Anche questa fetta di popolazione precaria assunta con contratti temporanei è riuscita ,in virtù della pressione di massa, ad entrare nella mappa del personale regionale Ecco il Comunicato.”Indicazioni operative e criteri di priorità specifici per la stabilizzazione dei dirigenti medico-sanitari impegnati nell’emergenza Covid-19. Sono i contenuti del protocollo che la Regione Siciliana, attraverso l’assessore alla Salute, ha siglato con i sindacati rappresentativi della categoria. Il documento si inserisce nella direzione già tracciata dal protocollo per il personale precario che era stato siglato nel marzo scorso accogliendo, sulla base di quel modello, le richieste arrivate dalle organizzazioni sindacali e le indicazioni approvate in materia dalla Conferenza delle Regioni in merito al riconoscimento di un percorso differente per la dirigenza.
Come nel caso del precedente protocollo, la stabilizzazione è rivolta al personale reclutato durante l’emergenza Covid-19 anche con contratti di lavoro flessibile e anche non più in servizio, e a chi ha maturato o maturerà al 31 dicembre 2024 alle dipendenze di un ente del Servizio sanitario nazionale almeno 18 mesi di servizio, anche non continuativi, di cui almeno 6 nel periodo tra il 31 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2022. I contenuti si applicano a tutte le aziende e agli enti del Servizio sanitario regionale, all’Ircss “Bonino Pulejo” e all’istituto Zooprofilattico sperimentale della Sicilia. Le procedure concorsuali avviate dalle aziende potranno essere definite solo in esito all’atto ricognitivo del fabbisogno del personale.
L’assessorato della Salute ha siglato il protocollo con le sigle sindacali rappresentative della dirigenza medica di Uil Fpl, Cisl, Fp Cgil, con Anaao Assomed, Cimo, Fassid e Fvm.
La Giunta regionale ha approvato ieri tre nuove azioni di sostegno economico alle piccole e medie imprese e ai liberi professionisti siciliani. Le misure di aiuto, predisposte dall’assessorato all’Economia e dal dipartimento Programmazione, derivano dalla riprogrammazione di economie per complessivi 155 milioni di euro dal Po Fesr 2014/20 e dal Piano sviluppo e coesione (Psc) finanziato dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc).
Il primo intervento, dal valore di 70 milioni, prevede un incremento della dotazione finanziaria della Sezione speciale Sicilia del Fondo di garanzia per le pmi presso il ministero delle Imprese, per riattivarne l’operatività. Il Fondo, con il sostegno della Regione, potrà di nuovo assicurare gli investimenti o i progetti di sviluppo aziendale fornendo risorse per le garanzie dirette e le controgaranzie nelle operazioni finanziarie delle aziende.
La seconda misura deliberata dal governo regionale prevede l’assegnazione di 65 milioni di euro all’Irfis, finalizzati allo scorrimento delle graduatorie dei beneficiari di aiuti per l’emergenza Covid-19. Fino a oggi la Regione, attraverso il proprio istituto finanziario, ha assegnato prestiti fino a 100 mila euro per contenere le sofferenze delle imprese siciliane. Il nuovo stanziamento, derivante da economie del Psc, consentirà di estendere la platea degli operatori che accederanno ai finanziamenti.
Infine, un sostegno da 20 milioni di euro viene destinato dal governo regionale alla patrimonializzazione dei Consorzi di garanzia collettiva fidi (Confidi). L’intervento segue le interlocuzioni fra le rappresentanze di categoria e l’assessorato all’Economia e guarda al rafforzamento degli organismi di facilitazione del piccolo e medio credito per far fronte alle esigenze finanziarie di operatori, liberi professionisti e partite Iva indebolite dall’attuale congiuntura economica.
La Regione siciliana punta alla formazione accreditata, per la realizzazione di percorsi formativi di istruzione e formazione professionale (Iefp) di quarta annualità.
I corsi, così come tutta l’offerta formativa Iefp, , partiranno – comunica la Regione -con l’avvio del nuovo anno scolastico 2023/2024.
