Confronto oggi nel governo per studiare le nuove misure dal 7 gennaio – “Renzi? Solo un disturbatore,nulla più”

Conte 'palleggiatore' incassa i complimenti di Tardelli

Finora le restrizioni introdotte dal governo non sono riuscite ad arginare un virus che mostra una resistenza da fantascienza.  Si passa dunque sin da oggi alla fase più incisiva per studiare nuove misure dal 7 gennaio, zona rossa, scuola, ulteriori  restrizioni per combattere il coronavirus.

La riunione tra il premier Giuseppe Conte e i capidelegazione della maggioranza prevista oggi  per un confronto sull’emergenza Covid e sulle nuove eventuali misure da adottare a partire dal 7 gennaio. .vuole mettere tutti d’accordo i componenti la compagine governativa. Anche il ministro per la Salute, Roberto Speranza, è collegato, così come i membri del Comitato tecnico scientifico. 

Il confronto si è reso opportuno dopo gli ultimi giorni che hanno evidenziato un incremento del tasso di positività. Ieri, in particolare, sono stati registrati 11.831 contagi su 67.174 tamponi eseguiti: l’indice di positività è salito al 17,6%.
Ricorderemo che le  misure contenute nel decreto Natale scadono il 6 gennaio Il momento è delicato perchè c’è Renzi che “disturba  l’attività del governo “con il preciso intento di provocare la sua caduta…Quindi, dopo le festività è previsto il ritorno alla divisione delle regioni in zona rossa, arancione e gialla. Potrebbero essere modificati i criteri di valutazione per l’adozione di regole più o meno restrittive.

Sul tavolo anche il tema della scuola: la riapertura del 7 gennaio è sotto i riflettori, anche per le preoccupazioni evidenziate da alcuni governatori per la ripresa parziale dell’attività in presenza nelle scuole superiori, con un conseguente aumento delle presenze- altro argomento delicato -sui mezzi di trasporto.

MATTARELLA: “L’ITALIA HA LE CARTE IN REGOLE PER LA RIPARTENZA E QUESTO SARA’ L’ULTIMO TRATTO DEL MIO MANDATO”

Mattarella, il discorso: il testo integrale del messaggio

Riportiamo il testo integrale del discorso di fine anno- diversi minuti fa –  del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, , visibilmente commosso, che ha indirizzato il tradizionale messaggio ai cittadini:

“Vorremmo tornare a essere immersi in realtà e in esperienze che ci sono consuete. Ad avere ospedali non investiti dall’emergenza. Scuole e Università aperte, per i nostri bambini e i nostri giovani. Anziani non più isolati per necessità e precauzione. Fabbriche, teatri, ristoranti, negozi pienamente funzionanti. Trasporti regolari. Normali contatti con i Paesi a noi vicini e con i più lontani, con i quali abbiamo costruito relazioni in tutti questi anni. Aspiriamo a riappropriarci della nostra vita”.

“Il virus, sconosciuto e imprevedibile, ci ha colpito prima di ogni altro Paese europeo. L’inizio del tunnel. Con la drammatica contabilità dei contagi, delle morti. Le immagini delle strade e delle piazze deserte. Le tante solitudini. Il pensiero straziante di chi moriva senza avere accanto i propri cari”.

“L’arrivo dell’estate ha portato con sé l’illusione dello scampato pericolo, un diffuso rilassamento. Con il desiderio, comprensibile, di ricominciare a vivere come prima, di porre tra parentesi questo incubo. Poi, a settembre, la seconda offensiva del virus. Prima nei Paesi vicini a noi, e poi qui, in Italia. Ancora contagi –siamo oltre due milioni- ancora vittime, ancora dolore che si rinnova. Mentre continua l’impegno generoso di medici e operatori sanitari”.

“Il mondo è stato colpito duramente. Ovunque. Anche l’Italia ha pagato un prezzo molto alto. Rivolgendomi a voi parto proprio da qui: dalla necessità di dare insieme memoria di quello che abbiamo vissuto in questo anno. Senza chiudere gli occhi di fronte alla realtà”.

“La pandemia ha scavato solchi profondi nelle nostre vite, nella nostra società. Ha acuito fragilità del passato. Ha aggravato vecchie diseguaglianze e ne ha generate di nuove. Tutto ciò ha prodotto pesanti conseguenze sociali ed economiche. Abbiamo perso posti di lavoro. Donne e giovani sono stati particolarmente penalizzati. Lo sono le persone con disabilità. Tante imprese temono per il loro futuro. Una larga fascia di lavoratori autonomi e di precari ha visto azzerare o bruscamente calare il proprio reddito. Nella comune difficoltà alcuni settori hanno sofferto più di altri”.

“La pandemia ha seminato un senso di smarrimento: pone in discussione prospettive di vita. Basti pensare alla previsione di un calo ulteriore delle nascite, spia dell’incertezza che il virus ha insinuato nella nostra comunità. E’ questa la realtà, che bisogna riconoscere e affrontare”.

“Nello stesso tempo sono emersi segnali importanti, che incoraggiano una speranza concreta. Perché non prevalga la paura e perché le preoccupazioni possano trasformarsi nell’energia necessaria per ricostruire, per ripartire”.

