozione di misure già nei prossimi giorni visto l’aggravarsi della pandemia in diverse Regioni italiane. L’urgenza è dettata dai dati che arrivano quotidianamente. L’Italia ieri ha messo a referto 19.749 contagi e 376 morti, con un tasso di positività al 5,7% e pazienti in aumento nelle terapie intensive (ora sono 2.756, +56 rispetto a martedì).

Tra le Regioni, riflettori puntati sui 4.084 nuovi positivi della Lombardia e sui 2.709 della Campania, che si trova già in zona rossa con regole e misure rigide. Bene la Sicilia se non viene generalizzata la zona rossa.

La parola d’ordine intanto è ‘accelerare’, Il problema nasce con l’organizzazione -ancora insufficiente- che vaccina gli utenti.  Vi sono aspetti positivio come quello delle  532mila dosi addizionali per l’Italia, dopo un nuovo negoziato chiuso dalla Commissione Europea presieduta da Ursula Von der Leyen.

Entro il weekend è attesa una comunicazione ufficiale, con ogni probabilità volta a illustrate il nuovo piano vaccinalee timing. Una comunicazione che potrebbe essere diffusa anche  da chi lavora a titolo scientifico al piano 

Si apprende anche che  il premier Mario Draghi venerdì in mattinata visiterà il centro vaccinale allestito all’aeroporto di Fiumicino.

 

Incremento vittime Covid ,347 decessi-Finora oltre 98 mila

COMUNICATO STAMPA - Nuovo reparto di Day Hospital dell'Ematologia dell' ospedale Mauriziano di Torino - A. O. Ordine Mauriziano di Torino

Sono 20.884 i nuovi positivi, per un totale di 2.976.274. Ieri erano stati 17.083. L’incremento delle vittime in un giorno è di 347. Dall’inizio della pandemia sono morte 98.635 persone.

Ci sono 437.421 attualmente positivi, in aumento di 6.425 rispetto alla giornata di martedì. I guariti e i dimessi dall’inizio dell’emergenza sono invece 2.440.218, con un incremento di 14.068 nelle ultime 24 ore.

Sono stati effettuati 358.884 tamponi (molecolari e antigenici). Ieri i test erano stati 335.983. Il tasso di positività è al 5,8%, in aumento rispetto al 5,1% di ieri.

Sono 2.411 i pazienti in terapia intensiva, in aumento di 84 unità nel saldo quotidiano tra ingressi e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 222, lo stesso numero di ieri. I pazienti ricoverati nei reparti ordinari sono invece 19.763, in aumento di 193 unità rispetto a ieri.

Situazione in Sicilia. Sono 539 i nuovi casi di Covid in Sicilia, 27 in meno rispetto a ieri. La Regione è dodicesima in Italia. Più di 25.000 i test effettuati, con il tasso di positività che scende dal 2,2 al 2,1%.

Le vittime del virus sono 17, mentre i guariti sono 1.122. Negli ospedali sono ricoverate 36 persone in meno (-6 in terapia intensiva).

Questa la statistica dei  nuovi contagiati per provincia: 190 a Palermo, 150 a Catania, 47 a Siracusa, 44 ad Agrigento, 36 a Messina, 28 a Ragusa, 22 a Caltanissetta, 12 a Trapani, 10 a Enna.

 

Dramma senza fine; registrati da ieri 348 decessi , 22 in Sicilia

 

Risultato immagini per immagine reparto ospedaliero

Archivi -Sud Libertà

 

Sono 15.479 i contagi da coronavirus in Italia oggi, 19 febbraio, secondo i dati del bollettino della Protezione Civile e del  Ministero della Salute. Da ieri sono stati registrati altri 348 morti. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 297.128 tamponi, l’indice di positività è al 5,2%. I pazienti in terapia intensiva sono 2.059 (+14).

