G7, dichiarazione finale, l’Italia stupisce con il pensiero di Papa Francesco e l’impegno dei grandi a proteggere i diritti della comunità “arcobaleno”

 

 La presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video postato al termine dei lavori della seconda giornata del G7 a Borgo Egnazia in Puglia“ si è così espressa:  “In questi giorni l‘Italia è stata al centro del mondo e gli occhi del mondo sono stati puntati su di noi. Era una grande responsabilità e io sono orgogliosa di come la nostra nazione sia riuscita ancora una volta a stupire e a tracciare la rotta”.

. E dopo aver ringraziato Papa Francesco (“Abbiamo vissuto anche un momento storico con la presenza del Santo padre, è la prima volta di un pontefice al G7″), si è soffermata sulla  dichiarazione finale adottata, “un documento estremamente significativo che contiene i tanti impegni che il G7 ha deciso di assumersi, impegni concreti, reali, che riguardano questioni dirimenti per il nostro presente, per il nostro futuro e sui quali il G7 ha ribadito la sua unità d’intenti, la sua compattezza”.

Foto di gruppo con i partecipanti del G7 - (Afp)

La dichiarazione finale: la “comunità arcobaleno”

Nel documento finale 36 pagine in tutto, è stata ribadita la “forte preoccupazione” per la riduzione dei diritti Lgbt, con una condanna ferma a “tutte le violazioni e gli abusi dei diritti umani e delle libertà fondamentali”, e confermato l’impegno dei Grandi “a promuovere e proteggere” i diritti della comunità ‘arcobaleno’.

Quanto all’altro dossier ‘caldo’ sul fronte dei diritti, nelle dichiarazioni finali la parola ‘aborto’ non viene menzionata, ma vengono confermati tutti gli impegni assunti dai leader a Hiroshima. C’è poi un capitolo ad hoc  made in Italy: il paragrafo sui migranti, in cui i 7 si impegnano a lanciare “una coalizione per prevenire e contrastare il traffico di migranti”.

Ricorrendo a un “approccio ‘follow the money’ -mettono nero su bianco i 7 grandi richiamando una strategia messa a punto da Giovanni Falcone contro la mafia e cara a Meloni- per identificare, indagare e contrastare efficacemente la criminalità organizzata, affrontando gli aspetti finanziari, compresa una maggiore cooperazione sulla confisca dei beni”. Nel documento trova spazio anche il Piano Mattei voluto dal governo italiano, salutato con favore dai leader.

Il G7 ha espresso pieno e unanime sostegno all’accordo elaborato dal presidente americano Joe Biden per un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, il rilascio di tutti gli ostaggi, un aumento significativo e duraturo del flusso di assistenza umanitaria in tutta Gaza e la fine duratura del conflitto, è il contenuto della dichiarazione finale del G7 in cui si spiega che vanno ”garantiti gli interessi di sicurezza di Israele e la sicurezza dei civili palestinesi a Gaza”.

Sull’Ucraina, in un passaggio del preambolo della bozza di dichiarazione finale, si afferma che alla presenza del presidente Volodymyr Zelensky, in un gesto di solidarietà e sostegno “per la lotta dell’Ucraina per la sua libertà e per la sua ricostruzione, abbiamo deciso di mettere a disposizione circa 50 miliardi di dollari sfruttando le entrate straordinarie dei beni sovrani russi immobilizzati, inviando un segnale inequivocabile al presidente Putin. Stiamo intensificando i nostri sforzi collettivi per disarmare e definanziare il complesso militare industriale russo”. “La Russia – sottolineano – deve porre fine alla sua guerra di aggressione illegale e pagare per i danni che ha causato all’Ucraina. Secondo la Banca Mondiale, questi danni superano oggi i 486 miliardi di dollari”.

