L’ARS RICORDA RITA BORSELLINO, “PATRIMONIO DEI SICILIANI E DELL’ITALIA”

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Perviene alla Redazione di SUD LIBERTA’ comunicato stampa ag.

Ricordata all’Assemblea regionale siciliana, nel corso della seduta d’Aula pomeridiana, Rita Borsellino, sorella del magistrato ucciso in via D’Amelio, ex deputata regionale, venuta a mancare lo scorso 15 agosto. La proposta di una commemorazione a sala d’Ercole era stata avanzata, durante l’ultima seduta, dal capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo. “Una protagonista della migliore antimafia, quella lontana dalle passerelle, ma concreta e sempre presente”, ha sottolineato il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciche’, prendendo la parola.

“Ha rappresentato un’opposizione ferma e senza compromessi – ha aggiunto -. Tra i suoi disegni di legge, quello sulla modifica delle competenze della Commissione antimafia, con l’intuizione di mettere il fenomeno della corruzione intimamente legato all’azione dell’infiltrazione mafiosa. Non posso che essere fiero che quella intuizione, che in quella legislazione non e’ stata raccolta, sia stata trasfusa in uno dei primi atti che questo Parlamento ha approvato, modificando le competenze della Commissione”.

Rita Borsellino e’ patrimonio di tutti, non solo del partito Democratico. E’ un esempio da seguire anche per Forza Italia”, ha dichiarato il deputato di Forza Italia, Tommaso Calderone. Dello stesso avviso il deputato di “Diventera’ bellissima”, Giorgio Assenza, presidente del Collegio dei Deputati questori, che ha aggiunto: “Fu antesignana e scopri’ con dolore che, dietro una antimafia parolaia e di facciata, si nascondevano interessi particolari”.
“Rita Borsellino ci rende orgogliosi di essere siciliani ed era riuscita in un’opera incredibile: mi ha fatto votare il Partito Democratico, perche’ l’ho votata quando venne candidata alla presidenza della Regione”. Cosi’ il vicepresidente dell’Ars, Giancarlo Cancelleri, del Movimento 5 Stelle, durante la commemorazione a Sala d’Ercole, di Rita Borsellino. “Vorrei che da oggi cominciassimo davvero un nuovo percorso – ha aggiunto -. Dobbiamo vivere dei suoi insegnamenti”.
Rita e’ un patrimonio di quest’Aula, dei Siciliani e di tutta l’Italia. Ha portato addosso tutto il peso della sua vicenda familiare”. ha detto Claudio Fava,(nella foto sopra) presidente della Commissione regionale antimafia.”

Leoluca Orlando alle corde come sul ring: i pentastellati chiedono le dimissioni

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Dodici consiglieri comunali chiedono le dimissioni di Orlando sostenendo che la situazione al Comune di Palermo è disastrosa

PALERMO

Il sindaco Leoluca Orlando sembra un pugile alle corde sul ring . Dopo Enzo Bianco, l’ex sindaco di Catania, condannato dalla Corte dei conti, per bilancio irregolare, anche Orlando rischia di far saltare la contabilità nella città di Palermo.    Il pugile è il Movimento 5 Stelle,che lancia un segnale di cambiamento,di una situazione grave con Leoluca Orlanco sindaco, non è una mozione di sfiducia vera e propria visto che  non sono ancora passati i 24 mesi dall’inizio della consiliatura previsti per legge.

 

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I pentastellati hanno presentato il documento  a Sala delle Lapidi  ricevendo il consenso , oltre alla firma dei cinque componenti del gruppo,  di Alessandro Anello, Marianna Caronia, Fabrizio Ferrandelli, Cesare Mattaliano, Sabrina Figuccia, Igor Gelarda, e Mimmo Russo. Il numero di firme però non è sufficiente per raggiungere il quorum dei due terzi del Consiglio, che servirebbe per sfiduciare il primo cittadino.

