SUPERBONUS 110%, DUBBI DA CHIARIRE- E’ DAVVERO GRATUITO?- E TRAPPOLE DA EVITARE: PARCELLE TRUFFA E SPESE POCO CHIARE”»

 

Superbonus 110% anche per i castelli e i palazzi storici. Condomini,  basterà un terzo per l'ok ai lavori

Ordine di Architetti e Ingegneri Catania su nuovo Decreto Rilancio

 

Appello ai cittadini: «Diffidate dalle società che non sono ben inquadrate  in materia»

CATANIA

«Ormai è noto che il patrimonio edilizio delle nostre città non ha una vita eterna, specialmente per quelle costruzioni in cemento armato (e non solo), che – come richiesto dalla normativa sismica – hanno già superato la vita nominale di 50 anni prevista per l’edilizia residenziale, con requisiti strutturali scadenti e livelli prestazionali non performanti. Potrà il Superbonus 110% rappresentare la vera salvezza per le nostre città?».

A chiederselo sono i presidenti dell’Ordine degli Architetti e degli Ingegneri di Catania, rispettivamente Alessandro Amaro e Giuseppe Platania, in un periodo caratterizzato dal nuovo approccio normativo che prevede agevolazioni e detrazioni fiscali per gli interventi che migliorano l’efficienza energetica degli edifici. Un fermento generalizzato che si muove tra molteplici dubbi in riferimento alle modalità di cessione del credito, agli interventi ammessi, alle parti comuni degli immobili, alla differenza tra i vari criteri regionali adottati sulle opere di miglioramento e riqualificazione.

Demolizione e ricostruzione con il Superbonus - La mia casa dolce casa

«Certamente molto si potrà fare con il decreto Rilancio – continuano i presidenti – ma altrettante sono le domande che ci poniamo. Prima fra tutte, ha senso adeguare sismicamente ed energeticamente una struttura ormai in fin di vita? Non sarebbe meglio demolirla e ricostruirla? Rifare il cappotto termico, cambiare gli infissi, sostituire la caldaia in edifici sismicamente a rischio, ci sembra come finanziare un intervento di chirurgia estetica a un malato terminale. Sarà questo l’effetto dell’Ecobonus applicato sugli edifici costruiti più di mezzo secolo fa, se non si pensa anche agli interventi strutturali. Forse bisognerebbe guardare le città in modo diverso, come accade in altri Stati: pianificare in modo nuovo per salvaguardare il vero patrimonio architettonico e artistico, altrimenti ci penserà il tempo a demolire tutto e noi saremo costretti a ricostruire falsi storici, trasformando le nostre Città in nuovi outlet».

Altro punto di fondamentale importanza è quello relativo all’equo compenso dei professionisti: «Sono in atto pratiche che rischiano di alterare il mercato del lavoro e l’etica professionale – continuano Amaro e Platania – nell’iter già complesso del Decreto Rilancio, si stanno inserendo operatori economici – si tratta di società commerciali non ancora ben inquadrate – che nulla hanno a che vedere con studi di ingegneria e architettura. Inoltre, ci sono istituti bancari che propongono pratiche che includono prestazioni professionali tecniche tra i servizi a listino. Anche in questo caso senza precisa indicazione sulle professionalità tecniche coinvolte e competenti in materia. Proprio per questo facciamo un appello alla popolazione, rendendoci disponibili per eventuali segnalazioni, per poter, da un lato, tutelare la categoria; dall’altro, mettere in guardia tutti quei committenti che si ritroverebbero coinvolti in procedure poco chiare, con rischio di contestazioni, incongruità delle spese, risvolti civili e penali, e cosa prioritaria, dubbi interventi sul fronte qualitativo delle prestazioni».

“PROROGARE SUPERBONUS FINO AL 2023»PER IL RILANCIO COMPARTO EDILIZIO E RAGGIUNGIMENTO OBIETTIVI RECOVERY PLAN

 

Nella foto (Press) il Presidente dell’Ance Rosario Fresta

Legge di Bilancio 2021: il presidente Ance Catania Rosario Fresta si unisce all’appello del presidente nazionale, scrivendo ai deputati della provincia etnea

 

CATANIA –

 Rilancio dell’intero comparto edilizio, sostegno all’economia e allo sviluppo dell’Isola, raggiungimento degli obiettivi previsti dal Recovery Plan e Green Deal, documenti strategici dell’Unione Europea: «Lo strumento del Superbonus 110% rappresenta una grande opportunità per il rinnovamento e la riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente, consentendo processi di adeguamento sotto il profilo sismico ed energetico», ha sottolineato il neo presidente di Ance Catania Rosario Fresta.

«Affinché però possa portare i risultati sperati ed essere volano per la crescita del Paese – continua – è necessario estenderne la durata e adeguarla alle complessità degli interventi di messa in sicurezza e riqualificazione».

Partendo da queste riflessioni il presidente di Ance Catania, unendosi all’appello lanciato dal presidente nazionale dei Costruttori Gabriele Buia, ha scritto ai deputati nazionali della provincia etnea, chiedendo di porre l’attenzione sulla necessità di estendere il Superbonus – introdotto dalla Legge 77/2020 – fino al 31 dicembre del 2023. Una proposta da presentare in Parlamento e considerare in sede di discussione della legge di Bilancio per il 2021.

