Approvata la riforma che prevede la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri e la nascita di altro organismo, l’Alta Corte disciplinare

Nel Mito la Giustizia è femmina | Meer

 

il Consiglio dei ministri ha approvato ” il disegno di legge costituzionale per avere finalmente una giustizia più equa ed efficiente“. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un videomessaggio sui social commenta il ddl giustizia approvato oggi dal Cdm.

In molti hanno detto e scritto in questi mesi che non avremmo mai avuto il coraggio di presentare questa riforma, attesa da decenni: evidentemente ancora non conoscono la nostra determinazione. Quando è giusto fare qualcosa nell’interesse dell’Italia e degli italiani noi semplicemente la facciamo. Ma certo varare questa riforma, dopo 30 anni che se ne parla, è un risultato epocale“,

Cosa prevede la riforma

“Cosa prevede il testo” della riforma della giustizia approvata oggi dal Cdm? “Innanzitutto, la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri in modo da differenziare finalmente il percorso di chi è chiamato a giudicare i cittadini da quello di chi ha l’incarico di muovere le accuse, e rendere così più equilibrato il rapporto tra difesa e accusa nel corso del processo”, spiega Meloni.

La seconda novità riguarda la modalità di selezione dei componenti del Consiglio superiore della magistratura, cioè dell’organo di autogoverno della giustizia, quello che decide i concorsi, le carriere, i trasferimenti e fino a oggi le condotte disciplinari dei giudici, perché l’attuale meccanismo di composizione del CSM ha purtroppo creato un sistema dominato dalle correnti della magistratura, che ne ha minato la percezione di indipendenza e ha penalizzato quella stragrande maggioranza di magistrati che vogliono solo fare bene il loro lavoro, senza per questo doversi piegare alla logica delle dinamiche politiche o correntizie. Per rompere il meccanismo delle correnti – spiega  dunque la presidente del Consiglio – prevediamo che i componenti del CSM vengano selezionati per sorteggio, con modalità che saranno stabilite dalla legge”.

Infine “il terzo e ultimo cambiamento riguarda la costituzione di un nuovo organismo indipendente: l’alta Corte disciplinare, che avrà il compito di esprimersi sugli illeciti dei magistrati, sottraendo questa attività al Csm in modo da superare la criticità registrata finora di un sistema, anche qui, condizionato dal correntismo, e che quindi tende a non sanzionare mai neppure le violazioni più grosse”.

Quella della giustizia “è una riforma giusta, necessaria, storica – sottolinea – E si aggiunge alle altre riforme che questo governo ha già varato, come la riforma del fisco e la riforma istituzionale. Continueremo così, perché in questa Nazione le cose che non funzionano bene vanno cambiate. E più cercheremo di cambiarle più le forze della conservazione si muoveranno contro di noi. Ma non abbiamo paura, siamo qui per fare quello che va fatto e alla fine di questo lavoro saranno i cittadini a giudicarci”.

Il disegno di legge “passa ora al Parlamento che dovrà esprimersi, per consegnare il prima possibile all’Italia una riforma che vuole ridare piena fiducia agli italiani nella magistratura, assicurando i principi di indipendenza e parità tra accusa e difesa”.

Mattarella a Brescia per il 50° anniversario della strage di Piazza della Loggia

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Piazza della Loggia a Brescia, accolto da Marco Alparone, Vice Presidente e Assessore al Bilancio e Finanza della Regione Lombardia, Laura Castelletti, Sindaco di Brescia, Emanuele Moraschini, Presidente della Provincia di Brescia

l Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Piazza della Loggia a Brescia, accolto da Marco Alparone, Vice Presidente e Assessore al Bilancio e Finanza della Regione Lombardia, Laura Castelletti, Sindaco di Brescia, Emanuele Moraschini, Presidente della Provincia di Brescia

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Piazza della Loggia depone una corona di fiori alla stele dei caduti della strage

