Lavoro
La Regione Siciliana si impegna “a formare i giovani disoccupati e a dar loro occupazione”
Palermo,
«Far combaciare domanda e offerta di lavoro per migliorare i livelli di occupazione in Sicilia e dare un nuovo slancio all’economia regionale». Con questo obiettivo il presidente della Regione Renato Schifani ha annunciato oggi, partecipando ai lavori della sessione primaverile della Conferenza episcopale siciliana, l’intenzione di far realizzare un’indagine demoscopia su quelle che sono le esigenze del mondo del lavoro dell’Isola.
«Sarà possibile così – prosegue il governatore – individuare presso i datori di lavoro quali sono le figure professionali maggiormente richieste e orientare, nel modo più efficiente possibile, i programmi della formazione professionale finanziati dalla Regione. È una strada non ancora percorsa su cui il mio governo intende puntare per offrire nuove possibilità ai non occupati, giovani e meno giovani, della nostra terra».
A proposito dell’incontro con i vescovi siciliani, Schifani ha aggiunto: «È stato un confronto molto utile perché mi ha arricchito su tematiche che già conoscevo e mi ha spronato a continuare a confrontarmi sempre di più con il mondo ecclesiale. Lavoreremo affinché in futuro ci siano occasioni periodiche di dialogo poiché il mio vuole essere un governo dell’ascolto e della massima collaborazione con tutte quelle realtà che sono davvero vicine ai cittadini».
La Regione Sicilia comunica. Ispettori del lavoro, Albano: «Nessuna rinuncia. Sciolte le riserve, sì alla convenzione»
«Così come a conoscenza delle rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl e Uil, appositamente informate lo scorso 12 gennaio, i ritardi nel completamento dell’iter amministrativo – continua l’assessore Albano – sono stati dovuti a problemi contingenti.
Le interlocuzioni sono proseguite con il nuovo dirigente dell’Inl, nominato dopo l’insediamento del governo nazionale, e si ritiene che nel giro di qualche settimana potrà essere sottoscritta la convenzione».Pertanto, aggiunge l’assessore al Lavoro, «stupisce la dichiarazione della Cgil, in cui si afferma che il governo regionale rinuncerebbe ai rinforzi ed è singolare che sia soltanto quel sindacato a denunciare questi presunti ritardi, quando invece le altre due sigle sindacali confederali, proprio perché a conoscenza di fatti e interlocuzioni, non hanno sollevato le stesse critiche».
Palermo: prima Conferenza regionale sull’immigrazione. Albano: «Favorire l’inclusione»
Palermo,
«Uno dei progetti sperimentali avviati dalla Regione – ha aggiunto l’esponente del governo Schifani – prevede la ricollocazione dei migranti nei paesi delle Madonie, soprattutto in quelli dove lo spopolamento è maggiore: sarebbe un notevole passo avanti per integrarli a livello sia sociale sia lavorativo e ne trarrebbero beneficio il nostro artigianato e l’agricoltura. Dobbiamo sostenere le comunità locali sul piano degli interventi finanziari e culturali per facilitare percorsi di inserimento e servizi per le famiglie. L’immigrato non va visto più soltanto come il lavoratore che risiede temporaneamente nel nostro territorio; sono sempre più numerosi i cittadini di origine straniera che vivono stabilmente nella nostra regione e, quindi, servono specifiche proposte operative sull’accoglienza e l’inclusione da inserire nel Piano triennale».
L’iniziativa è stata l’occasione per fare il punto sull’applicazione della legge 20 del 2021. Durante i lavori, inoltre, a tutti gli attori a vario titolo coinvolti nelle questioni legate alla gestione del fenomeno migratorio sono state illustrate le linee strategiche e la nuova programmazione che saranno contenute nel Piano regionale, in fase di elaborazione da parte della struttura diretta da Michela Bongiorno.
