ACI SANT’ANTONIO: PAROLA D’ORDINE TRASPARENZA SUI FINANZIAMENTI -ANCHE PICCOLE SOMME- E SVILUPPO PLESSI SCOLASTICI

 

L’Istituto comprensivo De Andrè

Un altro finanziamento per il Comune di Aci Sant’Antonio: stavolta si tratta di duecentomila euro che andranno investiti per ‘lavori di adattamento spazi, ambienti e aule didattiche in conseguenza dell’emergenza sanitaria Covid-19’.
La somma è legata all’avviso del Ministero dell’Istruzione dello scorso agosto che assegnava risorse agli enti locali per lavori di messa in sicurezza e adeguamento di edifici scolastici, e l’Ente santantonese ha ottenuto la somma necessaria per interventi nei plessi centrali degli istituti comprensivi “Fabrizio De André” e “Alcide De Gasperi”, nei quali verranno effettuati lavori legati all’aerazione e alla sanificazione degli ambienti, specie quelli dove in genere vengono concentrate le maggiori presenze.
“Si tratta di interventi di piccola edilizia ma di grande importanza alla luce dell’emergenza che stiamo ancora vivendo – ha dichiarato l’Assessore ai Lavori Pubblici, Antonio Scuderi – e vanno a sommarsi a quanto già fatto in questo senso. Come mostrato nel corso di questi anni, Aci Sant’Antonio non si ferma e continua nell’opera di sviluppo e miglioramento degli indici di vivibilità”.

 

 

L’Istituto comprensivo “De Gasperi”
Il Sindaco, Santo Caruso, mette in evidenze l’importanza data al settore destinatario dei fondi: “L’abbiamo sempre detto: la scuola prima di tutto. In questi giorni avevamo dato la notizia, importantissima, della demolizione e ricostruzione della scuola della circonvallazione, che avevamo scoperto essere stata realizzata con cemento depotenziato e che
eravamo stati costretti a chiudere. E adesso arriva quest’altra bella notizia dei fondi per i lavori nei plessi centrali, notizia che si somma alle tante già date, come quella del microasilo di Santa Maria La Stella, o della palestra. E, di certo, questo non sarà l’ultimo annuncio in questo senso”.

 

DA ACI SANT’ANTONIO UNA LEZIONE DI CIVILTA’ A TUTTI I COMUNI ETNEI: LA GIUNTA DELIBERA L’ESENZIONE E/O RIDUZIONE TARI

 

 

Caruso: “Un segnale importante nell’ottica della ripresa”

Si tratta di un segnale importante nell’ottica della ripresa”. Queste le parole del Sindaco, Santo Caruso, al termine del voto che ha visto deliberare dalla Giunta l’esenzione della TARI, relativamente all’anno 2021, per un gran numero di utenze non domestiche, e la riduzione del
trenta per cento relativamente alla sola parte variabile della tariffa per quelle non rientranti nell’esonero del pagamento.
La manovra si è resa necessaria alla luce dell’attuale emergenza sanitaria, prorogata dal Governo nazionale fino al 31 dicembre dell’anno in corso, tenendo conto delle restrizioni che hanno comportato la sospensione completa o la riduzione di attività economiche, con esclusione di quelle necessarie a garantire beni e servizi essenziali, e della considerevole riduzione della capacità di spesa delle famiglie.
Facendo leva su un importante intervento economico per tutti i Comuni italiani che ha visto assegnati ad Aci Sant’Antonio 84.486,52 euro, e su uno stanziamento regionale di 230.500,00 euro, è stato possibile individuare le seguenti categorie per l’esenzione totale della tariffa: alberghi senza ristorazione, parrucchieri, ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub, mense, birrerie, hamburgherie, bar, Caffè, pasticcerie, negozi di ortofrutta, pescherie, negozi di fiori e piante,
esercizi con pizza al taglio. Tutte le restanti utenze non domestiche vedranno, per il 2021, la riduzione del trenta per cento della sola porte variabile della tariffa.
Era necessaria un’azione forte per chi ha dovuto fare i conti con le conseguenze più importanti, sotto il profilo economico, del diffondersi del Covid-19 – ha spiegato il primo cittadino – Sappiamo bene che ci sono attività commerciali che hanno sofferto particolarmente l’assenza di utenza sia durante le chiusure che immediatamente dopo, con un evidente rimaneggiamento dell’utenza per via della ridotta capacità di spesa di molte famiglie, e questo è uno degli interventi più importanti
per permettere di avere un po’ di respiro”.

Aci Sant’Antonio: Orazio Torrisi, consigliere della maggioranza subentra al dimissionario Giuseppe Santamaria.

Consiglio Comunale, Orazio Torrisi subentra a Giuseppe Santamaria. 