«Attualmente – continua Fresta – la scadenza è fissata al 31 dicembre dell’anno prossimo. Poco tempo, se si considerano le tempistiche richieste dai lavori agevolati e dall’approvazione degli interventi, ancora più lente a causa della sospensione delle assemblee condominiali causate dal Covid-19. A queste bisogna aggiungere la fase progettuale, l’esecuzione materiale dei lavori e i tempi per gli accordi della cessione dei bonus – Ecobonus e Sismabonus – a terzi o per gli “sconti in fattura” con l’impresa esecutrice».

La proroga avrebbe dunque effetti positivi sotto numerosi punti di vista, come evidenziato da Fresta: «Un incremento di circa 64mila posti di lavoro – come stimato da Ance Nazionale – nel settore delle costruzioni e un forte impatto sull’economia con un indotto di circa 21 miliardi di euro, che equivarrebbe a una crescita del Pil di quasi l’1% ogni anno».

 

Bonus Sicilia: pioggia di soldi regionali ma assenza di criteri corretti e pochi che hanno capito qualcosa

 

 

«BONUS SICILIA: 2000 EURO, MANCETTA STANDARDIZZATA PER LE PMI SICILIANE E MIGLIAIA DI PARTITE IVA ABBANDONATE»

 

Impresa di costruzioni Generali in Sicilia - Intea S.r.l

 

Daniele Virgillito: «Disponibili a sostenere la Regione per elaborare proposte fondate sul “merito” che possano accelerare la ripartenza»

 

«Bonus Sicilia: dopo l’annuncio in pompa magna, l’attesa estenuante del ristoro economico per tantissime Pmi, la débâcle tecnologica, il flop del click day e la riapertura delle domande, arriva il ricalcolo dei contributi. Duemila euro per 60mila istanze: una cifra, quella erogata dalla Regione per dare un sostegno agli imprenditori siciliani, che risuona come una beffa in un momento in cui c’è davvero poco da ridere». È questo il commento del rappresentante di ConfProfessioni Sicilia Daniele Virgillito, all’indomani dell’annuncio della “cura dimagrante” della misura inserita nel “Piano Covid” dell’Isola.

«Eppure il Governo siciliano era stato da più parti ammonito – sottolinea Virgillito, a nome della Confederazione Italiana Libere Professioni – sull’inopportunità di procedere con il click day, ma è comunque andato avanti svelando i limiti di un sistema che, oltre a non premiare il merito, si è affidato a una ristretta finestra digitale che ha creato un’inaccettabile coda informatica. Il 5 ottobre, infatti, il sito della Regione è andato in tilt costringendo l’assessorato alle Attività Produttive a rinviare l’appuntamento per raccogliere le istanze. Dopo lo stop non è seguita una rapida ripartenza: due giorni dopo la Regione ha annullato il click day promettendo, attraverso le parole dell’assessore al ramo Mimmo Turano, che non ci sarebbe stata una “riapertura” del bando e che sarebbero state “costruite misure correttive per ogni singolo scaglione”».

Secondo Confprofessioni Sicilia, sarebbe stato opportuno “cristallizzare” le domande ricevute e assicurare “proporzionalità” rispetto all’erogazione degli indennizzi, «ma nessuno di questi ragionevoli impegni è stato mantenuto – continua Virgillito – ogni singolo beneficiario, indipendentemente dalla dimensione dell’impresa, dal volume d’affari, dalle perdite subite, dalla filiera di appartenenza riceverà, ahinoi, una mancetta “standardizzata” da una mera frazione aritmetica. Una goccia sprecata per l’assenza di criteri metodologicamente e operativamente corretti che avrebbero dovuto essere pensati, sin dall’inizio, non per premiare il dito più veloce ma per ristorare “proporzionalmente” le imprese maggiormente colpite dalla pandemia. E invece, in questa pioggia di bonus, ai liberi professionisti viene ancora negata la possibilità di partecipare al “Bonus Sicilia”: migliaia di Partite Iva, figlie di un Dio minore, restano abbandonate. Incoraggiamo quindi il Governo siciliano a effettuare un cambio di paradigma che orienti le agevolazioni sui cluster di imprese e professionisti che hanno subìto maggiori e concreti danni dal Covid19 e che avranno presumibilmente tempi di rigenerazione del cash flow più lunghi».

 

«.

Nella foto  Daniele Virgillito

PIANA (ANCE): « AIUTIAMO LE IMPRESE A SUPERARE LE DIFFICOLTÀ SENZA AFFOSSARLE»

 

Edilizia e trasporti, lavori fermi nella rotatoria lungo la Tangenziale di Catania

Il presidente dei Costruttori etnei interviene dopo le dure parole dell’assessore regionale alle Infrastrutture,Falcone che ha chiesto ad Anas di rescindere il contratto in corso

 

CATANIA –

«La Sicilia ha bisogno di infrastrutture e ha imprese capaci di realizzarle anche in momenti difficili come quello in cui ci troviamo. Può sembrare un’affermazione scontata – ha dichiarato Giuseppe Piana, presidente Ance Catania – ma le notizie apparse in merito all’avanzamento dei lavori del cantiere Tangenziale Ovest-Asse dei servizi, riaccendono polemiche, mettendo in discussione le capacità delle nostre imprese, senza guardare alle cause dei ritardi e alle possibili soluzioni da mettere in campo».