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Piazza della Loggia depone una corona di fiori alla stele dei caduti della strage

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al teatro Grande incontra i familiari delle vittime della strage di Piazza della Loggia

l Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al teatro Grande incontra i familiari delle vittime della strage di Piazza della Loggia

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al teatro Grande incontra i familiari delle vittime della strage di Piazza della Loggia

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al teatro Grande con i familiari delle vittime della strage di Piazza della Loggia

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al teatro Grande in occasione della cerimonia commemorativa del 50° anniversario della strage di Piazza della Loggia

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al teatro Grande in occasione della cerimonia commemorativa del 50° anniversario della strage di Piazza della Loggia

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia per il 50° anniversario della strage di Piazza della Loggia

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia per il 50° anniversario della strage di Piazza della Loggia

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Manlio Milani in occasione della cerimonia per il 50° anniversario della strage di Piazza della Loggia

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Manlio Milani, Presidente dell’Associazione Casa della Memoria e dell’Associazione Famigliari delle Vittime, in occasione della cerimonia per il 50° anniversario della strage di Piazza della Loggia

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 50° anniversario della strage di Piazza della Loggia, si è recato a Brescia.

Al suo arrivo ha deposto una corona sulla stele dei caduti della strage, in Piazza della Loggia.

Al Teatro Grande, il Presidente Mattarella ha incontrato i familiari delle vittime ed è intervenuto alla cerimonia commemorativa che è stata aperta da un filmato rivocativo dell’evento.

Nel corso della commemorazione hanno preso la parola il Sindaco di Brescia, Laura Castelletti, il Presidente della Provincia, Emanuele Moraschini, e il Presidente dell’Associazione Casa della Memoria e dell’Associazione Famigliari delle Vittime, Manlio Milani.

La cerimonia si è conclusa con l’intervento del Presidente Mattarella.

Quirinale: le iniziative per il 78° anniversario della Repubblica Italiana

 

PALAZZO QUIRINALE

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 78° anniversario della Repubblica, ha invitato il 1°giugno i Capi Missione accreditati in Italia al Concerto eseguito al Quirinale dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI diretta dal Maestro Michele Gamba.

In programma musiche di Wolfgang Amadeus Mozart, Ottorino Respighi, Franz Joseph Haydn, Gioacchino Rossini. Il Concerto sarà trasmesso in diretta su Rai Uno, a partire dalle 17.50 e sarà aperto dal saluto del Presidente Mattarella.

Al termine seguirà il tradizionale ricevimento serale nei Giardini del Quirinale.Domenica 2 giugno, alle ore 9.15, il Presidente Mattarella, alla presenza delle più alte cariche Istituzionali, renderà omaggio all’Altare della Patria con la deposizione di una corona d’alloro al Milite Ignoto.

Successivamente riceverà, in Via di San Gregorio, la presentazione dei Reparti schierati per la rivista e assisterà dalla tribuna presidenziale di via dei Fori Imperiali alla tradizionale Parata Militare.

Nel pomeriggio del 2 giugno l’apertura al pubblico dei Giardini del Quirinale, dalle ore 16.30 alle 18.30, sarà riservata alle fasce deboli della popolazione coinvolte tramite invito.
L’individuazione degli ospiti è stata curata dalle Federazioni e dalle Associazioni a carattere nazionale del Terzo settore e da Roma Capitale.

Durante l’apertura, si esibiranno nei Giardini la Banda Anbima delle Marche, il Coro giovanile Campano e Pugliese Feniarco e la Banda Interforze.

Sabato 1° giugno, alle ore 15.00, nella Piazza del Quirinale si svolgerà il cambio della guardia a cavallo in forma solenne da parte del Reggimento Corazzieri con la Fanfara del 4° Reggimento Carabinieri a cavallo.

