Montalbetti: “il mistero della bicicletta abbandonata”, romanzo giallo di una realtà italiana del dopoguerra

 

 

Locandina

DI  LUCILLA CORIONI

Con un romanzo giallo noir che riflette quella che è la realtà italiana del primo dopoguerra, Pietruccio Montalbetti si ripropone come scrittore.

“Il mistero della bicicletta abbandonata”, edito da BookRoad, descrive un’epoca in cui la coscienza umana sembra essere il dono di pochi, uno specchio su quello che è rimasto delle violenze del nazifascismo e del valoroso coraggio dei partigiani italiani.
Siamo a Milano, nel 1948. Luca, ex militare ed ex partigiano, dopo la fine della guerra è diventato un carabiniere. Ogni mattina compie lo stesso tragitto passando davanti alla basilica di Sant’Eustorgio, fino a quando nota una bicicletta legata sempre nello stesso punto. Quando si accorge che la bicicletta è girata alcune volte verso destra, altre volte verso sinistra e che l’uomo misterioso che la lega si affretta a dileguarsi non appena lo vede in divisa, Luca inizia a sospettare che quella non sia una semplice bicicletta ma un messaggio in codice. Ma da parte di chi ?
Pietruccio Montalbetti è da sempre chitarrista dei Dik Dik, la band storica italiana che tra i grandi successi annovera titoli come « Sognando la California » « L’isola di Wight ».
Ha collaborato con Lucio Battisti, Mogol, Caterina Caselli e Giorgio Faletti.
Pietruccio Montalbetti, racconta “Il mistero della bicicletta abbandonata”,  il nuovo libro per il chitarrista storico dei DIK DIK | Scisciano Notizie
Titolo: Il mistero della bicicletta abbandonata
Autore: Pietruccio Montalbetti
Casa editrice: BookRoad Editore
Genere: Romanzo
ISBN: 9788833221243
Numero pagine: 120
Link per l’acquisto: https://www.bookroad.it/prodotto/il-mistero-della-bicicletta-abbandonata/

Il ritorno di Demis Facchinetti, a tempo di rock

Si sentiva nell’aria, tra l’ormai discendente parabola dei trappers e company e il vintage tradizionale dei Dinosauri, la mancanza del rock puro, radicato nel “roll” degli anni ’50 ma bene presente nel Made in Italy di Vasco degli anni Ottanta.
Si tratta di Demis Facchinetti, bresciano e non più ragazzino, che – con il suo nuovo singolo, realizzato insieme al bravo Luca Marchetti – incita a vivere “carpe diem”, a cogliere l’istante fuggente, tra energia buona, leggerezza solida e quel pizzico di disordine a volte perfetto e provocatorio che ha il sapore della sana follia.
“Indelebile”, è un singolo dal tratto estivo ma buono per tutte le stagioni, è una sfrenata corsa verso la ricerca di un amore a tutti i costi fatto di emozioni destinate ad essere tatuate per sempre nella memoria e nel cuore.

Note d’Autore
Demis Facchinetti bresciano classe 1979, comincia a fare i primi passi in campo musicale all’età di 10 anni. Studia canto, pianoforte e chitarra che diverrà parte caratterizzante della composizione
artistica dei suoi brani. Successivamente calca numerosi palchi, dai locali alle piazze d’Italia con diverse formazioni tra i quali DNA e LAXO.
La grande occasione si presenta nel 2010. Demis approda al talent show di Canale 5 “Italia’s Got Talent” dove si misura con una giuria d’eccezione composta da : Maria De Filippi, Rudy Zerbi e Gerry Scotti e giunge in finale classificandosi al terzo posto con “Me ne frego di tutto”.
Nel 2016 entra nella compilation “Sognando Sanremo” con grandi artisti della musica italiana come Renato Zero, Nek, Patty Pravo e tanti altri, con il brano “100 Baci”.
Nel 2019 la svolta, “Il gioco del segreto” un brano singolo in cui Demis oltre ad essere artista è anche produttore discografico del suo lavoro.