I percorsi volti a rafforzare le competenze acquisite nel sistema regionale degli Iefp, ampliando l’offerta, si rivolgono ai giovani che, completato il triennio e in possesso della qualifica di operatore, intendono proseguire gli studi nel sistema Iefp per conseguire un diploma professionale di tecnico.
Si apprende che l’assessorato regionale dell’Istruzione e della formazione professionale mette in campo un finanziamento di 16,7 milioni di euro, a valere su risorse nazionali del ministero del Lavoro e delle politiche sociali finalizzate ai percorsi Iefp e su risorse del bilancio regionale. Si prevedono ,5 milioni destinati a 135 percorsi, attivati da enti di formazione accreditati per il conseguimento di un diploma tecnico coerente con la figura Iefp della qualifica triennale già conseguita dagli allievi; altri 4,2 milioni sono riservati a 45 corsi, realizzati dagli enti di formazione accreditati in progettazione integrata con gli istituti professionali statali. La strategia è finalizzata a permettere successivamente il rientro degli allievi al quinto anno dei relativi percorsi di istruzione secondaria di secondo grado.
Ai corsi potranno iscriversi allievi fino a 23 anni non compiuti entro il primo settembre 2023, tranne nel caso di percorsi avviati all’interno degli istituti penitenziari dove non c’è limite di età. Ogni corso potrà avere fra i 15 e i 27 allievi (al massimo due con disabilità per classe) e avrà una durata complessiva di 1.056 ore.
L’ente di formazione dovrà riconoscere agli allievi un premio finale di 300 euro da erogare dopo il conseguimento del diploma professionale, come incentivo al raggiungimento del successo formativo.
I soggetti proponenti potranno presentare la propria proposta progettuale attraverso una procedura informatica su una piattaforma specifica, che sarà attiva per 20 giorni;..
«Far combaciare domanda e offerta di lavoro per migliorare i livelli di occupazione in Sicilia e dare un nuovo slancio all’economia regionale». Con questo obiettivo il presidente della Regione Renato Schifani ha annunciato oggi, partecipando ai lavori della sessione primaverile della Conferenza episcopale siciliana, l’intenzione di far realizzare un’indagine demoscopia su quelle che sono le esigenze del mondo del lavoro dell’Isola.
«Sarà possibile così – prosegue il governatore – individuare presso i datori di lavoro quali sono le figure professionali maggiormente richieste e orientare, nel modo più efficiente possibile, i programmi della formazione professionale finanziati dalla Regione. È una strada non ancora percorsa su cui il mio governo intende puntare per offrire nuove possibilità ai non occupati, giovani e meno giovani, della nostra terra».
A proposito dell’incontro con i vescovi siciliani, Schifani ha aggiunto: «È stato un confronto molto utile perché mi ha arricchito su tematiche che già conoscevo e mi ha spronato a continuare a confrontarmi sempre di più con il mondo ecclesiale. Lavoreremo affinché in futuro ci siano occasioni periodiche di dialogo poiché il mio vuole essere un governo dell’ascolto e della massima collaborazione con tutte quelle realtà che sono davvero vicine ai cittadini».
«Il governo regionale -informa un comunicato -non ha assolutamente rinunciato all’utilizzo in Sicilia degli ispettori del lavoro vincitori del concorso Inl. Nelle prossime settimane, sciolte le riserve, potrà essere firmata la convenzione, che regolerà i rapporti tra Stato e Regione sul loro impiego nell’Isola». Lo chiarisce l’assessore regionale alla Famiglia, alle politiche sociali e al lavoro, Nuccia Albano, commentando la notizia sulla presunta volontà della Regione di non utilizzare gli ispettori del lavoro dell’Inl (Ispettorato nazionale del lavoro).
«Così come a conoscenza delle rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl e Uil, appositamente informate lo scorso 12 gennaio, i ritardi nel completamento dell’iter amministrativo – continua l’assessore Albano – sono stati dovuti a problemi contingenti.
