Ancora battaglia contro il Covid. La speranza vera per tutti gli italiani è il nuovo vaccino entro la fine dell’anno. Afferma Giuseppe Conte ,premier: “Abbiamo concluso i lavori del consiglio dei ministri, abbiamo approvato un nuovo decreto legge concepito per affrontare questa nuova fase. C’è una risalita della curva di contagio, di qui la deliberazione di prorogare lo stato d’emergenza fino al 31 gennaio”. “Abbiamo ritenuto opportuno e necessario recuperare quel rapporto tra stato e regioni che avevamo costruito anche nella fase più dura. D’ora in poi le regioni potranno adottare misure più restrittive rispetto a quelle adottate a livello nazionale. Invece, saranno limitate nell’adozione di misure di allentamento: lo potranno fare solo d’intesa con il ministro della Sanità”,.
Politica interna
Dopo lo spettacolo indecente dell’assenteismo ieri al Parlamento, oggi, alle 11, il governo prorogherà lo stato di emergenza
Foto Presidenza del Consiglio (Italia)
SANZIONI PER CHI VIOLA L’OBBLIGO DI INDOSSARE LA MASCHERINA E NUOVE REGOLE PER L’ESENZIONE
Oggi alle 11 intanto si riunirà il Cdm per prorogare lo stato d’emergenza, rinviato dopo che ieri il Parlamento italiano ha offerto il solito spettacolo indecente dell’assenteismo e del nulla di fatto quindi sulla risoluzione della maggioranza e sulle comunicazioni del ministro Roberto Speranza.
Sanzioni 400 a 1.000 euro per chi non rispetta l’obbligo della quarantena. Mentre chi ha contratto il Covid-19 ma non rispetta le restrizioni può incorrere in una sanzione penale con l’arresto da 3 a 18 mesi, oltre che in un’ammenda da 500 a 5.000 euro. Può infatti essere denunciato per epidemia colposa.
Per quanto riguarda la possibile novità sui tamponi obbligatori per Gb. Olanda, Belgio e Repubblica Ceca andrebbe ad aggiungersi a quelli già previsti per chi arriva da Croazia, Grecia, Malta, Spagna, oltre che da Parigi e altre sette regioni della Francia.
Referendum : vince il popolo dei Si-I parlamentari saranno ridotti da 945 a 600
TOSCANA – Dati Regione
Susanna Ceccardi: 42,28%
Eugenio Giani: 47,37%
PUGLIA – Proiezioni Rai
Michele Emiliano: 46,8%
Raffaele Fitto: 38%
LIGURIA – Dati Regione
Giovanni Toti: 60,29%
Ferruccio Sansa: 35,82%
VENETO – Dati Regione
Luca Zaia: 79%
Arturo Lorenzoni: 13,8%
MARCHE – Dati Regione
Francesco Acquaroli: 48,14%%
Maurizio Mangialardi: 37,62%
CAMPANIA – Proiezioni Rai
Vincenzo De Luca: 64,9%
Stefano Caldoro: 20,2%
Sì : Dato Definitivo – 69,55% No : Dato Definitivo – 30,45%
Sì sopra il 69%. La prossima legislatura vedrà dunque il taglio del numero dei parlamentari. Un momento storico davvero .L’Italia cambia. .
Soddisfatto il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio
Si apprende intanto che oltre la metà degli italiani, comunicano al momento il 53,85%, si è recata alle urne per il referendum, affiancato in sette Regioni dalle elezioni regionali e in tutta Italia, con l’esclusione delle due Isole maggiori, dalle elezioni comunali. Questi ultimi dati relativi alle amministrative hanno influenzato nettamente l’affluenza ai seggi che – con la virtuosa eccezione delle province autonome di Trento e Bolzano – si è registrata in misura notevolmente più alta proprio nelle Regioni dove si svolgevano le elezioni regionali e,d’altro lato, notevolmente più bassa dove non si tenevano neanche le comunali.