 

Brindisi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del pranzo offerto al Vertice dei Leader G7

 

 

 

L'arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen

L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella  saluta il Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen

 

L'arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel

L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel

L'arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Primo Ministro inglese Rishi Sunak

L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Primo Ministro inglese Rishi Sunak

 

L'arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Cancelliere tedesco Olaf Scholz

 

L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Cancelliere tedesco Olaf Scholz

L'arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Primo Ministro giapponese Fumio Kishida

L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Primo Ministro giapponese Fumio Kishida

 L'arrivo  al Castello Svevo di Brindisi del Primo Ministro Canadese Justin Trudeau

L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Primo Ministro Canadese Justin Trudeau

 

L'arrivo  al Castello Svevo di Brindisi del Presidente Francese Emmanuel Macron

L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Presidente Francese Emmanuel Macron

La foto di famiglia in occasione del Pranzo offerto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai Capi di Stato e di Governo del Vertice G7

 

La foto di famiglia in occasione del Pranzo offerto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai Capi di Stato e di Governo del Vertice G7

La foto di famiglia in occasione del Pranzo offerto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai Capi di Stato e di Governo del Vertice G7

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Leader del G7 al Castello Svevo di Brindisi

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Leader del G7 al Castello Svevo di Brindisi

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Leader del G7 al Castello Svevo di Brindisi

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Leader del G7 al Castello Svevo di Brindisi

 

In occasione della Presidenza Italiana del G7, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha offerto, al Castello Svevo di Brindisi, un Pranzo in onore dei Capi di Stato e di Governo e delle altre personalità che partecipano al Vertice del G7 in Puglia. Al Summit prendono parte, oltre ai Leader dei Paesi del G7 (Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America) anche il Presidente del Consiglio Europeo e la Presidente della Commissione Europea, in rappresentanza dell’Unione Europea, i rappresentanti di alcuni Stati e organizzazioni internazionali invitati.

 Brindisi,    -Comunicato  On Mattarella

Signore e Signori Capi di Stato e di Governo,

Illustri partecipanti,

è per me un piacere porgervi il benvenuto.

Rispetto all’incontro del G7 che la Repubblica Italiana ha presieduto sette anni fa, a Taormina, il contesto internazionale è profondamente mutato. 

Oggi registriamo che il crescente processo di interdipendenza promosso dalla globalizzazione è bruscamente venuto meno, unitamente alla spinta verso valori e obiettivi globalmente condivisi.

Antichi fantasmi sono riapparsi e il linguaggio della cooperazione, e della costruzione di regole di convivenza internazionali rispettose dei popoli, viene messo a dura prova, lasciando il posto a crescenti tensioni geopolitiche, quando, purtroppo, non a conflitti.

L’ambizione di nuovi attori di giocare un ruolo più profilato interpella la capacità della comunità internazionale – e in essa del G7 – di promuovere processi positivi orientati alla pace e allo sviluppo.

Per taluno si tratta di procedere alla realizzazione comunque – spesso in modo affannoso – di nuovi assetti internazionali, nella presunzione che saranno più vantaggiosi per sè di quelli raggiunti nei decenni che hanno fatto seguito alla Seconda guerra mondiale mentre, spesso, aprono, invece, spazi a insidie di neo-colonialismi se non di neo-imperialismi.

E’ utile, allora, interrogarsi su quale sia, in questo contesto, il ruolo del G7 e vorrei prospettare tre considerazioni.

Una prima risposta risiede nella constatazione che il G7 è un insieme di Paesi uniti non soltanto da un elevato livello di sviluppo e di reddito, ma anche e soprattutto da valori.

Valori che hanno promosso in modo significativo la dignità delle persone e dei popoli, sulla base delle Carte e delle Dichiarazioni dell’ONU.

Valori, obiettivi, regole, che vanno preservati e sviluppati nella nuova condizione della vita internazionale.

Il Vertice si è così trasformato, da foro di coordinamento economico, in una piattaforma di rilevante confronto sui grandi temi del presente.

Un confronto reso possibile proprio dall’essere basato anzitutto su valori condivisi.

