Papa Francesco   : “Con il Diavolo non si dialoga, gli si risponde con la parola di Dio”

 

Papa Francesco: l'Angelus di domenica 10 marzo 2019 in Piazza San Pietro!

Roma
Papa Francesco, durante l’udienza di ieri con i partecipanti al congresso annuale dell’Unione ciclistica europea ha indicato lo sport “di grande aiuto per la crescita umana di ogni persona perché stimola a dare il meglio di sé, in vista del raggiungimento di una determinata meta; perché educa alla costanza, al sacrificio e alla rinuncia”.

Il pontefice ha ribadito che “la pratica di uno sport insegna a non scoraggiarsi e a ricominciare con determinazione, dopo una sconfitta o dopo un infortunio”. Soffermandosi sul ciclismo, Francesco lo ha definito come “uno degli sport, che mette maggiormente in risalto alcune virtù come la sopportazione della fatica nelle lunghe e difficili salite, il coraggio nel tentare una fuga o nell’affrontare una volata, l’integrità nel rispettare le regole, l’altruismo e il senso di squadra”.

Anche nella vita è necessario coltivare uno spirito di altruismo, di generosità e di comunità per aiutare chi è rimasto indietro e ha bisogno di aiuto per raggiungere un determinato obiettivo”…..

        Angelus : le tentazioni del diavolo

AVIDITA’ DI POSSESSO    -GLORIA UMANA   – NON STRUMENTALIZZARE DIO A PROPRIO VANTAGGIO –

Papa Francesco dopo si è soffermato sull’’esperienza delle tentazioni di Gesù nel deserto. Dopo aver digiunato per 40 giorni Gesù è tentato tre volte dal Diavolo. Costui prima lo invita  prima a trasformare una pietra in pane, poi gli mostra dall’alto il Regno della terra e gli prospetta di diventare un messia potente e glorioso, infine lo conduce sul punto più alto del tempio di Gerusalemme e lo invita a buttarsi giù per manifestare in maniera spettacolare la sua potenza divina.

Le tre tentazioni indicano le tre strade che il mondo sempre ci propone promettendo grandi successi. Tre strade per ingannarci: l’avidità di possesso, la gloria umana e la strumentalizzazione di Dio. La prima strada, quella dell’avidità di possesso parte dal naturale e legittimo bisogno di nutrirsi di vivere di realizzarsi di essere felice per spingere a credere che tutto ciò è possibile senza Dio, anzi persino contro di lui. Gesù si oppone dicendo sta scritto non di solo pane vive l’uomo, ricordando il lungo cammino del popolo eletto attraverso il deserto Gesù afferma di volersi abbandonare con piena fiducia alla provvidenza del padre, che sempre si prende cura dei suoi figli.

La seconda tentazione, la strada della gloria umana: il diavolo dice se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me tutto sarà tuo. Si può perdere ogni dignità personale e ci si lascia corrompere da idoli del denaro, del successo e del potere, pur di raggiungere la propria autoaffermazione. Gesù risponde: “Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai”.

Di fronte alla terza tentazione, ossia strumentalizzare Dio a proprio vantaggio, Gesù oppone con forza la propria decisione di rimanere umile, rimanere fiducioso di fronte al Padre. È stato detto non mettere alla prova il signore tuo Dio, così Gesù respinge la tentazione forse più sottile, quella di voler tirare Dio dalla nostra parte, chiedendogli grazie in realtà servirà a soddisfare il nostro orgoglio.

Queste le strade che se vengono messe davanti con l’illusione di poter ottenere così il successo e la felicità, ma in realtà esse sono del tutto Estranee al modo di agire di Dio, anzi di fatto ci separano da Dio, perché sono opera di Satana. Gesù affrontando in prima persona queste prove vince per tre volte la tentazione per aderire pienamente al progetto del Padre. Ci indica i rimedi, ossia la vita interiore, la fede in Dio,  la certezza del suo amore, la certezza che Dio ci ama, e con questa certezza vinceremo ogni tentazione. Gesù  non entra in dialogo ma risponde alle sfide soltanto con la parola di Dio. Questo ci insegna che con il Diavolo non si dialoga, non si deve dialogare soltanto gli si risponde con la parola di Dio”.

