Papa Francesco come Padre Pio stupisce il mondo: Se non c’è amore nel Paese e si litiga sempre, non si cresce…

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Il  Pontefice, proveniente dal Vaticano, viene in elicottero ed è atterrato nel piazzale adiacente l’Aula Liturgica di Piana Romana. Al suo arrivo il Papa è stato accolto dall’arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca, e dal sindaco di Pietrelcina, Domenico Masone.
Migliaia i fedeli che attendevano l’arrivo di Francesco e che hanno partecipato nella notte alla veglia di preghiera iniziata già da ieri sera.
Francesco si è diretto a piedi, tra la folla che lo acclama, verso la Cappella San Francesco, dove ha sostato brevemente in preghiera davanti all'”olmo delle stimmate”. Quindi, sul piazzale antistante l’Aula Liturgica, ha incontrato i fedeli.

 – Padre Pio “amava la Chiesa, con tutti i suoi problemi, i suoi peccati. Tutti noi siamo peccatori, ci vergogniamo, ma lo Spirito di Dio ci ha consegnato questa Chiesa che è santa. E San Pio amava questa Chiesa, questo era San Pio”. Papa Francesco lo ha detto nel suo discorso a Pietrelcina, aggiungendo passi ‘a braccio’ al testo scritto. Padre Pio, ha detto ancora “mai rinnegò il suo paese, mai rinnegò le sue origini, mai rinnegò la sua famiglia”. 

Padre Pio ha stupito il mondo: ‘Esempio di amore ai deboli’ – “Cari fratelli e sorelle di Pietrelcina e della diocesi di Benevento, voi annoverate san Pio tra le figure più belle e luminose del vostro popolo”. Così papa Francesco si è rivolto ai fedeli durante la sua visita a Pietrelcina. “e”Questo umile frate cappuccino – ha detto nel suo discorso nel piazzale antistante l’Aula Liturgica di Piana Romana – ha stupito il mondo con la sua vita tutta dedita alla preghiera e all’ascolto paziente dei fratelli, sulle cui sofferenze riversava come balsamo la carità di Cristo”. “Imitando il suo eroico esempio e le sue virtù, possiate diventare voi pure strumenti dell’amore di Gesù verso i più deboli – ha aggiunto il Pontefice -. Al tempo stesso, considerando la sua incondizionata fedeltà alla Chiesa, darete testimonianza di comunione, perché solo la comunione, cioè essere sempre uniti in pace tra noi, la comunione tra noi, edifica e costruisce.

Un Paese che litiga tutti in giorni spaventa la gente, è un Paese malato e triste“. Lo ammonisce papa Francesco,  parlando alla popolazione.

Se un Paese litiga sempre non cresce perchè tutte le forze litigano. Per favore, pace tra voi, comunione tra voi e se a qualcuno di voi viene voglia di chiacchierare di un altro, si morda la lingua: farà bene all’aUn Paese dove tutti si vogliono più o meno bene e non si augurano del male, cresce, si allarga e diventa forte. Per favore, – ammonisce il Pontefice a braccio – non spendete tempo a litigare tra voi. Questo non fa crescere, non fa camminare. Pensiamo ad un bambino che piange piange e non vuole muoversi dalla sua culla, quando la mamma lo porta sul pavimento perché comincia a gattonare rimane sempre lì e piange. Vi chiedo: quel bimbo sarà capace di camminare? No, se un paese litiga, litiga, non sarà capace di crescere…….

Il Pontefice pensa anche ai giovani, costretti ad abbandonare la loro terra perchè non trovano lavoro: “Auspico che questo territorio possa trarre nuova linfa dagli insegnamenti di vita di Padre Pio in un momento non facile come quello presente, mentre la popolazione decresce progressivamente e invecchia perché molti giovani sono costretti a recarsi altrove per cercare lavoro. La migrazione interna dei giovani è un problema, pregate perchè i giovani trovino lavoro qui tra voi e non siano costretti ad andarsene altrove”.

