Il Presidente Mattarella ha ricevuto il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, S.A. lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, in visita di Stato

 

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Presidente degli Emirati Arabi Uniti, in visita di Stato

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Presidente degli Emirati Arabi Uniti, in visita di Stato

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella accoglie lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Presidente degli Emirati Arabi Uniti, in visita di Stato

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Presidente degli Emirati Arabi Uniti, in visita di Stato

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Presidente degli Emirati Arabi Uniti, in visita di Stato

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Presidente degli Emirati Arabi Uniti, in visita di Stato

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Presidente degli Emirati Arabi Uniti, in visita di Stato

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Presidente degli Emirati Arabi Uniti, in visita di Stato

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Presidente degli Emirati Arabi Uniti, in visita di Stato

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Presidente degli Emirati Arabi Uniti, in visita di Stato

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Presidente degli Emirati Arabi Uniti e il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, S.A. lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, in visita di Stato, intrattenendolo successivamente a pranzo.
Erano anche presenti il Presidente del Senato della Repubblica, Ignazio La Russa, il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, la Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri-Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, e il Presidente della Corte costituzionale, Giovanni Amoroso.

Germania, affluenza record dell’84%, “la priorità assoluta-afferma ora il vincente Merz- sarà l’indipendenza dagli Stati Uniti indifferenti all’Ucraina”

 

 

Elezioni in Germania, i risultati e le reazioni in diretta - La Stampa

 

 

La Cdu-Csu vince le elezioni federali in Germania, l’Afd sfonda il muro del 20% ed è la seconda forza nel paese dopo il crollo della Spd, che registra un crollo storico. I Verdi, in calo, sono il quarto partito in un Bundestag frazionato. Friedrich Merz, leader della Cdu, sarà il prossimo cancelliere e raccoglierà l’eredità di Olaf Scholz. L’obiettivo è formare un esecutivo stabile, ma il cammino per arrivare al traguardo rischia di complicarsi in base ai risultati definitivi del voto, in archivio con l’affluenza record dell’84%, la più alta dal 1990.

Le proiezioni e i seggi, le circoscrizioni elettorali

L’emittente Ard ha fornito alcune proiezioni che riportiamo in attesa dei risultati definitivi . Cdu-Csu al 28,6%, Afd al 20,4%, Spd al 16,3%, Verdi al 12,3% e Linke all’8,5% . La ripartizione dei seggi potrebbe variare in caso di ‘promozione’ di Fdp – il partito liberale – o della Bsw di Sahra Wagenknecht che si collocano per ora sotto o nei pressi della soglia di sbarramento del 5%.

Il nuovo esecutivo appare legato alla coalizione Cdu-Spd, ma il binomio potrebbe non essere sufficiente per formare una maggioranza. Potrebbe essere necessaria un terz o polo: riflettori puntati sui Verdi o, in caso di ingresso al Bundestag, dei liberali.

Questo secondo voto rappresenta la percentuale finale di seggi che il partito avrà al Bundestag. Sono ammessi al riparto solo i partiti che conseguono almeno il 5% dei voti o almeno tre mandati diretti. Alle elezioni corrono 29 partiti

Merz: “Priorità assoluta   Germania indipendente dagli Stati Uniti  visto che sono indifferenti al futuro dell’Ucraina””

“Abbiamo vinto queste elezioni del Bundestag 2025. La cosa principale è creare un governo stabile il più rapidamente possibile. Il mondo là fuori non ci sta aspettando. Ora dobbiamo essere capaci di agire rapidamente”, dice Merz, che delinea anche il ruolo della ‘sua’ Germania nello scacchiere internazionale.

Per me la priorità assoluta sarà raggiungere l’indipendenza dagli Stati Uniti” sul tema della difesa, “dalle dichiarazioni rilasciate la scorsa settimana, sembra chiaro che gli Stati Uniti sono relativamente indifferenti al futuro dell’Ucraina”, dice, ribadendo la sua posizione sull’invio di soldati tedeschi da dispiegare nell’ambito di una forza di peacekeeping in Ucraina. “La vedo come il cancelliere: al momento non è affatto un tema”, afferma sposando la linea indicata sinora da Scholz.

