Dibattiti : Le anime dei morti possono essere dovunque perchè il tempo e lo spazio non le riguarda più

Dove si trovano i defunti?

I DIBATTITI SI SUSSEGUONO E GLI ESPERTI IN TEOLOGIA -SACERDOTI – RISPONDONO

Dov’è il Purgatorio? Non è raro che domande di questo genere vengono rivolte anche da persone d’una certa cultura a chi dovrebbe saper rispondere: dov’è il Purgatorio? Prima di tentare una risposta, su base biblica, vogliamo fare due precisazioni. La prima: la domanda potrebbe essere formulata in modo diverso e più completo: Dove sono i morti? La seconda: ricordiamo, sempre con riferimento alla Bibbia, che la Rivelazione è stata fatta da Dio progressivamente, ed ha trovato il suo compimento nei fatti e nei detti di Gesù. Prima di Cristo, ossia nell’Antico Testamento, vi è era una geografia dell’aldilà i termini piuttosto precisi. Gli Ebrei, e non solo essi, immaginavano che i morti, tutti i morti, andassero in una regione chiamata Sceol (in greco Ade), situata al di sotto dell’oceano, al centro della terra. A cominciare dal V secolo a. C., dopo l’esilio babilonese, sempre presso gli Ebrei, vi fu un certo cambiamento: nello Sceol o Ade, collocato al centro della terra, andavano i malvagi, mentre ai giusti era assegnato …

… un luogo in alto chiamato Paradiso, e situato in qualche regione elevata della terra, oppure in alto nei cieli.

Nel Nuovo Testamento continua in parte la stessa mentalità: i peccatori sono collocati nella massima profondità della terra, “nel cuore della terra” (Matteo 12,40), mentre ai giusti è assegnato il Paradiso, un luogo di felicità in alto, chiamato anche in modi diversi: seno di Abramo (cf. Luca 16,22), cielo (Filippesi 3,20), tempio di Dio (Apocalisse 7,15) ecc. Tuttavia questa mentalità geografica viene superata, anzi radicalmente trasformata alla luce degli insegnamenti e della vita di Gesù.

I discepoli del Risorto sanno che i morti non sono più nell’Ade, ma con Gesù, col Signore. San Paolo esprime questa certezza. Il suo “essere col Signore” ripete la promessa fatta da Cristo al buon ladrone: “Oggi sarai con me in Paradiso” (Luca 23,43).

L’aspetto geografico scompare ed emerge una nuova concezione, quella di uno stato o modo di essere: il Paradiso consiste nella compagnia, anzi comunione di vita con Cristo, subito dopo la morte. Tale espressione -comunione con Cristo- rivela la mentalità specificamente cristiana sullo stato intermedio tra la morte e la futura risurrezione dei corpi.

Dov’è il Purgatorio?

Abbiamo ora alcuni elementi per rispondere a questa domanda, sempre su base biblica. Ricordiamo, prima di tutto, che il Purgatorio nella concezione cattolica non va immaginato come un luogo di fuoco e di fiamme, ma va pensato come una esclusione temporanea, un penoso rinvio del Paradiso, dell’essere col Signore.

Le anime del Purgatorio sono anime che hanno raggiunto la salvezza, anime gloriose, alle porte del Paradiso. Vanno perciò pensate vicine a Cristo.

Dov’è Cristo?

La risposta che dà la Bibbia: “in cielo” (Marco 16,19), “al cospetto di Dio” (Ebrei 9,24) ecc., non indica affatto un luogo sia pure alto nei cieli, ma la sua trascendenza, vale a dire un modo di essere libero dai condizionamenti di questa vita, “dalla carne e dal sangue” (1 Corinzi 15,50).

Paradossalmente, egli è ovunque, senza essere in un luogo.

Come lui anche le anime di coloro che sono morti nel Signore, e a questo numero appartengono le anime del Purgatorio: esse perciò vanno pensate in un modo di essere libero dai condizionamenti del nostro mondo fisico-geografico.

Il tempo e lo spazio non le riguarda.

Non sono più soggette alla carne e al sangue (senso biblico). Paradossalmente, possono essere dovunque, senza essere in un luogo.

Dopo tutto non è il luogo, come noi legati ai sensi lo immaginiamo, che fa una persona felice. E’ qualcosa che trascende la materia, lo spazio, il tempo.

La sofferenza o fuoco che purifica le anime del Purgatorio non è la loro lontananza fisico-geografica dal Signore, ma piuttosto il non essere ancora ammessi alla perfetta comunione con Lui.

 Don Marcello Stanzione

I killers della Chiesa

ACCUSE DI 62 SACERDOTI A PAPA FRANCESCO . E’ così difficile – osserviamo – capire la spontaneità del Papa Francesco?

