Giuseppe Conte giudica false le accuse della Meloni e richiede l’istituzione di un Giurì d’onore

 

 

 

Le dolose menzogne del Presidente del Consiglio nonché deputata Giorgia Meloni hanno offerto” sul Mes e sui trascorsi del governo Conte “una rappresentazione della realtà dei fatti completamente ribaltata. Si tratta di un precedente di assoluta gravità, anche perché queste dichiarazioni sono state rilasciate non nel corso di una festa di partito, ma nell’Aula della Camera, in un contesto istituzionale particolarmente solenne e sono state riprese da tutti gli organi di stampa. Per conseguenza la compromissione dei miei beni morali dell’onore e della reputazione e la falsa ricostruzione del mio operato di Presidente del Consiglio dei Ministri e di deputato in carica appaiono particolarmente rilevanti nell’entità e nella portata diffusiva”.

Il il leader del M5S Giuseppe Conte, invia una lunga lettera al presidente della Camera Lorenzo Fontana in cui chiede  l’istituzione di un Giurì d’onore sulle accuse dette dalla Melonii contro l’ex premier, la scorsa settimana nelle aule di Camera e Senato.

L’asimmetria, in ordine ai poteri e alla potenziale comunicativa, di un Presidente del Consiglio rispetto a un deputato in carica rende ancor più necessario -scrive Conte nella missiva- il Suo intervento per ristabilire e compensare le gravissime ed infondate offese che mi sono state arrecate. Per i motivi summenzionati Le chiedo, pertanto, ai sensi dell’articolo 58 del Regolamento della Camera, di nominare una commissione che giudichi la fondatezza delle gravi accuse a me rivolte, palesemente e dolosamente prive di qualsivoglia fondamento fattuale, temporale, politico e costituzionale”.

Per Conte, le parole di Meloni in Aula “non solo” hanno “prodotto effetti lesivi della mia personale onorabilità”, ma sono “suscettibili di produrre un’alterazione della fisiologica dialettica dei rapporti tra Governo e Parlamento, con diretto impatto sull’assetto istituzionale del nostro ordinamento democratico e costituzionale”.

La sequela di accusa che mi sono state rivolte – scrive ancora il leader M5S, che nella missiva riporta diversi virgolettati della premier in Aula – è davvero impressionante”, tanto da essere per Conte “ben oltre la normale dialettica parlamentare”.

Meloni, rimarca l’ex premier, “mi ha rivolto, nella sostanza, l’accusa di aver agito in modo fraudolento, al di fuori del mandato parlamentare: è la più grave accusa che mi si possa muovere rispetto alla vicenda in esame, dia dal punto di vista politiche che da un punto di vista istituzionale e costituzionale”.

“Ad aggravare la condotta” della premier, per Conte, “è il fatto che queste affermazioni sono state rilasciate in un momento istituzionale di particolare rilievo: durante le comunicazioni che il Presidente del Consiglio in carica offre in Aula, alla Camera dei deputati, alla vigilia di un Consiglio europeo che contemplava all’ordine del giorno questioni molto serie e complesse, che non comprendevano affatto la questione del Mes”. Dietro l’operazione, denuncia il presidente pentastellato nella lettera inviata a Fontana, “la deliberata intenzione di disonorare il sottoscritto”.

99a edizione della Giornata del Risparmio: messaggio di Mattarella

 

Il Presidente Sergio Mattarella con Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma Capitale, in occasione dell’inaugurazione della mostra dal titolo: “L’avventura della moneta”

 

Il Presidente Mattarella alla scrivania

 

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Presidente dell’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio S.p.A. , Francesco Profumo, il seguente messaggio:

«La partecipazione dei cittadini alla vita della Repubblica trova nella valorizzazione del risparmio a fini di crescita delle opportunità delle comunità un percorso virtuoso. La Costituzione mette in relazione diretta il risparmio, il credito e l’investimento nei complessi produttivi.

La previsione espressa dall’art. 47 deriva anche da questo: il risparmio, con l’istituzione della Repubblica, diviene questione di interesse pubblico e, dunque, meritevole di tutela costituzionale.

Lo è, a maggior ragione, perché la difesa del potere d’acquisto dei cittadini, e quindi dei loro risparmi, è questione democratica, che interpella il Paese e gli Stati che, con l’Italia, hanno dato vita all’esperienza dell’Euro, moneta che afferma sempre più ruolo e sovranità dell’Unione Europea.

È dunque particolarmente degno di considerazione il cammino che porta alla 99a edizione della Giornata del Risparmio che sottolinea a decisori e opinione pubblica il suo valore e che, quest’anno, è in modo apprezzabile dedicata alle nuove generazioni.

Non mancano le incertezze, in una condizione di conflitti come l’attuale, con conseguenze aspre sulla vita di ogni giorno, sui commerci, sui mercati economici e finanziari.

La sfida di una efficace tutela del risparmio delle famiglie e dei loro redditi, alla prova di una rinnovata pressione inflazionistica, è più che mai attuale e riguarda anzitutto le Istituzioni europee e internazionali, quelle nazionali, accanto agli operatori privati.

Le Fondazioni di origine bancaria hanno la caratteristica di essere dotate di una visione prospettica, in grado di orientare interventi di innovazione e sostegno alla transizione: riguarda la natura dei loro investimenti e la funzione esercitata da preziosi attori di coesione sociale.

È un’azione che le vede, accanto alle altre forze del Paese, unite in uno sforzo comune, per una sempre migliore qualità del nostro modello sociale».

 

 

 

Sul nuovo testo finanziario all’esame del Senato, l’Agenzia delle entrate, prima del recupero coattivo, dovrà cooperare con modalità telematiche..” Il cinema dai compensi miliardari: caspita,700 milioni del governo

 

di E. Lanza

 

Beneplacito della Ragioneria dello Stato sulla  la Manovra 2024, composta da 109 articoli e 6 allegati.Una finanziaria un pò strana visto che si sono susseguiti comunicati stampa ufficiali  sull’approvazione di tanti punti cari agli italiani ma il giorno dopo scomparsi nel testo pubblicato. Un metodo inaccettabile come comunicazione ai mass-media e quotidiani on line.

Un altro spunto inaccettabile è quello dell’ordine della premier Meloni di non presentare alcun emendamento sul testo elaborato. Come dire questo va bene, ognuno resti della propria opinione, punto e basta. La maggioranza approva il metodo. ma non appare democratico-è il coro opposto – nè corretto dire ai deputati, espressione del popolo, di non fare alcun rilievo .

Si apprende che  il Presidente della Repubblica Mattarella ha già vistato e autorizzato a trasmettere al Parlamento il testo  al Senato, da dove domani partirà l’esame della legge di bilancio – l’aumento dal 21 al 26% dell’aliquota sulla cedolare secca per gli affitti brevi solo “in caso di destinazione alla locazione breve di più di un appartamento per ciascun periodo d’imposta”.       Eliminazione della nuova aliquota per tutti gli immobili destinati alla locazione breve. Inoltre i pannolini per bambini tornano un’altra volta  fra i prodotti con aliquota agevolata, anche se nel 2024 si passerà dall’attuale 5 al 10%. Stessa aliquota per il latte in polvere e preparazioni per l’alimentazione dei bimbi e per assorbenti, tamponi e coppette mestruali.

Archivi -Sud Libertà      (tante  incertezze ancora per il futuro e tanta povertà per gli anziani pensionati)

Una novità assoluta- più democratica forse – rappresenta invece  l’articolo 23 della Manovra: Per “assicurare la massima efficienza dell’attività di riscossione, semplificando e velocizzando la medesima attività, nonché impedendo il pericolo di condotte elusive da parte del debitore, l’agente della riscossione può avvalersi, prima di avviare l’azione di recupero coattivo, di modalità telematiche di cooperazione applicativa e degli strumenti informatici, per l’acquisizione di tutte le informazioni necessarie al predetto fine, da chiunque detenute”           Niente  “recupero coattivo” se prima l’Agenzia delle Entrate non realizza il contenuto di questo articolo di legge. No ai pignoramenti sui conti correnti..