Mentre 440 nuovi casi di positivi il dato del contagio da coronavirus in Sicilia, zona classificata color giallo. . Gli ultimi casi si registrano oggi in Sicilia a fronte di 23.206 tamponi processati e una incidenza pari al 1,9% in attesa dell’avanzamento del piano vaccinale. La  Regione resta stabilmente all’undicesimo posto nel numero dei nuovi contagi giornalieri. Le vittime sono state 22 nelle ultime 24 ore e portano il totale a 3.963. Gli attualmente positivi sono 31.569, con una diminuzione di altri 1435 casi rispetto a ieri. I guariti sono 1853. Negli ospedali tornano a diminuire i ricoveri e adesso sono 1.034, 41 in meno rispetto a ieri ma tornano a risalire i ricoveri in terapia intensiva dove adesso sono 150, ovvero 5 in più rispetto a ieri.

 

Covid, allarme variante inglese, ancora più letale- Nuovo Lockdow? Solo per le zone rosse, per altri sarebbe davvero la fine dell’economia e del vivere quotidiano

Risultato immagini per immagini di montagne di neve e piste da sci

 

 

 Si richiede da più parti nuovo lockdown. Scontro su stop a sci

Mentre il numero dei vaccinati in Italia supera i 3 milioni (3.044.535),e siamo tra i primi al mondo, cresce l’allarme per le varianti del Covid. Dall’Iss al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie fino al Cts l’invito è lo stesso: bisogna “rafforzare” le misure. Alcuni esperti chiedono un nuovo lockdown.

Bisogna rafforzare le misure in Italia per contrastare le variante inglese del coronavirus e arginare la diffusione del Covid. La richiesta più pressante proviene dall’Istituto superiore di sanità (Iss),  “Considerata la circolazione” della variante inglese di Sars-CoV-2 “nelle diverse aree del Paese, si raccomanda di intervenire al fine di contenere e rallentare la diffusione della variante Voc 202012/0, rafforzando/innalzando le misure in tutto il Paese e modulandole ulteriormente laddove più elevata è la circolazione, inibendo in ogni caso ulteriori rilasci delle attuali misure in atto“.

Il Cts si era espresso negativamente, visto l’incremento della circolazione delle varianti con “numeri alquanto preoccupanti”, “di evitare ulteriori riaperture”. Era stata questo l’indicazione data in risposta a un quesito del ministero della Salute, nel corso della riunione di venerdì scorso, sull’opportunità di aprire gli impianti sciistici. Di qui la decisione del ministro Speranza di firmare il discusso provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021.

Le varianti di coronavirus minacciano l’Europa, con il pericolo di un contagio più ampio e di un aumento del numero dei morti. “Il rischio di ulteriore diffusione del coronavirus Sars-CoV-2 nell’Unione Europea/Spazio economico europeo è attualmente valutato da alto a molto alto per la popolazione complessiva e molto alto per le persone vulnerabili”, spiega il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie Ecdc nel suo aggiornamento della valutazione del rischio.

Ora è diventato un rito.Contro il provvedimento di Speranza hanno espresso vibrata protesta alcuni governatori di Regione ma anche il neoministro per il Turismo. “Delusione è una parola fin troppo gentile. C’è molta rabbia, non nel merito in sé, non siamo scienziati e al primo posto viene la salute. Ma spero che quanto accaduto sia l’ultima volta”. Così Stefano Bonaccini, presidente delle Conferenza delle Regioni e dell’Emilia-Romagna. “Non si può arrivare a decisioni del genere con così poco preavviso. Mai più decisioni del genere con queste tempistiche, non è più tollerabile. Serve un nuovo metodo”….

Il ministro Garavaglia, dopo l’incontro in Regione Lombardia con gli operatori turistici del mondo dello sci organizzato per “capire l’entità del danno subito”,: “Il danno è legato a una scelta del Governo, e i danni vanno indennizzati, non bisogna parlare di ristori“.

 Con l’indice Rt in risalita a 0.95 e l’istituzione di diverse zone rosse in diversi comuni italiani, l’esigenza di una una immediata e rigorosa stretta è stata sollecitata da numerosi esperti, ma non tutti sono d’accordo con l’esigenza del ritorno a una chiusura totale. A caldeggiare un lockdown di un mese, è in primis Walter Ricciardi, docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza per l’emergenza coronavirus.

