Oggi vertice della Nato a Washington con lo spettro dell’ex Presidente D. Trump

 

Vertice della Nato che si tiene da oggi 9 luglio 2024 a giovedì 11 luglio a Washington in occasione del 75mo anniversario dell’Alleanza. Lo spettro di un potenziale ritorno dell’ex presidente Donald Trump tormenta molti degli alleati europei degli Stati Uniti  mentre crescono i dubbi sulle possibilità del presidente Joe Biden di essere rieletto.

Biografia La NATO, vita e storia

Durante il suo primo mandato Trump ha ripetutamente espresso critiche nei confronti della Nato e nel recente dibattito di Atlanta non ha chiarito se – nel caso fosse eletto – ritirerà gli Stati Uniti dall’Alleanza.

L’Europa e i piani ‘anti-Trump’

I diplomatici europei stanno già preparando i piani di emergenza in vista di una prossima elezione  Trump. che potrebbe ritirare gli Stati Uniti  dalla Nato.

In ogni caso la situazione sulle due sponde dell’Atlantico promette di influenzare gli incontri di questa settimana a Washington. “Il vertice è passato da essere uno spettacolo orchestrato a una delle riunioni più ansiose dei tempi moderni”, ha detto la settimana scorsa un alto funzionario dell’Amministrazione Biden……

Ucraina domina il summit

La guerra in Ucraina è destinata a dominare il summit. Nonostante l’insistenza di Kiev e l’entusiasmo di alcuni dei suoi vicini dell’Europa orientale, l’adesione dell’Ucraina alla Nato è cosa già scontata. Al suo posto, i singoli Stati stanno siglando con Kiev accordi di sicurezza bilaterali e lavorando per accelerare i trasferimenti di armi e aiuti militari.

I diplomatici a Washington sono consapevoli che Trump potrebbe scegliere di tagliare il sostegno militare a Kiev e temono uno scenario in cui la Casa Bianca in mano al leader repubblicano possa tacitamente consentire alla Russia di consolidare il proprio controllo sui territori occupati militarmente. Ecco perché sia l’Amministrazione Biden che alcuni governi in Europa stanno cercando disperatamente di garantire un sostegno ‘a prova di Trump’ all’Ucraina nel breve e medio termine.

Consigli sbagliati dei collaboratori di Biden, la famiglia lo sprona ad andare avanti

 

Joe Biden - Afp

Se tra gli assistenti del presidente cresce il  dubbio di vincere la sfida e la consapevolezza che Biden dovrebbe forse fare retromarcia, il figlio Hunter e la famiglia in generale lo sprona ad andare avanti. Ma soprattutto i familiari di Biden stanno cercando di essere sempre più coinvolti nelle questioni della Casa Bianca e che riguardano la campagna elettorale….

“Il fiasco del dibattito ha aperto la strada alla famiglia, che ha cercato di andare oltre lo staff per iniziare ad aiutare il padre e il fratello che amano profondamente”, ha affermato una delle persone a conoscenza delle dinamiche familiari. Secondo alcuni collaboratori di Biden, la famiglia sta cogliendo l’occasione per cercare di regolare vecchi conti.

Dal punto di vista dei familiari, l’esito del dibattito con Trump non è altro che l’apice di consigli sbagliati da parte di collaboratori che non hanno aiutato il presidente a mostrare al meglio il suo spessore politico. Queste dinamiche hanno irritato alcuni membri dello staff di Biden, che hanno affermato che puntare il dito contro qualcuno ostacola tutti coloro che vogliono aiutare il presidente ad affrontare questa crisi.

La difesa di Kiev continua a soffrire alla pressione costante della Russia – Zelensky da un segnale alle truppe impegnate ad arginare l’offensiva nemica

 

Volodymyr Zelensky

 

 l’Ucraina resiste: la difesa di Kiev continua a soffrire lungo il fronte orientale nel Donetsk, dove la pressione delle forze di Mosca è costante. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato nella regione dell’est, per dare un segnale alle truppe impegnate ad arginare la costante offensiva nemica.

Con lui c’era il generale Andriy Hnatov, appena nominato al comando delle forze congiunte. L’obiettivo è sostenere il morale delle truppe, mentre le forze russe continuano ad avanzare e va avanti la guerra esplosa il 24 febbraio del 2022 con l’avvio dell’invasione russa dell’Ucraina.

La visita, nelle parole di Zelensky, è servita per “incontri dettagliati sulla sicurezza e sul sostegno alla popolazione”. Il presidente ucraino è arrivato a Pokrovsk, città di circa 61.000 abitanti prima dell’inizio del conflitto, a due giorni da un attacco russo che ha fatto almeno cinque morti e 41 feriti. Da qui ha registrato un video dopo aver celebrato la “giornata storica” per l’avvio dei negoziati di adesione all’Ue e prima di congratularsi oggi con il prossimo segretario generale della Nato Mark Rutte, ringraziando il precedessore Jens Stoltenberg per il “sostegno incrollabile” a Kiev.

Mark Rutte, Primo ministro olandese, nominato nuovo segretario generale della Nato

 

 

 

 

Cambiamenti in vista nell’organico dei vertici della Nato..  Il Consiglio Nord Atlantico ha deciso di nominare il primo ministro olandese Mark Rutte, (nella foto)come prossimo segretario generale della Nato, succedendo a Jens Stoltenberg. Rutte assumerà le sue funzioni dal primo ottobre, quando il mandato di Stoltenberg scadrà dopo dieci anni alla guida dell’Alleanza.

