Messaggio del Presidente Mattarella in occasione della 74°Giornata nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro

discorso scrivania

 

 

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato all’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro il seguente messaggio:
«Nella Giornata odierna l’Italia rivolge il pensiero alle persone che hanno perso la vita o subito infortuni e malattie a causa del proprio lavoro.
Oggi è un giorno di riflessione, ricordo e di rinnovato impegno.
La sicurezza sul lavoro è una priorità permanente per la Repubblica.
Ogni vita persa, ogni vita compromessa chiama un impegno corale per prevenire ulteriori perdite della salute e della dignità di chi lavora.
La sicurezza sul lavoro, oltre che una prescrizione costituzionale, è anzitutto una questione di dignità umana.
Garantire condizioni di lavoro sicure significa rispettare la vita e il valore di ciascuna persona, perché il lavoro è luogo di crescita e realizzazione personale e non può costituire un rischio per la propria incolumità.
Rinnovo oggi la vicinanza della Repubblica alle famiglie di quanti hanno perso un proprio caro a causa di incidenti sul lavoro e un sentito apprezzamento alle attività dell’ANMIL, che da decenni contribuisce a promuovere la cultura della sicurezza, dando voce alle vittime e fornendo sostegno alle loro famiglie in momenti di grande difficoltà.
Lavoro e sicurezza sono diritti inscindibili».

Napoli, aperta la Giornata Internazionale per la Riduzione dei Disastri (GIRD) in Consiglio comunale

 

Napoli,

La Presidente del Consiglio Comunale di Napoli, Enza Amato, ha aperto oggi l’incontro inaugurale dell’evento nazionale organizzato in occasione della Giornata Internazionale per la Riduzione dei Disastri, con un importante intervento durante la sessione dei saluti istituzionali.

L’incontro, promosso dal Corpo Italiano di San Lazzaro, ha come obiettivo la sensibilizzazione sulla riduzione dei disastri e la promozione di una strategia integrata per la salute, nota come One Health, che sottolinea il legame inscindibile tra la salute umana, animale e ambientale. Nel suo intervento, la Presidente Amato ha sottolineato l’importanza di affrontare queste sfide con un approccio interdisciplinare e ha ribadito l’impegno delle istituzioni locali nel sostenere iniziative che mirino alla protezione delle persone e del territorio, alla luce delle crescenti emergenze ambientali.

“Napoli è da sempre attenta a queste tematiche – ha dichiarato la Presidente – e il dialogo tra istituzioni, scienza e società civile è cruciale per costruire una comunità resiliente e consapevole.” L’evento ha visto la partecipazione di esperti di rilievo nei campi della salute e dell’ambiente, che hanno discusso delle implicazioni della questione ambientale e sanitaria, e di progetti innovativi come il “Progetto Rosella”, dedicato alle patologie da impatto ambientale.

Da Napoli il primo progetto italiano di co-gestione degli spazi pubblici urbani: si parte martedì 8 Ottobre con piazza Garibaldi

 

Piazza del Plebiscito | Luoghi da visitare a Napoli - yourelais.com

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Martedì 8 ottobre, ore 11 presso la Cavea, il sindaco di Napoli  ,Manfredi e le forze del territorio presentano ‘La bella piazza’.

Al via a Napoli il primo progetto di co-gestione pubblico/privata degli spazi pubblici urbani.

Una sperimentazione che parte dagli spazi pubblici dell’Area Nord di Piazza Garibaldi, fortemente voluta dal Sindaco Gaetano Manfredi per rispondere alle diverse esigenze del territorio con soluzioni in grado di migliorare la qualità della vita garantendo rigenerazione degli spazi, inclusione sociale, sicurezza, proposte culturali con un occhio alla socialità e allo sviluppo economico di un’area che si presenta come una delle porte della città.