“Nella prima fase, quando ancora erano pochi gli strumenti a disposizione per contrastare il virus, la reazione alla pandemia si è fondata anzitutto sul senso di comunità. Adesso stiamo mettendo in atto strategie più complesse, a partire dal piano di vaccinazione, iniziato nel medesimo giorno in tutta Europa. Inoltre, per fronteggiare le gravi conseguenze economiche sono in campo interventi europei innovativi e di straordinaria importanza”.

“Mai un vaccino è stato realizzato in così poco tempo. Mai l’Unione europea si è assunta un compito così rilevante per i propri cittadini. Per il vaccino si è formata, anche con il contributo dei ricercatori italiani, un’alleanza mondiale della scienza e della ricerca, sorretta da un imponente sostegno politico e finanziario che ne ha moltiplicato la velocità di individuazione”.

“La scienza ci offre l’arma più forte, prevalendo su ignoranza e pregiudizi. Ora a tutti e ovunque, senza distinzioni, dovrà essere consentito di vaccinarsi gratuitamente: perché è giusto e perché necessario per la sicurezza comune. Vaccinarsi è una scelta di responsabilità, un dovere. Tanto più per chi opera a contatto con i malati e le persone più fragili”.

“Di fronte a una malattia così fortemente contagiosa, che provoca tante morti, è necessario tutelare la propria salute ed è doveroso proteggere quella degli altri, familiari, amici, colleghi. Io mi vaccinerò appena possibile, dopo le categorie che, essendo a rischio maggiore, debbono avere la precedenza”.

“Il vaccino e le iniziative dell’Unione europea sono due vettori decisivi della nostra rinascita. L’Unione europea è stata capace di compiere un balzo in avanti. Ha prevalso l’Europa dei valori comuni e dei cittadini. Non era scontato”.

“Alla crisi finanziaria di un decennio or sono l’Europa rispose senza solidarietà e senza una visione chiara del proprio futuro. Gli interessi egoistici prevalsero. Vecchi canoni politici ed economici mostrarono tutta la loro inadeguatezza. Ora le scelte dell’Unione europea poggiano su basi nuove. L’Italia è stata protagonista in questo cambiamento”.

“Ci accingiamo –sul versante della salute e su quello economico– a un grande compito. Tutto questo richiama e sollecita ancor di più la responsabilità delle istituzioni anzitutto, delle forze economiche, dei corpi sociali, di ciascuno di noi. Serietà, collaborazione, e anche senso del dovere, sono necessari per proteggerci e per ripartire”.

“Il piano europeo per la ripresa, e la sua declinazione nazionale –che deve essere concreta, efficace, rigorosa, senza disperdere risorse- possono permetterci di superare fragilità strutturali che hanno impedito all’Italia di crescere come avrebbe potuto. Cambiamo ciò che va cambiato, rimettendoci coraggiosamente in gioco. Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo alle giovani generazioni. Ognuno faccia la propria parte”.

“La pandemia ci ha fatto riscoprire e comprendere quanto siamo legati agli altri; quanto ciascuno di noi dipenda dagli altri. Come abbiamo veduto, la solidarietà è tornata a mostrarsi base necessaria della convivenza e della società. Solidarietà internazionale. Solidarietà in Europa. Solidarietà all’interno delle nostre comunità”.

“Il 2021 deve essere l’anno della sconfitta del virus e il primo della ripresa. Un anno in cui ciascuno di noi è chiamato anche all’impegno di ricambiare quanto ricevuto con gesti gratuiti, spesso da sconosciuti. Da persone che hanno posto la stessa loro vita in gioco per la nostra, come è accaduto con tanti medici e operatori sanitari”.

“Ci siamo ritrovati nei gesti concreti di molti. Hanno manifestato una fraternità che si nutre non di parole bensì di umanità, che prescinde dall’origine di ognuno di noi, dalla cultura di ognuno e dalla sua condizione sociale. È lo spirito autentico della Repubblica. La fiducia di cui abbiamo bisogno si costruisce così: tenendo connesse le responsabilità delle istituzioni con i sentimenti delle persone”.

“La pandemia ha accentuato limiti e ritardi del nostro Paese. Ci sono stati certamente anche errori nel fronteggiare una realtà improvvisa e sconosciuta. Si poteva fare di più e meglio? Probabilmente sì, come sempre. Ma non va ignorato neppure quanto di positivo è stato realizzato e ha consentito la tenuta del Paese grazie all’impegno dispiegato da tante parti. Tra queste le Forze Armate e le Forze dell’Ordine che ringrazio”.

“Abbiamo avuto la capacità di reagire. La società ha dovuto rallentare ma non si è fermata. Non siamo in balia degli eventi. Ora dobbiamo preparare il futuro. Non viviamo in una parentesi della storia. Questo è tempo di costruttori”.

“I prossimi mesi rappresentano un passaggio decisivo per uscire dall’emergenza e per porre le basi di una stagione nuova. Non sono ammesse distrazioni. Non si deve perdere tempo. Non vanno sprecate energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte. E’ questo quel che i cittadini si attendono. La sfida che è dinanzi a quanti rivestono ruoli dirigenziali nei vari ambiti, e davanti a tutti noi, richiama l’unità morale e civile degli italiani”.