Il premier olandese ha rilasciato questa dichiarazione:“E’ un immenso onore essere nominato segretario generale della Nato. L’Alleanza è e rimarrà la pietra angolare della nostra sicurezza collettiva. Guidare questa organizzazione è una responsabilità che non prendo alla leggera. Sono grato a tutti gli alleati per aver riposto in me la loro fiducia. Non vedo l’ora di assumere l’incarico con grande vigore in ottobre, come successore di Jens Stoltenberg, che ha fornito alla Nato una leadership eccezionale negli ultimi 10 anni e per il quale ho sempre nutrito grande ammirazione”

Il Presidente Mattarella ha ricevuto il Presidente della Repubblica di Singapore, Tharman Shanmugaratnam

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, incontra Tharman Shanmugaratnam, Presidente della Repubblica di Singapore,in visita ufficiale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, incontra Tharman Shanmugaratnam, Presidente della Repubblica di Singapore,in visita ufficiale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con Tharman Shanmugaratnam, Presidente della Repubblica di Singapore,in visita ufficiale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,con Tharman Shanmugaratnam, Presidente della Repubblica di Singapore,in visita ufficiale

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la sig.ra Laura con Tharman Shanmugaratnam, Presidente della Repubblica di Singapore,e la Sig.ra Jane Ittogi Shanmugaratnam, in occasione della visita ufficiale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,con Tharman Shanmugaratnam, Presidente della Repubblica di Singapore,in visita ufficiale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,con Tharman Shanmugaratnam, Presidente della Repubblica di Singapore,in visita ufficiale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,con Tharman Shanmugaratnam, Presidente della Repubblica di Singapore,in visita ufficiale

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,con Tharman Shanmugaratnam, Presidente della Repubblica di Singapore,in visita ufficiale

La Sig.ra Laura Mattarella con la Sig.ra Jane Ittogi Shanmugaratnam, in occasione della visita ufficiale

La Sig.ra Laura Mattarella con la Sig.ra Jane Ittogi Shanmugaratnam, in occasione della visita ufficiale

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale il Presidente della Repubblica di Singapore, Tharman Shanmugaratnam, in visita ufficiale, intrattenendolo successivamente a colazione.
Era presente all’incontro il Vice Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Edmondo Cirielli.

Accordo con il Dipartimento di Stato americano, Assange – accusato di spionaggio – ora è libero

 

Julian Assange è libero. Il 52enne fondatore di Wikileaks, dopo oltre 5 anni di carcere – 1901 giorni – nel Regno Unito, ha raggiunto un accordo con il Dipartimento di Stato americano. Assange si è imbarcato su un jet privato: la destinazione finale dovrebbe essere l’Australia. Secondo quanto riporta FlightRadar24, l’aereo è atterrato a Bangkok, in Thailandia. Da qui, Assange sarà trasferito a Saipan, sulle Isole Marianne Settentrional.

Assange è libero, fondatore di Wikileaks ha lasciato Regno Unito - Video
Assange sale sull’aereo, accusato di spionaggio
Assange,in carcere per aver pubblicato con Wikileaks  migliaia di documenti militari e dispacci diplomatici riservati di Washington, nella lunga battaglia legale aveva recentemente ottenuto il via libera dall’Alta Corte Britannica per presentare ricorso contro l’estradizione negli Stati Uniti. Wikileaks, in particolare, nel 2010 ha pubblicato centinaia di migliaia di documenti militari statunitensi riservati sulle guerre di Washington in Afghanistan e Iraq.

Assange ha lasciato il carcere di massima sicurezza di Belmarsh nella giornata del 24 giugno, ha raggiunto l’aeroporto di Stansted e si è imbarcato su un jet privato con cui ha lasciato il Regno Unito. A bordo ci sarebbe anche un funzionario del governo australiano. L’aereo, come evidenzia FlightRadar, è diretto verso Bangkok, probabilmente per uno scalo tecnico.

L’accordo con gli Usa,  in tribunale ora

L’annuncio della liberazione di Assange arriva poco dopo la notizia che si sarebbe dichiarato colpevole questa settimana di aver violato la legge statunitense sullo spionaggio, in base a un accordo che gli avrebbe permesso di tornare nella sua nativa Australia.

Documenti processuali secondo cui Assange dovrebbe comparire mercoledì mattina alle 9 ora locale in un’aula di tribunale delle Northern Mariana Islands, nell’Oceano Pacifico, sotto la giurisdizione degli Stati Uniti, per formalizzare l’accordo che, con l’approvazione di un giudice, chiuderà il caso. Assange avrebbe accettato, nell’ambito dell’intesa, di dichiararsi colpevole dell’unico reato di aver cospirato per ottenere e divulgare documenti riservati della difesa nazionale degli Stati Uniti.

Il fondatore di Wikileaks dovrebbe essere condannato ad una pena di 62 mesi da scontare in carcere, ma secondo l’intesa – dopo la detenzione nel Regno Unito – non passerà più tempo in cella. Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, Assange tornerà in Australia. WikiLeaks ha precisato in una nota che Assange ha trascorso in carcere 1.901 giorni, ”in una cella di 2 metri per 3 metri, isolato 23 ore al giorno”.

WikiLeaks nel 2010 ha pubblicato centinaia di migliaia di documenti militari statunitensi riservati sulle guerre di Washington in Afghanistan e Iraq, le più grandi violazioni della sicurezza di questo tipo nella storia militare degli Stati Uniti, insieme a una serie di dispacci diplomatici.