 

Il Presidente Mattarella ha ricevuto una delegazione dell’Unicef

Il Presidente Sergio Mattarella incontra Catherine M. Russell,Direttrice esecutiva dell’Unicef

l Presidente Sergio Mattarella incontra Catherine M. Russell,Direttrice esecutiva dell’Unicef

 

Il Presidente Sergio Mattarella incontra Catherine M. Russell,Direttrice esecutiva dell’Unicef

Il Presidente Sergio Mattarella incontra Catherine M. Russell,Direttrice esecutiva dell’Unicef

 

Il Presidente Sergio Mattarella incontra Catherine M. Russell,Direttrice esecutiva dell’Unicef unitamente a una delegazione

 

l Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale una delegazione dell’Unicef guidata dalla Direttrice esecutiva Catherine Russell.

 

Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione del 32° anniversario della strage di Capaci

 

discorso

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 32° anniversario della strage di Capaci, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«L’attentato di Capaci fu un attacco che la mafia volle scientemente portare alla democrazia italiana. Una strategia criminale, che dopo poche settimane replicò il medesimo, disumano, orrore in via D’Amelio. Ferma fu la reazione delle Istituzioni e del popolo italiano. Ne scaturì una mobilitazione delle coscienze. La lezione di vita di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino divennero parte della migliore etica della Repubblica.
A trentadue anni da quel tragico 23 maggio è doveroso ricordare anzitutto il sacrificio di chi venne barbaramente ucciso: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani. Insieme a loro ricordiamo Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina. Testimoni di legalità, il cui nome resta segnato con caratteri indelebili nella nostra storia.
I loro nomi sono affermazione di impegno per una vittoria definitiva sul cancro mafioso e il pensiero commosso va ai loro familiari che ne custodiscono memoria ed eredità morale.
Come sostenevano Falcone e Borsellino, la Repubblica ha dimostrato che la mafia può essere sconfitta e che è destinata a finire. L’impegno nel combatterla non viene mai meno. I tentativi di inquinamento della società civile, le intimidazioni nei confronti degli operatori economici, sono sempre in agguato. La Giornata della legalità che si celebra vuole essere il segno di una responsabilità comune. È necessario tenere alta la vigilanza. Gli anticorpi istituzionali, la mobilitazione sociale per impedire che le organizzazioni mafiose trovino sponde in aree grigie e compiacenti, non possono essere indeboliti.
L’eredità di Falcone e Borsellino è un patrimonio vivo che appartiene all’intera comunità nazionale. Portare avanti la loro opera vuol dire lavorare per una società migliore».

 

Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia

Dichiarazione del Presidente Mattarella

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«I principi di eguaglianza e non discriminazione, sanciti dalla nostra Costituzione, sono un presupposto imprescindibile per il progresso di qualsiasi società democratica e per la piena realizzazione di ogni persona umana.
Sono più di sessanta i Paesi nel mondo in cui l’omosessualità viene punita con la reclusione, in alcuni ancora si rischia persino la pena di morte.
L’intolleranza per il diverso, l’indifferenza di fronte alle compressioni delle altrui libertà, costituiscono lacerazioni alla convivenza democratica.
L’Italia non è immune da episodi di omotransfobia: persone discriminate, schiacciate da pregiudizi, che spesso sfociano in inaccettabili discorsi d’odio, aggredite verbalmente e fisicamente.
Non è possibile accettare di rassegnarsi alla brutalità. La violenza dei giudizi, di cui tanti cittadini sono vittime solo per il proprio orientamento sessuale, rappresenta un’offesa per l’intera collettività.
L’impegno delle Istituzioni deve essere orientato a fornire, soprattutto alle nuove generazioni, gli strumenti per comprendere le diversità delle esistenze e delle diverse esperienze umane, per una società inclusiva e rispettosa delle identità».

