Max Rasa e il nuovo brano di sfida contro il tumore perchè esiste un’energia superiore:la Vita

Mai come in questo momento, il nuovo singolo di Max Rasa pare essere vero e utile.
Nelle note romantiche ma forti, nella melodia tra il tradizionale e il rock lento, nella voce profonda e toccante del cantautore, la canzone trova lo stesso coraggio dell’artista, esorcizzando – ma soprattutto sfidando – la malattia.
Max, che è stato realmente in sala operatoria per un tumore, approda al mercato discografico con un brano tutt’altro che commerciale ma immediato e orecchiabile.
Ce la si può fare, esiste un’energia superiore chiamata VITA. Questo il senso del bellissimo messaggio che, in tale momento storico, pare dover diventare un mantra così che la malattia ti faccia sentire e vedere il tempo non più come una muraglia invalicabile, ma solo un intervallo di “Vuoto apparente”.
Al brano hanno partecipato Michele Bonivento (arrangiatore, produttore e keyboards), Stefano Ottogalli (chitarra), Paolo Andriolo (basso) e Vincenzo Tosetto (attore nel videoclip). Realizzato nello studio Good Wind Music, il videoclip è stato prodotto da Pietro Vettore.
Note biografiche

Veneziano, è un cantante e autore di canzoni.
Lui dice di sé: “Non vivo di musica, ma la musica è la mia vita”.
Attualmente è il front man della “Cani Bastardi Band”, con un progetto pop rock, finalisti quest’anno (2021) di Sanremo Rock e Trend Festival che si terrà al teatro Ariston di Sanremo. Collabora con il noto musicista Michele Bonivento il quale è suo arrangiatore e produttore artistico ufficiale. Ama scrivere poesie e pensieri che lo aiutano poi, attraverso la composizione a trasformare un’idea in una canzone.

“Il Paracadute di Taccola”, esce sedicesimo album dell’artista Luca Bonaffini

 

Un singolo con un videoclip (online dal 12 marzo), malinconico ed emozionante, per Luca Bonaffini – cantautore di vecchia generazione che abbiamo imparato a conoscere negli anni Ottanta grazie a Pierangelo Bertoli, per il quale firmò tante canzoni – che guarda al passato.
“Il futuro ero” apre “Il paracadute di Taccola”, sedicesimo album dell’artista mantovano, con la regia di Maurizio Ferrandini (musicista e videomaker sanremese), un progetto di rara bellezza e soprattutto autenticità.
14 brani, arrangiati e prodotti insieme a Roberto Padovan che sarebbero stati bene su vinile, girando a velocità 33, in mezzo ai grandi dischi del cantautorato italiano. C’è tanto pop, ma anche tanta canzone d’autore nelle tracce del nuovo Bonaffini che, con questo CD, segna il secondo capitolo della trilogia dedicata “al volo”.
L’album, uscito in digitale, il 26 gennaio si farà “solido” per la Festa del Papà, il 19 marzo, che è anche il compleanno di Long Digital Playing (la label di Bonaffini e soci fondata tre anni fa) e quello del complice Roberto Padovan, instancabile compagno di merende del cantautore.
“Il paracadute di Taccola” arriva due anni e mezzo dopo “Il cavaliere degli asini volanti” e, a differenza di quest’ultimo, con spunti etnici e new age, contiene canzoni più tradizionali e concepite per essere suonate dal vivo.
Bonaffini, trent’anni fa, firmò la splendida “Chiama piano” che, grazie a Pierangelo Bertoli e Fabio Concato vinse il disco d’oro e successivamente fu anche protagonista del tour “Spunta la luna dal monte”, sostituendo Andrea Parodi dei Tazenda nell’interpretazione della parte in sardo.
Tra le tracce da segnalare presenti nel CD, troviamo “La perla bianca”, “Quella dolcezza che ha cambiato il mondo” e “Quando l’amore si faceva in bianco e nero”.
 Note d’autore

Compositore di musiche e autore di testi per canzoni, Luca Bonaffini si è affermato intorno alla fine degli anni Ottanta come collaboratore fisso di Pierangelo Bertoli, firmando per lui molti brani in album di successo, tra le quali “Chiama Piano“, all’interno dei quali compare anche come cantante, armonicista e chitarrista. Altre canzoni sue sono state interpretate anche da Patrizia Bulgari, Flavio Oreglio, Sergio Sgrilli, Fabio Concato, Nek, Claudio Lolli e ha scritto testi teatrali insieme a Dario Gay ed Enrico Ruggeri.
Ha pubblicato, come cantautore, diversi album aventi un unico filo conduttore, affrontando tematiche impegnate e sociali; ha vinto il Premio Rino Gaetano (1988) Targa critica giornalistica e il Premio Quipo (1999) al Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza (miglior progetto multimediale); ha partecipato al Festival del Teatro Canzone – Premio Giorgio Gaber (2005) e due volte al Premio Tenco (edizioni 2008 e 2012). Nel 2013 ha debuttato come scrittore con il libro La notte in cui spuntò la luna dal monte (edito da PresentArtSì), ispirato al suo incontro con Pierangelo Bertoli.