La Russia svolge un’attività costante ed ibrida sull’Ucraina e la Ue sanziona ulteriormente Mosca

 

 

La Russia svolge un’attività ibrida russa nel territorio della Nato. Si vede chiaramente che la Russia la sta intensificando non solo in Ucraina, ma anche nei Paesi coperti dall’articolo 5″ del trattato dell’Atlantico del Nord. “Ci sono ampie prove che le agenzie di intelligence speciali russe sono dietro l’attività in Europa e nei Paesi della Nato”. Lo dice il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis, a Lussemburgo a margine del Consiglio Affari Esteri.Ministero degli Esteri russo a Mosca - Afp

Il Ministero russo-
. Purtroppo non credo che stiamo inviando il messaggio giusto, perché, proprio mentre assistiamo a questa attività ibrida, allo stesso tempo stiamo discutendo il 14esimo pacchetto di sanzioni, che nel tempo è diventato sfortunatamente piuttosto debole. E non abbiamo ancora adottato il pacchetto per la Bielorussia. Dobbiamo assolutamente cambiare la situazione: Mosca deve ricevere il messaggio molto chiaro che ogni volta che aumenteranno il livello riceveranno una risposta da parte nostra“,

Missili russi contro Odessa, colonne di fumo sulla città

Due missili da crociera Kalibr lanciati dalle forze armate russe hanno colpito la città di Odessa, nel sud dell’Ucraina.

Disco verde Ue a 14esimo pacchetto sanzioni Russia, Gnl nel mirino

Il Consiglio Ue riunito a Lussemburgo ha adottato il 14esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina. Il pacchetto, spiega la Commissione, contiene nuove misure contro il gas naturale liquefatto (Gnl) russo e misure contro le navi che sostengono la guerra della Russia. Per quanto riguarda il Gnl, il pacchetto vieta tutti i futuri investimenti ed esportazioni verso progetti Gnl in costruzione in Russia. Vieterà inoltre, dopo un periodo transitorio di nove mesi, l’uso dei porti dell’Ue per il trasbordo del Gnl russo. Inoltre, il pacchetto vieta l’importazione di Gnl russo in determinati terminal, che non sono collegati alla rete di gasdotti dell’Ue.

Borrell: “Aiuti Ue a Kiev devono arrivare ora”

Gli aiuti militari dell’Ue all’Ucraina devono arrivare “ora, prima dell’estate”, pertanto i ricavi generati dagli asset russi congelati non possono restare “nella cassa”, quindi oggi verrà presentata “una proposta” per evitare che quei soldi rimangano bloccati dal veto di “un Paese” membro, l’Ungheria. Lo dice l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell, oggi a Lussemburgo a margine del Consiglio Affari Esteri.

Nordcorea contro aiuti Usa a Ucraina

La Corea del Nord ha intanto contestato agli Stati Uniti i continui e aumentati aiuti miliari all’Ucraina affermando che ”la Russia ha il diritto a difendersi”. Lo ha dichiarato un alto generale nordcoreano, il vice capo del comitato centrale militare del Partito dei Lavoratori della Corea del nord Pak Jong-chon, citato dall’agenzia di stampa Kcna.

Dichiarazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Palazzo Presidenziale accolto da Maia Sandu Presidente della Repubblica di Moldova, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

l Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Palazzo Presidenziale accolto da Maia Sandu Presidente della Repubblica di Moldova, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella atterra all'aeroporto di Chisinau, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella atterra all’aeroporto di Chisinau, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva all'aeroporto di Chisinau, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva all’aeroporto di Chisinau, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva all'aeroporto di Chisinau, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

 

Chisinau

“La ringrazio molto, Signora Presidente, per l’accoglienza così amichevole e calorosa che ha riservato a me e alla delegazione che mi accompagna.

Ho detto alla Presidente Sandu che ricordo con grande intensità e con grande piacere i nostri colloqui a Roma, tre anni fa. Colloqui in occasione della Visita ufficiale della Presidente Sandu in Italia, visita che ha consentito di avviare un rilancio dei rapporti bilaterali tra Moldova e Italia.

Anche oggi, come tre anni fa, come allora, abbiamo registrato piena condivisione nelle valutazioni delle questioni internazionali, delle prospettive d’Europa e delle nostre relazioni bilaterali, che sono intense ed eccellenti, e riflettono, del resto, i legami storici e solidi che uniscono i nostri due Paesi.

Il nostro interscambio ha superato i 660 milioni di euro dell’anno passato e la presenza di aziende italiane in diversi settori, qui in Moldova, è per noi motivo di soddisfazione, in quanto offre un contributo allo sviluppo del Paese.

La nostra amicizia è alimentata anche – poc’anzi la Presidente Sandu lo ricordava – dalla presenza di una numerosa comunità moldava in Italia, una comunità ben integrata e apprezzata in Italia per la sua operosità, e che offre un importante contributo, un apporto importante allo sviluppo socio economico dell’Italia.

La comunità moldava in Italia rappresenta un ponte fra i nostri Paesi, che poggia anche sulle fondamenta solide di legami culturali che ci uniscono. Ne abbiamo avuto una testimonianza ancora una volta ieri, nel concerto a cui abbiamo assistito – per la quale ringrazio ancora la Presidente Sandu – ed è stato un momento di comune ricordo di cultura musicale tra Moldova e Italia.