“Le soluzioni tecniche di cooperazione applicativa –   afferma il testo – e di utilizzo degli strumenti informatici per l’accesso alle informazioni di cui al comma 1 sono definite con uno o più decreti del Ministero dell’economia e delle finanze, nel rispetto dello Statuto dei diritti del contribuente, sentito anche il Garante per la protezione dei dati personali, ai fini dell’adozione di idonee misure di garanzia a tutela dei diritti e delle libertà degli interessati, attraverso la previsione di apposite misure di sicurezza, anche di carattere organizzativo”, in conformità con le disposizioni del regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 e del decreto legislativo 30 giugno 2003.

Novità anche sul fronte della tax credit per il cinema ma anche lievi  tagli al Fondo per il cinema. Prevista dall’articolo 14 l’agevolazione al 40%, ma viene anche inserita la possibilità di “prevedere aliquote diverse” o di “escludere l’accesso al credito d’imposta” per determinate imprese o gruppi di imprese mentre non appare alcun riferimento al tetto per il credito d’imposta “riferibile al compenso attribuito al singolo soggetto in qualità di regista, sceneggiatore, attore e altra figura professionale”.

Nella parte sulla revisione della spesa (art. 88), poi, è è previsto il taglio da 750 a 700 milioni annui del Fondo per il cinema.

Ammonta quindi a 821,7 milioni di euro il taglio stimato per il 2024 nelle dotazioni finanziarie delle spese per i ministeri. E’ quanto emerge dalle tabelle che accompagnano il testo della legge di bilancio bollinato dalla Ragioneria. Nel 2025 la previsione è di 878,2 milioni fino a 898,16 milioni l’anno successivo, per una spending review totale nel triennio di quasi 2,6 miliardi.

Mattarella incontra i giovani funzionari italiani delle Nazioni Unite

 

Il Presidente Sergio Mattarella incontra Maria Francesca Spatolisano Segretario generale aggiunto delle Nazioni Unite,in occasione dell'incontro con i giovani funzionari delle Nazioni Unite

Il Presidente Sergio Mattarella incontra Maria Francesca Spatolisano Segretario generale aggiunto delle Nazioni Unite,in occasione dell’incontro con i giovani funzionari delle Nazioni Unite

 

 

Il Presidente Sergio Mattarella incontra i giovani funzionari delle Nazioni Unite

 

Il Presidente Sergio Mattarella incontra i giovani funzionari delle Nazioni Unite

 

Il Presidente Sergio Mattarella incontra i giovani funzionari delle Nazioni Unite

Il Presidente Sergio Mattarella incontra i giovani funzionari delle Nazioni Unite

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della ricorrenza del 50° anniversario del Programma JPO (Programma Giovani Funzionari delle Organizzazioni Internazionali) ha ricevuto nel pomeriggio al Quirinale i giovani funzionari che hanno superato le selezioni del Programma promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale d’intesa con il Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite.
Dopo gli interventi di Maria Francesca Spatolisano, Segretario generale aggiunto delle Nazioni Unite e della dottoressa Claudia Marotta, il Presidente Mattarella ha rivolto un indirizzo di saluto.
Erano presenti rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Segretariato delle Nazioni Unite.

 

IL GOVERNO MELONI PUBBLICA IL DECRETO SULLA MANOVRA FISCALE MA TAGLIA DISPOSIZIONI IMPORTANTI DIFFUSE INVECE NEL COMUNICATO STAMPA GOVERNATIVO

 

I numeri della povertà in Italia nel primo anno di Covid

Archivi-Sud Libertà  Nelle piazze dei mercatini ortofrutticoli delle città, specie al Sud, è frequente vedere quanto sopra

La manovra della Meloni e Consiglio dei ministri “ha tagliato alcune disposizioni -importanti- diffuse nel comunicato stampa  del giorno prima che le prevedeva integralmente”. Una presa in giro e una prova di omessa serietà professionale.  Vediamo i singoli punti

Acconti imposta: prevista la rata del 16 dicembre

Tra le novità previste dal Dlgs che regola le scadenze fiscali e gli adempimenti  successivi, approvato il 23 ottobre dal CdM, e diffuso solo ieri dagli Uffici del Consiglio dei Ministri, vi è la nuova possibilità di rateizzare saldo e acconto delle imposte fino al 16 dicembre. La novità riguarderà l’anno di imposta in corso al 31 dicembre 2023.

Si prevede inoltre di rafforzare il valore del comportamento concludente dei contribuenti che sceglieranno di pagare a rate.

 DDl di Bilancio 2024: la manovra fiscale

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato il disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e il bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 e l’aggiornamento del Documento programmatico di bilancio (DPB).

Viene precisato che il disegno di legge è in linea con l’approccio prudente, responsabile e realistico dei precedenti provvedimenti economici.

Nel rispetto delle regole europee e alla luce della delicata situazione economica, influenzata negativamente dalla spinta dell’inflazione, dall’aumento dei costi energetici, dall’incertezza globale causata dal conflitto russo-ucraino e dalla recente crisi in Medio Oriente, le misure contenute nel provvedimento sono concentrate nella riduzione della pressione fiscale a sostegno dei redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Sono previsti, inoltre, il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione e misure in favore delle famiglie numerose e per la natalità.

Taglio cuneo fiscale – Circa dieci miliardi sono destinati al rinnovo nel 2024 del taglio del cuneo fiscale-contributivo (7% per i redditi fino a 25 mila euro, 6% per i redditi fino a 35 mila euro).

Rinnovo contratti P.A– Cinque miliardi per i rinnovi dei contratti della pubblica amministrazione, a cui si aggiungono circa 2,5 miliardi destinati al personale medico sanitario.

Sanità – Previsto uno stanziamento aggiuntivo pari a 3 miliardi per l’anno 2024 (al quale devono aggiungersi le risorse PNRR e 300 milioni riconosciuti alla Regione Siciliana) e 4,2 miliardi a decorrere dall’anno 2026. Tra le misure previste, una indennità per medici e altro personale sanitario impegnati nella riduzione dei tempi delle liste di attesa. Si stanziano risorse pari a 250 milioni di euro per l’anno 2025 e 350 milioni di euro a decorrere dal 2026 per il potenziamento dell’assistenza territoriale anche con riferimento a nuove assunzioni di personale sanitario. Per i residenti stranieri, cittadini di Paesi non aderenti all’Unione europea, si prevede la possibilità di iscrizione negli elenchi degli aventi diritto alle prestazioni del SSN, versando un contributo di 2.000 euro annui. L’importo del contributo è ridotto per gli stranieri titolari di permesso di soggiorno per motivi di studio o per quelli collocati alla pari.

Famiglie e bonus natalità – In favore delle famiglie numerose e per alzare il tasso di natalità sono destinate risorse pari a 1 miliardo di euro. Confermata la carta “dedicata a te” nella misura di 600 milioni di euro per l’anno 2024, si integra lo stanziamento dei mutui prima casa di circa 380 milioni di euro per l’anno 2024 e si stanziano risorse per il rifinanziamento del contributo straordinario per il caro energia e il bonus sociale elettricità (200 milioni di euro) per sostenere le fasce più deboli della popolazione nel primo trimestre dell’anno prossimo, il trimestre nel quale i consumi di energia sono più rilevanti. Si aggiunge un altro mese di congedo parentale, retribuito al 60 per cento, per i genitori con figli fino ai 6 anni.

Rafforzato il bonus asili nido – Si aumenta il fondo per il bonus di oltre 150 milioni di euro.

Riduzione Canone RAI, da 90 a 70 euro l’anno.

Alla riduzione corrisponde un’integrazione del finanziamento della Rai per le spese relative agli investimenti. La dotazione complessiva subisce, quindi, una lieve modifica in linea con i tagli previsti per i ministeri (da 440 a 420 milioni).

Lavoro – Confermata la detassazione dei premi di produttività al 5 per cento e dei fringe benefit fino a 2 mila euro per i lavoratori con figli a carico e fino a 1.000 euro per tutti gli altri (i benefici potranno essere riconosciuti anche per pagamenti di affitto e mutuo prima casa). La decontribuzione assume un volto nuovo con riferimento alle donne lavoratrici, prevedendo che la quota dello sgravio sia pari all’intera quota dei contributi a carico delle lavoratrici stesse, per un anno se hanno due figli fino all’età di 10 anni del più piccolo e permanente per quelle che hanno 3 figli fino ai 18 anni del più piccolo.

 

Imprese – Rinviata fino al 1° luglio 2024 l’entrata in vigore della plastic e sugar tax.  Per le imprese e per sostenere gli investimenti privati sarà previsto un credito d’imposta per l’acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno.