Nella classifica basata su numero dei votanti, in testa c’è la Valle d’Aosta con il 73,44% seguita appunto dal Trentino-Alto Adige con 70,96% e poi tutte le altre sei Regioni chiamate al voto: nell’ordine Veneto 67,54% Marche 66,39% Toscana 65,88% Puglia 61,91% Campania 61,04% Liguria 59,17%. Per quanto riguarda il resto della classifica, si prosegue con Emilia-Romagna 55,37% Piemonte 51,56% Lombardia 51,36% Abruzzo 50,78% Friuli-Venezia Giulia 50,22% Basilicata 50,14% Umbria 48,75% Molise 47,44% Lazio 45,67% Calabria 45,22%. A chiudere la classifica le due Regioni dove le elezioni comunali si svolgeranno a ottobre e non dove non vi erano dunque sindaci da eleggere: Sardegna 35,70% e Sicilia 35,39%.
REFERENDUM ED ELECTION DAY AL NARCOTICO
Si prosegue. Seggi aperti oggi dalle ore 7 alle ore 15 per la seconda giornata di election day. Alla chiusura delle urne inizieranno gli scrutini delle suppletive, del referendum e delle regionali. Gli scrutini delle elezioni amministrative cominceranno alle ore 9 di martedì 22 settembre.
Quanto all’affluenza per le Regionali, in Campania alle 23 era del 38,92% (544 Comuni su 550); in Puglia 39,79 (253 Comuni su 257); in Liguria 39,29% (233 Comuni su 234); in Veneto 46,12% (561 Comuni su 563); in Valle d’Aosta 54,16% (74 Comuni su 74); in Toscana 45,89% (3.937 seggi su 3.937); nelle Marche 42,72% (1.576 sezioni su 1.576).
Le elezioni regionali (in Valle d’Aosta, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania, Puglia) interesseranno 18.471.692 elettori e un totale di 22.061 sezioni. Le elezioni amministrative si svolgeranno, invece, in 957 comuni italiani, di cui 608 nelle regioni a statuto ordinario e 349 nelle regioni a statuto speciale: per un totale di 5.703.817 elettori alle urne e 6.756 sezioni. Alle amministrative, saranno 4.699.949 gli elettori nelle Regioni a statuto ordinario e 5.599 le sezioni elettorali; nelle Regioni a statuto speciale (Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige) il voto interesserà 1.003.868 elettori in 1.157 sezioni.
Gli scrutini delle elezioni amministrative cominceranno domani martedì 22 settembre alle ore 9..
Referendum: garantire la sicurezza sanitaria anche a chi dovrà raccogliere il voto domiciliare
Per assicurare il pieno esercizio dei diritti civili e politici e al tempo stesso le massime condizioni di sicurezza sanitaria, anche a coloro che andranno a raccogliere il voto,il recente decreto (14 agosto 2020, n. 103) in materia elettorale, ha stabilito particolari modalità per consentire il voto domiciliare a tutti gli elettori che, essendo sottoposti a trattamento domiciliare o in condizioni di quarantena o di isolamento fiduciario per Covid-19, non possono recarsi ai seggi.
Un compito affidato alle sezioni ospedaliere attraverso i seggi speciali che si recano presso le abitazioni degli elettori. Proprio per incrementare il numero delle sezioni ospedaliere e ampliare la platea dei comuni nei quali istituirle, il decreto legge n.103/2020 prevede la loro costituzione anche nelle strutture sanitarie con almeno 100 posti letto, derogando rispetto al limite ordinario di 200.
La scelta- informa il Viminale – di affidare la raccolta del voto domiciliare alle sezioni ospedaliere, composte da personale appositamente formato, è dovuta all’esigenza di garantire la sicurezza sanitaria anche nella fase dello scrutinio. Le nuove disposizioni consentono agli elettori che si trovano nelle condizioni previste dal decreto legge e che ne facciano richiesta, di poter votare per tutte le prossime consultazioni referendarie, regionali e comunali. In collaborazione con il Ministero della Salute, sono state diramate, anche di recente, indicazioni operative per i componenti dei seggi speciali, al fine di garantire la raccolta del voto in condizioni di sicurezza.
Previsti corsi di formazione dedicati a coloro che dovranno raccogliere il voto domiciliare, forniti dei dispositivi di protezione individuale ritenuti necessari. Per quanto riguarda in particolare le elezioni comunali, si applicano le disposizioni già vigenti dal 1960 (articolo 42 del decreto del Presidente della Repubblica n.570/1960) per tutti gli elettori ospedalizzati, che prevedono la possibilità di votare per gli elettori del comune dove ha sede la struttura medica.
