Non è ancora chiara ai Carabinieri che indagano l’esatta dinamica del sinistro. Secondo il padre si sarebbero rotti i freni dell’auto che è finita contro un muro
La Procura di Palermo, ha notificato il provvedimento giudiziario di rinvio a giudizio ai genitori di Aurora, la bambina di tre anni, che ha perso la vita nell’incidente avvenuto la notte tra sabato e domenica scorsi a Villabate Il reato è di omicidio stradale. Entrambi sono stati trovati con un tasso alcolemico nettamente superiore ai limiti di legge: lui con 1,34 microgrammi per litro, lei con 1,25 milligrammi per litro.
Secondo la loro testimonianza, il padre era alla guida della Volkswagen Polo, senza patente e copertura assicurativa, che si è schiantata contro un muro. La donna aveva detto a una familiare di essere seduta dal lato del passeggero anteriore dell’auto tenendo la piccola tra le braccia, con palese violazionme sulle norme sulla sicurezza. Ma i Carabinieri, che indagano, vogliono essere certi che non ci fosse lei alla guida e che la piccola fosse tra le braccia del padre. Indagini in corso
Tragedia a Malta dove la siciliana Oriana Bertolino, 31 anni di Marsala, è morta, ieri sera, sull’isola di Gozo precipitando in mare da una scogliera con un quad guidato da un altro marsalese (G.P. di 47 anni). La vittima era conosciuta per il suo impegno sportivo (pallavolo) e la sua carriera accademica, stava partecipando ad una escursione in gruppo per assistere al tramonto.
L’incidente è avvenuto intorno alle 20 sulla scogliera lungo un lato della panoramica Wied il-Miela;, nota per il suo arco di roccia, vicino a Garb.
Si apprende dalla polizia maltese che il guidatore del quad, è riuscito a mettersi in salvo riportando solo lievi ferite, ha perso il controllo del mezzo, pare per un problema allo sterzo. E questo gli avrebbe impedito di cambiare direzione. . La polvere sollevata e la scarsa aderenza, trovandosi sullo sterrato, avrebbero impedito al conducente del quad – spinto anche dalla fretta -di fermarsi in tempo prima della fine della scogliera, che si affaccia sul mare.
Il corpo della Bertolino è stato recuperato dopo le ricerche, ma la giovane è deceduta per le ferite riportate. L’uomo, invece, è stato curato per lievi ferite all’ospedale di Gozo.
Oriana amava lo sport, la pallavolo in particolare, ma il suo grande amore erano gli animali, cagnolini, gattini . .
Anche il presidente della Fipav Sicilia, Antonio Locandro, ha voluto ricordare la ragazza :«La notizia della tragica e prematura scomparsa di Oriana Bertolino, 31 anni, amante della pallavolo giocatrice ed allenatrice, colpisce tutti noi profondamente. L’intero Consiglio Regionale e tutte le componenti del CR Sicilia si stringono al dolore della mamma e del fratello di Oriana, della società Marsala Volley e di tutti i suoi affetti, in questo momento di profondo dolore».. Da poco si era specializzata in Pet Therapy.Anche il sindaco Massimo Grillo, attraverso i social, ha voluto stringersi attorno al dolore della famiglia: «Oggi la nostra comunità è profondamente colpita dalla tragica notizia della perdita della giovane Oriana Bertolino. A soli 31 anni, Oriana ha perso la vita in un tragico incidente a Malta, lasciando un vuoto incolmabile nei cuori di tutti coloro che la conoscevano. In questi momenti di dolore e sconforto desidero esprimere, a nome dell’amministrazione comunale e di tutti i cittadini marsalesi, il nostro più sentito cordoglio e la nostra vicinanza alla famiglia di Oriana. Possa Oriana riposare in pace e la sua famiglia trovare la forza per affrontare questo immenso dolore».
Il magistrato Brigitte Sultana sta conducendo un’inchiesta e sono in corso approfondimenti dell’indagine. La sportiva Oriana Bertolino lavorava in un ambulatorio veterinario.
Tragedia a Palazzolo Acreide dove un bambino di 10 anni Vincenzo L. è morto dopo essere precipitato in un pozzo profondo almeno 15 metri e per metà pieno d’acqua. Si apprende che il bimbo sia morto annegato. , Un’educatrice di 54 anni si era calata nel pozzo per cercare, invano, di salvarlo ma è stata issata dai vigili del fuoco.