“Non si tratta di annullare le diversità di idee, di ruoli, di interessi ma di realizzare quella convergenza di fondo che ha permesso al nostro Paese di superare momenti storici di grande, talvolta drammatica, difficoltà. L’Italia ha le carte in regola per riuscire in questa impresa. Ho ricevuto in questi mesi attestazioni di apprezzamento e di fiducia nei confronti del nostro Paese da parte di tanti Capi di Stato di Paesi amici”.

“Nel momento in cui, a livello mondiale, si sta riscrivendo l’agenda delle priorità, si modificano le strategie di sviluppo ed emergono nuove leadership, dobbiamo agire da protagonisti nella comunità internazionale. In questa prospettiva sarà molto importante, nel prossimo anno, il G20, che l’Italia presiede per la prima volta: un’occasione preziosa per affrontare le grandi sfide globali e un’opportunità per rafforzare il prestigio del nostro Paese”.

“L’anno che si apre propone diverse ricorrenze importanti. Tappe della nostra storia, anniversari che raccontano il cammino che ci ha condotto ad una unità che non è soltanto di territorio. Ricorderemo il settimo centenario della morte di Dante. Celebreremo poi il centosessantesimo dell’Unità d’Italia, il centenario della collocazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria. E ancora i settantacinque anni della Repubblica. Dal Risorgimento alla Liberazione: le radici della nostra Costituzione. Memoria e consapevolezza della nostra identità nazionale ci aiutano per costruire il futuro”.

“Esprimo un ringraziamento a Papa Francesco per il suo magistero e per l’affetto che trasmette al popolo italiano, facendosi testimone di speranza e di giustizia. A lui rivolgo l’augurio più sincero per l’anno che inizia”.

“Complimenti e auguri ai goriziani per la designazione di Gorizia e Nova Gorica, congiuntamente, a capitale europea della cultura per il 2025. Si tratta di un segnale che rende onore a Italia e Slovenia per avere sviluppato relazioni che vanno oltre la convivenza e il rispetto reciproco ed esprimono collaborazione e prospettive di futuro comune. Mi auguro che questo messaggio sia raccolto nelle zone di confine di tante parti del mondo, anche d’ Europa, in cui vi sono scontri spesso aspri e talvolta guerre anziché la ricerca di incontro tra culture e tradizioni diverse”.

“Vorrei infine dare atto a tutti voi –con un ringraziamento particolarmente intenso- dei sacrifici fatti in questi mesi con senso di responsabilità. E vorrei sottolineare l’importanza di mantenere le precauzioni raccomandate fintanto che la campagna vaccinale non avrà definitivamente sconfitto la pandemia”.

“Care concittadine e cari concittadini, quello che inizia sarà il mio ultimo anno come Presidente della Repubblica. Coinciderà con il primo anno da dedicare alla ripresa della vita economica e sociale del nostro Paese. La ripartenza sarà al centro di quest’ultimo tratto del mio mandato. Sarà un anno di lavoro intenso. Abbiamo le risorse per farcela. Auguri di buon anno a tutti voi!”

Conte lancia un siluro a Renzi: “Gli ultimatum non appartengono al mio bagaglio culturale-politico”

Conte: entro 7 giorni il piano, ma non riapriremo tutto. Un dl da 50  miliardi

Non possiamo permetterci di galleggiare, in questo clima di azione sospesa. Ci confronteremo sulle priorità e tutti saremo chiamati ad assumerci le rispettive responsabilità”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si esprime così sulla verifica di governo rispondendo alle domande nella conferenza di fine anno. Con riferimento a Renzi i aggiunge: “Gli ultimatum non appartengono al mio bagaglio culturale e politico. Nel suo ultimo discorso ai gruppi parlamentari della Dc nel febbraio 1978, Moro disse che gli ultimatum non sono ammissibili in politica perché portano a un precipitare delle cose e a impedire di raggiungere una soluzione positiva. Io sono fuori dalla logica degli ultimatum per attitudine personale, culturale e politica. Io sono per il dialogo e confronto e trovare una sintesi superiore per il bene del Paese”.

Quanto all’ipotesi di una crisi di governo. “Non mi cimento in questi scenari. Se verrà meno la fiducia di una forza di maggioranza, ci sarà un passaggio parlamentare e tutti esprimeranno la propria posizione assumendosi la responsabilità. Non voglio credere che in un contesto simile si arrivi ad uno scenario del genere, sarebbe insidioso e rischioso per quel patrimonio di credibilità che tutti -io, ministri, forze di maggioranza, abbiamo costruito”.

“Dobbiamo assolutamente affrettare le risposte che il Paese attende – ha sottolineato Conte – Oggi al Senato è in approvazione la legge di bilancio, il prossimo passaggio è il Recovery Plan. Dopo la bozza tecnica, dobbiamo fare una sintesi politica urgente, va fatta nei prossimi giorni. Dopo questa sintesi politica, da riportare nel Consiglio dei ministri, dobbiamo aprirci al confronto con le parti sociali e inviare il documento al Parlamento. Altrimenti rischiamo di arrivare in ritardo”. “I tempi per la presentazione del progetto definitivo dovrebbero essere a metà febbraio – ha aggiunto il premier – In questo momento abbiamo davanti a noi una prospettiva di fine legislatura, è una prospettiva politica molto particolare, stiamo attraversando una pandemia. Siamo stati sfidati per primi dalla pandemia nel mondo occidentale, ora stiamo subendo la seconda ondata, ma siamo riusciti a rafforzare la nostra credibilità in Italia e in Europa”, ha aggiunto sottolineando: “Io sono qui per programmare il futuro, non potrei mai distogliermi da questo obiettivo e mettermi a programmare un ruolo in campagna elettorale”.