Gli Stati rappresentati a questo tavolo si riconoscono nei principi dello Stato di diritto, della democrazia, del rispetto dei diritti della persona, della cooperazione internazionale.

Considerazioni tutt’altro che scontate, se si pensa al preoccupante aumento delle pulsioni autoritarie in tante parti del mondo, con le conseguenze che ne derivano: compressione dell’inviolabile sfera della persona a livello interno e condotte aggressive nella sfera internazionale.

Il secondo elemento che caratterizza il G7 è costituito dalla adesione convinta a un sistema di regole, che vede nella Carta delle Nazioni Unite la sua manifestazione più alta.

La cura di questo sistema di regole – la prima delle quali consiste nel divieto di minaccia e uso della forza nei rapporti fra gli Stati – è un aspetto, oggi, tristemente sfidato.

Si affaccia la convinzione che sia possibile sostituire alla comunità internazionale, alle sue regole, al criterio di pari dignità fra gli Stati, la violenza e la sopraffazione.

Tendenza raffigurata da due date recenti.

Il 24 febbraio del 2022, in cui la Federazione Russa si è assunta la responsabilità storica di riportare la guerra in Europa in un pericoloso tentativo di revanche neo-imperiale che contraddice tutti i passi avanti realizzati nel continente sin dalla Conferenza di Helsinki del 1975.

Una svolta che non si può fingere di ignorare o sottovalutare come insegna la storia del ‘900.

Sostenendo la indipendenza dell’Ucraina, difendiamo principi generali di convivenza fra le nazioni, sui quali poggia, dal secondo dopoguerra in poi, la libertà, la sicurezza, la prosperità dei nostri popoli nonché lo sviluppo e il ruolo crescente di quelli che allora erano, loro malgrado, spettatori della storia.

Il 7 ottobre 2023 è un’altra data che ha segnato drammaticamente il nostro presente.

Il barbaro attacco di Hamas, con l’uccisione di inermi cittadini israeliani e il disumano sequestro di ostaggi, ha riaperto una ferita che continua ad essere alimentata dal macabro conteggio delle migliaia di vittime civili palestinesi, donne e bambini, che hanno perso la vita negli oltre otto mesi di conflitto.

I negoziati in corso per giungere al cessate il fuoco devono rappresentare una tappa per intraprendere un concreto percorso politico verso una pace duratura, che non può che fondarsi sulla soluzione a due Stati.

Occorre la volontà di perseguirla da parte di tutti gli attori coinvolti, per non abbandonare il dialogo a metà – come già accaduto in troppe occasioni – con l’inevitabile ripresa, nel tempo, del conflitto, con violenza e vittime sempre maggiori.

La terza dimensione del G7 che vorrei richiamare è quella di una piattaforma aperta.

A partire dal Vertice del 2007 in Germania veniva introdotto il cosiddetto “processo Heiligendamm” che apriva il G7 al resto del mondo e coinvolgeva nell’esercizio altri cinque Paesi, rappresentativi di tutti i continenti, per un dialogo sui grandi temi globali dello sviluppo economico, dell’innovazione e del cambiamento climatico. Temi ulteriormente ampliati, a L’Aquila, nel 2009, a quelli della sicurezza alimentare e dell’energia.

Il formato del G7 è, quindi, in grado di adeguarsi ai mutamenti del contesto internazionale – e lo conferma questa edizione – nella consapevolezza che non possono essere affrontati in un circuito limitato.

Nuove tematiche – dallo sviluppo sostenibile del continente africano, ai flussi migratori, alla rivoluzione indotta dall’intelligenza artificiale – trovano giusto spazio nel Vertice di Borgo Egnazia e sollecitano collaborazione con gli altri attori rilevanti dello scacchiere mondiale.

Le grandi economie libere raccolte nel G7 continuano certamente a esercitare una rilevante forza di attrazione e d’influenza, ma, naturalmente, in un mondo multipolare, questa esperienza si confronta con tentativi di dar vita a schemi alternativi se non contrapposti.