Il percorso di sperimentazione parte quindi dall’Area Nord di piazza Garibaldi dove – martedì 8 ottobre 2024, alle ore 11:00, presso la Cavea – il Comune di Napoli e le organizzazioni del civismo attivo presenteranno il progetto denominato la “La bella piazza – rigenerazione partecipata degli spazi pubblici di piazza Garibaldi” sostenuto dalla Fondazione Con il Sud insieme ad una rete di altri enti e fondazioni

Il Presidente Mattarella visita la mostra “Il Coraggio” a Illegio

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della visita alla mostra d'arte "Il Coraggio"

 

 Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'intervento a margine della visita alla mostra d'arte "Il Coraggio"

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'intervento a margine della visita alla mostra d'arte "Il Coraggio"

 Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'intervento a margine della visita alla mostra d'arte "Il Coraggio"

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'intervento a margine della visita alla mostra d'arte "Il Coraggio”

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'intervento a margine della visita alla mostra d'arte "Il Coraggio”

 

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha visitato a Illegio la Mostra dal titolo “Il Coraggio”, illustrata da Don Alessio Geretti e ha partecipato alla cerimonia per il 20° anniversario dell’Opera culturale e spirituale di Illegio nel corso della quale sono intervenuti Lara Iob, Presidente dell’Associazione culturale “Comitato San Floriano”, Mons. Angelo Zanello, Fondatore del “Comitato San Floriano” e Don Alessio Geretti, Fondatore del “Comitato San Floriano” e curatore della Mostra.

 

Messaggio del Presidente Mattarella in occasione del Convegno annuale della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Maurizio Sella,Presidente della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro.

 

 

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del Convegno annuale della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, ha inviato al Presidente Maurizio Sella, il seguente un messaggio:

«Il lavoro, elemento fondamentale dell’ordinamento costituzionale, è una risorsa che la Repubblica tutela in tutte le sue forme ed applicazioni.

Le continue evoluzioni a cui il mercato del lavoro è soggetto richiamano Istituzioni, società e mondo imprenditoriale ad adottare misure idonee a corrispondere ai principi di giustizia sociale e coesione nel quadro dei cambiamenti derivanti dal diffuso impiego delle nuove tecnologie nelle molteplici filiere produttive.

La persona è al centro del progresso sociale ed economico e la formazione e l’elevazione professionale rimangono capisaldi per la sua realizzazione, per contribuire a superare ogni forma di squilibrio e affermare una crescita sostenibile, equa e inclusiva, in armonia con i principi stabiliti dal Pilastro europeo dei diritti sociali e gli obiettivi contemplati dal relativo Piano di azione.

Nell’auspicio che il Convegno promosso dalla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro offra approfonditi spunti di riflessione, rivolgo a tutti i presenti un saluto cordiale».

Cerimonia inaugurale dell’84° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri dal titolo “L’italiano, luce nel mondo”

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta Alessandro Giuli, Ministro della cultura, in occasione ell’84° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri dal titolo “L’Italiano, luce nel mondo”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta Alessandro Giuli, Ministro della cultura, in occasione della cerimonia inaugurale dell’84° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri dal titolo “L’Italiano, luce nel mondo”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta Edith Bruck, scrittrice e Susanna Tamaro, scrittrice

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta Edith Bruck e Susanna Tamaro in occasione della cerimonia inaugurale dell’84° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri dal titolo “L’Italiano, luce nel mondo”

Monica Maggioni, moderatrice della cerimonia inaugurale dell’84° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri dal titolo “L’Italiano, luce nel mondo”

Monica Maggioni, moderatrice della cerimonia inaugurale dell’84° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri dal titolo “L’Italiano, luce nel mondo”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione ell’84° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri dal titolo “L’Italiano, luce nel mondo”

l Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia inaugurale dell’84° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri dal titolo “L’Italiano, luce nel mondo

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione ell’84° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri dal titolo “L’Italiano, luce nel mondo”

Giulio Ferroni, in occasione della cerimonia inaugurale dell’84° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri dal titolo “L’Italiano, luce nel mondo”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione ell’84° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri dal titolo “L’Italiano, luce nel mondo”

l Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia inaugurale dell’84° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri dal titolo “L’Italiano, luce nel mondo”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione ell’84° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri dal titolo “L’Italiano, luce nel mondo”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione ell’84° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri dal titolo “L’Italiano, luce nel mondo”

C o m u n i c a t o

Si è svolta questa mattina al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la cerimonia inaugurale dell’84° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri dal titolo “L’italiano, luce nel mondo”.