In ogni caso sul Recovery “non ho detto che va tutto bene, se non abbiamo ancora il documento aggiornato, la struttura di governance, non va tutto bene. Dobbiamo affrettarci o rischiamo di arrivare in ritardo. Plausibilmente dovremo presentare a metà febbraio il Recovery plan, ho sollecitato il contributo delle forze di maggioranza, avremo una riunione collegiale che si possa esaurire in qualche giorno, massimo i primi giorni di gennaio. Dobbiamo correre”. Comunque “siamo partiti da oltre 600 progetti, ci sono persone che non sono mai andate in vacanza. Non si può pensare che i progetti sintetizzati politicamente sono nati dal nulla”, ha detto poi Conte, spiegando: “Ora c’è un documento tecnico con 50-52 progetti, non un titolo, ognuno con centinaia di pagine. Forse non ci rendiamo conto, dobbiamo declinare un cronoprogramma. Si è lavorato notte e giorno anche ad agosto”, ha spiegato il premier. Quello che sin qui è mancato, per cui affettare, è la sintesi politica finale dove è giusto che ciascuna forza esprima la sua sintesi, la sua visione, nella distribuzione finale delle risorse – ha proseguito – Questo è il momento della politica al massimo livello. Cerchiamo di sintetizzare ancora di più i progetti. Secondo me 52-54 sono troppi, dobbiamo cercare di concentrare ancora di più le nostre risorse su quei progetti che hanno attitudine a modernizzare, trasformare il nostro Paese”.

“Non dobbiamo disperdere questo patrimonio e non dobbiamo disperdere l’occasione storica offerta dal Recovery Plan – ha quindi affermato – Questo governo è nato nel segno integralmente politico, è nato nel segno dello sviluppo sostenibile. Ci confronteremo sulle priorità e tutti saremo chiamati ad assumerci le rispettive responsabilità. Un presidente del Consiglio non sfida nessuno, ha la responsabilità di operare una sintesi politica e portare avanti un programma di governo”. “Fino a quando ci sarò io ci saranno sempre passaggi chiari e franchi, tutti i protagonisti di questi passaggi si assumeranno le loro responsabilità”.

“A un tavolo di maggioranza con le forze politiche e i ministri si può discutere di tutto, fermo restando che se si parla di Mes sarà sempre il Parlamento a dover decidere”, ha chiarito poi. Però “noi non possiamo utilizzare tutti i prestiti come investimenti aggiuntivi, se li utilizzassimo avremmo vari inconvenienti. Abbiamo un deficit strutturale, una deficiente capacità di spendere. Se fossero tutti interventi additivi dovremmo operare tagli, altrimenti ci sarebbe un nuovo deficit, crescerebbe il debito pubblico”. “C’è un limite – ha spiegato il premier – oltre il quale offrire una curva di rientro e sostenibilità del debito pubblico. Se no, prenderemmo in giro i nostri giovani. Sarebbe il fardello che affosserebbe le prossime generazioni”.

Le misure di Conte contenute nel decreto-formulato su basi scientifiche – per affrontare le prossime festività

A tarda serata esce   il decreto-non più un Dpcm – che dovrebbe frenare il dilagare del virus.Il premier Giuseppe Conte illustra le misure che, dal 24 dicembre al 6 gennaio tramuteranno l’Italia nella classificazione della zona rossa n ei giorni festivi e prefestivi. Negli altri giorni, il Paese diventerà in zona arancione.

“Il virus continua a circolare dappertutto,afferma subito Conte, si lascia piegare ma non sconfiggere. I nostri esperti temono che la curva possa subire un’impennata nel periodo natalizio, il Cts ha espresso forte preoccupazione. Dobbiamo intervenire, e non è una decisione facile, per rafforzare le misure necessarie per affrontare le prossime festività in modo da cautelarci meglio in vista della ripresa delle attività a gennaio”,  Non un Dpcm, strumento usato più volte nei mesi dell’emergenza, ma un decreto “che offre un punto d’equilibrio tra la stretta e le deroghe, in considerazione dell’importanza sociale e ideale che le festività hanno”.

Zona rossa, le regole – “Possiamo ragionare di una zona rossa dal 24 dicembre al 6 gennaio, sarà vietato ogni spostamento tra le regioni. L’intero territorio nazionale sarà zona rossa nei festivi e nei prefestivi: 24-25-26 e 27 dicembre, 31 dicembre, 1-3 e 5-6 gennaio 2021. Si esce di casa solo per ragioni di lavoro, necessità e salute. E’ possibile ricevere nella propria abitazione sino a 2 persone non conviventi, che potranno portare 2 figli minori di 14 anni, dalle 5 alle 22. E’ una misura pensata per consentire un minimo di socialità. E’ consentita l’attività motoria nei pressi della propria abitazione e l’attività sportiva in forma individuale. Ci sarà la chiusura di centri estetici, bar e ristoranti. Restano aperti alimentari, supermercati, farmacie, tabaccherie, lavanderie, parrucchiere e barbieri. I luoghi di culto saranno aperti fino alle 22”
Zona arancione, le regole – “Nei giorni in cui l’Italia è zona arancione (28-30 dicembre e 4 gennaio) ci si potrà spostare all’interno del proprio comune senza giustificare il motivo. Per venire incontro a chi abita nei comuni più piccoli, sono permessi gli spostamenti dai comuni fino a 5mila abitanti per un raggio di 30 km, senza raggiungere però i capoluoghi di provincia. I negozi saranno aperti fino alle 21″, spiega.