Papa Francesco: svelerò i segreti del Vaticano. Fra un anno aprirò l’Archivio segreto Papa Pio XII

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LA  CHIESA NON HA PAURA DELLA STORIA, ANZI AMA E AFFIDA AI RICERCATORI IL PATRIMONIO DEI DOCUMENTI SEGRETI”

I segreti del Vaticano stanno tutti per essere svelati. La Chiesa deve essere trasparente .L’Archivio segreto  al pontificato di Pio XII sarà aperto dal 2 marzo del 2020 dal Vaticano. Ad annunciarlo è Papa Francesco durante l’udienza ai membri dell’Archivio Segreto Vaticano ricevuti nella sala Clementina del palazzo Apostolico. “Annuncio la mia decisione di aprire alla consultazione dei ricercatori la documentazione archivistica attinente al pontificato di Pio XII, sino alla sua morte, avvenuta a Castel Gandolfo il 9 ottobre 1958”, dichiara solennemente il Pontefice.

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Ho deciso che l’apertura degli Archivi Vaticani per il Pontificato di Pio XII avverrà il 2 marzo 2020, a un anno esatto di distanza dall’80° anniversario dell’elezione al Soglio di Pietro di Eugenio Pacelli. Assumo questa decisione – spiega il Papa – sentito il parere dei miei più stretti collaboratori, con animo sereno e fiducioso“.

Il Pontefice si dice “sicuro che la seria e obiettiva ricerca storica saprà valutare nella sua giusta luce, con appropriata critica, momenti di esaltazione di quel Pontefice e senza dubbio anche momenti di gravi difficoltà, di tormentate decisioni, di umana e cristiana prudenza, che a taluni poterono apparire reticenza e che invece furono tentativi, umanamente anche molto combattuti, per tenere accesa, nei periodi di più fitto buio e di crudeltà, la fiammella delle iniziative umanitarie, della nascosta ma attiva diplomazia, della speranza in possibili buone aperture dei cuori”.

Papa Francesco aggiunge : “la Chiesa non ha paura della storia, anzi, la ama e vorrebbe amarla di più e meglio, come la ama Dio! Quindi, con la stessa fiducia dei miei predecessori, apro e affido ai ricercatori questo patrimonio documentario”.

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la figura di quel Pontefice, che si trovò a condurre la Barca di Pietro in un momento fra i più tristi e bui del XX secolo, agitato e in tanta parte squarciato dall’ultimo conflitto mondiale, con il conseguente periodo di riassetto delle Nazioni e la ricostruzione postbellica, questa figura è stata già indagata e studiata in tanti suoi aspetti, a volte discussa e perfino criticata, si direbbe con qualche pregiudizio o esagerazione”. Oggi, sottolinea ancora il Pontefice, “essa è opportunamente rivalutata e anzi posta nella giusta luce per le sue poliedriche qualità: pastorali, anzitutto, ma poi teologiche, ascetiche, diplomatiche“.

Arresto del Cardinale George Pell per crimini sessuali – Il Vaticano: “La notizia è dolorosa e scioccante ma abbiamo rispetto per l’autorità giudiziaria”

Il cardinale Pell, tesoriere del Vaticano, colpevole di violenza sessuale nei confronti di bambini

Il cardinale George Pell, 77  anni ,condannato per crimini  sessuali su minori è stato condotto nel carcere di Melbourne, dove trascorrerà la sua prima notte in cella.Le prove della violenza sessuale risalgono agli anni ’90 per aver abusato di due bambini del coro nella sacrestia della cattedrale di Saint Patrick di Melbourne.  Si apprende che il tribunale di questa cittadina ha posto un divieto  fino ad oggi alla Stampa e ai giornalisti dei media di pubblicare l’esito della sentenza. 

Il giudice Peter Kidd del tribunale di Victoria ha revocato il provvedimento di libertà provvisoria concesso a Pell al termine di una breve udienza.

Il cardinale aveva goduto dei benefici della libertà provvisoria per tutta la durata del processo. Dopo il verdetto di condanna, la sentenza a carico di Pell verrà pronunciata il 13 marzo. 

