Messaggio del Presidente Mattarella in occasione della XV Conferenza nazionale di statistica

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Presidente dell’Istituto Nazionale di Statistica, Francesco Maria Chelli, il seguente messaggio:

Il Presidente Mattarella

«Il Sistema statistico nazionale svolge un ruolo essenziale nel determinare il progresso economico e sociale del Paese.
I dati offerti, approfonditamente analizzati e scrupolosamente elaborati dall’Istituto Nazionale di Statistica nonché dagli altri enti di settore con cui collabora, a livello nazionale, europeo e internazionale, costituiscono una fonte primaria di strumenti per rendere più efficaci le politiche di intervento in settori che presentano squilibri o che necessitano di specifiche e dettagliate misure correttive al fine di incrementare il benessere collettivo a vantaggio delle generazioni presenti e future.
In questa direzione, la XV Conferenza nazionale di statistica rappresenta una proficua opportunità di dibattito tra attori e utilizzatori della statistica ufficiale per esaminare le questioni più rilevanti e attuali che essa oggi è chiamata ad affrontare.
Dalle opportunità derivanti dal corretto impiego dell’Intelligenza Artificiale, alle innovative metodologie di misurazione della povertà, anche nella sua accezione di crescente diffusione di bassi livelli di istruzione, dagli attuali indicatori dei nuovi squilibri nel mercato del lavoro, ai dati della crescita sostenibile in armonia con gli obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, le numerose sessioni in cui si articola la Conferenza forniranno indispensabili spunti di riflessione per innovare e modulare la preziosa funzione statistica sulla base delle odierne sfide globali che possono essere opportunamente superate mediante una collaborazione sinergica tra Istituzioni multilivello e società.
Certo della piena riuscita della XV Conferenza nazionale di statistica e del raggiungimento dei risultati prefissati, rivolgo a tutti i presenti il più sentito augurio di buon lavoro, unitamente al mio partecipe saluto».  Mattarella

 

Il Presidente Mattarella all’inaugurazione della campagna della Lega Navale Italiana “Mare di legalità”

 

 

Il Presidente della Repubblica. Sergio Mattarella. all’evento inaugurale del progetto della Lega Navale Italiana “Mare di Legalità”.

Il Presidente della Repubblica. Sergio Mattarella. all’evento inaugurale del progetto della Lega Navale Italiana “Mare di Legalità”.

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’evento inaugurale del progetto della Lega Navale Italiana “Mare di Legalità”.

 

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, saluta le rappresentanze delle diverse realtà della Lega Navale Italiana.

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, saluta le rappresentanze delle diverse realtà della Lega Navale Italiana.

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, saluta le rappresentanze delle diverse realtà della Lega Navale Italiana.

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, saluta le rappresentanze delle diverse realtà della Lega Navale Italiana.

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, saluta le rappresentanze delle diverse realtà della Lega Navale Italiana.

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’evento inaugurale del progetto della Lega Navale Italiana “Mare di Legalità”.

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’evento inaugurale del progetto della Lega Navale Italiana “Mare di Legalità”.

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’evento inaugurale del progetto della Lega Navale Italiana “Mare di Legalità”.

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’evento inaugurale del progetto della Lega Navale Italiana “Mare di Legalità”.

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’evento inaugurale del progetto della Lega Navale Italiana “Mare di Legalità”.

 

Comunicato Quirinale

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha partecipato all’inaugurazione della campagna della Lega Navale Italiana “Mare di legalità”, al Porto Turistico di Ostia. 

La campagna prevede l’impiego di imbarcazioni confiscate alla criminalità organizzata per lo svolgimento di attività di pubblico interesse, orientate all’educazione dei valori della legalità.

 

 

 

 

Forza Italia in Sicilia , strani accordi con i vertici, Tamajo rinuncia al seggio in Europa. Chinnici resta eurodeputata Il dubbio: E le preferenze che ha ottenuto Tamajo, dove vanno a finire?

 

 

 

L’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, eletto con Forza Italia al Parlamento europeo, resta in Sicilia. Dopo avere ottenuto oltre 121 mila preferenze alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno, Tamajo rinuncia infatti al seggio a Bruxelles e Strasburgo, e quindi si apre una nuove legislatura all’Eurocamera per la prima dei non eletti forzisti, Caterina Chinnici.
“Stamane nel corso di un incontro con Schifani abbiamo raccolto la decisione di Tamajo di mettere a disposizione del partito il suo mandato parlamentare per permettere a Caterina Chinnici di poter entrare in Parlamento europeo, dove siede da 10 anni, e continuare la sua battaglia contro la malavita organizzata – ha annunciato nel corso di una conferenza stampa a Roma il vicepremier e segretario del partito, Antonio Tajani -. Lei è una delle nostre bandiere della lotta contro le mafie ed Edy Tamajo ha fatto questo gesto decidendo di restare a fare l’assessore”.
“Lui ha deciso di voler far sventolare la bandiera dell’antimafia in Europa”, aggiunge Tajani.
La scelta di Tamajo “è un fatto politico e non è un fatto di successione in un seggio – ha detto il presidente della Regione Siciliana e del Consiglio Nazionale di Forza Italia, Renato Schifani -. Forza Italia con questa scelta dimostra di essere il partito dell’antimafia, crede in questi valori e lo fa anche accogliendo la volontà di abdicazione da parte di un eletto nei confronti di Caterina Chinnici che, per la sua storia e il suo impegno parlamentare, non può essere che antesignana e protagonista del contrasto ad ogni forma di criminalità”.
“Oggi ho scelto di rimanere in Sicilia. Amo profondamente la mia Terra. Quando mi è stato richiesto la candidatura da parte del governatore Schifani e dal ministro Tajani, per questa tornata elettorale alle Europee, ho risposto immediatamente sì – spiega Tamajo -. Ringrazio i quasi 122 mila elettori che hanno deciso di votarmi. La nostra avventura politica continua e da uomo di partito, continuo a lavorare per il bene dei siciliani e della nostra Isola, all’interno della giunta Schifani che mi onoro di rappresentare”.
“La decisione di Tamajo, condivisa e ragionata insieme ai vertici di FI, credo non sia stata facile perchè da un lato c’è l’esperienza al Parlamento europeo e dall’altro il territorio dove ho visto il suo enorme lavoro – ha detto Caterina Chinnici -. Al Parlamento europeo ci sarò io che continuerò a lavorare per la Sicilia. Il mio impegno sarà assoluto e totale come è sempre stato, ma guardando maggiormente alla mia terra”.