Le interlocuzioni sono proseguite con il nuovo dirigente dell’Inl, nominato dopo l’insediamento del governo nazionale, e si ritiene che nel giro di qualche settimana potrà essere sottoscritta la convenzione».
«In un articolo di stampa – continua l’assessore – viene riportata una mia presunta dichiarazione attraverso la quale rilevo qualche criticità. Tengo a precisare, senza voler fare polemica, che approfondire qualche criticità non vuol dire rinunciare, ma voler operare nel rispetto delle norme, per evitare successivamente fatti ostativi. Ne è prova che l’attuale protocollo siglato tra Regione e Inl sostituisce ben due precedenti, uno del 2016 e uno del 2018. I miei uffici hanno incontrato i sindacati, rassicurandoli sulla volontà di proseguire nell’iter amministrativo, per stipulare così la convenzione. In quella occasione fu anche detto loro che c’era la necessità di approfondire sul piano giuridico alcuni punti, in particolare la destinazione delle sanzioni irrogate dall’Inl sul territorio siciliano e la natura del rapporto di lavoro degli ispettori che opereranno in Sicilia. Quest’ultimo punto fu chiarito con gli uffici dell’Ispettorato nazionale del lavoro ed è in corso di definizione il tema dell’incameramento delle ammende».
Pertanto, aggiunge l’assessore al Lavoro, «stupisce la dichiarazione della Cgil, in cui si afferma che il governo regionale rinuncerebbe ai rinforzi ed è singolare che sia soltanto quel sindacato a denunciare questi presunti ritardi, quando invece le altre due sigle sindacali confederali, proprio perché a conoscenza di fatti e interlocuzioni, non hanno sollevato le stesse critiche».
Dobbiamo uscire da un approccio emergenziale e mettere in atto, attraverso un maggiore coordinamento interistituzionale, politiche di sostegno diverse da quelle che attualmente riguardano i migranti, a livello lavorativo, sanitario, di istruzione e formazione e sociale». Lo ha detto l’assessore regionale alla Famiglia, alle Politiche sociali e al Lavoro Nuccia Albano, in apertura dei lavori della prima Conferenza annuale sul fenomeno migratorio. L’assise, organizzata dall’Ufficio speciale immigrazione della Regione Siciliana, si è tenuta oggi allo Splendid Hotel La Torre, a Palermo.
«Uno dei progetti sperimentali avviati dalla Regione – ha aggiunto l’esponente del governo Schifani – prevede la ricollocazione dei migranti nei paesi delle Madonie, soprattutto in quelli dove lo spopolamento è maggiore: sarebbe un notevole passo avanti per integrarli a livello sia sociale sia lavorativo e ne trarrebbero beneficio il nostro artigianato e l’agricoltura. Dobbiamo sostenere le comunità locali sul piano degli interventi finanziari e culturali per facilitare percorsi di inserimento e servizi per le famiglie. L’immigrato non va visto più soltanto come il lavoratore che risiede temporaneamente nel nostro territorio; sono sempre più numerosi i cittadini di origine straniera che vivono stabilmente nella nostra regione e, quindi, servono specifiche proposte operative sull’accoglienza e l’inclusione da inserire nel Piano triennale».
L’iniziativa è stata l’occasione per fare il punto sull’applicazione della legge 20 del 2021. Durante i lavori, inoltre, a tutti gli attori a vario titolo coinvolti nelle questioni legate alla gestione del fenomeno migratorio sono state illustrate le linee strategiche e la nuova programmazione che saranno contenute nel Piano regionale, in fase di elaborazione da parte della struttura diretta da Michela Bongiorno.
«Il documento prodotto dall’Ufficio speciale immigrazione – ha concluso l’assessore Albano – è il frutto di un lavoro di ascolto e di analisi delle esigenze del territorio, che ci ha permesso di individuare indicazioni preziose sul modello di governance per l’attuazione del futuro Piano».
