Domani la Polizia di Stato al parco divertimento di Zoomarine per la diffusione della Cultura della legalità

 

 

Zoomarine

 

 

Anche quest’anno torna l’appuntamento estivo “La Polizia di Stato a Zoomarine” presso il Parco Acquatico di Torvaianica (Roma).

Domani la Polizia di Stato sarà presente al parco divertimento di Zoomarine per regalare a tutti gli ospiti momenti di spensieratezza e promuovere la diffusione della cultura della legalità anche tra i più giovani.

In tale occasione, oltre alle numerose attrazioni e agli spettacoli acquatici, ci saranno alcune dimostrazioni operative delle unità cinofile e degli artificieri, l’esposizioni dei mezzi della Polizia di Stato e la performance coreografica delle atlete del Gruppo Sportivo  Fiamme oro  della disciplina del nuoto sincronizzato.

Parte dei proventi della giornata, inoltre, saranno devoluti al piano di assistenza “Marco  Valerio” rivolto al sostegno dei figli dei dipendenti della Polizia di Stato affetti da gravi patologie croniche.

 

Chinnici, «Il suo pool antimafia-dichiara il governatore Schifani – è stato un modello che ha fatto scuola e un modello virtuoso all’interno dei Tribunali”

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«Il giudice Chinnici ha ideato con lungimiranza un sistema di investigazione moderno ed efficace consentendo allo Stato di poter avviare un processo di conoscenza, seria e approfondita, del fenomeno mafioso, quando ancora non esistevano i collaboratori di giustizia. Ha scritto una pagina indelebile nella storia del contrasto a Cosa nostra, che ha rappresentato il primo fondamentale tassello per un cambio di rotta nell’opera di repressione della criminalità organizzata. Il “pool” da lui creato è stato un modello che ha fatto scuola e che ancora oggi rimane un esempio virtuoso all’interno degli uffici giudiziari».
Affermazione del  presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, in occasione del quarantesimo anniversario dell’attentato in cui persero la vita il capo dell’Ufficio istruzione, Rocco Chinnici, i due uomini della sua scorta, il maresciallo Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, e Stefano Li Sacchi, il portiere dello stabile nel quale il giudice viveva, e rimasero ferite alcune persone, tra le quali l’autista dell’auto blindata del magistrato, Giovanni Paparcuri.
«Quello di via Pipitone Federico – continua Schifani – non fu solo un attentato contro un magistrato in prima linea, ma un vero atto di guerra della mafia contro lo Stato per le modalità plateali e stragiste con cui fu realizzato. Conservarne il ricordo e soprattutto tramandarlo alle giovani generazioni è certamente un dovere, per riconoscenza a Chinnici e per la società civile».

Beppe Montana, ricordo di un giovane che lottava per cambiare la Sicilia Mafiosa

 

Palermo ricorda Beppe Montana

 

 

Palermo ricorda Beppe Montana

Oggi a Palermo le commemorazioni in ricordo del commissario Giuseppe Montana.

Era il 28 luglio 1985 quando il capo della Catturandi di Palermo fu ucciso da colpi di arma da fuoco mentre, con la fidanzata, era al molo Porticello.

Aveva solo 34 anni, credeva nella legalità, nel futuro delle nuove generazioni tanto da andare spesso nelle scuole a raccontare ai ragazzi storie di uomini coraggiosi che in Sicilia avevano tentato di sfidare la mafia, storie di uomini come lui. Lottava per cambiare il tessuto della Sicilia in mano agli imprenditori, ai criminali, ad una classe dirigenziale mafiosa.
Beppe Montana è stato uno di quei poliziotti che, con le proprie azioni, ha segnato un periodo storico per il nostro Paese, arrestando numerosi esponenti della Mafia e pagando il suo impegno con il prezzo della vita.

Questa mattina il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, ha deposto una corona d’alloro a Porticello, dove è presente una targa in ricordo del giovane poliziotto.

 

 

 

 

Tamajo: «Zes Sud importante, intanto puntiamo su aree speciali esistenti»

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«La Zes del Sud è un progetto importante, ma ancora allo stato embrionale. In questo momento l’impegno del governo regionale è concentrato sulla ridefinizione e sulla riperimetrazione delle aree presenti, sullo snellimento burocratico e a rendere maggiormente fruibili e adeguate le aree industriali». Lo ha detto Edy Tamajo, in rappresentanza del presidente della Regione, Schifani, al convegno dal titolo “Il Mediterraneo alla sfida delle transizioni” che si è svolto a Ustica, organizzato da Confindustria Sicilia.