La cerimonia, moderata da Monica Maggioni, è stata aperta dall’intervento del Presidente della Società Dante Alighieri, Andrea Riccardi. Hanno preso poi la parola Edith Bruck, Giulio Ferroni e Susanna Tamaro.

Al termine l’attore Massimiliano Finazzer Flory ha letto un brano tratto dalla relazione “Dell’unità della lingua e dei mezzi di diffonderla” di Alessandro Manzoni.

La cerimonia si è conclusa con il saluto del Presidente Mattarella.

Erano presenti il Ministro della cultura, Alessandro Giuli, il Segretario generale della Società Dante Alighieri, Alessandro Masi e i partecipanti al Congresso Internazionale, in programma a Roma dal 12 al 14 settembre.

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in videoconferenza, alla 50^ edizione del Forum Ambrosetti di Cernobbio

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso del collegamento con il 50° Forum The European House - Ambrosetti a Villa d'Este

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso del collegamento con il 50° Forum The European House - Ambrosetti a Villa d'Este

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso del collegamento con il 50° Forum The European House - Ambrosetti a Villa d'Este

 Roma, 06/09/2024 (II mandato)

Rivolgo un saluto molto cordiale ai presenti, a chi partecipa in collegamento e a quanti animeranno nelle diverse sessioni il confronto sugli incalzanti mutamenti del nostro tempo.

Cinquant’anni di sguardi sul mondo.

Il Forum ha aiutato l’Italia, in questi decenni, a confrontarsi con le realtà di un mondo sempre più connesso e in competizione, a ragionare su una dimensione globale, a comprendere quali le opportunità per un Paese come il nostro.

Di converso avete offerto a operatori e osservatori internazionali un palcoscenico dal quale attingere notizie autentiche da diretti protagonisti e una piattaforma di dialogo, resa ulteriormente preziosa dagli incontri tra personalità che proprio a Cernobbio hanno trovato uno spazio di colloquio.

Un’attività, quella sviluppata dalla vostra impresa, per la quale va rivolto apprezzamento agli animatori della European House-Ambrosetti, motore di questa iniziativa.

Riflettere, allargare l’orizzonte, non pretendere di guardare agli accadimenti contemporanei come se potessero meccanicamente essere collocati dentro stampi conosciuti.

E, quindi, assumere la responsabilità della ricerca di soluzioni per le sfide epocali che il mondo si trova di fronte, a partire da quella della sostenibilità dei modelli di sviluppo e, insieme, da quella del perseguimento di obiettivi che affermino la dignità delle persone e dei popoli, non più strumenti di ambizioni di potenza di singoli governi e gruppi dirigenti ma, secondo il progetto che proprio l’Europa si è trovata a perseguire in questi quasi settant’anni dal Trattato di Roma, impegnati a combattere le disuguaglianze e a promuovere la pace.

È questo l’ambito primario che, oggi, in una condizione internazionale caratterizzata da aspri conflitti, ci interpella.

Dove si giocano i nostri destini, dove possiamo esprimere pienamente le nostre aspirazioni, in concordia con popoli e nazioni con cui condividiamo i valori? Dove esprimiamo in maniera significativa, effettiva, incisiva la nostra sovranità?

Le critiche rivolte al progetto europeo lo vogliono, di volta in volta, come una mera “utopia consolatoria”, frutto delle sofferenze della Seconda guerra mondiale, oppure lo definiscono talvolta come espressione funzionale di un passo ulteriore del modello di sviluppo proprio alla globalizzazione capitalistica internazionale.

L’eredità dei passi che sono stati compiuti può essere riassunta – a badare al dibattito contemporaneo presente in alcuni Paesi europei – tra la considerazione dell’appartenenza all’Unione come un vincolo, talora soffocante, per coloro che vi hanno aderito, oppure come un’opportunità, forse l’unica per il nostro continente, collocato in un mondo – i Brics insegnano – fatto sempre più di giganti.