Arriva l’anno 2020 ed è il momento di Festeggiare i 10 anni di “Me ne frego di tutto”, l’ 11 Maggio esce la versione ufficiale suonata da DRB.
Nel giugno 2020 esplode “Asia”, una storia d’amore tra rock italiano e pop internazionale.
Il 28 Maggio del 2021 esce il nuovo singolo “Indelebile”, con quale Demis si consacra come pop rocker d’autore.

Flavio Oreglio e Roberto Vecchioni cantano insieme “Stranamore”

 

DI  LUCILLA CORIONI

 

Flavio Oreglio e Roberto Vecchioni online a fine maggio

L’occasione per sentire insieme due cantautori, entrambi diversamente storici, è finalmente arrivata. Infatti, da fine maggio, Flavio Oreglio e Roberto Vecchioni saranno on line (sulle maggiori piattaforme digitali) in streaming con una versione inedita di « Stranamore », la meravigliosa ballata che Vecchioni pubblicò nel 1979 nell’album omonimo. Il 28 maggio esce dunque « Milano OltrePop », un grande omaggio alla canzone popolare d’autore milanese, fortemente voluto dal canta-attore di Peschiera Borromeo, che riscopre sia brani tradizionali che capisaldi della musica d’autore italiana, interpretati dallo stesso Flavio con la complicità degli Staffora Bluzer e di ospiti prestigiosi.

Quattordici tracce, dalle tradizionali ballate autoctone

Quattordici tracce, dalle tradizionali ballate autoctone ( « El magnan », « La povera Rosetta » ) a quelle dei protagonisti del cabaret del secondo dopoguerra (« El purtava i scarp del tennis », « Faceva il palo », « Il Riccardo », « La canzone intelligente ») fino alle canzoni d’autore degli anni Settanta (« Stranamore », « La radio ») dentro le quali incappiamo, oltre a Roberto Vecchioni, in Alberto Fortis, Roberto Brivio, Umberto Faini, David Riondino, Germano Lanzoni, Cochi Ponzoni, Ricky Gianco, Paolo Tomelleri, Enrico Intra, Fabio Treves e Lucio « violino » Fabbri.

Milano Oltrepop

L’idea, nata qualche anno fa da Oreglio e dal suo produttore (il cantautore mantovano Luca Bonaffini) in seno alla trilogia « Anima popolare », con questo disco approda al secondo capitolo di un progetto discografico che, se da una parte mira alla valorizzazione del patrimonio artistico, storico e culturale della tradizione popolare italiana e in particolare della musica delle Quattro Province, dall’altra ci restituisce un Flavio Oreglio « musicista e autore di testi » che, giunto al suo nono album dall’esordio con « Melodie e parodie » del 1987, si fa ancora oggi portatore coerente di genere cantautorale. Un album da collezione.

 