Intervento del Presidente della Repubblica Mattarella alla cerimonia in occasione del 160° anniversario della Croce Rossa Italiana

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Enrico Volpi, Sindaco di Castiglione delle Stiviere, in occasione della cerimonia dei 160° anniversario della Croce Rossa Italiana

Castiglione delle Stiviere , 22/06/2024 (II mandato)

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra Rosario Maria Gianluca Valastro, Presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana,in occasione del 160° anniversario

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra Rosario Maria Gianluca Valastro, Presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana,in occasione del 160° anniversario

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella visita il Museo Internazionale della Croce Rossa

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella visita il Museo Internazionale della Croce Rossa

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella visita il Museo Internazionale della Croce Rossa

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella visita il Museo Internazionale della Croce Rossa

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella visita il Museo Internazionale della Croce Rossa

 

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella visita il Museo Internazionale della Croce Rossa Italiana

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con i volontari della CRI e rappresentanti del corpo militare volontario ,in occasione del 160° anniversario 
della Croce Rossa Italiana

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con i volontari della CRI e rappresentanti del corpo militare volontario ,in occasione del 160° anniversario 
della Croce Rossa Italiana

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta i volontari della CRI e rappresentanti del corpo militare volontario

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Germano Bignotti, Sindaco di Solferino, in occasione del 160° anniversario della Croce Rossa Italiana

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Germano Bignotti, Sindaco di Solferino, in occasione del 160° anniversario della Croce Rossa Italiana

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia del 160° anniversario della Croce Rossa Italiana

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia del 160° anniversario della Croce Rossa Italiana

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia del 160° anniversario della Croce Rossa Italiana

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia del 160° anniversario della Croce Rossa Italiana

 

 

Il Presidente della Repubblica ha parlato della tragedia del “giovane Satnam Singh, lavoratore immigrato è morto, vedendosi rifiutati soccorso e assistenza, dopo l’ennesimo incidente sul lavoro

 

Solferino, 22/06/2024 (II mandato)

Rivolgo al Presidente e a tutti voi un saluto di grande cordialità.

Centosessant’anni di storia della Croce Rossa Italiana, ricca di umanità e di dedizione, storia che ha accompagnato e sostenuto l’Italia.

Ha visto nascere lo Stato unitario, è stata parte dei suoi progressi, ha sofferto per le cadute e le tragedie, ha contribuito a costruire quel tessuto sociale di solidarietà e mutualità che rappresenta l’elemento vitale delle Istituzioni e che rende i cittadini partecipi e protagonisti.

La celebrazione di oggi ricorda e sottolinea l’impegno che la Croce Rossa continua a esprimere.

La professionalità dei suoi operatori rappresenta un supporto prezioso nelle difficoltà e nelle emergenze. La generosità dei suoi volontari costituisce una forza civile, culturale, umana che trasmette energia e fiducia anche nella vita quotidiana.

La solidarietà ci ha sempre consentito di superare prove anche molto difficili.

Chi pensa che la modernità porti con sé inevitabilmente una contrazione dei Corpi intermedi della società, che il futuro ci riservi una progressiva, arida semplificazione tra pubbliche Istituzioni, da un lato, e cittadino come singolo – senza nulla in mezzo -, dall’altro, ignora che una società simile sarebbe molto più insicura, e decisamente infelice.

La Croce Rossa, con la sua storia e con la sua peculiare esperienza, maturata in oltre un secolo e mezzo, aggiunge a questa energia naturale delle libere aggregazioni anche il valore espresso da una grande professionalità.

Professionalità, unita a umanità, all’attenzione – come poc’anzi ricordava il Presidente Valastro – per ogni donna e per ogni uomo.

Questi valori ne accompagnano il prestigio e la fiducia di cui gode presso i nostri concittadini.

Questi nostri luoghi – Solferino, Castiglion delle Stiviere – prima ancora di ricordare a tutti noi il momento iniziale della storia della Croce Rossa, ci riconducono a una delle battaglie più cruente della Seconda Guerra di Indipendenza.