Sovente i critici omettono due aspetti: anzitutto l’ Unione europea è il primo esercizio di questa natura caratterizzato dalla partecipazione diretta dei popoli alle decisioni; inoltre, le scelte che, talvolta, sono oggetto di polemiche a livello locale – sconcertanti quando derivano da protagonisti che han preso parte a questi passaggi –  sono il frutto non di normative imposte da oscuri poteri, bensì sono concordate in sede comunitaria tra i governi nazionali, la Commissione, il Parlamento Europeo, con procedimenti partecipati e trasparenti.

Va detto piuttosto che l’Europa è incompiuta, è un progetto in divenire.

Una volta imboccata la strada della unione economica rispetto a quella politica, a dettarne i ritmi sarebbero state – e sono state –  le “solidarietà di fatto” preconizzate da Robert Schuman.

Ricordiamo solo le recenti lucide scelte operate dalla Commissione Von der Leyen a seguito della pandemia: sono apparse un segno incoraggiante di discernimento.

E, tuttavia, non si tratta solo di questo, che sarebbe, peraltro, già significativo.

Pensando, tra l’altro, alle politiche coraggiose come quelle assunte in materia di mutualità del debito, di Next GenerationEu.

Naturalmente – lo abbiamo vissuto, in misura addirittura totale, nel caso del Regno Unito – è sempre possibile tornare sui propri passi rispetto a queste scelte coraggiose e innovative se si è timorosi della necessità dell’Unione e della sua più efficiente operatività.

Ma quale giustificazione potrebbero trovare i decisori a sostegno della diserzione da un ruolo incisivo dei Paesi europei, nel loro insieme, nel contesto internazionale?

Il progetto europeo interessa, riguarda, l’intero pianeta: un progetto inclusivo, basato sul riconoscimento della pari dignità delle persone, dei popoli, dei Paesi.

Interroghiamoci: quale peso politico è stato consentito ai Paesi membri a seguito della esistenza della Unione Europea?

E’ eloquente il caso del Premio Nobel per la Pace conferito all’Unione europea nel 2012 dall’apposito Comitato norvegese. Un riconoscimento per una attività che ha contribuito a trasformare il continente europeo da un continente di guerra a un continente di pace.

E certamente non è poco, a fronte di quanto accaduto in questi ultimi tempi, con l’aggressione russa all’indipendenza dell’Ucraina.

Ma, proseguendo sul filo di questo ragionamento, facciamo riferimento, per un attimo, alle conseguenze che ebbe la denuncia unilaterale da parte statunitense degli accordi di Bretton Woods, il 15 agosto 1971.

Gli Stati-nazione europei si trovarono di fronte, con le rispettive valute, a una sregolata fluttuazione dei mercati.

L’aspirazione a una moneta europea che agisse da scudo protettivo nacque lì, dal desiderio di dotarsi di uno strumento efficace, vista la fragilità di quelli nazionali.

La crisi petrolifera del 1973-74 mise a nudo una situazione sempre più critica, alimentando la crescita del debito, con la necessità – ha riguardato l’Italia – di prestiti internazionali, naturalmente accompagnati da condizionalità da parte dei creditori.

Lo Sme, il Sistema Monetario Europeo, nel 1979, costituì una prima imperfetta risposta, sino alla crisi del 1992.

Il successivo Trattato di Maastricht, l’anno successivo, rappresentò un’assunzione di responsabilità, con la costituzione della Unione Economica e Monetaria e l’avvio del percorso che avrebbe condotto all’euro.

Si prese atto che governare in autonomia le grandezze macroeconomiche vedeva le singole nazioni inadeguate e che la manovra monetaria – rincorsa fra salari e prezzi, abituale per numerosi Paesi – era un disvalore, era tutt’altro che risolutiva.

I problemi da affrontare erano tali che quella decisione passò sostanzialmente senza che il dibattito in argomento assumesse toni accesi.

La discussione sul “vincolo esterno” nei confronti dei comportamenti delle economie dei Paesi membri non è banale: taluno infatti ritiene di poter invocare il rischio di subire scelte che sarebbero rivolte contro l’interesse nazionale. Anche se è singolare pensare a Governi che, scientemente, approvino regole le cui conseguenze tradirebbero l’interesse della popolazione che ha affidato loro il mandato di governare.