Scholz si prepara ad uscire di scena

Il cancelliere uscente  si prepara a uscire di scena. “Mi assumo la responsabilità di questa sconfitta amara. Non sarò il capo negoziatore della Spd. Qualcun altro dovrà condurre i negoziati con l’Unione. Se la Spd dovesse negoziare con l’Unione, i socialdemocratici dovrebbero trovare un negoziatore.

Trump, il demone che distrugge i valori della libertà e della saggezza con la richiesta di soldi all’Ucraina che si pensava di liberare dal tiranno Putin

 

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DI   RAFFAELE LANZA

 

Adesso la novità è che l’ Ucraina avrebbe un debito” con gli Stati Uniti per i miliardi  concessi al leader ucraino. Nel suo discorso alla convention dei conservatori americani di Washington, il presidente americano è autore pubblico più spregevole dei valori umani : “Sto cercando di recuperare i soldi, voglio che ci diano qualcosa per tutti i soldi che abbiamo messo” sul terreno per Kiev. Ed è per questo che chiediamo terre rare e petrolio, tutto quello che possiamo ottenere”. Trump, aggiunge, di non voler essere ricordato come un conquistatore. “La mia speranza è che la mia più grande eredità sia quella di essere un pacificatore, non un conquistatore”

 

Le  mani di Trump  sul mondo

Altro che la difesa dei valori della libertà e del saper vivere nel mondo. Trump “distrugge” l’immagine positiva del suo onesto predecessore che ha affiancato l’Ucraina economicamente per fermare    e/ o rallentare i ritmi di guerra del  tiranno leader russo Putin.        Biden non chiese nulla in cambio.   

Neppure un accenno di Trump alla violazione del diritto internazionale di Putin, considerato criminale ricercato in Europa dall’Aja, ma parla di soldi tanti soldi  in questa riunione di demoni ed indiavolati uomini del potere mondiale -Olimpo del mondo intero -come se questi avessero  eguale peso ai valori della vita, della libertà, della famiglia degli ucraini e di tutte le nazioni europee.

No, non siamo di fronte ad uomini normali ma ad un altro girone dell’Inferno dove Trump con i suoi demoni più raffinati e dorati vuole interpretare il ruolo di Caronte e trasportare Putin e Zelenski, ciascuno sulla propria sponda, per dare un monito al mondo intero:”Chi non sta alle condizioni di questo nuovo demone (Trump) il mondo è avvertito..”

Come avrebbe potuto firmare la cessione delle terre rare agli Usa se da questa operazione voltastomaco, in una riunione che ha sapore nazista nella forma più evidente del saluto, traspare una bella presa per i fondelli e l’invio “a quel paese”  di Zelenski dopo le tante sofferenze patite da quest’ultimo e dal suo popolo?

Trump è uno sciacallo dei nostri tempi, un demone che per i pensieri che tiene in testa dovrebbe stare lontano pure dall’Italia e dal nostro Presidente  Sergio Mattarella di cui tutta l’Italia è orgogliosa di come rappresenta e difende i valori della libertà e della pace.

Dove sono i valori della liberta’ , della saggezza, della pace, dell’amore fraterno?
Afferma candidamente Trump :”Sto trattando con il presidente Zelensky. Sto trattando con il presidente Putin. Sto cercando di ottenere i soldi indietro o garantiti”  affermando che l’Europa “ha dato i soldi all’Ucraina sotto forma di prestito, hanno riavuto i loro soldi. Noi non li abbiamo dato sotto forma di nulla. Quindi voglio che ci diano qualcosa per tutti i soldi che abbiamo messo”.

, “Stiamo chiedendo terre rare e petrolio, tutto ciò che possiamo ottenere” ha insistito il presidente, che ha ribadito l’impegno a “cercare di porre fine a tutte queste morti”. “Ci riprenderemo i nostri soldi perché non è giusto. Vedremo, ma credo che siamo abbastanza vicini a un accordo, e sarà meglio che lo siamo perché la situazione è stata orribile”.

Se questi sono i presupposti per arrivare alla pace, se Putin “vuole ad ogni costo dare l’annuncio della vittoria”, con il placet di Trump, se Zelenski eroe della libertà dei popoli deve essere ancora umiliato,se l’Europa non ha mai pensato ad avere un esercito e una polizia autonoma e propria, se la Difesa degli Stati europei non ha mai pensato in questo secolo di dotarsi di armi speciali come deterrente, allora -poveri noi – siamo davvero messi male un pò tutti   Risuonano le parole del leader ucraino: “I prepotenti avranno sempre la meglio…!   Sotto a chi tocca la prossima volta..