Oltre trecentomila soldati, di tre diversi eserciti, combatterono sulle colline e nelle campagne – come tutti ben sappiamo – e il numero dei feriti, dei morti, dei corpi rimasti senza nome fu di molte decine di migliaia.

Il cammino da Solferino, che fu centro dello scontro armato, a Castiglion delle Stiviere, fu di sofferenza, di angoscia e di speranza per migliaia di feriti.

La Croce Rossa nacque su quel percorso di dolore. Per dare conforto e assistenza. Per offrire cure ai feriti. Per ritrovare uno spazio umano dentro la logica spietata della guerra. Per dare possibilità di futuro a chi rischiava di morire.

Il sentimento di pietà vinse la paura, l’indifferenza, la rassegnazione.

Questo sentimento conquistò uno spazio pubblico. Si fece organizzazione. È divenuto diritto internazionale nella Conferenza di Ginevra.

Se è vero che nelle guerre c’è sempre qualcuno più responsabile nell’averle scatenate – e queste responsabilità non possono essere taciute – è vero che le vittime sono uguali nella loro umanità, nel dolore atroce che sono costrette a sopportare.

Le vittime sono tutte uguali. Meritano tutte aiuto, cura, solidarietà, vicinanza umana.

Sul valore della cura alle donne e agli uomini sofferenti, senza chiedere la loro provenienza, la nazionalità, il credo religioso, le convinzioni politiche, si è costruita quella cultura della Croce Rossa, italiana e internazionale, che è stata trasmessa al mondo, che ha influenzato le relazioni tra gli Stati, che è stata posta a base di alcuni importanti protocolli e trattati.

Sono questi i valori di cui siete oggi testimoni e che trasmettete ai giovani che frequentano le vostre sedi e animano le vostre attività sociali.

Così come lo sono l’indipendenza rispetto a ogni potere costituito, l’universalità del vostro aiuto concreto, l’imparzialità e la neutralità rispetto a interessi politici ed economici. Tutto questo accompagnato dall’assoluta, piena determinazione di andare incontro a chi ha bisogno.

Questa propensione all’impegno, alla dedizione, al sacrificio ha, nel tempo, ampliato il vostro campo di intervento sociale. E anche per questo desidero esprimere apprezzamento e incoraggiamento.

Accanto al soccorso d’emergenza, accanto alle cure sanitarie, accanto al sostegno umano e psicologico offerto nelle situazioni difficili, vi sono tante meritevoli iniziative che la Croce Rossa – come altre realtà di volontariato – riesce a realizzare.

Sono le essenziali campagne di informazione. Sono corsi e pratiche di formazione per i giovani. Sono interventi sociali finalizzati alla prevenzione. Sono iniziative per la tutela dell’ambiente e per il riequilibrio ecologico.

Tutto questo è parte di una più ampia cura della comunità, che va oltre l’emergenza. Perché tende a prevenire l’insorgere di situazioni di difficoltà, aumentando la partecipazione e la responsabilità comune.

Quando si pensa alle tante energie preziose e ai tanti progetti che il mondo del volontariato, nella libertà dei diversi soggetti, riesce a mettere in campo, qualcuno obietta che si tratta di supplenza rispetto alle attività che dovrebbero competere alle pubbliche Istituzioni, ai vari livelli.

Come se associazioni, movimenti, comunità, enti del Terzo Settore si occupassero di compiti che non spetterebbero loro, ma soltanto per tamponare lacune di servizi pubblici.

Questo può accadere perché vi è una responsabilità delle Istituzioni di assicurare i servizi e di garantire i diritti sanciti dalla Costituzione e dalle leggi. Una responsabilità che è costante nel tempo e che comprende il compito di rimuovere gli ostacoli che si frappongono a una parità effettiva tra le persone, e che non sempre si realizza.

Tuttavia, i valori che provengono dall’organizzarsi della società, espressi dal carattere gratuito del volontariato, i valori di solidarietà che soltanto autentiche relazioni umane possono assicurare, sono del tutto irrinunziabili.

Anche in un sistema di welfare opportunamente rinnovato, anche in uno Stato talmente ben organizzato e giusto, in grado di assicurare pienezza dei diritti a tutti i suoi cittadini, le ricchezze del volontariato avrebbero un ruolo indispensabile, sarebbero preziose e farebbero la differenza per la qualità della vita.

Il principio di sussidiarietà fa parte della Costituzione: ne è un compimento. È collegato alla libertà e – insieme – a quel senso di umanità, di amicizia sociale, che costituisce l’essenza della vita di una comunità.

Il volontariato, nelle sue diverse forme, è un orgoglio del nostro Paese. Trasmette energia preziosa.

I valori che esprime sono parte della cultura e della stessa identità del nostro popolo.

Questo è il carattere dell’Italia, ampiamente diffuso nella concreta vita quotidiana, ed è quel che la rende, in conformità alla sua storia, un Paese di grande civiltà.

Contro questa grande civiltà stridono – gravi ed estranei – episodi e comportamenti come quello avvenuto tre giorni fa, quando il giovane Satnam Singh, lavoratore immigrato, è morto, vedendosi rifiutati soccorso e assistenza dopo l’ennesimo incidente sul lavoro.