 

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della visita al sistema agroalimentare del distretto del cosentino nella celebrazione della Festa del Lavoro

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella allo stabilimento GIAS di Mongrassano Scalo, accolto da Roberto Occhiuto, Presidente della Regione Calabria, da Ferruccio Mariani, Sindaco di Mongrassano, e da Rosaria Succurro, Presidente della Provincia di Cosenza

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella allo stabilimento GIAS di Mongrassano Scalo, accolto da Roberto Occhiuto, Presidente della Regione Calabria, da Ferruccio Mariani, Sindaco di Mongrassano, e da Rosaria Succurro, Presidente della Provincia di Cosenza

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nello stabilimento GIAS, in occasione della visita al sistema agroalimentare del distretto del cosentino per le celebrazione della Festa del Lavoro

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nello stabilimento GIAS, in occasione della visita al sistema agroalimentare del distretto del cosentino per le celebrazione della Festa del Lavoro

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nello stabilimento GIAS, in occasione della visita al sistema agroalimentare del distretto del cosentino per le celebrazione della Festa del Lavoro

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella visita lo stabilimento GIAS nel cosentino in occasione della celebrazione della Festa del Lavoro

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Marina Elvira Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, nello stabilimento Granarolo di Castrovillari  in occasione della visita al sistema agroalimentare del distretto del cosentino per le celebrazione della Festa del Lavoro

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Marina Elvira Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, nello stabilimento Granarolo di Castrovillari in occasione della visita al sistema agroalimentare del distretto del cosentino per le celebrazione della Festa del Lavoro

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con i lavoratori dello stabilimento Granarolo di Castrovillari, in occasione della visita al sistema agroalimentare del distretto del cosentino per le celebrazione della Festa del Lavoro

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione dell'incontro con il sistema agroalimentare del distretto del cosentino, per la celebrazione della Festa del Lavoro

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Marina Elvira Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, nello stabilimento Granarolo di Castrovillari  in occasione della visita al sistema agroalimentare del distretto del cosentino per le celebrazione della Festa del Lavoro

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nello stabilimento Granarolo di Castrovillari  in occasione della visita al sistema agroalimentare del distretto del cosentino per le celebrazione della Festa del Lavoro

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della celebrazione della Festa del Lavoro

Cosenza, 30/04/2024 (II mandato)

Rivolgo il saluto più cordiale alle lavoratrici e ai lavoratori presenti, ai loro familiari e a quanti sono impegnati nelle aziende e nelle molteplici articolazioni del distretto agro-alimentare del Cosentino, al Ministro del Lavoro, che ringrazio per le considerazioni che poc’anzi ha svolto, al Presidente della Regione, ai Sindaci di Castrovillari e di Mongrassano, al Presidente della Provincia, a tutti i Sindaci presenti di questo bel territorio.

Un saluto alle rappresentanze sindacali e agli imprenditori che contribuiscono ad alimentare e rafforzare una filiera produttiva così preziosa per il Paese e, inoltre, per lo sviluppo della Calabria e del Mezzogiorno.

Domani è Primo maggio. Festa del Lavoro. Dunque Festa della Repubblica, che i costituenti hanno voluto fondare proprio sul lavoro.

Come disse all’Assemblea Costituente il primo tra i proponenti di questa formula, Fanfani, “fondata non sul privilegio, non sulla fatica altrui”, ma sul lavoro di tutti.

È un elemento base, quindi, della nostra identità democratica.

Non si tratta soltanto di un richiamo ai valori di libertà e di eguaglianza ma dell’indicazione di un modello sociale vivo, proiettato verso la coesione e la solidarietà. Capace, quindi, di rimuovere continuamente, nel corso del tempo, gli ostacoli che sottraggono opportunità alle persone e impediscono il pieno esercizio dei diritti.

Il lavoro è legato, in maniera indissolubile, alla persona, alla sua dignità, alla sua dimensione sociale, al contributo che ciascuno può e deve dare alla partecipazione alla vita della società.

Il lavoro non è una merce.

Ha un valore – lo sappiamo – nel mercato dei beni e degli scambi. Anzi, ne è elemento essenziale, perché senza l’apporto della creatività umana sarebbe privo di consistenza e di qualità.