Liberazione di ostaggi nella mattinata di oggi Altri 602 prigionieri palestinesi usciranno dalle carceri di Israele

 

Quattro bare e la foto di Netanyahu come vampiro. Hamas consegna i corpi degli ostaggi

 

 

 

 

Liberati 5 ostaggi nella mattinata di oggi, sabato 22 febbraio. Tal Shoham e Abera Mengistu, dopo essere saliti sul palco allestito da Hamas per la loro liberazione, sono stati consegnati alla Croce rossa internazionale che a loro volta li ha affidati alle Idf a Gaza.

Altri tre ostaggi – Eliya Cohen, Omer Shem Tov e Omer Wenkert – sono stati consegnati alla Croce rossa internazionale dopo essere saliti sul palco a Nuseirat, nel centro di Gaza, prima del rilascio da parte di Hamas. Anche loro sono stati affidati all’Idf.

Hamas ha intanto dichiarato di essere pronto a “uno scambio totale di prigionieri con Israele”, ovvero a liberare tutti gli ostaggi ancora trattenuti, in cambio della fine permanente della guerra, del ritiro delle Idf dall’enclave palestinese e della ricostruzione della Striscia di Gaza.

Il sesto e ultimo ostaggio, Hisham al-Sayed, rapito nel 2015, verrà liberato in un altro luogo e senza una cerimonia pubblica. E questo per ”rispetto alla comunità beduina”, ha denunciato l’Idf. Al-Sayed è trattenuto a Gaza dal 2015 e dove essere rilasciato a Nuseirat insieme ad altri tre ostaggi, ma all’ultimo minuto Hamas ha fatto sapere che verrà liberato separatamente ”senza cerimonie”. In una nota l’Idf ha scritto che “Hamas non terrà la sua ‘cerimonia’ per l’ostaggio Hisham al-Sayed nel rispetto della comunità beduina-israeliana, non esponendolo a questa esperienza disumanizzante e traumatica”. Le Idf si sono chieste: “Dov’era questo ‘rispetto’ per la comunità arabo-israeliana quando hanno tenuto Hisham in ostaggio per oltre un decennio?”.

Omer Shem Tov ha baciato sulla testa due miliziani di Hamas in segno di gratitudine mentre era sul palco durante la liberazione. La scena è stata ripresa in diretta dalle telecamere presenti e condivisa sui media. Rapito dal festival Nova e tenuto prigioniero insieme ai suoi amici Mia e Itai Regev, Omer Shem Tov ha salutato sorridente e alzato il pollice durante le operazioni di rilascio.

Dalle prigioni di Israele usciranno oggi  602 prigionieri palestinesi

La giornata odierna prevede la liberazione di sei ostaggi.  In cambio Israele libererà 602 prigionieri palestinesi dalle sue carceri. Tra questi, 60 prigionieri erano stati condannati a lunghe pene detentive, 50 a ergastolo.

Questa è l’ultima tornata di rilasci previsti dalla fase iniziale di sei settimane dell’accordo di cessate il fuoco entrato in vigore il 19 gennaio. Il passo finale della prima fase dell’accordo sarà la consegna di altri quattro corpi di ostaggi la prossima settimana.

Sul palco preparato da Hamas a Rafah ci sono i soliti cartelli con messaggi tra cui “Noi siamo il diluvio”, così come armi e attrezzature militari che il gruppo sostiene siano state rubate alle Idf il 7 ottobre 2023. Una delle armi è una pistola su cui il gruppo ha scritto ‘Ravshatz’, l’acronimo ebraico del capo della squadra di sicurezza locale di una comunità, a indicare che è stata presa a un individuo ucciso dai terroristi durante l’attacco del 7 ottobre.

PAROLA D’ORDINE DI PUTIN:”SCREDITARE ZELENSKI E FUNZIONARI CORROTTI”

Vladimir Putin

 

 

 

La Russia mira a seminare disperazione tra gli ucraini, destabilizzare la situazione nel paese e screditare l’Ucraina tra i suoi alleati.

I servizi segreti russi hanno in programma di diffondere la narrazione che “l’Ucraina è stata tradita” dall’Occidente e dagli Stati Uniti, ha affermato HUR. La propaganda russa continuerà inoltre a mettere in discussione la legittimità del presidente Volodymyr Zelensky e “dei funzionari ucraini corrotti che rubano gli aiuti statunitensi”.