Una forma di lavoro che si manifesta con caratteri disumani e che rientra in un fenomeno – che affiora non di rado – di sfruttamento del lavoro dei più deboli e indifesi, con modalità e condizioni illegali e crudeli.

Fenomeno che, con rigore e con fermezza, va ovunque contrastato, totalmente eliminato e sanzionato, evitando di fornire l’erronea e inaccettabile impressione che venga tollerato ignorandolo.

Contro questi fenomeni risaltano e rassicurano i valori e il messaggio che diffonde la Croce Rossa, mostrando interpretazione concreta del rispetto della dignità di ogni persona, della solidarietà, del contributo dell’Italia alla crescita civile in ogni luogo e in ogni momento.

Buon centosessantesimo compleanno.

L’augurio che la Repubblica vi rivolge è quello di proseguire sulla vostra strada e che nel cammino incontriate tante altre persone, soprattutto i giovani”..

Schlein annuncia la raccolta delle firme – e sono tutti d’accordo nell’opposizione – per il Referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata-

 

 

Approvazione finale dell’autonomia, dopo una seduta fiume durata l’intera la notte.  Le regioni del Sud non ci stanno, governatori in testa.  Battaglia su tutti i fronti. Le opposizioni sono già pronte a portare la lotta fuori dal Parlamento, avviando la raccolta firme per il referendum abrogativoCi sono tutti. A Pd, M5S, Avs e Più Europa, martedì insieme a Santi Apostoli per la piazza unitaria contro le riforme del governo Meloni, si uniscono anche Italia Viva e Azione. Sul referendum insomma il campo è extra large. Un primo passo verso quel “basta divisioni” richiamato da Elly Schlein alla manifestazione a Roma davanti a una piazza che ha chiesto, a gran voce e a più riprese, unità.

Autonomia differenziata, così si rischia la divisione dell’Italia in tante piccole repubbliche
Archivi -Sud Libertà  (nella foto il Ministro Calderoli della Lega, l’inventore dell’Autonomia che frattura l’Italia)

Ci hanno tenuto tutta la notte in Parlamento pur di approvare l’autonomia differenziata e brandire – afferma Schlein  – lo scalpo del Sud prima dei ballottaggi. E così Fratelli d’Italia si piega all’antico sogno secessionista della Lega. Suggerirei che a questo punto cambiassero il nome in Brandelli d’Italia. O Fratelli di mezza Italia, visto che la stanno spaccando in due. Continueremo a batterci contro l’autonomia differenziata e il premierato insieme alle altre opposizioni, come abbiamo fatto ieri sera in una piazza unitaria e pienissima“.

Giuseppe Conte rilancia la critica ai tempi di quando era premier, nel campo della destra: “Spaccano l’Italia col favore delle tenebre”, scrive sui social poco prima del voto finale sull’autonomia. E ancora: “Fratelli d’Italia, pur di portare a casa il premierato, ha ceduto allo scambio con la Lega e all’approvazione dell’autonomia differenziata che spacca il Paese. Si fanno chiamare Fratelli d’Italia ma poi dividono gli italiani in serie A,B,C”.

Pronti alla raccolta firme anche Avs e Più Europa che con Riccardo Magi chiede di darsi subito da fare: “Le opposizioni si mettano subito al lavoro per costruire l’ipotesi referendaria e il governo renda accessibile finalmente la piattaforma per la raccolta delle firme digitali, come previsto dalla legge da oltre due anni”.

Assenti martedì in piazza, sul referendum ci sono anche Iv e Azione. “Anche Italia Viva raccoglierà le firme contro la riforma dell’autonomia differenziata -annuncia Matteo Renzi- insieme a quelli che vorranno starci. Questa riforma non serve al nord e fa male al sud. Abbiamo votato contro in Aula, saremo conseguenti sul referendum”. Anche il partito guidato da Carlo Calenda sarà della partita: “Azione è pronta a unirsi alla battaglia referendaria”. Con una avvertenza: “Va considerato il quorum necessario ed allo stesso tempo evitare di fare regali alla maggioranza”.

L’Autonomia differenziata è legge, anche la Camera approva la riforma con 172 voti a favore e 99 contrari

 

 

 

Roma,

L’assemblea di Montecitorio, dopo una serata fiume durata tutta la notte l’ha approvato con 172 voti a favore, 99 contrari e un astenuto. Il Ddl era già stato approvato dal Senato. “Più autonomia, più coesione, più sussidiarietà. Ecco i tre cardini del disegno di legge sull’autonomia differenziata approvato alla Camera.Giorgia Meloni esprime così la sua soddisfazione: “Un passo avanti per costruire un’Italia più forte e più giusta, superare le differenze che esistono oggi tra i diversi territori della Nazione e garantire gli stessi livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni sull’intero territorio. Avanti così, nel rispetto degli impegni presi con i cittadini” .

Matteo Salvini comunica: “Per un’Italia più efficiente e più moderna, con meno sprechi e più servizi a tutti i cittadini, da Nord a Sud: dopo tanti anni di battaglie e di impegno, nonostante le bugie e gli attacchi della sinistra, grazie alla Lega ed al governo l’Autonomia richiesta da milioni di Italiani è stata approvata questa mattina anche alla Camera ed è finalmente legge. Una vittoria di tutti gli italiani: GRAZIE a tutti!”. 

Roberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie. ““A dirlo mi tremano le gambe per l’emozione… c’è il VIA LIBERA DEFINITIVO della Camera all’Autonomia differenziata! L’approvazione di oggi è il coronamento di anni e anni di battaglie politiche della Lega, all’interno delle istituzioni e nelle piazze insieme ai militanti, con un voto che scrive una pagina di storia per tutto il Paese. Un percorso che mi rende particolarmente orgoglioso, quando penso al mio caro nonno Guido e al suo progetto del Movimento Autonomista Bergamasco. Nel mio cuore scorre un sangue autonomista fin da prima che io nascessi, è bello pensare di aver coronato anche il suo sogno”.

Da questo momento in avanti c’è un iter tracciato e ben definito, che permetterà alle Regioni di valorizzare le proprie eccellenze e garantire servizi sempre migliori ai cittadini, nel segno della responsabilità e della trasparenza”.
“Sbaglia chi dice che questo provvedimento spaccherà l’Italia, perchè farà l’esatto contrario. L’obiettivo è permettere a tutte le Regioni di correre sempre più veloce, riducendo i divari territoriali e realizzando quell’unità che c’è solo sulla carta.
L’orizzonte è davanti a noi e la via da intraprendere è definita, ora non resta che avere il coraggio di percorrerla. Si apre una fase nuova, il Governo sarà al fianco di chi vorrà cogliere questa storica sfida” conclude Calderoli.

La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.“Ci hanno tenuto tutta la notte in Parlamento pur di approvare l’Autonomia Differenziata e brandire lo scalpo del Sud prima dei ballottaggi. E così Fratelli d’Italia si piega all’antico sogno secessionista della Lega. Suggerirei che a questo punto cambiassero il nome in Brandelli d’Italia. O Fratelli di mezza Italia, visto che la stanno spaccando in due. Continueremo a batterci contro l’autonomia differenziata e il premierato insieme alle altre opposizioni, come abbiamo fatto ieri sera in una piazza unitaria e pienissima”….

Giuseppe Conte, leader dei 5stell“Sono le 7.39: da ieri e per tutta questa notte stiamo contrastando la maggioranza decisa ad approvare, in questa seduta fiume alla Camera, il disegno di legge Spacca-Italia, che condanna il Sud e le aree più in difficoltà del Paese al peggioramento delle proprie condizioni riguardanti la sanità, l’istruzione, i trasporti. Continueremo a contrastarli in tutti i modi: in Parlamento e nelle piazze”. 

Beppe Grillo vuol ritornare a dare smalto al M5 Stelle per farlo ridiventare il primo partito italiano Voglio tracciare insieme a Conte ed altri la rotta dei prossimi anni

Beppe Grillo e Giuseppe Conte - Fotogramma

Beppe Grillo annuncia il ritorno nel Movimento 5 stelle e lo fa con un’autointervista (immaginaria<) pubblicata sul suo Blog

Come va il tuo rapporto con Conte?

Ottimamente. E il tuo con te?

Non scherziamo…

Come si fa ad avere un cattivo rapporto? Ci ho provato ma non ci sono riuscito: non si scompone mai, ogni parola si scioglie… Siamo d’accordo, però, che non vogliamo scioglierci anche noi.

E quindi cosa farete?

Hai notato che il simbolo dell’Altrove ha la forma di un’antenna? Ripartiremo da antenne puntate sui cittadini e da un’azione politica diversa. Siamo nati come irregolari che sognavano di cambiare il sistema.

Un sogno che però si è rivelato un incubo, o tutt’al più un miraggio

Anche i nemici più accaniti ci riconoscono che abbiamo anticipato temi di cui oggi parlano tutti, a cominciare dall’ambiente e dall’economia circolare. Poi c’è stata una caccia alle streghe su riforme che in realtà hanno funzionato: si è voluto, per esempio, abolire il reddito di cittadinanza per spingere i giovani a cercare lavoro; senonché i bar, negozi e ristoranti continuano a non trovare personale, mentre il crimine per strada è aumentato, forse anche perché lasciare le persone in miseria non conviene a nessuno. L’obiettivo della piena occupazione, tra l’altro, oltre a essere velleitario, appartiene a schemi mentali del secolo scorso, mentre nella Silicon Valley la sfida del secolo è disconnettere il reddito dal lavoro, che sono entrambi importanti per il benessere, ma sono inevitabilmente destinati a non essere più correlati fra loro.

Vale a dire?

Chi ha voluto abolire o ridimensionare il reddito di cittadinanza, spesso venera anche chi – da Altman a Musk, da Gates, a Zuckerberg – ha più volte invocato il reddito incondizionato universale che tra l’altro avrebbe una portata molto più ampia rispetto al reddito di cittadinanza. E io dico che conviene arrivarci prima che gran parte del lavoro umano sia svolto da macchine o dall’intelligenza artificiale.