REFERENDUM: FORSE SI RIDURRA’ LA DEMOCRAZIA MA NON SE NE PUO’ PIU’ DI QUESTI POLITICI CORROTTI ALLA CAMERA
Si vota tra circa una settimana : come si schierano i partiti
E’ il momento delle elezioni tanto attese. Taglio parlamentari. Visto che la politica è divenuta sinonimo di corruzione e ruberie diremmo:Taglio corrotti e ladri. Con serenità di quelli onesti e credenti della socialità Sappiamo che il 20 e 21 settembre 2020 si voterà per un referendum costituzionale sulla riduzione di un terzo del numero dei parlamentari di Camera e Senato. È il caso di sapere cosa dicono i partiti e quali sono gli argomenti a favore del Sì e del No.
Un passo indietro.
La riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari era stata approvata all’inizio di ottobre 2019 con il voto favorevole praticamente di tutti i partiti. La legge doveva entrare in vigore a gennaio, ma una richiesta dei senatori, di fatto, l’aveva sospesa rendendo necessario il referendum. Nonostante l’iniziale apparente unanimità nel sostenere la riforma, 71 senatori di vari partiti avevano infatti firmato per indire un referendum costituzionale.
Spieghiamo il meccanismo vigente al Senato I senatori avevano potuto avanzare la loro richiesta perché le riforme costituzionali hanno un iter parlamentare speciale: se una riforma non ottiene una maggioranza di due terzi da ciascuna delle due camere nel voto finale si hanno tre mesi di tempo per chiedere che sia sottoposta a referendum; servono le firme di un quinto dei membri di una delle due camere – per i senatori la soglia è di 64 – 500.000 elettori o 5 consigli regionali. La proposta sul taglio dei parlamentari era stata firmata da 71 senatori, 7 in più del numero minimo richiesto.
Il referendum avrebbe dovuto svolgersi lo scorso 29 marzo, ma era stato rimandato a causa della pandemia Covid-19. A metà luglio il Consiglio dei ministri aveva stabilito le date del 20 e 21 settembre, accorpando il voto per il referendum confermativo alle regionali e alle elezioni supplettive nei collegi uninominali 3 della Regione Sardegna e 9 della Regione Veneto del Senato e con il voto amministrativo in alcuni comuni.
Il referendum sul taglio dei parlamentari sarà il quarto referendum costituzionale nella storia della Repubblica Italiana (gli altri tre sono stati il referendum sul Titolo V del 2001, quello sulla riforma costituzionale del centrodestra nel 2006 e quello sulla riforma costituzionale voluta dal PD nel 2016).
L’immagine di deputati sonnolenti alla Camera è rimasta scolpita nella mente di tanti italiani. E se in Sicilia un governatore punta il dito contro la popolazione dei dipendenti regionali in servizio nei dipartimenti della Regione Sicilia, “si grattano la pancia” questi fannulloni,- ha affermato il Presidente della Regione Musumeci, alla Camera la situazione non è poi tanto diversa
Forse vedere meno “ladri e truffatori” alla Camera o “persone di carta” , prive di qualsiasi competenza ed autorevolezza, farà bene un pò a tutti
La riforma prevede di ridurre i seggi alla Camera da 630 a 400 e quelli al Senato da 315 a 200: una riduzione di circa un terzo. In atto ci sono un deputato ogni 96 mila abitanti e un senatore ogni 188 mila abitanti. Con il taglio ci sarebbe un deputato ogni 151 mila abitanti e un senatore ogni 302 mila. Dopo la riforma diminuirebbe dunque sensibilmente il numero di rappresentanti per abitante, ma l’Italia resterebbe comunque nella media degli altri paesi dell’Europa occidentale. Questo perché attualmente l’Italia è il paese con più rappresentanti eletti in numero assoluto (945 tra deputati e senatori) di tutta l’Europa occidentale.
Con l’approvazione della riforma saranno ridotti anche i parlamentari eletti dagli italiani all’estero: passeranno da 12 a 8 e i senatori da 6 a 4. Verrà inoltre stabilito un tetto massimo al numero dei senatori a vita nominati dai presidenti della Repubblica: mai più di 5.