Sulla manovra molte ombre e nessuna luce per i disoccupati e i più poveri
Conte: “Il Reddito di cittadinanza è misura efficace e giusta anche per gli occupabili”
Roma,
La manovra Governo Meloni demolisce una delle misure più efficaci per combattere la povertà e dare lavoro ai giovani: il reddito di cittadinanza. Previsto infatti il periodo transitorio verso l’abolizione del reddito di cittadinanza. Dal 1 gennaio 2023 alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) è riconosciuto il reddito nel limite massimo di 8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili.
E’ inoltre previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. In mancanza, decade il beneficio del reddito. Si decade anche nel caso in cui si rifiuti la prima offerta congrua. Il reddito sarà abrogato il 1 gennaio 24 e sarà sostituito da una nuova riforma. Previsto un risparmio- afferma lo Staff della Meloni – di 734 milioni per il 2023.
Afferma Giuseppe Conte, leader deo Cin que stelle: ““E’ disumano tagliare il reddito di cittadinanza anche solo alle persone occupabili. Si tratta di una platea di 660mila persone, molte delle quali hanno già compiuto 50-60 anni, hanno grosse difficoltà a ricollocarsi sul mercato del lavoro e non hanno di che mangiare. Ecco perché – ribadisce Conte – il M5S è pronto a tutto, a contrastare questo proposito disumano del governo scendendo anche nelle piazze, non solo nelle sedi istituzionali”.
A chi gli chiedono se si stia ricostituendo un asse col Pd nella battaglia a difesa del reddito di cittadinanza replica: “Spero che tutte le forze che hanno a cuore le persone in difficoltà in questo momento di crisi per il nostro Paese, si uniscano in questa battaglia“.
Regione Sicilia, la Tarantola inietta il veleno sui sei dipendenti reintegrati
DI RAFFAELE LANZA
Dopo la reintegrazione nell’Ente ippico etneo del personale che aveva rifiutato il demansionamento,oggi un’altra sorpresa . La fornisce stavolta Il dott. Alfredo Alessandra, direttore dell’Istituto Incremento ippico di Catania sferra un inusitato ’attacco ai “gladiatori” (sei) dell’Ente e apre un inusitato procedimento disciplinare contro gli istruttori direttivi
Sostiene: “ Ho firmato la disposizione di servizio di cui alla nota n.2155 del 30 giugno scorso notificata brevi manu in data 1 luglio con la quale è stato chiesto di fornire entro il 4 luglio le misure e le taglie personali per poter provvedere alla fornitura dei DPI personali previsti dalla legge per garantire l’espletamento in sicurezza delle mansioni lavorative come previsto dalla normativa vigente sulla sicurezza Dl 81/2008
“Visto che a tutt’oggi gli istruttori direttivi non hanno dato riscontro alla mia nota, considerato che in assenza di queste informazioni non si può provvedere alla fornitura delle dotazioni di sicurezza obbligatorie per legge, io sono impossibilitato al suo regolare inserimento nelle attività lavorative previste dall’art. 2 della legge Regionale n.5/1985…”
Abbiamo detto che la classe dirigenziale della Regione Sicilia , in particolare di diversi dipartimenti dove sono in servizio diverse fasce di personale, funziona come comanda la casta dipartimentale. Il direttore generale è amico dei dirigenti del dipartimento, questi sono amici dei dirigenti delle strutture periferiche, insomma è una catena indiscutibile che prevede una turnazione ad incarichi privilegiati per chi sta al gioco dei potenti. Tutti, come sapete, al dipartimento ai Beni culturali e alle Soprintendenze, in primis, di Catania. Legami paralleli con la Funzione pubblica-Presidenza presidiata da dirigenti di “controllo”. I sindacati stanno anch’essi al gioco. Contributi e favoritismi ai segretari leader regionali.
Chi non entra in questo sistema, per far valere, come in questo chiarissimo caso dell’Istituto ippico, il diritto alla carriera e alla propria qualifica contrattuale , è costretto a vivere l’incubo delle tarantole .Le tarantole sono senza dubbio l’incubo degli aracnofobici, ma anche creature intelligenti. Una delle loro caratteristiche più straordinarie è la grande capacità di adattamento: al mondo-sappiamo- ne esistono circa 9oo specie diffuse negli ambienti più disparati, dalle foreste tropicali agli aridi deserti.