 

Nella foto  Orazio Torrisi

Sindaco: “Lieto di accogliere un nuovo nome fra le fila dei consiglieri”

Si registra un cambio fra le fila dei Consiglieri Comunali di maggioranza: come ratificato dallo stesso civico consesso, a seguito delle dimissioni del Consigliere Giuseppe Santamaria si è provveduto all’insediamento di Orazio Torrisi, cinquantatreenne santantonese.“Sono felice e, prima ancora, onorato di ricoprire questa carica”, ha dichiarato il neoconsigliere, cha ha poi aggiunto: “È un prestigio, ma certamente anche un onere. Farò in modo di ricambiare quanto mi è stato dato facendomi approdare al Consiglio Comunale: sarà un impegno costante, votato al massimo risultato per Aci Sant’Antonio”.
Il consigliere dimissionario, Santamaria, ha precisato: “Ho maturato questa decisione a seguito del grande impegno che con sempre maggiore vigore sto profondendo nell’ambito dell’Amministrazione Caruso, con la quale si stanno portando avanti, da tempo, una serie di iniziative per cambiare in meglio il volto di Aci Sant’Antonio, in termini di servizi, vivibilità, decoro urbano. Si tratta di un passo importante per il quale auguro il meglio al nuovo consigliere”.
Il Sindaco, Santo Caruso, si associa agli auguri: “Faccio un in bocca al lupo a Orazio Torrisi, sono lieto di accogliere un nuovo nome fra le fila dei consiglieri. Sono certo che il suo apporto sarà importante, frutto di un impegno che saprà mettere a disposizione del Consiglio e, prima ancora dei santantonesi tutti. C’è bisogno di senso di responsabilità e di capacità di mettersi al servizio degli altri, e di sicuro sono doti che non mancheremo di vedere nel corso dei prossimi mesi”.

IL PRESIDENTE MUSUMECI, SETTE “EX” DIPENDENTI, UNA VERTENZA SENZA FINE, UNA PRINCIPESSA E ..TANTO DILETTANTISMO

 

Impugnare il licenziamento: termini e procedura di impugnazione - Lavoro e  Diritti

 

DI  RAFFAELE LANZA

La Sicilia sta vivendo da tempo un clima di buio  medioevo. All’orizzonte non vi sono bagliori, nè per l’occupazione giovanile nè per lo sviluppo produttivo delle imprese e degli Istituti specialistici come l’istituto incremento ippico che vive una situazione singolare in Italia con sette dipendenti  “silurati”      e collocati in disponibilità.    

Abbiamo detto che il Giudice del Lavoro deciderà la diatriba con la Regione siciliana giorno 15 dicembre prossimo. Nel frattempo ,sapete, 

i lavoratori interessati hanno-recentemente -manifestato con le organizzazioni sindacali davanti alla sede della Regione a Catania e il Presidente Musumeci ha ricevuto solo il dipendente (Angelo Catania ,rappresentante aziendale Uil) che ha richiesto alla segretaria particolare l’appuntamento con il governatore.        

Abbiamo detto e scritto tanto sul ruolo del Presidente della Regione . Ma questo documento sindacale -intempestivo nei tempi- prova purtroppo per i lavoratori, un pò di dilettantismo sindacale perchè,  resta solo uno sfogo amaro, e anche  tardivo, provando l’attestazione dei limiti  delle prerogative sindacali in Sicilia e, nel Paese intero anche se le firme nella missiva sono affiancate dai capi delle organizzazioni sindacali       Non v’è dubbio che con gli amministratori, il Presidente di una Regione ad esempio, il rapporto non è alla pari.     Ma nondimeno  i rappresentanti regionali dei sindacati -Cgil-Uil- Sadirs- con un pò di diplomazia e saggezza, avrebbero dovuto -e certamente potuto- inviare -g.17  dopo il sit-in e il “rifiuto” del Musumeci, una richiesta urgente di Convocazione sindacale alla sede della Presidenza regionale.  Di fronte alla formalità rituale , come dispone la Legge, i Sindacati avrebbero avuto ora un’altra importante prova di “Omessa consultazione del Presidente della Regione”.            Questa è concretezza, signori. Avevate in mano una condanna certa, un’occasione per ridare serietà al sindacato.

Nello Musumeci: «La mia Sicilia, una regione a turismo speciale» - Corriere.it

 

Abbiamo anche compreso -altrimenti, signori miei , saremmo tutti degli imbecilli a sperare in una retromarcia del governo e del Presidente- che le carte sono quelle, non si possono cambiare più, come superflui nei risultati sono questi incontri,anche se l’intero plotone o delegazione si dovesse-per pura magia – inginocchiare dinanzi al Musumeci per  il semplice motivo che le scelte sono state fatte e  c’è il tribunale del Lavoro che dovrà decidere chi ha ragione.

Allora vogliamo creare un bagliore ai sindacalisti firmatari:    guardate cosa rivela il dipendente (A.Catania)  sul massimo social:  ” Musumeci ci ha fatto aspettare in sala d’attesa, poi  ritorna la segreteria particolare (Alessia Trombino)  del presidente Musumeci dicendo che il presente non vuole ascoltare i sindacalisti ma soltanto il dipendenti interessati, a quel punto, si sono fatte alcuni chiarimenti con la segretaria e sono andati via, io sono rimasto perché questo appuntamento sembrerebbe che era per me dato che la richiesta che ho fatto al presente giorno 01 08 2021 nell’ occasione di un incontro casuale in una inaugurazione della fiera di Oliveri (ME).”

Il Catania (rappresentante Uil)  ribadisce insomma che il governatore Musumeci era disponibile con questa intesa Null’altro. Lo riferisce pure al gruppo. Un equivoco di appuntamenti che non depone a favore – non solo del Musumeci – ma della professionalità dei sindacalisti.    Gli incontri con gli amministratori -lezione n.1 signori G.Del Popolo e Luca Crimi – si fanno con le carte scritte, dove si richiede di dialogare su un determinato problema e non così alla maniera clientelare degli anni settanta-ottanta -dove il potere clientelare iniziava proprio dalle segreterie particolari.       Il vostro rappresentante aziendale Uil – A.Catania – è caduto, suo malgrado, spiace dirlo (perchè “credevo il Musumeci  più umano, dirà)nella rete della politica del Presidente Musumeci.