La tragedia si è consumata nella tarda mattina in contrada Falabia dove era stata organizzata una gita scolastica dal grest della cooperativa dell’Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale. Il bimbo sarebbe fratello di uno degli ospiti della struttura. Pare che il pozzo fosse coperto con una lamiera provvisoria e che il bimbo appena salito sopra, non rendendosi conto del pericolo, sia caduto. Si trattava di una escursione organizzata dall’associazione che effettua anche altre attività per i bambini disabili come la coltivazione degli orti e i laboratori di cucina.
Vedendo il piccolo precipitare, l’educatrice di 54 anni avrebbe tentato di soccorrerlo nel pozzo ma perdendo l’equilibrio e cadendo nell’acqua. La donna è stata salvata dai vigili del fuoco. Per il bimbo che probabilmente non sapeva nuotare, non c’è stato niente da fare. La profondità dell’acqua è di almeno cinque metri. Sono intervenuti i vigili del fuoco speleo alpino fluviali.
La Procura
L’autorità giudiziaria adesso vuol sapere ” se quel pozzo fosse adeguatamente segnalato” e dispone l’ approfondimento delle indagini e dell’area che è stata circoscritta e sequestrata.
.Inferno e disperazione ancora una volta nelle acque della Sicilia e del Canale Jonio. La nave Nadir della Ong tedesca Resqship – si apprende dall’Ong- ha soccorso una barca in legno piena d’acqua nella quale c’erano 61 migranti, 10 dei quali trovati morti nella parte inferiore della barca allagata. In 51 sono stati evacuati, portati sul Nadir e sottoposti alla prime cure mediche. Due di loro erano nello scafo privi di sensi.
Archivi-Sud Libertà
“Il team è intervenuto con un’ascia per rompere lo scafo ed entrare all’interno del barcone – comunica la Ong – I soccorsi sono arrivati troppo tardi per 10 persone. Le persone prive di sensi stanno attualmente ricevendo cure mediche e sono in attesa di un’urgente evacuazione di emergenza. I nostri pensieri sono con le persone in lutto. Siamo arrabbiati e tristi. La Fortezza Europa uccide”.
In poche ore si tratta del terzo salvataggio per Nadir. Prima un’imbarcazione in legno segnalata da Alarm Phone e con a bordo 62 persone è stata trainata dalla Ong, d’intesa con le autorità, verso Lampedusa fino all’arrivo della Guardia costiera italiana. Poi un’altra emergenza: una barca piena di acqua e benzina con 27 persone a bordo. L’equipaggio del Nadir ha distribuito giubbotti di salvataggio fino all’arrivo della Guardia costiera.
Da questa notte inoltre la Guardia Costiera è impegnata nelle ricerche di eventuali dispersi a seguito del naufragio di una barca a vela con migranti a bordo, partita presumibilmente dalla Turchia.
“L’attività – comunica la Guardia Costiera – è stata avviata a seguito di un ‘may-day’ lanciato da un’unità da diporto francese, in navigazione a circa 120 miglia dalle coste italiane, al limite delle aree SAR di competenza della Grecia e dell’Italia che, dopo aver segnalato la presenza della barca semiaffondata, recuperava a bordo 12 migranti”.
Ricevuto il mayday il Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo italiano della Guardia Costiera di Roma, dirottava immediatamente sul posto due mercantili in navigazione nelle vicinanze, un velivolo ATR42 della Guardia costiera e le motovedette CP305 e CP326 di stanza in Calabria. Sul posto intervenivano anche assetti Frontex. I 12 naufraghi, prima trasbordati dall’unità francese su un mercantile, venivano recuperati a bordo della CP305 che dirigeva verso il porto di Roccella Jonica. Qui i migranti sono stati sbarcati e affidati alle cure dei sanitari del 118. Uno dei migranti è deceduto subito dopo le operazioni di sbarco. Le ricerche in zona “sono attualmente in corso con assetti della Guardia costiera e di Frontex”.
Anche Ocean Viking in Sar Libia,opera un altro soccorso di 54 persone tra cui 28 minori soli
Un altro soccorso nel Mediterraneo centrale dove stamani 54 persone, tra cui 28 minori non accompagnati, sono stati tratti in salvo dall’equipaggio dell’Ocean Viking in zona Sar libica. “Viaggiavano su un gommone stracarico, individuato dal ponte con un binocolo dal ponte”…
Si indaga sulla tragica morte di un uomo di 64 anni, ricoverato al Policlinico di Catania e in attesa di dimissione, che, ieri sera, si sarebbe lanciato giù dal quarto piano del padiglione 8.