Apparizione della Madonna a Medjugorje. Il messaggio diffuso da Mirjana

          SUD   LIBERTA’

Pubblichiamo il messaggio diffuso dalla veggente Mirjana

MEDJUGORJE 
MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE A MIRJANA – 
2 GENNAIO 2018 

Cari figli

quando sulla terra viene a mancare l’amore, quando non si trova la via della salvezza, io, la Madre, vengo ad aiutarvi a conoscere la vera fede, viva e profonda; ad aiutarvi ad amare davvero. Come Madre, anelo al vostro amore reciproco, alla bontà e alla purezza. È mio desiderio che siate giusti e che vi amiate. Figli miei, siate gioiosi nell’animo, siate puri, siate bambini! Mio Figlio ha detto che ama stare tra i cuori puri, perché i cuori puri sono sempre giovani e lieti. Mio Figlio vi ha detto di perdonare e di amarvi. So che non è sempre facile: la sofferenza fa sì che cresciate nello spirito. Per crescere il più possibile spiritualmente, dovete perdonare ed amare sinceramente e veramente. Molti miei figli sulla terra non conoscono mio Figlio, non lo amano. Ma voi, che amate mio Figlio e lo portate in cuore, pregate, pregate e, pregando, percepite mio Figlio accanto a voi: la vostra anima respiri il suo Spirito! Io sono in mezzo a voi e parlo di piccole e grandi cose. Non mi stancherò di parlarvi di mio Figlio, amore vero. Perciò, figli miei, apritemi i vostri cuori, permettetemi di guidarvi maternamente. Siate apostoli dell’amore di mio Figlio e del mio. Come Madre vi prego: non dimenticate coloro che mio Figlio ha chiamato a guidarvi. Portateli nel cuore e pregate per loro.

Vi ringrazio!”

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AUGURI DI SUD LIBERTA’ A PAPA FRANCESCO CHE SPEGNE OGGI 81 CANDELINE

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grazie per quello che fai nel mondo,Papa Francesco..

 Il Papa oggi  riceverà gli auguri da tutto il mondo per il suo 81 compleanno.Il Pontefice, si sa, non ama le feste o i grandi festeggiamenti personali. Da tutto il mondo arriveranno i fedeli in piazza azza San Pietro per ricordare l’avvenimento in occasione del  consueto Angelus domenicale 

L’ attenzione del Pontefice, anche nel giorno del genetliaco, è sempre concentrata sui poveri. Lo scorso anno Bergoglio invitò a colazione a Casa Santa Marta diverse famiglie  senza tetto e dispose che nelle mense dei poveri ci fosse  un dolce di compleanno.

Anche il l Pontefice emerito, Benedetto XVI, è sempre puntuale nel fare gli auguri al Papa. La Famiglia orionina con il direttore don Tarcisio Vieira si unisce idealmente a milioni di fedeli e invia gli auguri di buon compleanno: “Crediamo che oggi il modo migliore di fare gli auguri a Francesco sia quello di mettere in pratica nella vita di tutti giorni gli insegnamenti del suo magistero a partire proprio dall’urgenza della Chiesa dei nostri tempi chiamata ad uscire verso le periferie esistenziali”.

(Agenzia-V.)

L’Anima è immortale : ecco perchè…

Riceviamo e pubblichiamo

LA SACRA SCRITTURA E L’IMMORTALITA’ DELL’ANIMA UMANA

(Istruzione Cattolica)L’immortalità dell’anima è parte integrante della fede della Chiesa. Per dimostrare l’immortalità dell’anima umana – iniziamo col dire – è sufficiente il lume della ragione.
Antichi filosofi, del calibro di Platone e di Cicerone, vissuti rispettivamente il quarto e il primo secolo avanti Cristo, l’avevano riconosciuto.
Sant’Agostino nelle sue Confessioni ricorda che all’età di 18 anni ebbe la fortuna di leggere le opere di Platone e l’Ortensio di Cicerone e si convinse razionalmente dell’immortalità dell’anima.
Nel nostro sito abbiamo avuto occasione di indicare i segni che manifestano l’immortalità dell’anima umana.
Chiediamoci se vi siano nelle Sacre Scritture delle affermazioni che indichino chiaramente questa verità.
Ebbene, sì ve ne sono e anche abbastanza numerose.

