Presto un futuro migliore per la Circumetnea

METRO CATANIA, INCONTRO TRA ANCE E FERROVIA CIRCUMETNEA

«INVESTITORI STRANIERI INTERESSATI A TRATTA VERSO L’AEROPORTO»

Approvata presso la Prefettura procedura a garanzia dei pagamenti delle imprese

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CATANIA

Un incontro al vertice tra l’Associazione dei Costruttori edili di Catania e la Ferrovia Circumetnea, a poca distanza dalla notizia dell’approvazione – da parte del commissario europeo Corina Cretu – del finanziamento per lo sviluppo della Metropolitana di Catania che collegherà anche l’aeroporto di Fontanarossa.

Nella sede della Fce, il presidente di Ance Catania Giuseppe Piana ha incontrato il direttore generale Salvatore Fiore, per discutere sullo stato dei cantieri, anche a seguito della crisi della CMC.

«In questa occasione – ha spiegato Piana – abbiamo sottolineato l’interesse da parte di investitori stranieri verso la tratta di collegamento Stesicoro-Palestro-Aeroporto, come emergerebbe dai contatti avuti attraverso il Gruppo Lavori all’Estero di Ance. Si tratta di un’opera strategica per la mobilità e lo sviluppo della città, nonché per il suo turismo – ha continuato il presidente – Per questo è utile un confronto con gli operatori stranieri, anche ai fini di una conoscenza sulle tecnologie e metodologie messe in campo dagli altri Paesi».

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Il direttore Fiore ha confermato, non soltanto il riavvio dei due cantieri Nesima-Monte Po e Stesicoro-Palestro, ma anche «l’attuazione della procedura concordata in Prefettura per il pagamento delle imprese strategiche, finalizzato alla ripartenza dei lavori». Inoltre, in merito al completamento del collegamento della metropolitana fine all’Aeroporto, ha dichiarato che «il finanziamento ottenuto dalla Comunità Europea, grazie all’impegno della Regione Siciliana e dell’assessore Marco Falcone, nonché del sindaco di Catania Salvo Pogliese, ammonta a 400 milioni di euro. Una cifra che consentirà il completamento dell’intera tratta Stesicoro-Aeroporto, lunga 6,8km con otto stazioni, e l’acquisto di nuovi treni per la metro». In programma un nuovo incontro fra Piana e Fiore per approfondire ulteriormente il confronto.

EQUITY CROWDFUNDING, INVESTIRE SULL’EXTRA-ALBERGHIERO PER VALORIZZARE IL TERRITORIO

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Red Cube Funding, primo successo per la nuova realtà del Real Estate Fintech

 

 

Con BacktoWork24 chiuso primo deal di 111mila euro con overfunding del 31%
e dopo la guest house a Roma, si punta al mercato turistico-ricettivo della Sardegna

La filiera più tradizionale del mercato italiano, l’immobiliare, si sta trasformando in una delle asset class più appetibili per gli investitori. E lo fa sfruttando l’economia digitale, che attraverso strumenti di finanza alternativa rimodula business e modelli di sviluppo. Anche Red Cube Funding, divisione nata dall’esperienza di Innova Network – consolidato gruppo romano operante nel settore dell’architettura, dell’ingegneria e delle costruzioni, che ha voluto scommettere sull’equity crowdfunding – ha chiuso il suo primo deal lanciato sulla piattaforma BacktoWork24 insieme a Daplace Collection, catena extra-alberghiera nazionale.