Rt – Il decreto è formulato rigorosamente su basi scientifiche viste le perplessità manifestate dai tecnici. “L’indice Rt aumenta e questo è un elemento di grave preoccupazione. Servono misure in fretta”, afferma il settore tecnico scientifico con  il professor Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, che fotografa così il quadro dell’emergenza Coronavirus in Italia nella conferenza sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale.

Brusaferro mette a fuoco la necessità di  misure ”tempestive” nel periodo di Natale per arginare la diffusione del Coronavirus. “Abbiamo 3 regioni in scenario 2, vuol dire che hanno il limite inferiore di Rt significativamente superiore a 1. Questa è la novità di questa settimana: abbiamo un Rt che cresce. A livello di paese si muove da 0.82 a 0.86, in alcune regioni supera 1. E’ un movimento importante, sappiamo che l’indice Rt è il primo indicatore a muoversi, seguito dai nuovi casi, dai ricoveri e dai decessi. Un aumento dell’indice Rt è un elemento di grave preoccupazione, vuol dire che la trasmissione dell’infezione sta riprendendo quota. E partiamo da un livello di incidenza piuttosto elevato.

Report – Nel dettaglio, secondo il report del monitoraggio dell’epidemia di Covid-19 del Istituto superiore di sanità (Iss) e ministero della Salute, nel periodo 25 novembre-8 dicembre, “l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,86 (con un range tra 0,79 – 0,94). Si riscontrano valori di Rt puntuale inferiore a 1 in 16 Regioni e province autonome. Di queste, 15 hanno un Rt puntuale inferiore a uno anche nel suo intervallo di credibilità maggiore, indicando una diminuzione significativa nella trasmissibilità”.

Fine dello spettacolo per il Clown Renzi campione “Double face” della Politica italiana

 

 

DI  RAFFAELE .LANZA

Roma,

La  formula vista a Palazzo Chigi per  il confronto – atteso da giorni – tra Renzi e Conte non è sembrato  un confronto politico- ma  un match   di pugilato od evento sportivo: E’ finita in parità. Come volevano entrambi gli antagonisti. L’accordo c’è, fiducia a tempo, il disaccordo resta. poco più di 30 minuti bastano a Conte.. “Noi abbiamo detto ‘presidente, se vogliamo andare avanti noi ci siamo con lealtà, se ritieni che quello che proponiamo non va bene, con rispetto per le istituzioni, noi ci alziamo e ci dimettiamo’“. Così Matteo Renzi, protagonista conversatore dei mass-media, è l’occasione del suo rilancio, dopo i guai giudiziari della sua famiglia, e il suo ridimensionamento politico. spiega la posizione di Italia Viva, dopo la Proposte su cui, “il Pd mi pare d’accordo su tutto, M5S deve decidere cosa fare”, spiega l’ex premier.

RENZI E' DAVVERO UN CLOWN - Italia chiama Italia

Non siamo qui per discutere, vogliamo risposte. Ci devi dire se vuoi continuare l’esperienza con noi”.E’ questo il ritornello di Renzi  al premier Un rinvio “condizionato’: il secondo incontro ci sarà dopo il voto sulla manovra e sul decreto ristori, cui i renziani non si sottrarranno per il mantenimento del protagonismo. Insomma: verso la fine dell’anno.   

  Chiarissimo come il sole che l’azione di Renzi è rivolta allo scopo di far sentire la sua voce che, con “tre poltrone” di governo interpreta il ruolo dell’ago della bilancia e persino, in diversi casi, del “dittatore” che, disposto a cedere quei posti, si riserverebbe più in là, di richiederne altri, in maggior numero, nel governo . Double face. Renzi ormai è conosciuto. La sua credibilità non vale un solo centesimo bucato.

Suona bestemmia quel che dice l’ex presidente e promette per quanto si è visto nel decennio passato che col  suo governo  ha lasciato sul lastrico centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori e la povertà si è accresciuta..

E’ blasfemo che Renzi neghi  oggi di difendere i “banchieri” e grandi banche e porsi a difesa dei piccoli  azionisti e correntisti dalla grande truffa bancaria di questi anni, che ha rovinato l’Italia, ed è sempre più indecente da parte di Renzi, Boschi & Compagnia farsi ora indesiderati difensori d’ufficio di chi hanno contribuito a rovinare e ergersi a paladini –addirittura e paradossale-. di salvatori della patria

E’ consapevole che una lustratina il suo gruppo l’avrà. Ed anche notorietà. L’equivalente di spettacolo. Un indecente spettacolo aggiungiamo noi in questo momento critico.