Partiamo dall’Antico Testamento.
Qui è necessario suddividere l’Antico Testamento in due periodi.
Nel primo periodo si riconosce la sopravvivenza dell’uomo oltre la tomba.
Evidentemente non si tratta della sopravvivenza del corpo, diventato ormai cadavere, ma della sopravvivenza dell’anima.
Tale sopravvivenza è intesa come un’ombra.
Senza distinzione, queste anime si radunano nello Sheol con quelle dei loro antenati. .
È una sopravvivenza amorfa, uguale per tutti. In questo periodo non è ancora presente il concetto di rimunerazione, di premio o di castigo.
Proprio perché si tratta di una sopravvivenza come di un’ombra, non c’è vera vita e per questo chi finisce nella fossa (Sheol) non loda il Signore.
In questo senso si trovano nei Salmi espressioni come questa: “Compi forse prodigi per i morti? O si alzano le ombre a darti lode?” (Sal 88,11).
E anche: “Non i morti lodano il Signore né quelli che scendono nel silenzio, ma noi benediciamo il Signore da ora e per sempre” (Sal 115,17-18).
Per quanto non si tratti di una vera vita, tuttavia si enuncia chiaramente che non tutto finisce con la morte del corpo.
In ogni caso, anche in questo periodo, non viene mai negata l’immortalità dell’anima.

In un secondo periodo, che coincide con gli ultimi secoli prima della venuta di Cristo (qualcuno dice dal periodo posteriore all’esilio in Babilonia) si parla chiaramente della sopravvivenza dell’anima ed è anche netto il concetto di diversa rimunerazione per i giusti e per gli empi.
Ecco un testo che si legge spesso nelle liturgie esequiali: “Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero, la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace” (Sap 3,1-3).
Si tratta di una vita piena: “In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé; li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come l’offerta di un olocausto.
Nel giorno del loro giudizio risplenderanno, come scintille nella stoppia correranno qua e là.
Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli e il Signore regnerà per sempre su di loro.
Coloro che confidano in lui comprenderanno la verità, i fedeli nell’amore rimarranno presso di lui, perché grazia e misericordia sono per i suoi eletti.” (Sap 3,5-9).
“Ma gli empi riceveranno una pena conforme ai loro pensieri; non hanno avuto cura del giusto e si sono allontanati dal Signore” (Sap3,10).
E ancora: “Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura.” (Sap 2,23).

Nel Nuovo Testamento l’immortalità dell’anima è dichiarata apertamente da Nostro Signore quando dice: “E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo” (Mt 10,28).
Ugualmente il Signore parla di una vera vita anche oltre la tomba, ben diversa dalla sopravvivenza come di un’ombra come pensavano i sadducei: “Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Non è il Dio dei morti, ma dei viventi!».” (Mt 22,31-32).
Nel discorso delle beatitudini il Signore fa riferimento chiaro alla vita futura quando dice: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,3-8).

Anche nelle parabole del Signore emerge chiaramente il concetto dell’immortalità dell’anima.
Si pensi in particolare alla parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro. Si legge: “Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui.” (Lc 16,22-23).
Evidentemente il povero portato dagli angeli accanto ad Abramo vi è andato solo con la sua anima, perché il corpo era andato in corruzione.
Analogamente la stessa cosa vale per il ricco epulone.
Tralascio i riferimenti che si possono trovare negli altri testi del Nuovo Testamento.

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PAPA FRANCESCO: NON DEVIARE MAI DALLA GIUSTA LIBERTA’. LA LIBERTA’ NON PUO’ SOPRAVVIVERE SENZA GIUSTIZIA

 

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E’ stato un incontro storico.  Un momento di celebrazione della pace con la leader del Myanmar Aung San Suu Kyi che  ha accolto Papa Francesco nella capitale Nay Pyi Taw. Il premio Nobel per la Pace ha ringraziato il Pontefice per “essere arrivato qui da noi” e ha chiesto a Bergoglio di “portare forza e speranza nella comprensione dei nostri bisogni, della pace, della riconciliazione nazionale e dell’armonia sociale”.