La capacità di costruire partenariati con quella parte del mondo che, nelle fisiologiche differenze, è disponibile al dialogo sulle nostre opzioni, è il naturale orizzonte al quale guardare.

Le indicazioni provenienti dai Capi di Stato e di Governo qui riuniti saranno, al riguardo, preziose.

I Paesi G7 condividono una responsabilità accentuata nell’affrontare i problemi del presente; consapevoli, tuttavia, di non poterlo fare da soli.

Formulo a tutti Voi auguri di buon lavoro e levo il calice al Vostro benessere personale e a quello dei popoli che rappresentate”.

 

 

 

DA DOMANI PARTE IL G7, DEI LEADER DEL PIANETA. E’ LA PRIMA VOLTA CHE UN PAPA PARTECIPA AI LAVORI

epa11176790 A handout photo made available by the Italian Government Press Office shows Italian Prime Minister Giorgia Meloni arriving by train in Kyiv, Ukraine, 24 February 2024, the second anniversary since the start of Russia's invasion of Ukraine. Ukraine on 24 February marks the second year since Russian troops entered its territory, starting a conflict that has provoked destruction and a humanitarian crisis. EPA/FILIPPO ATTILI/ITALIAN GOVERNMENT PRESS OFFICE HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

 

 

Dal domani al 15 giugno al via il G7 a Borgo Egnazia, la piccola cittadina nei pressi di Fasano che la premier Giorgia Meloni ha scelto come location del summit. Tre giorni di sessioni durante i quali i leader – da Joe Biden a Emmanuel Macron, passando a Rishi Sunak, Olaf Scholz, Fumio Kishida, Justin Trudeau e i vertici dell’Ue Charles Michel e Ursula Von Der Leyen – affronteranno le principali sfide globali.

Papa Francesco
Negli incroci con il presidente Macron e con il premier tedesco Olaf Scholz, oltre che con la stessa Ursula von der Leyen, saranno inevitabili i riferimenti ai nuovi assetti di Bruxelles.      Si presume intanto che  nulla dovrebbe succedere  prima del 30 giugno, quando si terranno le elezioni politiche in Francia indette dopo il successo dei lepenisti alle Europee. Giorgia Meloni, il cui ruolo più centrale ora fra i leader ora è più consolidato, vuole vedere prima se Marine Le Pen arriverà al governo, con gli equilibri che potrebbero cambiare ulteriormente, 

Prenderanno parte ai lavori  del G7, dei Sette grandianche i rappresentanti di alcuni Stati e organizzazioni internazionali invitati dalla presidenza di turno. Oltre al ‘battesimo’ di un pontefice al G7 – Papa Bergoglio sarà tra i protagonisti del summit – ci saranno infatti Abdelmadjid Tebboune (Algeria), Javier Milei (Argentina), Luis Ignacio Lula da Silva (Brasile), Mohammed bin Zayed (Emirati Arabi Uniti), il Re della Giordania Abdallah II, Narendra Modi (India), William Ruto (Kenya), Mohamed Ould Ghazouani (Mauritania-Presidenza dell’Unione Africana), Kaïs Saïed (Tunisia), Recep Tayyip Erdoğan (Turchia), Akinwumi Adesina (Banca Africana di Sviluppo), Ajay Banga (Banca Mondiale), Kristalina Georgieva (Fondo Monetario Internazionale), Mathias Cormann (Ocse), Antònio Guterres (Onu). Atteso inoltre il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj.

 

VIBRATO APPELLO DI ANTONIO GUTERRES PER METTERE FINE ALLA “PAZZIA” DELLE ARMI NUCLEARI ED EVITARE LA CATASTROFE DEL PIANETA

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Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, in un intervento video in occasione della conferenza annuale dell’US Arms Control Association lancia al mondo un vibrato appello ad abbandonare le armi nucleari L’umanità è sul filo del rasoio: il rischio che venga usata un’arma nucleare ha raggiunto livelli mai visti dai tempi della Guerra Fredda”.