Biografia
Laureato all’Università degli Studi di Milano n Biologia con specializzazione in Ecologia, è stato insegnante di matematica e scienze. Pianista e chitarrista, cantautore e appassionato di ragtime, dal 1985 si è dedicato allo spettacolo, vincendo il Premio Rino Gaetano e pubblicando alcuni album musicali per la Cloudisque/Emi. Ha al suo attivo numerosi album fra i quali Melodie & Parodie (1987), Clownstrofobia (1988), Burlando furioso (1994) che nel loro insieme costituiscono l’opera prima Ridendo e sferzando. Collaboratore di alcune personalità di spicco della comicità milanese e dialettale, come Nanni Svampa Marina Massironi, deve la notorietà alla partecipazione dal 2000 al programma televisivo Zelig nel corso del quale recita delle surreali poesie precedute dal tormentone «Il momento è catartico. Atmosfera, grazie.»In seguito partecipa a Glob –
L’osceno del villaggio su Rai 3, e a Il senso della vita su Canale 5.Ha collaborato con Aldo, Giovanni e Giacomo per gli aspetti musicali di Ritorno al gerundio (1993), Aria di tempesta (1994) e lo spettacolo Tel chi el telùn (1999).Nel 1994 ha ricevuto il premio della critica al Festival di Sanscemo (Torino).Ha lavorato inoltre alla seconda edizione del Seven Show per Italia 7.Ha fondato il progetto musical-teatrale Musicomedians, insieme al cantautore Luca Bonaffini, che si propone di riscoprire in chiave moderna lo spirito originario del Cabaret.Chiusa l’esperienza de Il momento è catartico, inizia nel 2005 a elaborare il nuovo progetto Siamo una massa di ignoranti. Parliamone. Nello stesso anno partecipa come ospite al Festival Gaber raccogliendo notevoli consensi e fa parte del cast fisso della trasmissione Il senso della vita di Paolo Bonolis (Canale 5).Nel 2006 è ospite al Festival di Sanremo e alla prima puntata di Zelig Circus e inizia una nuova tournée teatrale con lo spettacolo Siamo una massa di ignoranti. Parliamone. Pubblica libro e CD omonimi per Bompiani/Catartica records. Dopo la tournée estiva torna in TV con la seconda edizione de Il senso della vita (Bonolis/Canale 5).Nel 2007 interviene a Zelig off, a Mai dire martedì con la Gialappa’s e a Notte mediterranea su Rai 2, oltre a far parte del cast fisso di GLOB – L’osceno del villaggio con Enrico Bertolino su Rai 3 e del cast di Zelig edizione 2007 dal Teatro degli Arcimboldi di Milano. Sempre nell’ottobre del 2007 esce per Bompiani Non è stato facile cadere così in basso, a cui fa seguito un nuovo percorso teatrale iniziato con la sperimentazione del Teaforum al Teatro della Cooperativa di Milano nel mese di gennaio 2008. Nel mese maggio del 2008 esce l’album Giù contenente le canzoni dello spettacolo teatrale, arrangiato con il contributo della band folk I Luf. Nel maggio 2009 esce per Bompiani All’appello mancano anche i presenti. Nel maggio 2010 esce per Aliberti editore Aprosdoketon, raccolta inedita di aforismi dal 2006 al 2010, a conclusione del percorso editoriale iniziato con Siamo una massa di ignoranti. Parliamone. Nel giugno del 2011 esce il DVD che contiene lo spettacolo registrato al Teatro della Cooperativa di Milano dal titolo Recital Siamo una massa di ignoranti. Parliamone. Il 25 settembre 2010 si esibisce a Cesena al festival musicale Woodstock 5 Stelle organizzato dal blog di Beppe Grillo e trasmesso dal canale televisivo Play.me, che proprio con questa diretta aprì la neonata emittente. Nel settembre 2011 esce il libro per Salani Storia curiosa della scienza. Le radici pagane dell’Europa, seguito da una nuova produzione teatrale dal titolo Sulle spalle dei giganti. Nel 2013 porta in scena con David Riondino lo spettacolo Cabaret concerto. Nell’ottobre dello stesso anno esce il secondo libro per Salani Storia curiosa della scienza. La rivoluzione degli arabi, nell’ottobre 2014 esce il terzo libro per Salani Storia curiosa della scienza. Dal tribunale dell’inquisizione al tribunale della ragione. Nel 2015 festeggia i trent’anni di carriera artistica con l’uscita del cofanetto Ridendo e sferzando prodotto da Papico Eventi e con un nuovo spettacolo dal titolo Discorso sul metodo dell’attor comico. Nell’ottobre dello stesso anno esce Catartico! per l’editore Salani, antologia di poesie, aforismi e racconti brevi editi e inediti
Nel 2019 pubblica l’album Anima popolare con l’etichetta discografica Long Digital Playing Edizioni Musicali. (Da Wikipedia)

L’addio a Franco Battiato a Milo

 

Franco Battiato si ritira a vita privata. "Non ha l'Alzheimer" - I Nuovi VespriI Nuovi Vespri

L’addio a Franco Battiato a Milo, dov’era nato il 23 marzo 1945..Vi sono tante persone che vogliono lasciare qui a Milo, un fiore, una lettera, una poesia.Nella cittadina del catanese, i funerali in forma strettamente privata dell’artista all’interno della cappella privata di Villa Grazia, la sua residenza. Tante troupe televisive a tanta gente, composta e discreta. Tra volti comuni, anche diversi artisti: Alice, Luca Madonia, Carmen Consoli e Giovanni Caccamo.