Rischia 50 anni di carcere. “Per garantire il corso della giustizia il Santo Padre ha confermato le le misure cautelari già disposte nei confronti del Cardinale. Ossia il divieto in via cautelativa dell’esercizio pubblico del ministero e, come di norma, il contatto in qualsiasi modo e forma con minori di età“. Lo ha reso noto il portavoce Alessandro Gisotti, sottolineando che “la Santa Sede si unisce a quanto dichiarato dal Presidente della Conferenza Episcopale Australiana nel prendere atto della sentenza di condanna in primo grado nei confronti del Cardinale George Pell”. Si tratta, ha affermato il direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, “di una notizia dolorosa che, siamo ben consapevoli, ha scioccato moltissime persone, non solo in Australia. Come già affermato in altre occasioni, ribadiamo il massimo rispetto per le autorità giudiziarie australiane“. “In nome di questo rispetto – ha concluso Gisotti – attendiamo ora l’esito del processo d’appello, ricordando che il cardinale Pell ha ribadito la sua innocenza e ha il diritto di difendersi fino all’ultimo grado. In attesa del giudizio definitivo, ci uniamo ai vescovi australiani nel pregare per tutte le vittime di abuso, ribadendo il nostro impegno a fare tutto il possibile affinchè la Chiesa sia una casa sicura per tutti, specialmente per i bambini e i più vulnerabili”.

Papa Francesco: “severe condanne dinanzi alla piaga degli abusi sessuali degli uomini della Chiesa”

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Papa Francesco vuol iniziare la sua battaglia per combattere la piaga della pedofilia : Afferma “Il popolo di Dio ci guarda e attende da noi non semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci da predisporre“. “Cari fratelli, dinanzi alla piaga degli abusi sessuali perpetrati da uomini di Chiesa a danno dei minori, – spiega ai 190 presenti nell’Aula Nuova del Sinodo – ho pensato di interpellare voi, patriarchi, cardinali, arcivescovi, vescovi, superiori religiosi e responsabili, affinché tutti insieme ci mettiamo in ascolto dello Spirito Santo e con docilità alla Sua guida ascoltiamo il grido dei piccoli che chiedono giustizia”.

Il Pontefice osserva: “Grava sul nostro incontro il peso della responsabilità pastorale ed ecclesiale che ci obbliga a discutere insieme, in maniera sinodale, sincera e approfondita su come affrontare questo male che affligge la Chiesa e l’umanità. Il santo Popolo di Dio ci guarda e attende da noi non semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci da predisporre. Ci vuole concretezza”.

Papa Francesco: “Senza libertà si è schiavi,Dio lascia libero l’uomo e nessuna istituzione umana può forzare: non si può proclamare la fratellanza e poi agire in senso opposto”

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La libertà è un bene prezioso. Papa Francesco lo ricorda negli Emirati Arabi Uniti, “senza libertà non si è più figli della famiglia umana ma schiavi“. Viene scolpito questo assunto nel corso dell’incontro interreligioso con il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al Tayyib, e si spiega che “se crediamo nell’esistenza della famiglia umana, ne consegue che essa in quanto tale va custodita” e “come in ogni famiglia, ciò avviene anzitutto mediante un dialogo quotidiano ed effettivo”.

Un dialogo, chiarisce il Pontefice, che “presuppone la propria identità, cui non bisogna abdicare per compiacere l’altro. Ma al tempo stesso domanda il coraggio dell’alterità, che comporta il riconoscimento pieno dell’altro e della sua libertà e il conseguente impegno a spendermi perché i suoi diritti fondamentali siano affermati sempre, ovunque e da chiunque”.

Tra le libertà, prosegue il Papa, ” quella religiosa. Essa non si limita alla sola libertà di culto, ma vede nell’altro veramente un fratello, un figlio della mia stessa umanità che Dio lascia libero e che pertanto nessuna istituzione umana può forzare, nemmeno in nome suo. Il coraggio dell’alterità è l’anima del dialogo, che si basa sulla sincerità delle intenzioni. Il dialogo è infatti compromesso dalla finzione, che accresce la distanza e il sospetto: non si può proclamare la fratellanza e poi agire in senso opposto. Ciascuno gode del diritto alla libertà”.

Papa Francesco: “Il sesso è un dono di Dio per amare ma occorre educazione, a casa prima e poi a scuola, non deve essere una cuccagna o sfruttamento”

Il sesso è un dono di Dio per amare, non è una cuccagna.- ha affermato Papa Francesco -.. anche se qualcuno lo usa per guadagnare soldi o per sfruttare altre persone..”

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Ma – prosegue Papa Francesco-  “occorre fare una educazione sessuale che sia oggettiva, senza colonizzazione ideologica. Se si fa un’educazione sessuale piena di ideologia, allora si distrugge una persona. Il sesso, come dono di Dio, ha bisogno di essere educato, non con rigidità ma tirando fuori il meglio delle persone, accompagnandole nel cammino“.