Un comunicato stampa del M5 S , pervenutoci, spiega :”Solo Forza Italia, tra le forze di opposizione, continua a dare fiducia al sindaco – . L’auspicio è che Orlando possa finalmente prendere coscienza e ammettere la gravità della situazione dei bilanci del Comune di Palermo, riconoscendo le proprie responsabilità nel disastro in atto, e che possa, con un atto di amore nei confronti della città, regalarle una possibilità di riscatto e di dignità dimettendosi”.

Orlando ha il dovere di informare la popolazione regionale.

 

Elezioni in Sicilia: cambiano Pupi e Pupari

 

Salvo Pogliese con ben il 48% dei voti è il nuovo sindaco di Catania. I dati non sono ufficiali ma consegnati dalle segreterie dei partiti. Sono  cifre che permettono al candidato del centrodestra unito di passare al primo turno battendo in maniera netta il sindaco uscente e che tentava la via della riconferma, Enzo Bianco.

Un risultato eclatante soprattutto per la chiara sconfitta di Bianco. Anche se la forza elettorale di Pogliese era apparsa chiara nelle ultime settimane, le previsioni davano battaglia col sindaco uscente che veniva valutato comunque elettoralmente ancora forte.

Secondo questi dati comunicati  Enzo Bianco si fermerebbe al 30% e il grillino Giovanni Grasso al 17%

Messina

Anche a Messina il sindaco uscente Renato Accorinti deve fare le valigie. . La città dello Stretto sceglierà il proprio sindaco al ballottaggio del 24 giugno e Accorinti è fuori dal sistema .

Trapani

A distanza di quasi un anno dalla mancata elezione del 2017 Trapani sceglie il suo sindaco, dimenticando un anno di commissariamento e lo fa  con il percorso inverso di Catania passando nelle mani del centrosinistra anche se mascherato da lista civica e senza il simbolo Pd. Il nuovo sindaco, secondo exit poll e dati di segreteria, è Giuseppe Tranchida che passa al primo turno a mani basse per il voto disgiunto soprattutto dei pentastellati. Proprio i 5 stelle si avviano a essere il primo partito in consiglio comunale ma non eleggono il sindaco.

 

Ragusa

Si profila un ballottaggio a Ragusa fra il grillino Antonio Tringali e l’esponente di una lista civica Peppe Cassì in realtà esponente di centrodestra. Si ferma al 15% l’ex sindaco Antonio Cassari. Dietro di lui Sonia Migliore altro esponente di centrodestra che agguanta appena un 11% così come Maurizio Tumino.

Siracusa

Si profila il ballottaggio fra Ezechia Paolo Reale e Francesco Italia nell’altra città capoluogo con ben sette candidati. L’ex assessore regionale, l’avvocato Reale, sembra non raggiungere la quota 40% che gli garantirebbe il passaggio al primo turno. Si fermerebbe intorno al 37% che rappresenta, comunque, un ampio vantaggio sul secondo ma lo costringe al ballottaggio che resta un rischio. Francesco Italia sfiora il 20% e va alla sfida del 24 giugno, fra due settimane.

Passa il bilancio della giunta Musumeci ma norme dubbie – e certamente illecite per la mancata copertura finanziaria- proiettano la Regione ai tempi della Mafia padrona

 

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iL BILANCIO PRENDE LUCE ma i rilievi e le anomalie sono ben visibili .L’accorpamento di Irfis, Ircac e Crias, l’abolizione degli Istituti autonomi case popolari (Iacp) con l’istituzione dell’Agenzia regionale per la Casa, la soppressione dell’Ente per lo sviluppo agricolo (Esa), la fusione tra Istituto di incremento ippico e Istituto sperimentale zootecnico.

Sono alcune delle norme inserite nel disegno di legge di stabilità regionale per il 2018 approvato dalla giunta Musumeci e che, insieme al Bilancio 2018/2020, passerà all’Assemblea regionale siciliana per l’esame da parte delle Commissioni di merito.

Nell’articolato trova spazio anche il biglietto unico per il trasporto locale che prevede progetti sperimentali di integrazione tariffaria tra i servizi urbani delle tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e quelli ferroviari regionali.

Una deroga consentirà all’Arpa di procedere con le nuove assunzioni.