“Gli stati sono immersi in una corsa agli armamenti qualitativa, tecnologie come l’intelligenza artificiale moltiplicano i pericoli”, ha aggiunto, sottolineando la minaccia “temeraria” di “una catastrofe nucleare” e occorre adesso mettere fine alla “pazzia” delle armi nucleari.

Ma di più il segretario generale dell’Onu ha denunciato il fatto che “il ricatto nucleare sta risorgendo” mentre i sistemi adottati per prevenire” l’uso, lo sviluppo e la proliferazione” di questo tipo di armi “si stanno  indebolendo”.
Bomba atomica: un olocausto nel 1945, una terribile minaccia ...

“Cari amici, abbiamo bisogno subito del disarmo, abbiamo bisogno che tutti i Paesi facciano un passo avanti, ma gli Stati che possiedono armi nucleari devono aprire il cammino”, ha detto ancora. Guterres ha chiesto loro di “riavviare il dialogo, impegnarsi ad evitare qualsiasi uso di armi nucleare e mettersi d’accordo sul fatto che nessuno sarà il primo ad usarle”.

 “Riaffermare la moratoria sui test nucleare e accelerare l’applicazione degli impegni al disarmo assunti con il Trattato di non proliferazione“.”Fino a quando non saranno eliminate queste armi, tutti i Paesi devono accordarsi sul fatto che qualsiasi decisione sull’uso del nucleare debba essere presa da umani, non da macchine o algoritmi”.

Macron vuol formare una brigata francese di 4500 uomini in Ucraina e fornire a KIEV i caccia Mirage simbolo dell’Aviazione francese per resistere a Putin

Taiwán busca extender vida útil cazas Mirage 2000

 

Il presidente francese Emmanuel Macron afferma che la Francia fornirà all’Ucraina caccia di quarta generazione ‘Mirage 2000’ e addestrerà piloti ucraini in territorio francese. Non solo “Vogliamo formare una brigata francese” in Ucraina, ha aggiunto Macron..

Il  Mirage III  , vuol dire miraggio) è un aereo da caccia         da ala a delta prodotto dall’azienda francese Dassault Aviation ed introdotto negli  anni sessanta Grazie alla sua caratteristica configurazione alare è uno dei più famosi della storia dell’aviazione militare e simbolo della produzione aeronautica francese. Prodotto in innumerevoli versioni, esportato in 5 continenti, ha partecipato ai più vari conflitti combattuti tra gli anni sessanta e gli ottanta dimostrando grande longevità essendo ancora in servizio in alcuni paesi, seppure con compiti di seconda linea.
”La sfida – – è addestrare 4.500 soldati ucraini, equipaggiarli, addestrarli, difendere il loro territorio” e costituire una ”brigata francese”….”La Francia sta aiutando gli ucraini a resistere ma non vogliamo un’escalation. Molto concretamente, lanceremo una nuova collaborazione e forniremo i Mirage 2000-5 e ci offriremo di addestrare i piloti”, ha ribadito Macron.

“Il presidente ucraino” Volodymyr Zelensky, “il suo ministro della Difesa, hanno invitato tutti gli alleati ad addestrare i soldati più rapidamente”. ”Bisogna chiedersi se questo sia un fattore di escalation. La risposta è no”, ha aggiunto.

Macron si conferma il primo leader che sostiene a tutto campo l’Ucraina. Il presidente francese, negli ultimi mesi, è stato protagonista di ‘accelerazioni’ verbali, arrivando a ipotizzare l’invio di soldati in Ucraina in caso di emergenza totale, legata ad un eventuale ingresso  russo della linea del fronte.