Il referendum sarà confermativo, servirà cioè a confermare l’approvazione di una riforma costituzionale che non ha ottenuto almeno due terzi dei voti in ciascuna camera. Il quesito dice:
“Approvate il testo della Legge Costituzionale concernente “Modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n. 240 del 12 ottobre 2019?”.
Chi vota “sì” sostiene il taglio, chiede che la riforma sia confermata e che entri in vigore. Chi vota “no” ne chiede invece l’abrogazione. Nei referendum costituzionali non si tiene conto del quorum, come nei normali referendum abrogativi.
Sembra che i sondaggi siano orientati verso il Sì in maggioranza.
I partiti e il PD
Il Referendum attuale è il cavallo di battaglia del M5S che ha sostenuto la riforma come parte della campagna cosiddetta “anti-casta”, ma in realtà quasi tutti i grandi partiti hanno mostrato interesse o simpatia per la riduzione dei parlamentarii (le ultime due riforme costituzionali proposte, e bocciate dagli elettori, prevedevano tra le altre cose anche il taglio del numero dei parlamentari).
Sono contrari alla riforma partiti, come i Radicali e Sinistra Italiana, e numerosi singoli parlamentari sparsi tra vari gruppi. Sono favorevoli, oltre al Movimento 5 Stelle, anche la Lega, Forza Italia- qui il leader Silvio Berlusconi, ricoverato per Covid, ha lasciato ai suoi libertà di voto – e Fratelli d’Italia: l’opposizione sosterrà dunque una riforma del governo.
Complessa la situazione interna al PD che ha cambiato idea lo scorso ottobre, dopo essere andato al governo con il Movimento 5 Stelle e aver sottoscritto un’alleanza che prevedeva l’appoggio alla riforma a certe condizioni. Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico, aveva condizionato il Sì ad alcune misure di «riequilibrio» e a una modifica condivisa della legge elettorale in senso proporzionale, con sbarramento al 5 per cento.
Oggi il segretario Pd si esprime per il Sì incondizionato. A fine luglio Italia Viva aveva però votato con il centrodestra impedendo alla bozza di riforma della legge elettorale di arrivare in aula a luglio ed essere discussa in commissione (lo sbarramento al 5 per cento, allo stato attuale dei sondaggi, penalizzerebbe il movimento di Renzi).
Altre posizioni all’interno del Pd sono diverse .Matteo Orfini, ex presidente del partito, ha detto: «Ci fu garantito che il taglio sarebbe stato preceduto da una nuova legge elettorale proporzionale e accompagnato da modifiche costituzionali che garantissero che quel taglio non sfasciasse l’impianto costituzionale».
Gianni Cuperlo si esprime per il No . La democrazia, sostiene Cuperlo, non ha prezzo: la riforma non è stata accompagnata dalle misure concordate per garantire un equilibrio a tutela della rappresentanza. Il rischio, dice, è che la rappresentanza venga «soppiantata dalla rappresentazione»: un parlamento ridotto nelle dimensioni finirebbe insomma «con l’essere “nominato” da un gruppo di capi corrente e partito».
Gli argomenti a favore del Sì hanno a che fare innanzitutto con la riduzione dei costi della politica e dunque con un risparmio economico per il bilancio dello stato che sarebbe pari a 100 milioni di euro all’anno ..
Nella presentazione della riforma si dice anche che l’obiettivo è «favorire un miglioramento del processo decisionale delle Camere per renderle più capaci di rispondere alle esigenze dei cittadini». Secondo i favorevoli, il taglio renderebbe dunque il parlamento più efficiente, migliorerebbe«il rapporto tra cittadini e istituzioni» ed eliminerebbe «la frammentazione tra svariati gruppi parlamentari, che a volte non rappresentano le principali forze politiche presenti nel paese ma gruppetti che servono solo a organizzare la sopravvivenza sulla poltrona».
Non ci sarebbe dunque alcun rischio per la democrazia, il cui principale problema non sarebbe quello della scarsa rappresentatività, ma quello di una generale inefficacia da un punto di vista di gestione. La tappa della riduzione del numero dei parlamentari sarebbe poi solo un punto di partenza, non di arrivo: ma il primo e il più significativo per procedere successivamente con altre riforme necessarie a eliminare il malfunzionamento delle istituzioni.