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La nuova norma elude il blocco delle assunzioni ma dovrà presto fare i conti con la Corte dei conti visto che non ha alcuna garanzia di copertura finanziaria. Insomma una norma pubblicitaria per far capire di essere a favore della gente debole e in cerca di lavoro.
E apre, di fatto, a nuove assunzioni. Senza indicare, a dire il vero, quante unità devono essere inserite in pianta organica, né quanto costeranno. L’articolo 6 della Finanziaria regionale appena approdata a Palazzo dei Normanni consentirà all’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, di assumere nuovo personale, nonostante alla Regione sia ancora vigente la norma che non consente alcun tipo di nuova assunzione.E CHE DIRE  DEI SINDACATI REGIONALI?    Non interpellati  sono considerati fantasmi per il governo in carica o, probabilmente portatori di interessi di parte.

E lo “sblocco” del divieto è ingenuamente ammesso nella relazione tecnica che accompagna la legge Finanziaria: “La norma – si legge – deroga al blocco delle assunzioni al fine di garantire lo svolgimento di funzioni fondamentali nell’ambito della protezione ambientale e dei controlli prescritti dalla vigente normativa per la copertura di posizioni tecnico-scientifiche non fungibili dell’Ente che per la loro caratteristica e delicatezza – prosegue la norma – richiedono specifici profili professionali o requisiti idonei allo svolgimento delle funzioni”.
L’Arpa, si legge nell’articolo della legge di stabilità, “è autorizzata, al fine di garantire le funzioni istituzionali cui è preposta, ad avviare le procedure per l’assunzione di nuovo personale nel rispetto dell’analisi dell’effettivo fabbisogno e della relativa sostenibilità finanziaria e previo svolgimento delle procedure di mobilità”. Insomma, norma così vaga che al momento non è prevista nemmeno una copertura finanziaria. Ma di fatto, intanto, viene tolto il macigno delle assunzioni.  E LA RESPONSABILITA’ PER L’OMESSA COPERTURA NON PUO’ ESSERE ADDEBITATA SOLO AL PRESIDENTE MUSUMECI CHE “TECNICAMENTE” E POLITICAMENTE AFFERMA DI AVER RISPOSTO ALL’APPELLO DELLA SICILIA…
Nel frattempo, sempre lo stesso articolo prevede un inquadramento nei ruoli del Corpo forestale di lavoratori che al momento non sono a tutti gli effetti dei dipendenti regionali: si tratta di una trentina di componenti del Corpo di vigilanza del Parco dei Nebrodi, selezionati dall’ente (non quindi direttamente dalla Regione) nel 2006 e da allora addetti al controllo di quel territorio.

La norma della Finanziaria prevede il loro transito nel Corpo forestale, uno dei dipartimenti della Regione tanto contestati nelle loro funzioni e accusati di essere stati  un serbatoio clientelare di ex presidenti della Regione e “deriva – scrive il governo nella relazione alla legge di stabilità – dalla necessità di implementare le risorse organiche del Corpo Forestale regionale con particolare riferimento alla provincia di Messina dove le gravissime carenze di organico determinano criticità nel controllo del territorio e nella gestione della prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi”. Quindi i forestali non basterebbero, gli oltre 15 mila dipendenti regionali non sono più sufficienti.Nasce il sospetto  che il governo intenda aprire a clientele e a segreterie politiche per disciplinare le nuove assunzioni.   Nessuno crede ai forestali in Sicilia e alla loro attività sia nell’omesso controllo orario dei funzionari forestali dei vari distaccamenti dei paesi comunali sia negli incendi procurati per dimostrare la necessità di lavoro nei boschi…

 Stanziati, inoltre, nove milioni di euro per contributi in conto capitale, a favore di famiglie a basso reddito, per l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione della prima casa. Dotato anche il capitolo per far fronte alle richieste pervenute da oltre dodicimila disabili gravissimi.