Noi ne aggiungiamo metaforicamente un’altra: quella della classe dirigenziale (dal dipartimento ai beni culturali all’agricoltura, alla funzione pubblica, presidenza-dirigenza della Regione Sicilia)che non vive un rapporto alla pari con il personale delle strutture periferiche siciliane.
Qual è la competenza del direttore dell’Istituto ippico a richiedere ai dipendenti istruttori le misure dei dispositivi della sicurezza se almeno la metà di essi detiene provvedimento dell’Asp di inidoneità alla gestione e pulizia dei cavalli? Ma dobbiamo proprio giocare a scacchi, dott. Alessandra?
.Proseguiamo a dire della tarantola. Afferrata la preda, usa le zanne (lunghe fino a 2,5 centimetri) per iniettare una dose di veleno letale, subito dopo inietta enzimi digestivi, in modo da predigerire la preda e risucchiarne il corpo attraverso l’appendice boccale simile-vedi la foto-immagine- a una cannuccia..
Ora, pur comprendendo che nessuno vorrà iniettare veleno ai dipendenti dell’istituto incremento ippico che hanno il coraggio di rifiutare le mansioni inferiori, l’Istituto ippico apre un ridicolo e superfluo procedimento disciplinare che in sostanza ripropone il quesito depositato ai giudici catanesi–come la tarantola- cerca di spaventare l’aggressore ergendosi sulle zampe posteriori , in modo da sembrare più grande e mostra le zanne come avvertimento.
ALESSANDRA,NON SI E’ RESO CONTO CHE DA OLTRE VENT’ANNI IL PERSONALE E’ STATO UTILIZZATO COME “SCHIAVO” AGENTE TECNICO E PERSINO NELLE BUSTE PAGA LA QUALIFICA NON E’ STATA MAI CAMBIATA….
Non scherziamo dottAlessandra: lei per chi scrive ,è solo un pesce piccolo, non è lei la tarantola perchè non sta in cima alla classe dirigenziale che ha tolto dal 2000 smalto, e diritto alla carriera agli istruttori direttivi dell’Istituto ippico. Perchè vuole pavoneggiarsi ora con le procedure disciplinari? Ha nel cassetto due sentenze favorevoli inerenti due elementi ? Ma quei giudci d’Appello, dottAlessandra non sapevano del giudizio di inidoneità del personale. Oppure-vista l’assoluta evidenza dei fatti – potrebbero essere giudici superficiali ,opinionisti ancora. Per un ventennio i dirigenti dell’Istituto li hanno utilizzato come veri schiavi e, ora il direttore ha la faccia tosta di aprire un procedimento disciplinare che getta solo discredito sull’immagine dell’Isttituto ippico e sulla incapacità della classe dirigenziale che prende la scorciatoia-la contestazione – quando pretende obbedienza cieca.
Deve sapere allora dott Alessandra –Lezione n.1 di Procedure disciplinari- che i dipendenti pubblici hanno facoltà di rimostranza nei confronti dell’ordine scritto del superiore gerarchico e, in questo caso, aggravato dal fatto che lei e la sua segreteria ne siete perfettamente a conoscenza- gli istruttori destinatari della sua contestazione possono assumere comportamenti omissivi o astensivi.
Perché, si chiederà il dirigente direttore dell’Istituto Ippico?
Le rispondiamo: Lezione n. 2.
Il pubblico dipendente , generalmente tenuto a mente dell’art 17 del Testo Unico 10 gennaio 1957 n.3 ad eseguire gli ordini dei superiori gerarchici, non può farlo allorchè essi costituiscano un illecito penale o arrechino un danno o male fisico come nel caso di tre istruttori direttivi che hanno le carte e la documentazione in regola vistata dall’Asp.
Lezione n. 3 dott. Alessandra: La tutela del pubblico dipendente va posta in relazione non alla sua posizione professionale ma alla sua responsabilità nel senso che l’obbedienza ad un ordine illegittimo trasferisce la responsabilità stessa al superiore dirigente che ha impartito l’ordine ( a mente-desidero citarle solo questo appunto -ricordo di studi sindacali- della sentenza del Tar Lazio sez III 6 Aprile 1991 n.334.