Conte: “Il Reddito di cittadinanza è misura efficace e giusta anche per gli occupabili”
Roma,
La manovra Governo Meloni demolisce una delle misure più efficaci per combattere la povertà e dare lavoro ai giovani: il reddito di cittadinanza. Previsto infatti il periodo transitorio verso l’abolizione del reddito di cittadinanza. Dal 1 gennaio 2023 alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) è riconosciuto il reddito nel limite massimo di 8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili.
E’ inoltre previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. In mancanza, decade il beneficio del reddito. Si decade anche nel caso in cui si rifiuti la prima offerta congrua. Il reddito sarà abrogato il 1 gennaio 24 e sarà sostituito da una nuova riforma. Previsto un risparmio- afferma lo Staff della Meloni – di 734 milioni per il 2023.
Afferma Giuseppe Conte, leader deo Cin que stelle: ““E’ disumano tagliare il reddito di cittadinanza anche solo alle persone occupabili. Si tratta di una platea di 660mila persone, molte delle quali hanno già compiuto 50-60 anni, hanno grosse difficoltà a ricollocarsi sul mercato del lavoro e non hanno di che mangiare. Ecco perché – ribadisce Conte – il M5S è pronto a tutto, a contrastare questo proposito disumano del governo scendendo anche nelle piazze, non solo nelle sedi istituzionali”.
A chi gli chiedono se si stia ricostituendo un asse col Pd nella battaglia a difesa del reddito di cittadinanza replica: “Spero che tutte le forze che hanno a cuore le persone in difficoltà in questo momento di crisi per il nostro Paese, si uniscano in questa battaglia“.
Dopo la reintegrazione nell’Ente ippico etneo del personale che aveva rifiutato il demansionamento,oggi un’altra sorpresa . La fornisce stavolta Il dott. Alfredo Alessandra, direttore dell’Istituto Incremento ippico di Catania sferra un inusitato ’attacco ai “gladiatori” (sei) dell’Ente e apre un inusitato procedimento disciplinare contro gli istruttori direttivi
Sostiene: “ Ho firmato la disposizione di servizio di cui alla nota n.2155 del 30 giugno scorso notificata brevi manu in data 1 luglio con la quale è stato chiesto di fornire entro il 4 luglio le misure e le taglie personali per poter provvedere alla fornitura dei DPI personali previsti dalla legge per garantire l’espletamento in sicurezza delle mansioni lavorative come previsto dalla normativa vigente sulla sicurezza Dl 81/2008
“Visto che a tutt’oggi gli istruttori direttivi non hanno dato riscontro alla mia nota, considerato che in assenza di queste informazioni non si può provvedere alla fornitura delle dotazioni di sicurezza obbligatorie per legge, io sono impossibilitato al suo regolare inserimento nelle attività lavorative previste dall’art. 2 della legge Regionale n.5/1985…”
Abbiamo detto che la classe dirigenziale della Regione Sicilia , in particolare di diversi dipartimenti dove sono in servizio diverse fasce di personale, funziona come comanda la casta dipartimentale. Il direttore generale è amico dei dirigenti del dipartimento, questi sono amici dei dirigenti delle strutture periferiche, insomma è una catena indiscutibile che prevede una turnazione ad incarichi privilegiati per chi sta al gioco dei potenti. Tutti, come sapete, al dipartimento ai Beni culturali e alle Soprintendenze, in primis, di Catania. Legami paralleli con la Funzione pubblica-Presidenza presidiata da dirigenti di “controllo”. I sindacati stanno anch’essi al gioco. Contributi e favoritismi ai segretari leader regionali.
Chi non entra in questo sistema, per far valere, come in questo chiarissimo caso dell’Istituto ippico, il diritto alla carriera e alla propria qualifica contrattuale , è costretto a vivere l’incubo delle tarantole .Le tarantole sono senza dubbio l’incubo degli aracnofobici, ma anche creature intelligenti. Una delle loro caratteristiche più straordinarie è la grande capacità di adattamento: al mondo-sappiamo- ne esistono circa 9oo specie diffuse negli ambienti più disparati, dalle foreste tropicali agli aridi deserti.