Ma le parole di Renzi risuonano in tanti salotti italiani.  E’ l’occasione – sa bene l”ex del Pd- per rispolverare il piccolo movimento che mette in imbarazzo il presidente del Consiglio in lotta quotidiana per le crisi del Paese. “Non vogliamo fare la vecchia politica, punto fondamentale è che ci sono 200 miliardi da spendere, ci sono adesso, poi per 20 anni non vediamo più una lira, ho il dovere di dirlo, dico: spendiamoli bene, dire questo non è lesa maestà”

Dire che Draghi sta dando indicazioni corrette non significa provocare”, ha poi affermato l’ex premier che parlando del Covid dice: “”Siamo il Paese al mondo con il più alto numero di morti, qualcosa non ha funzionato”. “Il presidente di Consiglio – sottolinea, riferendosi alle proposte di Iv – ci faccia sapere, tutto il resto del mondo corre, ditemi sulle cose che abbiamo scritto, se siete d’accordo o no”.

 

 

Messaggio del Presidente Mattarella in occasione del 60° anniversario dell’accordo istitutivo dell’OCSE

 

Il Presidente Sergio Mattarella durante il discorso di fine anno

C o m u n i c a t o

Roma,

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 60° anniversario dell’accordo istitutivo dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), ha inviato ieri il seguente messaggio:

«Il 14 dicembre 1960, un gruppo di paesi che condividevano i medesimi valori di libertà e democrazia firmò l’accordo che trasformava l’Organizzazione Europea per lo Sviluppo Economico, creata nel 1948 per amministrare il Piano Marshall, nell’Organizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione Economica.
L’accordo metteva le basi per una collaborazione internazionale che, sulla base dell’esperienza che ha modellato la ricostruzione post-bellica, ha contribuito a promuovere lo sviluppo.
L’OCSE ha saputo in questi decenni interpretare e realizzare al meglio quanto può offrire un’organizzazione multilaterale basandosi sul principio del confronto e dello scambio di esperienze in un esercizio sempre fondato sull’evidenza dei dati.
Le iniziative nel campo della tutela degli investimenti, per la trasparenza dei mercati, nel coordinamento delle politiche sociali e fiscali, nella lotta contro l’evasione, l’infaticabile azione nel contrasto alla corruzione, il monitoraggio dell’efficacia delle politiche educative fanno dell’OCSE un’espressione preziosa della capacità di organizzarsi della Comunità internazionale.
Oggi l’emergenza pandemica richiede all’OCSE di mostrare quello stesso spirito che animò i suoi primi anni. Come sessant’anni fa, l’Organizzazione si trova di fronte alla sfida di individuare scelte fondamentali per le nostre società che consentano di riprendere la strada del progresso, ricucendo le pesanti lacerazioni sociali alle quali stiamo assistendo.
Solo uno sforzo collettivo, solo un multilateralismo efficace, potranno consentire alla Comunità internazionale di superare questa emergenza e di affrontare sfide globali, dai cambiamenti climatici, ai flussi migratori, alla digitalizzazione e a quella, oggi più che mai attuale, della costruzione di società resilienti.
L’intento di disegnare un modello di sviluppo aggiornato e in grado di tramutare sfide in opportunità, richiede una risposta ampia, comune, che abbracci la società nel suo complesso.
L’Italia è orgogliosa di avere contribuito in questi decenni all’azione dell’OCSE, con il suo sostegno e l’apporto dei numerosi connazionali che partecipano quotidianamente alle sue attività e attribuisce all’Organizzazione un ruolo capace di incidere nell’evoluzione dell’attuale congiuntura internazionale».

Fibrillazione creata da Renzi, che pensa ad un posto di comando e da protagonista, ma l’intesa sul Mes si raggiunge

Parlamento, in 46 giorni Camera e Senato hanno lavorato finora 70 ore - Il  Sole 24 ORE

OGGI COMUNICAZIONI DEL PREMIER GIUSEPPE CONTE ALLA CAMERA     -ORE 9 E QUESTO POMERIGGIO ALLE 16

MES– L’incontro dei capigruppo sul Mes, sarebbe stato caratterizzato da una acceso dibattito tra M5S e Pd. I capigruppo di Italia Viva firmeranno la risoluzione di maggioranza solo dopo aver ascoltato le comunicazioni del presidente del Consiglio oggi in Aula.  Matteo Renzi lancia un’altra carta del protagonismo del suo gruppo con un pensiero così alle poltrone di comando. Il suo intento è creare tuttavia una fibrillazione generale.

Nel M5S ci sono anime diverse ma alla fine prende il sopravvento un’idea comune della politica. Pena l’espulsione dal movimento. Ma nel Movimento Cinque Stelle c’è comunque un pò di dissenso. riforma o non riforma del Mes? e  chi non voterà a favore della risoluzione di maggioranza. Le comunicazioni del presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre si terranno questa mattina alle 9 alla Camera e nel pomeriggio alle 16 al Senato.