Sostanzialmente i sei gladiatori potranno invertire la situazione e deferirla alla Presidenza-Ufficio disciplinare oppure-per i motivi preriferiti alla Procura di Catania. Scacco matto dott Alessandra !
Prove di stabilità per i sei “gladiatori”,istruttori direttivi, dell’Istituto Incremento ippico. ” Forse-promette la politica locale- nuove soluzioni e prospettive di cambiamenti”.
Perviene alla Redazione un Comunicato, pubblicato ieri sul massimo social, su un incontro “informale” ad Acireale dei sei gladiatori dell’Istituto ippico etneo, istruttori direttivi, con l’assessore regionale all’Agricoltura Toni Scilla, girato dall’On Nicola D’Agostino (vedi foto) Lo pubblichiamo. E’ a firma di Toni Scilla.
Landini, leader Cgil, “occorrono 200 euro nette in più al mese per ogni famiglia, altro che una tantum”
Finalmente ascoltiamo ragionamenti ed osservazioni pieni di serietà da parte di un sindacalista di spicco.Con il caro prezzi “la gente non ce la fa” ad arrivare a fine mese, “ha già perso l’equivalente di una tredicesima”. Si esprime così il leader Cgil, Maurizio Landini nel corso del convegno “Il lavoro interroga” organizzato dalla confederazione di Corso Italia. “Tutti parlano del prossimo autunno, ma siamo già ora nell’autunno caldo. Bisogna, quindi, aumentare il netto in busta paga, serve far crescere i salari. Il governo ha deciso per una tantum di 200 euro mentre per poter reggere questa situazione, tra inflazione e costi di energia, ai lavoratori servirebbero che nei rinnovi i contratti prevedessero un aumento di almeno di 200 euro nette al mese. Non è più il momento di una tantum“.
– “Bisogna aumentare i salari e il netto in busta paga” aggiunge. “Ma serve capire con quale tipo di riforma: se si fa con il taglio del cuneo fiscale i benefici del taglio devono andare tutti ai lavoratori: non è più il momento del ‘dividere un pochino’ e senza abbassare la guardia sul sistema pensionistico” sottolinea. “Se tagliare il cuneo per aumentare i salari finisce con il tagliare anche i contributi che servono a una pensione di dignità è un problema da non sottovalutare“.
– “Dopo il no dei quella ragazza alla proposta detta di lavoro, 70 euro al giorno per 10 ore al giorno, 280 euro al mese avrei voluto che ci fosse stata una sollevazione popolare, altro che come qualcuno ha detto ‘non avete voglia di lavorare’: da quello che gli ha offerto quel posto e che si fa chiamare imprenditore , a proposito di lavoro nero, è comportamento inaccettabile”.
“Se ci sono tante persone costrette a lavorare in nero è perché in tanti costringono i lavoratori a lavorare in nero altrimenti non ci sarebbe. E’ questa che dovrebbe essere una battaglia comune di dignità, di qualità del lavoro. Perché serve superare il fatto che il lavoro sia considerata solo una merce di scambio, comprata e venduta. E non sto pensando al superamento del capitalismo ma chiedo che almeno ci sia pari dignità tra lavoro e imprese”, prosegue rivolto alla folta platea di politici presenti al dibattito sul lavoro.