P”Il nostro inno nazionale, adottato al momento della nostra indipendenza, inizia con le parole ‘Non deviare mai dalla giusta libertà’, riflettendo la ferma convinzione dei padri fondatori della nostra nazione che la vera libertà non può sopravvivere senza giustizia”, ha detto ancora la leader birmana, spiegando che oggi “spetta a noi continuare il compito di costruire una nazione fondata su leggi e istituzioni che garantiscano a tutti giustizia, libertà e sicurezza“.

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San Suu Kyi  ha ricordato a Papa Francesco  che  “le sfide  sono molte e ognuna richiede forza, pazienza e coraggio. La nostra nazione è un ricco arazzo di diversi popoli, lingue e religioni, tessuto su uno sfondo di un vasto potenziale naturale. Lo scopo del nostro governo è di far emergere la bellezza della nostra diversità e di renderla la nostra forza, proteggendo i diritti, promuovendo la tolleranza e garantendo la sicurezza per tutti“.

“Dal canto suo il Pontefice ha detto che “il futuro del Myanmar deve essere la pace: una pace fondata sul rispetto della dignità e dei diritti di ogni membro della società, sul rispetto di ogni gruppo etnico e della sua identità, sul rispetto dello stato di diritto e di un ordine democratico che consenta a ciascun individuo e a ogni gruppo, nessuno escluso, di offrire il suo legittimo contributo al bene comune”. Il riferimento implicito è alla situazione della minoranza dei rohingya, che tuttavia diplomaticamente Bergoglio non nomina.

“Avverte il Pontefice – Le differenze religiose non devono essere fonte di divisione e di diffidenza, ma piuttosto una forza per l’unità, per il perdono, per la tolleranza e la saggia costruzione del Paese”.

SUD LIBERTA’ – IN VIAGGIO CON PAPA FRANCESCO IN MYANNTAR E BANGLADESH

 

 

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Missione di Pace nel Mondo

Raccontare il viaggio di Papa Francesco in Myanmar e Bangladesh: la programmazione speciale di Tv2000,è pronta in collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano, è già partita stamattina per concludersi domenica 3 dicembre.

Tra gli appuntamenti del Pontefice trasmessi in diretta dall’emittente della Cei: martedì 28 novembre dalle 11.45 con l’incontro con le autorità, con la società civile e con il corpo diplomatico; mercoledì 29 novembre alle 3 la messa celebrata da Papa Francesco nel Kyaikkasan Ground e venerdì 1 dicembre alle ore 5 la messa con l’ordinazione presbiterale nel Suhrawardy Udyan Park, a Dhaka.

Tutti i giorni, a partire dalle 10 e il pomeriggio dalle 16, in onda dagli studi di Tv2000 la trasmissione il ‘Diario di Papa Francesco’, condotta da Gennaro Ferrara e Nicola Ferrante, con esperti, opinionisti e missionari. Tra gli ospiti in studio nei giorni del viaggio: Padre Bernardo Cervellera (direttore Asianews);  Luigi Accattoli; Giacomo Galeazzi (La Stampa); padre Ferruccio Brambillasca (PIME); Gianni Valente (La Stampa); Suor Cristina Thee (missionaria); Iacopo Scaramuzzi (Askanews); Stefano Bettera (vice presidente dell’ Unione buddisti italiani); Paolo Affatato (Fides); Alessandra Colarizi (Il Fatto); la nipote primo missionario in Birmania, Annamaria Abbona Coverlizza; Salvatore Cernuzio (Vaticaninsider); Amedeo Ricucci (RAI); Padre Gabriel Amal Costa (PIME); Izzedin Elzir (presidente UCOI); Andrea Iacomini (Unicef). Anche la trasmissione ‘Bel tempo si spera’, condotta da Lucia Ascione, da martedì 28 novembre a venerdì 1 dicembre, dalle 7.30 alle 8.30 dà spazio al viaggio del Papa, con ospiti in studio e approfondimenti. Servizi, interviste e collegamenti saranno curati dagli inviati della redazione del Tg2000 nelle tre edizioni quotidiane: ore 12, 18.30, 20.30.