L’ipotesi di suicidio, fino a questo momento, sembra avere maggiore consistenza ma la Polizia sta svolgendo indagini e raccogliendo elementi utili per capire cosa abbia spinto il poveretto all’insano gesto.
La tragedia di ieri sera al Policlinico di via Santa Sofia segue di due mesi quella di una studentessa di medicina, che si è consumata in un altro padiglione. In quel caso la giovane era precipitata dalle scale antincendio del settimo piano. Sembra una maledizione su questa struttura.
l procuratore di Udine, Massimo Lia, in conferenza stampa, annuncia di aver aperto “un’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti” sulla vicenda delle due ragazze morte a causa della piena del Natisone e sul terzo ragazzo ancora disperso. “In queste vicende, per procedere bisogna configurare responsabilità di tipo omissivo, non commissivo” Allo Stato figurano quattro telefonate di Sos, una senza risposte
“Condurremo tutti gli accertamenti del caso – ha aggiunto – per accertare se i soccorsi sono stati tempestivi. Mi preme, però, segnalare che, allo stato attuale, non ci sono elementi specifici che ci fanno andare in questa direzione, ma le verifiche sono in fase iniziale”.
” – La prima chiamata fatta da Patrizia è delle 13.29, le altre nei minuti immediatamente successivi. Dai primi accertamenti, tutto si è svolto in un arco temporale che si può quantificare grossolanamente in mezz’ora. Da una situazione di apparente tranquillità, quel tumultuoso scorrere del fiume Natisone li ha travolti”.La Procura ha acquisito i tabulati telefonici sulla vicenda
Si apprende pure che il ministro con delega alla Protezione Civile, Nello Musumeci, ha chiesto, al prefetto di Udine, Domenico Lione, una dettagliata relazione sulle primissime attività di soccorso svolte subito dopo l’allarme lanciato dai tre ragazzi travolti dalla piena delNatisone.
Proseguono le ricerche dell’ultimo disperso
Intanto proseguono a Premariacco le ricerche dell’ultimo ragazzo disperso nelle acque del fiume Natisone. Il giovane di 25 anni, originario della Romania e residente in Austria, si trovava insieme alle ragazze prima che i tre fossero portati via dalla corrente. Oggi il dispositivo di soccorso dei vigili del fuoco conta 60 unità, tra specialisti sommozzatori, soccorritori fluviali, team speleo, cinofili, dronisti ed elicotteristi, dispiegate lungo le sponde del Natisone. Diminuito, rispetto a ieri, il livello del corso d’acqua, condizione che potrebbe facilitare le ricerche.
I corpi delle due ragazze sono stati individuati dai Vigili del Fuoco domenica scorsa. Patrizia Cormos, 20 anni, al secondo anno dell’Accademia di Belle Arti di Udine e Bianca Doros, 23 anni, arrivata pochi giorni fa dalla Romania per far visita ai genitori, erano a 700 metri e a un km a valle dal luogo della scomparsa.
Continuano invece le ricerche del terzo disperso, il giovane di 25 anni, originario della Romania e residente in Austria, che si trovava insieme alle ragazze prima che i tre fossero portati via dalla corrente.
Liberarsi della moglie dopo tanti anni, succede. Almeno a tentativo Un pensionato di Pedara, di 87 anni, cerca di ammazzare la ex moglie con la pistola, ma l’arma si inceppa. Per l’uomo è scattato l’arresto per tentato omicidio e ricettazione d’arma da fuoco dai carabinieri di Pedara . I due anziani vivevano ancora nella stessa villetta, ma in locali separati.
L’ex dipendente delle ferrovie, originario di Caserta, ha cercato di colpire la 78enne con il calcio della pistola alla testa, ma lei è riuscita a disarmarlo. Ha preso, poi, un bastone, che usava per camminare, e, infine, ha anche cercato di strangolarla.
Ma nell’occasione i vicini di casa richiamati dalle grida e dal caos creatisi sono intervenuti riuscendo a portare via la donna fino all’arrivo dei carabinieri che hanno fermato l’uomo. Nella villetta abitano anche le figlie della coppia, che però al momento del tentato omicidio non erano in casa.