“Il problema è anche nella scelta di quali insegnanti per l’educazione sessuale nelle scuole, di quali libri di testo: io ho visto anche cose di scarsissimo valore e ci sono cose che fanno maturare e cose che fanno male. L’ideale è che l’educazione sessuale cominci a casa, con i genitori anche se questo non sempre è possibile, per tante diverse situazioni familiari. Allora, è necessario che la scuola supplisca a questa mancanza, altrimenti rimane un vuoto che verrà riempito da qualche ideologia“.

Sulla problematica “Celibato” Papa Francesco dice: “E’ un dono alla Chiesa. Io non sono d’accordo a permettere il celibato opzionale prima del diaconato. E’ una cosa mia, personale, ma io non lo farò e questo rimanga chiaro. Sono chiuso? Forse, ma non sento di mettermi davanti a Dio con questa decisione”. “Mi viene in mente una frase di Paolo VI, ‘preferisco dare la vita, prima di cambiare la legge sul celibato’… E’ una frase coraggiosa, pronunciata in un momento più difficile dell’attuale, ai tempi del ’68 – ricorda il Pontefice – Resterebbe qualche possibilità soltanto in posti lontanissimi come ad esempio le isole del Pacifico, quando c’è necessità pastorale perché bisogna pensare ai fedeli, se mancano i sacerdoti”.

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Papa Francesco: “Il sesso è un dono di Dio per amare, non è una cuccagna..…”

Sul  Venezuela, Francesco dice: “Sostegno a tutto il popolo venezuelano, che sta soffrendo: tutto il popolo, chi sta da una parte e chi sta dall’altra parte”. “Se io dovessi dire ‘ascoltate questo o quel Paese, ascoltate quello che dicono gli altri’, mi metterei in un ruolo che non conosco e sarebbe una imprudenza dal punto di vista pastorale e farei dei danni – spiega il Pontefice – So quello che sta succedendo in Venezuela in questo momento: per questo desidero che si mettano d’accordo, non so come… serve una soluzione giusta e pacifica”. Sottolinea il Papa: “Quello che mi spaventa è lo spargimento di sangue. Chi può, aiuti a risolvere il problema. La questione della violenza è molto grande, non c’è soluzione al sangue. Non mi piace la parola ‘equilibrato’, io devo essere pastore, per tutti. Se hanno bisogno di aiuto, di comune accordo lo chiedano”.

PAPA FRANCESCO: “E’ L’AMORE DI CRISTO CHE TIENE UNITI I GIOVANI, AMORE DI LIBERTA’ E PER LA LIBERTA’, AMORE CHE ELEVA E GUARISCE..”

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Nessuno al mondo come Papa Francesco riesce a radunare 250 mila giovani come ieri all’appuntamento di Panama    Sono i giovani i veri maestri  e artigiani della cultura dell’incontro”.

“Veniamo da culture e popoli diversi,- ha esordito subito Papa Francesco – parliamo lingue diverse, usiamo vestiti diversi. Ognuno dei nostri popoli ha vissuto storie e circostanze diverse. Quante cose ci possono differenziare. Ma nulla di tutto ciò ha impedito che potessimo incontraci ed essere felici di stare insieme. Questo è possibile perché sappiamo che c’è qualcosa che ci unisce, c’è Qualcuno che ci fa fratelli”.

IL  VERO AMORE NON ANNULLA LE LEGITTIME DIFFERENZE MA LE ARMONIZZA…..”

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L’Arcivescovo di Panama, José Domingo Ulloa,  ricorda che questa “è la gioventù di Cristo”. E poi quella di alcuni ragazzi di Ele Salvador, Peru, Haiti e Messico, che presentano al Papa i santi patroni della Gmg: Giovanni Paolo II, don Bosco, san Martino de Porres, Santa Rosa da Lima, san Juan Diego e san Oscar Arnulfo Romero.

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“Il vero amore non annulla legittime differenze, ma le armonizza in una superiore unità”. Questa è una citazione di Benedetto XVI. E il Papa non perde l’occasione per mandare, insieme con i giovani, un gioioso saluto al suo predecessore. “Ci sta guardando e lo salutiamo”… “Con i vostri gesti voi smentite e screditate tutti quei discorsi che si concentrano e si impegnano nel creare divisione”, in un certo senso obbedendo al “padre della menzogna che preferisce un popolo diviso e litigioso”. Tuttavia, prosegue Papa Bergoglio, «incontrarsi non significa mimetizzarsi, Né pensare tutti la stessa cosa o vivere tutti uguali facendo e ripetendo le stesse cose, ascoltando la stessa musica o portando la maglia della stessa squadra di calcio”. La cultura dell’incontro, “è un appello e un invito ad avere il coraggio di mantenere vivo un sogno comune capace di coinvolgere tutti”. Il sogno per il quale Gesù ha dato la vita.