La firma, avvenuta poco fa, del nuovo programma esecutivo per il triennio 2024-2027 contribuisce a consolidare la cornice di cooperazione culturale tra i nostri Paesi, le nostre Istituzioni, le nostre società civili.

Vorrei anche esprimere un apprezzamento molto forte, sincero, profondo per il contributo prezioso che forniscono i contingenti moldavi alla missione KFOR e alla missione UNIFIL che sono con comando italiano, così come altrettanto rilevante è la collaborazione positiva instaurata tra i Carabinieri moldavi e l’Arma dei Carabinieri italiana.

È un segno tangibile – tutto questo complesso di collaborazioni – della nostra capacità di operare in modo congiunto ed efficace per la pace.

Si tratta di un impegno comune che riveste grande importanza perché a pochi chilometri da qui, come ben sappiamo, infuria la brutale guerra di aggressione scatenata contro l’Ucraina dalla Federazione russa.

Il recente vertice del G7, svoltosi nei giorni scorsi, a presidenza italiana, ha confermato che la volontà di assistere l’Ucraina non avrà cedimenti né indebolimenti, e proseguirà finché è necessaria.

Questo fine settimana, nei giorni scorsi, si è svolta in Svizzera una conferenza di alto livello, un vertice per la pace, con una grande partecipazione di numerosi Paesi.

Si è trattato di un primo, necessariamente preliminare, ma comunque importante momento di confronto a livello internazionale.

Congiuntamente, insieme agli altri Paesi che si sentono vicini all’Ucraina nella resistenza per indipendenza, integrità territoriale e sovranità, intendiamo operare per la pace; per una pace giusta, che rispetti i principi della Carta delle Nazioni Unite e che non sia frutto delle armi e della prepotenza che con le armi si vuole esercitare.

Assieme alla Presidente Sandu, abbiamo riaffermato il nostro fermo sostegno all’integrità e alla indipendenza dell’Ucraina.

La Moldova, come Paese confinante, ha subìto direttamente le conseguenze drammatiche di questo conflitto: dall’impennata dei prezzi energetici, all’afflusso dei tanti rifugiati ucraini in questo Paese, anche quelli in transito verso l’Unione europea.

Desidero anche qui – come ho fatto poc’anzi con la Presidente Sandu – pubblicamente esprimere l’ammirazione della Repubblica italiana per la generosità con cui il popolo moldavo ha accolto i rifugiati ucraini.

E anche per questo l’Italia, doverosamente – come la Presidente ha poc’anzi cortesemente ricordato con parole di cui la ringrazio – ha fornito un contributo per attenuare le conseguenze economiche, energetiche di questa posizione vicino al fronte, vicino a un Paese in guerra.

Si tratta di un apporto che l’Italia ha fornito, avvertendolo come un dovere, non soltanto per l’amicizia nei confronti della Moldova. Ma è un apporto che continueremo ad assicurare anche in futuro, nell’ambito della nuova piattaforma per lo sviluppo della Moldova.

Con la Presidente Sandu abbiamo parlato anche – come lei ha poc’anzi ricordato – di Europa, la nostra Casa comune, perché per valori, per storia, per cultura, il futuro della Moldova è all’interno dell’Unione europea.

L’Italia sostiene con convinzione il percorso di adesione della Moldova all’Unione e ho confermato alla Presidente Sandu il nostro apprezzamento per i risultati nelle riforme che la Moldova ha raggiunto, ha conseguito, particolarmente in materia di stato di diritto e di sistema giudiziario.

Siamo lietissimi, quindi, per l’ormai imminente approvazione del quadro negoziale e della convocazione della Conferenza intergovernativa.

L’Italia continuerà a restare a fianco della Moldova nel suo cammino di avvicinamento all’Unione europea, come attestato dalla Dichiarazione congiunta firmata poc’anzi dai rappresentanti dei nostri due Governi.

Abbiamo parlato, con la Presidente Sandu, anche dell’esigenza basilare di tutelare le nostre democrazie liberali, soprattutto nell’attuale contesto internazionale. Libertà e democrazia non sono mai conquistate in maniera definitiva, ma vanno costantemente difese e consolidate.

Poche settimane fa, l’Unione europea ne ha offerto un esempio di grande rilievo, portando alle urne un’immensa quantità di elettori per eleggere il Parlamento dell’Unione.

L’Unione europea costituisce una comunità di valori e di regole, grazie alla quale è stata costruita una configurazione, un modello di convivenza basato sull’ordine democratico e sulla pace, assicurata per decenni nel nostro continente. E che si scontra ora con il ritorno della guerra in Europa per causa e per responsabilità della Federazione russa.

Speriamo che di questa comunità di valori e di regole costruite per la democrazia, per il benessere, per la pace, i cittadini moldovi possano presto essere parte a pieno titolo.

Desidero, in conclusione, ringraziare molto la Presidente Sandu per l’accoglienza, all’insegna dell’amicizia tra i nostri Paesi, per i colloqui che abbiamo svolto insieme e per le considerazioni che ha svolto, sempre contrassegnate da saggezza, da visione per il futuro e da grande impegno per il suo Paese.

Grazie, Presidente.

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DomandaVisto che a poche centinaia di chilometri da qui c’è la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, quanto è forte qui l’influenza di Mosca anche in termini di propaganda e di diffusione di fake news?