Ma proprio la connessione con la realizzazione della personalità umana conferisce al lavoro un significato ben più grande di un bene economico; lo rende elemento costitutivo del destino comune.

Oltre trenta anni addietro qualcuno aveva ipotizzato la “fine della storia”, ampiamente smentito dagli eventi successivi. Oggi si sente parlare di “fine del lavoro” come traguardo di modernità.

In realtà viene, da taluno, ipotizzata, più che la liberazione dalla fatica, la sostituzione dell’imperfezione umana con macchine e tecnologie, sino all’intelligenza artificiale, ritenuta in grado di azzerare ogni errore.

In realtà, in quella prospettiva, in quella falsa prospettiva, si configura la rimozione dell’immenso e insostituibile valore della creatività. Uno scenario che raffigura una limitazione alla libertà della persona umana nel suo profilo più affascinante: il suo pensiero, la sua opera.

Non un sogno, quindi, ma una prospettiva allarmante e, in realtà, estranea al buon uso dei preziosi benefici recati dai risultati che la scienza consegna all’umanità e, tra questi, quello della cosiddetta intelligenza artificiale, strumento prezioso, naturalmente, in questa direzione e in questa chiave.

Il lavoro è libertà.

Anzitutto libertà dal bisogno; e strumento per esprimere sé stessi, per realizzarsi nella vita.

I progressi straordinari della scienza e della tecnica per migliorare la qualità e la sostenibilità dei prodotti e dei servizi, devono essere sempre indirizzati alla tutela della dignità e dell’integrità delle persone, dei loro diritti. A partire dal diritto al lavoro.

Il lavoro deve essere libero da condizionamenti, squilibri, abusi che creano emarginazione e dunque rappresentano il contrario del suo ruolo e del suo significato.

Fattori che rappresentano pesanti impedimenti al cammino dell’intera società.

Il rilievo umano e costituzionale del lavoro deve spingere le istituzioni a ogni livello, e con esse tutti gli attori economici e sociali, a non sentirsi mai appagate fino al conseguimento di una piena buona occupazione.

I dati sull’occupazione registrano nel loro insieme una crescita significativa.

Il trend positivo riguarda larga parte d’Europa, Italia in testa, e questo è motivo di grande soddisfazione per tutti noi e, particolarmente, per il mondo del lavoro.

È una buona notizia che siano aumentati i posti di lavoro, e anche i contratti a tempo indeterminato. Lo è anche la crescita del lavoro femminile.

Naturalmente non dobbiamo dimenticare le disparità sociali e territoriali che perdurano; gli esclusi; il fenomeno dei lavori precari e sottopagati. Il basso livello retributivo di primo ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, che induce tanti di loro a recarsi all’estero a condizioni migliori.

Non vanno dimenticate le difficoltà di chi sopporta una disabilità, il peso degli oneri di assistenza che non di rado spingono nel bisogno anche famiglie di chi un lavoro ce l’ha.

Gli indicatori positivi della congiuntura – come poc’anzi ricordava la Ministro Calderone – devono incoraggiarci a proseguire con intelligenza nel senso di una crescita economica fondata su equità e coesione.

Il distretto agro-alimentare del Cosentino – cui contribuite con il vostro lavoro quotidiano – oltre a essere un fondamentale generatore di risorse per il territorio e per l’economia calabrese, è un timone che può orientare lo sviluppo.

Il comparto agroalimentare ha ruolo e peso cruciale nella nostra economia.

Per la quantità di ricchezza che produce e che redistribuisce attraverso il lavoro.

Per la sua qualità – che è parte di rilievo della qualità e del gusto italiani – e che concorre all’identità e alla cultura stessa del nostro Paese.

La dimensione di distretto è un modello tipico italiano, che aiuta a valorizzare i prodotti, a favorire una maggiore sicurezza, a potenziare la distribuzione e la penetrazione nei mercati nazionali ed esteri. Un prezioso moltiplicatore di opportunità.