Ecco perchè non debbono sorprendervi le dimissioni di alcuni dei “licenziati”dai sindacati.   E’ l’auspicio anche che i giganti del sindacalismo siciliano – come il generale siciliano della Uil, attento e molto critico alle problematiche sociali, Claudio Barone , diano anche istruzioni di “saper lottare” ai rappresentanti etnei.        Oppure rivedano le cariche e provino con altri più attenti e meno superficiali.

Ci pare a tal punto superfluo pubblicare- come ci è stato inviato – il documento sindacale sulla Vertenza in atto.  Lo cestiniamo.Non ha esso alcun valore sociale.

 

 

 

Vicenda lavoratori “in disponibilità” dell’Istituto incremento ippico: intervento della deputata pentastellata Jose Marano

Marano Jose

 

La deputata regionale del Movimento Cinque Stelle Jose Marano interviene per esprimere solidarietà agli otto lavoratori dell’Istituto di Incremento Ippico  e per  richiedere  una soluzione positiva  a questa spinosa vicenda.

“Si sta compiendo -afferma Marano- il delitto perfetto del governo Musumeci e che sta lasciando otto lavoratori nel baratro della disoccupazione e dell’angoscia. La vicenda dell’Istituto di Incremento Ippico rappresenta uno dei tanti paradossi di un governo regionale che si mostra ancora una volta nemico del buonsenso: da una parte si riempie Ambelia, feudo elettorale di Musumeci, di fiumi e fiumi di milioni. Dall’altra parte non si vuole trovare soluzione – che per altro ho indicato a più riprese anche con atti parlamentari – per il futuro dei lavoratori considerati in esubero”.

“Intendo esprimere a questi lavoratori – afferma ancora  la deputata – che al momento sono 8, la mia massima vicinanza e la solidarietà per una vicenda tanto assurda quanto incredibile. Già durante la discussione del collegato 2019 ero intervenuta in aula per paventare il rischio esuberi all’interno dell’Istituto chiedendo una soluzione ragionevole, ossia quella di ricollocare presso altri enti regionali i dipendenti. Per conto del governo l’assessore Falcone smentì qualsiasi ipotesi di licenziamenti e parlò di pronta ricollocazione. A settembre del 2020 ho presentato una nuova interrogazione sulla pianta organica chiedendo chiarimenti e poi ho sollecitato una audizione in commissione con assessore e parti sindacali. Del tanto atteso ricollocamento non si è vista traccia, eppure durante le discussioni della legge di stabilità e di altre norme finanziarie ho presentato diversi emendamenti destinati a chiedere proprio il passaggio di questi lavoratori presso altri enti o presso il dipartimento Foreste”.

“Adesso ci sono otto padri di famiglia che da luglio hanno visto la sospensione del rapporto di lavoro e con l’unica garanzia l’80% dello stipendio per 24 mesi. Si tratta di persone che non si potranno ricollocare facilmente nel mondo del lavoro vista la non più giovane età e qualcuno di loro ha anche delle patologie piuttosto serie. Il governo regionale quindi rispetti gli impegni presi e non faccia orecchie da mercante: non si può giocare con la vita delle persone”.

Numeri “interessanti” sulla “quantita” dell’attività politica del consiglio comunale di Catania

Foto Ufficio Stampa Comune Catania
vincitore

Numeri interessanti al Comune . Un comunicato informa : “34 sedute di consiglio comunale svolte, 54 proposte di delibere approvate, 19 mozioni e 3 ordini del giorno positivamente esitati, 13 interrogazioni trattate in aula. Sono i numeri dell’attività del consiglio comunale di Catania, presieduto da Giuseppe Castiglione che insieme ad alcuni capigruppo consiliari ha illustrato pubblicamente il resoconto dei lavori del Senato cittadino, da gennaio a oggi, vigilia della breve pausa estiva. 

“Non esito a definire straordinari questi risultati, ha detto Castiglione, perché rispecchiano fedelmente un’attività proficua, con tante delibere proposte dall’Amministrazione ma anche di iniziative consiliari, che sono state esaminate e, dopo opportune valutazioni, approvate, con senso di responsabilità dal consiglio, nell’interesse della città”. Castiglione ha evidenziato “lo spirito di collaborazione del consiglio, con la Giunta e tra gli schieramenti politici, nel rispetto dei ruoli, ma tutti consapevoli del momento difficile che vive la città, sia per il dissesto finanziario  sia per la pandemia”. 

All’incontro hanno partecipato anche i capigruppo Daniele Bottino, Santo Russo, Santi Bosco, Luca Sangiorgio, Sebastiano Anastasi, Giovanni Grasso e Paola Parisi che hanno tutti evidenziato sia il grande impegno del presidente Castiglione sia quello dei dipendenti del consiglio comunale, per garantire efficienza e funzionalità al civico consesso.  