Nel 2015 Mario Bonanno ha pubblicato un libro dedicato ai suoi trent’anni di carriera, intitolato “La protesta e l’amore. Conversazioni con Luca Bonaffini” (edito da Gilgamesh editrice).

 

 

 

Il brano “Sarà stupendo”Dedicato ai tanti giovani che sognano la libertà e la normalità.

Dedicato ai  tanti giovani sognatori che cercano la   libertà . Un progetto de La Notte Vola, scritto da Fabio Castorino

 

Un inno alla speranza, alla voglia di tornare alla vita pre pandemia e una dichiarazione d’amore per la musica e per il suo potere di salvare e far sognare. Sarà stupendo è il brano di debutto della cantante Kenya, prodotto da Roxy Studio che da domani, 12 marzo, uscirà su tutti gli store. Il singolo, di cui è stato anche girato un videoclip, è un regalo de La Notte vola, brand siciliano di eventi nato nel 2015, al suo pubblico ed è dedicato ai tanti giovani, e non solo, che chiusi nelle loro stanze sognano di non vivere più una vita in DAD. È stato scritto da Fabio Castorino, testo e musica, distribuito da Roxy Studio Records, coordinatore artistico Vincenzo Canzone e produttore esecutivo Luigi Cortina. Il video è stato realizzato da Icona media & event. Partner Villa Boscogrande Natale di Maria Chef  e  Maximum Suite & SP. Il video è già su Youtube https://youtu.be/sHhlj3mHfPM.

Il commento del produttore Luigi Cortina de La Notte vola

«L’idea è nata dal team de La Notte Vola Eventi che, abituato a far ballare migliaia di persone, si è dovuto fermare obbligatoriamente – ha commentato Luigi Cortina, produttore esecutivo del progetto -. Quando torneremo a stare insieme sarà stupendo, proprio come il nome che abbiamo scelto per il brano. E lo sarà tornare ad abbracciarsi e a danzare senza mascherine e senza paura del contagio. Il singolo, affidato alla giovane voce di Kenya, è emozionante – conclude – e seppure il Covid19 nel testo non è mai menzionato, le sensazioni che evoca sono quelle che in questo momento accomunano tutto il mondo piegato dalla pandemia».

Tra onirico e magia, il video di Sarà Stupendo è ambientato in una dimora del ‘700

Il videoclip, un corto cinematografico ambientato all’interno di Villa Boscogrande, antica dimora palermitana, racconta la storia di una ragazza che al chiuso della propria stanza, guardando al pc foto e ricordi di prima dell’epidemia, si addormenta e sogna la vita che riparte. Così si risveglia sotto gli affreschi di una villa settecentesca, con indosso un abito principesco. Tra le stanze, ognuna con un diverso significato simbolico, incontra tre strumenti ormai silenziosi, un sax, bacchette da batteria e un microfono, che richiamano la band de La Notte Vola composta da un percussionista, un vocalist, un sassofonista oltre a un dj. Intrappolata in un milkbath, immersa fino al collo in una patina di acqua biancastra, cantando riesce ad evadere e liberarsi.

La cantante Kenya e il suo maestro Fabio Castorino

Maria Assunta Lo Giudice, ventiduenne nata a Palermo, ha scelto di chiamarsi Kenya in omaggio alla nazionalità che richiama la sua ricca chioma riccia. «La mia passione per la buona musica è stata trasmessa dal mio nonno materno e, nonostante lui non ci sia più, cerco di realizzare il nostro sogno». Frequenta l’accademia Roxy Studio di Fabio Castorino, ha partecipato a numerosi concorsi regionali e nazionali, si è già esibita in spettacoli musicali e concerti, in vari teatri. I suoi video su Youtube hanno raggiunto circa 49000 visualizzazioni. Ha partecipato a La Corrida – Dilettanti allo sbaraglio, condotta da Carlo Conti su Rai 1 con ottime recensioni. Nel 2021 ha prestato la voce al remix della canzone di Marcella Bella, “Nell’aria” di Ben dj.

Fabio Castorino è un imprenditore discografico. Nel 2002 ha fondato il Roxy Studio, studio di registrazione e formazione artistico musicale e professionale per la tecnologia del suono. Pianista, compositore e arrangiatore ha realizzato molteplici progetti discografici per la partecipazione di artisti a Sanremo GiovaniCastrocaroPremio Mia MartiniJe So Pazz e vari. Ha collaborato con manager e compositori di fama come Michele Torpedine e il maestro Adriano Pennino. Ha realizzato registrazioni per noti spot pubblicitari, doppiaggio di film con NetflixPier Francesco FavinoRicky Tognazzi, film Boris Giuliano. È Warner Official Supplier e ha registrato la cantante soprano Angela Gheorghiu. Nel 2016 ha ottenuto la certificazione Steinberg Official Trainig Center.