 

Putin: “La posizione dell’Italia è più moderata rispetto ad altri Paesi e la valutiamo di conseguenza”

 

Vladimir Putin

 

 

Putin auspica di intrecciare nuovamente le relazioni con l’Italia.Vediamo che la posizione del governo italiano è più moderata rispetto alla politica di molti altri paesi europei e, prestando attenzione a questo, la valutiamo di conseguenza”. Il presidente russo Vladmir Putin si esprime così sulla posizione dell’Italia nel quadro internazionale legato alla guerra tra Ucraina e Russia. Secondo Putin, che risponde alle domande delle agenzie internazionali in un incontro a San Pietroburgo, “in Italia la russofobia dei cavernicoli non sta prosperando e questo lo teniamo in considerazione“.

Una volta conclusa la guerra in Ucraina, Putin auspica un rapido ripristino dei rapporti con l’Italia. Citato da Ria Novosti, il presidente russo dice: “Speriamo vivamente che prima o poi, dopo la fine della guerra, saremo in grado di ripristinare le relazioni con l’Italia, e forse anche più velocemente che con qualsiasi altro paese europeo“.

Tregua, Netanyahu: “Cessate il fuoco temporaneo per il rilascio degli ostaggi……….poi vedremo”- Intervento- comunicato dell’ambasciatrice americana

Netanyahu frena sulla pace: "Tregua temporanea per gli ostaggi"

Risoluzione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite  degli Stati Uniti d’America in sostegno della proposta del presidente Joe Biden per il cessate il fuoco a Gaza in cambio del rilascio degli ostaggi.   L’ambasciatrice americana al Palazzo di Vetro, Linda Thomas-Greenfield, ha così comunicato :”Numerosi leader e governi, anche della regione, hanno appoggiato il piano e chiediamo al Consiglio di sicurezza di unirsi a loro nel chiedere l’attuazione di questo accordo senza rinvii e senza ulteriori condizioni”…

L’ambasciatrice ha ricordato che “i membri del Consiglio hanno sempre chiesto i passi delineati in questo accordo: riportare gli ostaggi a casa, garantire un cessate il fuoco completo, consentire l’aumento di assistenza umanitaria a Gaza e la ristrutturazione dei servizi essenziali, e porre le basi per un piano di ricostruzione a lungo termine per Gaza”. Dunque, ha concluso, “i membri del Consiglio non dovrebbero lasciarsi sfuggire questa opportunità“.

Netanyahu , il piano di Biden è parziale ma da’ egualmente ok su tregua a tempo……”poi discuteremo”

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato di ”non essere d’accordo con la fine della guerra” nella Striscia, sottolineando che “il piano presentato da Biden è parziale” e “non accurato”, con alcuni “gap” rispetto alla proposta di Israele. Intervenendo davanti ai membri del comitato per gli affari esteri e la sicurezza della Knesset, Netanyahu ha sottolineato infatti che ‘‘la guerra verrà fermata allo scopo di restituire gli ostaggi e poi discuteremo“.

Netanyahu si trova dunque in una situazione molto difficile.       Da una parte riceve le pressioni  dell’estrema destra religiosa contraria a ogni tipo di concessione ad Hamas, che ha minacciato di abbandonare l’esecutivo in caso di accordo con i terroristi di Hamas. Dall’altra parte, deve affrontare la crescente opposizione sia politica, sia del popolo israeliano. Nella notte tra sabato 1 e domenica 2 giugno, in 120 mila sono scesi in piazza a Tel Aviv per protestare e sensibilizzare il premier israeliano al rilascio degli ostaggi.

Biden: “Hamas ,occorre un intervento ufficiale”

Il presidente americano Joe Biden ha detto che “l’unico ostacolo a tregua è Hamas”.      E chiede un intervento ufficiale  sulla proposta americana .        “L’offerta presente adesso sul tavolo rappresenta la migliore possibilità per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza”. “Il continuo rifiuto di Hamas di rilasciare ostaggi non farebbe altro che prolungare il conflitto e negare sollievo alla popolazione di Gaza” .