«Abbiamo portato avanti anche un progetto dal valore di 8 milioni di euro, grazie anche alla collaborazione con Confindustria, che punta alla riqualificazione dell’area industriale di Carini. Il progetto sarà presentato a inizio settembre. Per questo lavoro ringrazio l’Irsap e il presidente di Sicindustria Palermo, Giuseppe Russello, che ci hanno dato una grande mano».

All’evento hanno partecipato il presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi, ill presidente di Confindustria Sicilia, Alessandro Albanese e numerose cariche istituzionali e imprenditoriali.

Beni confiscati alla mafia, Regione Sicilia : «Accordo con Agenzia e Ministero, istituzioni vicine ai cittadini»

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«La mafia si colpisce al cuore con il sequestro dei patrimoni. Ed è un principio non negoziabile quello di restituire alla comunità i beni confiscati, affinché i cittadini trovino un ristoro ai danni subiti dalla criminalità organizzata». Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani che oggi, alla Prefettura di Palermo, ha siglato con l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, rappresentata dal prefetto Bruno Corda, un accordo istituzionale, alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del prefetto del capoluogo siciliano Maria Teresa Cucinotta.

«Dal 2008-2009 – ha aggiunto il governatore – il numero dei sequestri è aumentato grazie alle misure dei pacchetti sicurezza approvati in quegli anni. Tanta strada si è fatta da allora e c’è l’impegno da parte nostra a fare sempre di più, anche grazie alla collaborazione e al sostegno del governo nazionale e dell’Agenzia. Serve costruire e mantenere un sistema fluido e operativo che sia soprattutto un segnale importante nei confronti dei cittadini, in particolare di quelli che hanno subito danni da parte della mafia: devono sapere che le Istituzioni ci sono e combattono al loro fianco. La criminalità organizzata va combattuta senza se e senza ma».

Firmato anche un protocollo d’intesa tra il ministro Piantedosi, il presidente Schifani e il sindaco di Bagheria Filippo Tripoli per la valorizzazione di Villa Napoli nel comune del Palermitano, confiscata alla mafia, attraverso la realizzazione di un centro estivo per bambini tra i 6 e gli 11 anni che si trovano in condizione di fragilità e di svantaggio socio-culturale e ambientale. Il progetto, denominato “Orizzonti liberi” era già stato apprezzato dalla giunta regionale che ha stanziato 231 mila euro per i lavori di riqualificazione.

Sottoscritte anche sette convenzioni per l’assegnazione diretta di beni confiscati in Sicilia agli enti del Terzo settore risultati vincitori di una procedura pubblica per progetti da realizzare in ambito sociale.

Mafia, Ricordo di Boris Giuliano a 44 anni dalla morte

 

boris giuliano

 

Fu un poliziotto e investigatore lungimirante, un uomo generoso e sempre pronto ad aiutare chi era in difficoltà. Grazie al suo intuito e all’innovativo metodo d’indagine, che si concentrava sui conti correnti bancari, Boris Giuliano, negli anni ’70, condusse importanti indagini sulla mafia palermitana arrivando a scoprire legami nel traffico di droga con quella americana.

Fu questo uno dei motivi per i quali la mattina del 21 luglio 1979 venne ucciso all’interno del bar Lux, a Palermo, mentre stava bevendo un caffè. A sparare vigliaccamente fu il mafioso corleonese Leoluca Bagarella, che esplose vari colpi di pistola alle spalle del capo della Squadra mobile del capoluogo siciliano, per poi darsi alla fuga.

 

boris giuliano

 

Oggi, nel giorno del 44° anniversario della morte, la Polizia di Stato ricorda questo valoroso funzionario di Polizia con delle celebrazioni a Palermo e a Messina, città dove Boris Giuliano ha vissuto e trascorso il periodo universitario e dove un ulivo, oggi rigoglioso, è stato piantato in sua memoria nel 2010.

Alla presenza del vice capo vicario della Polizia, Vittorio Rizzi, dei familiari di Giuliano e del prefetto e questore di Palermo, Maria Teresa Cucinotta e Leopoldo Laricchia, è stata deposta una corona d’alloro in via Francesco Paolo Di Blasi, sotto alla lapide che ricorda il vile attentato. In suo suffragio è stata inoltre celebrata una messa nella chiesa di San Giuseppe Cafasso.

 

boris giuliano

 

Il prefetto Rizzi, infine, ha fatto visita al “Museo della memoria” all’interno dei locali della Squadra mobile di Palermo, dove è stato riprodotto lo studio originale di Boris Giuliano e nel quale vengono ricordati tutti gli investigatori palermitani della Polizia di Stato uccisi dalla mafia.

A Messina, la questura, insieme al comitato cittadino “100 Messinesi per Messina 2MILA8”, ricorderà Boris Giuliano con la deposizione di una corona di fiori in via Natoli, sotto alla targa apposta in memoria del Primo dirigente della Polizia di Stato e con una messa presso la chiesa di San Nicolò all’Arcivescovado.