TESTO – LA NOTTE VOLA

Se Guardi dentro te
Saprai
Respira a fondo e poi vedrai
Lo stesso cielo sopra me e te
Che ci unisce e spazza via ogni limite
Ed è così
io aspetterò così
 
Ti accorgerai di quanto sia stupendo
Mi abbraccerai ma senza alcun rimpianto
Mai più nessuno impedirà
Respirerai la libertà
Ti accorgerai
Quanto sarà
Stupendo
 
Se cerchi dentro te
Saprai (vincerai ogni limite)
Respira a fondo e poi
Vedrai (amerai la tua libertà)
L’alba di un nuovo giorno in noi sarà
Tutti strapperemo via ogni maschera
 
Sarà è così
Vedrai sarà così 
 
Ti accorgerai di quanto sia stupendo
Mi abbraccerai ma senza alcun rimpianto
Mai più nessuno impedirà
Respirerai la libertà
Ti accorgerai
Quanto sarà
Stupendo
La fiamma di una candela
Nel cielo la luna piena
Abbiamo voglia di vivere
Mentre la notte vola
 
Potremo stare vicini
Giocare come bambini (Giocate senza stancarci mai)
Ballare senza stancarci mai
Mentre la notte vola
 
Mai più nessuno impedirà
Respirerai la libertà
Ti accorgerai
Quanto sarà
Stupendo

Se guardi dentro te
saprai
Che libero così sarai
Vedrai

SANREMO 2021 HA PERDUTO LA CLASSE E LA VERA VOCE MUSICALE – DIRIGENTI RAI “SENZA CONTROLLO” E COMPENSI ANCORA TROPPO ALTI ED OFFENSIVI

Sanremo 2021 la scaletta della quarta serata: ecco i cantanti e gli ospiti

 

Questa edizione del Festival di Sanremo è stata vinta dal gruppo musicale I Maneskin .Sanremo senza classe e troppe banalità.  La carta Fiorello si rivela scolastica , buona per l’animazione di gruppi di studenti di una scuola. Non per un palco come Sanremo  dove l’attenzione è internazionale.  Amedeus lo segue ma rivela i suoi limiti.  Fiorello gli serve probabilmente come “ombrello” E la signora della canzone italiana, Ornella Vanoni, ospite fuoriclasse in studio,anche se reperto archeologico, non manca di sottolineare (un pò polemicamente) che Fiorello non sa proprio cantare.  “Ma tu hai la passione per il canto? ironizza la Vanoni tra la sorpresa di Fiorello e di Amadeus.     Susseguono battute fuor di luogo e di cattivo gusto professionale

“Chiunque ci sarà si becca il malocchio di Fiorello: «Vi auguro una platea piena. Milioni di persone fuori dall’Ariston, ospiti internazionali. Vi diamo il pubblico ma spero che vada male, che faccia 5 milioni. Se c’è il pubblico vuol dire che le cose sono andate benissimo. Voglio vedere chi si prende questa patata bollente. Ma male, male, male deve andare».

Neppure la solitaria Orchestra accenna ad un applauso . Non sappiamo come il direttore Rai 1,   Stefano Coletta, possa definire«epico»questo festival nonostante gli ascolti siano stati ampiamente scarsissimi e deficitari (anche la quarta serata si ferma a 8.014.000 spettatori, 44,7% di share).  Lo avevamo previsto   -un fiasco pieno –    anche noi di Sud Libertà. E Stefano Coletta farebbe bene a nascondersi oppure a dimettersi da quell’incarico “pubblico”.  Ancora Vergogna….

Per queste stupidaggini, scelte deliberatamente dai dirigenti RAI, senza alcun c0ntrollo professionale da parte di chicchessia, abbiamo consentito che questi  “presentatori” Sanremo  si presentassero in Cassa a fine serata per un prelievo pur sempre milionario e, comunque esoso ed offensivo, aggiungiamo in questo periodo di pandemia. Vergogna!    

 

Sanremo 2021, vincono i Maneskin: il gran finale e il piacere della  normalità - L'Espresso

Al secondo posto Fedez e Francesca Michielin, al terzo posto il cantante che molti davano per favorito assoluto, Ermal Meta. Il gruppo ha trionfato con il brano ‘Zitti e buoni’.

Willie Peyote con il brano ‘Mai dire mai (la locura)’ ha vinto il Premio della Critica – Sezione Campioni intitolato a Mia Martini attribuito dalla Sala Stampa del Festival. Ha ottenuto 21 voti su 64 testate chiamate a esprimersi. Secondi Colapesce e Dimartino con 13 preferenze, terzi Extraliscio feat. Davide Toffolo con 6.