Presidente Mattarella, ho visto che ha definito un primo passo importante, quello avvenuto in Svizzera con la Conferenza sulla pace, col vertice sulla pace. Secondo lei, quale deve essere adesso il compito della rinnovata Europa in questo percorso? Teme che la propaganda russa possa svolgere un ruolo anche nel nostro Paese?

Presidente: Rispondo volentieri. La Conferenza, convocata dalla Confederazione svizzera, è stata un passo di grande importanza. Naturalmente nessuno, neppure la Presidenza Svizzera, immaginava potesse essere risolutivo.

È stato un gesto importante per avviare finalmente un processo che possa gradatamente condurre alla pace.

È stata un’occasione, quindi, che significativamente ha raccolto tanti Paesi; al di là di alcune mancate firme al documento finale – che è stato ampiamente condiviso dai presenti – è stata un’indicazione importante, perché quel documento indica alcuni principi che sono poi elementari, basilari, e stanno alla base delle Carte dell’ONU: l’integrità territoriale e il rifiuto della comunità internazionale di modificarli con la violenza delle armi.

Il seguito, naturalmente, è rimesso, in maniera determinante, alla volontà delle parti. Ma è rimesso anche alle iniziative che continuano nella comunità internazionale, per spingere, sollecitare e far comprendere parzialmente alla Federazione russa – responsabile di avere infranto la pace, di avere iniziato la guerra di aggressione – che occorre trovare un termine a questa condizione, che rispetti il diritto internazionale e riaffermi che nella comunità internazionale si vive rispettandosi, non pretendendo di sottomettere gli altri, eventualmente anche con la forza.

Seguiranno certamente altre iniziative – è già stato annunziato – e saranno sempre passi di avvicinamento. Mi auguro che si possano svolgere in maniera sollecita.

La seconda parte della sua domanda riguarda i tentativi di influenza disinformativa da parte russa in Italia. Ve ne sono, li registriamo.

Vi sono costantemente – e non sono di oggi e si intensificano particolarmente nei momenti elettorali – iniziative che, attraverso alcuni siti, che lo fanno con maggiore cautela, ma con evidenza, permanenti, ma anche con una molteplicità di siti web, che nascono e scompaiono velocemente, diffondendo una tempesta di disinformazione, di fake news, di falsità, volte tutte a screditare e destabilizzare anche il nostro Paese.

Sono forme di ostilità inaccettabili che richiederanno – io mi auguro sollecitamente -, in sede di Comunità internazionale, delle regole di comportamento che riguardino il rispetto degli altri Paesi.

DomandaVolevo richiamare la vostra attenzione sul tema europeo e sul valore del fattore tempo. La domanda riguarda i tempi dell’adesione della Moldova. L’importanza del fattore tempo, visto che Lei ha recentemente richiamato all’importanza che l’Europa agisca e decida senza indugi per quanto riguarda sia l’adesione e sia anche il processo di avvio di questa nuova legislatura europea, con il rischio di qualche ritardo e di qualche lentezza anche nelle nomine.

Presidente: L’Italia sarà a fianco della Moldova in questo processo per consentire l’ingresso veloce nell’Unione europea.

Lei mi ha chiesto sui tempi: vi sono – li ha citati lei stesso- due versanti. Uno, l’allargamento. È una esigenza storica ineludibile quella di completare la Comunità europea in senso pieno. Quindi l’allargamento va promosso e realizzato, aiutando i Paesi candidati a raggiungere gli standard comunitari velocemente. L’altro è quello interno all’Unione, che riguarda i Paesi che ne fanno parte e i Paesi candidati a farne parte e che ne faranno parte presto. E vi è un’esigenza di velocità. Quelle parole senza indugio che ho adoperato – e lei ha cortesemente ricordato -, si riferiscono a questo. Tutti facciamo esperienza, nella nostra vita quotidiana, ogni giorno, che i problemi nascono velocemente e velocemente vengono sostituiti da altri problemi. Quindi ciascuno di questi problemi richiede risposte immediate, tempestive.

E in un mondo contrassegnato sempre più da grandi soggetti internazionali, se l’Unione europea non è in grado di fornire risposte immediate, tempestive, veloci, i problemi saranno risolti secondo le scelte di altri grandi soggetti internazionali.

Per questo è indispensabile per l’Unione darsi modalità decisionali che consentano di rispondere velocemente ai problemi, perché questi non aspettano i tempi di procedure lente e ritardate. Così come è indispensabile per l’Unione europea completare la sua dimensione finanziaria. Non può restare incompleta una costruzione economico-finanziaria. Così come è indispensabile per l’Unione europea – e chiudo qui – dar vita realmente – e finalmente – a una politica estera comune e di difesa comune.

È una politica di difesa comune che è sollecitata particolarmente oggi dall’aggressività della Federazione russa, ma che è sempre stata una esigenza forte per l’Unione. Adesso è moltiplicata nella sua necessità e urgenza. Ed è all’ordine del giorno, finalmente.

Ma questi compiti, in queste tre dimensioni e in altri problemi ancora, sono affidati ai vertici che saranno formati nelle prossime settimane e mesi.

DomandaVorrei sapere qual è la posizione dell’Italia e se ci sono state discussioni a livello europeo riguardo al livello di preparazione della Moldova e dell’Ucraina e se ci sono Paesi che potrebbero votare contro.

Presidente: La posizione dell’Italia è chiarissima: è di pieno sostegno all’ingresso, il più veloce possibile, della Moldova nell’Unione europea.