Ogni giorno, in seconda serata, sarà trasmesso un ‘instant film’ che riproporrà le immagini, i discorsi e gli incontri più significativi della giornata di Francesco.

Dio non è un controllore in cerca di biglietti non timbrati: parole del Santo Padre Francesco

 

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Papa Francesco: nessuno al mondo può ritenersi inutile……..”

Dio non è un controllore in cerca di biglietti non timbrati, è un Padre alla ricerca di figli, cui affidare i suoi beni e i suoi progetti. Ed è triste quando il Padre dell’amore non riceve una risposta generosa di amore dai figli, che si limitano a rispettare le regole, ad adempiere i comandamenti, come salariati nella casa del Padre”. Sono parole di  Papa Francesco in un passaggio dell’omelia durante la messa a San Pietro per la Giornata mondiale dei poveri.

Sul tema della povertà, il Pontefice ha poi spiegato che ognuno di noi può fare la propria parte: “Prima di tutto riconosciamo questo: abbiamo dei talenti, siamo ‘talentuosi’ agli occhi di Dio. Perciò nessuno può ritenersi inutile, nessuno può dirsi così povero da non poter donare qualcosa agli altri”. “Siamo eletti e benedetti da Dio, che desidera colmarci dei suoi doni, più di quanto un papà e una mamma desiderino dare ai loro figli – spiega Francesco – E Dio, ai cui occhi nessun figlio può essere scartato, affida a ciascuno una missione”.

 

Papa Francesco, tramite umano tra la Terra ed il Cielo, esorta gli uomini a restituire umanità alla morte

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Papa Francesco: ” Rinunciate all’accanimento terapeutico: non si vuole procurare la morte ma si accetta di non poterla impedire”

Papa Francesco interviene sulla scelta del limite della condizione umana . Afferma :”Gli interventi sul corpo umano diventano sempre più efficaci, ma non sempre sono risolutivi: possono sostenere funzioni biologiche divenute insufficienti, o addirittura sostituirle, ma questo non equivale a promuovere la salute. Occorre quindi – un supplemento di saggezza, perché oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona”.

Non v’è dubbio che Papa Francesco è l’unico al mondo che , ispirato da Dio e diffusore del Credo cristiano, sia da ritenersi più credibile e più forte della stessa scienza che a, riguardo ha lanciato alcune sue conclusioni. E’ credibile perchè Egli è il miglior  tramite umano del pianeta con Dio e i Santi.

Eutanasia : Foto stock

(Foto Archivio)
 Bergoglio, citando un discorso che Pio XII rivolse 60 anni fa ad anestesisti e rianimatori, ricorda che ” non c’è obbligo di impiegare sempre tutti i mezzi terapeutici potenzialmente disponibili e che, in casi ben determinati, è lecito astenersene. È dunque moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito ‘proporzionalità delle cure’. L’aspetto peculiare di tale criterio è che prende in considerazione ‘il risultato che ci si può aspettare, tenuto conto delle condizioni dell’ammalato e delle sue forze fisiche e morali’. Consente quindi di giungere a una decisione che si qualifica moralmente come rinuncia all’’accanimento terapeutico’”.