L’obiettivo di 85mila euro – con un investimento minimo di 500 euro – per la gestione e futura vendita di una struttura ricettiva di sei camere, ubicata nel cuore di Roma, tra via Veneto e Piazza di Spagna, è stato raggiunto in tempi davvero rapidi. «In soli due mesi abbiamo registrato un overfundingdel 31% con una raccolta di 111k – spiega l’ing. Paolo Baragatti, amministratore unico di Innova Network – catturando l’attenzione di oltre 35 investitori che hanno voluto differenziare il portafoglio personale con un’opportunità che offre un ritorno totale del 45%, su un orizzonte temporale di 4 anni, grazie agli utili di gestione e alla vendita della licenza. Ritornare a investire sul mattone è un trend possibile grazie alla democratizzazione del mercato: l’accesso ai piccoli risparmiatori, avvenuto grazie alla digital economy, ha determinato una forte richiesta, per questo abbiamo deciso di scendere in campo legandoci a una realtà d’eccellenza come BacktoWork24, piattaforma fintech autorizzata da Consob e specializzata nella raccolta online di capitali».

Il mercato di riferimento è quello “turistico-ricettivo”, uno dei principali motori di crescita economica del Paese, che rappresenta circa il 13% del PIL con oltre 3,4 milioni di posti direttamente e indirettamente generati nel 2017. Roma rappresenta una top destination, tra le prime al mondo, «con una crescita che accompagna non solo il segmento dell’ospitalità tradizionale – continua Baragatti – ma il residenziale alternativo, dalla guest houseallo student housing, passando per il senior living e il co-working: il sentiment degli operatori lascia ben sperare e siamo alla continua ricerca di operazioni sempre più redditizie e performanti. Inoltre, vogliamo aggiungere un altro tassello a quello del business: la riqualificazione e lo sviluppo del territorio attraverso il restyling architettonico, ammodernamenti e interventi di ristrutturazione su immobili da valorizzare».

Dalla volontà di scoprire nuovi mercati, trovare formule alternative e creative, e valorizzare location emergenti, «stiamo facendo uno scouting in Sardegna e nelle città che in questo momento si presentano ricche di opportunità, come ad esempio Milano, per i piccoli tenant, focalizzati sulla qualità e sull’attrattività – continua Baragatti – le opportunità da cogliere sono quindi “core” asset in zone ben connesse a livello di trasporti ed edifici da riqualificare, con un ottimale bilanciamento tra prezzo e occupancy». Il tutto, con una flessibilità e tempestività che non sempre è possibile riscontrare nel tradizionale canale bancario e che sta conquistando una fetta crescente di risparmiatori.

L’OCSE: PIL ANCORA AL RIBASSO -0,2%- MA IL MINISTRO TRIA RASSICURA: “LA CRESCITA E’ VICINA…”

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Non ci siamo per l’Ocse, la stima del Pil 2019 per l’Italia (-0,2%) è ancora al ribasso mentre indica allo 0,5% il Pil 2020. E’ l’analisi delll’ultimo Economic Outlook che rispetto a quello di novembre taglia di 1,1 punti percentuali la crescita del Pil per l’anno in corso e di 0,4 p.p. quella prevista per il 2020.

Quanto all’economia mondiale, l’Ocse prevede che crescerà del 3,3% nel 2019 e del 3,4% nel 2020. Le prospettive e le proiezioni dell’Organizzazione con sede a Parigi coprono tutte le economie del G20. Le revisioni al ribasso delle precedenti previsioni economiche diffuse nel novembre 2018 sono particolarmente significative per l’area dell’euro, in particolare la Germania e l’Italia, nonché per il Regno Unito, il Canada e la Turchia.

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Nella foto, il Ministro Tria

Il nuovo Interim Economic Outlook dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico identifica il rallentamento cinese ed europeo, nonché l’indebolimento della crescita del commercio mondiale, come i principali fattori che pesano sull’economia mondiale.” Ulteriori restrizioni commerciali e l’incertezza delle politiche- comunica l’Ocse – potrebbero portare ulteriori effetti negativi sulla crescita globale. Mentre si prevede che lo stimolo delle politiche contribuirà a compensare gli sviluppi commerciali deboli in Cina, permangono rischi di un rallentamento più accentuato che colpirebbe la crescita globale e le prospettive commerciali”.     Il Ministro dell’Economia Tria intanto assicura: “Lo sviluppo è dilatato nel tempo e l’economia italiana crescerà...”