Edilizia: quando scatterà il semaforo verde, solo un grande piano di  investimenti pubblici potrà salvare la filiera» - La Sicilia

Ing. Giuseppe Piana Presidente Ance di Catania .”   Si mettono in discussione le capacità delle nostre imèprese”

 Il presidente dei costruttori etnei fa riferimento alle dichiarazioni rilasciate in questi giorni dall’assessore alle Infrastrutture della Regione Siciliana Marco Falcone, relativamente ai lavori Anas che interessano la nuova rotatoria per il miglioramento della connessione viaria, in cui si parla di “rescissione del contratto e riaffidamento dell’opera” per i ritardi riscontrati.

«Ci stupisce la reazione dell’assessore Falcone, che sappiamo invece essere sempre attento e animato da spirito volto alla soluzione dei problemi, e non alla loro esasperazione – continua Piana – al fianco delle imprese, sempre pronto a cercare risposte a sostegno dell’economia siciliana, l’assessore ha anche accolto tempestivamente l’appello da noi lanciato a causa delle restrizioni imposte per contenere l’epidemia Covid-19, disponendo lo sblocco anticipato degli stati di avanzamento dei lavori in deroga ai capitolati d’appalto regionali. Soprattutto adesso, guardiamo ai problemi per trovare le soluzioni: dobbiamo essere orgogliosi delle nostre imprese e delle loro maestranze. Alimentiamo un clima di fiducia, che aiuti a superare le difficoltà e collaboriamo in modo da abbattere le lentezze amministrative e burocratiche. Guardare all’obiettivo – conclude Piana – e, come abbiamo sempre fatto, lavorare per i risultati è l’unico traguardo comune a cui tutti dobbiamo tendere: istituzioni e imprese. Questo è il mio appello all’Assessore Falcone e ad Anas, affinché non passi il messaggio che le imprese edili siciliane siano incapaci e arroccate su posizioni tali da ostacolare la realizzazione delle opere, nonché le uniche a cui imputare le cause dei disagi riscontrati dalla collettività»

Richiedere l’Ecobonus al 110 per cento: vediamo questa breve Guida di SUD LIBERTA’

Case da ristrutturare in vendita a Licata | Casa.it

Con la conversione del decreto rilancio  l’ecobonus 110 per cento sappiamo è già operante . Già numerose sono le richieste degli interessati, e le imprese al lavoro.Vediamo cosa cambia, come funziona e a chi spetta l’ecobonus o bonus 110%, con le modifiche apportate in Parlamento sul tema delle seconde case e dei tetti di spesa.

Con la conversione del decreto rilancio, l’ecobonus 110 per cento è legge. Vediamo cosa cambia, come funziona e a chi spetta l’ecobonus o bonus 110%, con le modifiche apportate in Parlamento sul tema delle seconde case e dei tetti di spesa.

L’articolo 119 del decreto rilancio stabilisce i soggetti beneficiari delle detrazioni 110:

  • condomini
  • persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, su unità immobiliari – limitatamente all’ecobonus 110%, questi soggetti possono beneficiare della detrazione per gli interventi realizzati sul numero massimo di due unità immobiliari, fermo restando il riconoscimento delle detrazioni per gli interventi effettuati sulle parti comuni dell’edificio
  • istituti autonomi case popolari (IACP) per interventi realizzati su immobili, di loro proprietà ovvero gestiti per conto dei comuni, adibiti ad edilizia residenziale pubblica
  • cooperative di abitazione a proprietà indivisa, per interventi realizzati su immobili dalle stesse posseduti e assegnati in godimento ai propri soci
  • organizzazioni non lucrative di utilità sociale, organizzazione di volontariato e associazioni di promozione sociale
  • associazioni e società sportive dilettantistiche, limitamente ai lavori destinati ai soli immobili o parti di immobili adibiti a spogliatoi

Tra le ultime novità che riguardano l’ecobonus’è anche l’estensione delle detrazioni 110% per tutte le seconde case e le villette a schiera, mentre sono escluse dalla fruizione del nuovo ecobonus le unità immobiliari appartenenti alle categorie catastali:

  • A/1 abitazioni di tipo signorile
  • A/8 abitazioni in ville
  • A/9 castelli, palazzi di eminenti pregi storici o artistici

Per l’articolo 119 del dl rilancio a detrazione fiscale del 110% per “interventi di efficienza energetica, sismabonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici”. Restano fermi i tre interventi “trainanti”:

  • Isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate (novità) che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda;
  • Interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria, a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto prevista dal regolamento delegato (UE) n. 811/2013 della Commissione, del 18 febbraio 2013, a pompa di calore, ivi compresi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, ovvero con impianti di microcogenerazione o a collettori solari, nonché, esclusivamente per i comuni montani non interessati dalle procedure europee di infrazione n. 2014/2147 del 10 luglio 2014 o n. 2015/2043 del 28 maggio 2015 per l’inottemperanza dell’Italia agli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE, l’allaccio a sistemi di teleriscaldamento efficiente, definiti ai sensi dell’articolo 2, comma 2, lettera tt), del decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102;
  • Interventi sugli edifici unifamiliari o sulle unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria, a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto, a pompa di calore, ivi compresi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici di cui al comma 5 e relativi sistemi di accumulo ovvero con impianti di microcogenerazione, a collettori solari o, esclusivamente per le aree non metanizzate nei comuni non interessati dalle procedure europee di infrazione n. 2014/2147 del 10 luglio 2014 o n. 2015/2043 del 28 maggio 2015 per l’inottemperanza dell’Italia agli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE, con caldaie a biomassa aventi prestazioni emissive con i valori previsti almeno per la classe 5 stelle individuata ai sensi del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 7 novembre 2017, n. 186, nonché, esclusivamente per i comuni montani non interessati dalle procedure europee di infrazione n. 2014/2147 del 10 luglio 2014 o n. 2015/2043 del 28 maggio 2015 per l’inottemperanza dell’Italia agli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE, l’allaccio a sistemi di teleriscaldamento efficiente, definiti ai sensi dell’articolo 2, comma 2, lettera tt), del decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102;
  • Interventi finalizzati all’adozione di misure antisismiche. La detrazione viene prevista anche per sistemi di monitoraggio strutturale continuo a fini antisismici, purché realizzati congiuntamente a interventi di miglioramento o adeguamento antisismico sull’edificio.