La verità è che la gente è stufa della politica, dei politici ladri, dei politici corrotti in collusione con la Mafia, e che i grandi problemi da oltre mezzo secolo sono rimasti irrisolti, una cancrena: La disoccupazione giovanile al SUD, il distanziamento sociale tra Nord e Sud, le risorse pubbliche orientate prevalentemente al Nord,le imprese che fuggono dalla Sicilia,i negozi che chiudono in gran numero le saracinesche, gli eterni politici regionali burattini della Sicilia obbedienti a “Roma”.
Sì, abbiamo sentito tante parole di onestà dal cambiamento governativo ma il denaro-linfa vitale per gli imprenditori, le famiglie – non scorre ancora nel Sud. Abbiamo bisogno di vitalità economica.di sicurezza.. Non più di belle parole. E allora, nell’inspiegabile attesa,vadano via dalla Camera i parlamentari in eccesso. Qui in Sicilia stiamo bruciando, gli altri giocano sulla pelle dell’isola, del Sud. Onorevoli fantasma che mangiano come veri maiali con la loro indennità vertiginosa.
Il rapporto tra rappresentanti e rappresentati dovrebbe dunque cambiare. Secondo alcuni giuristi «. La riforma avrà un effetto iper-selettivo, limitando sensibilmente la voce in Parlamento delle forze minori e distorcendo la rappresentanza a vantaggio dei territori più popolosi».
Oltre al problema di rappresentanza legato alla penalizzazione di alcuni territori, si porrebbe un problema di rappresentanza in generale: aumenterebbe cioè il rapporto tra il numero degli abitanti e il numero dei parlamentari (deputati e senatori). Secondo alcuni di sinistra più è alto questo rapporto, «meno i cittadini sono rappresentati, nel senso che un parlamentare deve rappresentare una fetta maggiore di “popolo”».
I gruppi parlamentari diventerebbero più piccoli e facilmente sottomessi al controllo politico.
Sgravi fiscali per Lampedusa e Linosa
Il Cdm con un un decreto ha già sgravato di misure economiche il Comune di Lampedusa e Linosa, come assicurato dal premier Giuseppe Conte al primo cittadino, Totò Martello, e al governatore Nello Musumeci, entrambi ricevuti ieri a Palazzo Chigi.
“In considerazione dell’andamento dei flussi migratori e delle conseguenti misure di sicurezza sanitaria necessarie per la prevenzione del contagio da COVID-19, il testo prevede – – per i soggetti che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio del Comune di Lampedusa e Linosa, la sospensione fino al 21 dicembre 2020 dei versamenti dei tributi nonché dei contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali”.
Conte: migranti,fenomeno complesso ma non bastano gli slogan ma iniziative a vari livelli Vi spiego perchè
A GIORNI SARA’ SVUOTATO L’HOTSPOT DI LAMPEDUSA CON L’INVIO DI CINQUE NAVI PER LA QUARANTENA
Soluzioni ai problemi siciliani sollevati dal governatore Musumeci e il sindaco di Lampedusa Totò Mondello. “Tra giovedì e venerdì arriveranno 2 navi di grandi dimensioni e contiamo così di svuotare Lampedusa“. Assicura così i due amministratori siciliani , il premier Giuseppe Conte nel corso dell’incontro sull’ordinanza e il problema sanitario dei migranti
Al vertice di Palazzo Chigi erano presenti i ministri Luciana Lamorgese (Interno), Lorenzo Guerini (Difesa), Roberto Gualtieri (Economia) Paola De Micheli (Infrastrutture) e il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli. Mentre il ministro agli Affari esteri Luigi Di Maio ha partecipato alla riunione in collegamento. Due ore di confronto serrato sull’emergenza sbarchi e il caso Lampedusa.
Il governo Conte ha assicurato che a giorni sarà svuotato l’hotspot di Lampedusa con l’invio di cinque navi per la quarantena,
“Siamo pronti a rafforzare la sorveglianza sanitaria dei migranti per garantire la massima sicurezza della popolazione. Lampedusa, in particolare, merita misure economiche di favore, con specifico riguardo a sospensione di adempimenti e versamenti, anche arretrati. La sofferenza economica, e non solo, merita una risposta forte dello Stato”.