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Nella foto il Ministero dell’Economia

Le indecenze in Italia non finiscono mai: ecco i nomi di “manager” che superano il tetto del milione di euro

Le indecenze in Italia sembrano non finire mai. Abbiamo riferito dei compensi vergognosi degli uomini dello spettacolo, dello sport, della politica dove è più rivolta l’attenzione, adesso si aggiunge un’altra ” perla ” alla torta italiana

Parliamo dei  manager che lavorano in enti pubblici o in alcune aziende partecipate dallo Stato. I loro 740, custoditi dalla Presidenza del Consiglio, rivelano redditi record,. Si tratta dei redditi 2018, ‘anno d’imposta 2017’, da cui emerge che sono ben sette i manager milionari, quelli cioè che superano il tetto del milione di euro.

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In vetta alla classifica c’è Stefano Ambrosini, presidente Finpiemonte, con 3 milioni 991mila 686 euro, seguito da Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale dell’Enel, che dichiara al fisco 3 milioni 373mila 719 euro, e da Claudio Tesauro, presidente dell’agenzia pubblica Invitalia, che dichiara 2 milioni 721mila 922 euro. Al quarto posto Marco Arato, ex presidente dell’Aeroporto di Genova, a quota 1 milione 841mila 190 euro, mentre in quinta posizione troviamo Giovanni Malagò, presidente del Coni, con 1 milione 52mila 855 euro. Chiudono la top seven dei milionari Giovanni De Gennaro, ex capo della polizia e attuale presidente di Leonardo, che dichiara 1 milione 20mila 476 euro, e Gioia Maria Ghezzi, ex presidente di Ferrovie dello Stato, con 1 milione 20mila e 370 euro.

Sotto la soglia del milione di euro ma sopra quella degli 800mila Maria Patrizia Grieco (presidente dell’Enel), l’ex sottosegretario Massimo Tononi, ora presidente della Cassa Depositi e Prestiti, e Giovanni Giol, presidente del Conservatorio di Venezia. Tra i più noti, al 12esimo posto troviamo Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, con 743mila 952 euro, e al 17esimo Giuseppe Vegas, ex presidente Consob, con 569mila 474 euro.

Per legge tutti questi manager di altissimo grado devono depositare la loro dichiarazione dei redditi presso la Presidenza del Consiglio proprio perché hanno lavorato (o tuttora lavorano) in enti pubblici, in aziende partecipate dallo Stato per oltre il 20 per cento, in enti anche privati la cui gestione è sostenuta dallo Stato per oltre il 50 per cento. Le cariche che entrano nel radar della Presidenza del Consiglio sono scritte nella legge 441 del 1982 e i criteri lasciano comunque fuori aziende importanti.  E’ un’altra problematica che rientra nello spreco tipicamente italiano. Che vergogna!

Comunicazione Ag.

 

DIBATTITO STAMANE SULLA PACE FISCALE FRA COMMERCIALISTI E PRESIDENTI REGIONALI DI RISCOSSIONE SICILIA E AGENZIA ENTRATE

 

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SIRACUSA – 

«Sarà vera pace fiscale? Le novità in tema di definizione delle liti tributarie e rottamazione delle cartelle», è il titolo del convegno che si sta svolgendo oggi,  2 febbraio 2019, dalle 9.30 a Siracusa, presso la Camera di Commercio del Sud Est (via Duca degli Abruzzi 4).

Un evento – organizzato dagli Ordini dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Catania e Siracusa, in collaborazione con la Scuola di Alta Formazione SAF Sicilia – a cui interviene il nuovo presidente di Riscossione Sicilia Vito Branca, sulle prospettive dell’ente anche alla luce dell’annunciato passaggio della funzione esattoriale all’Agenzia delle Entrate Riscossione, che gestisce l’intera procedura a livello nazionale.

Nell’occasione viene presentato il corso di alta formazione “Diritto processuale Tributario” della SAF Sicilia, guidata attualmente dal presidente dell’Ordine di Catania Giorgio Sangiorgio.