Pensioni – Alcune revisioni riguarderanno l’APE: l’innalzamento a 36 anni del requisito contributivo per gli uomini; requisiti diversi per le donne e quota 104 con alcune specifiche che tengono conto della necessità di valorizzare chi vuole rimanere al lavoro.

Infrastrutture e autonomie – La manovra assicura le risorse necessarie per avviare i lavori di costruzione del ponte sullo Stretto di Messina e diversi investimenti a vantaggio delle Regioni (50 milioni), enti territoriali (per la progettazione 100 milioni) e amministrazioni centrali (circa 27 miliardi nel periodo 2024-2038).

Investimenti e garanzie pubbliche – Approvato il piano che riforma la gestione delle garanzie pubbliche, che ha l’obiettivo di indirizzare lo strumento su investimenti anche sociali che garantiscano un alto valore aggiunto come quelli nelle infrastrutture strategiche e per la transizione tecnologica, verde e digitale delle imprese. L’obiettivo è trasformare le garanzie in leve per investimenti fortemente addizionali e per coinvolgere gli investitori privati.

 

 Attenzione al fatto che il Decreto non conferma quanto riportato nel comunicato stampa diffuso dal Consiglio dei Ministri all’atto della approvazione del Dl il giorno 16 ottobre

Il comunicato stampa riportava le seguenti misure.

Anticipo conguaglio di perequazione anno 2023 – Al fine di contrastare gli effetti negativi dell’inflazione per l’anno 2023 e sostenere il potere di acquisto delle prestazioni pensionistiche, in via eccezionale, viene anticipato il conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni.

Campagna reddituale – Si dispone che il recupero delle prestazioni indebite correlate alla campagna di verifica reddituale dei pensionati relative al periodo d’imposta 2021 e alle verifiche reddituali del personale degli enti di ricerca relative al periodo di imposta 2020 sia avviato entro il 31 dicembre 2024.

Anticipo rinnovo contratti pubblici – Si dispone, per il mese di dicembre 2023, l’incremento, a valere sull’anno 2024, dell’indennità di vacanza contrattuale per il personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato, salva l’effettuazione di eventuali successivi conguagli.

Rinvio versamento 2 rata di acconto delle imposte dirette– Si prevede, solo per il 2023 per le persone fisiche titolari di partita IVA che nel periodo d’imposta precedente dichiarano ricavi o compensi di ammontare non superiore a 170 mila euro, il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi, con esclusione dei contributi previdenziali, entro il 16 gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento, senza interessi. Il versamento può essere dilazionato fino a 5 rate mensili, da gennaio a maggio, con scadenza il giorno 16 di ciascun mese, con applicazione, in tal caso, degli interessi, a partire dalla seconda rata.

Disposizioni urgenti in tema di procedure di riversamento del credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo – Si proroga al 30 giugno 2024 il termine entro cui le imprese possono aderire alla procedura per il riversamento, senza l’applicazione di interessi e sanzioni, del credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo maturato in uno o più periodi di imposta a decorrere da quello successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2019 e utilizzato indebitamente in compensazione alla data del 22 ottobre 2021. Inoltre, si proroga di un anno il termine di decadenza per l’emissione degli atti impositivi da parte dell’Agenzia delle entrate per i crediti interessati dalla regolarizzazione e utilizzati negli anni 2016 e 2017.

Contributo di solidarietà – Si istituisce un nuovo contributo di solidarietà, per l’anno 2024, a carico dei soggetti che si avvalgono della facoltà di escludere dalla base imponibile del contributo di solidarietà di cui ai commi da 115 a 119 dell’articolo 1 della legge di bilancio per il 2023, la distribuzione, o comunque l’utilizzo nel periodo d’imposta 2022, di riserve accantonate in sospensione d’imposta o destinate alla copertura di vincoli fiscali.

IL  GOVERNO  NON INCLUDE NEL DECRETO LE MODIFICHE DELLA DISCIPLINA DELLA PARTICIPATION EXEMPTION SULLE PLUSVALENZE  NONOSTANTE CHE IL COMUNICATO STAMPA  DEL GOVERNO IL GIORNO PRIMA, AVEVA FAVOREVOLMENTE PREVISTO

 

Si estende il trattamento della non concorrenza alla formazione del reddito imponibile (c.d. participation exemption) alle plusvalenze realizzate su azioni o quote di società di capitali, enti pubblici e privati diversi dalle società, trust e organismi d’investimento collettivo del risparmio, residenti sul territorio nazionale, da parte di società ed enti commerciali che sono residenti in uno Stato appartenente all’Unione europea o allo Spazio economico europeo che consente un adeguato scambio di informazioni e che sono ivi soggetti a un’imposta sul reddito delle società.

Riduzione delle accise sui prodotti energetici – Si prevede che il provvedimento di riduzione delle accise sui prodotti energetici usati come carburanti o come combustibili per riscaldamento per usi civili, in caso di aumento del prezzo internazionale, espresso in euro, del petrolio greggio possa essere adottato se i prezzi dei carburanti aumentano, sulla media del precedente mese (e non più, come è attualmente, dei precedenti due mesi), rispetto al valore di riferimento, espresso in euro, indicato nell’ultimo Documento di economia e finanza o nella Nota di aggiornamento presentati alle Camere.

Disposizioni in favore delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano – Si introduce la possibilità per le regioni che risultano in squilibrio economico di destinare il gettito derivante dalla massimizzazione delle maggiorazioni dell’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive e dell’addizionale regionale all’IRPEF, ove scattate automaticamente ai sensi dell’articolo 1, comma 174, della legge n. 311/2004, a copertura del disavanzo di amministrazione diverso da quello sanitario; si chiarisce il ruolo di holding svolto dalle regioni rispetto agli enti sanitari, stabilendo che le stesse determinano il finanziamento degli enti sanitari, assegnando le relative quote con uno o anche più atti (ove necessario), potendo rimodulare il finanziamento disponibile fra gli enti sanitari stessi, allo scopo di favorirne l’equilibrio di bilancio, in una prospettiva di equilibrio di bilancio consolidato.

Trasporto pubblico locale – Si incrementa di 500 milioni di euro, per l’anno 2023, la dotazione del Fondo destinato all’erogazione del contributo straordinario riconosciuto agli enti locali al fine di garantire la continuità dei servizi erogati; si incrementa di 35 milioni di euro, per l’anno 2023, il fondo finalizzato a riconoscere il buono da utilizzare per l’acquisto di abbonamenti per i servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale ovvero per i servizi di trasporto ferroviario nazionale.

Edilizia universitaria – Si istituisce un fondo, nello stato di previsione del Ministero dell’università e della ricerca, finalizzato a sostenere gli studenti della formazione superiore e a incrementare la disponibilità di alloggi e posti letto per gli studenti fuori sede mediante l’acquisizione del diritto di proprietà o, comunque, l’instaurazione di un rapporto di locazione o altra forma di godimento a lungo termine o il rinnovo a lungo termine di contratti di locazione già in essere da parte di soggetti pubblici e privati in relazione ad immobili adibiti a residenze universitarie, in considerazione della rimodulazione del target M4C1-28 – Riforma 1.7 del PNRR.

Anticipo investimenti FS – Si prevede un’anticipazione di cassa per coprire i fabbisogni relativi all’anno 2023 per gli investimenti di RFI, sia per nuove opere che per manutenzione straordinaria.

Investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese – Nuova Sabatini: si autorizza la spesa di 50 milioni di euro per l’anno 2023 al fine di assicurare continuità alle misure di sostegno agli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese (acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature).

Contenzioso Strada dei Parchi – Si incrementa il Fondo, istituito nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per la gestione temporanea da parte di ANAS S.p.a., nelle more delle procedure di gara per l’affidamento a un nuovo concessionario, di strade o autostrade sottoposte a procedure di revoca di decadenza o di risoluzione.

Anticipo difesa – Si incrementa l’autorizzazione di spesa prevista per garantire un qualificato livello della presenza italiana nei programmi aeronautici di elevato contenuto tecnologico, connessi alle esigenze della difesa aerea nazionale e realizzati nel contesto dell’Unione europea, al fine di accelerare la realizzazione dei programmi di ammodernamento e rinnovamento destinati alla difesa nazionale.