E quindi siamo lietissimi dell’accelerazione che nei giorni scorsi si è manifestata per avviare il negoziato concretamente.

Si aggiunge a questo sostegno pieno la disponibilità a dare ogni contributo alla Moldova per raggiungere velocemente i parametri e gli standard comunitari, per appunto conseguire velocemente il superamento dei negoziati, la conclusione felice dei negoziati.

Questo vale naturalmente anche per i Balcani occidentali, vale anche per l’Ucraina. Ma per ciascun Paese vi è una ragione specifica. Non è collegata ad altri Paesi.

La Moldova, secondo l’Italia, fa parte storicamente e culturalmente, come popolo, della Casa comune, della Casa europea, dell’Europa. L’esperienza che abbiamo fatto in questi decenni ci ha fatto crescere in benessere, in tranquillità, in progresso, in democrazia, in pace.

I Paesi dell’Unione si sono fatti la guerra per secoli. L’Unione ha garantito pace, serenità, benessere, crescita, crescita civile. E per questo riteniamo che debba essere completata l’Unione dai Paesi che ne fanno parte, storicamente e culturalmente, come la Moldova.

DomandaIn Italia abbiamo la più numerosa comunità di moldavi. Lo Stato italiano prevede un sostegno accresciuto dal punto di vista sociale, nella previdenza sociale? Qual è il contributo della comunità allo sviluppo sociale ed economico del Paese?

Presidente: Rispondo volentieri. La comunità moldova in Italia è molto ampia. Ed è una comunità – come prima ho detto – apprezzata, gradita in Italia, che fornisce un contributo consistente, rilevante, allo sviluppo economico e alla vita sociale del nostro Paese.

Naturalmente vi sono rapporti che sono sviluppati, oltre che sul piano del lavoro, anche sul piano delle amicizie personali, sul piano familiare, sul piano di collaborazioni culturali. E questo ha intensificato l’amicizia tra Moldova e Italia.

Per questo la comunità moldova in Italia è, non soltanto un ponte, ma un pilastro della nostra amicizia, perché il contatto umano, personale, quotidiano, rafforza l’amicizia e la reciproca disponibilità.

Naturalmente, vi sono sempre delle esigenze da affrontare. E noi siamo attentissimi – e lo saremo costantemente – alle esigenze della comunità moldava in Italia.

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Palazzo Presidenziale con Maia Sandu,  Presidente della Repubblica di Moldova, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

Attesa per le cariche apicali dell’Unione europea

 

Ursula von der Leyen  - AFP

 

Nulla di fatto ancora per le  cariche apicali Ue per la legislatura 2024-29 .

Ma “nessuno ha obiettato” al nome di Ursula von der Leyen come prossima presidente della Commissione Europea. Lo riferisce, al termine della riunione a Bruxelles, il premier croato Andrej Plenkovic.

Il Ppe -continua – ha ottenuto una vittoria convincente, con i Socialisti a 135-136 seggi, con un vantaggio consistente rispetto a Liberali e Conservatori. Rispetto al 2019″, valutando le cariche apicali “dobbiamo essere consapevoli della forza del Ppe e guardare alle altre cariche, perché oltre ai vertici Ue abbiamo nominato la presidente della Bei, nomineremo la settimana prossima il segretario generale del Consiglio d’Europa e del segretario generale della Nato. Tutti questi incarichi devono essere considerati”. Comunque, “rispetto al 2019, oggi eravamo al ‘latte e miele'”, conclude.

Michel: “Nostro dovere decidere presto…abbiamo ascoltato Ursula von der Leyen””

Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha annunciato che “abbiamo ascoltato la presidente del Parlamento Europeo e anche Ursula von der Leyen, che ha condiviso con noi alcune idee sul futuro dell’Ue. Poi abbiamo avuto la cena: è stata una buona occasione per scambiarsi opinioni e preparare il Consiglio Europeo della prossima settimana a Bruxelles. La conversazione va nella giusta direzione, credo, ma non c’è alcun accordo stanotte, in questa fase. Secondo Michel, devono essere prese “due decisioni”, una sulle cariche apicali e l’altra sull’agenda strategica dell’Ue.

Penso che sia un nostro dovere collettivo – aggiunge – prendere una decisione entro giugno. I 27 leader devono lavorare duramente per assicurare un accordo” sui vertici e sull’agenda strategica. Per Michel “era chiaro sin dall’inizio  la cena di oggi serviva affinché ognuno potesse “ascoltare tutti gli altri”, assicurando “trasparenza” al processo decisionale. Se ci sarà una maggioranza a favore del trio Ursula von der Leyen-Antonio Costa- Kaja Kallas “si chiarirà la prossima settimana. La conversazione di oggi è stata un passaggio utile per preparare il prossimo Consiglio Europeo, ma la decisione” verrà presa in quella sede, conclude.

“Quando non si prendono decisioni nell’Ue, le cose possono sempre andare in direzioni diverse. Ma non penso che avremo un remake del 2019, quando ci fu una grande tombola, con tutto sospeso per tre giorni. Non sembra essere così ora, è tutto molto più chiaro”, dichiara il premier olandese Mark Rutte, al termine della cena tra i leader Ue. “Non siamo ancora al punto – continua – di prendere decisioni sulle cariche apicali. Ne abbiamo discusso, continueremo le consultazioni. Bisogna procedere passo per passo adesso”. Su Ursula von der Leyen, tra i Liberali “abbiamo una visione chiara su questo, ma non la condivido ora”.