Il Premio Lucio Dalla aggiudicato a Colapesce Dimartino con il brano ‘Musica Leggerissima’ , assegnato dalla Sala Stampa Radio-Tv-Web, con 21 preferenze su 98 votanti. Secondo Ermal Meta con 12 voti, terza Annalisa con 8.

La classifica finale del Festival: 1 – Maneskin;2 – Fedez e Francesca Michielin 3 – Ermal Meta 4 – Colapesce Dimartino; 5 – Irama;6 – Wille Peyote;7 – Annalisa; 8 – Madame;9 – Orietta Berti;10 – Arisa; 11 – La Rappresentate di Lista;12 – Extraliscio feat Davide Toffolo; 13 – Lo Stato Sociale; 14 -Noemi;15 – Malika Ayane; 16 – Fulminacci; 17 – Max Gazzè;18 – Fasma;19 – Gaia;20 – Coma_Cose;21 – Ghemon 22 – Francesco Renga;23 – Gio Evan;24 – Bugo; 25 – Aiello; 26 – Random.

 

Sanremo,ribasso degli ascolti, il festival non attrae,era meglio rinviare

11 papere e gaffe del festival di Sanremo - Roba da Donne

Un Sanremo al ribasso degli ascolti.L’attenzione stavolta non è più polarizzata sul festival canoro. Sono i drammi quotidiani che stringono e stritolano, giorno dopo giorno, il popolo italiano. Forse l’organizzazione canora  si sarebbe dovuta rinviare.

Inizio serata.Fiorello esalta l’ospite Laura Pausini, vincitrice del “Global Globe”con un mash-up che unisce ‘Bohemian Rapsody’ e ‘La Solitudine’ con cui nel 1993 vinse a Sanremo nella sezione Novità (così si chiamavano quell’anno le Nuove Proposte).  Lo showman si trasforma in beatbox, Laura canta ‘The Rythm of the Night’ e Amadeus sembra tramutarsi in un curioso dilettante cubista.

La serata del Festival Sanremo si apre con Fiorello che, mascherina e look total black con ali piumate color nero ,dà il via allo show davanti all’ingresso del Teatro Ariston, poi entra in teatro e raggiunge ballando il palco dove lo attendono Amadeus e una platea  popolata, di palloncini. 

 

Festival di Sanremo 2021, il prefetto: "non ci sarà il pubblico"

 

Poi Fiorello , al quale andrà un compenso di oltre mezzo milione di euro,si sofferma sulle curiosità di Achille Lauro: “Queste ali sono lo zainetto che Achille usava all’asilo”, dice. Ironizza  sui commenti più o meno polemici alla prima serata: “Io Amadeus lo chiamo lo swiffer delle polemiche e infatti solo lui poteva creare polemica facendosi il segno della croce. Con me invece se l’è presa il Pd perché ho parlato di Zingaretti e della D’urso. Ma perché stanno insieme? Non capisco. Comunque tutti possono parlare del Festival“. “Draghi, dopo che ieri lo abbiamo menzionato ci ha mandato un messaggio. Lui non usa il cellulare, ce l’ha mandato con il piccione viaggiatore che è arrivato qui è si è innamorato di Achille Lauro pieno di piume”, dice Fiorello. “Comunque Draghi mentre ci guardava con la mano sinistra scriveva la Finanziaria”, chiosa.

Fiorello si rivolge agli studenti:  “Il tempo che vi stanno togliendo vi verrà restituito. Ma io voglio fare un appello ai grandi: organizzate una campagna vaccinale di quelle potenti così torniamo al più presto alla normalità“.

Il Festival ha dedicato un omaggio al grande musicista Morricone.

Il Volo sul palco dell’Ariston per il bel ricordo che il festival ha tributato al grande Ennio Morricone. I tre tenori hanno eseguito ‘Your Love’, con l’orchestra diretta da Andrea Morricone. “Per noi una grande emozione, il maestro Morricone per noi significa tanto ed è un simbolo dell’Italia nel mondo”, ha detto il trio che il 21 giugno ha in programma un grande concerto, ‘Il Volo Tribute’, dedicato al grande maestro. Il trio ha voluto essere presente all’Ariston stasera nonostante l’improvvisa scomparsa del padre di uno dei tre membri del gruppo, Ignazio Boschetto, venuto a mancare improvvisamente qualche giorno fa.