Sarebbero intervenuti sull’argomento autorevoli interlocutori come Guido Carli, Governatore della Banca d’Italia e poi Ministro del Tesoro, come Carlo Azeglio Ciampi, anch’egli alla guida di Via Nazionale e poi Presidente del Consiglio e della Repubblica – protagonisti in passaggi rilevanti come Maastricht e la scelta dell’euro.

Una domanda semplice: il vincolo esterno – o, piuttosto, interno, come sarebbe corretto dire, trattandosi di una scelta operata da una comunità nell’ambito di canoni di cui si è liberamente dotata – deriva dalle regole o dal debito?

Non è, quest’ultimo, il vincolo che concerne i Paesi indebitati?

Merita una riflessione che interpella in particolare la situazione debitoria dei Paesi dell’Unione e sollecita a mettere a sistema in termini fiscali ed economici quanto oggi appare affidato alla sola Banca Centrale Europea.

Il tema non è puramente finanziario, bensì costituisce una grande questione civile, sociale e persino democratica, intersecando questioni come quelle della libertà economica, dell’eguaglianza dei cittadini, delle politiche che assicurano l’esercizio dei diritti di questi ultimi, della credibilità internazionale di uno Stato.

A questo riguardo consentitemi una breve considerazione che riguarda la Repubblica Italiana.

Recenti studi hanno evidenziato come, nel 2023, a fronte di un debito accumulato dall’Italia per circa 2.863 miliardi di euro, e a un ammontare dei debiti di Francia e Germania che, sommati, valgono quasi il doppio, il nostro Paese ha pagato in interessi poco meno di quanto ne abbiano pagati insieme Germania e Francia.

Il motivo, com’è noto, è il diverso tasso di interesse.

Eppure l’Italia è un debitore onorabile, con una storia trentennale di avanzi statali primari annui, con un debito pubblico cresciuto in larga misura, dal 1992, principalmente a causa proprio degli interessi.

È evidente che molta strada rimane da fare per dare razionalità a un mercato dei titoli pubblici che trascura temi come il rapporto debito pubblico/ricchezza finanziaria netta delle famiglie.

Il termometro della percezione dei mercati sull’affidabilità di un Paese può rivelarsi, come appare da questo esempio, quanto meno opinabile.

Una dimensione europea potrebbe restituire verità.

Attenzione, il mio non è un invito a trascurare il debito: sono pienamente consapevole dell’esigenza ineludibile di abbatterlo. Si tratta di un invito a procedere su una strada che assuma con precisione i fondamentali dell’economia come criterio e, inoltre, di un invito a completare l’edificio finanziario europeo in maniera più rassicurante per tutti, ponendovi mano sollecitamente.

Sono solo esempi, ruolo internazionale e gestione degli aggregati finanziari, di ciò che può essere l’Europa.

Rapporti importanti sono stati richiesti dalla Commissione Europea a personalità di rilievo. 

Ricordo, per tutti, gli ex Presidenti del Consiglio italiani Draghi e Letta.

Completare il mercato dei capitali, le transizioni verde e digitale, affrontare le questioni della pace e della difesa, rispondere alle domande di competitività, dettare regole per gli OTT affinché i cittadini non siano oggetti nelle loro mani, nonché il tema della Intelligenza artificiale, sono tutti capitoli necessari se non indispensabili.

Eppure forse non basta.

I traguardi di libertà, benessere, giustizia non possono attendere.

Ho fatto cenno alla necessità di non pretendere di affrontare le sfide della contemporaneità con l’atteggiamento di chi pensa di avere già visto tutto e, dunque, ritiene che rivolgere lo sguardo al passato basti per trovarvi ogni soluzione.

Lo sguardo va rivolto al futuro.

Sono grato, quindi, dello sforzo che verrà sviluppato in questi giorni perché i valori propri della identità europea possano trovare cittadinanza nel mondo e contribuire a costruire una realtà rispettosa della dignità di ogni essere umano, a partire dalla pace come valore.

Non bisogna avere paura delle riforme, di guardare avanti, di immaginare un’Europa sempre più perfezionata nella sua architettura e sempre più inclusiva di quei popoli, come quelli dei Balcani occidentali, che aspirano da tempo di partecipare a questa avventura.