Orban: “Accordo Ppe-Pse-Renew per spartirsi vertici”

Oggi a Bruxelles la volontà del popolo europeo è stata ignorata. Il risultato delle elezioni europee è chiaro: i partiti di destra si sono rafforzati, la sinistra e i liberali hanno perso terreno. Il Ppe, invece, invece di ascoltare gli elettori, alla fine si è alleato con i socialisti e i liberali: oggi hanno stretto un accordo e si sono spartiti i vertici dell’Ue”, afferma via social il premier ungherese Viktor Orban, al termine della cena informale a Bruxelles.

“A loro – continua – non interessa la realtà, non si preoccupano dei risultati delle elezioni europee e non si preoccupano della volontà del popolo europeo. Non dovremmo essere ingenui: continueranno a sostenere l’immigrazione e a inviare ancora più denaro e armi alla guerra Russia-Ucraina”. “Non cederemo a questo – conclude – uniremo le forze della destra europea e lotteremo contro i burocrati favorevoli all’immigrazione e alla guerra”.

Scholz: “No sostegno destra per presidente Commissione”

leader Ue troveranno una “soluzione rapida” sulle cariche apicali dell’Ue per la prossima legislatura e il presidente della Commissione Europea non dovrà basarsi sul “sostegno” decisivo di forze “di destra” o “populiste”, dato che la maggioranza della scorsa legislatura (Ppe, S&D e Renew) nel complesso regge, aveva detto il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, prima di entrare al Consiglio per la cena dei leader. “Ci riuniamo qui – ha affermato – dopo le elezioni europee che, nonostante tutto, hanno portato una cosa: una maggioranza stabile delle piattaforme politiche, che finora hanno lavorato fianco a fianco al Parlamento Europeo: Partito Popolare, Socialdemocratici e Liberali. Ce ne sono anche altri che si inseriscono politicamente, ma essenzialmente questa è la base per sostenere la presidenza della Commissione”.

Summit in Svizzera, Zelenski soddisfatto per l’elevato numero dei Paesi partecipanti nel mondo-101-per il primo vertice di pace giusta ed inaugurale

 

 

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, arrivato intorno a mezzogiorno nel resort affacciato sul Lago dei Quattro Cantoni nel territorio comunale di Stansstad (Canton Nidvaldo), dove si tiene il vertice organizzato dal governo svizzero ha espresso la sua soddisfazione per il  summit sulla pace in Ucraina al Buergenstock, nella Svizzera centrale, “insieme, stiamo facendo il primo passo verso una pace giusta basata sulla Carta delle Nazioni Unite e sui principi fondamentali del diritto internazionale”. .

Al via in Svizzera summit per la pace in Ucraina
Siamo riusciti a riportare nel mondo l’idea che gli sforzi congiunti possono fermare la guerra e stabilire una pace giusta. Questa idea funzionerà sicuramente, perché il mondo ha potere”, ha detto poi il presidente ucraino inaugurando il summit.

Siamo riusciti a riunire, per ora, 101 Paesi e organizzazioni internazionali – ha continuato Zelensky – è il numero di partecipanti che si è registrato qui in Svizzera, per il primo vertice di pace inaugurale. Alcuni altri Paesi e leader hanno mostrato interesse per il nostro vertice e hanno risposto all’impulso pacificatore del formula di pace, anche se oggi non sono presenti al primo vertice”.

“Ringrazio ognuno di voi, che ha contribuito alla formula della pace – ha proseguito – che è stata presentata all’incontro del G20 in Indonesia. Si sono svolti quattro incontri di consiglieri per la sicurezza nazionale: ogni incontro ha avvicinato il mondo a questo vertice”. Zelensky ha citato gli incontri di Copenhagen, in Danimarca; di Gedda, in Arabia Saudita; di Malta e infine di Davos. “E’ stato dopo quell’incontro che è diventato chiaro, durante la mia visita in Svizzera, che eravamo pronti” per il summit che si tiene oggi e domani in un resort con vista sul Lago dei Quattro Cantoni (o Lago di Lucerna).

Conferenza di pace con l’assenza (prevista) di  Russia e Cina

Tuttavia, la ‘conferenza di pace’ in terra elvetica parte  senza la Russia, uno dei due belligeranti, e soprattutto con l’assenza della Cina,  un partner fondamentale per Mosca: senza i microchip cinesi l’apparato militare-industriale russo avrebbe molte più difficoltà ad alimentare la continuazione della guerra in Ucraina. Un’altra defezione pesante è arrivata ieri: quella del presidente brasiliano Inacio Lula da Silva, che notoriamente non nutre grande simpatia per Zelensky.

La vice presidente USA , Harris annuncia 1,5 mld dollari per energia e assistenza a civili

La vice presidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, ha annunciato nuovi aiuti all’Ucraina per oltre 1,5 miliardi di dollari attraverso Usaid ed il Dipartimento di Stato. Stando a una nota della Casa Bianca, 500 milioni di dollari sono stati stanziati per l’assistenza energetica e altri 324 milioni di fondi precedentemente annunciati sono stati reindirizzati verso il fabbisogno energetico di emergenza dell’Ucraina. Questo denaro servirà a riparare le infrastrutture energetiche danneggiate dagli ultimi attacchi russi, ampliare la produzione di energia, incoraggiare gli investimenti del settore privato e proteggere le infrastrutture.