L’ assenza del cantautore apre ferite mai rimarginate, ci si accorge oggi  il mondo in estinzione della canzone d’autore storica italiana.

Si apprende che da tempo il musicista siciliano era gravemente malato. Una condizione che lo aveva costretto a restare lontano dalle scene.  “ L’assisteva il fratello Michele.Era lontano dal palcoscenico da quando si fratturò il bacino e il femore ,per banale caduta,nel 2017

Il Maestro catanese  aveva cominciato come sperimentatore prima di inanellare una serie di album che avrebbero cambiato per sempre la pagina del pop italiano.

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Ritorna il cantautore Max Rasa con il singolo “Sta cambiando”nella riconquista del Pianeta perduto

VIDEO

DI   LUCILLA CORIONI

Ritorna Max Rasa, filantropo e cantautore, impegnato col suo nuovo singolo nella riconquista del Pianeta Perduto, la Terra.
“Sta cambiando”, che si può scaricare dal web dal 12 maggio, è un inno alla vita e alla ricerca della salvezza. L’inquinamento e l’uso improprio della natura, dell’acqua e delle foreste, stanno facendo a pezzi l’ambiente e quindi la vita.
Il Pianeta pare urlare, sembra implorarci di cambiare rotta e di ritornare a proteggerla e a proteggerci.
L’uomo, artefice di un disastro annunciato, chiacchiera, giudica e pregiudica e usa male il tempo che ha a disposizione.
Il messaggio di Max Rasa è chiaro : basta con le parole e buttiamoci con coraggio verso azioni destinate alla salvaguardia del mondo, della terra e della vita.
Il brano, scritto da Massimiliano Rasa, arrangiato e prodotto da Michele Bonivento, che ha anche un videoclip realizzato da Pietro Vettore, verrà presentato live con la “Cani Bastardi Band” a Sanremo rock e trend che si terrà a settembre di quest’anno al teatro Ariston.
https://www.facebook.com/maxrasaofficial
https://www.youtube.com/user/maxspaziozero

Note biografiche

Veneziano, è un cantante e autore di canzoni.
Lui dice di sé: “Non vivo di musica, ma la musica è la mia vita”.
Attualmente è il front man della “Cani Bastardi Band”, con un progetto pop rock, finalisti quest’anno (2021) di Sanremo Rock e Trend Festival che si terrà al teatro Ariston di Sanremo. Collabora con il noto musicista Michele Bonivento il quale è suo arrangiatore e produttore artistico ufficiale. Ama scrivere poesie e pensieri che lo aiutano poi, attraverso la composizione a trasformare un’idea in una canzone.
Il 2 aprile 2021 esce con il singolo “Vuoto Apparente”.

VOLA VIA IL BRANO,IN NAPOLETANO E SONORITA’ MODERNE, “E’ PAROLE CA NUN DICE” DI GENNY ESPOSITO

 