L’installazione di pannelli solari e di colonnine di ricarica rientra nella detrazione del 110% solo se effettuata insieme a uno degli interventi trainanti. Anche gli interventi di riqualificazione energetica tradizionali possono rientrare nel 110% se fatti insieme a uno degli interventi trainanti.

Durante l’iter parlamentare sono stati definiti nuovi tetti di spesa rispetto a quelli previsti dalla prima formulazione del dl rilancio.

Entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto Rilancio, dovrà essere emanato un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate e un decreto attuativo del Mise che renderanno davvero operativo l’ecobonus 110% e definiranno le modalità di cessione del credito e sconto in fattura.

Per poter optare per lo sconto in fattura e la cessione del credito sarà necessario richiedere il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione che attesta la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta. Inoltre, la scelta delle due opzioni dovrà essere comunicata telematicamente all’Agenzia delle Entrate. Inoltre per poter accedere alle due opzioni sarà necessario che gli interventi siano asserverati da un tecnico abilitato.

L’asseverazione tecnica degli interventi può essere rilasciata:

  • al termine dei lavori;
  • per ogni stato di avanzamento dei lavori, fino a un massimo di 2 e per una percentuale minima del 30% del medesimo intervento.

Ai soggetti che rilasciano attestazioni e asseverazioni infedeli si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 2000 a euro 15000 per ciascuna attestazione o asseverazione infedele resa.

 

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Ecobonus 110, il provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate

Pronto il provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate sullEcobonus, che detta le regole per la cessione del credito alle banche o per lo sconto in fattura del bonus 110. In allegato anche il modello per la cessione e le istruzioni per permettere a cessionari e fornitori di fruire del credito d’imposta per la detrazione del 110 per cento.

Dopo i decreti attuativi del Mise sull’ecobonus 110, il decreto asseverazioni e quello tecnico sui requisiti minimi arriva anche il decreto attuativo dell’Agenzia delle Entrate che permette all’ecobonus 110 di diventare completamente operativo.

Il provvedimento dell’8 agosto 2020 dell’Agenzia delle Entrate reca le “Disposizioni di attuazione degli articoli 119 e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, per l’esercizio delle opzioni relative alle detrazioni spettanti per gli interventi di ristrutturazione edilizia, recupero o restauro della facciata degli edifici, riqualificazione energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti solari fotovoltaici e infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici

Provvedimento 8 agosto 2020

Secondo quanto stabilito dal provvedimento dell’8 agosto 2020 dell’Agenzia delle Entrate, la comunicazione per fruire della cessione del credito o dello sconto in fattura deve essere inviata in via telemativa a partire dal 15 ottobre 2020 ed entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello in cui viene sostenuta la spesa. Bisogna utilizzare l’apposito modello di comunicazione in allegato al provvedimento denominato “Comunicazione dell’opzione relativa agli interventi di recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, rischio sismico, impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica”

L’opzione può essere esercitata tanto per le unità immobiliari che per quelle relative alle parti comuni degli edifici e la comunicazione può essere inviata dal beneficiario della detrazione, direttamente, o avvalendosi di un intermediario, per il primo caso, mentre quella relativa agli interventi eseguiti sulle parti comuni degli edifici è inviata dall’amministratore di condominio, direttamente o tramite intermediario.

Provvedimento attuativo Entrate bonus 110

PDF icon pdf

  • Modulo per la comunicazione dell’opzione per gli interventi di efficienza energetica

  • PDF icon comunicazione
  • Con la firma del ministro Patuanelli sul decreto requisiti minimi tecnici per l’ecobonus 110, il superbonus 2020 è pienamente attivo. Dopo la pubblicazione del decreto asseverazioni e della corrispondente modulista, entrambi i decreti attuativi Mise del bonus 110 sono a disposizione di chi vuol realizzare gli interventi di efficientamento energetico usufruendo di una detrazione del 110 per cento.

    Decreto requisiti minimi per il superbonus in pdf

    Il decreto requisiti minimi per il superbonus definisce i requisiti tecnici che devono soddifistare gli interventi che danno diritto alla detrazione delle spese sostenute per gli interventi di efficienza energetica del patrimonio edilizio esistente, nonché gli interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti (il cosiddetto bonus facciate introdotto dalla legge di bilancio 2020) e gli inteventi che beneficiano della detrazione fiscale del 110% come previsto dal decreto rilancio.