La Polonia lancia il grido di guerra e schiera i suoi caccia durante i raid russi nella notte contro l’Ucraina

FA-50 consegnati alla Polonia

 

Il Comando operativo delle forze armate di Varsavia ha comunicato che “caccia  polacchi e degli alleati si sono levati in volo per una missione di pattugliamento durante i raid russi della notte scorsa in Ucraina.  “Stiamo osservando un’intensa attività aerea a lungo raggio della Federazione russa, relativa ad attacchi aerei e missilistici su obiettivi situati nel territorio dell’Ucraina. Sono state avviate tutte le procedure necessarie per garantire la sicurezza dello spazio aereo polacco e monitoriamo costantemente la situazione”.

Ukrainian President Volodymyr Zelensky talks to journalists in his office in Kiev on June 14, 2021 before his interview for three international...
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a Singapore per intervenire al Shangri-la dialogue sulla sicurezza, vedrà a margine il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin. Secondo quanto scrive Politico, “in cima all’agenda” ci sarà la questione dell’uso delle armi americane da parte di Kiev contro i russi limitato all’area di Kharkiv, limitazioni che altri Paesi non hanno posto.

Kiev abbatte 35 missili e 46 droni russi

Le forze ucraine – informa il generale Mykola Oleschuk, comandante dell’aeronautica di Kiev –   hanno intanto abbattuto nella notte 35 missili da crociera russi e 46 droni di fabbricazione iraniana Shahed.

Stoltenberg: la Nato svolge un ruolo maggiore negli sforzi bellici: e la Russia che ha iniziato il conflitto più sanguinoso dalla seconda guerra mondiale deve capire che l’Ucraina ha diritto di difendersi”

Guerra Ucraina, Jens Stoltenberg riponde alle minacce della Russia – Il  Tempo

 

 

 

Stoltenberg sembra vestire i panni di uno stratega europeo.  Vuol fermare ad ogni costo la Russia e la sua arroganza.Il futuro dell’Ucraina? “E’ nella Nato” e l’Alleanza è determinata a fare “progressi” su questo fronte. Così il segretario generale Jens Stoltenberg, oggi a Praga per una riunione informale dei ministri degli Esteri dei Paesi dell’Alleanza Atlantica. Per quanto riguarda invece il diritto all’autodifesa di Kiev questo “include colpire obiettivi militari legittimi in Russia“. L’autodifesa, rimarca, “non è escalation, è diritto fondamentale”.

Vogliamo tutti fermare” la guerra in Ucraina, “ma il paradosso è che, meglio ci prepariamo per il lungo periodo, prima la guerra potrà finire“, ha spiegato Stoltenberg al termine della Ministeriale Esteri convocata in vista del summit di Washington. “Le nostre discussioni – ha continuato – si sono incentrate sul sostegno all’Ucraina. La Russia deve capire che non può contare sui tempi lunghi. Oggi non sono state prese decisioni finali, ma abbiamo fatto progressi significativi su alcune questioni”.

Innanzitutto sui “piani della Nato di svolgere un ruolo di maggiore coordinamento nella fornitura di attrezzature e nell’addestramento. Praticamente tutti gli aiuti militari all’Ucraina, il 99%, proviene dagli alleati della Nato. Quindi è logico che la Nato svolga un ruolo maggiore in questi sforzi: ciò ci consentirà di utilizzare le strutture della Nato per fornire sostegno su basi più solide, fornire maggiore prevedibilità a Kiev e affrontare le esigenze sia immediate che di lungo termine”. Gli alleati Nato dovranno mantenere gli aiuti militari all’Ucraina a un livello di “almeno 40 miliardi di euro l’anno“, per tutto il tempo necessario, è la proposta in vista del summit di Washington a luglio.

Difendendosi dagli attacchi russi l’Ucraina, lungi dal provocare una “escalation” del conflitto, non fa altro che esercitare un “diritto fondamentale”, ha sottolineato Stoltenberg secondo il quale “l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia ha dato inizio al conflitto più sanguinoso in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale”.