Sport – Coni: si prevede un incremento pari a 13 milioni di euro per l’anno 2023 in favore del Coni per le attività connesse alla preparazione olimpica e al supporto della delegazione italiana per i Giochi Olimpici di Parigi 2024; velodromo di Spresiano: si prevede un contributo pari a 8 milioni di euro per il 2023 in favore della Federazione ciclistica italiana al fine di assicurare il completamento della realizzazione di un Velodromo nel comune di Spresiano.

 

Fondo nazionale delle politiche sociali – Si incrementa di 10 milioni di euro per l’anno 2023 la dotazione del fondo nazionale per le politiche sociali.

Adempimenti contributivi – Si prevede la regolarizzazione degli obblighi contributivi a carico delle pubbliche amministrazioni per i periodi di paga fino al 31 dicembre 2004, a condizione che sia correttamente implementata la posizione assicurativa.

Misure per le scuole dell’infanzia paritarie – Si incrementa, per l’anno 2023, il contributo statale alle scuole dell’infanzia paritarie previsto dalla legge di bilancio per il 2022.

Misure in materia di immigrazione, sicurezza e per prosecuzione delle attività emergenziali connesse alla crisi ucraina – Si istituisce, nello stato di previsione del Ministero dell’interno, un fondo destinato al finanziamento delle misure urgenti connesse all’accoglienza dei migranti, anche a sostegno dei comuni interessati e in favore dei minori non accompagnanti. Si ridetermina per il 2023 e si rifinanzia per il 2024 l’autorizzazione di spesa che abilita il Ministero dell’interno a utilizzare prestazioni di lavoro con contratto a termine per gli Sportelli Unici Immigrazione. Si prevede in favore dei comuni confinanti con altri Paesi europei e dei comuni costieri, interessati dai flussi migratori, un contributo straordinario per l’anno 2023. Si incrementano le risorse finanziarie destinate ad assicurare la funzionalità della rete dei centri di permanenza per i rimpatri (CPR). Si dispone un’autorizzazione di spesa per l’anno 2023 per consentire il proseguimento delle attività connesse al soccorso e all’assistenza, nel territorio nazionale, alla popolazione ucraina. Si proroga l’autorizzazione di spesa per l’anno 2024 per l’invio di militari dell’Arma dei carabinieri a tutela degli uffici all’estero maggiormente esposti e del relativo personale in servizio.

 

 Delega fiscale

Attuazione del primo modulo di riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche e altre misure in tema di imposte sui redditi (decreto legislativo – esame preliminare)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo di attuazione del primo modulo di riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche e altre misure in tema di imposte sui redditi (legge 9 agosto 2023, n. 111).

Il decreto introduce norme finalizzate a realizzare la revisione del sistema di imposizione del reddito delle persone fisiche e la graduale riduzione della relativa imposta (IRPEF) in base a principi e criteri direttivi specifici volti a:

  • garantire il rispetto del principio di progressività nella prospettiva del cambiamento del sistema verso un’unica aliquota d’imposta, attraverso il riordino delle deduzioni dalla base imponibile, degli scaglioni di reddito, delle aliquote di imposta e delle detrazioni dall’imposta lorda;
  • conseguire il graduale perseguimento dell’equità orizzontale prevedendo, nell’ambito dell’IRPEF, la progressiva applicazione della stessa no tax area e dello stesso onere fiscale per tutte le tipologie di reddito prodotto, privilegiando tale equiparazione innanzitutto tra i redditi di lavoro dipendente e i redditi di pensione.

Si interviene con disposizioni in materia di imposta sul reddito delle persone fisiche volte a rimodulare, per il solo anno 2024, le aliquote e gli scaglioni di reddito da applicarsi in sede di determinazione dell’imposta lorda.
In particolare, si prevede una riduzione a tre degli scaglioni di reddito e delle corrispondenti aliquote progressive di tassazione del reddito delle persone fisiche, così come segue:

  • 23 per cento per i redditi fino a 28.000 euro;
  • 35 per cento per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
  • 43 per cento per i redditi che superano 50.000 euro.

Sempre per il 2024, si innalza da 1.880 a 1.955 euro la detrazione prevista per i titolari di redditi da lavoro dipendente (esclusi i redditi da pensione) e di alcuni redditi assimilati fino a 15.000 euro. In tal modo, si amplia fino a 8.500 euro la soglia di no tax area prevista per i redditi da lavoro dipendente che viene parificata a quella già vigente a favore dei pensionati. In conseguenza di tali interventi, si modificano le norme relative al requisito per la corresponsione ai lavoratori dipendenti del trattamento integrativo, in modo da assicurare il mantenimento delle condizioni oggi previste.
Inoltre, si introducono norme volte a garantire la coerenza della disciplina delle addizionali regionale e comunale all’imposta sul reddito delle persone fisiche alla nuova articolazione degli scaglioni.

 Revisione della disciplina delle detrazioni fiscali

Si prevede, per l’anno 2024, una riduzione di 260 euro della detrazione complessivamente spettante in relazione a particolari spese sostenute dai contribuenti con reddito complessivo superiore a 50.000 euro. Sono fatte salve le detrazioni spettanti per spese sanitarie.

 Maggiorazione del costo ammesso in deduzione in presenza di nuove assunzioni

In attesa della completa attuazione della revisione delle agevolazioni fiscali alle imprese, per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 (anno 2024 per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare), si introducono incentivi per le nuove assunzioni.

Le agevolazioni sono realizzate attraverso una maggiorazione del costo del lavoro dei nuovi assunti ai fini della determinazione del reddito e spettano: ai titolari di reddito d’impresa (soggetti di cui all’articolo 73 del TUIR); alle imprese individuali, comprese le imprese familiari e le aziende coniugali; alle società di persone ed equiparate ai sensi dell’articolo 5 del TUIR; agli esercenti arti e professioni che svolgono attività di lavoro autonomo ai sensi dell’articolo 54 del TUIR.

L’agevolazione spetta ai soggetti che hanno esercitato l’attività nel periodo d’imposta 2023 per almeno 365 giorni e presuppone che l’impresa si trovi in condizioni di normale operatività. Sono escluse dall’ambito soggettivo le imprese in liquidazione ordinaria, liquidazione giudiziale (fallimento) o che abbiano fatto ricorso ad altri istituti di risoluzione della crisi di impresa di natura liquidatoria.

Nell’ambito delle nuove assunzioni è prevista una maggiore incentivazione per particolari categorie di dipendenti che si ritiene necessitino di ulteriore tutela, quali, tra le altre: lavoratori “molto svantaggiati” ai sensi della normativa europea; persone con disabilità; minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare; donne di qualsiasi età con almeno due figli minori; giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile; ex percettori del reddito di cittadinanza che non integrino i requisiti per l’accesso all’Assegno di inclusione.

 

 Attuazioni di fiscalità internazionale

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo di attuazione della riforma fiscale in materia di fiscalità internazionale.
Il testo introduce norme volte:

  • alla revisione della residenza fiscale delle persone fisiche, delle società e degli enti diversi dalle società quale criterio di collegamento all’imposizione, in coerenza con le prassi internazionali e con le convenzioni per evitare le doppie imposizioni;
  • a conformare il sistema d’imposizione sul reddito a una maggiore competitività sul piano internazionale, anche attraverso specifiche norme di vantaggio per i lavoratori impatriati e per le imprese o attività produttive che ritornano a investire in Italia (reshoring);
  • al recepimento della direttiva (UE) 2022/2523 del Consiglio, del 14 dicembre 2022, volta a garantire un livello d’imposizione fiscale minimo globale per i grandi gruppi multinazionali d’imprese e i gruppi nazionali su larga scala nell’Unione (global minimum tax);
  • alla semplificazione e razionalizzazione del regime delle società estere controllate.

Residenza fiscale

In particolare, per le persone fisiche si sostituisce il criterio civilistico del domicilio con un criterio di natura sostanziale, in cui il domicilio è il luogo in cui si sviluppano in via principale le relazioni personali e familiari del contribuente e si aggiunge quello della presenza fisica nel territorio dello Stato. Resta fermo il criterio civilistico della residenza. Tali criteri devono essere verificati per la maggior parte del periodo d’imposta, tenendo conto anche dei periodi non consecutivi. Ai fini del computo dei giorni si considerano anche le frazioni di giorno.