Alcune cose si sono però rivelate un disastro, per esempio il Superbonus

A prescindere dal fatto che il Superbonus è stato voluto da tutti e non solo da noi, come per ogni cosa il problema stava nel metterlo a punto, non nel sostenerlo prima e demonizzarlo poi, scatenando una caccia alle streghe, che tutt’al più sono befane. Non dimentichiamoci che quando fu approvato c’era bisogno di un forte stimolo alla ripresa, che ha funzionato: un tempo si diceva che bastasse perfino scavare buche e poi riempirle. Poi, ovviamente, si sarebbe dovuto correggere il tiro, e non chiudere i rubinetti di colpo scatenando una corsa agli sportelli del Superbonus… Comunque è presto per vederne gli effetti di lungo termine, mentre è certo che i quasi 3.000 miliardi del nostro debito pubblico – voluto in gran parte dalle forze politiche che oggi criticano il Superbonus – hanno gonfiato una spesa pubblica ipertrofica che è la vera zavorra del nostro paese.

Ma non eravate anche voi a favore dell’aumento della spesa pubblica?

Oggi gran parte della spesa pubblica è destinata a pensioni, sanità e interessi sul debito. E siccome i malati e i risparmiatori sono prevalentemente anziani, significa che gran parte della spesa pubblica è a loro favore. Il nostro simbolo ha invece l’orizzonte del 2050: siamo gli unici ad aver pensato ai giovani, che sono stati i principali beneficiari delle nostre riforme. Siamo come i tacchini che vedono arrivare il Natale senza preoccuparsi della propria morte, ma della vita di chi verrà dopo di loro.

Mi pare che in realtà molti di voi il Natale vorrebbero rimandarlo

Se si riferisce alla regola del doppio mandato, è comprensibile che chi oggi si trova al secondo mandato vorrebbe eliminarla. D’altronde l’istinto di sopravvivenza proviene dalla nostra natura animale, ed è insopprimibile. Ma lo scopo di ogni regola, in fondo, è di arginare i nostri istinti animali nell’interesse comune. Il limite alla durata dei mandati è non solo un principio fondativo del movimento, ma è anche un presidio di democrazia fin dai tempi dell’antica Atene. Come ho detto più volte, dovrebbe diventare una legge costituzionale, quantomeno per le cariche più importanti, come peraltro fece il congresso degli Stati Uniti dopo la morte di Roosevelt, che fu l’unico presidente americano ad aver fatto più di due mandati.

Ma non c’è il rischio che così si disperdano competenze acquisite nel corso degli anni?

Infatti avevo proposto un’idea di “staffetta” in cui gli “uscenti” avrebbero percepito un compenso finanziato dagli “entranti” per assicurare il passaggio di consegne e trasferir loro le competenze acquisite. Senza contare che il parlamento dovrebbe innanzitutto interpretare la volontà dei cittadini, che è molto più difficile intercettare quando i parlamentari si rinchiudono nel palazzo per anni. Per tradurre la volontà dei cittadini in legge ci vorrebbero semmai uffici legislativi con professionisti bravi e competenti e non cortigiani senza arte né parte. Il lavoro di un parlamentare dovrebbe essere un altro, vale a dire captare e comprendere le esigenze dei cittadini per tradurle in indirizzo politico, che a sua volta dovrebbe essere tradotto in legge da uffici legislativi capaci e competenti. Tant’è vero che avevamo proposto di cambiare il titolo dei parlamentari da onorevoli a cittadini portavoce.

Se è per questo eravate anche quelli della democrazia diretta

Infatti questa è una delle idee che dovremo recuperare. Negli ultimi anni ci siamo logorati in beghe di voto che non avevano nulla a che fare con la democrazia diretta, ma riguardavano solo lotte di potere fra anime diverse del movimento. La democrazia diretta, tra l’altro, dovrebbe estendersi a tutti i cittadini, come già avviene in paesi ben più prosperi del nostro e come potrebbe estendersi molto di più con il supporto della tecnologia. D’altronde se le preferenze dei consumatori orientano le scelte di produzione e vendita delle imprese – e sempre di più grazie all’analisi dei dati – non si capisce perché le preferenze dei cittadini non dovrebbero orientare le scelte politiche allo stesso modo.

Si parlerà di questo nell’assemblea costituente di cui ha parlato Conte?

Di questo e come recuperare contatto, dialogo e azioni congiunte con gli attivisti, che sono sempre stati il combustibile del MoVimento. Ma al tempo stesso non possiamo discutere solo di regole di funzionamento interne, ma dobbiamo tornare a proporre idee radicali e visionarie, smarcandoci da una collocazione che è vecchia e superata da decenni. Parlare di sinistra e destra è come parlare di ghibellini e guelfi, anzi forse è meglio parlare di questi ultimi, perché tutti devono seguire l’Elevato.

Questo ricorda un po’ la conversione di Fantozzi dalle idee del Compagno Folagra a quelle del Megadirettore Galattico…

Guarda, mio padre era un imprenditore e fin da bambino ho sempre compreso e sostenuto le ragioni dell’impresa. Abbiamo fatto molte cose per sostenere le imprese, soprattutto quelle esposte davvero alla concorrenza, specie se sleale o impari. Altra cosa è sostenere quelle che difendono un sistema corporativo, che equivale a difendere privilegi e diseguaglianze e non un modello di mercato aperto e con pari opportunità per tutti. Tant’è vero che molte risorse pubbliche affidate ai privati non sono state gestite nel migliore dei modi, come testimoniano alcune vicende di cronaca, anche recente.

Stai parlando delle ultime vicende genovesi?