    In sintesi, vengono quindi definiti i requisiti tecnici per usufruire delle agevolazioni dell’ecobonus, del bonus facciate e del superbonus 110%. Inoltre vengono indicati i costi massimali per ogni singola tipologia di intervento e le procedure e le modalità di esecuzione dei controlli a campione.

    È stata inoltre prevista anche la possibilità di applicare l’incentivo ai microgeneratori a celle di combustione (idrogeno) ed è stato chiarito che anche le porte d’ingresso, oltre alle finestre, sono detraibili, posto che contribuiscano a migliorare l’efficientamento energetico.

    L’allegato n1 del decreto requisiti minimi per il superbonus o ecobonus 110 riporta anche un’utile tabella in cui per ogni intervento è riportato:

    • il riferimento legislativo
    • la detrazione massima o l’importo massimo ammissibile
    • la percentuale di detrazione
    • il numero di anni su cui deve essere ripartita la detrazione

    PDF icon decreto efficienza energeticaALBANO LAZIALE – CENTRO STORICO da ristrutturare attico in palazzo d'epoca terrazzatissimo 4 LOCALI. – Immobiliare Futura

    Gli interventi per i quali è possibile la cessione del credito o lo sconto in fattura per l’ecobonus 110

    In tema di modalità di esercizio dello sconto in fattura o della cessione del credito , vediamo per quali interventi è possibile scegliere una delle due alternative alla detrazione

    L’opzione dello sconto in fattura o cessione del credito può essere esercitata per gli interventi di:

    • Recupero del patrimonio edilizio previsto dal TUIR. Si tratta degli interventi di manutenzione straordinaria, di restauro e risanamento corporativo e di ristrutturazione edilizia effettuati sulle singole unità immobiliari nonché dei precedenti interventi e di quelli di manutenzione ordinaria effettuati sulle parti comuni degli edifici
    • Riqualificazione energetica rientranti nell’ecobonus. Si tratta di interventi quali la sostituzione degli impianti di riscaldamento o delle finestre comprensive di infissi, degli interventi sulle strutture o sull’involucro degli edifici, e anche quelli finalizzati alla riduzione del rischio sismico.
    • Interventi previsti dal sismabonus. Anche se si tratta di acquisto di case antisismiche.
    • Recupero o restauro della facciata degli edifici. Sono previsti anche gli intervneti di pulitura e tinteggiatura esterna, per i quali è previsto il Bonus facciate
    • Installazione di impianti fotovoltaici, compresi quelli che danno diritto al Superbonus.
    • Installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, compresi quelli che danno diritto al bonus 110.

    LE   BANCHE DISPONIBILI

  • Aumenta il parterre delle banche italiane che si dichiarono disponibili alla cessione del credito dell’ecobonus 110 offrendo i propri servizi non solo ai cittadini, ma anche alle aziende che realizzano i lavori.   Dopo Unicredit, infatti, è stata la volta di Banca Intesa Sanpaolo.La pubblicazione dei decreti attuativi e del provvedimento delle Agenzie delle Entrateha fornito le modalità operative per la cessione del credito e lo sconto in fattura per le spese effettuate per l’ecobonus 110 per cento. Le offerte di Intesa Sanpaolo si rivolgono sia ai cittadini sia alle aziende. Non a caso il gruppo bancario nei giorni scorsi ha annunciato il raggiungimento di un accordo con Confapi (la Confederazione delle piccole e medie imprese italiane) per consentire alle aziende di cedere il credito d’imposta derivante dai lavori dell’ecobonus 110.

    La banca ha poi pubblicato un foglio informativo (n 497/003) con il quale ha reso noto le seguenti condizioni economiche:

    • prezzo di acquisto del credito d’imposta superbonus 110%: 90,91% del valore nominale del credito;
    • prezzo di acquisto del credito d’imposta ecobonus e sismabonus, ristrutturazione edilizia e bonus facciate: 80% del valore nominale del credito.

    Per quanto riguarda la modalità di pagamento,  il corrispettivo di cessione verrà versato dal cedente al cessionario entro 5 giorni lavorativi successivi alla data in cui:

    • il credito risulti nel cassetto fiscale della banca;
    • il cedente abbia consegnato al cessionario la documentazione prevista.

    Il corrispettivo sarà corrisposto al cedente mediante accredito sul conto corrente indicato dal cliente ed è determinato nella misura percentuale del valore nominale del credito ceduto sopra indicata.

    PDF icon foglio informativo

 UniCredit propone servizi dedicati e prodotti finanziari per usufruire in modo rapido dell’ecobonus 110%. Vediamo come.

Nel dettaglio, per i condomìni o persone fisiche (proprietarie di edifici unifamiliari o plurifamiliari autonomi e di seconde case) nonché soggetti del Terzo Settore detentori di immobili che vogliono avviare i lavori con l’ecobonus 110%, la Banca prevede la possibilità di acquisire il credito fiscale derivante dai lavori agli immobili che comportino un miglioramento della classe energetica o un miglioramento degli standard sismici degli edifici, come previsto dalla normativa vigente.

Il cliente, sia un privato che un condominio, previa valutazione del merito creditizio, riceve un’apertura di credito fino a copertura del 100% degli interventi che danno diritto ai benefici fiscali, con contestuale sottoscrizione di mandato alla cessione del credito d’imposta a stato avanzamento lavori o a fine lavori nei confronti della banca.