In merito alla residenza delle persone giuridiche, si eliminano i riferimenti al criterio dell’”oggetto principale”, che ha dato luogo a controversie e rischi di doppia imposizione, e al criterio della sede dell’amministrazione. La residenza di società ed enti viene quindi ricondotta a tre criteri alternativi tra loro e quindi in grado di fondare, anche singolarmente, il collegamento personale all’imposizione delle persone giuridiche:

  • il criterio della “sede legale”, con carattere formale, che rappresenta un elemento di necessaria continuità con la normativa in vigore anteriormente alla riforma;
  • il criterio della “sede di direzione effettiva” e quello della “gestione ordinaria in via principale”, che presentano aspetti innovativi e hanno natura sostanziale, riguardando rispettivamente il luogo in cui sono assunte le decisioni strategiche e si svolgono concretamente le attività di gestione della società o ente.

Lavoratori impatriati e reshoring di aziende

Ai lavoratori dipendenti o autonomi che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia sarà riconosciuto, dal 2024, un nuovo regime agevolato per un massimo di 5 anni.

Potranno beneficiare di una riduzione della tassazione del 50 per cento, entro un limite di reddito agevolabile pari a 600.000 euro, i lavoratori in possesso dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazione che non risultano essere già stati residenti nel nostro Paese nei tre periodi d’imposta precedenti al conseguimento della residenza.

I lavoratori impatriati dovranno restituire le agevolazioni, pagando gli interessi, se non mantengono la residenza fiscale nei cinque anni successivi. Invariate le disposizioni per i ricercatori, professori universitari e lavoratori dello sport già previste.

Inoltre, si promuove lo svolgimento nel territorio dello Stato italiano di attività economiche, attraverso un incentivo fiscale che consiste nella non concorrenza alla formazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’IRAP del 50 per cento del reddito imponibile derivante dalle attività d’impresa e dall’esercizio di arti e professioni esercitate in forma associata trasferite in Italia e precedentemente svolte in un Paese estero, diverso da uno Stato appartenente all’Unione europea o allo Spazio economico europeo.

L’agevolazione si applica nel periodo d’imposta in cui avviene il trasferimento e per i cinque periodi di imposta successivi alla scadenza del regime di agevolazione. Si prevede il recupero del beneficio qualora l’attività economica trasferita, per la quale si è goduto dell’agevolazione, venga successivamente trasferita in uno Stato non appartenente all’Unione Europea e allo Spazio economico europeo durante il periodo in cui si beneficia dell’agevolazione o entro dieci periodi di imposta dal termine del regime di agevolazione. Non sono incluse tra le attività agevolabili quelle esercitate nel territorio dello Stato nei 24 mesi antecedenti il loro trasferimento. Tale limitazione è volta ad evitare che siano agevolate attività già in precedenza esercitate in Italia e trasferite all’estero per poi essere nuovamente trasferite nel territorio dello Stato al solo fine di beneficiare del vantaggio fiscale.

Global minimum tax

Si recepisce la direttiva (UE) 2022/2523, seguendo l’approccio comune condiviso a livello internazionale in base alla guida tecnica dell’OCSE sull’imposizione minima globale, con l’introduzione, tra l’altro, di:

  • un’imposta minima nazionale dovuta in relazione a tutte le imprese, localizzate in Italia, appartenenti a un gruppo multinazionale o nazionale e soggette a una bassa imposizione;
  • un regime sanzionatorio, conforme a quello vigente in materia di imposte sui redditi, per la violazione degli adempimenti riguardanti l’imposizione minima dei gruppi multinazionali e nazionali di imprese e un regime sanzionatorio effettivo e dissuasivo per la violazione dei relativi adempimenti informativi.

La direttiva recepisce nel mercato unico il nucleo principale dell’accordo globale sul cosiddetto “secondo pilastro” o “Pillar 2” raggiunto in sede OCSE/G20, che mira ad introdurre una tassazione minima effettiva delle imprese multinazionali a livello globale (“global minimum tax”). L’obiettivo della global minimum tax consiste nel raggiungere un livello di parità concorrenziale tra imprese a livello globale, fermare la corsa al ribasso delle aliquote e promuovere efficienti decisioni di investimento e localizzazione delle attività d’impresa. È stato quindi definito un sistema coordinato di regole, in grado di assicurare che i grandi gruppi d’imprese siano soggetti a un livello impositivo minimo pari almeno al 15 per cento in relazione a ciascuno dei Paesi in cui tali gruppi operano e producono reddito, attraverso l’introduzione di una “aliquota di imposizione integrativa” che, in ciascun Paese e in relazione a ciascun esercizio, è data dalla differenza tra l’aliquota minima d’imposta del 15 per cento e l’aliquota d’imposizione effettiva.

Aiuti di Stato

Le norme introdotte mirano a creare un nuovo quadro giuridico di riferimento per una politica di incentivi fiscali compatibile con la disciplina europea, in particolare con le norme in materia di aiuti di Stato, nell’ottica di assicurare alle imprese la certezza del regime di favore accordato e di semplificare il sistema di agevolazioni fiscali per il Mezzogiorno allo scopo di favorirne lo sviluppo economico.

 

 

Accordo Stato-Regione, disco verde allo sblocco dei concorsi – specie comparto non dirigenziale-visti i prepensionamenti recenti e al ripiano del disavanzo.

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Palermo

Si sbloccano i concorsi alla Regione. Così  comunica la Regione Sicilia.Via libera al nuovo accordo Stato-Regione che dopo molto tempo consentirà di assumere fino a 750 nuovi dipendenti, colmando parzialmente i vuoti d’organico dovuti alle migliaia di pensionamenti degli ultimi anni. La ratifica dell’intesa è arrivata stamane nel corso della seduta della giunta regionale che ha, nel contempo, approvato il piano sul recupero pluriennale del disavanzo. L’accordo, approvato anche dal consiglio dei Ministri, prevede il superamento di alcuni vincoli in carico alla Regione Siciliana rafforzando il percorso di risanamento intrapreso dall’ente.

«Siamo soddisfatti – afferma il presidente della Regione Renato Schifani – della proficua e costante interlocuzione con il Governo nazionale a partire dal ministro Giorgetti, portata avanti fin dal nostro insediamento, che sta portando risultati concreti e fondamentali cambiando in meglio la storia della nostra Regione. L’accordo varato oggi ci consentirà di riaprire la stagione dei concorsi, dando il via a centinaia di assunzioni, ringiovanendo così gli organici e dotando la Regione di professionalità che oggi mancano. Potremo finalmente far fare all’amministrazione il salto di qualità per affrontare le nuove sfide che ci attendono: dal Pnrr alla nuova programmazione, dalla transizione energetica a quella digitale. Nel contempo, lo Stato ci riconosce per quest’anno un trasferimento di 300 milioni di euro, aumentandolo rispetto ai 200 milioni del 2022, per compensare la maggiore compartecipazione della Sicilia alla spesa sanitaria». 

In particolare, le assunzioni del comparto non dirigenziale saranno effettuate sulla base della regola del turn over al 125 per cento dei pensionamenti nell’anno precedente per il triennio 2023-2025 e al 100 per cento a decorrere dal 2026. Per il personale con qualifica dirigenziale, le assunzioni sono effettuate sulla base della regola del turn over al 125 per cento dei pensionamenti nell’anno precedente per il biennio 2023-2024 e al 100 per cento a decorrere dal 2025.

Fra gli altri punti concordati fra Roma e Palermo, l’aumento di 70 milioni di euro degli accantonamenti annui della Regione previsti dal Piano di rientro: in cambio il Governo nazionale si impegna a concorrere progressivamente all’onere derivante dall’innalzamento della quota di compartecipazione della Sicilia alla spesa sanitaria dal 42,50 al 49,11 per cento. 

«Grazie alla riforma dell’Accordo con lo Stato – aggiunge l’assessore all’Economia Marco Falcone – proseguiremo sul percorso di rigore contabile, ma al tempo stesso investendo sulla competitività della Regione grazie alle future campagne di concorsi che rimpolperanno uffici sempre più in sofferenza. Il tutto su basi di solidità finanziaria e ritrovata credibilità istituzionale, elementi che vanno nell’interesse dei cittadini e dell’economia isolana».

 

La disparità tra Nord e Sud, i poveri -3 milioni di famiglie- risiedono di più al Sud- Cosa prevede la Manovra 2024

 

Il numero dei poveri in Italia negli ultimi dieci anni è triplicato

Archivi -Sud Libertà

 

 

Sappiamo che in Italia, una persona su dieci vive in condizione di «povertà assoluta»: è il 9,4 % della popolazione. Tale dato, attestato dall’Istat, indica che i “poveri” superano i 5 milioni e mezzo di persone.