I servizi di intelligence militare ucraini affermano inoltre che il Cremlino potrebbe sfruttare i comunicati di Trumpta per imporre al mondo le sue condizioni di pace, tentando di dipingere i governi europei che sostengono Kiev come “nemici della pace”.

Possibile incontro Trump-Putin entro fine febbraio Intanto la Russia attacca ancora con i raid aerei e droni

 

Donald Trump e Vladimir Putin  - (Afp)

 

 

 

Mentre proseguono i raid della Russia, sembra diventare realtà l’incontro Trump-Putin entro febbraio prossimo. Un nuovo vertice è stato organizzato per oggi a Parigi sull’Ucraina e sulla sicurezza con la partecipazione di altri leader europei e non.

LA  RUSSIA PROSEGUE NEI SUOI ATTACCHI AEREI

Un “massiccio” attacco russo alla città portuale di Odessa, nel sud-ovest dell’Ucraina, ha lasciato una vasta area residenziale senza riscaldamento né elettricità. Lo ha riferito il sindaco Gennadiy Trukhanov su Telegram. “A seguito di un massiccio attacco nemico su un’area densamente popolata della città, in gran parte dei quartieri residenziali mancano elettricità, acqua e riscaldamento”, ha affermato, aggiungendo che 14 scuole e oltre 500 abitazioni sono senza elettricità e che almeno una persona era stata ricoverata in ospedale.

Cremlino: “Possibile incontro Trump-Putin entro fine febbraio”

L’incontro tra i presidenti russo e statunitense, Vladimir Putin e Donald Trump, potrebbe svolgersi prima della fine di febbraio, ma è possibile anche si tenga più avanti ha sottolineato durante un punto stampa il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, . Nelle scorse ore Trump ha indicato come “probabile” un incontro con Putin prima della fine del mese.

I colloqui tra Russia e Stati Uniti che si sono svolti a Riad hanno rappresentato un passo “molto importante” verso una futura soluzione della crisi in Ucraina, ha dichiarato ancora Peskov aggiungendo: “È stato compiuto un passo molto, molto importante verso la creazione delle condizioni per un accordo di pace favorevole”. Russia e Stati Uniti hanno dimostrato “la necessaria volontà politica”.

Lunedì Macron ha dichiarato di essere pronto a parlare con Putin al momento opportuno. “No”, ha risposto Peskov quando gli è stato chiesto se Parigi avesse già contattato il Cremlino in merito a questo colloquio.

Putin nominerà il capo negoziatore di Mosca per l’Ucraina sulla base di chi verrà indicato dagli Stati Uniti, ha poi sottolineato. “Innanzitutto, la parte americana ci informerà si chi sarà il suo principale negoziatore per gli affari ucraini. A seconda di chi sarà, il nostro presidente prenderà una decisione sul nostro rappresentante, che sarà la sua controparte”, ha detto Peskov.

Nuovo vertice a Parigi

Dopo il vertice di lunedì, a cui ha preso parte anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, oggi a Parigi va in scena il bis: un’altra riunione sull’Ucraina e sulla sicurezza con la partecipazione di altri leader europei e non.   Motivazione: la  Russia rappresenta ”una minaccia esistenziale per l’Europa”.

Caso Almasri, la Corte penale internazionale apre il procedimento ,chiede spiegazioni all’Italia sulla liberazione,” entro 30 giorni la risposta”

 

Bandiera della Corte penale internazionale (Fotogramma/Ipa)

Nell’immagine rappresentata la bandiera -simbolo della Corte penale internazionale

 

 

Sulla graticola dell’Aja ancora il ministro Nordio e la Meloni. La Corte penale internazionale ha notificato al governo italiano l’avvio di una procedura sul caso Almasri. Nel documento si chiede di spiegare “la mancata consegna” del generale libico entro 30 giorni. In pratica il governo italiano avrà tempo per fornire le “proprie osservazioni” fino al 17 marzo prossimo.

Nella nota della Corte dell’Aja si ricostruisce l’intero caso, dalla richiesta di un mandato di arresto a ottobre del generale libico per crimini contro l’umanità all’arresto a Torino, arrivando poi alla  liberazione e al rimpatrio -od espulsione come dicono le autorità italiane -.