VIDEO

Il nuovo singolo dei SoulBahia, É Parole Ca nun dice

Il brano dell’artista, É Parole Ca nun dice , disponibile su tutte le piattaforme digitali (>>> https://il.ink/soulbahia) finalista al Festival di Napoli 2020, nasce dalla continua ricerca dell’autore, Genny Esposito, di testi in lingua napoletana e sonorità moderne senza mai distaccarsi dalle origini e senza mai piegarsi ai cliché di autori che senza innovazione, propongono i soliti testi che parlano d’amore.
Il dialetto napoletano è la lingua importante e musicale, scelta per dare voce a delle emozioni profonde che nascono quando un animo sensibile non riesce ad esprimersi, a trovare le parole adatte per creare un contatto con gli
altri. Le parole che creano vuoti e le parole che colmano dei vuoti. La musica pensa a tutto il resto.
Un arrangiamento curato ed evocativo, accompagnato da una chitarra melodica e da una ritmica che si arricchisce con la voce di Emanuele, una voce carica di emozione che con dolcezza e vigore, ti trasporta nell’atmosfera di un brano che affronta la tematica sempre attuale della difficoltà di comunicazione, in un gioco di armoniosi falsetti.
Il brano interamente autoprodotto, nasce dall’incontro di Emanuele Matrullo e Genny Esposito che si interseca bene con la loro passione consolidata nel gruppo Soulbahia, progetto musicale nato dieci anni fa da un’idea di Genny
Esposito. Un progetto che propone un repertorio con un sound dai ritmi latini con radici partenopee che fonde l’anima del soul /pop con un mix di sonorità brasiliane, reggae, salsa, r&b ,etc … , arricchito da mash-up tra i classici della
canzone autorale italiana/napoletana e internazionale dagli anni ‘40 ad oggi

Resta con me, inno visivo alla libertà, è il nuovo singolo della band “The Kidal”

Video fornito da Lucilla Corioni
Dopo l’esordio con il singolo “Balla” (che ha collezionato più di 120.000) ascolti, tornano i “The Kidal” con una nuova canzone in uscita il 7 Maggio 2021, fresca fresca per l’estate in arrivo. Evocativa dei ritmi degli anni 80, ma con un sound innovativo, ricercato e attuale, “Resta con me” ci fa viaggiare sulle spiagge tanto desiderate dopo le lunghe attese sofferte dei lockdown e delle ordinanze restrittive, facendoci vibrare con emozioni d’amore ebbri di fuoco di passione e albe romantiche.
Firmato da Gabriele Gigli ed Erik Calvo, il brano presenta la preziosa collaborazione musicale di Sofia Minelli impegnata a duettare con il cantante Luke.
Il videoclip, girato nei territori canavesani da cui la band proviene, è un inno visivo alla libertà, non solo sociale e concettuale, ma anche quella delle cose più quotidiane.
Un consiglio invece a chi vuole chiudere gli occhi e ascoltare la traccia sulla piattaforma on line preferita: immagina di essere su una spiaggia italiana, con un cocktail in mano e la voglia di non tornare più.
“Resta con me”, la colonna sonora della nostra estate.

Note d’Autore:

The Kidal è una band ricca di esperienze live tra cui quella importantissima del Liga Rock Park, dove il gruppo ha aperto il concerto di Luciano Ligabue.
Dopo numerosi cambiamenti, tra i quali formazione e nome, stimolati da nuovi input musicali, la band ha scelto di riaffacciarsi sul panorama discografico con un progetto sound funky-pop, con ritmiche semplici, ma ricercate.

The Kidal sono:
Kevin – Chitarra Ice – Basso
Dave – Batteria
Ale – Tastiere
Luke – Voce
www.thekidal.it
https://www.facebook.com/thekidalofficial/
https://www.instagram.com/thekidalofficial/
https://youtube.com/channel/UCE8v7Aoh_nfXeleghINbpFw
https://open.spotify.com/artist/31mws20qZ8cXtIyQPOimjI?si=tGLt4iHKRLqlrpeFZnHlKg&dl_ branch=1

Addio a Milva, la “Pantera di Goro”

 

Musica in lutto, è morta Milva, la rossa della canzone italiana

 

Milva non c’è più. La cantante e attrice teatrale dai capelli rossi aveva 81 anni e viveva a Milano. All’anagrafe Maria Ilva Biolcati-  era lontana dalle scene da oltre un decennio. Nel 2010 la ‘Pantera di Goro’ dopo aver pubblicato il terzo album scritto e prodotto per lei da Franco Battiato , intitolato ‘Non conosco nessun Patrizio’ e balzato immediatamente nella top 20 dei dischi più venduti in Italia, aveva annunciato il suo addio alle scene,, dopo mezzo secolo di palcoscenico vissuto in tutto il mondo.