Forse una questione economica pendente tra gli ex coniugi. L’87enne è stato fermato dopo essere stato interrogato in Caserma è condotto in una struttura protetta in regime di arresti domiciliari in attesa della convalida del Gip.
La vittima è stata condotta in ospedale ad Acireale per diverse ferite: ha fornito ogni dettaglio ai carabinieri che stanno ricostruendo la dinamica dell’aggressione.
Analisi delle immagini di videosorveglianza . Supposizioni e,forse certezze a questo punto, degli investigatori. Il suv di Angelo Onorato, l’architetto marito dell’europarlamentare Francesca Donato trovato morto in auto, era parcheggiato in un punto cieco-si apprende – tra due telecamere di sorveglianza.
Dalle registrazioni delle immagini appare chiaro -informano gli investigatori -e che nessun veicolo si è fermato nei pressi del Range Rover del professionista perché tutte le macchine «filmate» sono passate in un tempo incompatibile con una sosta. Così come è vero che non risulta alcuna registrazione di passante -Killer- a piedi.
Dunque? Le circostanze avvalorerebbero la tesi del suicidio.. Emerge dai primi accertamenti medico-legali sul corpo depositato nell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Palermo Così come è possibile dall’altro lato che l’avv (tributarista) sia stato ucciso perchè aveva dei nemici con interesse a toglierlo di mezzo. E forse il piano di uccisione prevedeva l’idea di un killer atletico per eludere la videosorveglianza
“Mio marito Angelo non si è suicidato, ripete l’eurodeputata Francesca Donato. Sono state lei e la figlia Carolina a trovare ieri nel primo pomeriggio l’imprenditore, era al lato guida della sua vettura col capo riverso sul volante e una fascetta in plastica attorno al collo. Donato aveva detto subito che il marito era stato ucciso, ieri per l’intera giornata ha continuato a sostenerlo e a non credere al suicidio, una delle ipotesi al vaglio degli investigatori della squadra mobile che stanno indagando su delega della Procura di Palermo.
Appare poco credibile che il killer sia un acrobata e si sia allontanato arrampicandosi sul muro, alto almeno due metri, che delimita l’autostrada per evitare di essere ripreso.
Omicidio a Borgetto, piccolo paese del palermitano, dove una donna di 89 anni, Maria Benfante, è stata uccisa a colpi di martello in testa nella sua villetta dove viveva con il figlio. L’uomo, 60 anni, con problemi psichici è stato accompagnato nella caserma dei Carabinieri di Partinico (Palermo) per l’interrogatorio e verbale . L’allarme è stata data dall’altra figlia che ha sentito le urla della madre. Gli inquirenti stanno raccogliendo tutti gli elementi del caso.
Non è ancora chiaro cosa abbia spinto Daniele Alba, un meccanico di 35 anni, verso l’insano gesto
Agrigento,
Si è arreso in serata ai negoziatori il meccanico 35enne che oggi pomeriggio ha accoltellato la moglie- che sembra volesse lasciarlo- e i due figli piccoli. Dopo alcune ore di trattative l’uomo è stato convinto a uscire di casa dal negoziatore del reparto operativo dei carabinieri. L’agguato alla moglie e ai figli -una bambina di 3 anni e un bambino di 7- è avvenuto in una palazzina popolare a Cianciana (Agrigento) La piccola è stata intubata e presenta un’emorragia cerebrale, mentre il bambino ha profonde ferite all’addome e al torace. Sono entrambi all’ospedale dei Bambini a Palermo- trasportati con l’elisoccorso- dove la piccola è stata sottoposta a un delicatissimo intervento chirurgico: una delle coltellate avrebbe infatti sfiorato il cuore. La bambina è in condizioni disperate.
. Il bambino è stato trasportato con l’elisoccorso all’ospedale dei bambini di Palermo. La moglie dell’uomo, Anetha, una donna di origini polacche, è stata invece portata in ospedale a Ribera: anche lei è stata operata, ma non sarebbe invece in pericolo di vita.Davanti all’abitazione di Piazza Bellini, in una palazzina di edilizia popolare, stanno operando le forze dell’ordine che hanno fatto sgomberare la zona. Le indagini sono coordinate dal Procuratore di Sciacca Roberta Buzzolani, competente per territorio.
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