Parla il ministro del Lavoro Marina E.Calderone criticando il Reddito di cittadinanza “ma non ha mai fatto essa-dicono le opposizioni- un solo incontro sul lavoro con i sindacati..”

 

Il governo trascura le critiche dell’opposizione e le proteste che si susseguono nel Paese per la sospensione del reddito con paternità M5s ..Il  ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone, nel corso dell’informativa sul reddito di cittadinanza in Aula al Senato, ha affermato che:.

 

Calderone: nessuna applicazione degli ISA per il 2020

Dai controlli della Guardia di Finanza, a decorrere dall’introduzione del reddito fino al primo semestre 2023, risultano assegni indebitamente percepiti e indebitamente richiesti per un ammontare di 506 milioni“. 

“Nell’attività di controllo- ha aggiunto – sui percettori di reddito di cittadinanza, effettuati dall’ispettorato nazionale per il lavoro e dal nucleo dei carabinieri tra il 2019 e il 2023, sono stati intercettati 35.737 percettori irregolari o con necessità di regolarizzare la posizione

Replicando alle dure critiche che arrivano da Pd e M5S,  il rappresentante  del governo ha commentato che “ricordare che l’introduzione del Reddito di cittadinanza, che ha seguito l’abolizione del Rei, è avvenuta tra le severe critiche di numerosi componenti di forze politiche che oggi siedono tra banchi dell’opposizione e che oggi hanno una visione critica delle misure adottate dal governo”.

“Il Rdc ha mostrato da subito aspetti di criticità legati al forte disallineamento tra il sostegno monetario e le iniziative di attivazione, reso evidente dall’aver iniziato l’erogazione monetaria senza aver provveduto a mettere in grado i centri per l’impiego di far fronte ai nuovi compiti loro assegnati sul piano occupazionale”, ha detto Calderone.

“L’azione del governo rappresenta il segno politico di un nuovo approccio culturale che si ispira al lavoro, come scritto nella nostra Costituzione. Noi vediamo nel lavoro la risposta alla povertà: è il mezzo migliore per contrastare le condizioni di indigenza”.

Ma le opposizioni non ci stanno proprio ed  incalzano. “Questa destra ha deciso che se hai tra i 18 e i 59 anni un lavoro lo devi trovare per forza, non conta quale sia la tua condizione di vita – ha detto in Aula il senatore Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd al Senato – Ma noi non abbiamo mai visto nessuno che ha deciso di nascere povero, di non studiare, di vivere in condizioni drammatiche. Al contrario, chi è in quelle condizioni cerca di uscirne e se non riesce a farlo ha bisogno dello Stato”.

Se la Guardia di Finanza su 25 miliardi ha trovato truffe per 500 milioni, cioè per il 2% delle pratiche di Rdc – ha continuato Boccia – vuol dire che qualcosa ha funzionato. E voglio dirlo a chi guarda al passato pensando di fare propaganda: il Pd nel 2018 non votò per il Rdc, ma nel 2019, quando si è trattato di renderlo strutturale durante il governo giallorosso, lo ha votato convintamente.

E ringrazio Dio, perché se non ci fosse stato il Rdc durante il lockdown avremmo avuto conflitti sociali veri. Ha funzionato tutto? Ha funzionato come sussidio, andava migliorato sulle politiche attive per il lavoro. Peccato che la ministra Calderone non abbia fatto un solo incontro sulle politiche attive del lavoro con i sindacati, fatto salvo poi ora scoprire la concertazione per quello che riguarda il salario minimo”, ha aggiunto il dem.

Dipendenti pubblici in pensione con Quota 41 (come già in Sicilia per i dimissionari): presto la riforma pensioni

 

prestiti inps per pensionati

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Quota 41 è la meta della politica odierna  per la riforma delle pensioni: se ne parla da anni  ,consentire a ogni lavoratore di poter andare in pensione una volta raggiunti i 41 anni di contributi, infatti, garantirebbe il superamento della legge Fornero perlomeno per la parte riferita alla pensione anticipata (riservata a chi ha maturato 42 anni e 10 mesi di contributi, uno in meno per le donne).