 E’ l’amore di Cristo a tenere uniti i giovani. Un amore che non si impone e non schiaccia, un amore che non emargina e non mette a tacere, un amore che non umilia e non soggioga. E’ l’amore del Signore, amore quotidiano, discreto e rispettoso, amore di libertà e per la libertà, amore che guarisce ed eleva. Un amore che sa più di riconciliazione che di proibizione, più di dare nuova opportunità, che di condannare”. Ed è in definitiva lo stesso amore al quale Maria ha detto il suo sì. Francesco indica la Madonna, un cui ritratto campeggia alle sue spalle, sul fondale del palco, e sottolinea: “Vuoi che questo sogno abbia vita? Vuoi dargli carne con le tue mani, i tuoi piedi, il tuo sguardo, il tuo cuore? Vuoi che sia l’amore del Padre ad aprirti nuovi orizzonti e a portarti per sentieri mai immaginati e pensati, sognati o attesi, che rallegrino e facciano cantare e danzare il cuore?”.

“Panama non sia solo un canale che unisce solo due mari, – sono le parole del cuore di Papa Francesco -ma anche la via attraverso cui il sogno di Dio trovi altri piccoli canali per irradiarsi in tutto il mondo”.

 

 

“Guarire le ferite nell’ambito familiare è indispensabile per avere pace ed armonia”: -Angelus di Papa Francesco

 

Nella famiglia di Nazareth non è mai venuto meno lo stupore, neanche in un momento drammatico come lo smarrimento di Gesù: è la capacità di stupirsi di fronte alla graduale manifestazione del Figlio di Dio”.

 “Ma cos’è lo stupore, cos’è stupirsi?”, si è chiesto Francesco al consueto Angelus,  che ha commentato la festa della Santa Famiglia soffermandosi su due sentimenti: “Stupore e angoscia”. “Stupirsi e meravigliarsi è il contrario del dare tutto per scontato, è il contrario dell’interpretare la realtà che ci circonda e gli avvenimenti della storia solo secondo i nostri criteri”, ha spiegato: “E una persona che fa questo non sa cosa sia la meraviglia, cosa sia lo stupore. Stupirsi è aprirsi agli altri, comprendere le ragioni degli altri: questo atteggiamento è importante per sanare i rapporti compromessi tra le persone, ed è indispensabile anche per guarire le ferite aperte nell’ambito familiare”.

“Quando ci sono dei problemi nelle famiglie, diamo per scontato che noi abbiamo ragione e chiudiamo la porta agli altri”, l’esempio scelto dal Papa: “Invece, bisogna pensare: ‘Ma che cos’ha di buono questa persona?’, e meravigliarsi per questo ‘buono’. E questo aiuta l’unità della famiglia”. “Se voi avete problemi nella famiglia, pensate alle cose buone che ha il familiare con cui avete dei problemi, e meravigliatevi di questo”, il consiglio dei Francesco: “E questo aiuterà a guarire le ferite familiari”.

L’angoscia che Maria e Giuseppe provarono nei tre giorni dello smarrimento di Gesù, ha proseguito il Papa a proposito del secondo sentimento, “dovrebbe essere anche la nostra angoscia quando siamo lontani da Lui, quando siamo lontani da Gesù”. “Dovremmo provare angoscia quando per più di tre giorni ci dimentichiamo di Gesù, senza pregare, senza leggere il Vangelo, senza sentire il bisogno della sua presenza e della sua consolante amicizia”, il monito: “E tante volte passano i giorni senza che io ricordi Gesù. Ma questo è brutto, questo è molto brutto. Dovremmo sentire angoscia quando succedono queste cose”. “Oggi torniamo a casa con queste due parole: stupore e angoscia”, la consegna finale: “Io so avere stupore, quando vedo le cose buone degli altri, e così risolvere i problemi familiari? Io sento angoscia quando mi sono allontanato da Gesù? Preghiamo per tutte le famiglie del mondo, specialmente quelle in cui, per vari motivi, mancano la pace e l’armonia”.