“La Russia colpisce ospedali, scuole e centri commerciali – ha proseguito – la Russia bombarda le infrastrutture elettriche e idriche. La Russia uccide civili ucraini. L’Ucraina si sta difendendo dalla spaventosa brutalità russa, quindi sarò chiaro: la difesa non è un’escalation; l’autodifesa è un diritto fondamentale è sancito dalla Carta delle Nazioni Unite. L’Ucraina ha il diritto e la responsabilità di proteggere il suo popolo e noi abbiamo il diritto di aiutare l’Ucraina a far valere il suo diritto all’autodifesa”.

“Ovviamente – ha proseguito – alla Russia questo non piace. In ogni fase di questa guerra, la Russia si è lamentata di essere minacciata e spesso Vladimir Putin” ha tentato di dissuadere “gli alleati della Nato dal sostenere l’Ucraina. Ma noi non ci facciamo intimorire. La Russia è quella che attacca; la Russia è quella che sta intensificando” gli attacchi, “aprendo nuovi fronti nel regione di Kharkiv. Con l’evolversi della guerra, il nostro sostegno si è evoluto e continuerà ad evolversi. Sono lieto che gli alleati stiano fornendo diversi tipi di assistenza. Al vertice della Nato, il sostegno dell’Alleanza” a Kiev “verrà posto su una base solida, per il lungo termine”, conclude.

Raid Israele su Rafah, 45 morti, riunione emergenza Onu e premier israeliano: “Tragico incidente”

Rafah sotto assedio. Carri armati e blindati schierati al confine. Israele  verso l'attacco

 

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite terrà oggi una riunione di emergenza per discutere del raid israeliano contro una tendopoli a Rafah in cui sono morte almeno 45 persone tra cui i due comandanti di Hamas, veri obiettivi d’Israele.. La riunione, ha reso noto un diplomatico delle Nazioni Unite citato dalla Cnn, è stata richiesta dall’Algeria. L’incontro a porte chiuse è previsto per le 15.30 locali….

Intanto un nuovo attacco di Israele a Tal as-Sultan, a ovest di Rafah, avrebbe provocato 7 morti si legge su Al Jazeera che riferisce di un bombardamento da parte dell’Idf sulle tende che ospitano i palestinesi sfollati nell’area.

Sono saliti a circa un milione i palestinesi fuggiti da Rafah nel corso delle ultime tre settimane, ha annunciato l’agenzia dell’Onu Unrwa. “Non hanno nessun posto sicuro dove andare tra i bombardamenti” e si spostano in condizioni di “mancanza di cibo e acqua”, tra “cumuli di rifiuti e in condizioni di vita inadeguate”. Fornire loro assistenza e protezione sta diventando quasi “impossibile”…

Netanyahu: “Tragico incidente, volevamo colpire solo due comandanti nemici”

Il premier israeliano ha definito il raid un tragico incidente: le vittime provocate dall'”omicidio mirato” di “terroristi” di Hamas sono state un tragico incidente , volevamo colpire solo due comandanti nemici. “Nonostante i nostri sforzi per non fare loro del male, c’è stato un tragico incidente – – Stiamo indagando sull’incidente”. “Per noi è una tragedia, per Hamas è una strategia”..Anche l’Onu ha disposto un’indagine a riguardo..

Sarebbero 45 le persone rimaste uccise e 249 quelle rimaste ferite nel raid: 23 delle 45 vittime sarebbero donne, bambini e anziani. “Io continuerò a combattere fino a quando sarà issata la bandiera della vittoria” e “non intendo porre fine alla guerra prima che tutti gli obiettivi siano stati raggiunti” perché “se cedessimo tornerebbe il massacro, se ci arrendessimo consegneremmo una grande vittoria al terrore, all’Iran”, ha detto ancora Netanyahu.

Negoziati lontani

Dopo il massacro di Rafah: Hamas ha infatti informato i mediatori che non parteciperà ad alcun negoziato con Israele  che non ferma la guerra. I negoziati si sono interrotti tre settimane fa dopo che Israele ha respinto l’ultima bozza approvata da Hamas, accusando l’Egitto di avere “unilateralmente apportato modifiche fondamentali”.