Già in virtù della legislazione speciale di alcune regioni come la Sicilia  migliaia di dipendenti pubblici regionali sono andati in pensione – indipendentemente dall’età – una volta raggiunti i 41 anni di contributi.  Sono dipendenti dimissionati.    Nelle carte infatti non si parla di pensionati ma di persone che hanno presentato volontariamente dimissioni.  Si badi bene senza penalizzazioni come giusto che sia in ogni caso.

Altri gruppi     sono i dipendenti  precoci, ossia di coloro che all’età di 19 anni avevano maturato almeno 12 mesi di contributi. Ma non basta: per poter accedere alla pensione con Quota 41, infatti, bisogna appartenere a uno dei profili a cui lo Stato riconosce una maggior tutela, ossia disoccupati, invalidi (almeno al 74%), caregiver e lavoratori usuranti e gravosi.

Sono tuttavia esclusi dalla possibilità di accedere a Quota 41 coloro che hanno la pensione calcolata interamente con il regime contributivo, quindi chi ha iniziato a versare contributi per la pensione dopo il 1° gennaio 1996 oppure chi ricorre al computo della Gestione separata.

Per chi accede a Quota 41 non ci sono penalizzazioni sulla pensione, ma è bene sottolineare che l’assegno decorre 3 mesi dopo da quando ne sono stati maturati i requisiti. E ancora: per almeno 1 anno e 10 mesi, o 10 mesi nel caso delle donne, non è possibile riprendere a lavorare.

Napoli, attacco di hacker cinesi a ospedale Vanvitelli per furto di dati- Indaga la Polizia postale

 

 

attacchi informatici 2019
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Napoli

Forse sono un gruppo di hacker cinesi gli autori dell’attacco informatico di tipo ransomware ai danni del sistema informatico dell’Azienda ospedaliera universitaria Luigi Vanvitelli di Napoli. L’ipotesi si basa sulla tipologia di indirizzo email fornito dall’attaccante per invitare i tecnici dell’Aou Vanvitelli a richiedere informazioni su come riottenere i dati che si presume siano stati rubati.

Il primo malfunzionamento tecnico rilevato sulla piattaforma informatica dell’Aou Vanvitelli risale a sabato 1° luglio. Tra sabato e domenica i tecnici hanno lavorato per rimettere in piedi la piattaforma ma, quando questo è avvenuto lunedì pomeriggio, si sono resi conto che non si trattava di un guasto tecnico, bensì di un vero e proprio un attacco informatico.

Con il supporto della Polizia postale e dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale i tecnici sono ora al lavoro per individuare le cause dell’attacco, rimettere in piedi l’infrastruttura danneggiata e tentare il recupero dei dati che al momento appaiono criptati, e per i quali non c’è la certezza che siano stati rubati. 

Oggetto dell’attacco  si apprende “è principalmente, ma non esclusivamente, il software dei laboratori di analisi. Questo non significa che i laboratori di analisi siano fermi, ma – al momento procedono a velocità molto ridotta, in maniera pseudo manuale”. 

Sentenza Tribunale Sezione del Lavoro di Messina relativa al ricorso “long list”: ora è tutto chiaro?

 

Archi vi- Sud Libertà  (Messina)

 

Messina

Il Tribunale di Messina, Sezione Lavoro, ha ritenuto legittimo l’operato della Partecipata del Comune, l’Azienda Speciale Messina Social City nel complesso procedimento di gestione delle centinaia di assunzioni attraverso la cosiddetta “long list, rigettando il ricorso proposto da un candidato escluso. È quanto si legge nel provvedimento emesso dal giudice del lavoro lo scorso lunedì 4 luglio 2023.  Il ricorso era stato avanzato dal ricorrente in quanto ritenutosi penalizzato per  la mancata considerazione dei titoli effettivamente posseduti.