Tra le 54 delibere approvate dal consiglio, una trentina di debiti fuori bilancio che attendevano da diversi anni di essere adottate, l’affidamento esterno di alcuni servizi per la gestione dei musei, il nuovo statuto di Amts, frutto della fusione tra Amt e Sostare e altri provvedimenti utili a consolidare l’azione di risanamento finanziario. 

Poiché il documento ha quasi completato l’esame delle commissioni consiliari di merito, Castiglione, ha anche annunciato che a breve arriverà, all’esame del civico consesso, il nuovo regolamento del consiglio comunale, per sostituire quello ormai inadeguato, risalente a quasi venti anni fa.. 

Infine, la presidenza del consiglio comunale ha diffuso l’elenco con presenze dei consiglieri alle sedute consiliari. Al primo posto, con l’en plein di partecipazione alle 34 riunioni, comprese quelle di prosecuzione del civico consesso, i consiglieri Sebastiano Anastasi, Alessandro Campisi, Santo Russo e Angelo Scuderi. 

 

 

Bilancio Aci Sant’Antonio, “oltre 4 milioni inseriti nella variazione di bilancio” e una vera pioggia di soldi su questo territorio

DEF 2017: audizione Ufficio parlamentare di bilancio e della Corte dei Conti - Bilancio e contabilità

 

Caruso: “Azione straordinaria, senza un euro dalle casse comunali”

 

Con la Delibera numero 71 del 4 agosto la Giunta comunale di Aci Sant’Antonio ha disposto una variazione di bilancio che certifica, per il 2021, un’azione amministrativa che ha letteralmente portato una pioggia di finanziamenti sul territorio.
Sono contenuti oltre quattro milioni di euro, infatti, nei documenti che descrivono le opere coperte da interventi economici esterni aggiudicati grazie al lavoro di questi mesi, opere che si aggiungono a quelle importantissime già avviate e in alcuni casi in dirittura d’arrivo, come quelle sui lavori in centro storico, nella via Regina Margherita, o la realizzazione della palestra a Santa Maria La Stella o, sempre in questa frazione, il microasilo.
L’elenco attuale conta la ristrutturazione del centro diurno per anziani in via Lucio Pulvirenti, per oltre un milione di euro, e per una cifra simile evidenzia anche la ristrutturazione dell’edificio di via Umberto; ci sono poi i centri estivi, la ristrutturazione della Biblioteca Comunale, l’intervento che cambierà il volto della Villa Comunale arricchendola in maniera significativa; e ancora: gli interventi per la messa in sicurezza del territorio,

con ottocentomila euro per via San Giuseppe e per via Nocilla, o l’efficientamento energetico al Palazzo Comunale.
Saranno interventi straordinari – ha dichiarato l’Assessore ai lavori Pubblici, Antonio Scuderi – che continueranno a migliorare l’aspetto di Aci Sant’Antonio, sia in termini di decoro che di efficienza, di viabilità, di sicurezza. E assumono un valore ancora maggiore alla luce di tutto quello che è stato già fatto, con risultati straordinari che vanno, per fare solo due esempi, dal centro storico al parco di Casalotto”.
Il Sindaco, Santo Caruso, mette in evidenza il lavoro svolto: “Questo eccellente risultato è frutto di una minuziosa programmazione, che ha portato ad una partecipazione a bandi, con esito positivo, che sta di fatto cambiando il volto del nostro paese. E voglio sottolineare che si tratta in tutti i casi di fondi che vengono dall’esterno: non c’è neanche un centesimo di compartecipazione, neanche l’ombra di spese dalle casse comunali. Nel saldo della descrizione della variazione di bilancio che abbiamo votato con la Giunta l’esito del confronto fra entrate e uscite recita 0, ed è un numero incredibilmente soddisfacente alla luce di tutto quello che è stato fatto e che sarà fatto”.

De Luca: “Messina oggi è la reginetta della capacità di spesa e io son pronto per guidare la Regione”

 

Presentata all’Arena di Villa Dante la relazione del III Anno dell’Amministrazione De Luca

Il Sindaco Cateno De Luca nel corso di un confronto pubblico tenutosi ieri sera, mercoledì 4 agosto, all’Arena di Villa Dante, ha presentato la relazione del III anno del suo mandato amministrativo. All’evento hanno preso parte la Giunta municipale,l Direttore Generale, i Presidenti, con i Componenti i CdA e gli Organi di controllo delle Società Partecipate, i vertici della Città Metropolitana, dipendenti dei due Enti amministrati da De Luca, la stampa e cittadini. All’incontro ha partecipato l’on. Danilo Lo Giudice, unico rappresentante della deputazione regionale messinese presente, invitato dal Primo cittadino al pari dei colleghi di Palazzo dei Normanni e di quelli nazionali.

 

 

“Quest’anno ci siamo ritrovati in questa location con ingressi contingentati, non è stato possibile ritrovarci in una piazza per motivi purtroppo legati alle normative anti Covid”. Con queste parole il Sindaco ha dato il benvenuto al pubblico.