“E’ un testo molto snello di trentacinque norme – afferma il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci – nel quale sono contenute alcune delle priorità di questo governo. Le altre grandi riforme sulle quali stiamo lavorando faranno parte di disegni di legge organici che saranno presentati dopo la conclusione della sessione di Bilancio. Si tratta di uno strumento contabile non blindato e quindi aperto ai contributi di tutti i gruppi parlamentari”.

UN’ALTRA VERGOGNA DELL’ARS: I DEPUTATI HANNO ASSUNTO 88 PORTABORSE SERVILI. UNA “NORMA”(INVENTATA DALL’ARS) LO CONSENTIREBBE

 

 

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DEPUTATI SICILIANI SENZA VERGOGNA : DOVREBBERO CIRCOLARE CON UNA MASCHERA PER GLI SPRECHI ED ILLECITI DI CUI SONO AUTORI ESCLUSIVI

Raffaele Lanza

Un’altra vergogna siciliana si aggiunge nel libro dell’Ars.  I nuovi collaboratori esterni dei gruppi sono centoundici. Se a questi si aggiungono i dipendenti diretti dei gruppi, gli uomini di staff e i consulenti la cifra sale a 226: 162 sono inquadrati dai gruppi parlamentari (88 portaborse e 74 stabilizzati) e 64 sono stati arruolati nei propri staff dai nove componenti del Consiglio di presidenza dell’Ars. Venti sono i collaboratori che fanno parte dello staff del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè. Paradossalmente ed invertendo la regola che i servizi della Regione devono essere assicurati dal personale interno ricco di quasi tutte le professionalità,gli esterni sono, dunque, di più degli interni visto che i dipendenti dell’amministrazione sono 177.       La comunicazione perviene direttamente alla casella “direzione” di SUD LIBERTA’.

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In atto vige una “norma (in realtà taciuta dai parlamentari)“che al momento assegna a ciascun deputato 58.800 euro all’anno per l’assunzione di funzionari portaborse che ha prodotto la contrattualizzazione di 88 persone nei gruppi parlamentari. Altro problema riguarda il bacino degli ‘stabilizzati’ (una ottantina), 74 quelli assunti finora e chi non ha trovato collocazione ha presentato una diffida ai capigruppo. Tra le proposte in esame  quella del M5s, che ha suggerito di dare ai gruppi la libera facoltà di scelta dei propri collaboratori e di parametrare il numero di portaborse a quello dei deputati componenti del gruppo, fissando la quota al 30%. “In questo modo l’Ars risparmierebbe 3 milioni di euro”

Un’osservazione: SUD LIBERTA’ RITIENE UNA VERA INDECENZA LA NORMA VIGENTE CHE CONSENTE AL DEPUTATO SICILIANO DI “REGOLARIZZARE CON CONTRATTO” IL PORTABORSE SERVILE.

 

Troppa nebbia sulla Regione siciliana: la nave sta per affondare

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Valentina Zafarana, capogruppo del Movimento 5 Stelle comunica l’attuale situazione politica della Regione siciliana: “E’ sotto gli occhi di tutti che il governo regionale non ha più una maggioranza. Musumeci venga all’Assemblea Regionale Siciliana per spiegare come intende uscire da questa paralisi istituzionale. Ci dica in sostanza con quali numeri vuol portare avanti le cose che aveva annunciato in campagna elettorale. Venga all’Ars prima della seduta d’aula di lunedì”.

La maggioranza non c’è più. Probabilmente non c’è mai stata anche se i numeri rivelavano che una risicata presenza di deputati di maggioranza (36 su 70) potesse alleviare il disagio del governo Musumeci.

Oggi si contano 7 deputati formalmente di maggioranza che ad ogni occasione  mettono in crisi – al fine di porre i dovuti correttivi -gli atti del governo.  Musumeci dal canto suo vuol vedere in faccia chi lo tradirà e chiede di abolire il voto segreto dell’Ars. Staremo a vedere.

 

Il potere della dirigenza della Regione siciliana narcotizza purtroppo il Presidente Nello Musumeci (che cambia poco o nulla)

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Si cambia ma è una roteazione apparente perchè in realtà i dirigenti sono gli stessi, chi era all’ufficio di gabinetto chi in altri posti di comando.Ci aspettavamo un cambiamento totale della macchina amministrativa dirigenziale e tecnica della Regione siciliana. Siamo così al punto di partenza.