I VELENI DELL’ISTITUTO INCREMENTO IPPICO E LA TARANTOLA DELLA CLASSE DIRIGENZIALE DELLA REGIONE SICILIA
DIRIGENTI REGIONE SICILIA: UNA TARANTOLA
di Raffaele Lanza
La vicenda dei lavoratori “gladiatori” licenziati all’Istituto incremento ippico di Catania ha messo in luce, come avevamo previsto, la retromarcia della Regione. La legge del 2019 che consentiva quell’obbrobrio era nata male ed è stata ” soppressa” con le più recenti disposizioni in materia finanziaria. Le proteste, i ricorsi, gli scritti, di un caso inusitato, i pareri legali, i duelli tra avvocati esperti in materia,gli striscioni sindacali il contenzioso giudiziario, un punto di vista assai curioso di un giudice che vede la questione in un modo, un altro magistrato vede invece altre angolazioni più terrene. Chissà perché, ci chiediamo. quel che era diventato la topica per eccellenza della Regione siciliana si chiude qui. Troppi errori della classe dirigenziale. Errori che hanno pagato come immagine i governanti attuali che hanno pensato bene di non perseverare e fare intelligente retromarcia.
Se consentite anche noi di SUD LIBERTA’ che abbiamo pubblicato ogni respiro di questi coraggiosi “gladiatori” abbiamo i nostri meriti e siamo orgogliosi di ricevere gli applausi.
Lavoratori-ricorderemo- collocati a luglio dello scorso anno “in disponibilità” dall’Istituto Incremento Ippico di Catania,l’ente sottoposto alla vigilanza dell’Assessorato regionale alle Risorse agricole ed alimentari.
Fioccarono i ricorsi dei dipendenti interessati, – alcuni passi indietro in questa vicenda -con esclusione dei volontari – coloro che hanno volontariamente accettato -e firmato” il declassamento delle mansioni, da “C” in A” finalizzato alla sospensione degli effetti nefasti che hanno provocato le determinazioni del direttore dell’ Istituto, supportato da un ex commissario ad acta, dirigente in pensione, Vito Sinatra in obbedienza , manco a dirlo, del governo regionale.
Una sorta di Cassa integrazione visto che lo stipendio è stato decurtato di circa 270 euro mese e ora dovrà essere restituito, probabilmente dal mese di settembre prossimo
Erano 8 unità “in atto licenziati ingiustamente” da 21 luglio ” per un massimo di 2 anni” Ridotti oggi a sei, uno per pensionamento l’altro- putroppo – per chiamata divina.
Ricordiamo al pubblico le sedi storiche di lavoro quelle di Catania e Tenuta Ambelia in territorio Militello Qui il presidente del consiglio dell’Istituto, Caterina Maria Teresa Grimaldi di Nixima ( “Principessa” iscritta nel Libro d’Oro della nobiltà italiana) con il supporto del Presidente della Regione on Musumeci vuol realizzare un processo di sviluppo e valorizzazione dell’intera area finalizzata alla realizzazione di un importante centro equestre
Il Presidente della Regione On.Nello Musumeci esprime dubbi sulla serietà sindacale siciliana
Un altro aspetto che merita di essere ricordato è che i sindacalisti della Regione hanno dato dimostrazioni di incompetenza tecnica e sollevato interrogativi sulla loro onestà/capacità nei confronti dei dipendenti.. Nella “riunione” del 13 luglio scorso presso la sede dell’assessorato regionale dell’Agricoltura sindacalisti del Comparto e dirigenti dell’assessorato regionale all’agricoltura si discuteva proprio della (ex) legge del 2019 che ha rimodulato la pianta organica dell’Istituto per razionalizzare le migliori risorse umane… ll dirigente responsabile dell’Istituto Incremento Ippico e il dirigente generale del Dipartimento della Funzione Pubblica vennero autorizzati a stipulare apposito accordo di mobilità in virtù della legge 165 del 2001 che regola anche la copertura dei posti vacanti Ma non si decise nulla. Né si scrissero verbali di sorta
L’Ente avrebbe potuto procedere, secondo le disposizioni del Contratto collettivo vigente, anche al distacco del personale presso altri enti inferiori di A e B fino ad esaurimento degli stessi.
Non si è compreso neppure – se non per intuibili scorrette motivazioni politiche – perchè il Dipartimento Funzione pubblica abbia negato la mobilità al personale
Altri appunti emergevano mai chiariti dalla Regione:: perchè questa riunione non venne formalizzata in un documento-verbale? Era una riunione di famiglia? Il 13 luglio scorso non venne sospeso alcun provvedimento dell’Istituto. Il risultato: sempre lo stesso. I dipendenti più coraggiosi, coerenti, quelli che davano maggiormente “fastidio” sono stati messi alla porta, “in disponibilità” .