“Non potevo sottrarmi – ha continuato De Luca – ad un adempimento importante sancito da una legge e precisamente dall’art. 17 della Legge Regionale del ‘92. E per questo, sin dal 2003, anno della mia prima elezione a Sindaco, ho sempre rendicontato ogni anno alla comunità i risultati conseguiti durante i miei mandati amministrativi. La presentazione della relazione è un momento importante perché quando si arriva alla conclusione del mandato e prende il via la nuova campagna elettorale, il tempo diventa così breve e non c’è realmente la possibilità anche con qualunque capacità di discernimento di poter capire e comprendere se gli uomini e le donne che avete votato sono state all’altezza del compito. Ecco perché per noi Sindaci è sacrosanto questo appuntamento e io insieme ai miei Assessori e all’intera Amministrazione non abbiamo mai mancato questo incontro, che sempre secondo la legge, entro 10 giorni dal deposito della relazione deve seguire il dibattito in Consiglio comunale per un confronto secondo i canoni della democrazia.

È proprio il tema relativo alla partecipazione democratica rappresenta un elemento importante insieme all’informazione, in quanto sono i due pilastri fondamentali del nostro programma: informare costantemente la comunità.

Questa relazione è molto corposa, abbiamo lavorato in questi giorni soprattutto di notte perché il tempo è tiranno, il lavoro che è stato fatto è tanto, anche perché quest’anno come parte dello scorso anno è stato segnato da un evento pandemico che ci ha stravolti e per il quale non si sa ancora quali saranno le fasi che continueranno a condizionarci. Ovviamente non possiamo fermarci e di conseguenza con grande senso di responsabilità e per il nostro ruolo istituzionale bisogna essere di esempio positivo alla collettività.

Ecco perché noi puntualmente abbiamo scolpito la nostra attività amministrativa nelle relazioni dei singoli Assessori, delle Società Partecipate, della Città Metropolitana ed ancora stiamo definendo gli ultimi elementi della mia parte di relazione che vi permetteranno di potere leggere sotto l’ombrellone, vista la piena stagione estiva. Sono circa 1500 pagine da leggere per comprendere il nostro operato e soprattutto mi rivolgo a chi è in Consiglio comunale che deve affrontare il dibattito con onestà intellettuale”.

Il Sindaco ha poi ricordato al pubblico che sin dal suo insediamento, e ancor prima, è stata un’avventura che lo ha segnato e messo alla prova ma, d’altronde “sono stato io stesso a cercarla nel volere mettere alla prova me stesso. Quando parlo di prova – ha proseguito De Luca – mi riferisco a quanto abbiamo ereditato dalla passata Amministrazione, partendo da una questione di fondo che riguardava gli inquilini del Palazzo, perché ogni comunità ha un Palazzo municipale e come dico sempre simpaticamente nel linguaggio siciliano “u pisci feti da testa”, ed è ovvio che se si pretende da una comunità un cambiamento radicale, il primo a dovere dare l’esempio è il Primo cittadino e tutto ciò che ruota attorno al Palazzo, e proprio in quest’ottica abbiamo avuto la capacità, il coraggio e la forza di imprimere il cambiamento”.

La relazione del Sindaco è composta da due sezioni fondamentali, la prima tratta il tema principale: il risanamento economico finanziario dell’Ente, la seconda la nascita della Società Partecipate. “Il primo punto è stato da noi sinteticamente scolpito con il termine ‘senza soldi non si cantano messe’. Ricordo che il piano di riequilibrio economico finanziario si ‘palleggiava’ dal 2012 tra Messina e Roma con continue correzioni, ma nel frattempo nessuno pensava che c’era l’obbligo di legge intanto di pagare i debiti, noi infatti ci siamo ritrovati con una ingente massa di debitoria.

Nel 2018 con la ricetta ‘Salva Messina’, un mix di azioni di risanamento economico finanziario e strategie di sviluppo è stato il momento in cui mi sono esposto in prima persona navigando a mare aperto o peggio in un mare in tempesta. Quindi come primo obiettivo abbiamo fissato quello di fare uscire Messina dal baratro economico finanziario perché quello era l’elemento fondamentale che bloccava tutto il sistema. Sono stati così analizzati oltre 7mila capitoli di bilancio, lavorando giorno e notte, mi sono ritrovato ad un bivio o dichiaravo il dissesto come gran parte di qualcuno voleva, vi ricordate le barricate che sono state alzate per portarmi a dichiarare il dissesto, e io non volevo passare certamente per il ‘becchino’ della Città.

Infatti con un piano di riequilibrio che il 23 novembre 2018 segnava un numero di 550 milioni di massa debitoria anche con quelli che erano impegni accantonamenti e restituzioni, era una città al collasso. Così siamo partiti da questa data, sono passati tre anni e abbiamo avuto finalmente la prima asseverazione da parte della commissione Enti locali del Ministero degli Interni sulla correttezza dell’impostazione del piano di riequilibrio e si è aperta la procedura presso la Corte dei conti sezione controllo”. Il Sindaco nel suo discorso ha poi sottolineato il suo grande sforzo a dovere amministrare una Città con un Consiglio comunale in cui il Primo cittadino non è rappresentato da nessun consigliere nel Civico consesso, “questo elemento non è una giustificazione, lungi da me da considerarlo come alibi, ma è una constatazione di fatto che va inserita nell’analisi obiettiva di ciò che sono gli impegni che si assumono e le dinamiche del programma”. Al di là di questa precisazione più volte ribadita durante questi anni “non siamo rimasti con le mani in mano bensì abbiamo proposto oltre 1500 delibere di riconoscimento di debiti fuori bilancio e la massa debitoria da 550milioni di euro è scesa tanto che in tre anni è stata ridotta di due terzi. Ciò significa che il nostro lavoro svolto in quasi tre anni poteva essere effettuato tranquillamente in cinque anni.