Anche il professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova. “Il 20% dei contagiati presenta la variante inglese e la percentuale è destinata ad aumentare. Bisognava fare il lockdown a dicembre, prevenendo tutto questo, mentre ora siamo nei guai. Serve un lockdown duro subito per evitare che la variante inglese diventi prevalente e per impedire che abbia effetti devastanti come in Inghilterra, Portogallo e Israele. E neanche zone arancioni, va chiuso tutto e va lanciato un programma nazionale di monitoraggio delle varianti”.

Vaccino Covid 19, Provenzano: «Priorità ai malati di diabete, seconda concausa di morte»

 

Il presidente della Simdo, società italiana metabolismo e diabete, Vincenzo Provenzano, lancia l’appello e sollecita l’attivazione del Fascicolo sanitario elettronico

«È confermato dai numeri che tanti italiani hanno smesso di curarsi. Tra la crisi economica, la paura di accedere alle strutture ospedaliere per il rischio di contagio e la necessaria distrazione degli operatori della Sanità nei reparti Covid, le altre patologie vengono trascurate. Questo non fa che aggravare il rischio di morire per aver contratto il virus. Bisogna intervenire tempestivamente, vaccinando prima i pazienti a rischio e in particolare quelli affetti da diabete». A mettere al centro del dibattito le concause di mortalità per Coronavirus, è Vincenzo Provenzano, presidente nazionale della Simdo, Società italiana metabolismo, diabete, obesità, nonché responsabile del Covid hospital di Partinico, in provincia di Palermo. Un allarme condiviso dall’Associazione americana diabetologi già lo scorso dicembre, che ha parlato di crisi di accesso alle cure per milioni di persone affette da diabete.

I dati di incidenza della pandemia nella carenza di cure nel report della Simdo

In Italia, la riduzione delle attività ospedaliere nel periodo gennaio-giugno 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, è stata pari a circa il 40 per cento, ovvero circa 309 mila ricoveri in meno a livello nazionale. A questo, va sommata la riduzione del numero di ricette per prestazioni di specialistica, diminuite da marzo a maggio 2020 del 58 per cento rispetto al 2019, ovvero circa 34 milioni in meno rispetto all’anno precedente, con picchi anche del 70 per cento in meno, secondo il report realizzato dalla Simdo, analizzando i dati della Ragioneria generale dello Stato sulla spesa sanitaria del 2020.

Le concause di mortalità, dati Istat. Il diabete incide sul 15% dei casi

Andando a vedere, invece, l’elaborazione dei dati Istat, sul Sistema di sorveglianza integrata Covid 19, delle concause di mortalità si legge che, sia per gli uomini sia per le donne, la causa principale di decesso per chi contrae il virus sono le cardiopatie intensive, seguite dal diabete mellito con il 15% dei casi, quindi le cardiopatie ischemiche, seguite dai tumori. Tra quelle che incidono soprattutto per le donne, ci sono demenza e Alzheimer, con circa il 10% dei decessi, e ancora malattie alle basse vie respiratorie e insufficienza renale.

Il parere del presidente della Simdo, Vincenzo Provenzano ( nella foto): «Attivare il fascicolo sanitario elettronico»

«Il sistema sanitario nazionale – spiega VincenzoProvenzano – fatica a causa del peso della pandemia, con ricadute sulla prevenzione, lassistenza ospedaliera e territoriale, e una disparità crescente tra Nord e Sud. Per recuperare le disuguaglianze di accesso ai servizi sanitari, un ruolo decisivo potrebbe averlo l’attivazione del Fascicolo sanitario elettronico, ancora del tutto assente in alcune regioni, che permetterebbe di accelerare il processo di digitalizzazione del Sistema sanitario nazionale».

Secondo il  presidente di SimdoVincenzo Provenzano potrebbe essere finanziato attraverso i fondi del Recovery Fund o del Mes e «aiuterebbe ad avere in tempo reale la cartella clinica dei pazienti ed accedere senza ritardi ai servizi sanitari, come i presidi per i diabetici, le strisce e i microinfusori. In ogni caso – conclude Provenzano – urge far rientrare gradualmente nel circuito della presa in carico del Servizio sanitario nazionale i pazienti non Covid, perché un secondo anno di emarginazione per loro è assolutamente impensabile».