Mozez, profonda riflessione musicale sulla vita dove l’eternità e l’immortalità sembrano essere la nuova missione dell’Umanità

V I D E O  –

 

di    LUCILLA CORIONI 

Al ritmo serrato di un basso ostinato, si apre la profonda riflessione sulla vita del nuovo singolo di Mozez ( Mozez Wright) intitolato Destiny Ride. Ritorna il desiderio di unità cosmica, ricongiungendo uomo e Universo, superando i confini della Terra, immaginando un futuro oltre le galassie dove eternità e immortalità sembrano essere la missione rivoluzionaria della nuova Umanità. Da una parte osservare i moti degli astri potrebbe essere la ricetta per vincere l’odio, il rancore e la rabbia in un progetto di riconciliazione con il tutto; dall’altra Mozez ci riporta con i piedi per terra, chiedendoci di uscire dal nostro egoismo e ritrovare i sentimenti “vero senso alla vita”, come cita nel testo:

“Il destino cavalca sulle grandi ruote del tempo, continua a muoversi, muoversi. Fai un passo fuori, esci per farti un viaggio nel sentimento: è il sentimento che dà senso alla vita”.

Note d’autore
Mozez è un artista con un’identità ben definita. Un cantante davvero unico e un individuo molto spirituale che ama esplorare concetti diversi, fonderli nella sua musica e raggiungere uno stato di pace che può essere trovata dentro e oltre il presente.
Spinto da una consapevolezza spirituale, il suo principale desiderio è quello di aprire le menti del suo pubblico a nuove possibilità e modi di pensare. Ispirato musicalmente da artisti quali The Carpenters, Marvin Gaye, Coldplay e, più recentemente, Fat Freddy’s Drop , nei testi Mozez scava decisamente nel profondo. Figlio di un predicatore giamaicano, Mozez inizio’ la sua carriera in Giamaica nel 1987, cantando in tournee’ come membro del gruppo gospel, Channel of Praise.Il 1994 lo ha visto esibirsi come cantante nella famosa dance band Spirit. Durante la sua importante esperienza artistica con gli Zero 7 insieme a Sia, Sophie Barker e Tina DicoMozez ha avuto l’occasione giusta per costruire una solida fanbase. Nel 2006 esce il suo primo album da solista, “So Still”. Nel 2010 crea la sua etichetta, Numen Records e nel 2011 pubblica il suo primo album di remixes, “Time Out”. Tra il 2012 e il 2016 Mozez è impegnato nella stesura di canzoni, registrazioni e tournée con il dj producer inglese Nightmares on Wax, con cui si esibisce occasionalmente dal vivo. Durante questo periodo produce il suo secondo album da solista “Wings”, pubblicato nel 2015 sempre per Numen Records. Questo importante lavoro e’ immerso in un clima prettamente spirituale e attira l’attenzione di Dermot O’Leary Tom Robinson ( conduttori radiofonici rispettivamente per BBC Radio 2 e BBC Radio 6 Music ). Nel 2017 esce “Dream State”, album di remixes.
Nel giugno 2020 è uscito il singolo “Looking At Me”. Il 23 ottobre 2020 arriva con un secondo singolo “That’s Crazy”, nel quale condivide pensieri ed esperienze personali ampliando la sua percezione di ciò che, secondo lui, sta realmente accadendo nel mondo, ed esprimendo il concetto di base che Dio è l’origine di ogni cosa e ha donato a tutti amore, energia e pace…

“Ritorno” di due artisti: Paolo Baldoni e Luca Bonaffini

 

 