Il presidente dell’Ordine di Siracusa Massimo Conigliaro imodera gli interventi programmati, tutti incentrati sull’approfondimento dei recenti provvedimenti in ambito fiscale approvati dal Parlamento italiano.

Siedono  al tavolo: il direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate Pasquale Stellacci, il docente di Diritto tributario dell’Università di Messina Melo Martella e il dottore commercialista Alberto Rosella Musico.

L’evento è accreditato ai fini della formazione professionale continua anche per gli iscritti all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia.

ISTAT: SCENARIO DI RECESSIONE DELL’ECONOMIA – IL PIL DIMINUISCE ANCORA

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L’Istat con un comunicato stampa disegna lo scenario economico attuale .Diminuzione del Pil nel quarto trimestre 2018, dopo quello del terzo trimestre. Si stima che il prodotto interno lordo (espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato) sia diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e sia aumentato dello 0,1% in termini tendenziali. Il quarto trimestre dello scorso anno ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al precedente e due giornate lavorative in più rispetto al quarto trimestre del 2017.

– Nel terzo trimestre 2018, il Pil aveva registrato un calo dello 0,1% mentre nel secondo era cresciuto dello 0,1%. Infine, nel primo trimestre dello scorso anno, il prodotto interno lordo il aveva registrato una crescita dello 0,3%.

 Vincenzo Boccia,leader di Confidustria  sollecita il governo ad uscire dalla recessione comunicata dall’Istat. “A gennaio avremo un rallentamento superiore a quello registrato nell’ultimo trimestre del 2018 dato il rallentamento della Germania. Bisogna aprire immediatamente i cantieri, partendo dalla Tav” dice, bocciando per questo l’ipotesi di un referendum sulla Torino Lione. “Si dilaterebbero solo i tempi senza aiutare la crescita”.

COTTARELLI – Conte ha detto ‘è colpa del precedente governo’ ma il rallentamento che c’è adesso, questa recessione qui, non può essere colpa del precedente Governo”  informa Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici dell’università Sacro Cuore di Milano. “Quello che è vero è che i gialloverdi – aggiunge l’economista ex commissario alla spending review – hanno ereditato dal passato cose un enorme debito pubblico, e da lì ci siamo portati dietro questa cosa che nessun Governo è riuscito a risolvere in maniera decisiva. Dopo il tentativo fatto negli anni ’90, con qualche risultato, di mettere a posto la finanza pubblica, poi con gli ultimi 15 o 20 anni non ci siamo mai riusciti”.  Adesso Cottarelli  teme una crisi duratura che potrebbe provocare l’idea di aggiungere una tassa patrimoniale sulla ricchezza.

 

Crolla l’economia: aumenta lo spread e le famiglie ed imprese con i mutui bancari sono al tappeto

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L’Economia italiana è in seria difficoltà L’aumento dello spread ”è già costato al contribuente quasi 1,5 miliardi di interessi negli ultimi sei mesi”. La comunicazione proviene dal  il vice direttore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, in audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, riunite per l’esame del disegno di legge di bilancio. ”. L’aumento dello spread sovrano si apprende – ”si ripercuote sull’intera economia: famiglie, imprese, istituzioni finanziarie”.

La crescita dei tassi di interesse sul debito pubblicosecondo Bankitaliaha un effetto in qualche modo comparabile a una stretta monetaria; Il rischio che si corre, secondo Signorini, è quello di ”vanificare tutto l’impulso espansivo atteso dalla politica di bilancio. Davanti a un’eventuale nuova recessione l’Italia si troverebbe con un disavanzo relativamente elevato, come prima della crisi, e un’incidenza del debito sul prodotto perfino superiore. I margini di manovra sarebbero, di nuovo, ristretti’‘.