E’ “una scelta che assume responsabilmente il limite della condizione umana mortale, nel momento in cui si prende atto di non poterlo più contrastare. ‘Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire‘, come specifica il Catechismo della Chiesa Cattolica. Questa differenza di prospettiva restituisce umanità all’accompagnamento del morire, senza aprire giustificazioni alla soppressione del vivere.Vediamo bene, infatti, – conclude il Papa – che non attivare mezzi sproporzionati o sospenderne l’uso, equivale a evitare l’accanimento terapeutico, cioè compiere un’azione che ha un significato etico completamente diverso dall’eutanasia, che rimane sempre illecita, in quanto si propone di interrompere la vita, procurando la morte” ( Agenzia)

Vere e proprie mattanze per avere gli organi vitali venduti al mercato nero – Papa Bergoglio richiama l’attenzione del mondo

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PAPA FRANCESCO:  “IL TRAFFICO DI ORGANI UN CRIMINE CONTRO L’ UMANITA’

Un Summit in Vaticano con dottori provenienti da tutto il mondo ha messo in luce drammi e fatti gravissimi che il Pontefice ha denunciato. Il traffico illegale degli organi, che in molti Paesi è diventato un business.

“Tanti bambini in Argentina, con queste lunghe cicatrici sulla schiena“ -afferma – Papa Francesco. “Vi autorizzo a dire che il Papa e la Chiesa ritengono la vendita di un organo umano un atto immorale. Un crimine contro l’umanità. La donazione è e deve essere un atto d’amore.”.  

Gli organi in questione vengono prelevati da persone vive o appena decedute, senza alcun consenso, in seguito a minacce, rapimenti o addirittura omicidi, tutto per soddisfare le richieste numerosissime di chi ha bisogno di un trapianto per sopravvivere.

Spesso si tratta di dare una vita in cambio di un’altra, infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che ogni anno i trapianti legali sono 118.000, ma ne servirebbero 1.000.000.

Gli organi più ricercati sono reni, fegato e cuore, da cui si ricavano circa 15.000 dollari a “pezzo”, venduti sul mercato nero al miglior offerente, come una merce, un prodotto qualunque.

I luoghi più toccati da questo orrendo turismo del trapianto sono America Latina, Egitto, Pakistan, India, in favore di Canada, Stati Uniti, Europa occidentale, Australia, Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi, Iran. Un traffico insomma che va dai Paesi più poveri della terra a quelli più ricchi, dalle classi sociali più vulnerabili a quelle più abbienti, attuato da operatori sanitari senza scrupolo alcuno.

Nel deserto del Sinai sono state fatte delle vere e proprie mattanze, ad esempio; lo prova il ritrovamento di molti cadaveri a cui mancavano organi vitali; erano per lo più eritrei, etiopi e sudanesi.

La denuncia del Pontefice richiama così l’attenzione e la collaborazione di tutte le nazioni e dei leader religiosi di ogni Credo, perché termini la mercificazione del corpo umano, in tutte le sue forme.

E’ necessario, in primo luogo, che ogni Pese possa garantire una donazione di organi legale e che si trovi subito un modo perché gli operatori sanitari appurino eticamente, oltre che medicalmente, la volontà dei donatori e dei riceventi, con la creazione di registri per il reperimento di organi e anche dei trapianti effettuati, al fine di condividerne i dati a livello internazionale.

I controlli dovranno essere serrati e i casi sospetti repentinamente indagati, alfine di debellare in tempi brevi il macabro fenomeno, da cui neanche il nostro occidentalissimo e cristiano Paese è immune.

Nel 2016, infatti, la Polizia di Stato di Palermo e Agrigento, con gli agenti del Servizio centrale operativo di Roma, ha arrestato 38 sospetti.

In Nord Africa, recuperavano organi da alcuni migranti, che non potevano pagarsi in altro modo la traversata nel Mediterraneo per raggiungere le nostre coste.

Italiani erano i mediatori, di Dubai e di Israele i compratori, egiziani quelli che prelevavano gli organi. Non tutti sopravvivevano all’intervento e i loro corpi, come scarti da smaltire, venivano abbandonati lungo le coste egiziane o gettati in mare.

La legge n. 236 del 2016 punisce il traffico di organi, chi lo organizza, chi lo pubblicizza e chi lo diffonde, anche su internet. La reclusione va da tre a sette anni o, a seconda dei casi, fino a un massimo di quindici anni.