 

Cordoglio del Presidente Mattarella per la morte del Vigile del Fuoco Massimo Viglierco

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, Prefetto Laura Lega, il seguente messaggio:

«Con profonda tristezza ho appreso la notizia del decesso del Vigile del Fuoco Coordinatore Massimo Viglierco, verificatosi mentre raggiungeva il luogo di un intervento operativo.

In questa dolorosa circostanza desidero esprimere a lei e al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco la mia solidale vicinanza.

La prego di far pervenire ai familiari le espressioni della mia commossa partecipazione al loro cordoglio e ai Vigili del Fuoco rimasti feriti gli auguri di pronta guarigione».

 

Accordo Regione-Caronte&Tourist. Schifani: «Aumentati i collegamenti per le Eolie»

 

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Raggiunto un accordo tra Regione e Caronte&Tourist per garantire i collegamenti con le isole minori della Sicilia. Il governatore Renato Schifani ha convocato oggi pomeriggio un vertice a Palazzo d’Orléans con l’assessore alle Infrastrutture e alla mobilità Alessandro Aricò e i vertici della compagnia di navigazione per trovare una soluzione urgente alle criticità sorte dopo che, a causa del sequestro di tre navi non ritenute adatte al trasporto di disabili, la società non ha più potuto mantenere attivo il contratto di servizio con l’amministrazione.

«Era una questione che ci stava particolarmente a cuore, non soltanto per salvaguardare la stagione turistica ma anche e soprattutto per garantire i collegamenti ai residenti delle isole minori – dice Schifani. – La società ci ha assicurato che, nel periodo compreso tra il 18 luglio e il 30 settembre, il numero delle corse settimanali verso le Eolie aumenterà del 20 per cento (da 14 a 17) e resterà inalterato il numero di quelle per le Egadi e per Ustica. Un’intesa a tutela di tutti i siciliani».

 

Restano invariate le corse previste per le isole Pelagie e per Pantelleria, essendo ancora in vigore il contratto di servizio con la Regione.

 

Aeroporto di Catania in fiamme, panico fra i viaggiatori in attesa nei locali invasi dal fumo

 

Aeroporto di Catania
Disagi per chi era prenotato e aveva organizzato le vacanza  prendendo l’areo  a Catania       L’aeroporto della città etnea è andato in fiamme e i  voli  sono stati sospesi fino al prossimo mercoledì 19 luglio.   La comunicazione proviene dalla  Società di gestione dell’aeroporto: “A causa dell’incendio sviluppatosi nell’aerostazione, le operazioni di volo sono sospese fino alle 14 di mercoledì 19 luglio“. L’incendio è divampato nella tarda sera di ieri ed è stato spento.
“Non si registrano danni a persone – spiegano i vertici dell’aeroporto -. Ringraziamo vigili del fuoco,la centrale operativa, enti di Stato, primo soccorso e comunità aeroportuale per aver agito tempestivamente”.

Napoli, crolla una palazzina, tre persone estratte vive dalle macerie

 

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Foto Ag.

 

Napoli

Crollo della palazzina a Napoli.  Il prefetto  Claudio Palomba che si è recato sul posto per seguire da vicino le operazioni dei soccorritori informa che non  risultano altre persone disperse nel crollo della palazzina avvenuto questa mattina nel centro di Torre del Greco, in provincia di Napoli. 

 Il bilancio è di tre persone estratte vive dalle macerie, una ragazza di 19 anni e due uomini, uno dei quali ha riportato le ferite più gravi. Tutti e tre sono stati portati in ospedale. A loro si aggiungono un adulto e una bambina feriti lievemente mentre passeggiavano su corso Umberto I nei pressi della palazzina al momento del crollo; la bimba è stata portata all’ospedale pediatrico Santobono ma le sue condizioni non destano preoccupazione. Il Comune ha disposto l’evacuazione di alcuni palazzi adiacenti, operazione che vedrebbe coinvolti circa trenta residenti.

Si trova in pieno centro storico il luogo in cui si è verificato il crollo di un’ala del palazzo di tre piani. La palazzina, in cui vivono 5 nuclei familiari, si trova in corso Umberto I, la parte crollata è quella all’angolo con vico Pizza, strada stretta al cui ingresso erano posti due archi in pietra che collegavano il palazzo parzialmente crollato con quello all’altro lato del vicolo.

La Procura di Torre Annunziata ha avviato le indagini sul crollo della palazzina, affidate ai Carabinieri della compagnia di Torre del Greco, mentre i rilievi sono stati effettuati dai Carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata. Al momento non sono state formulate ipotesi sulle cause del crollo.Saranno i consulenti  tecnici a trarre le conclusioni da presentare alla Magistratura.