Non c’è pace per il nostro grande Papa. Vogliono screditarlo per tramutare la straordinaria semplicità di Papa Francesco in uomo che cambia le regole divine… è eretico”. Lo sostengono 62 sacerdoti e studiosi cattolici che, con una lettera di 25 pagine, accusano il Pontefice di aver pronunciato ben 7 eresie. Ad essere presi di mira sono soprattutto alcuni passaggi di Amoris laetitia, l’esortazione apostolica sulla famiglia, con la quale il Pontefice ha sostanzialmente aperto ai divorziati, concedendo ai risposati di accedere ai sacramenti. Quali sono,quindi, le 7 presunte false affermazioni di cui è accusato Papa Francesco? Il testo della lettera le contiene enunciate anche in latino.

1) “Una persona giustificata non ha la forza con la grazia di Dio di adempiere i comandamenti oggettivi della legge divina, come se alcuni dei comandamenti fossero impossibili da osservare per colui che è giustificato; o come se la grazia di Dio, producendo la giustificazione in un individuo, non producesse invariabilmente e di sua natura la conversione da ogni peccato grave, o che non fosse sufficiente alla conversione da ogni peccato grave”.

2) “I cristiani che hanno ottenuto il divorzio civile dal coniuge con il quale erano validamente sposati e hanno contratto un matrimonio civile con un’altra persona (mentre il coniuge era in vita); i quali vivono more uxorio con il loro partner civile e hanno scelto di rimanere in questo stato con piena consapevolezza della natura della loro azione e con il pieno consenso della volontà di rimanere in questo stato, non sono necessariamente nello stato di peccato mortale, possono ricevere la grazia santificante e crescere nella carità”.

3) “Un cristiano può avere la piena conoscenza di una legge divina e volontariamente può scegliere di violarla in una materia grave, ma non essere in stato di peccato mortale come risultato di quell’azione”.

4) “Una persona, mentre obbedisce alla legge divina, può peccare contro Dio in virtù di quella stessa obbedienza”.

5) “La coscienza può giudicare veramente e correttamente che talvolta gli atti sessuali tra persone che hanno contratto tra loro matrimonio civile, quantunque uno dei due o entrambi siano sacramentalmente sposati con un’altra persona, sono moralmente buoni, richiesti o comandati da Dio”.

6) “I principi morali e le verità morali contenute nella Divina Rivelazione e nella legge naturale non includono proibizioni negative che vietano assolutamente particolari generi di azioni che per il loro oggetto sono sempre gravemente illecite”.

7) “Nostro Signore Gesù Cristo vuole che la Chiesa abbandoni la sua perenne disciplina di rifiutare l’Eucaristia ai divorziati risposati e di rifiutare l’assoluzione ai divorziati risposati che non manifestano la contrizione per il loro stato di vita e un fermo proposito di emendarsi”.

“Tutte queste proposizioni – concludono i firmatari – contraddicono verità divinamente rivelate che i cattolici devono credere con assenso di fede divina. Esse sono state già identificate come eresie nella petizione riguardante Amoris laetitia che fu inviata da 45 studiosi cattolici ai Cardinali e ai Patriarchi delle Chiese Orientali. È necessario per il bene delle anime che esse siano ancora una volta condannate dall’autorità della Chiesa”. Mediante “parole, atti e omissioni” Papa Francesco avrebbe dunque “causato grande e imminente pericolo per le anime”.

(Agenzia)

Papa Francesco sbatte il volto sulla Papamobile sulle strade della Colombia

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Cartagena (Colombia) – Piccolo incidente in Colombia per Papa Bergoglio. Mentre era sulla papamobile, attraversando le strade di Cartagena, ha sbattuto il volto sulla sbarra di metallo alla quale era aggrappato, perdendo l’equilibrio. Colpa di una frenata improvvisa della vettura. L’urto ha causato al Papa un gonfiore evidente sullo zigomo sinistro e una ferita al sopracciglio che ha iniziato a sanguinare, sporcando un po’ la talare bianca. Lo spiacevole fuori programma non ha minimamente interrotto il corteo.

 Il Papa è stato immediatamente soccorso. La folla impressionante che si sviluppava per chilometri e chilometri non si è accorta di nulla. il medico gli ha messo del ghiaccio sulla ferita e due cerotti bianchi. Il portavoce vaticano ha minimizzato l’accaduto. «Va tutto bene».
(Agenzia)

Papa Francesco: " Essere liberi vuol dire anche essere trasparenti e parlare della propria vita….."