PAPA FRANCESCO: ..”..PERDONATE ANCHE NEI MOMENTI DI DIFFICOLTA’ E DI SMARRIMENTO DELLA VS VITA..”

L’atteggiamento di Stefano che imita fedelmente il gesto di Gesù, è un invito rivolto a ciascuno di noi ad accogliere con fede dalle mani del Signore ciò che la vita ci riserva di positivo e anche di negativo. La nostra esistenza è segnata non solo da circostanze felici, ma anche da momenti di difficoltà e di smarrimento. Ma la fiducia in Dio ci aiuta ad accogliere i momenti faticosi e a viverli come occasione di crescita nella fede e di costruzione di nuove relazioni con i fratelli. Si tratta di abbandonarci nelle mani del Signore, che sappiamo essere un Padre ricco di bontà verso i suoi figli”.

E’ l’Angelus del Papa  in Piazza San Pietro. “Perdonare, sempre: il perdono allarga il cuore, genera condivisione, dona serenità e pace. Il proto-martire Stefano ci indica la strada da percorrere nelle relazioni interpersonali in famiglia, nei luoghi di scuola e di lavoro, in parrocchia e nelle diverse comunità. La logica del perdono e della misericordia – ha spiegato Francesco – è sempre vincente e apre orizzonti di speranza. Ma il perdono si coltiva con la preghiera, che ci permette di tenere fisso lo sguardo su Gesù”.

 

Papa Francesco alla Messa di Natale: l’uomo moderno è diventato avido e vorace, occorre invece condividere e donare

 

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Nell’omelia della messa di Natale Papa Francesco ha invitato tutti i fedeli ad andare a Betlemme “per cambiare il corso della storia”.

Consueto appuntamento con la messa della notte al Vaticano. Nell’omelia il Santo Padre  ha voluto ricordare come “l’uomo è diventato avido e vorace. Per molti avere, riempirsi di cose  pare il senso della vita. Un’insaziabile ingordigia attraversa la storia umana, fino ai paradossi di oggi quando in pochi banchettano e troppi non hanno pane per vivere“. “Betlemme – sottolinea il Pontefice – è la svolta per cambiare il corso della storia. La strada è in salita, va superata la vetta dell’egoismo, non bisogna scivolare nei burroni della mondanità e del consumismo“. 

 Colui che dona la vita. Il corpicino del Bambino di Betlemme lancia un nuovo modello di vita: non divorare e accaparrare ma condividere e donare”. Così, “possiamo rinascere nell’amore e spezzare la spirale dell’avidità e dell’ingordigia”.

A Betlemme, prosegue il Papa, “scopriamo che la vita di Dio scorre nelle vene dell’umanità. Se la accogliamo, la Storia cambia a partire da ciascuno di noi; perché quando Gesù cambia il cuore, il centro della vita non è più il mio ‘io’ affamato ed egoista. Chiediamoci: ho davvero bisogno di molte cose, di ricette complicate per vivere? Riesco a fare a meno di tanti contorni superflui, per scegliere una vita più semplice? Gesù è il Pane del cammino: non gradisce digestioni pigre, lunghe e sedentarie… ma chiede di alzarsi svelti da tavola per servire”.

Papa Francesco ancora alla messa di Natale: “Solo andando incontro a Dio si potrà cogliere l’essenza del messaggio di questa festività”    Poi  ha esortato i fedeli a non stare fermi sul divano come “chi si sente arrivato e non ha bisogno di nulla. Perché solo andando incontro a Dio si potrà cogliere l’essenza del messaggio di Natale“. Una piazza San Pietro gremita ha ascoltato la messa della notte di Natale. Un’omelia dedicata alla povertà del mondo, argomento che potrebbe essere toccato anche nel messaggio Urbi et Orbi della giornata di domani, 25 dicembre 2018. 

Intanto il cardinale Pietro Parolin, Segretario della Santa Sede, ha trascorso il Natale in Iraq dove molti cristiani stanno rientrando dopo essere stati allontanati dall’ISIS. Possibile che questa visita sia un preludio ad un viaggio del Pontefice in quelle zone ma al momento non si hanno conferme. La situazione nel Paese è a rischio ma il Vaticano starebbe valutando con attenzione la possibilità di un viaggio a Baghdad per Bergoglio.

 

Video con l’omelia di Papa Francesco durante la messa di Natale (-Vaticano –N.J.)

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