Ultime e non solo. Prima abbiamo visto autostrade affidate a privati con ponti che crollano e gallerie che cascano a pezzi, oggi assistiamo a concessioni gestite in modo a dir poco curioso. Tutto finisce poi in un tritacarne mediatico in cui ogni cosa diventa indistinguibile, quando mi pare evidente che ci siano responsabilità diverse.

Spiegati meglio…

Non si può mettere sullo stesso piano chi chiede un contributo elettorale a chi gestisce una risorsa pubblica in conflitto d’interessi, per poi orchestrare un linciaggio mediatico di entrambi. Ci sono finito anch’io, per accuse che spaziano dal traffico d’influenze illecite alle percosse e alla lesione personale. Questo modo d’informare è un’arma di distrazione di massa, come dico da sempre. E purtroppo ci siamo cascati anche noi.

Finalmente un punto di convergenza con Conte!

Ma no! Sono d’accordo con tutte le cose che dice. Che poi sono tre. D’altra parte come si fa a non essere d’accordo sul fatto che la guerra, la povertà e le malattie siano cose brutte? Semmai vorrei aggiungerci qualche cosa bella, come il voto dei cittadini europei alle elezioni politiche nei paesi di residenza e non di cittadinanza, prodotti il cui prezzo incorpori costo sociale di produzione e trasporto, piattaforme di democrazia diretta e di cittadinanza attiva. Tutte cose di cui parlavamo regolarmente con Casaleggio e altri.

Si legge che riprenderai a incontrarti regolarmente con Conte

Mi piacerebbe riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni. Sono proprio questi incontri che ci hanno portato a diventare la prima forza politica del paese.

Quali sono i temi di cui vorresti parlare in questi incontri?

Mi pare che i temi fondativi del movimento siano ancora validi. Alcuni, come la transizione ecologica e digitale, sono diventati i temi principali dell’agenda politica europea e italiana. Dunque non si può dire che non ci avessimo azzeccato. Altri, come la democrazia diretta e la politica come servizio e non professione – come peraltro è in Svizzera, e non solo – restano da realizzare. Altri ancora sono emersi negli ultimi tempi: da un maggior controllo dei cittadini sui dati che li riguardano, a riforme istituzionali che garantiscano stabilità e al tempo stesso autonomia dei territori.

Le riforme istituzionali e l’autonomia dei territori sono anche al centro del dibattito politico di questi giorni: cosa pensi del premierato e dell’autonomia differenziata

Non sono un esperto, ma mi sembrano complessivamente due riforme un po’ pasticciate. Sulla stabilità ho trovato convincente  l’analisi di un giovane ricercatore che concludeva che il modello più stabile è quello tedesco, che al tempo stesso è anche federale. Tuttavia sul federalismo, e ancor più sulla sua forma spuria dell’autonomia differenziata, ho qualche perplessità. Oggi forse avrebbe più senso ragionare su autonomia dei comuni e delle città, più che delle regioni. D’altra parte questa è la nostra radice storica: dopo la caduta dell’Impero Romano la prosperità dell’Italia è dipesa dal alcune importanti città, più che dal nostro paese nel suo complesso.

L’ultimo show che hai fatto si intitolava “Io sono un altro”, cosa voleva significare? Chi sei veramente?

Sono un analizzatore, studio la bruttezza, l’idiozia, analizzo praticamente merda sociale per permettere ai miei figli di diventare intelligenti studiando matematica, filosofia, medicina, in modo che i loro figli possano diventare agricoltori.

 

L a Rissa alla Camera: e poi i politici chiedono alla gente il perchè dell’astensionismo elettorale

Comunicazione video su You T.

Furibonda rissa in aula alla Camera dei deputati nel corso dell’esame del ddl autonomia differenziata             Sembrava una lite gigantesca del tipo che si vedono a Roma davanti ai bar scontri tra giovani     Il deputato M5s Leonardo Donno, colpito da alcuni deputati fra i quali il deputato della Lega Igor Iezzi, secondo i racconti di diversi parlamentari, con due pugni in testa. È stato necessario l`intervento dei medici che hanno portato Donno fuori dall`aula su una sedia a rotelle. Nella rissa è risultato colpito anche un assistente parlamentare intervenuto per sedare i deputati.

La rissa è scoppiata dopo che il deputato pentastellato aveva provato a portare il tricolore al ministro Calderoli, gesto censurato dal presidente della camera Lorenzo Fontana con l’espulsione. Diversi deputati leghisti lo hanno circondato ed è scoppiata la rissa a colpi di cazzotti e pugni. La seduta è stata sospesa.