Aveva comunicato :”Ritengo che proprio questa speciale combinazione di capacità, versatilità e passione sia stato il mio dono più prezioso e memorabile al pubblico e alla musica che ho interpretato e per quello voglio essere ricordata. Oggi questa magica e difficile combinazione forse non mi è più accessibile: per questo, dato qualche sbalzo di pressione, una sciatalgia a volte assai dolorosa, qualche affanno metabolico; e, soprattutto, dati gli inevitabili veli che l’età dispiega sia sulle corde vocali sia sulla prontezza di riflessi, l’energia e la capacità di resistenza e di fatica, ho deciso di abbandonare definitivamente le scene e fare un passo indietro in direzione della sala d’incisione, da dove posso continuare ad offrire ancora un contributo pregevole e sofisticato”,.

Detta ‘la rossa’ – titolo di una canzone scritta per lei da Enzo Jannacci a cui dedicò l’album La Rossa del 1980 – nella sua lunga carriera Milva è passata dalla canzone popolare al teatro di Giorgio Strehler, passando per la musica di Franco Battiato, di Ennio Morricone, di Astor Piazzolla, le canzoni dei grandi compositori greci, francesi, tedeschi e tanto altro, compresi i successi sul palco del Festival di Sanremo ma anche quelli sui palcoscenici di tutto il mondo.

A Sanremo aveva stabilito un record poco invidiabile: Milva era l’artista con più partecipa- zioni, 15, senza mai una vittoria. La ‘pantera di Goro’ non si è mai spinta oltre il secondo posto del 1962. Milva è anche la cantante con più partecipazioni consecutive, nove, dal 1961 al 1969.

La sua statura artistica è stata ufficialmente riconosciuta dalle Repubbliche Italiana, Francese e Tedesca, che le hanno conferito alte onorificenze.

Maurizio Ferrandini, laureato, autore di una dozzina di album, mai riconosciuto dal sistema, torna al rock

 

Maurizio Ferrandini

Il rock non è mai morto. È stato colpito, lasciato in fin di vita, e piano piano ha continuato a zoppicare, tra cicatrici e ferite mai rimarginate, attraversando e sfidando le tempeste tecnologiche degli ultimi 40 anni di Storia, collezionando eroi rimasti – spesso volutamente – invisibili. Il Novecento è lontano, è altrove e va rispettato e lasciato in pace coi suoi miti.
Il rock del terzo millennio ha nuovi codici e nuovi portatori sani di energia elettrica e provocazione che hanno trasformato quella musica “da assembramento” in ballad da nicchia, mai perdendo dignità.
Maurizio Ferrandini, cinquantenne sanremese, figlio della città dei fiori e della canzonetta da mainstreamer, è in realtà uno dei tanti fratellini scomodi e mai riconosciuti dal sistema, perché non si è mai uniformato, non si è mai lasciato plasmare dalle mode e da un settore discografico che, per sua natura e storia, tende a corrompere tutti i suoi protagonisti con i generi e le sotto-categorie del pop.
I dischi, Ferrandini, nonostante i corteggiamenti di label Indie e produttori alternativi, ha sempre preferito farseli e finanziarseli da soli, a costo di renderli talmente rari da essere quasi introvabili.
Oltre ad una laurea conseguita nel ramo amministrativo, fin da giovanissimo Maurizio si appassiona di grafica, di montaggio video e di liuteria, ma nel frattempo la sua arte originaria non si disperde: Ferrandini diventa polistrumentista e realizza una dozzina di album in circa 10 anni.
Nel 2020, complice il lockdown dell’emergenza sanitaria, incontra “virtualmente” il vecchio amico Luca Bonaffini col quale realizza un format in cinque puntate per Globus Television dedicate alle “storie dietro alcuni vinili d’arte”: si tratta di Mash Up Kult che, andrà in onda durante il Natale successivo, ottenendo un grande successo. Nel 2021, per lo stesso Bonaffini, realizza il videoclip de “Il futuro ero” (singolo del cantautore mantovano) e sarà proprio in quel contesto che riceverà da Luca la proposta per la pubblicazione di un album.
“Miracolosamente – come ha dichiarato il produttore – Maurizio Ferrandini ha accettato”.
Lo ribadiamo con orgoglio, dunque. Il rock non solo gode di buona salute ma soprattutto è ancora in grado di gridare in silenzio, senza adeguarsi.
Ben tornato Maurizio.