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Il Papa ricorda quando era più giovane.A 42 anni Francesco andava da una psicanalista. Si trovava in Argentina e stava per assumere il ruolo di rettore del Collegio Maximo, luogo di formazione dei gesuiti, scrive l’Avvenire, riportando alcuni estratti delle rivelazioni contenute in un libro-intervista, di prossima uscita, anticipate dal francese ‘Le Figaro Magazine’. Si tratta di dodici dialoghi-colloqui che il Pontefice ha avuto con il sociologo Dominque Wolton, direttore di ricerca al Cnrs.

Nell’estratto del libro “Bergoglio rivela di aver frequentato per sei mesi, una volta alla settimana, una donna medico e psicanalista di origine ebraica ‘per chiarire alcune cose’. L’episodio sarebbe dunque collocabile tra il 1978 e il 1979 quando il futuro Pontefice veniva dall’esperienza di superiore provinciale della Compagnia di Gesù. ‘Quando stava per morire – aggiunge il Papa – lei mi chiamò. Non per ricevere i sacramenti, dato che era ebrea, ma per un dialogo spirituale. Era una persona molto buona’”.

“No, nessuna sorpresa per il fatto che il Papa abbia riferito di essere andato molti anni fa per un breve periodo in analisi” afferma monsignor Bruno Forte, teologo e fra i più ascoltati consiglieri del Pontefice. “Anzitutto – spiega l’arcivescovo di Chieti – perché conosco bene Papa Francesco e so come sia un uomo libero e trasparente, anche nel parlare della sua vita”.

Ma soprattutto, afferma il teologo, perché “il rapporto tra psicanalisi e religione si è andato chiarito sempre più negli ultimi decenni. In modo particolare, è risultato evidente che tutto dipende dalla concezione dell’uomo che propone la psicanalisi. Se dietro la psicanalisi c’è un’idea di uomo chiuso in sé stesso, il cui unico orizzonte è quello storico, terreno e mortale, è chiaro che è difficile per non dire impossibile aprire un dialogo con la fede, come in effetti è avvenuto con Freud”.

Invece, prosegue monsignor Forte, “se la psicanalisi è aperta alla trascendenza, come nel caso di Jung, allora diventa uno strumento importante per aiutare anche chi percorre un cammino di fede: pure un credente può attraversare momenti in cui sente il bisogno di un sostegno anche in campo psicologico e psicanalitico”.

Per il teologo, “una psicanalisi che non sia ideologica e che non chiuda pregiudizialmente alla fede, ma che sia rispettosa della dimensione religiosa dell’individuo, può essere di aiuto anche ai credenti. In tal senso, nessuna contraddizione”.

(Agenzia)

Papa Francesco: " La nazionalità va riconosciuta a tutti i bambini alla nascita"

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Papa Bergoglio : “Nel rispetto del diritto universale a una nazionalità, questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita“..

“La apolidia in cui talvolta vengono a trovarsi migranti e rifugiati può essere facilmente evitata attraverso ‘una legislazione sulla cittadinanza conforme ai principi fondamentali del diritto internazionale‘”, sono ancora le parole del Papa Francesco.

“Si deve  favorire e accelerare il processo di integrazione “attraverso l’offerta di cittadinanza slegata da requisiti economici e linguistici e di percorsi di regolarizzazione straordinaria per migranti che possano vantare una lunga permanenza nel Paese”.

Non sono una idonea soluzione le espulsioni collettive e arbitrarie di migranti e rifugiati, soprattutto quando esse vengono eseguite verso Paesi che non possono garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali” è il monito di Francesco. “Torno a sottolineare l’importanza di offrire a migranti e rifugiati una prima sistemazione adeguata e decorosa”, rimarca Bergoglio.

“Le condizioni di migranti, richiedenti asilo e rifugiati, postulano che vengano loro garantiti la sicurezza personale e l’accesso ai servizi di base. In nome della dignità fondamentale di ogni persona – chiede il Pontefice – occorre sforzarsi di preferire soluzioni alternative alla detenzione per coloro che entrano nel territorio nazionale senza essere autorizzati”.

Il messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato si articola su quattro verbi, accogliere, proteggere, promuovere e integrare, che sintetizzano la “comune risposta” alla sfida del fenomeno migratorio.

 

Quanto ai minori, “la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo offre una base giuridica universale per la protezione dei minori migranti. Ad essi occorre evitare ogni forma di detenzione in ragione del loro status migratorio, mentre va assicurato l’accesso regolare all’istruzione primaria e secondaria. Parimenti è necessario garantire la permanenza regolare al compimento della maggiore età e la possibilità di continuare gli studi”. Bergoglio promuove poi l’affidamento familiare: “Per i minori non accompagnati o separati dalla loro famiglia è importante prevedere programmi di custodia temporanea o affidamento”.

 

(Agenzia)