SINDACATI INCOMPETENTI, PRIVI DI PROFESSIONALITA’
Abbiamo pure osservato che il personale avrebbe dovuto e dimettersi dai sindacati ed agire in proprio autonomamente. Qualcuno invero l’ha già fatto.
Altro punto che non lascia vedere alcun bagliore. “La verifica della professionalità adeguata” svolta con ordine di servizio o altro del direttore dell’Istituto non pone in luce alcuna proposta sindacale in ordine ai criteri da stabilire per la ricollocazione nei posti d’organico vacanti . L’Istituto cioè non pone alcuna regola o meccanismo di “Par condicio” per la scelta del personale da collocare nei posti vacanti . Sceglie quelli che più piacciono alla direzione,realizzando , quindi una ingiustizia con grave danno per i non “prescelti” che non hanno avuto questa opportunità e restano a casa.
Carmen Madonia, dirigente generale del Dipartimento Funzione Pubblica
–Abbiamo scritto in diversi servizi sulle omissioni della classe dirigenziale regionale–Potremmo davvero pubblicare un volume .Riportiamo parte di tratti da nostro testo già pubblicato sul nostro giornale.
“Vorremmo anche che il dirigente generale del Dipartimento della Funzione pubblica Carmen Madonia spiegasse all’umanità una sua grave omissione istruttoria -per il posto che occupa-visto che la legge n.17 del 2019 ha rimodulato d’ufficio la dotazione organica dell’Istituto riducendo da 31 a 17 le unità di personale creando condizioni soprannumerarie inerenti a 27 soggetti di categoria C, profilo istruttore ed “atteso pure che i trenta posti esistenti nella vecchia pianta organica sono stati ridotti a tre.
Perchè dunque -è questa l’omissione signora Madonia- non ha verificato la ricollocazione totale o parziale del personale in soprannumero o di eccedenza anche presso altre amministrazioni regionali con preventivo accordo visto che il dipartimento della funzione pubblica costituisce il cuore pulsante dell’intera Regione ?. Perchè deve dire stupidaggini all’Istituto ippico che le aveva richiesto di agire in tal senso, uscendo con la puerile e vergognosa scusa che la richiesta non “rientra nel Piano triennale di fabbisogno del personale”.?
Sappiamo pure che il Dipartimento alla funzione pubblica ritiene- risposta al direttore Alessandra- di “non essere autorizzato alla stipula di alcun accordo di mobilità per unità che appartengono al profilo economico C5 e C6, secondo una delibera della giunta regionale …”
La verità, l’unica, signora Madonia, è che lei esempio di alta dirigenza obbedisce solo a quella politica che l’ha piazzata lì per autoincensarsi e sprofonda la Regione Sicilia rispetto ad altre parti d’Italia senza sapere forse che lei,per compito istituzionale, deve guidare correttamente la comunità del personale regionale come fanno i generali con gli eserciti. Meglio il silenzio dunque signora dirigente della Regione …Ormai la conosciamo anche per altre vicende ed ingiustizie (vedasi Ufficio stampa Ersu)….”
A questo punto la storia sta per concludersi: i sei “gladiatori” entrano di diritto nel recentissimo concorso-flop della Regione. L’ammissione è con riserva come prevede la legge. Come nei film-horror il colpo di scena finale: la legge del 2019 viene invalidata dalla Regione politica: il governo e Musumeci pur consentendo il rientro all’Istituto di questo personale ,erano già consapevoli che questi “gladiatori”avrebbero fatto semtire il loro fiato fino alla fine.
Adesso tutto come prima, il personale è un po’ diviso in due per i colleghi finiti in gloria e il direttore dell’Istituto Incremento ippico, Alessandra nello stile della classe dirigenziale siciliana, ci riprova diversamente.
LA VISITA DEL MEDICO COMPETENTE : QUALE CRITERIO VISTI I PRECEDENTI?