“La nuova quadra di dirigenti generali – ha affermato Nello Musumeci ai giornalisti -comprende volti nuovi e dirigenti già collaudati. Ogni dirigente sarà in  prova e, tra un anno, opereremo una verifica dei risultati, specie per quanti si occuperanno di gestione della spesa. Sul trattamento economico, è stata inoltre decisa la riduzione del venti per cento sulla parte variabile dello stipendio”.
Questo il nuovo organigramma dei 27 dipartimenti e dei 3 uffici equiparati dell’amministrazione regionale:

Segreteria generale: Maria Mattarella
Ufficio legislativo e legale: Gianluigi Amico
Protezione civile: Calogero Foti
Affari extraregionali: Vincenzo Falgares
Programmazione: Vincenzo Falgares (interim)
Autorità certificazione programmi cofinanziati dalla commissione europea: Patrizia Valenti
Audit programmi coofinanziati dalla Commissione europea: Grazia Terranova

Agricoltura: Carmelo Frittitta

Sviluppo regionale e territoriale: Mario Candore
Pesca mediterranea: Dario Cartabellotta

Attività produttive: Rosolino Greco

Funzione pubblica e personale: Rosalia Pipia
Autonomie locali: Margherita Rizza

Beni culturali e identità siciliana: Maria Elena Volpes

Ragioneria generale: Giovanni Bologna
Finanze e credito: Benedetta Cannata
Coordinamento sistemi informativi regionali e attività informatica: Maurizio Pirillo

Acqua e rifiuti: Salvo Cocina
Energia: Tuccio D’Urso

 Famiglia e politiche sociali: Salvatore Giglione
Lavoro: Francesca Garoffolo

Infrastrutture, mobilità e trasporti: Fulvio Bellomo
Dipartimento regionale tecnico: Salvo Lizzio

Istruzione e formazione professionale: Giovanni Silvia

Pianificazione strategica: Mario La Rocca
Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico: Maria Letizia Di Liberti

Ambiente: Giuseppe Battaglia
Urbanistica: Giovanni Salerno
Corpo forestale: Filippo Principato

Turismo: Lucia Di Fatta

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Eliminare una “cancrena della Regione Sicilia”: far rotare subito i dirigenti per evitare interessi particolari

 

 

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Pronta la rotazione dei dirigenti  generali della Regione siciliana. Sono la cancrena dell’Isola per il mancato rilancio della Sicilia.  – Facciamo rotare i  dirigenti, naturalmente. Quelli che sono prossimi alla pensione non li nominiamo. I  dirigenti generali andranno via subito salvo pochissime eccezioni”Dovranno presentare un curriculum tramite un atto di interpello. . Abbiamo individuato i criteri per far girare i dirigenti interni”. Li valorizziamo meglio e, ovviamente, non potranno curare interessi particolari. Siamo alla svolta e tutti saranno controllati nei risultati…”

Non si nascondono già accordi preliminari tra il governatore siciliano Nello Musumeci e il papabile assessore ai  Rifiuti della Sicilia, Alberto Pierobon, dopo le dimissioni  dell’assessore Vincenzo Figuccia dell’Udc. . Già sub commissario per  emergenza rifiuti in Campania, e dirigente del Consorzio Treviso 3,  Pierobon è pronto a diventare il riferimento delle prossime settimane  anche nell’interlocuzione romana con il governo nazionale.

– “Mi dispiacerebbe molto perdere  l’assessore Sgarbi in Giunta –sottolinea il Musumeci – perché ogni  giorno , pur con le provocazioni che sappiamo, sforna idee e proposte che però non sempre possono trovare  spazio per i problemi economici”.