Negli ultimi dieci anni, il tasso di minori in povertà assoluta è quasi triplicato, raggiungendo il 14,2 % (quasi 1,4 milioni di persone). Inoltre, sono più di 3 milioni le lavoratrici e i lavoratori che vivono nell’indigenza, sebbene abbiano un’occupazione (la disoccupazione giovanile è al 22 %, quella delle donne è al 10,2 %).

Se si osserva il dilemma dell’esclusione sociale, ovvero le famiglie che hanno difficoltà a procurarsi beni e servizi essenziali, le persone in difficoltà aumentano in gran numero. Nel 2022, la crescita del Pil si è attestata in discesa (+3,7 % a fronte del +7 % del 2021) e l’inflazione al consumo ha raggiunto i suoi massimi livelli da quasi trent’anni. I contraccolpi economici e sociali conseguenti alla pandemia da Covid-19 ed agli avvenimenti internazionali continuano a produrre conseguenze, soprattutto a carico dei soggetti fragili, accentuando le disparità economiche tra le famiglie benestanti e le meno abbienti, e tra Nord e Sud. Su due milioni di famiglie povere, circa 775mila risiedono al Sud; inoltre, su 5,6 milioni di individui in condizioni di povertà, 2,3 milioni si trovano al meridione.

 

La manovra 2024 che approda lunedì in Consiglio dei ministri si presenta con diversi temi posti all’attenzione del pubblico.Cuneo, taglio aliquote, famiglie, settore Sanità. Lunedì il Cdm varerà il documento programmatico di bilancio, incluso lo schema della manovra da trasmettere alla Commissione Ue e al Parlamento; l’articolato della Finanziaria vera e propria approderà alla Camera entro fine mese per iniziare l’esame e poi il passaggio al Senato.

Con il  Bilancio in Cdm dovrebbero essere varati anche due decreti legislativi in materia fiscale, primo passo della riforma fiscale: un dlgs sulle aliquote Irpef e le misure per le imprese e un secondo provvedimento sulla global tax.

Conferma cuneo, fino a 100 euro in busta paga
Ricorrendo alla leva dell’extra-deficit, il governo finanzierà il taglio del cuneo fiscale anche per il 2024 per 14 milioni di lavoratori. La misura, avviata dai governi precedenti prevede una riduzione di 6 punti delle tasse sul lavoro per i redditi fino a 35mila euro e fino a 7 punti per quelli entro i 25mila euro, riconoscendo in busta paga fino a 100 euro in più.

Global tax e taglia tasse in Dlgs-Altre misure di carattere fiscale dovrebbero essere contenute in due dlgs che rappresentano il primo step della riforma fiscale. Il primo decreto accorperebbe le prime due aliquote Irpef portando l’aliquota minima del 23% dai redditi fino a 15mila euro a quelli fino a da 28mila euro lordi all’anno. L’intervento verrebbe finanziato con una riduzione delle deduzioni/detrazioni fiscali, attraverso un taglio orizzontale della soglia di accesso portandola a 120mila euro, visto la difficoltà a depennare tout court certi ‘sconti’. Questo snellimento della platea produrrebbe 1 mld di risorse.

Mini-Ires imprese che assumono
Taglio Ires ridotta dal 24% al 15% per le imprese che assumo. Un secondo dlgs dovrebbe recepire l’accordo per la global minimum tax internazionale per contrastare l’elusione fiscale delle multinazionali, high tech in testa (gettito atteso sui 2 mld) e un pacchetto di norme per attrarre gli investimenti con 5 anni di incentivi fiscali per le imprese che riportano le attività in Italia.

Contrasto denatalità
lotta alla denatalità. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di misure a sostegno delle famiglie, con redditi medi e bassi, con più di due figli. Si ragiona anche a misure per aiutare le mamme a conciliare lavoro e famiglia.

Pubblica amministrazione e Sanità
Previsto  il rinnovo del contratto ma le risorse forse sono  esigue. Entro fine anno dovrebbe arrivare il cosiddetto decreto Anticipi per la rivalutazione delle pensioni e aumento dello stipendio statali a dicembre con un dell’1,5% sulle retribuzioni. Nell’avvio del percorso per rinnovo dei contratti del pubblico impiego relativo al triennio 2022-2024 Giorgetti aveva detto che particolare attenzione riservata al personale medico-sanitario.

Pensioni
Il pacchetto pensioni a causa delle scarse risorse non prevede novità di rilievo prevedendo probabilmente solo la conferma anche per il 2024 di Quota 103 e dell’Ape sociale.

 

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla seconda edizione de “L’Italia delle Regioni – Festival delle Regioni e delle Province autonome”

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della seconda edizione de “L’Italia delle Regioni – Festival delle Regioni e delle Province autonome”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della seconda edizione de “L’Italia delle Regioni – Festival delle Regioni e delle Province autonome”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della seconda edizione de “L’Italia delle Regioni – Festival delle Regioni e delle Province autonome”

 

L'intervento di Massimiliano Fedriga, Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della seconda edizione de “L’Italia delle Regioni – Festival delle Regioni e delle Province autonome”

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Palazzo Reale,di Torino,in occasione della seconda edizione de “L’Italia delle Regioni – Festival delle Regioni e delle Province autonome”

 

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei deputati, Raffaele Fitto, Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR,Massimiliano Fedriga,Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

Comunicato stampa Quirinale

 

“Non vorrei lasciare questa sala senza rivolgere un saluto, il più cordiale, al Presidente della Camera dei deputati, ai Ministri presenti, ai Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, agli altri esponenti regionali presenti.

Aggiungo soltanto qualche parola di saluto, dopo l’intervento del Governo, tramite il Ministro Fitto, che ringrazio e a cui faccio riferimento.

Vorrei sottolineare, soprattutto, come qui a Torino, in questi luoghi che parlano della storia d’Italia – come ha, con orgoglio comprensibile, ricordato poc’anzi il Presidente Cirio – le Regioni inviano un messaggio di grande significato: quello di unità. Di un’unità non isolata, ma in dialogo con il Paese, con la società, per il futuro dell’Italia.

È un’occasione, dopo l’intesa definita e sottoscritta a Monza, e approvata da tutte le Regioni e le Province autonome, per rilanciare questo messaggio di unità e di collaborazione con tutte le istituzioni del nostro Paese, con l’Unione europea, qui rappresentata dalla Presidente Metsola. Ambito che, come ha ricordato il Sindaco poc’anzi, è sempre più importante, fondamentale, per il futuro del nostro Paese.

Il Presidente della Regione Piemonte ha sottolineato anche come le Regioni siano l’asse portante, la colonna vertebrale del nostro Paese, di un’Italia che contiene un’ampia varietà di specificità, di condizioni, di ambienti, di tradizioni, di esperienze. Con una conseguente grande ricchezza e, naturalmente, con numerosi problemi.

Vi sono divari che vanno colmati, come ha detto il Presidente Fedriga, ricordando – come ha fatto – l’importanza fondamentale del capitale sociale, del capitale umano del nostro Paese. E, per questo, è di grande importanza – e vorrei esprimere un apprezzamento per questo – che, tra i tavoli di confronto predisposti, uno sia dedicato ai giovani e alla formazione dei giovani.

Altrettanto importante è il tavolo di confronto predisposto e scelto per la difesa del territorio, per la gestione degli eventi disastrosi che frequentemente il mutamento climatico provoca nel nostro Paese.

E per la difesa e il rispetto del territorio. Tra qualche giorno, io e il Presidente Fedriga saremo, con il Presidente Zaia, sulla diga del Vajont, che continua perennemente ad esprimere e a ricordare una lezione terribile e indimenticabile, appunto, di come sia indispensabile il rispetto del territorio. Un altro tavolo di pari importanza è dedicato al Servizio Sanitario del nostro Paese, patrimonio prezioso da difendere e adeguare.

E, in questo, la riflessione delle Regioni, in dialogo con il Paese e con la società, è particolarmente preziosa e importante. È anche di rilievo – vorrei sottolinearlo – come nell’interessante formula del “Villaggio delle Regioni” sia data molta importanza, attenzione e centralità, al digitale, altro elemento decisivo per il futuro del nostro Paese, in tutti i suoi luoghi, particolarmente per quanto riguarda le aree interne, quelle montane, e le isole minori.