Risultato immagini per paolobaldoni e bonaFFINI IMMAgini
di  LUCILLA CORIONI
Sette incisioni originali ritrovate nell’archivio storico di Paolo Baldoni e Luca Bonaffini nella musicassetta autoprodotta dai due cantautori ancora studenti nel 1981, rimasterizzate e restaurate.
Si chiamavano sale di incisione, perché è lì che su nastri analogici (il digitale era ancora un sogno…) venivano incise le tracce principali e le possibili sovra incisioni.
Eravamo alla fine degli anni Settanta e i ragazzi, che compravano a turno vinili per “piratarli” su musicassette vergini per risparmiare, sognavano insieme ai loro eroi musicali.
Quella discografica era ancora un’industria, e lo sarebbe stato ancora per poco meno di un decennio: “incidere” un disco, aveva dei costi impensabili.
Persino dei provini fatti in qualche modo, anche sola voce e chitarra, per uno studente era impossibile.È in quel contesto storico, a cavallo delle ideologie decadenti e dell’avvento della pop music, che due amici, appassionati di cantautori e compagni di classe, s’incontrano nei pomeriggi invernali per suonare insieme (entrambi chitarristi) le canzoni dei Beatles, CSN&Y, Lolli, Bertoli, Dalla, De Gregori e altri.
Paolo Baldoni ha vent’anni, Luca Bonaffini diciannove e si promettono vicendevolmente che, preso il diploma, mentre frequenteranno l’università, incideranno alcune delle loro canzoni e le porteranno alle case discografiche. Per Paolo è poco più di un gioco. Per Luca una cosa seria.Settembre 1981.
Eccoli lì, presso lo studio di registrazione Matra Sound di Carlo Alberto Paterlini (polistrumentista e produttore mantovano) con tante canzoni. Ne incidono solo otto, di cui sei con il supporto dell’insegnante di musica conosciuto a scuola, il professor Giovanni Tamburini) e due con l’intera band.
Ricordano Dalla e De Gregori, sono giovani e puliti, ingenui e coraggiosi, ma gli amici li amano.
La CGD è la casa discografica importante più vicina, a Milano, quella di Caterina Caselli e, grazie a un contatto dei genitori di Luca, i due ragazzi riescono ad avere un’audizione con il direttore editoriale. La cosa non va a buon fine, lasciando un po’ delusi i giovani artisti, ma la musicassetta viene ugualmente diffusa e stampata a loro spese col marchio Matra Sound.
Ci sono dentro canzoni scritte tra i diciassette e diciannove anni, con tutte le emozioni limpide tipiche degli adolescenti che raggiungono la maggiore età.Gennaio 2021.
Quarant’anni dopo, Paolo Baldoni e Luca Bonaffini nuovamente insieme ritratti in una foto d’epoca, tornano con la musicassetta originale, rimasterizzata e distribuita sulle maggiori piattaforme digitali dal 12 febbraio. Il titolo, quella della canzone di apertura, emblematico: Ritorno, dove i due duettano su suoni pop rock. Seguono: Stella bianca (cantata e suonata da Luca), visionaria e crepuscolare, Davanti alla statua di Garibaldi (cantata da Paolo), storica e goliardica nonché ebbra di ironia acquariana, Città grande, città sola (ancora Luca), un romantico valzer francese con un finale d’impronta verdiana, Signorina dai capelli neri (cantata da Paolo), in odore di Lucio Dalla, De Gregori e Ron, leggera e dolce. Concludono Ada (suonata con la band a tempo di rock’n roll) che cita il sottotitolo dell’album “Devi capire che la vita è dura” Se hai qualche cosa, tratta da una poesia di Donatella Bianchini (ballerina classica e in quegli anni fidanzata di Paolo, scomparsa dopo lunghissima malattia degenerativa nel 2019), autrice dei due testi per bambini firmati negli anni successivi insieme a Luca, “Una favola cos’è” (Premio Collodi 1986) e “Cuor di nonna” (1987). Delle otto canzoni ne sono rimaste sette, perché l’ottava (a detta dei due amici) “ritenuta impubblicabile”.
Sette è il solito numero che torna, anche per Long Digital Playing, la Label discografica che ha deciso di farsi carico dell’operazione di recupero.
In attesa, naturalmente, di nuove ballate

Paolo Baldoni
Paolo Baldoni nasce a Mantova il 21 gennaio 1961.
Frequenta l’Istituto Magistrale dove, durante gli anni scolastici, si ritrova compagno di banco Luca Bonaffini col quale inizia a comporre canzoni. Dopo alcuni tentativi presso le case discografiche, nel dicembre 1981 pubblica insieme all’ex compagno di scuola una musicassetta autoprodotta registrata presso una sala d’incisione di Mantova (Studio Matra Sound di Charlie Paterlini), intitolata “Ritorno”. Rinunciando alla carriera artistica, decide di dedicarsi alla vita famigliare e professionale in ambiti non musicali.
Dopo quasi trent’anni ritrova l’amico Luca (che ha scelto la strada della musica realizzando molti album suoi) che gli propone di tirare fuori dal cassetto alcune delle canzoni indimenticate scritte tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80. Paolo, che ha sempre continuato a scrivere nell’ombra, accetta di realizzare e pubblicare per l’etichetta fondata da Bonaffini (C7) con la quale pubblica due album, “Vivere e partecipare” e “Dimenticanze”.
Nell’agosto 2016, dà vita all’idea dell’inedito settimanale, ovvero pubblicare un album lungo tre stagioni, con cadenza a singoli settimanali. Nel 2018, in occasione di un tributo dedicato a Pierangelo Bertoli, annuncia insieme a Luca la rinascita del duo Blez (ideato da Pierangelo nel 1993 con Bonaffini ed Ermanno Zanfi), interpretando un inedito degli anni ’90 (“Quando la rivoluzione”).Luca Bonaffini
Compositore di musiche e autore di testi per canzoni, Luca Bonaffini si è affermato intorno alla fine degli anni Ottanta come collaboratore fisso di Pierangelo Bertoli, firmando per lui molti brani in album di successo, tra le quali “Chiama Piano”, all’interno dei quali compare anche come cantante, armonicista e chitarrista. Altre canzoni sue sono state interpretate anche da Patrizia Bulgari, Flavio Oreglio, Sergio Sgrilli, Fabio Concato, Nek, Claudio Lolli e ha scritto testi teatrali insieme a Dario Gay ed Enrico Ruggeri.
Ha pubblicato, come cantautore, diversi album aventi un unico filo conduttore, affrontando tematiche impegnate e sociali; ha vinto il Premio Rino Gaetano (1988) Targa critica giornalistica e il Premio Quipo (1999) al Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza (miglior progetto multimediale); ha partecipato al Festival del Teatro Canzone – Premio Giorgio Gaber (2005) e due volte al Premio Tenco (edizioni 2008 e 2012). Nel 2013 ha debuttato come scrittore con il libro La notte in cui spuntò la luna dal monte (edito da PresentArtSì), ispirato al suo incontro con Pierangelo Bertoli.
Nel 2015 Mario Bonanno ha pubblicato un libro dedicato ai suoi trent’anni di carriera, intitolato “La protesta e l’amore. Conversazioni con Luca Bonaffini” (edito da Gilgamesh editrice).