“Quella dei rifiuti in Sicilia è una  delle “emergenze strutturate, che esistono da decenni. Ma io non mi  piego facilmente, ho tanta tenacia, piano piano riusciremo ad  affrontare tutte le problematiche e su alcune troveremo anche una  soluzione”.  Musumeci è noto  ha incontrato a Roma il premier Gentiloni a  cui ha chiesto i poteri speciali per la Sicilia.  Il premier però non ha assicurato nulla al governatore, solo sorrisi e strette di mani.

Stiamo tentando di capire se  rientriamo nei poteri speciali anche per la crisi idrica, per potere  attivare il collegamento con un acquedotto che è ai confini della  provincia di Palermo, con una copiosa quantità di acqua che andrebbe  immessa nella rete che serve Palermo. Questo ci consentirebbe di  risolvere momentaneamente l’emergenza idrica sul capoluogo siciliano”.  “Non abbiamo ricette per la pioggia,  francamente – avverte  Musumeci – Si possono fare tutti gli invasi che  vogliamo ma gli invasi sono alimentati dall’acqua piovana che in  Sicilia viene utilizzata per l’11 per cento. Tutto il resto viene  assorbito dal suolo o finisce in mare. Poi, la rete da tempo non viene sottoposta a manutenzione…….insomma c’è stato disinteresse per anni e anni…………………..

 

Singolare protesta del Movimento siciliano ” Siciliani liberi”: “Conteremo le schede nulle”

 

Perviene una missiva ed una comunicazione al nostro giornale.  “I ‘Siciliani Liberi’ invitano i propri quadri intermedi, coordinatori di circolo, militanti, iscritti, simpatizzanti e in generale l’elettorato che segue e ha votato per il movimento alle competizioni comunali e regionali ad annullare la scheda elettorale alle politiche non avendo nostri candidati a rappresentare le istanze e gli interessi della Sicilia e non sentendoci rappresentati da alcun potenziale candidato interno ai partiti e agli schieramenti italiani esistenti”..

La legge elettorale e’ particolarmente penalizzante per i partiti a vocazione ‘regionale’, volta com’e’ a impedire che nuove formazioni politiche insidino il ruolo della partitocrazia italiana”. La decisione e’ stata assunta dal comitato promotore del Movimento. “Non traggano sconforto i siciliani da questa nostra assenza dalle schede – afferma il segretario politico, Ciro Lomonte – perche’ noi siamo e saremo sempre al fianco dei siciliani che lottano per la liberta’. Siamo in campagna ‘anti-elettorale’ e conteremo le schede nulle il giorno dopo il voto, per vedere se e di quanto questa forma di protesta ne avra’ fatto crescere il numero rispetto ai dati storici: e’ un modo semplice per fare sentire la propria voce e per sapere quanto possiamo incidere”. Per il movimento invece “l’astensione e’ pericolosa, perche’ non e’ un ‘voto contro’, ma un ‘non voto’, che potrebbe essere scambiata per disinteresse, e che peraltro non e’ segreta”.

“Il nostro invece e’ un voto – sottolinea Lomonte – potevamo indicare anche scheda bianca, ma ragioni di sicurezza ci inducono a preferire la scheda nulla, magari indicando ‘Siciliani Liberi’, o ‘Sicilia Indipendente’ o disegnando una Trinacria piu’ o meno stilizzata”.

Il movimento contesta la legge elettorale. “E’ una legge ritagliata su loro misura – afferma Lomonte – che quasi toglie il diritto di voto a chi non crede che i partiti italiani possano dare una risposta, una qualsiasi risposta valida, alla questione siciliana”. E aggiunge: “E’ pur vero che, rispetto alla sua formulazione originaria (il cosiddetto primo “rosatellum”) che toglieva del tutto il diritto di voto ai partiti ‘regionali’, questa da’ loro una possibilita’ teorica di rappresentanza, attraverso i collegi uninominali, o in quelli plurinominali del solo Senato. Ma questa condizione si potrebbe verificare solo all’ottenimento della maggioranza relativa nei singoli collegi uninominali (non meno del 25 % circa) o del superamento, per i collegi plurinominali del Senato, di una quota di sbarramento ‘regionale’ al 20%. Non ci sono realisticamente, ad oggi, le condizioni per un soggetto politico con soli due anni di vita alle spalle di conseguire subito un risultato cosi’ rilevante”.