Noi ne aggiungiamo metaforicamente un’altra: quella della classe dirigenziale (dal dipartimento ai beni culturali all’agricoltura, alla funzione pubblica, presidenza-dirigenza della Regione Sicilia)che non vive un rapporto alla pari con il personale delle strutture periferiche siciliane.
Qual è la competenza del direttore dell’Istituto ippico a richiedere ai dipendenti istruttori le misure dei dispositivi della sicurezza se almeno la metà di essi detiene provvedimento dell’Asp di inidoneità alla gestione e pulizia dei cavalli? Ma dobbiamo proprio giocare a scacchi, dott. Alessandra?
.Proseguiamo a dire della tarantola. Afferrata la preda, usa le zanne (lunghe fino a 2,5 centimetri) per iniettare una dose di veleno letale, subito dopo inietta enzimi digestivi, in modo da predigerire la preda e risucchiarne il corpo attraverso l’appendice boccale simile-vedi la foto-immagine- a una cannuccia..
Ora, pur comprendendo che nessuno vorrà iniettare veleno ai dipendenti dell’istituto incremento ippico che hanno il coraggio di rifiutare le mansioni inferiori, l’Istituto ippico apre un ridicolo e superfluo procedimento disciplinare che in sostanza ripropone il quesito depositato ai giudici catanesi–come la tarantola- cerca di spaventare l’aggressore ergendosi sulle zampe posteriori , in modo da sembrare più grande e mostra le zanne come avvertimento.
ALESSANDRA,NON SI E’ RESO CONTO CHE DA OLTRE VENT’ANNI IL PERSONALE E’ STATO UTILIZZATO COME “SCHIAVO” AGENTE TECNICO E PERSINO NELLE BUSTE PAGA LA QUALIFICA NON E’ STATA MAI CAMBIATA….
Non scherziamo dottAlessandra: lei per chi scrive ,è solo un pesce piccolo, non è lei la tarantola perchè non sta in cima alla classe dirigenziale che ha tolto dal 2000 smalto, e diritto alla carriera agli istruttori direttivi dell’Istituto ippico. Perchè vuole pavoneggiarsi ora con le procedure disciplinari? Ha nel cassetto due sentenze favorevoli inerenti due elementi ? Ma quei giudci d’Appello, dottAlessandra non sapevano del giudizio di inidoneità del personale. Oppure-vista l’assoluta evidenza dei fatti – potrebbero essere giudici superficiali ,opinionisti ancora. Per un ventennio i dirigenti dell’Istituto li hanno utilizzato come veri schiavi e, ora il direttore ha la faccia tosta di aprire un procedimento disciplinare che getta solo discredito sull’immagine dell’Isttituto ippico e sulla incapacità della classe dirigenziale che prende la scorciatoia-la contestazione – quando pretende obbedienza cieca.
Deve sapere allora dott Alessandra –Lezione n.1 di Procedure disciplinari- che i dipendenti pubblici hanno facoltà di rimostranza nei confronti dell’ordine scritto del superiore gerarchico e, in questo caso, aggravato dal fatto che lei e la sua segreteria ne siete perfettamente a conoscenza- gli istruttori destinatari della sua contestazione possono assumere comportamenti omissivi o astensivi.
Perché, si chiederà il dirigente direttore dell’Istituto Ippico?
Le rispondiamo: Lezione n. 2.
Il pubblico dipendente , generalmente tenuto a mente dell’art 17 del Testo Unico 10 gennaio 1957 n.3 ad eseguire gli ordini dei superiori gerarchici, non può farlo allorchè essi costituiscano un illecito penale o arrechino un danno o male fisico come nel caso di tre istruttori direttivi che hanno le carte e la documentazione in regola vistata dall’Asp.