Nella pubblica opinione si riaffacciano, sono presenti, spinte che immaginano, senza motivo, un futuro frutto di nostalgie di un passato che ci ha riservato, invece, spesso, tragedie.

Ciascuna generazione viene chiamata a combattere contro fantasmi che sperano nell’oblio per poter riemergere con vesti nuove.

Tocca alle forze della società civile, nella loro interezza, essere consapevoli che difendere il quadro della civiltà in cui vivono, e che contribuiscono a definire, è compito che non soltanto li interessa ma li riguarda.

La storia dell’integrazione europea, a partire dal dopoguerra, dalla Comunità per il carbone e l’acciaio, con la vitalità delle forze culturali, sociali, economiche dei diversi Paesi, sta a testimoniare come un quadro di libertà, giustizia sociale, aspirazione alla pace, esprima valori destinati a prevalere sui disvalori dell’egoismo, della contrapposizione, del razzismo, della violenza, dell’odio, della guerra.

Con fermezza, con determinazione, proseguiamo su questa strada.

 

 

Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione del 42° anniversario dell’uccisione di Carlo Alberto Dalla Chiesa

 

Il Presidente Mattarella alla scrivania

 

Comunicato Presidente della Repubblica On Mattarella

Quarantadue anni fa l’aggressione mafiosa interrompeva tragicamente il percorso umano e professionale di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Con lui perdevano la vita la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo, deceduto alcuni giorni dopo per le ferite mortali riportate.
Quel barbaro agguato contro un esemplare servitore della Repubblica rappresentò una delle pagine più funeste dell’attacco della criminalità organizzata alla convivenza civile.
Il vile attentato non riuscì, tuttavia, ad attenuare l’impegno per quei valori di legalità e giustizia propri alla nostra democrazia, per la cui affermazione, nei diversi ruoli ricoperti nell’Arma dei Carabinieri e da ultimo come Prefetto di Palermo, il Generale Dalla Chiesa aveva combattuto.
A distanza di anni, la memoria di quanti, come lui, si sono opposti al terrorismo e alla prepotenza mafiosa, continua a interpellare coloro che rivestono pubbliche responsabilità, la società civile, le giovani generazioni, ciascun cittadino.
La sua figura, il suo lascito ideale vivono oggi nell’operato di chi si impegna in prima persona contro la mafia e il terrorismo e indica all’intera comunità nazionale la via del coraggio e della responsabilità.
Ogni giorno, nei diversi contesti, donne e uomini della Magistratura, delle Forze dell’ordine, della Pubblica amministrazione, del mondo dell’impresa e del lavoro, contribuiscono, con il loro apporto, a tenere alta la guardia, a contrastare e denunciare prevaricazione e violenza, a riconoscere e sventare modalità nuove e insidiose di infiltrazione criminale.
Il coinvolgimento della scuola, degli altri ambiti educativi, dei mezzi di comunicazione, è essenziale affinché sempre più si affermi una cultura diffusa della legalità, che rigetti ogni forma di compromesso con la mentalità mafiosa, rafforzando democrazia, sviluppo, coesione sociale.
Con questi sentimenti, rivolgo un commosso pensiero alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo, esprimendo i sentimenti di solidarietà e di vicinanza della Repubblica».

Successo di Kamala Harris alla Convention nazionale del Partito democratico: libertà ed unità sono le parole chiave che cambieranno il futuro dell’America

 

 

Libertà e unità. Sono le parole chiave che hanno segnato il discorso di Kamala Harris per l’accettazione della candidatura dal palco della Convention nazionale del Partito democratico di Chicago prima di un voto che “è una battaglia per il futuro dell’America. Non sono solo le elezioni più importanti della nostra vita, ma anche fra le più importanti della nostra nazione”.

Ecco chi è Kamala Harris: quali le probabilità che sarà la prima donna  presidente degli Stati Uniti | Euronews

Una parte importante del discorso è stata dedicata alle libertà delle donne, a iniziare dall’aborto un tema molto caro all’elettorato democratico.

Diversi i passaggi dedicati alla politica estera. Dopo avere ricordato come Trump abbia ‘sminuito’ la Nato e in pratica “detto alla Russia che poteva fare quello che voleva”, perché è un amico dei dittatori, la Harris ha aggiunto: “Quando sarò presidente gli Stati Uniti resteranno più che mai accanto all’Ucraina e insieme alla Nato e ai nostri partner europei”.