Come si ricorderà, all’Avviso di selezione, bandito dalla Messina Social City, finalizzato all’assunzione di personale da adibire a diversi profili professionali, autisti, cuochi, assistenti sociali, asacom e psicologi hanno partecipato oltre 13mila candidati. Dopo la pubblicazione delle graduatorie provvisorie nel settembre del 2022, i controlli analitici da parte dell’Azienda, avevano evidenziato alcune discrasie e omissioni nelle dichiarazioni sostitutive rese dai candidati e, pertanto la stessa Azienda al fine di superare tali criticità adottò una procedura ad hoc di validazione delle domande. Tale scelta attuata attraverso una procedura massiva e generalizzata – su cui si era a suo tempo aperto un dibattito anche in sede di Consiglio comunale – l’Azienda decise di fare ricorso dopo avere acquisito il parere dell’avvocato Santi Delia, in quanto era l’unica a potere garantire il rispetto della par condicio tra i concorrenti e nel contempo il merito dei candidati.

Sulla base delle motivazioni espresso dalla Messina Social City, il Tribunale nel rigettare il ricorso del candidato, ha quindi ritenuto legittima la scelta dell’Azienda di imporre ai candidati di fornire ulteriori chiarimenti rispetto alle loro dichiarazioni, valorizzando la tesi del legale Delia che ha assistito l’Azienda anche in fase giudiziale, il quale ha ritenuto “è chiaro infatti che l’attribuzione del punteggio per il servizio prestato per datori di lavoro privato, anche alla luce della premessa di cui al comma 1 dell’art. 6 dell’avviso di selezione, secondo cui ‘la selezione è finalizzata ad accertare il possesso delle competenze professionali dei candidati in relazione all’incarico da ricoprire’, non può che richiedere lo svolgimento di un servizio in cui il profilo professionale deve essere proporzionato all’attività da svolgere”.

“La sentenza del Tribunale di Messina, Sezione Lavoro  che respinge il ricorso dell’ormai detta long list conferma la correttezza e la legittimità delle scelte e delle azioni effettuate dalla nostra Amministrazione. Abbiamo sempre operato e continueremo ad operare nella ferma applicazione delle leggi proseguendo il nostro cammino amministrativo per  raggiungere gli obiettivi di governo prefissati, basato sui valori della legalità e dell’affermazione del diritto”, ha commentato il sindaco Federico Basile.

Soddisfazione è stata espresso anche dalla presidente della Messina Social City Valeria Asquini che, sulla gestione della long list, era stata chiamata a rispondere in Consiglio comunale. “Come sottolineato in quella sede – chiarisce la Asquini – la procedura che avevamo messo in atto, per quanto complessa e articolata, era l’unica utile alla gestione di una procedura con oltre 13 mila partecipanti, procedura mai gestita prima  da un’Azienda speciale della nostra città. Questa sentenza ci legittima a rafforzare i nostri scopi statutari e la nostra attività volta a garantire il diritto primario all’assistenza dei nostri cittadini nell’ambito dei servizi sociali istituiti, e garantisce altresì il merito dei concorrenti che confidavano in una corretta gestione della procedura concorsuale. Siamo convinti che questa esperienza possa aiutarci anche per il futuro nel centrare tutti gli obiettivi istituzionali”.

 

I POLITICI PROMETTONO SGRAVI ( 3%) IN BUSTA PER I DIPENDENTI PUBBLICI E RIDUZIONI ALIQUOTE IRPEF IL 10 LUGLIO SI DISCUTERA’ IN AULA

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Per i lavoratori dipendenti  previste  modifiche economiche a partire dal 2024, sia sul fronte della riforma degli scaglioni a definizione delle aliquote Irpef sia su quello dello sgravio contributivo,  Tali cambiamenti sono volti a far percepire al lavoratore un netto in busta paga più alto e ridurre il noto cuneo fiscale.      Ma per saperne di più si rimane in attesa della discussione in aula, in programma il 10 luglio, circa il testo della riforma fiscale, dopo l’ok ricevuto dalla Commissione Finanze della Camera.

A partire dal 2024 sarebbe prevista , la riduzione da quattro a tre aliquote Irpef,  mediante un allargamento del primo scaglione. Ma altre novità sono in vista a tema busta paga, come l’ipotesi di una flat tax al 15% da applicare su straordinari, tredicesima e premi di produzione, a beneficio – dei redditi più bassi, fino a 20.000 euro. Le imposte dovrebbero poi crescere gradualmente al crescere del reddito del dipendente, fino ad assestarsi alle aliquote ordinarie oggi in vigore.