Messaggio del Presidente Mattarella alle Forze Armate in occasione del 78° anniversario della proclamazione della Repubblica Italiana

Il Presidente Sergio Mattarella con Guido Crosetto, Ministro della Difesa, passa in rassegna il reparto d’onore schierato, in occasione della Festa Nazionale della Repubblica

 

 Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella depone una corona d'alloro al Monumento del Milite Ignoto all'Altare della Patria, in occasione della Festa della Repubblica

Il Presidente Sergio Mattarella depone una corona d'alloro sulla Tomba del Milite Ignoto all'Altare della Patria, in occasione della Festa Nazionale della Repubblica

 

 Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella depone una corona d'alloro al Monumento del Milite Ignoto all'Altare della Patria, in occasione della Festa della Repubblica

 

Il Presidente Sergio Mattarella depone una corona d'alloro sulla Tomba del Milite Ignoto all'Altare della Patria, in occasione della Festa Nazionale della Repubblica

Il Presidente Sergio Mattarella depone una corona d'alloro sulla Tomba del Milite Ignoto all'Altare della Patria, in occasione della Festa Nazionale della Repubblica

 

 Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all'Altare della Patria

 

Il Presidente Sergio Mattarella con Guido Crosetto Ministro della Difesa in occasione della Festa Nazionale della Repubblica

Il Presidente Sergio Mattarella saluta Giorgia Meloni Presidente del Consiglio,in occasione della Festa Nazionale della Repubblica

 

Il Presidente Sergio Mattarella con Guido Crosetto Ministro della Difesa in occasione della Festa Nazionale della Repubblica

 

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, il seguente messaggio:
«Celebrare i settantotto anni della nascita della Repubblica Italiana richiama i valori della nostra identità e di una Costituzione lungimirante e saggia, frutto della straordinaria rinascita che prese le mosse dalla lotta di Liberazione.
Indipendenza e libertà sono conquiste che vanno difese ogni giorno, in comunione di intenti e con la capacità di cooperare per il bene comune.
I Padri della Patria erano consapevoli dei rischi e dei limiti della chiusura negli ambiti nazionali e sognavano una Italia aperta all’Europa, vicina ai popoli che ovunque nel mondo stessero combattendo per le proprie libertà.
Il nostro contributo – e in esso delle Forze Armate – alla causa della pace e della stabilità internazionali è più che mai prezioso nell’odierna situazione caratterizzata da devastazioni e aggressioni alle popolazioni civili in Europa e in Medio Oriente. La Repubblica è grata alle donne e agli uomini delle Forze Armate per i compiti assolti negli impegnativi teatri operativi ove sono chiamati ad operare, nell’ambito delle missioni delle Nazioni Unite, di quelle frutto della solidarietà fra i Paesi dell’Alleanza Atlantica, delle decisioni alle quali abbiamo concorso in sede di Unione Europea.
La garanzia della civile convivenza, lo sviluppo e il perseguimento della giustizia internazionale sanno di poter contare sulla cornice di sicurezza offerta dalle Forze Armate.
Nel fare memoria di quanti hanno perso la vita a difesa dei valori della nostra comunità rivolgo il mio deferente pensiero ai caduti che hanno contribuito a rendere l’Italia un Paese unito e una nazione libera e democratica.
In questo giorno di festa giunga a tutti gli appartenenti alle Forze Armate l’apprezzamento del popolo italiano per il servizio svolto e l’augurio più cordiale.
Viva la Repubblica, viva le Forze Armate».

Il Presidente Mattarella ha firmato il decreto di nomina di 25 Cavalieri del Lavoro

 

discorso scrivania

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato, in data 31 maggio, il decreto con il quale, su proposta del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso, sono stati nominati 25 Cavalieri del Lavoro.
Ecco l’elenco completo degli insigniti, con l’indicazione, per ciascuno, del settore di attività e della Regione di provenienza:

ALEOTTI Lucia – Industria – Farmaceutica – Toscana;
ANGHILERI Eufrasio – Industria – Siderurgica – Lombardia;
ARENA Giovanni – Commercio – Grande distribuzione – Sicilia;
BECCARI Pietro – Industria – Moda e design di lusso – Estero;
BERLUSCONI Marina Elvira – Industria – Editoria – Lombardia;
BERTAZZONI Paolo – Industria – Elettrodomestici – Emilia-Romagna;
BONI Maria Chiara – Industria – Moda e abbigliamento – Lombardia;
CAMPAGNOLO Giorgio – Industria – Abbigliamento sportivo – Veneto; 
CAPUTO Carmine – Industria Alimentare – Molitoria – Campania;
CASELLI Caterina Imelde – Industria – Discografia – Lombardia;
CIMBRI Carlo – Terziario – Assicurazioni – Emilia-Romagna;
GIORDANI Graziano – Artigianato – Ricami – Marche; 
LEONE Raffaella – Terziario – Cinematografia – Lazio;
LUNELLI Matteo Bruno – Vitivinicolo – Spumanti – Trentino-Alto Adige;
MANZANA Fausto – Terziario –  Servizi informatici – Trentino-Alto Adige;
MARINO Giuseppe – Industria – Ferroviaria – Piemonte;
MUNTONI Francesco Giovanni – Terziario – Alberghiero – Sardegna;
PAOLINO Duilio -Industria – Macchinari agricoli – Piemonte;
PRIMICERI Vito Antonio – Terziario – Credito – Puglia;
RAVANELLI Fabio – Industria – Cosmetica – Piemonte;
RONCADIN Edoardo – Industria e commercio – Prodotti surgelati – Friuli-Venezia Giulia;
SAMER Enrico – Terziario – Logistica – Friuli-Venezia Giulia;
SERENA MONGHINI Antonio – Industria energetica – Petrolio – Emilia-Romagna;
SGARIBOLDI Giovanni – Industria – Cosmetici e profumi – Lombardia;
VILLANO AQUILINO Carlo – Industria – Aerospazio – Campania.