 

RECOVERY PLAN – La netta opposizione di Italia Viva alla cabina di regia per gestire i soldi del Recovery Fund stata ribadita ieri da Renzi sulle determinazioni contenute nel decreto sul Recovery Fund ci può essere “la rottura di Iv con il governo Conte? “Spero proprio di no ma temo di sì – ha detto pubblicamente  il leader  – perché insistere su una misura che sostituisce il governo c on una task force, la seduta del Parlamento con una diretta Facebook e che, addirittura, pretende di sostituire i Servizi segreti con una fondazione privata voluta dal premier, è una follia. Noi abbiamo mandato a casa Salvini per non dargli i pieni poteri, ma non è che i pieni poteri li diamo a Conte”. Per Renzi, il decreto di attuazione del Recovery Fund “pensa alla moltiplicazione delle poltrone ma non va a dare una mano ai disoccupati, ai negozi chiusi alle persone che soffrono. Se le cose rimangono come sono, noi di Iv voteremo contro. Per noi un’ideale vale più di una poltrona”.

“Non abbiamo nessuna voglia di far cadere il governo. Semplicemente, un governo è fatto da una maggioranza politica che decide insieme e porta avanti un progetto condiviso” ha detto a ‘Un giorno da pecora’ Ettore Rosato, presidente di Italia Viva. “Non possiamo sempre leggere sui giornali le cose che si vogliono fare. E’ una questione di contenuto, poi c’è anche il principio. Il contenuto è assolutamente inaccettabile”..

La verità è – secondo il premier e diversi della maggioranza- che Renzi che si dichiara legato ad un’idea di interesse generale vuol infastidire Conte proprio per avere il comando del Paese

Nuove restrizioni a Natale, Conte annuncia le nuove misure

 

Giuseppe Conte - Conferenza stampa | Facebook

 

In diretta tv, il presidente del Consiglio Conte afferma la necessità di “introdurre misure che prevedono ulteriori restrizioni dal 21 dicembre al 6 gennaio. “La strada per la fine della pandemia è ancora lunga, dobbiamo scongiurare il rischio di una terza ondata che potrebbe arrivare già in gennaio, potrebbe essere non meno violenta della prima e della seconda ondata”. Dagli spostamenti ai cenoni passando per lo shopping, il premier riferito sulle  misure che saranno adottate. “Sarà un Natale diverso da tutti gli altri ma non meno autentico”, ha poi aggiunto.

“Continueremo ad applicare il sistema delle zone rosse, arancioni e gialle. Si sta rivelando efficace, ci permette di dosare gli interventi e di adottare misure ben differenziate su base territoriale – ha sottolineato poi – Le misure sono adeguate al rischio effettivo dei territori senza inutili penalizzazioni. Nel giro di appena un mese abbiamo piegato la curva dei contagi portando l’indice Rt a 0,91, sotto 1”.

Conte precisa le giornate del “sacrificio”Dal 21 dicembre al 6 gennaio sono vietati tutti gli spostamenti da una regione all’altra anche per raggiungere le seconde case. Il 25 e 26 dicembre e il primo gennaio sono vietati anche gli spostamenti da un comune all’altro. Resta il divieto di spostarsi su tutto il territorio dalle 22 alle 5, a Capodanno sarà esteso dalle 22 alle 7. Ci si potrà spostare per motivi lavorativi, motivi di salute e casi di necessità. Tra questi rientra anche l’assistenza a persone non autosufficienti. E’ sempre consentito il rientro nel comune di residenza, nel proprio domicilio e nel luogo in cui si abita con continuità o periodicità. Questo permetterà il ricongiungimento di coppie lontane per motivi di lavoro ma che convivono con una certa frequenza e periodicità nella medesima abitazione.

Gli italiani che andranno all’estero per turismo dal 21 dicembre al 6 gennaio al rientro dovranno sottoporsi alla quarantena. Anche i turisti stranieri che arrivano in Italia nello stesso periodo dovranno sottoporsi dalla quarantena.

Gli impianti sciistici saranno chiusi dal 4 dicembre al 6 gennaio. A usarli potranno essere solo gli atleti professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e/o dalle rispettive federazioni per permettere la preparazione finalizzata allo svolgimento di competizioni sportive nazionali e internazionali o lo svolgimento di tali competizioni. A partire dal 7 gennaio 2021, gli impianti sono aperti agli sciatori amatoriali solo subordinatamente all’adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e validate dal Comitato tecnico scientifico, rivolte a evitare aggregazioni di persone e, in genere, assembramenti.

Dal 21 dicembre al 6 gennaio sono sospese le crociere.    Riguardo i bar e ristoranti nell’area gialla saranno aperti fino alle 18, anche a Natale e Santo Stefano, “quindi sarà possibile andare a pranzo fuori” nelle feste. Nelle aree arancioni e rosse, saranno aperti dalle 5 alle 22 solo per asporto, la consegna a domicilio sarà sempre possibile. “Noi non possiamo entrare nelle case delle persone e imporre limitazioni ma possiamo fare una forte raccomandazione – e chiediamo a tutti di rispettarla – perché non ci si riunisca con persone non conviventi”.

negozi al dettaglio rimarranno aperti fino alle 21 da qui al giorno dell’Epifania, confermando allo stesso tempo la chiusura dei centri commerciali nei weekend e giorni di festa. “Nelle giornate festive e prefestive – si legge infatti nel testo definitivo pubblicato sul sito di Palazzo Chigi – sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei mercati e dei centri commerciali, gallerie commerciali, parchi commerciali ed altre strutture ad essi assimilabili, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi ed edicole”.