Chi aveva attivato un mutuo in questi mesi si è visto alzare il tasso d’interesse. A determinare un ”considerevole innalzamento dei tassi ‘, spiega Signorini, è stato un mix di fattori tra cui: ”La protratta incertezza degli investitori sugli orientamenti relativi all’equilibrio di bilancio, e sulla credibilità dell’impegno del Paese a riprendere con decisione la strada della diminuzione del debito, e da ultimo, ma certo non ultimo per importanza, il conflitto con gli organi dell’Unione europea sul rispetto delle regole comuni”. Rispetto a quanto si sarebbe pagato con i tassi di interesse ad aprile l’aumento, registrato negli ultimi mesi, ”costerebbe oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020, se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati”.

Una politica di bilancio espansiva ”non garantisce la crescita nel medio termine e può metterla in pericolo a lungo andare”, afferma il vice direttore generale di Bankitalia. Il prossimo anno, continua, il governo programma di attuare interventi espansivi valutabili in 34 miliardi di euro, coperti da aumenti delle entrate e riduzione della spesa per poco più di un terzo. Il disavanzo aumenterebbe di quasi a 22 miliardi.

Le riforme attuate negli ultimi anni, o meglio nei decenni, passati hanno cominciato a dare frutti”, avverte Luigi Federico Signorini. La ripresa,  ”ha generato più lavoro di quanto ci si sarebbe potuti aspettare: anche se il pil rimane inferiore di circa il 4% rispetto al 2007, il numero degli occupati ha raggiunto un massimo storico”. Nel complesso, conclude, gli andamenti dell’economia ”rendono ambizioso il conseguimento degli obiettivi di crescita prefigurati dal governo per il prossimo anno“.

Sulla problematica delle  pensioni,tanta cara a migliaia di lavoratori, più quelli direttamente interessati, il vice direttore generale di Bankitalia sottolinea come ”è certamente possibile introdurre altri elementi di flessibilità rispetto alle regole vigenti, per esempio per quanto riguarda i requisiti minimi di pensionamento”. Tuttavia ”è necessario che interventi di questo tipo tengano conto del fatto che la sostenibilità finanziaria e l’equità intergenerazionale del nostro sistema si fondano sul nesso tra contributi versati e prestazioni erogate”. In altre parole, ”l’importo di una pensione eventualmente anticipata dovrebbe essere aggiustato, per tener conto del minore montante acquisito e del più lungo periodo atteso di erogazione della pensione”, spiega palazzo Koch. ”Non rispettando questo criterio, si rischierebbe di compromettere l’equilibrio di lungo periodo del sistema, aggravando l’onere a carico delle generazioni future”.

L’economia quasi ferma in Italia: le vicende politiche hanno il loro peso

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L’economia è quasi ferma in Italia. Probabilmente le vicende politiche hanno creato tanti dubbi ed incertezze in Europa.L’Ocse in un comunicato, rende note le ultime rilevazioni sull’andamento del pil. Nel secondo trimestre dell’anno – riferisce l’organizzazione internazionale con sede a Parigi – il pil nell’area dell’Ocse è cresciuto dello 0,6%, in lieve miglioramento rispetto al +0,5% registrato nel trimestre precedente, mentre rispetto al secondo trimestre del 2017 ha rallentato a +2,5% (contro +2,6% nel trimestre precedente).

In particolare, nei paesi del G7 la crescita del pil ha fortemente accelerato negli Usa a +1% (contro +0,5% nel primo trimestre) e in Giappone +0,5% dopo -0,2% nei primi tre mesi del 2018. In Germania il pil ha registrato una crescita dello 0,5% (+0,4% nel primo trimestre), nel Regno Unito dello 0,4% (+0,2% nel primo). In Francia la crescita è rimasta stabile allo 0,2% mentre in Italia ha rallentato a +0,2% contro +0,3% nei primi tre mesi dell’anno. In Europa il pil è rimasto stabile

Incertezze e squilibri ancora in Italia è l’accusa della Commissione europea

 

Vi sono ancora “squilibri eccessivi” in Italia, con  dinamiche protratte di produttività debole,  e rischi con rilevanza transfrontaliera  in un contesto di disoccupazione e di crediti deteriorati ancora elevati“. . Diverse misure sono ora in divenire, in particolare nel campo delle politiche sociali e del lavoro, della giustizia civile e del business environment”. Le affermazioni sono diffuse dalla  Commissione Europea, nel pacchetto d’inverno del semestre europeo.