La Regione siciliana chiude società fantasma ma distribuisce milioni a tutti,ai Comuni, ai settori “Forestale”, ai 1166 “Pip” Dei disoccupati neppure l’ombra e nessun cenno

 

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Palermo,

«Una manovra finanziaria che serve a dare serenità ai Comuni, a stanziare le risorse per la forestazione, ad avviare la stabilizzazione degli ex Pip, ma anche a mettere ordine tra le società partecipate della Regione, dismettendo i rami secchi. Un ringraziamento va al Parlamento tutto per avere trovato la migliore sintesi tra le varie norme». Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, commentando l’approvazione, da parte dell’Ars, del cosiddetto “Collegato bis”.

«Il voto odierno dell’Ars – aggiunge l’assessore all’Economia Marco Falcone – porta con sé significativi obiettivi raggiunti dal governo Schifani nell’interesse della Sicilia. Avviamo oggi una manovra da oltre 250 milioni di euro che mette in sicurezza i bilanci dei Comuni, grazie alla previsione da 115 milioni per il Fondo investimenti e ai 22 milioni che abbiamo destinato alle spese correnti, risorse richieste anche dall’Anci. Certezza anche per il settore Forestazione a cui destiniamo ben 74 milioni di euro. Registriamo, inoltre, il superamento della storica vertenza sui Pip: la norma che abbiamo messo a punto avvia infatti la stabilizzazione di ben 1.166 lavoratori».

«Proseguiamo, poi – aggiunge l’esponente del governo Schifani – il riordino amministrativo e istituzionale della Regione, con la chiusura di Biosphera spa e Resais spa, partecipate da anni in liquidazione, in forza dell’intervento normativo approvato dall’Aula che appiana i contenziosi pendenti da tempo sulle due vecchie società da dismettere. Infine, vogliamo sottolineare i 10 milioni stanziati in favore dei Consorzi di bonifica di Agrigento e Siracusa, risorse che consentiranno il pagamento degli stipendi e la ripresa dei servizi, accanto a cinque milioni di euro che investiamo sulla continuità territoriale per i collegamenti fra Sicilia e resto del Paese. Oggi – conclude l’assessore all’Economia – scriviamo un’altra pagina di risanamento e buona amministrazione della nostra Regione».

 

Ex Pip, l’assessore regionale Falcone «Conferma il proprio impegno e percorso di stabilizzazione dei precari» ma dei disoccupati dell’Isola, del Sud, neppure un cenno

 

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Palermo,

Afferma  con una nota stampa ’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, a proposito del presidio odierno in via Notarbartolo, a Palermo, dei lavoratori precari ex Pip:

«Proseguono senza particolari criticità le interlocuzioni con i rappresentanti dei lavoratori cosiddetti “ex Pip”, impegnati nell’ottenere il riconoscimento di una stabilità occupazionale. Siamo intervenuti nel rasserenare gli animi e nel ribadire l’impegno del governo Schifani sullo studio e sull’attuazione delle misure ottimali per giungere alla stabilizzazione dei circa 2500 precari. Siamo al lavoro, di concerto con l’assessore Albano e il dipartimento del Lavoro, non soltanto per reperire le risorse finanziare, ma anche per la migliore soluzione procedurale sull’assorbimento dell’intero bacino».   

. Attualmente è in corso una riunione nella sede dell’assessorato tra Falcone e i rappresentanti sindacali dei lavoratori.

Messina, nuove risorse in vista per dare maggiore impulso ai trasporti

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 4 persone, cable car, trolley, treno e testo

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Messina,

L’Azienda Trasporti Messina S.p.A. rende noto che è indetta una selezione pubblica per titoli ed esami, finalizzata all’eventuale assunzione di n.30 risorse con contratto di lavoro di apprendistato professionalizzante ai sensi del D.Lgs. n.81/2015 art. 44 a tempo pieno ed indeterminato avente caratteristiche idonee all’espletamento del ruolo di “Operatore di esercizio con parametro retributivo 140 CCNL Autoferrotranvieri.
I candidati risultati formalmente idonei al termine della procedura selettiva andranno a costituire una graduatoria finale che avrà validità di 24 mesi a decorrere dal momenta della prima pubblicazione e composta secondo l’ordine dei punti della votazione complessiva riportata da ogni candidato e al mantenimento al momento dell’assunzione dei requisiti previsti. L’Azienda si riserva la possibilità di scorrere la graduatoria oltre le 30 (trenta) unità previste per eventuali future assunzioni con contratto di apprendistato professionalizzante.