Siamo stati bravi noi o sono stati scarsi coloro che ci hanno preceduto?”. Oltre all’azione complessiva sul risanamento economico finanziario il Sindaco De Luca ha analizzato il vecchio sistema delle Partecipate “un sistema fatto di scatole vuote fallite, da ATM, a MessinAmbiente, AMAM, gestione dei Servizi Sociali attraverso le cooperative, sino al recentissimo fallimento di Innovabic.

“Oggi abbiamo – ha espresso con soddisfazione De Luca – un sistema di gestione innovativo dei Servizi Sociali che tutti ci invidiano che ha portato ad una operazione di risparmio di 1milione e mezzo di euro, sui 16/17 milioni che si spendevano, adesso ne spendiamo 7 di milioni perché abbiamo messo a sistema i fondi extrabilancio. Bisogna avere contezza della forza e del coraggio da noi dimostrato nel chiudere definitivamente con questo sistema e Messina può vantare il primato di essere l’unica città siciliana ad avere il bilancio approvato e tra le prime 45 d’Italia ad approvare i propri bilanci di previsione come mai era stato fatto prima”.

A questo punta De Luca si è soffermato anche sullo stato economico della Città metropolitana di Messina che per soltanto otto ore non ha raggiunto il primato in classifica tra le Città metropolitane con il bilancio approvato, ricordando di avere ereditato anche quest’ultima priva di bilanci approvati, sottolineando anche l’importanza dell’ente metropolitano considerando che da esso dipendono tutte le scuole secondarie cittadine, oltre alla nevralgica arteria viabile riferendosi alla riqualificazione della Strada Panoramica con il completamento del primo lotto, l’appalto del secondo e il finanziamento del terzo lotto. “Messina era ultima in Italia nella capacità di spesa e grazie ai bilanci approvati nei termini di legge abbiamo messo in moto più di 200milioni di euro di investimenti. Messina oggi è la reginetta per capacità si spesa grazie ad una macchina organizzativa che ha avuto la capacità di mettere in circolazione i fondi assegnati dall’Agenzia di Coesione sul Pon Metro ed è certificato che siamo i primi in Italia, distinguendoci nel panorama della geopolitica amministrativa nazionale, non lo dice il Sindaco De Luca ma è tutto riportato dalle statistiche. Questo è il risultato di una buona amministrazione”, ha detto il Sindaco. Soffermandosi poi sul tema del risanamento baracche è stato come prendersi una ‘croce sulla spalle’, quella croce che ha contraddistinto Messina in negativo, come se fosse una condanna o peggio un terremoto che si è perpetrato per lunghi anni portandoci alla rassegnazione e alla mediocrità. Siamo arrivati noi iniziando dalle scuole con le ordinanze di chiusura, poiché mancavano i fascicoli attestanti la sicurezza sismica e l’agibilità sino all’arrivo dei fondi per lo sbaraccamento e l’iter già avviato per una definitiva eliminazione dei ‘lebbrosari’ con l’auspicio – ha concluso De Luca – che Messina si doti di quell’autorevolezza e credibilità per renderla bella, produttiva, e protagonista”. Al Sindaco si sono susseguiti

il Vicesindaco Carlotta Previti e gli Assessori Salvatore Mondello, Dafne Musolino, Alessandra Calafiore, Enzo Caruso, Francesco Gallo, Massimiliano Minutoli, Laura Tringali e Francesco Caminiti, assente per motivi di salute, al quale sono giunti i saluti del Sindaco e dei suoi colleghi. Gli Assessori declinando i loro interventi in merito alle proprie deleghe hanno relazionato sull’attività svolta dal secondo semestre 2020 al primo semestre 2021, ed ancora sono intervenuti i presidenti delle Società Partecipate, di ATM SpA Pippo Campagna; di AMAM Loredana Bonasera; di Messinaservizi Bene Comune Pippo Lombardo; della Messina Social City Valeria Asquini; della Patrimonio Messina SPA Roberto Cicala; dell’Agenzia ARISME Marcello Scurria; il Direttore Generale Federico Basile; i vertici della Città Metropolitana il Segretario Generale Maria Angela Caponetti; i Dirigenti Salvo Puccio, Anna Maria Tripodo, Armando Cappadonia, e il Responsabile del Servizio Gabinetto Francesco Roccaforte. L’Amministrazione De Luca ha poi risposto ai quesiti posti dal pubblico in platea, e in conclusione il Sindaco ha comunicato che è stato finanziato il progetto relativo alla “Città del Ragazzo” dedicato ai ragazzi speciali. L’evento è stato presentato e moderato dalla giornalista Valeria Brancato.

VIALE MONCADA A LIBRINO ,CON I 29,6 MILIONI DI EURO FINANZIATI, DIVENTERA’ BELLISSIMO…PAROLA DI SINDACO POGLIESE ED ASSESSORE TRANTINO

città satellite

Immagine Ufficio Stampa-Comune di Catania (Molino)

CATANIA

Due progetti deliberati, tre mesi addietro, dalla giunta Pogliese, su proposta dell’assessore ai lavori pubblici, Enrico Trantino, sono stati finanziati con quasi 30 milioni di euro, destinati a Catania nell’ambito delle misure del Pnrr per sostenere le azioni di rigenerazione urbana e di qualità dell’abitare.