“Anzi, certamente – insiste Lomonte nella nota – il meccanismo psicologico del ‘voto utile’ toglierebbe anche quello che e’ il suo consenso naturale molto piu’ di quanto non sia gia’ accaduto alle elezioni regionali. Il 2018 sara’ un anno importante per il movimento Siciliani Liberi: dalla celebrazione del 1° congresso nazionale alla campagna di promozione del progetto della zona economica speciale, dalla costruttiva ma ferma opposizione extraparlamentare alla giunta di Nello Musumeci alle elezioni amministrative, l’attivita’ politica del Movimento continuera’ nella speranza di risvegliare la coscienza identitaria e la consapevolezza dei propri diritti calpestati nel maggior numero di siciliani possibile”.

Ancora dichiarazioni di fuoco dell’ex assessore Vincenzo Figuccia contro Miccichè che porta la Sicilia al baratro

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Parlamento e governo siciliano in fibrillazione per le dichiarazioni dell’ex assessore a Energia e Rifiuti Vincenzo Figuccia contro Gianfranco Miccichè.Lui, Figuccia, non si vede fra i 5 stelle né nel Pd, si considera un uomo di centro destra.Le sue dichiarazioni sembrano tuttavia quelle di un oppositore di fuoco. .

Figuccia continua oggi a dire:  “Non si può criticare, giustamente, il presidente del Senato che mantenendo la funzione si trova pure a fare il leader del suo movimento politico e contemporaneamente far finta di nulla su Gianfranco Miccichè eletto presidente dell’Assemblea regionale siciliana, mentre  contemporaneamente mantiene la carica politica di coordinatore regionale di Forza Italia. Il centrodestra non può tollerare queste forme di regime marxista e deve affrontare questa pesante questione dei ruoli istituzionali coincidenti con ruoli politici in capo alle medesime persone”.

Davanti alle prossime elezioni politiche – aggiunge – assistiamo in Sicilia alle azioni di ingordigia di chi da palazzo dei Normanni agisce anche nella formazione delle liste, incontra amici e distribuisce collegi ai più devoti. Credo che debba essere lo stesso Silvio Berlusconi, leader del centrodestra, a fare chiarezza sul ruolo, o doppio ruolo, di Miccichè”.

Per  Forza Italia  “Figuccia evidentemente soffre di una qualche sindrome che gli procura delle forti perdite di memoria. Infatti da alcuni mesi non fa più parte di Forza Italia, ma di un altro gruppo, chissà per quanto tempo ancora. Faccia all’interno del suo gruppo parlamentare quello che meglio crede, se glielo lasceranno fare, e non si preoccupi di Forza Italia a meno che non voglia fare il dittatore in casa d’altri. Gli vorrei consigliare di smetterla con questo continuo attacco al Presidente dell’ARS, Gianfranco Miccichè, che sta svolgendo il suo ruolo politico e istituzionale in maniera impeccabile, solamente per avere tribuna e visibilità sui media. Cambi registro e trovi altre fonti per non cadere nell’oblio, visto che anche i bambini hanno compreso che le sue dimissioni da assessore ai rifiuti non avevano nulla a che vedere con la questione degli stipendi ai dipendenti dell’ARS, ma per palese inconsistenza e incapacità amministrativa. Meglio la protesta che la proposta. Più complicato è trasformare i problemi in soluzioni”.

Figuccia insomma fa capire che non accetta le posizioni ufficiali del suo partito perchè è un uomo libero: resta un deputato di maggioranza che, però, voterà  i provvedimenti secondo la sua coscienza e non quella del partito.  Idem  Cateno De Luca che, però, ha abbandonato  il gruppo Udc  aderendo al gruppo misto con Claudio Fava. Anche lui si sente tradito dal partito ma soprattutto dal presidente della Regione che non lo ha difeso, ne ha  preso anzi le distanz eaffermando di non conoscere  i provvedimenti giudiziari pendenti su Cateno De Luca, dopo l’ennesimo arresto.”

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