In questo caso il controvalore della compravendita del credito fiscale permetterà l’estinzione diretta della linea concessa. Il cliente pertanto potrà utilizzare la linea di credito ogni volta che deve pagare le fatture al fornitore (es. anticipo, SAL o saldo a fine lavori), in modo da rendere più agevole e immediato l’accesso agli incentivi governativi.

Fino al 30 settembre UniCredit ha attivato una promozione dedicata a tutti i clienti privati e condomìni: la banca prevede l’acquisto al valore di 102 euro per ogni 110 euro di credito fiscale, destinando i proventi derivanti dalla cessione di tali crediti, diventati liquidi ed esigibili, alla riduzione-estinzione del finanziamento concesso.

AGENZIA DELLE ENTRATE: “PRONTI MILIONI DI CARTELLE ESATTORIALI”- IL GOVERNO RINVIERA’ CON DECRETO A DICEMBRE

Riscossione e decreto rilancio, le faq dell'Agenzia delle Entrate ...

L’Agenzia delle entrate non fa dormire gli italiani con i suoi annunci roboanti “Pronti milioni di cartelle esattoriali”, annunci dilatati dai governanti.  Un vero boomerang per il governo sotto pressione con il  fronte fisco, nell’ambito del prossimo decreto che opererà con le risorse stanziate grazie all’ultimo scostamento di bilancio (25 miliardi).

Si apprende che una  delle prossime misure  sarà l’estensione dello stop alla riscossione coattiva dei tributi fino alla fine dell’anno. Proprio oggi l’opposizione era tornata a insistere sul tema delle cartelle esattoriali.

La spinta a dilatare il problema del pagamento delle cartelle esattoriali proviene da Salvini. Naturalmente i consensi sono molto ampi perchè la questione tasse  rappresenta un tasto delicatissimo per tutti gli italiani figuriamoci in questo momento che conviviamo con il Covid -19      Pagare ulteriormente tasse significherebbe far affondare non solo le imprese, già al limite della sopravvivenza, ma anche e soprattutto le famiglie che non arrivano neppure a metà mese.      Un condono fiscale anche con la contrarietà del governo?            La proposta parte sommessamente dalle opposizioni e nel  corso di un incontro pubblico a Prato il leader della Lega Matteo Salvini ha affermato: “Questi matti -il governo- a settembre pensano di inviare 12 milioni di cartelle esattoriali di Equitalia a casa degli italiani. Noi faremo di tutto per bloccarle, perché sarebbero un massacro per l’economia”.

Si apprende infine che sarà estesa fino al 31 dicembre 2020 anche la moratoria mutui per le famiglie. Sul fronte lavoro, sono due le misure di decontribuzione che il governo è pronto a mettere in campo: in primo luogo, è prevista una decontribuzione fino a fine anno per il datore che riprende il lavoratore messo in cassa integrazione. Il secondo strumento di decontribuzione riguarderà invece i neo-assunti.

 

La Sibeg che “valorizza le eccellenze della filiera agrumicola siciliana”: l’impegno senza fine di Luca Busi

 

Le nuove tasse e il rischio fuga della Sibeg-Coca Cola da Catania ...

 

PRODOTTA ANCHE NELLO STABILIMENTO DI SIBEG LA NUOVA FANTA LIMONATA CON SUCCO 100% DI “LIMONE DI SIRACUSA IGP”

 

Catania 

Lo stabilimento catanese di Sibeg- afferma una nota Ag. Press- produrrà la nuova Fanta Limonata IGP Senza Zuccheri Aggiunti con succo di “Limone di Siracusa IGP”: una limonata con succo di limone 100% controllato dal Consorzio di Tutela del “Limone di Siracusa IGP”, valorizzando così un’eccellenza della filiera agrumicola siciliana e continuando lo storico legame tra Fanta e l’Italia, dove questa bevanda nacque nel 1955.

Sibeg da 60 anni produce e commercializza sul territorio siciliano i marchi della The Coca-Cola Company e conferma il proprio legame con questa terra.

SIBEG: storia di un miracolo siciliano

«Siamo orgogliosi di poter valorizzare le materie prime del nostro Paese – ha dichiarato Luca Busi, (nella foto sopra)amministratore delegato Sibeg – un impegno che testimonia il rapporto tra Coca-Cola e la Sicilia, iniziato più di 90 anni fa e rafforzato dalla nostra presenza a Catania dal 1960»L’arrivo di Fanta Limonata Senza Zuccheri Aggiunti con succo di “Limone di Siracusa IGP” –   è disponibile in Sicilia in bottiglie in vetro da 25 cl, in PET da 45cl, 90cl 100% riciclabili  dimostra ancora una volta il sostegno di Coca-Cola a favore della filiera agrumicola siciliana, delle comunità locali e del loro sviluppo. Secondo lo studio realizzato nel 2019 da SDA Bocconi School of Management, l’impatto socio-economico di Coca-Cola in Sicilia è pari a 48,2 milioni di euro con circa 1000 occupati e un indotto per oltre 2400 persone.

L’attenzione particolare che Coca-Cola riserva agli agrumi nazionali si riflette nella scelta del succo italiano per molte delle proprie bevande, con l’acquisto annuale di oltre un terzo della produzione di arance e di limoni siciliani destinate alla trasformazione. Il succo di limone e arance è acquistato da fornitori siciliani che collaborano con Coca-Cola da decenni anche per prodotti che vengono distribuiti fuori dall’Italia.