 

“Il paracadute di Taccola” atterra trent’anni dopo lo storico tour con Pierangelo Bertoli di “Spunta la luna dal monte

 

Trent’anni dopo il grande successo del tour “Spunta la luna dal monte”(che trionfò a Sanremo nel 1991) , quando nella veste di cantante e chitarrista affiancò il suo mentore Pierangelo Bertoli sostituendo la voce di Andrea Parodi dei TazendaLuca Bonaffini ritorna discograficamente con album di musica pop d’autore.

Dopo aver esplorato concept spericolati e non sempre immediati, come lui stesso riconosce, arriva dunque “Il paracadute di Taccola” (edito da Long Digital Playing, distribuito da Believe Digital e arrangiato da Roberto Padovan), sedicesima opera solista del cantautore mantovano che, per l’occasione, si è avvalso della collaborazione artistica di Davide Vevey (chitarre acustiche ed elettriche), Francesca De Mori (vocalist e arrangiamenti corali) e del mantovano Stefano Morselli (sax e fisarmonica).

Registrato tra Torino e Milano, sotto l’attenta regia dello stesso Padovan (anche co-autore di alcuni brani), il progetto discografico contiene 14 canzoni che – volteggiando tra mondi sonori dall’Irlanda a New Orleans passando per i chansonnier francesi e il pop italiano – ci fa ricadere nel Novecento dei visionari e dei sognatori.

I testi, articolati come sempre, lasciano spazio alla voce del cantautore che ritrova i suoi armonici, la voglia di cantare e quella che Bonaffini in più occasioni ha definito Il diritto alla ricerca della bellezza.

“Questa nuova avventura è iniziata nel 2015, in modo casuale, riscoprendo negli archivi della mia libreria canzoni incomplete e ballate cominciate rimaste inconcluse, risalenti addirittura al gennaio 1985″ – racconta Luca. “Era dal tempo in cui scrivevo con Bertoli, di Chiama piano (1990) e della tournée “Spunta la luna 1991” che mi rese visibile al grande pubblico, che non mi sentivo così dentro le mie canzoni”.

“Considero questo lavoro uno dei più belli che ho mai concretizzato perché contiene un concept implicito e non esplicito. Sono canzoni che affrontano ancora una volta la metafora del volo, come è già successo ne Il cavaliere degli asini volanti, ma con viaggi e storie indipendenti. I personaggi appaiono sconfitti ma in realtà restano dei vincenti, perché hanno saputo resistere e cambiare, accettare le trasformazioni e compiere delle metamorfosi sfidando la morte. Credo debba essere il senso della vita: se si cade, dopo un volo tentato e doveroso, bisogna saper prevedere un buon atterraggio e magari usare un paracadute di fortuna, artigianale ma originario e originale come quello di Mariano di Jacopo, detto “l’Archimede di Siena” “Taccola”.

Taccola, lo ricordiamo, fu un ingegnere senese che, tra le varie invenzioni, tracciò probabilmente il primo schizzo del paracadute che fu poi disegnato da Leonardo Da Vinci, che consiste in un oggetto aerodinamico conico e intuitivo, riproposto anche sulla copertina dell’album affidata a Ryu GraficLab di Mantova e realizzata da Valentina Margonari.

La scaletta è lunga e piena di suggestioni. Nella kermesse di personaggi (alcuni reali, altri inventati) sfilano cosmonauti geniali considerati folli, pensatori delusi e stanchi, donne di ieri e amori di oggi, clochard ed eroi rigettati dal mare che come in un film di Walt Disney riscattano la propria morte a cavallo di un delfino, e tante altre storie.

“C’è anche un mio personale omaggio al cinema del ‘900, quello che colorò il bianco e nero e trasformò il nostro modo di ricordare le cose” conclude Bonaffini (nella foto sotto).

 

 

 

L’album, scaricabile dalle maggiori piattaforme digitali in 240 Stati del Mondo da martedì 26 gennaio, sarà pubblicato anche su supporto fisico (CD) tra febbraio e marzo.

Per informazioni basta tenere d’occhio i siti www.lucabonaffini.town e www.longdigitalplaying.com.