Un piano di investimenti per le città italiane che ha premiato due delle tre proposte presentate dal comune di Catania, elaborate dai tecnici comunali, secondo un preciso indirizzo del sindaco Pogliese e dell’assessore Trantino, sfruttando le risorse del fondo complementare del Ministero delle Infrastrutture, stanziate nell’ambito della rimodulazione dei fondi del Pnrr.  

“Un risultato di grande significato per la città di Catania, ha detto il sindaco Pogliese, che premia la qualità dei nostri progetti e ci permette di aprire due nuovi cantieri che, con l’utilizzo di queste risorse ministeriali, aggiuntive al Pnrr, daranno occupazione al settore strategico dell’edilizia e soprattutto incideranno su Librino, con riqualificazione di spazi e creazioni di nuovi alloggi per fronteggiare l’emergenza abitativa. Fondi che valorizzeranno anche gli insediamenti abitativi lungo i percorsi turistico culturali del centro cittadino. Ringrazio l’assessore Trantino per il pressing costante che ha esercitato per raggiungere l’obiettivo e i tecnici comunali guidati dall’ingegnere Salvo Marra, per la qualità progettuale proposta”.

I progetti finanziati riguardano la realizzazione di due fabbricati da 32 alloggi ciascuno da costruire a Librino in affiancamento a quello già esistente, a completamento di un lotto edilizio di viale Moncada.

Grazie al finanziamento di 14,6 milioni di euro, verrà anche recuperata una preesistente struttura abbandonata, sempre a Librino, da utilizzare a scopi sociali e aggregativi, la riqualificazione di due grandi aree a verde e un’altra da adibire a parcheggio, contigue alle due palazzine di viale Moncada.

L’altro progetto finanziato con altri 15 milioni di euro, denominato “Segmenti di Connessione Urbana”, è costituito da una serie di interventi fra loro complementari, localizzati nel centro storico. L’obiettivo del piano di riqualificazione adottato dall’esecutivo comunale guidato dal sindaco Pogliese e proposto dall’assessorato ai lavori pubblici retto da Enrico Trantino, giudicato meritevole di essere concretizzato, è finalizzato a realizzare opere e servizi per i turisti, ma anche per i cittadini che vi risiedono, con nuovi spazi a verde e riqualificazione di quelli pubblici degradati. Le azioni prioritarie, infatti, sono mirate all’ampliamento delle aree a vocazione pedonale, alla regolamentazione della sosta veicolare, con allargamento delle ZTL onde evitare il consumo di suolo. Nello specifico gli interventi di riqualificazione riguardano la zona compresa tra via Vittorio Emanuele, via Sangiuliano, via Crociferi e piazza Castello Ursino, al fine di valorizzare i monumenti e i punti di interesse storico.

Particolarmente soddisfatto, per i due finanziamenti ottenuti, anche l’assessore ai lavori pubblici, Enrico Trantino, che ha seguito ogni passaggio dell’iter di stanziamento, nell’ambito delle misure complementari per i Comuni, previste dal Pnrr:”Un grande risultato che conferma la cura certosina con cui sono stati elaborati i progetti, ha detto l’assessore Trantino, aprendo il varco dei finanziamenti diretti alla città di Catania, frutto di costanti interlocuzioni con le autorità statali e l’Anci. A breve proporremo, in altre linee di finanziamento, anche il progetto per il recupero e la valorizzazione di piazza Michelangelo e del secolare parco Scammacca”.

 

IL LATO OSCURO DELLA REGIONE SICILIANA: DOVE PADRINI POLITICI E DIRIGENTI HANNO MESSO LE MANI E DIVORATO IL DENARO PUBBLICO. CHE VERGOGNA………………………………..

Dirigenti pubblici: serve controllo preventivo degli atti, non dichiarazioni dei “redditi da corruzione” - AgoraVox Italia

Presentato oggi in conferenza stampa lo studio del deputato Sunseri  (M5S) all’Ars, che ha passato ai raggi x la galassia dei soggetti finanziati dal bilancio regionale. “Tra enti e partecipate – ha detto – ci sono 7000 dipendenti, con bilanci quasi sempre disastrosi, soggetti che non conoscono nemmeno gli immobili che posseggono, altri in attesa di liquidazione da più di 20 anni: è il disastro”.

Ci sono soggetti in attesa di liquidazione da oltre 20 anni, altri con un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti, la maggioranza con i bilanci in negativo, altri che non conoscono nemmeno il numero degli immobili che posseggono. E tutti assommano un esercito di circa 7000 dipendenti.
Viaggio nel mondo oscuro e parecchio disastrato di enti, partecipate e organismi regionali che costano troppo e rendono pochissimo.