L’album
Sette tracce con temi felicemente inattuali quindi eterni.
Mondi musicali distorti e melodici, tra malinconia e pancia.
Maurizio Ferrandini è tornato e con lui il ben riconoscibile sound e atteggiamento rock.
Apre “Destinazione America”, dove un grido interiore trova un passaggio segreto e diventa una dichiarazione di resistenza e di resilienza. Segue “Cosa c’entri col rock”, dove rock è un’idea, un’impostazione dell’anima e non necessariamente uno stile di vita. Romantica seduta analitica, una sorta di viaggio nel subconscio di un uomo costretto a fare i conti con scelte di vita non allineate al senso comune invece la bella “Totem”, mentre in “Questa notte” l’autore accompagna la madre nel suo ultimo volo mentre la vita scorre muta e banale tra l’indifferenza e la mortificante solitudine. Arrivano “Oggi”, descrizione di un istante che diventa il lucido dipinto di una vita, e “Quello che fa bene”, omaggio a Tom Petty. Conclude l’ettagono discografico “Il buio”, criptica e penetrante, rivelazione di un rock guerriero incapace di adeguarsi, ma che non si intende arrendersi.

Il Rinascimento italiano musicale parte con Magro e Grizzi

Il Rinascimento Musicale Italiano parte da Mantova con Magro e Grizzi

Vittorio Magro e Alberto Grizzi rilanciano la musica unplugged nel loro studio virgiliano rinnovato.

È ancora una volta Mantova, città di arte e letteratura che fu impero di bellezza durante il Rinascimento Italiano dei Gonzaga, che vuole far ripartire il settore musicale, duramente messo alla prova dalle infinite emergenze sanitarie nazionali e mondiali.
Artefice di questa iniziativa è LS STUDIO, un’associazione musicale nata qualche anno fa.
Alberto Grizzi, il suo fondatore (già vicepresidente di C7 ART&MUSIC SRLS, etichetta creta insieme a Luca Bonaffini e assorbita nel 2018 dal gruppo Long Digital Playing), non molla.
Anzi, incalza.
Il settore è in crisi da diversi anni, ma Grizzi – invece di piegarsi o di chiudere – ha deciso di fare il grande salto. Studio di registrazione nuovo, disposto nello storico capannone che si trova alla periferia di Mantova in Via dei Toscani, con nuova regia, sala doppiaggio, mini-auditorium per concerti in streaming, sala prove e, in futuro, un piccolo snodo ristoro.
Un caffè, uno scambio di idee, tre note di basso e due di chitarra e… rien ne va plus: lo studio è fatto!
A dare luce e vita alla nuova avventura discografica e live di LS, è arrivato in soccorso un pezzo di storia della musica: Vittorio Magro, ingegnere del suono e chitarrista.
Intorno ai cinquanta anche lui, Magro detto il Vitty, ha lavorato – per trent’anni – con mezzo mondo. Musicista, da sempre radicato nel metal e nel rock importante, ha dichiarato però anche un secondo grande amore musicale: il folk e, in maniera più generica, tutto ciò che è unplugged.
Non basta avere i social, le piattaforme e puntare alla mainstream: ci vuole il prodotto. Solido e duraturo. Magari ripartendo dalle chitarre, dall’essenziale, da quel minimalismo che ha fatto diventare la popular music una categoria colta del nostro patrimonio discografico ed editoriale del ‘900.
Ripartendo – quindi – dal suono buono che, ovviamente attualizzato e perfettamente adeguato ai parametri contemporanei, riporta brani e artisti alla loro anima, alla loro identità creativa.
La buona notizia è questa: il futuro della musica c’è ancora, perché c’è qualcuno che ci crede. E questa scommessa si chiama Magro-Grizzi che, dalla roccaforte creativa virgiliana, fa risuonare la sua voce e la sua voglia, appunto, di “non mollare”.

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