REGIONE SICILIA: ALLA MANIERA DI DAVIDE E GOLIA
Sud Libertà
Immagine Biblica
DI RAFFAELE LANZA
Palermo
Il governo centrale non ha lasciato correre. Una lunga e sproporzionata riflessione temporale e poi via a confezionare il ricorso contro la nota Ordinanza del governatore della Sicilia Nello Musumeci che aveva disposto lo sgombero degli hotspot e centri di accoglienza delll’isola
L’impugnativa è depositata al Tar della Sicilia. L’ordinanza, secondo il ricorso governativo, “interferisce direttamente e gravemente con la gestione del fenomeno migratorio che è materia di stretta ed esclusiva competenza dello Stato”. Inoltre nonostante sia stata motivata come misura anti Covid, sempre secondo il ricorso, “interferisce sul fenomeno migratorio e produce effetti diretti a carico di altre regioni”.
Afferma il Presidente della Regione Sicilia:. “Il governo centrale vuole riaffermare la sua competenza sui migranti. Mi verrebbe da dire: bene, la eserciti pure e intervenga come non ha fatto in questi mesi” tuona Musumeci. “La Sicilia – aggiunge – difenderà la propria decisione davanti al giudice amministrativo. Ma nessuno pensi che un ricorso possa fermare la nostra doverosa azione di tutela sanitaria. Compete a noi e non ad altri. E su questa strada proseguiremo“.
Avviso di garanzia a Giuseppe Conte e sei ministri . Il premier : roba da archivio, tanti ci hanno addebitato comportamenti criminali
C’è posta per Te. Conte e sei dei suoi ministri hanno ricevuto un Avviso di garanzia dalla Magistratura. Se l’aspettava il premier. Spiega: “Nei mesi scorsi alcuni cittadini, avvocati, finanche un’associazione dei consumatori hanno dichiarato pubblicamente di avere presentato denunce nei miei confronti e del Governo per la gestione della pandemia. Le accuse sono state le più varie”.
“Alcuni ci hanno accusato di avere adottato misure restrittive, altri ci hanno accusato di non aver adottato misure sufficienti o di averle adottate troppo tardi. Ci hanno addebitato i più variegati comportamenti criminali: il reato di epidemia, di omicidio colposo, di attentato alla incolumità pubblica, di attentato contro la Costituzione e contro i diritti politici dei cittadini, e altri ancora”, spiega il premier, che continua: “La prova che il nostro Paese ha vissuto e che in parte ancora sta vivendo è stata e continua ad essere impegnativa: chi ha responsabilità di governo deve rimanere concentrato sugli obiettivi da raggiungere che sono, ad un tempo, la tutela della vita e della salute dei cittadini e la ripresa più rapida possibile della vita sociale ed economica”..
”Ci siamo sempre assunti la responsabilità, in primis ‘politica’, delle decisioni adottate. Decisioni molto impegnative, a volte sofferte, assunte senza disporre di un manuale, di linee guida, di protocolli di azione. Abbiamo sempre agito in scienza e coscienza, senza la pretesa di essere infallibili ma nella consapevolezza di dover sbagliare il meno possibile per preservare al meglio gli interessi della intera comunita’ nazionale”.
“Per massima trasparenza vi informo che io e i Ministri Bonafede, Di Maio, Gualtieri, Guerini, Lamorgese e Speranza – spiega quindi Conte -abbiamo ricevuto un avviso ex art. 6, comma 2, legge cost. n. 1/1989. Abbiamo fatto accesso agli atti e abbiamo appreso che alla Procura di Roma, per competenza territoriale, sono state convogliate nei mesi scorsi buona parte delle denunce di reato presentate nei nostri confronti provenienti da varie parti d’Italia”.
“Doverosamente, la Procura di Roma ha aperto un procedimento nei nostri confronti e dopo aver valutato una ad una le relative denunce le ha giudicate ‘infondate e dunque da archiviare'”
Conte conclude: “Ha quindi trasmesso il fascicolo al Collegio dei magistrati competenti per i reati ministeriali accompagnando la trasmissione con la richiesta di archiviazione. L’invio del fascicolo al Collegio è un atto dovuto in quanto previsto dalla medesima legge cost. n. 1/1989. Lasciamo che la Magistratura completi questo iter procedimentale”