Comunica al personale di sottoporsi alla visita medica competente.Rosaria Bella si chiama il medico del lavoro. Un’eventuale idoneità alla pulizia dei cavalli metterebbe in crisi nuovamente la qualifica per la quale i sei lavoratori hanno lottato tanto finora.
Già nel passato il giudizio di idoneità alle mansioni di agente tecnico sui cavalli è stato contestato da un dipendente –Salvo Soldano – il più attivo del gruppo rientrante-ex dirigente provinciale sindacale autonomo (Siad) che si è rivolto al Collegio medico dello Spresal che ha modificato il giudizio del medico competente accertando l’idoneità alla qualifica di istruttore direttivo ma non alla mansione di “Addetto alla gestione di pulizia dei cavalli” Sarebbe un atto –riferisce l’ex esponente sindacale- che travalicherebbe i compiti del medico aziendale al quale non spetta certamente di valutare i rischi relativi a mansioni inferiori di Agente tecnico di cui alla legge n.5/1985 abrogata dalla legge 10/2000 posta a base del nuovo Statuto dell’Itituto Incremento ippico
Lo Spresal – aggiunge Soldano- ne diede immediata comunicazione anche al medico competente ,dott.Venerando Rapisarda, e l’Istituto ippico collocò l’esponente in ufficio
A questo punto si scopre che la cartella sanitaria non risulta aggiornata come dispone l’art 25 della legge n.81 del 2008, sono stati omessi nella cartella il giudizio dello Spresal nonhè altri documenti che chiariscono la inapplicabilità delle mansioni. Insomma, la cartella è falsa “ spiega senza mezzi termini l’avv. Giuseppe Cannizzo ,legale di fiducia dell’ex dirigente sindacale–”Con abuso di potere il dr Rapisarda ha esposto a rischi dipendenti quai il Soldano . quali “Polvere biologico “ riconducibile alle mansioni degli agenti tecnici ma non certamente a quelli di istruttore direttivo..”
Intanto cosa succede nella burocrazia del controllo sanitario? Vediamo alcuni dettagli anche per far capire il funzionamento inusitato e pieno di furbizie e ” falsità” della Pubblica amministrazione siciliana. Il dr Salvatore Carfi, nuovo medico aziendale in sostituzione del dr Venerando Rapisarda , dimissionario, consegna in busta chiusa e sigillata, copia della cartella clinica Come risulta agli del fascicolo dello Spresal,la Commissione presieduta dal dr S.De Luca,quale direttore f.funzioni, ebbe ad ordinare l’acquisizione della cartella sanitaria. Il dr Rapisarda non consegnò la cartella, per l’evidenza dei fatti -spiega Soldano -deduco che la cartella sanitaria dei rischi consegnatami nel giugno del 2019 dal dr Salvatore Carfi aveva profili di falsità . Si, falsa.