Sul rilascio del generale le opposizioni hanno presentato  una mozione di sfiducia al ministro della Giustizia Carlo Nordio che approderà in Aula martedì prossimo 25 febbraio.

I rischi per il ministro in carica  si configurerebbero – oltre al danno di immagine, già concretizzatasi in Italia -nei Paese europei per il “reato di Omissione di collaborazione con l’Ue” e, quindi un congelamento temporaneo del Passaporto personale…

Zelenski pronto per la fine della guerra ma “con garanzie che Putin non possa riaccenderla”

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky

 

Zelensky pubblicamente ha affermato di “essere pronto  a qualsiasi forma di dialogo” con Vladimir Putin per la fine della guerra se avesse “la consapevolezza che l’America e l’Europa non ci abbandoneranno”. “Il piano di Donald Trump per una rapida soluzione in Ucraina non deve solo fermare la guerra, ma anche garantire che non possa più esserci alcuna aggressione russa”…

Il leader ucraino, le cui parole arrivano dopo aver saputo della telefonata di Donald Trump conm il leader russo Vladimir Putin , ha spiegato che Kiev non vuole ripetere l’esperienza degli accordi di pace e dei colloqui che non hanno prodotto risultati negli anni precedenti l’invasione su vasta scala di Mosca del febbraio 2022. “A tal fine – ha affermato – è necessario fornire garanzie di supporto e sicurezza“.

Un conflitto congelato porterà a  aggressioni senza fine. Chi vincerà i premi e passerà alla storia come vincitore? Nessuno. Sarà una sconfitta assoluta per tutti, sia per noi, come è importante, sia per Trump”, ha detto Zelensky, sottolineando che “se avessi la certezza che l’America e l’Europa non ci abbandoneranno, ci sosterranno e forniranno garanzie di sicurezza, sarei pronto a qualsiasi formato di dialogo”. L’obiettivo, ha puntualizzato Zelensky, non è semplicemente porre fine alla guerra, ma impedire a Putin di riaccenderla.

Si gioca in politica al rimpallo della palla: l’AIA accusa il Ministro Nordio di non aver firmato il mandato di arresto del criminale libico. Nordio accusa i giudici di “incongruenze procedurali ” L’intero mondo afferma invece che l’Italia non ha piu’ il senso della morale

 

Disp. You tube-(Tg )

La liberazione del criminale libico, rimpatriato in Libia con aereo di Stato, costerà probabilmente la poltrona della premier Meloni e di oltre mezzo governo se  l’Italia vorrà avere un credo      politico onesto e corretto

Il confronto tra l’Esecutivo e i giudici della Cpi si gioca su un piano tecnico / procedurale in una vicenda costata l’iscrizione nel registro degli indagati  di mezzo governo,del ministro Nordio per favoreggiamento e omissioni di atti di ufficio dopo una denuncia trasmessa dalla Procura di Roma al tribunale dei ministri.

Si apprende che il ministro Nordio adesso , come annunciato in Parlamento, vuol inviare  all’Aja un documento per chiedere alla Cpi spiegazioni sulle incongruenze nelle procedure attivate per il mandato di arresto del  criminale /generale libico. Il 5 febbraio in Parlamento, Nordio ha parlato di errori e di “nullità” del mandato di arresto spiccato il 18 gennaio dalla Corte. “E’ arrivato in lingua inglese senza essere tradotto, con una serie di criticità che avrebbero reso impossibile l’immediata adesione del ministero alla richiesta arrivata dalla Corte d’appello” di Roma

. Un atto – secondo il  ministro che oggi  informa di essere più determinato per  “andare avanti” sulla riforma della giustizia – caratterizzato da “incertezza assoluta” a cominciare, ha sottolineato, “dalla data in cui sarebbero avvenuti i crimini: si dice a partire dal marzo 2015 ma nel preambolo si parlava del febbraio 2011, quando Gheddafi era ancora al potere”. Nell’atto che verrà trasmesso all’Aja, il ministero potrebbe fare riferimento agli “incomprensibili salti logici” presenti a dire del ministro nel dispositivo della pre-trial Chamber della Corte penale internazionale. “Le conclusioni del mandato di arresto risultavano differenti rispetto alla parte motivazionale”…

All’Aja potrebbero arrivare anche altre denunce dopo quella presentata da un cittadino sudanese vittima delle torture del generale libico e in cui si tirano in ballo, oltre al ministro della Giustizia, anche la premier Meloni e il ministro Piantedosi. Secondo la segnalazione, non consegnando il generale alla Cpi, il presidente del Consiglio e i ministri “hanno abusato dei loro poteri esecutivi per disobbedire ai loro obblighi internazionali e nazionali”.