La sostenibilità nel lungo periodo del sistema pensionistico italiano “assicurata dalle riforme del passato si sta lentamente deteriorando”sottolinea la Commissione Europea. La spesa pensionistica in percentuale sul Pil, riportano i tecnici dell’esecutivo Ue, “è salita del 2% come risultato della crisi e della relativa caduta del Pil nominale. Ora è la seconda nell’Ue e nell’Ocse, dopo la Grecia. Le passività implicite derivanti dall’invecchiamento della popolazione erano state contenute dalle riforme previdenziali e sanitarie del passato, che avevano migliorato la sostenibilità nel lungo termine”.

 Tuttavia, “i bilanci 2017 e 2018 contenevano misure che hanno parzialmente invertito le riforme del passato e aumentato lievemente la spesa pensionistica nel medio termine”. Oggi  “occorrerebbe un aumento permanente di circa 2,2 punti percentuali di Pil per mantenere stabile il rapporto debito/Pil nel lungo termine, includendo il costo dell’invecchiamento della popolazione”.

 

L’economia delle attività illegali non conosce crisi: 17,1 miliardi euro valore aumentato negli ultimi 4 anni

 

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Un’economia, quella ascrivibile alle attività illegali, che non conosce crisi: secondo uno studio dell’Ufficio della Cgia,il valore aggiunto di queste attività fuorilegge (17,1 miliardi di euro) è aumentato negli ultimi 4 anni di oltre 4 punti percentuali.

 “Lungi dall’esprimere alcun giudizio etico – afferma l’Ufficio studi della Cgia  – è comunque deplorevole che gli italiani spendano per beni e servizi illegali più di un punto di Pil all’anno. L’ingente giro d’affari che questa economia produce, costringe tutta la comunità a farsi carico di un costo sociale altrettanto elevato. Senza contare che il degrado urbano, l’insicurezza, il disagio sociale e i problemi di ordine pubblico provocati da queste attività hanno effetti molto negativi sulla qualità della vita dei cittadini e degli operatori economici che vivono e operano nelle zone interessate dalla presenza di queste manifestazioni criminali”.

“Tra le attività illegali – l’Istat include solo le transazioni illecite in cui c’è un accordo volontario tra le parti, come il traffico di droga, la prostituzione e il contrabbando di sigarette e non, ad esempio, i proventi da furti, rapine, estorsioni, usura, etc. Una metodologia, quest’ultima, molto discutibile che è stata suggerita dall’agenzia statistica della Comunità europea che, infatti, ha scatenato durissime contestazioni da parte di molti economisti che ritengono sia stato inopportuno aumentare il reddito nazionale attraverso l’inclusione del giro di affari delle organizzazioni criminali”.

I gruppi criminali – hanno la necessità di reinvestire i proventi delle loro attività nell’economia legale, anche per consolidare il proprio consenso sociale. E il boom di denunce avvenute tra il 2009 e il 2016 costituisce un segnale molto preoccupante. Tra l’altro, dal momento che negli ultimi 2 anni si registra una diminuzione delle segnalazioni archiviate, abbiamo il forte sospetto che l’aumento delle denunce registrato negli ultimi tempi evidenzi come questa parte dell’economia sia forse l’unica a non aver risentito della crisi”.

Si apprende infine che a livello regionale la Lombardia (253,5), la Liguria (185,3) e la Campania (167) sono le realtà che nel 2016 hanno fatto pervenire il più elevato numero di segnalazioni (ogni 100 mila abitanti). Su base provinciale, infine, le situazioni più a rischio (oltre 200 segnalazioni ogni 100.000 abitanti) si registrano nelle province di confine di Como, Varese, Imperia e Verbano-Cusio-Ossola. Altrettanto critica la situazione a Rimini, Milano, Napoli e Prato.