Per tutte queste ragioni, e altre ancora, è stato saggio porre al centro della riflessione di questo incontro il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che poc’anzi ci ha puntualmente illustrato il Ministro Fitto, che vorrei ringraziare molto per il suo grande impegno – vorrei dire inesausto – su questo fronte così impegnativo.

Per concludere, vorrei ricordare quanto tutti sappiamo: la nostra Costituzione si ispira al principio e al valore dell’autonomia. Già dall’articolo 5 torna a ricordare che la Repubblica è una e indivisibile, sottolinea come la Repubblica riconosca e promuova le autonomie. E lo ribadisce all’articolo 114, elencando gli elementi portanti della Repubblica: i Comuni, le Province, le Città metropolitane, le Regioni, lo Stato. In una crescita non gerarchica, ma territoriale. Sottolineando, quindi, l’esigenza di collaborazione che vi è.

Per questo vorrei richiamare, facendo mie e apprezzando le parole del Presidente Fedriga, che ha ricordato come quel che vi anima sia il senso di servizio alle istituzioni, il fare squadra – come ha detto – cioè collaborare secondo quello spirito che è poi un canone costituzionale della leale collaborazione. In questo spirito si svolgono queste giornate, per le quali rivolgo gli auguri più grandi di buon lavoro.

Grazie di quanto fate, e auguri.

 

 

 

 

 

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’Assemblea Generale di Confindustria

 

Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi e il Presidente della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana, all’Assemblea Generale di Confindustria

Il Presidente Sergio Mattarella all’Assemblea Generale di Confindustria

 

Il Presidente Sergio Mattarella all’Assemblea Generale di Confindustria

 

Il Presidente Sergio Mattarella all’Assemblea Generale di Confindustria

 

Il Presidente Sergio Mattarella all’Assemblea Generale di Confindustria

Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi

 Roma, 

Rivolgo un saluto di grande cordialità ai Presidenti del Senato, della Camera dei Deputati, del Consiglio dei Ministri, al Presidente e all’intero mondo di Confindustria, a tutti i presenti.

Ringrazio anch’io la Banda dei Vigili del Fuoco per la bella esecuzione dell’Inno nazionale.

E vorrei rivolgere i complimenti agli autori del filmato così coinvolgente.

Se vi è qualcosa che una democrazia non può permettersi è di ispirare i propri comportamenti, quelli delle autorità, quelli dei cittadini, a sentimenti puramente congiunturali. Con il prevalere di inerzia ovvero di impulsi di ansia, di paura.

Con due possibili errori: una reazione fatta di ripetizione ossessiva di argomenti secondo i quali, a fronte delle sfide che la vita ci presenta quotidianamente, basta denunziarle senza adeguata e coraggiosa ricerca di soluzioni. Quasi che i problemi possano risolversi da sé, senza l’impegno necessario ad affrontarli.

Oppure – ancor peggio – cedere alle paure, quando non alla tentazione di cavalcarle, incentivando – anche contro i fatti – l’esasperazione delle percezioni suscitate.

Sono questioni ben presenti alle persone raccolte qui questa mattina che, giorno dopo giorno, sono chiamate ad assumere decisioni, ad agire con razionalità e concretezza, a guardare e progettare il futuro delle imprese che si trovano a guidare.

In un’espressione: a evitare fatui irenismi e credere, invece, nella forza delle istituzioni, nella solidità delle proprie imprese, nel valore dell’iniziativa e dell’innovazione nel mondo che cambia velocemente.

È il senso del messaggio che Luigi Einaudi – primo Presidente della Repubblica eletto – consegnava il 31 marzo del 1947, nelle Considerazioni finali da Governatore della Banca d’Italia, a poche settimane dall’assumere le funzioni di vice Presidente del Consiglio e Ministro del Bilancio del Governo De Gasperi.

A proposito della situazione economica, Einaudi scriveva: “È necessario che gli italiani non credano di dover la salvezza a nessun altro fuorché se stessi”. Oggi diremmo: a noi stessi e agli altri popoli con i quali abbiamo deciso di raccoglierci nell’Unione Europea.

Ringrazio Confindustria di questa occasione di riflessione, e rinnovo un saluto cordiale a tutti voi qui riuniti.

Nel discorso con cui Franklin Delano Roosevelt inaugurò la sua presidenza degli Stati Uniti – giusto novant’anni fa – utilizzò una locuzione divenuta, giustamente, famosa, che calza a proposito: “la sola cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa, l’irragionevole e ingiustificato terrore senza nome che paralizza gli sforzi necessari a convertire la ritirata in progresso”.

Si era nell’ambito della Grande depressione economica del 1929 e si fu capaci di passare al New Deal, al “nuovo patto” che vide gli Stati Uniti affrontare i drammatici problemi economici e occupazionali che li avevano devastati, assumendo la leadership del mondo libero.

Oggi siamo in una condizione, fortunatamente, ben diversa, che ci conduce, tuttavia, a richiamare il legame, per quanto possa a molti apparire scontato, tra economia e democrazia. La crisi del capitalismo, in quegli anni, mise in discussione anche gli ordini politici esistenti, registrando un diffuso malcontento verso la democrazia, ritenuta noiosa e inefficace rispetto ai totalitarismi che si erano affacciati e che si stavano consolidando.

Gli argomenti non erano nuovi, qualche studioso li indicava nella ricerca di un sentimento di unità perduto, che fosse incentrato sulla autenticità culturale, sulla originalità delle proposte di comunismo e fascismo, sulla creazione di “uno spazio affrancato – così si diceva – dalle pressioni della mercificazione e dalle grigie logiche dei mercati”. Così testualmente ricorda Harry Harootunian, storico americano.

Le idee dovevano essere davvero confuse se una casa automobilistica americana, la Studebaker, sia pure con intenti diversi, denominava un suo prodotto di punta “Dictator”, dittatore. L’ascesa di Hitler in Germania avrebbe dato poi un colpo decisivo alla produzione di quel modello.

In alcune situazioni europee, com’è noto, la crisi dell’economia concorse alla crisi della democrazia ed ecco perché, al contrario, una economia in salute contribuisce al bene del sistema democratico e della libertà, alla coesione della nostra comunità.  Il Presidente Bonomi ha fatto riferimento a un panorama di democrazie in regresso a livello mondiale, affermando, opportunamente, che “senza democrazia non possono esserci né mercato, né impresa, né lavoro, né progresso economico e sociale”.

È rilevante raccogliere questi stimoli in un ambito così qualificato. È di grande valore che il mondo dell’industria italiana, così centrale nella vita del Paese e così prezioso nell’ambito dell’Unione Europea, sappia di contribuire, con il suo impegno e con il suo lavoro, al rafforzamento della Repubblica e delle sue istituzioni, secondo la significativa affermazione: “la Costituzione esprime anche l’anima delle imprese italiane”.

Nel dibattito pubblico del dopoguerra italiano si è, spesso, lamentato che la Costituzione non poteva fermarsi ai cancelli delle fabbriche, segnalando, con questo, una sofferenza del sindacato dei lavoratori per molti temi che hanno trovato poi riscontro nella contrattazione tra le parti sociali.

La definizione poc’anzi prospettata nella relazione, secondo cui “L’impresa è lo spazio democratico in cui i valori del bene comune e della responsabilità sociale devono manifestarsi nella loro concretezza, così come è accaduto nei mesi durissimi della pandemia”, unitamente all’intento di proporre un mercato del lavoro “inclusivo”, specialmente per giovani e donne – che renda quindi effettivo il diritto al lavoro – induce alla consapevolezza che i luoghi di vita, le persone, i cittadini che li animano, sono parte, irrinunciabile, del progetto di coesione sociale, di libertà, di diritti e di democrazia della Repubblica.

La democrazia si incarna nei mille luoghi di lavoro e di studio. Nel lavoro e nella riflessione dei corpi sociali intermedi della Repubblica. Nel riconoscimento dei diritti sociali. Nella libertà d’intraprendere dei cittadini.

Prima di ogni altro fattore, a muovere il progresso è, infatti, il “capitale sociale” di cui un Paese dispone.

Un capitale che non possiamo impoverire. È una responsabilità che interpella anche il mondo delle imprese: troppi giovani cercano lavoro all’estero, per la povertà delle offerte retributive disponibili.