L’iniziativa del rifugiato potrebbe avere molti esempi similari  . “Stiamo valutando di presentare altre denunce alla Corte”, annuncia l’avvocato Omer Shatz, direttore di Front-Lex. Sul fronte interno, intanto, muove i primi passi l’indagine del tribunale dei Ministri dopo l’invio degli atti da piazzale Clodio. I giudici procederanno in primo luogo all’acquisizione e all’analisi degli atti in attesa della memoria difensiva da parte degli indagati. Favoreggiamento e peculato i reati contestati a Meloni, Piantedosi e al sottosegretario Mantovano.

 

Per Nordio il procuratore della Capitale, Francesco Lo Voi, individua anche condotte omissive. Fattispecie che sarebbero legate alle “mancate interlocuzioni” con la Corte d’Appello di Roma e anche al non avere firmato la richiesta di un nuovo mandato di cattura per il generale libico.

Una iniziativa che gli uffici di via Arenula avevano suggerito di fare inviando al ministro Nordio una bozza il 20 gennaio, 24 ore prima della liberazione del cittadino libico. Del profilo penale previsto dall’articolo 328 del codice, non citato nella denuncia presentata dall’avvocato Luigi Li Gotti, è stato lo stesso Nordio a parlarne nel corso dell’informativa.

Ricostruendo il mosaico emerge che il 18 gennaio la Cpi comunica informalmente che sta per emettere un mandato di cattura per Almasri che verrà inviato all’Italia e ad altri sei Paesi. Il mandato viene emesso qualche ora dopo e inviato al magistrato di collegamento. All’atto è allegata una nota in cui i giudici dell’Aja chiedono di essere informati in caso di problemi per l’esecuzione del mandato. Il giorno dopo l’incartamento è trasmesso a via Arenula dove, nel frattempo, era stata inviata la comunicazione della Digos di Torino sull’arresto. Il 20 gennaio la Corte d’Appello informa dell’errore procedurale, ossia di non avere informato il ministero prima del fermo, e si sollecita un intervento: un nuovo ordine d’arresto che viene redatto ma non firmato dal capo del dicastero..

Trump, disco rosso permanente di una giudice all’ordine del Presidente, del diritto ius soli per figli migranti

 

Donald Trump (Fotogramma/Ipa)

 

 

 

Attacco ai poteri del Presidente Trump. Ci riprova oggi una  giudice federale del Maryland  che ha emesso oggi una nuova sentenza per bloccare l’ordine con cui Donald Trump intende negare il diritto alla cittadinanza per nascita, lo ius soli all’americana, ai bambini nati negli Stati Uniti da migranti senza documenti o con permessi di soggiorno temporanei.

 La sentenza della giudice Deborah L. Boardman è più ampia, si applica infatti a livello nazionale, e permanente di quella analoga emessa lo scorso 23 gennaio, valida solo per due settimane, da un altro giudice federale di Seattle.  Un vero braccio di ferro con Trump che si dichiara certo di superare l’inghippo giudiziario.

La giudice del Maryland afferma: “L’ordine esecutivo è in contraddizione con il 14esimo emendamento, con 125 anni di precedenti della Corte Suprema e con i 250 anni di storia della nostra nazione” fondata sul diritto alla cittadinanza per nascita, ,e la Corte Suprema ha in passato rigettato l’interpretazione restrittiva del 14esimo emendamento data da Trump.

“Nessun tribunale di questo Paese ha mai sostenuto l’interpretazione del presidente, e questo non sarà il primo”, ha poi concluso accogliendo il ricorso di cinque donne incinte che non hanno documenti legali negli Usa e due associazioni che tutelano i diritti dei migranti. La giudice ha giustificato il fatto di sospendere l’entrata in vigore dell’ordine a livello nazionale con la motivazione che una di queste associazioni ha membri in tutti gli Stati, comprese centinaia di donne che partoriranno nelle prossime settimane bambini ai quali si vuole garantire il diritto di essere cittadini americani.