Sulla crisi in Medioriente ha spiegato che “il presidente Biden e io lavoriamo senza sosta su Gaza: ora è il tempo di raggiungere un cessate il fuoco e un accordo sugli ostaggi”. “Ma voglio essere chiara – aggiunge – saro’ sempre dalla parte di Israele sul diritto di difendersi, perché non possano mai ripetersi le cose irriferibili successe il 7 ottobre. Al tempo stesso quello che è successo a Gaza è devastante: tante vite perse, tante persone affamate che cercano sicurezza e soffrono, questo spezza il cuore”. “Noi lavoriamo perché questa guerra finisca, perché gli ostaggi tornino a casa” ma anche – ha aggiunto in un passaggio importante – affinché “i palestinesi possano realizzare il loro diritto alla dignità, alla sicurezza, alla libertà e all’autodeterminazione”.

Ma Kamala ha anche ribadito come “agli americani serve un presidente che tuteli le loro libertà. E in queste elezioni sono in gioco la liberta’ di non avere paura della violenza armata nelle scuole, di sposare e amare con orgoglio chi si vuole, di bere acqua pulita, di respirare aria pulita, e la libertà che tutela tutte le altre, quella di votare”.

“Sarò chiara: dopo decenni nel settore giudiziario sono cosciente della necessità di sicurezza, soprattutto ai nostri confini confine. Lo scorso anno insieme ai repubblicani avevamo trovato un accordo bipartisan che aveva ottenuto l’approvazione della Pattuglia di confine. Ma Donald Trump pensava che questo accordo non avrebbe giovato alla sua campagna elettorale, e ha ordinato ai suoi uomini di affondare il testo. Ma io non gioco alla politica con la sicurezza dei cittadini. La mia promessa è questa: da presidente firmerò quella legge”.

Ma questo tema si associa inevitabilmente a quello dell’immigrazione. Kamala ha assicurato che l’America difenderà i suoi confini senza rinunciare a un elemento chiave della sua storia, ovvero quello di accettazione e integrazione degli immigrati.

Kamala – che ha reso omaggio alla presidenza di Joe Biden “che ha avuto risultati straordinari e la storia lo dimostrera’” – ha più volte ricordato la madre, a sua volta immigrata: “Io amo questo paese con tutto il mio cuore, dovunque vada vedo una nazione pronta al prossimo passo in questo cammino incredibile che è l’America, un paese dove niente è fuori dalla nostra portata, dove ci prendiamo cura uno degli altri, perché abbiamo in comune molto più di quello che ci divide”. “Nell’unità c’è la nostra forza. Mia madre mi diceva sempre ‘non permettere a nessuno di dire quello che sei’. Bene, America mostriamo a noi e al mondo chi siamo, e cioè il paese delle libertà, delle opportunità e delle possibilità senza fine”. “Noi siamo gli eredi della più grande democrazia della storia. Dobbiamo essere degni di questo: e’ il nostro turno di combattere per gli ideali che ci stanno a cuor e per l’enorme responsibilità che deriva dal più grande privilegio di tutto: quello di essere americani. Combattiamo insieme e scriviamo il prossimo capitolo della storia più grande, quella degli Stati Uniti” ha concluso fra gli applausi.

Messaggio del Presidente Mattarella alla Presidente della Repubblica Ellenica, Katerina Sakellaropoulou

Il Presidente Sergio Mattarella nel corso delle dichiarazioni alla stampa

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato alla Presidente della Repubblica Ellenica, Katerina Sakellaropoulou, il seguente messaggio:
«Cara Presidente,
purtroppo anche quest’anno siamo testimoni della devastazione causata dal cambiamento climatico.
L’Italia vi è vicina in questa terribile emergenza causata dagli incendi che stanno minacciando la vostra bellissima capitale, così ricca di tesori dell’umanità intera.
Questa nuova emergenza testimonia ulteriormente che la Comunità internazionale deve agire con più convinzione e più velocemente.
Spero avremo modo di parlarne presto insieme, anche nel corso della prossima riunione Arraiolos».