 

Note d’autore

Compositore di musiche e autore di testi per canzoni, Luca Bonaffini si è affermato intorno alla fine degli anni Ottanta come collaboratore fisso di Pierangelo Bertoli, firmando per lui molti brani in album di successo, tra le quali “Chiama Piano”, all’interno dei quali compare anche come cantante, armonicista e chitarrista. Altre canzoni sue sono state interpretate anche da Patrizia Bulgari, Flavio Oreglio, Sergio Sgrilli, Fabio Concato, Nek, Claudio Lolli e ha scritto testi teatrali insieme a Dario Gay ed Enrico Ruggeri.
Ha pubblicato, come cantautore, diversi album aventi un unico filo conduttore, affrontando tematiche impegnate e sociali; ha vinto il Premio Rino Gaetano (1988) Targa critica giornalistica e il Premio Quipo (1999) al Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza (miglior progetto multimediale); ha partecipato al Festival del Teatro Canzone – Premio Giorgio Gaber (2005) e due volte al Premio Tenco (edizioni 2008 e 2012). Nel 2013 ha debuttato come scrittore con il libro La notte in cui spuntò la luna dal monte (edito da PresentArtSì), ispirato al suo incontro con Pierangelo Bertoli.

Nel 2015 Mario Bonanno ha pubblicato un libro dedicato ai suoi trent’anni di carriera, intitolato “La protesta e l’amore. Conversazioni con Luca Bonaffini” (edito da Gilgamesh editrice).

“Il Mistero della bicicletta abbandonata”, giallo di Pietruccio Montalbetti che sfiora la tematica della violenza nazi-fascista

 

DI  L. CORIONI

Passeggiando per il Parco adiacente la casa, il protagonista del romanzo Luca Righi (agente di un corpo speciale formato da ex partigiani a caccia degli autori dei crimini avvenuti durante la seconda guerra mondiale) nota una bicicletta incustodita, accostata ad una staccionata, nello stesso posto da giorni. In realtà, sembrerebbe parcheggiata, e quindi di proprietà di qualcuno, dato che a volte è girata da una parte e altre volte dalla parte opposta. Inoltre, una serie di eventi strani fanno sì che in lui nasca il sospetto che questi ultimi siano collegati al fantomatico velocipede.

“Il Mistero della Bicicletta abbandonata” di Pietruccio Montalbetti  è un vero e proprio noir che, ambientato nel dopoguerra, sfiora tematiche inquietanti e dolorose riguardanti le violenze perpetrate dai nazi-fascisti ma anche l’aspetto umano e valoroso dei partigiani italiani.

Con questa narrazione, Montalbetti (chitarrista storico dei DIK DICK da anni prestato alla narrativa9, esalta la parte opscura e la parte pura di un periodo storico che se da una parte ha decretato la sconfitta della coscienza umana, dall’altra ha messo in luce la possibilità della stessa coscienza di essere riabilitata affinchè il tragico episodio di crudeltà e ferocia non si ripeta più.

 

Note  d’autore

Pietruccio Montalbetti, fondatore e chitarrista storico dei Dick Dick, indimenticabile band musicale italiana degli anni Sessanta, si misura ormai da anni anche nella narrativa. Ha pubblicato diverse opere, tra cui: I ragazzi della via Sthendal (2010, Aerostella), Sognando la California (2011, Aerostella), Io e Lucio Battisti (2013, Salani Editore), Settanta a Settemila (2014, Ultra), Amazzonia. Io mi fermo qui 82018, Zona Music Books).

 

Natale con il programma musicale ” Mash Up Kult”

 

DI  L. CORIONI

Il 2020 si chiude in bellezza per gli amici e gli appassionati di dischi e di arte in generale.
Arriva – in onda su Globus Television dal 23 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 – “Mash Up Kult”, un programma musicale scritto da Luca Bonaffini e Maurizio Ferrandini (quest’ultimo anche deus ex machina del format e conduttore) che, storicamente cantautori, non potevano non scegliere dei vinili di “illustri cantautori italiani”.
La trasmissione, prodotta da Long Digital Playing Srls in collaborazione con LC Comunicazione, comprende ben cinque appuntamenti nelle seguenti date: mercoledì 23, venerdì 25, mercoledì 30 dicembre 2020; venerdì 1° gennaio, mercoledì 6 gennaio 2021.
Dalla vigilia natalizia all’epifania, Mash Up Kult sfida il lockdown e il maledetto virus con le sue storie, le opinioni, i viaggi, le testimonianze dei protagonisti.
Nessuna anticipazione sui contenuti, tutti da scoprire. Quindi, dal 23 dicembre alle ore 18.00, tutti sintonizzati su Globus Television per immergersi in questa miscellanea di note, parole, pensieri e visioni che, negli anni del grande vinile, hanno reso eterna anche la musica d’autore italiana.

Le puntate saranno messe in rotazione anche su:
ST Europe Channel
Canale 819 del Digitale Terrestre