Questo vale per i distretti industriali e vale per i distretti rurali e agro-alimentari.

La dinamica di distretto può, inoltre, favorire il dialogo sociale. Il dialogo tra impresa e sindacati. Il dialogo tra istituzioni di livello diverso.

Il dialogo tra Regione, Comuni, aziende, cittadini, come ha auspicato il Presidente Perciaccante poc’anzi.

Nella storia repubblicana, dal confronto tra istituzioni e parti sociali sono giunte spinte importanti per il progresso e per la definizione e la diffusione dei diritti, per l’ammodernamento delle stesse imprese.

I corpi intermedi sono un elemento caratterizzante del disegno della nostra Costituzione e recano beneficio all’Italia.

Il movimento sindacale – portatore di valori democratici – è interlocutore insopprimibile per lo sviluppo di una fruttuosa contrattazione collettiva, di settore e aziendale.

Affinché il welfare – elemento base dei diritti di cittadinanza – non smarrisca il suo carattere universalistico.

Per una crescita equilibrata dei salari, che rimuova una stagnazione che pesa sulla vita delle famiglie, a differenza di quanto avviene in altri Paesi dell’Unione Europea.

Per rendere più forte l’intero sistema nell’affrontare la sfida dell’innovazione.

La vostra esperienza fa, inoltre, comprendere come la valorizzazione della produzione agricola sia strettamente connessa e integrata con il rispetto del valore della terra, con il riequilibrio ambientale.

Agricoltura e ambiente vanno di pari passo: è, appunto, il settore primario.

La sostenibilità rafforza i prodotti, migliora i territori, dunque la vita delle comunità.

Più alti standard nella sicurezza, nell’impatto sul suolo, sull’aria, sulla qualità degli alimenti, accrescono il benessere, la vivibilità.

Occorre inserirsi con sagacia nelle direttrici che hanno valore strategico per il futuro dell’Europa. La transizione ambientale e quella tecnologico-digitale richiedono di essere pronti agli appuntamenti.

Abbiamo la capacità di guidare e di progettare i processi di innovazione: possiamo averne l’ambizione.

L’Europa – e in essa l’Italia – deve essere protagonista a livello globale.

Il Mezzogiorno d’Italia è parte dell’Europa. Ed è decisivo per il suo futuro, insieme ai vari Sud del Continente.

Il nostro Mezzogiorno è una realtà complessa, non certo uniforme.

Le sue potenzialità, le sue vocazioni, i suoi problemi non sono riassumibili in un’analisi semplificata.

Vi sono eccellenze, che questa mattina abbiamo posto in rilievo, e vi sono grandi divari.

Le Regioni meridionali dispongono oggi di un reddito che non raggiunge quello di altre aree nazionali. Per alcuni aspetti i loro cittadini fruiscono di servizi meno efficienti.

Nel Meridione il tasso di occupazione è più basso rispetto al Centro e al Nord. Donne e giovani pagano un costo elevato e sono tanti coloro che, a malincuore, lasciano la terra d’origine, accentuando un rischio di spopolamento che andrebbe frenato. Per rispetto del valore, della storia e del futuro di quei territori.

Lo sviluppo della Repubblica ha bisogno del rilancio del Mezzogiorno. È appena il caso di sottolineare come una crescita equilibrata e di qualità del Sud d’Italia assicuri grande beneficio all’intero territorio nazionale.

Una separazione delle strade tra territori del Nord e territori del Meridione recherebbe gravi danni agli uni e agli altri.

È ben noto che il lavoro è una delle leve più importanti di progresso e di coesione sociale.

Per le famiglie italiane ha costituito il vettore principale del miglioramento sociale nei decenni trascorsi.

Con l’istruzione, con la manifattura, con i servizi, adesso con le nuove attività basate sul digitale, il lavoro è l’ascensore sociale che rende la nostra una società aperta e libera.