L’avv Cannizzo, legale del Soldano, precisa che in detta cartella non vi erano inseriti il certificato del 22 luglio 2014 dell’ASP dipartimento Salute mentale; ancora, il certificato a firma del dr. Zaffora; il verbale del Pronto soccorso
Del 25 agosto 2014; la prescrizione medica del 6 Ottobre 2014 dell’ASP di Paternò; Relazione psicologica della dottssa Barbaro Marisa
Ecco la richiesta del Soldano: “ …..chiede e fa istanza allo Spresal di voler provvedere a sanzionare ai sensi dell’art.58 del Dpr 81/2018, immediatamente il dr. Venerando Rapisarda per la violazione sopra accennate nonché ad aprire una indagine di polizia giudiziaria riguardo la falsità indicata.Fa seguito la denuncia per l’illecita azione del nuovo medico di sorveglianza dell’Istituto dott. Salvatore Carfi di eseguire la visita di sorveglianza in assenza di alcun presupposto di legge. Infatti la sorveglianza sanitaria che il dott. Carfi intende eseguire sulla mia persona si manifesta illegittima perché si basa su diagnosi e mansioni del precedente medico competente, false ed illecite. Il dr Carfi invero non può sottoporre a visita di sorveglianza chi riveste la qualifica di istruttore direttivo valutando l’idoneità o la non idoneità non già a rischi relativi alla qualifica posseduta ma riguardo a rischi relativi alle mansioni di Agente tecnico di cui all’art 2 della legge n.5/85, una legge che non si applica agli istruttori direttivi.Aggiunge ancora la difesa legale: “ E’ di tutta evidenza che che non spetta al medico competente dr Salvatore Carfi , così come non spettava al dr Rapisarda attribuire compiti e mansioni non rientranti nella qualifica di istruttore direttivo riconosciuta dallo stesso medico competente non essendo certamente lui che può assegnarmi mansioni diverse da quelle attribuite dalla legge n.10 del 2000 e del CCRL
Oggi l’organigramma dell’Istituto Incremento ippico si comprende che l’Ente è strutturato con una direzione e due Unitò operative.Una Unità operativa di base Affari Generali ed una Unità operativa di base, tecnico gestionale,che nell’insieme presentano otto uffici. E precisamente: l’Unità operativa di base ha tre uffici: Affari generali e consegnatario ; Affari del Personale: Programmazione e conomica e gestione finanziaria
L’Unità operativa di base, tecnico gestionale, è composta da cinque uffici:
Unitò op.4: Selezione regionale, Fecondazione campagna, economo
Unità op.5: Fecondazione assistita, Ricerca, Manifestazioni, Sede di S.Fratello (gestione) Vice consegnatario
Unità op.6: Stalloneria privata- Affidamento stalloni – Vice Economo
Unitò op-7: Gestione Tenuta Ambelia
Unità op-8: Registro Anagrafico – Anagrafe Equidi
“
Conclusione lo stratagemma dell’Istituto ippico di reinserire le vecchie figure di Agenti tecnici alla gestione di cavalli, non riesce, va in fumo. Ci vogliono occhi attenti oggi nella pubblica amministrazione.E I’ex dirigente sindacale Soldano se ne accorge subito, “perché il dott. Carfi non si limita ad esprimere un giudizio di idoneità o inidoneità alla qualifica di Istruttore direttivo posseduta ma andando oltre il disposto della legge, si arroga ( o, precisiamo noi di Sud Libertà, c’è un accordo con il vertice dell’Istituto Incremento ippico? N.d.r.) il potere di demansionare a svolgere i compiti dell’agente tecnico contrariamente a quanto decretato nel provvedimento del 3 Ottobre 2018 dalla Commissione dello Spresal.
Il direttore dell’Istituto Alessandra rimanda i lavoratori a nuova visita medica. Giovedì prossimo sapremo il criterio del il Medico competente nei confronti dei lavoratori “licenziati” e riassunti” per errore aiiestato dalla Regione.
Corte dei conti: attuare subito un ricambio generazionale dei dipendenti pubblici, formare i giovani disoccupati
L’unificazione delle scuole preesistenti e l’individuazione di ulteriori esigenze formative dopo l’emergenza pandemica, la diffusione della didattica a distanza e la necessità di impiego dei fondi europei per i progetti inseriti nel PNRR sono state l’oggetto della riforma della Scuola nazionale dell’amministrazione (SNA).
E’ quanto emerge dalla delibera n. 12/2022/G della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, dal titolo “I processi di formazione del personale delle Pubbliche Amministrazioni e il ruolo della Scuola Nazionale dell’Amministrazione”, riferita all’arco temporale 2015-2020.
La magistratura contabile auspica che la SNA possa assumere un ruolo primario per la ripresa economica del Paese e sottolinea che la formazione e la valorizzazione del personale pubblico, anche mediante un ricambio generazionale dei dipendenti, sono considerate leve indispensabili per una migliore qualità dei servizi a cittadini e imprese, nonché per un’efficiente attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
La Corte rimarca la necessità di un monitoraggio costante sull’utilizzo del fondo, istituito con iniziale dotazione di 50 milioni di euro annui a decorrere dal 2022, al fine di migliorare la capacità formativa della PA entro il 2026.