 

Precari Covid, intesa Regione-sindacati , la politica regionale verticistica tramuta i contratti “flessibili” e temporanei in definitiva stabilizzazione

 

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Anche questa fetta di popolazione precaria assunta con contratti temporanei è riuscita ,in virtù della pressione di massa, ad entrare nella mappa del personale regionale   Ecco il Comunicato.”Indicazioni operative e criteri di priorità specifici per la stabilizzazione dei dirigenti medico-sanitari impegnati nell’emergenza Covid-19. Sono i contenuti del protocollo che la Regione Siciliana, attraverso l’assessore alla Salute, ha siglato con i sindacati rappresentativi della categoria. Il documento si inserisce nella direzione già tracciata dal protocollo per il personale precario che era stato siglato nel marzo scorso accogliendo, sulla base di quel modello, le richieste arrivate dalle organizzazioni sindacali e le indicazioni approvate in materia dalla Conferenza delle Regioni in merito al riconoscimento di un percorso differente per la dirigenza.

Come nel caso del precedente protocollo, la stabilizzazione è rivolta al personale reclutato durante l’emergenza Covid-19 anche con contratti di lavoro flessibile e anche non più in servizio, e a chi ha maturato o maturerà al 31 dicembre 2024 alle dipendenze di un ente del Servizio sanitario nazionale almeno 18 mesi di servizio, anche non continuativi, di cui almeno 6 nel periodo tra il 31 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2022. I contenuti si applicano a tutte le aziende e agli enti del Servizio sanitario regionale, all’Ircss “Bonino Pulejo” e all’istituto Zooprofilattico sperimentale della Sicilia. Le procedure concorsuali avviate dalle aziende potranno essere definite solo in esito all’atto ricognitivo del fabbisogno del personale. 

L’assessorato della Salute ha siglato il protocollo con le sigle sindacali rappresentative della dirigenza medica di Uil Fpl, Cisl, Fp Cgil, con Anaao Assomed, Cimo, Fassid e Fvm.

Economia regionale, le imprese siciliane riceveranno 155 milioni di euro

 

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Palermo

La Giunta regionale ha approvato ieri tre nuove azioni di sostegno economico alle piccole e medie imprese e ai liberi professionisti siciliani. Le misure di aiuto, predisposte dall’assessorato all’Economia e dal dipartimento Programmazione, derivano dalla riprogrammazione di economie per complessivi 155 milioni di euro dal Po Fesr 2014/20 e dal Piano sviluppo e coesione (Psc) finanziato dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc).
Il primo intervento, dal valore di 70 milioni, prevede un incremento della dotazione finanziaria della Sezione speciale Sicilia del Fondo di garanzia per le pmi presso il ministero delle Imprese, per riattivarne l’operatività. Il Fondo, con il sostegno della Regione, potrà di nuovo assicurare gli investimenti o i progetti di sviluppo aziendale fornendo risorse per le garanzie dirette e le controgaranzie nelle operazioni finanziarie delle aziende.
La seconda misura deliberata dal governo regionale prevede l’assegnazione di 65 milioni di euro all’Irfis, finalizzati allo scorrimento delle graduatorie dei beneficiari di aiuti per l’emergenza Covid-19. Fino a oggi la Regione, attraverso il proprio istituto finanziario, ha assegnato prestiti fino a 100 mila euro per contenere le sofferenze delle imprese siciliane. Il nuovo stanziamento, derivante da economie del Psc, consentirà di estendere la platea degli operatori che accederanno ai finanziamenti.
Infine, un sostegno da 20 milioni di euro viene destinato dal governo regionale alla patrimonializzazione dei Consorzi di garanzia collettiva fidi (Confidi). L’intervento segue le interlocuzioni fra le rappresentanze di categoria e l’assessorato all’Economia e guarda al rafforzamento degli organismi di facilitazione del piccolo e medio credito per far fronte alle esigenze finanziarie di operatori, liberi professionisti e partite Iva indebolite dall’attuale congiuntura economica.