Da qualche tempo viviamo una stagione in cui questo meccanismo appare inceppato, una stagione in cui le condizioni di partenza determinano differenze e distanze non facilmente recuperabili, a scapito dei giovani che provengono da condizioni sociali più deboli.

È un grave spreco dell’ampio patrimonio di intelligenze e di risorse di cui l’Italia dispone. Le politiche del lavoro non possono che orientarsi verso una riduzione degli squilibri.

Non possiamo ignorare le aree di marginalità e di sofferenza: ne va della pienezza della cittadinanza. Nella filiera agricola, di cui siete protagonisti, riveste grande incidenza il tema dell’immigrazione.

I lavoratori migranti sono parte essenziale della produzione agricola e delle successive trasformazioni dei suoi prodotti.

Ma, in alcuni casi, aree grigie di lavoro – che confinano con l’illegalità, con lo sfruttamento   o addirittura se ne avvalgono – generano anzitutto ingiustizia e, inoltre, insicurezza, tensioni, conflitti. E offrono spazi alle organizzazioni criminali.

Vigilare, quindi, è un preciso dovere. Sulle delinquenziali forme di caporalato.

Sulle condizioni inumane in cui vengono, in alcuni casi, scaraventati lavoratori stagionali, talvolta senza nome né identità.

Siamo una Nazione che ha conosciuto i drammi e le sofferenze degli emigranti e avvertiamo il dovere di rifiutare di riviverli al contrario.

La gestione legale dell’immigrazione rappresenta una priorità. L’Italia e l’Europa hanno la forza per affrontarla compiutamente. Purtroppo, fin qui è mancata, tra i Paesi dell’Unione, la lungimiranza e la necessaria solidarietà.

L’auspicio – e, in parte significativa, anche la constatazione – è che stia maturando una maggiore consapevolezza. Le recenti decisioni assunte in sede di Unione Europea, ancorché incomplete, hanno segnato l’avvio di un nuovo percorso, con il risultato di grande rilievo di aver finalmente superato l’insostenibile accordo di Dublino.

Un tema prioritario, poc’anzi ricordato dalla Ministro Calderone, per il quale è necessario un impegno determinato ed efficace è quello del contrasto alla piaga degli infortuni sul lavoro.

Non possiamo accettare lo stillicidio continuo delle morti, provocate da incurie, da imprudenze, da rischi che non si dovevano correre.

Mille morti sul lavoro in un anno rappresentano una tragedia inimmaginabile.

Ciascuna di esse – anche una sola – è inaccettabile. Viviamo un tempo segnato da gravi preoccupazioni, che richiedono, per più aspetti, frequenti assunzioni di responsabilità.

Pensavamo che la guerra non avrebbe più sfiorato l’Europa dopo la capacità del continente di risorgere nella pace dall’abisso dei due conflitti mondiali.

Dobbiamo invece vivere una nuova drammatica stagione. Nella quale vogliamo restare noi stessi, difendendo e rafforzando i nostri valori di libertà, di democrazia, di solidarietà, di giustizia interna e internazionale, di pace e di cooperazione tra i popoli, nel rispetto di tutti grandi e piccoli e nel rifiuto della prepotenza dei più forti.

È questo il futuro, per il quale, nei decenni trascorsi, gli italiani vollero la Repubblica e, con essa, la pace e l’unione dell’Europa.

Rivolgo un saluto ai sindacati che domani dedicheranno il Primo maggio a “un’Europa di pace, lavoro e giustizia sociale”.         

Un augurio ai giovani che si riuniranno a Roma per il tradizionale Concertone.

Abbiamo tanta strada da fare e disponiamo delle risorse morali e materiali per preparare il futuro senza cedere né alla paura, né alla sfiducia.

Auguri a chi promuove lavoro, a chi lo difende, a chi lo cerca, a chi desidera migliorarlo, a chi ha concluso la sua esperienza lavorativa. Ai Cavalieri e ai Maestri del lavoro.