Harris, che oggi avrà un nuovo faccia a faccia con Zelensky, ha annunciato anche 379 milioni di dollari in assistenza umanitaria per aiutare a rispondere ai bisogni urgenti dei rifugiati, degli sfollati interni e delle comunità colpite dal conflitto. In collaborazione con il Congresso, infine, il Dipartimento di Stato prevede di fornire ulteriori 300 milioni di dollari in assistenza per aiutare le guardie di frontiera ucraine e le forze dell’ordine a operare in sicurezza in prima linea.

 Putin chiede a Zelensky di rinunciare ad aderire alla Nato e ad abbandonare diverse regioni

Intanto ieri, alla vigilia della conferenza,il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto all’Ucraina in pratica, di arrendersi, ritirando le sue truppe dal sud e dall’est del Paese e di rinunciare ad aderire alla Nato. Per Putin, Kiev dovrebbe abbandonare le regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, malgrado la Russia non controlli interamente nessuna delle quattro. Richieste che Zelensky ha paragonato agli “ultimatum che Adolf Hitler lanciava ai Paesi che era prossimo a conquistare, respingendo l'”ultimatum”. Non esattamente uno scambio che faccia presagire una pace imminente.

Già in passato, e più di una volta, il presidente russo ha prospettato l’ipotesi di arrivare a una soluzione negoziale. In realtà, Mosca ha sempre posto basi inaccettabili per l’Ucraina, a partire dalla rinuncia di Kiev ai propri territori. Ora, mentre Zelensky in Svizzera accoglie 90 leader per una conferenza sulla pace, Putin vuol tornare protagonista.   E lancia la sua assurda (e “farsesca”) proposta di pace.

. L’Institute for the study of war (Isw), think tank americano che monitora l’andamento del conflitto iniziato a febbraio 2022, comunica che la proposta di Putin non può essere ritenuta credibile per una serie di motivi.

Richieste inaccettabili di Putin

La “continua aggressione della Russia contro l’Ucraina” dimostra che Mosca non ha “alcun reale interesse nella pace. Le richieste inaccettabili di Vladimir Putin mirano a legittimare l’invasione e a minare gli sforzi di pace, mentre la Russia si riarma e si prepara per una lunga guerra”, ha detto via social l’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell secondo il quale “l’aggressore non può dettare le condizioni per il cessate il fuoco. La Carta delle Nazioni Unite e la Risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite per una pace globale, giusta e duratura in Ucraina, sostenuta da 141 Paesi, traducono in pratica i principi della Carta delle Nazioni Unite. Sono ansioso di partecipare al prossimo summit per la pace, che riaffermerà questo concetto”.

Gli impegni dell’Italia

I Paesi invitati al summit – che si tiene al Buergenstock, un resort con due hotel a cinque stelle, ristoranti e spa appollaiato sulle alture sopra Obbuergen, nel Canton Nidvaldo – sono stati circa 160. La conferenza del Buergenstock, luogo scelto perché può essere messo facilmente in sicurezza, pur essendo agevolmente raggiungibile (non questo weekend), arriva dopo che la guerra su larga scala in Ucraina è in corso da oltre due anni e poco dopo che i russi hanno scatenato, dal 10 maggio scorso, un’offensiva nell’oblast di Kharkiv, che tuttavia sembra aver perso slancio. La Russia, ha riconosciuto un alto ufficiale della Nato, ha compiuto qualche progresso nell’oblast di Kharkiv, ma con costi umani enormi: secondo la fonte, in maggio probabilmente le perdite russe sarebbero ammontate in media a circa “mille” uomini al giorno, un numero “astronomico”.

In generale, la Russia mantiene un “vantaggio quantitativo” nei confronti dell’Ucraina in “munizioni e uomini”. Per ora, comunque, le mancano munizioni e unità di manovra in quantità sufficiente da poter compiere progressi “significativi”. E la ripresa delle forniture di armi da parte dell’Occidente, dopo che gli Usa e L’Ue sono riuscite a superare temporaneamente le proprie difficoltà politiche interne, ha fatto davvero “la differenza” sul campo. la Nato si aspetta un intensificazione delle operazioni militari nelle prossime settimane, “specialmente a ridosso del summit di Washington”. In una guerra di attrito, la Russia mantiene un vantaggio naturale sull’Ucraina, essendo molto più grande e più popolata: non solo, può agevolmente bombardare gli impianti industriali ucraini, mentre Kiev ha molta più difficoltà a fare lo stesso con quelli russi.

La Nato intende rendere strutturali gli aiuti militari a Kiev, per almeno 40 mld di euro l’anno. L’Italia, con il  ministro della Difesa Guido Crosetto, si è opposta, malgrado continui a inviare aiuti militari e stia preparando il nono pacchetto per Kiev. Il ministro ha fatto notare che già oggi, con il nuovo patto di stabilità, per il nostro Paese è “problematico” rispettare il target del 2% del Pil destinato alla difesa, che avrebbe dovuto raggiungere quest’anno, in base agli impegni presi nel 2014. “Non possiamo aggiungere altri obiettivi ambiziosi, anche perché non ho l’abitudine di prendere impegni che poi so di non poter rispettare”, ha aggiunto Crosetto, notando, non per la prima volta, che sarebbe il caso di coordinare le politiche Nato con quelle che si decidono a livello Ue, dove la riforma del patto di stabilità proposta dalla Commissione è stata notevolmente irrigidita per volontà della Germania.