 

foto M5S-Deputato Luigi Sunseri

È del M5S all’Ars il primo studio organico su partecipate e dintorni che scava a fondo su conti, fatti e misfatti della galassia parallela a mamma Regione. A realizzarlo, con la collaborazione del suo staff, il deputato, componente della commissione Bilancio Luigi Sunseri, che, grazie ad attività ispettive e di controllo, per anni ha passato ai raggi x i soggetti appesi a vario titolo alle mammelle della Regione: sono 163 tra enti strumentali (71), organismi strumentali (24), società a partecipazione diretta (13) e organismi in liquidazione (55) che lasciano tracce (a volta pesantissime) sui bilanci regionali, spesso senza portare grande giovamento alla collettività, con un esercito di dipendenti (6997) che rappresenta il 50 per cento dei dipendenti regionali. E con il corollario di consigli di amministrazione, commissari liquidatori che non liquidano, assunzioni poco chiare e uno stuolo di immobili abbandonati.
Il lavoro è stato presentato oggi nel corso di una conferenza stampa on line tenuta da Sunseri e dalla vicecapogruppo M5S, Gianina Ciancio.
“Quello che salta agli occhi – ha affermato Gianina Ciancio – è la mancanza di trasparenza in questo ambito. Ci troviamo di fronte a documenti che dovrebbero essere pubblici ma che di fatto non lo sono e che è difficilissimo reperire perché si sbatte sempre contro muri di gomma. Il lavoro fatto da Luigi Sunseri è preziosissimo perché permette di accedere ad informazioni altrimenti difficilmente rintracciabili e che è importante portare alla conoscenza di tutti”.
“Questo studio – ha detto Sunseri – è il risultato di un duro lavoro fatto di ispezioni, atti parlamentari, esposti in procura, ricerche e analisi dei dati a disposizione, purtroppo spesso troppo difficili da reperire. E’ riduttivo limitarsi a dire che il mondo delle partecipate e degli enti regionali è fatto, tra le tante cose, di razionalizzazione mai iniziate, liquidazioni iniziate da decenni e mai concluse ma che continuiamo a pagare, compensi alle stelle, incarichi e consulenze fuori controllo o, ancora, indennità accessorie erogate senza nessuna verifica dei risultati raggiunti. Il mondo delle partecipate è qualcosa di più. E’ un mondo parallelo a quello regionale, ma soprattutto sommerso che pochi cittadini riescono a comprendere e a conoscere. Esistono società (come Interporti siciliani, ad esempio) che, sebbene costituite decenni fa per uno scopo ben preciso, non hanno mai realizzato l’obiettivo per cui sono nate. Altre, come l’Ast, che hanno debiti con tutti, banche, fornitori, col Fisco, verso Inps e personale e che, nonostante questo, continuiamo a ricapitalizzare, a rifinanziare e a tenere in vita. Quasi nessuno sa che ad occuparsi di ricerca ci sono ben 7 consorzi, con 7 consigli di amministrazioni ed altrettanti collegi sindacali. Uno di questi, il Corissia, ha 6 amministratori a fronte di soli due dipendenti. E tutto ciò con soldi che arrivano dalle tasche dei cittadini. Bisogna informare tutti di quello che accade alla Regione, ed è quello che poi mi ha spinto ad iniziare questo studio. Di certo c’è che se questi organismi fossero privati, con i loro bilanci fortemente e perennemente in rosso, la gran parte avrebbe chiuso i battenti da tempo. E invece sono lì, alcune società sono in attesa di liquidazione da più di 20 anni (Espi ed Ems dal 1999), a fare da palla al piede a una Regione sempre più con l’acqua alla gola”.

I soli dipendenti delle società partecipate pesano sul bilancio regionale per 235 milioni all’anno. Nel quinquennio 2013-2018 l’esborso per questo personale per le casse regionali è stato di 1.265 milioni di euro e questo al netto dei costi per le consulenze e rapporti di lavoro atipico (ad esempio contratti a tempo determinato e lavoro somministrato) e senza considerare quelli delle società in liquidazione. Sulle partecipate la Corte dei Conti è andata giù durissima: “le partecipate regionali si sono dimostrate geneticamente prive di sostenibilità economica”.

Per mettere un argine alla perdite delle partecipate, la Regione periodicamente ha messo in piedi piani di razionalizzazione che prevedevano contenimento dei costi, accorpamenti e messe in liquidazione che però sono puntualmente rimasti sulla carta. Così è successo per quelli approntanti nel 2018 e nel 2019 per Ast, Sicilia Digitale, Airgest, Maas, Psts, Sas e Interporti. E probabilmente succederà per quello approntato nel 2020.

“Ho cercato – ha affermato Sunseri- di trovare una ragione, un filo logico che potesse giustificare il mantenimento di un sistema così pesante e costoso. L’unica logica che guida l’intero sistema delle società e degli enti regionali è quella del potere. Una logica fatta di poltrone, incarichi e – bisogna avere il coraggio di dirlo – di voti. Perché, poi, è quello che giustifica l’inerzia politica. Mi ricordo ancora quando Musumeci, in campagna elettorale, annunciò di liquidare l’Ente di Sviluppo Agricolo definendolo ‘l’ultimo carrozzone della Repubblica’. Mi spiace, però, ricordare che quel carrozzone è ancora lì e continua a non funzionare” .

“Complicare – ha concluso Sunseri – è facile, perché è nelle pieghe della confusione e del disordine che è più facile nascondere le macchie, ciò che è difficile è invece semplificare. Per semplificare bisogna togliere e per togliere bisogna sapere cosa togliere, un’operazione che presuppone la conoscenza dei difetti, ma anche dei pregi, di un sistema così complesso. Bisogna cambiare prospettiva, assumersi la responsabilità di decisioni anche difficili togliendo ciò che non serve, è inutile o troppo costoso. Solo così potremo smontare un sistema marcio e che va assolutamente cambiato”.