Buon Primo maggio!

Buona festa del lavoro!

 

Messaggio del Presidente Mattarella per il 42° anniversario dell’uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo

discorso

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato alla Presidente del  Centro di studi e iniziative culturali “Pio La Torre”, Loredana Introini ed al  Presidente Emerito, Vito Lo Monaco, il seguente messaggio:

«Nel 42° anniversario dell’uccisione per vile mano mafiosa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, le Istituzioni e la società civile si uniscono nell’esprimere sentimenti di grande riconoscenza alla loro memoria.

La fermezza e l’abnegazione nel contrastare la criminalità organizzata ne fanno figure emblematiche dei valori di giustizia e legalità che sono a fondamento di una convivenza civile basata sullo Stato di diritto.

La lotta alle mafie necessita soprattutto dell’acuta consapevolezza della loro pervasività, in particolare da parte delle giovani generazioni, al fine di consolidare quei principi alla base di una società costruita sul rispetto della dignità di tutti i cittadini e libera da ogni forma di intimidazione.

In questo spirito, esprimo apprezzamento per il Progetto Educativo Antimafia che si prefigge di promuovere tra gli studenti i valori che Pio La Torre e Rosario Di Salvo hanno testimoniato con tenacia e sacrificio.

La Repubblica li ricorda con rispetto».

La Meloni annuncia la sua candidatura alle Europee:” Una volta mi chiamavano pesciarola…”

 

 

“Giorgia Meloni, presidente del Consiglio e leader di FdI annuncia la sua candidatura alle Europee : “Siamo di fronte a una battaglia decisiva, a un vero e proprio bivio che non consente di sbagliare la scelta e di tirarsi indietro. Tutti devono essere pronti a fare la loro parte e come sempre intendo fare la mia. Ho deciso di scendere in campo per guidare le liste di FdI in tutte le circoscrizioni elettorali, se sopravvivo”. ,

Alla Conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara, la candidatura della  Meloni è stata accolta da un consenso generale. “Lo faccio perchè – ha sottolineato – a questo percorso europeo ho dedicato molto impegno in questi anni ancora prima di diventare presidente del consiglio e ancora di più una volta ricevuto questo grande onore”. Poi, ha spiegato che “voglio chiedere agli italiani se sono soddisfatti del lavoro che stiamo facendo in Italia e in Europa. Lo faccio perchè oltre a essere presidente di Fdi sono anche la leader dei conservatori europei che vogliono avere un ruolo decisivo nel cambiare rotta alle politiche europee. Lo faccio perchè voglio che sia chiaro il messaggio che votando FdI l’8 e 9 giugno si voterà per dare ancora più forza al nostro governo e all’Italia in Europa. E lo faccio perchè mi sono sempre considerata un soldato e i soldati quando devono non esitano a schierarsi in prima linea”.
Quindi “se gli italiani pensano che stia facendo bene, chiedo loro di scegliere FdI e di scrivere il mio nome, il mio nome di battesimo. Sono fiera che la maggior parte dei cittadini che si rivolge a me continua a chiamarmi Giorgia. Per me è una cosa estremamente importante e preziosa. Io sono stata derisa per anni per le mie radici popolari, mi hanno chiamata pesciarola, fruttivendola, borgatara, perchè loro sono colti. Però quello che non hanno mai capito è che io sono fiera di essere una persona del popolo. Se volete dirmi che ancora credete in me mi piacerebbe che lo faceste scrivendo sulla scheda semplicemente Giorgia, perchè io sono e sarò sempre una di voi, una alla quale potete dare del tu senza formalismi e distanza. Questo ruolo difficilissimo non mi cambierà, il potere non mi imbriglierà, il palazzo non mi isolerà. Io ho bisogno di sapere ancora una volta che ne vale la pena perchè faccio quello che faccio solo ed esclusivamente per gli italiani”