Permettetemi di ricordare, per un momento, un gran lombardo, un patriota, fautore delle autonomie e portatore di una visione lungimirante, Carlo Cattaneo. Già nel 1864 ammoniva: “Prima di ogni lavoro, prima di ogni capitale, quando le cose sono ancora non curate e ignote in seno alla natura, è l’intelligenza che comincia l’opera e imprime in esse, per la prima volta il carattere della ricchezza”.

Le aziende sono al centro di un sistema di valori, non soltanto economici. Siete voi, a ricordare – anche a me – che l’impresa ha responsabilità che superano i confini delle sue donne e dei suoi uomini; e, aggiungo, dei suoi mercati.

Le imprese sono veicoli di crescita, di innovazione, di formazione, di cultura, di integrazione, di moltiplicazione di influenza, fattore di soft-power. E sono, anche, agenti di libertà. Generare ricchezza è una rilevante funzione sociale.

È una delle prime responsabilità sociali dell’impresa. Naturalmente, non a detrimento di altre ricchezze, individuali o collettive.

Non è il capitalismo di rapina quello a cui guarda la Costituzione nel momento in cui definisce le regole del gioco.

Il principio non è quello della concentrazione delle ricchezze ma della loro diffusione. Il modello lo conosciamo: è quello che ha fatto crescere l’Italia e l’Europa.

Il bilancio che ne va tratto non interpella i singoli stake-holder aziendali ma si rapporta all’intero sistema economico e sociale.

È quel concetto ampio di “economia civile” che trova nella lezione dell’illuminismo settecentesco napoletano e, puntualmente, in Antonio Genovesi, un solido riferimento. Qual è un principio fondamentale della democrazia?

Evitare la concentrazione del potere, a garanzia della libertà di tutti. Vale per le istituzioni.

Vale per le imprese, a proposito delle quali possiamo parlare di concorrenza all’interno di un mercato libero. E la lotta ai monopoli ne rappresenta capitolo importante.

L’impresa è una formazione intermedia nella nostra società, un corpo sociale di quelli richiamati dalla Costituzione che contribuiscono alle finalità da questa definite, concorrendo al soddisfacimento di bisogni.

Lo Stato coordina gli interessi e le necessità di ciascuno degli interlocutori, orientandoli al soddisfacimento delle istanze delle comunità.

Poc’anzi ho richiamato il tema sostanziale del rapporto sostanziale tra economia e istituzioni. L’impresa, non a caso – è stato ricordato – è normata nella Parte I della Costituzione: quella sui diritti e i doveri dei cittadini.

L’art. 41 scandisce che l’iniziativa economica privata è libera. Che non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

Cosa significa libera? Significa che non vi è più bisogno di “regie patenti”, come ai tempi medievali, per esercitare una professione, un’attività, un’impresa. Significa che la Repubblica ha spostato dal Sovrano al cittadino il potere di scegliere, di decidere. Significa evadere dal dirigismo economico e dal protezionismo tipico delle esperienze autoritarie.

Significa trasferire sul terreno dell’economia il principio di libertà. La Costituzione opta decisamente per un’economia di mercato in cui la libertà politica è il quadro entro cui si inserisce la libertà economica, le attività con le quali le imprese partecipano, come si è detto, a raggiungere le finalità delineate nella Prima parte della Costituzione.

Ma attenzione: in quali condizioni si attua il precetto costituzionale?

Quando i poteri pubblici assicurano qualità nei servizi; efficacia, efficienza e chiarezza del sistema normativo; quando viene garantita sicurezza contro le forme assunte dalla criminalità; quando l’efficacia sanzionatoria verso comportamenti scorretti è equa e incisiva.

Sono temi che conoscete bene e che richiedono ancora impegno per il loro pieno conseguimento. Si è discusso a lungo sull’esistenza di una “Costituzione economica” separabile dal resto della Costituzione.

Sarebbe davvero singolare immaginare percorsi separati per lo sviluppo dei rapporti economici, quelli politici, quelli sociali. Al centro della Costituzione vi sono, difatti, i diritti della persona umana non quelli del presunto “homo oeconomicus”.

Ecco, quindi, il riferimento all’utilità sociale. Era l’Abate Galiani a dirci – anche lui nel ‘700 – che “la tirannide è quel governo in cui pochi diventano felici a spese e col danno di tutto il rimanente, che diventa infelice”.

Il crescere delle disuguaglianze rischia di rendere attuale questo scenario.

Le imprese non sono estranee all’art.3 della Carta che ricorda come sia compito della Repubblica – in tutte le sue articolazioni pubbliche e di spontanea attività e iniziativa privata – “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

L’Italia progredisce e si sviluppa con il dialogo tra le parti sociali. Vanno tenuti ben presenti – sempre e da tutti, in ogni ambito – i doveri descritti all’articolo 2, dove si esige ” l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

L’economia di mercato, cioè, non pone in discussione valori costituzionalmente rilevanti, quali il rispetto della dignità umana e il dovere di solidarietà. O l’art. 35, relativo alla tutela del lavoro, il 36, sulle condizioni di lavoro, o il 37 sulla donna lavoratrice.

È anzitutto il tema della sicurezza sul lavoro che interpella, prima di ogni altra cosa, la coscienza di ciascuno. Democrazia è rispetto delle regole, a partire da quelle sul lavoro. Indipendentemente dall’ovvio rispetto delle norme, sarebbero incomprensibili imprese che – contro il loro interesse – non si curassero, nel processo produttivo, della salute dei propri dipendenti.

Incomprensibili se non si curassero di eventuali danni provocati all’ambiente, in cui vivono e vivranno.

Incomprensibili – e di breve durata – se non sapessero guardare al futuro. Fuor di logica se pensassero di non dover rispondere ad alcuna autorità o alla pubblica opinione, in merito a eventuali conseguenze di proprie azioni.

Con eguale determinazione vanno rifiutate spinte di ingiustificate egemonie delle istituzioni nella gestione delle regole o, all’opposto, di pseudo-assolutismo imprenditoriale, magari veicolato dai nuovi giganti degli “Over the top” che si pretendono, spesso, “legibus soluti”.

Democrazia e mercato – scrive, nel suo ultimo libro, Martin Wolf – hanno in comune l’idea di uguaglianza e concorrono entrambi alla sua attuazione. Non c’è bisogno di particolare acume per osservare che gli imprenditori sono attori sociali essenziali nella nostra società.

Basta pensare anche soltanto alla crisi della pandemia che abbiamo attraversato quando, insieme ad altre categorie, avete evitato che l’Italia si fermasse. Non siamo un Paese senza memoria.

Ho più volte ringraziato quanti negli ospedali, nei servizi, nelle aziende, nelle catene della logistica, nella pubblica amministrazione, hanno fatto sì che fronteggiassimo quell’improvvisa, sconosciuta e drammatica insidia.

Grazie a voi. Che avete avuto coraggio, che avete anche fatto delle vostre fabbriche dei centri vaccinali in supporto a quelli pubblici! Grazie ai lavoratori delle vostre aziende che hanno assunto, con altrettanto coraggio, la propria quota di rischi!

Siete stati, poi, protagonisti di una ripresa prodigiosa e positivamente contagiosa, senza eguali nei G7. Adesso tante imprese sono state colpite da alluvioni. Le avversità si manifestano su più fronti.

L’interrogativo è: la nostra comunità è adeguatamente resiliente? È sufficientemente desiderosa di futuro, di voler guardare avanti? Abbiamo fiducia nel nostro Paese e nel suo futuro; e sapere di avere il mondo dell’impresa impegnato, con convinzione e con capacità, per il progresso dell’Italia, è motivo di conforto e di grande apprezzamento. Auguri!

Elly Schlein: ” Siamo pronti a scendere in piazza per una mobilitazione nazionale..”

Elly Schlein:

 

La segretaria del Pd, Elly Schlein, alla festa nazionale dell’Unità, a Ravenna, ha ribadito  i settori sui quali l’attenzione dell’opposizione sarà massima: la sanità pubblica, le famiglie ,il sostegno al reddito, il diritto alla casa.“Dopo l’estate militante non ci riposeremo, ci attende un autunno di impegno e partecipazione, il Pd è pronto a scendere in piazza per le nostre priorità per una grande mobilitazione nazionale. E’ il nostro tempo, riprendiamoci il nostro futuro”.