Quanto “al problema dei festeggiamenti, dei cenoni, dei veglioni, molto sentito dagli italiani e non solo – ha detto Conte – in un sistema liberaldemocratico non possiamo entrare nelle case delle persone e imporre stringenti limitazioni. Possiamo limitarci a introdurre una forte raccomandazione: raccomandiamo fortemente di non ricevere persone non conviventi, soprattutto in queste occasioni, in cui i festeggiamenti diventano più intensi. E’ una cautela essenziale per proteggere noi stessi e i nostri cari, in particolare i più anziani, i nonni”.

Gli alberghi rimangono aperti in tutta Italia ma il 31 sera non si potranno organizzare veglioni e cene, i ristoranti degli alberghi chiuderanno alle 18. Da quell’ora del 31 dicembre 2020 e fino alle 7 del 1° gennaio 2021, la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive è consentita solo con servizio in camera.

Per sostenere “le attività commerciali che sono in grande sofferenza abbiamo deciso di far partire il piano Italia cashless”: ci sarà un extra cashback di Natale e fino al 31 dicembre ci sarà un rimborso del 10% (fino a 150 euro a persona, non a famiglia) per tutte le spese effettuate con carte o app.       Infine “dal 7 gennaio ricomincerà la didattica in presenza nelle scuole superiori di secondo grado, in questa fase in ogni scuola sarà garantito il rientro in presenza del 75% degli studenti”.

Il premier in conclusione risponde alle domande dei giornalisti e sulla denuncia presentata alla Procura da un esponente di “Fratelli d’Italia”, sull’uso improprio della scorta, che coinvolge pure la sua fidanzata Olivia Fortunato, spiega anzitutto come la sua posizione personale sia chiara ed inequivocabile e accusa di falso e diffamatorio l’autore dell’esposto all’attenzione giudiziaria..

 

Le Regioni, domani in videoconferenza, studieranno le nuove misure per arginare la pandemia

Fase 2, DPI, App, personale di protezione civile - Due videoconferenze tre  le Regioni e il Ministro Boccia e Speranza | AostaNews24

Domani le Regioni valuteranno le proposte da rimettere al premier intento a sintetizzare le nuove misure del prossimo Dpcm per arginare sempre più il fenomeno della pandemia..   La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome viene  convocata dal vice presidente Giovanni Toti in seduta straordinaria per domani alle 17 solo in videoconferenza.

.L’impianto del provvedimento si va delineando sulla base di una linea comune come per le misure adottate nelle ultime settimane nel contrasto all’emergenza Covid in Italia. Qualche giorno prima di Natale dovrebbe entrare in vigore il divieto di spostamento tra le Regioni. Una misura che non dovrebbe riguardare chi ha la residenza in un’altra regione o chi dovrebbe fare rientro nel proprio domicilio.

Nella zona arancione, secondo le regole già in vigore, non è consentito lasciare il proprio Comune. Più libertà di movimenti per chi vuole raggiungere la propria seconda casa all’interno della zona gialla prima del blocco. Per chi andrà all’estero, in particolare per sciare nei Paesi che mantengono gli impianti aperti, si profila la quarantena al rientro. I ristoranti dovrebbero restare chiusi il 25 e il 26 dicembre, mentre i negozi resterebbero aperti fino alle 21 per evitare assembramenti.

Disco verde del governo al decreto “Ristori” per l’emergenza Covid

 

Disco verde del governo Conte  al decreto ristori ter che introduce misure finanziarie urgenti connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Governo Conte 2, la lista dei ministri — idealista/news

Il testo interviene con un ulteriore stanziamento di risorse, pari a 1,95 miliardi di euro per l’anno 2020, destinato al ristoro delle attività economiche interessate, direttamente o indirettamente, dalle misure disposte a tutela della salute, al sostegno dei lavoratori in esse impiegati, nonché con ulteriori misure connesse all’emergenza in corso.

Il provvedimento prevede  l’incremento di 1,45 miliardi, per il 2020, della dotazione del fondo previsto dal decreto ‘ristori bis’ (decreto-legge 9 novembre 2020, n. 149) per compensare le attività economiche che operano nelle Regioni che passano a una fascia di rischio più alta; l’inclusione delle attività di commercio al dettaglio di calzature tra quelle che, nelle cosiddette ‘zone rosse’, sono destinatarie del contributo a fondo perduto; l’istituzione di un fondo con una dotazione di 400 milioni di euro, da erogare ai Comuni, per l’adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare; l’aumento di 100 milioni per il 2020 della dotazione finanziaria del Fondo per le emergenze nazionali, allo scopo di provvedere all’acquisto e alla distribuzione di farmaci per la cura dei pazienti affetti da Covid-19.

Un provvedimento che dovrà passare dalla lente del Parlamento sarà poi l’ulteriore scostamento di bilancio per 8 miliardi. Attraverso le risorse aggiuntive che saranno rese disponibili con lo scostamento, il governo intende adottare misure che, in continuità con quelle precedenti, consentiranno di estendere gli interventi previsti a favore degli operatori economici, per il sostegno dei settori produttivi e per il sostegno dei cittadini, anche attraverso un utilizzo adeguato della leva fiscale.