Il ruolo internazionale, infatti, dell’Azienda fa sì che più della metà del succo acquistato da Coca-Cola in Italia, come quello di mela, di pera, oltre che di limone e di arancia, venga utilizzato per produrre varie bevande di The Coca-Cola Company in Europa, contribuendo così in modo positivo all’export delle materie prime italiane più apprezzate.

Fanta Limonata Senza Zuccheri Aggiunti con succo di “Limone di Siracusa IGP” nuovo prodotto per valorizzare la Sicilia

Proposte di rilancio dell’Economia catanese. Ecco gli strumenti

 

SUPERBONUS: «OCCASIONE MANCATA SE NON SI SNELLISCONO PROCEDURE E BUROCRAZI

 

La denuncia dei presidenti dell’Ordine e della Fondazione Ingegneri Catania, Giuseppe Platania e Mauro Scaccianoce, durante il seminario su tecniche e opportunità del nuovo strumento fiscale 

 

CATANIA

«Il Superbonus potrebbe rappresentare un potente strumento per il rilancio dell’economia mediante l’adeguamento sismico e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, da noi auspicati da tempo. Ma per farlo bisogna superare alcune criticità, tra cui il ritardo della conversione in legge del decreto Rilancio che dovrà avvenire entro il 18 luglio. A partire da questa data, il MISE avrà 30 giorni di tempo per emanare il decreto con cui saranno stabilite le modalità attuative e l’Agenzia delle Entrate, contestualmente, dovrà emanare le proprie disposizioni. Pertanto, se non si verificheranno ulteriori ritardi, la piena operatività del decreto Rilancio non avverrà prima dell’inizio del mese di settembre». Questo il messaggio dei presidenti dell’Ordine e della Fondazione degli Ingegneri di Catania, Giuseppe Platania e Mauro Scaccianoce, in occasione del seminario “Ecosismabonus: tecniche e opportunità”, organizzato con l’Associazione Ingegneri Ionico Etnei, l’Associazione Europe ArchIng, l’Associazione ingegneriarchitettiacesi, l’Associazione Ingegneri della Valle del Simeto, l’Associazione Ingegneri del Calatino e l’Associazione Ingegneri e Architetti dell’Etna.

Un incontro volto ad analizzare gli aspetti fiscali, le classi di rischio sismico e la tipologia di interventi per «dare spazio a quello che potrebbe rappresentare una svolta nella ripresa del mercato delle costruzioni e delle professioni tecniche», ha dichiarato Platania.

«Una criticità che abbiamo ravvisato – prosegue il presidente dell’Ordine – risiede nell’obbligo, per i professionisti che devono asseverare i lavori, di stipulare una polizza di 500mila euro. Noi riteniamo che si tratti di una soglia alta, soprattutto per i giovani professionisti che rischiano di essere tagliati fuori. Un giovane professionista, mediamente, ha in corso polizze tra 200mila e 300mila euro. È augurabile che il legislatore, in sede di conversione del decreto Rilancio, tenga conto di questa circostanza abbassando la suddetta soglia».

A conclusione del suo intervento, il presidente Platania ha comunicato che è stata inviata al sindaco di Catania «una richiesta congiunta con architetti e geometri per sollecitare l’emanazione di un atto di indirizzo che definisca in modo preciso le ZTO “A” e “B”, e quelle ad esse assimilabili, ai sensi del DM 1444/1968, con riferimento al vigente PRG al fine di consentire la corretta e serena applicazione del bonus facciate».

A partire dal primo luglio, ci saranno 18 mesi per beneficiare del bonus, «a patto che vengano snellite e velocizzate le procedure – puntualizza Scaccianoce – garantendo in tempo il pagamento degli operai e delle fatture dei lavori, aprendo nuove commesse per gli ingegneri, dando slancio all’economia e rendendo più sicuri gli immobili. Agli ingegneri va certamente riconosciuto un ruolo centrale in tutto il processo, anche con compensi adeguati alla qualità delle progettazioni. In quest’ottica un ruolo di rilievo avranno le banche, incaricate di acquisire e trasferire il credito d’imposta, mostrando senso di responsabilità e mettendosi al servizio della collettività. A questo deve affiancarsi anche una burocrazia più efficiente e veloce. Ad oggi i lavori sono molto lenti e l’opera finale, spesso, risulta già superata dal punto di vista progettuale e delle tecnologie utilizzate, riducendosi a ostacolo per la crescita dal Paese».


«In questo caso – conclude Scaccianoce – credo che il Superbonus possa essere importante per tre ragioni: rilancio economico e nuove prospettive lavorative per chi saprà cogliere questa opportunità, messa in sicurezza delle città con gli interventi sismici, diminuzione di consumi e minori emissioni grazie all’efficientamento energetico. Questi fattori porterebbero un miglioramento alla qualità della vita».

DOVE SONO I “CONTROLLORI” INTERNI DELLE IMPRESE? IN SICILIA 80% DELLE SOCIETÀ SENZA ORGANO DI CONTROLLO

 

Obbligo di nomina dei revisori contabili: imprese edili e commercialisti a confronto

 

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Milleproroghe: slitta ad aprile il termine ultimo per allinearsi alla nuova normativa

 

CATANIA –

Scatta il countdown per le società a responsabilità limitata che non hanno ancora provveduto a nominare il proprio organo di controllo. In Sicilia solo il 20% delle imprese è in regola, la restante parte dovrà provvedere entro aprile 2020.