Ideato a Catania un “tracciamento digitale per i vaccinati”, un microchip con i requisiti medici

 

CARDforLIFE, UN “PASS” PER LA NORMALITÀ

Il progetto sperimentale della siciliana HTC, già presentato all’Asp Catania

 

Foto Press

CATANIA

Si chiama “CARDforLIFE”, e nel suo nome c’è tutta l’anima del progetto. È un passaporto sanitario, una “patente” d’immunità per ritornare a vivere, così come succedeva nell’era ante Covid, prima di quell’isolamento forzato che ci vede tutti privi della cosa più preziosa: la normalità. A realizzarla in via sperimentale è HTC, azienda siciliana che unendo healthcare e applicazioni tecnologiche, costruisce nei laboratori di Catania e Palermo soluzioni dedicate alla sanità con connotati fortemente innovativi.

La tessera – dotata di sistema Rfid (acronimo di radio frequency identification) – consentirebbe di attestare lo stato di vaccinazione del portatore titolare della stessa, fornendo quindi un valido strumento d’immediato riscontro: «La nostra Card, con i più alti livelli di sicurezza disponibili sul mercato – spiega Massimiliano Calcaterra, key man dell’iniziativa, che con il gruppo Ricerca&Sviluppo di HTC ha costituito durante il lockdown un tavolo di lavoro multidisciplinare con professionisti e altre aziende del settore – permetterebbe di effettuare, in maniera totalmente anonima e criptata, un tracciamento digitale e consentirebbe al cittadino vaccinato di muoversi liberamente e di svolgere alcune attività al momento precluse: viaggiare, andare al ristorante, a teatro, al cinema, in palestra».

Una certificazione che diventerebbe un vero e proprio “lasciapassare” con un sistema semplice ma immediato: «Il Governo ha più volte parlato di un documento da tenere nel portafogli – continua Calcaterra – noi abbiamo immaginato un microchip che grazie alla connettività NFC, può “leggere” e attestare lo stato sanitario dell’utente. Pochi passaggi per automatizzare il processo: i punti di erogazione dei vaccini, attraverso il codice fiscale dell’utente dovrebbero creare l’anagrafica e personalizzare la tessera, inserendo i parametri d’interesse (ovvero la condizione rispetto alla patologia Covid19) e consegnandola all’utente dopo l’aggiornamento. Quest’ultimo potrà mostrare il “requisito medico” all’occorrenza, semplicemente avvicinando la Card a un qualunque smartphone».

 

Attraverso un cruscotto sarà inoltre possibile visionare il trend relativo alle somministrazioni: «Alcuni giorni fa abbiamo presentato il progetto, pronto a partire, all’Azienda sanitaria provinciale di Catania – conclude Calcaterra, in rappresentanza di HTC che, con la propria consociata, rappresenta diverse multinazionali health in Sicilia – siamo disponibili a fornire gratuitamente in uso la nostra piattaforma per l’implementazione del sistema, quale strumento hi-tech da affiancare al piano di vaccinazione in corso. La piattaforma non determinerà alcun impatto economico finanziario sugli Enti Pubblici, che potranno così valorizzare contenuti e dati utili, ormai indispensabili per gestire l’attuale stato di pandemia. Un’iniziativa, da testare con un progetto-pilota su un’area geografica, che potrebbe rispondere tempestivamente alle forti aspettative di ripresa economica: un reinserimento sicuro nella “nuova normalità”, che determinerebbe quel senso di fiducia che ormai ha abbandonato la maggior parte delle persone. Il nostro gruppo di lavoro negli ultimi anni ha traguardato progetti di ricerca con partner istituzionali di alto profilo quali ASP, Università, Ircss. È nel nostro DNA lavorare sinergicamente per misurarci sul piano di sfide innovative. Il Covid è stato un banco di prova che ha stimolato tutti noi e ci ha permesso di sperimentare nuove soluzioni per rispondere ai bisogni della collettività».