Lezione n. 3 dott. Alessandra: La tutela del pubblico dipendente va posta in relazione non alla sua posizione professionale ma alla sua responsabilità nel senso che l’obbedienza ad un ordine illegittimo trasferisce la responsabilità stessa al superiore dirigente che ha impartito l’ordine ( a mente-desidero citarle solo questo appunto -ricordo di studi sindacali- della sentenza del Tar Lazio sez III 6 Aprile 1991 n.334.
Sostanzialmente i sei gladiatori potranno invertire la situazione e deferirla alla Presidenza-Ufficio disciplinare oppure-per i motivi preriferiti alla Procura di Catania. Scacco matto dott Alessandra !
Perviene alla Redazione un Comunicato, pubblicato ieri sul massimo social, su un incontro “informale” ad Acireale dei sei gladiatori dell’Istituto ippico etneo, istruttori direttivi, con l’assessore regionale all’Agricoltura Toni Scilla, girato dall’On Nicola D’Agostino (vedi foto) Lo pubblichiamo. E’ a firma di Toni Scilla.
“Gli istruttori direttivi dell’Istituto per l’incremento ippico Ambelia di Catania, recentemente reintegrati, hanno incontrato ad Acireale l’assessore regionale all’Agricoltura Antonio Scilla con il deputato regionale Nicola D’Agostino. I lavoratori hanno espresso soddisfazione per il provvedimento che ha ripristinato la vecchia pianta organica dell’Ente strumentale dell’Assessorato regionale all’Agricoltura. Nel corso dell’incontro Scilla e D’Agostino hanno assicurato: “Faremo in modo di trovare le soluzioni idonee per le prospettive lavorative di questi dipendenti affinché abbiano riconosciuti gli stessi diritti dei loro colleghi regionali”
Finalmente ascoltiamo ragionamenti ed osservazioni pieni di serietà da parte di un sindacalista di spicco.Con il caro prezzi “la gente non ce la fa” ad arrivare a fine mese, “ha già perso l’equivalente di una tredicesima”. Si esprime così il leader Cgil, Maurizio Landini nel corso del convegno “Il lavoro interroga” organizzato dalla confederazione di Corso Italia. “Tutti parlano del prossimo autunno, ma siamo già ora nell’autunno caldo. Bisogna, quindi, aumentare il netto in busta paga, serve far crescere i salari. Il governo ha deciso per una tantum di 200 euro mentre per poter reggere questa situazione, tra inflazione e costi di energia, ai lavoratori servirebbero che nei rinnovi i contratti prevedessero un aumento di almeno di 200 euro nette al mese. Non è più il momento di una tantum“.
– “Bisogna aumentare i salari e il netto in busta paga” aggiunge. “Ma serve capire con quale tipo di riforma: se si fa con il taglio del cuneo fiscale i benefici del taglio devono andare tutti ai lavoratori: non è più il momento del ‘dividere un pochino’ e senza abbassare la guardia sul sistema pensionistico” sottolinea. “Se tagliare il cuneo per aumentare i salari finisce con il tagliare anche i contributi che servono a una pensione di dignità è un problema da non sottovalutare“.
– “Dopo il no dei quella ragazza alla proposta detta di lavoro, 70 euro al giorno per 10 ore al giorno, 280 euro al mese avrei voluto che ci fosse stata una sollevazione popolare, altro che come qualcuno ha detto ‘non avete voglia di lavorare’: da quello che gli ha offerto quel posto e che si fa chiamare imprenditore , a proposito di lavoro nero, è comportamento inaccettabile”.
“Se ci sono tante persone costrette a lavorare in nero è perché in tanti costringono i lavoratori a lavorare in nero altrimenti non ci sarebbe. E’ questa che dovrebbe essere una battaglia comune di dignità, di qualità del lavoro. Perché serve superare il fatto che il lavoro sia considerata solo una merce di scambio, comprata e venduta. E non sto pensando al superamento del capitalismo ma chiedo che almeno ci sia pari dignità tra lavoro e imprese”, prosegue rivolto alla folta platea di politici presenti al dibattito sul lavoro.
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