L’articolo 6 bis del decreto Milleproroghe farebbe infatti slittare il termine ultimo per adeguare gli statuti delle società di capitale e istituire gli organi di controllo entro la data di approvazione dei bilanci d’esercizio del 2019.

Ma qual è l’utilità di questo strumento? Il revisore, il collegio sindacale o il sindaco unico hanno il duplice ruolo di vigilanza e “allerta”, segnalando in maniera tempestiva le prime avvisaglie di una crisi aziendale da arginare con adeguati strumenti di pianificazione.

Questo l’argomento al centro del focus formativo organizzato da Ance Catania insieme con l’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili del capoluogo etneo. «Le imprese edili, com’è noto, soffrono di una forte crisi di liquidità – afferma il presidente Ance Catania Giuseppe Piana – è difficile allineare le entrate alle scadenze previste dai contratti. Stiamo perdendo l’entusiasmo a causa dalle complicazioni normative con cui dobbiamo fare costantemente i conti».

Gli fa eco il consigliere dell’Ordine dei Commercialisti Fabrizio Leotta: «Questi sono argomenti caldi tanto per le imprese quanto per i professionisti – spiega – è davvero complicato adeguarsi alle continue e incalzanti modifiche normative, quindi i momenti di confronto formativo con le altre categorie professionali, con le quali lavoriamo sinergicamente, sono sostanziali».

Secondo il codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, la nomina dell’organo di controllo diventa obbligatoria nell’ipotesi in cui la società abbia, per due esercizi consecutivi, almeno uno dei seguenti parametri: quattro milioni di euro di attivo dello stato patrimoniale, quattro milioni di ricavi e venti dipendenti. Conti alla mano «in Italia le società interessate alla nomina sarebbero circa 100mila – incalza Dario Scelfo, dottore commercialista, relatore dell’incontro – a livello nazionale la regione più attenta è stata l’Emilia-Romagna, dove circa il 35% delle imprese ha già nominato il revisore. Lo spirito della norma è quello di superare le criticità degli ultimi anni, evitando in sostanza che l’imprenditore chiuda le saracinesche: un tentativo di porre rimedio all’inizio del processo di crisi, e non alla fine, quando la situazione diventa irreversibile».

A concludere il confronto è stato l’avvocato Fabrizio Belfiore che ha posto l’attenzione sul concordato negli appalti pubblici, distinguendo l’ipotesi della partecipazione da quella in cui il concordato interviene in sede di realizzazione dell’opera pubblica. «In un periodo di così profonda crisi – aggiunge – siamo costretti a trovare strumenti di carattere giuridico per superare la posizione debitoria delle imprese e per dare l’opportunità ad esse di intraprendere un percorso di risanamento e ritorno ad una capacità piena».

Commissione europea: Italia lumaca,”affetta da depressione di bassa crescita”.

                          MA L’UE ESPRIME  GIUDIZI TECNICI O POLITICI?

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Nel 2019 l’Italia non è cresciuta secondo le valutazioni della Commissione economica europea.. Con l’economia in rallentamento, aumenta di conseguenza il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno loro

Secondo le previsioni economiche d’autunno, diffuse oggi dalla Commissione Europea, il nostro Paese quest’anno dovrebbe crescere dello 0,1%, ben un punto percentuale al di sotto della media dell’Eurozona, che dovrebbe crescere dell’1,1%; l’anno  prossimo la crescita dell’Italia è prevista allo 0,4%, contro una media dell’area euro stimata all’1,2%; nel 2021, il differenziale è atteso in riduzione a mezzo punto percentuale (+0,7% contro +1,2%). In tutti e tre gli anni l’economia italiana resta la peggiore: quest’anno la seconda ‘lumaca’ dovrebbe essere la Germania, a +0,4%.

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Il debito pubblico, che cresce inerzialmente, aumenta in rapporto a un Pil più fiacco del previsto: dal 134,8% del 2018, dovrebbe salire, secondo la Commissione, al 136,2% quest’anno, al 136,8% nel 2020 e al 137,4% nel 2021. L’Italia “fatica a sfuggire alla depressione da bassa crescita”,afferma la Commissione dell’UE.   L’economia italiana, osserva la Commissione, “si è fermata all’inizio del 2018 e non mostra ancora alcun segno di ripresa significativa”. Nel 2020 “la crescita dovrebbe riprendere in maniera modesta, sulla scorta di una domanda estera in ascesa e una moderata spesa delle famiglie, anche se la seconda dovrebbe essere in parte frenata da un mercato del lavoro che si andrà indebolendo”.

– Dovrebbe restare stabile al 10% la disoccupazione in Italia nel 2019-21, mentre nell’area euro dovrebbe calare dal 7,6% del 2019 al 7,3% del 2021. Secondo le previsioni economiche d’autunno della Commissione Europea, il tasso di disoccupazione nel nostro Paese dovrebbe calare dal 10,6% del 2018 al 10% quest’anno, per poi rimanere fisso al 10% nei due anni successivi. Finora, osserva la Commissione, “il mercato del lavoro è rimasto resiliente davanti al rallentamento dell’economia; tuttavia, gli ultimi dati indicano un deterioramento”, che “probabilmente spingerà i datori di lavoro a tagliare posti o a ricorrere a forme di lavoro temporaneo, come indica il crescente numero di lavoratori coperti dalla Cassa Integrazione Guadagni”.