Criminalità giovanile: operazione in tutta Italia – VIDEO- Controllati oltre 13 mila giovani di cui 3 mila minorenni tra questi 29 denunciati per ricettazione e possesso d’armi

 

 

 

 

DI  ALESSIO EVANGELISTA

Oltre mille poliziotti delle squadre mobili, dei reparti prevenzione crimine e altri uffici dell’intera penisola, coordinati dal Servizio centrale operativo, sono stati impegnati in una vasta operazione a contrasto del crescente fenomeno della criminalità giovanile.

L’evento di oggi è solo l’ultima fase di un lavoro iniziato con il monitoraggio delle aree critiche dove agire, come le zone di spaccio e della movida, controllando oltre 13mila giovani, di cui 3mila minorenni, che ha preparato il successivo intervento operativo nel quale 142 giovani, di cui 29 minorenni, sono stati denunciati in stato di libertà per ricettazione, possesso di armi e strumenti atti a offendere e detenzione di sostanze stupefacente ai fini di spaccio.

Criminalità giovanile: operazione in tutta Italia

 

Nel corso dell’operazione sono stati arrestati in flagranza di reato o sottoposti a fermo di indiziato di delitto 60 maggiorenni e 13 minorenni per reati, commessi singolarmente o in gruppo e che vanno dal tentato omicidio, lesioni, rissa, al danneggiamento, l’estorsione, il furto, la rapina, lo spaccio di stupefacenti, fino alla detenzione illegale di armi.

Inoltre, sono stati ispezionati 150 immobili, tra cui due scuole e 23 strutture di accoglienza per minori stranieri non accompagnati, oltre a diversi luoghi di abituale aggregazione giovanile, con il risultato di centinaia di sanzioni amministrative elevate soprattutto per uso di sostanze stupefacenti e somministrazione di alcolici a minorenni.

Criminalità giovanile: operazione in tutta Italia

 

Gli investigatori hanno effettuato anche numerose perquisizioni recuperando diversi oggetti provento di furto come collane d’oro, cellulari e 50mila euro in contanti; sequestrate otto pistole, di cui due a salve e una da soft-air modificata, un fucile a canne mozze, un silenziatore, munizionamento di diverso calibro, 15 coltelli e diversi oggetti, tra i quali una mazza di ferro riadattata a mazza da baseball, un rompi ghiaccio e uno spray urticante.

Tra le sostanze stupefacenti sequestrate ci sono due chili di cocaina, dieci di cannabinoidi, oltre a sostanze stupefacenti e psicotrope utilizzabili per produrre circa 350 dosi tra eroina, shaboo, ecstasy e anfetamine.

Criminalità giovanile: operazione in tutta Italia

 

I poliziotti hanno anche eseguito un monitoraggio web, individuando 600 profili social inneggianti all’odio e alla violenza fisica, anche contro appartenenti alle Forze di polizia, nonché all’uso di armi, segnalati per l’eventuale oscuramento.

L’attività dei poliziotti si è svolta in decine di città su tutta la penisola. In particolare a Milano è stato sequestrato un fucile a canne mozze, e chiuso un centro di smistamento di stupefacenti.

Criminalità giovanile: operazione in tutta Italia

 

A Bologna invece tre giovani sono stati arrestati per aver aggredito i poliziotti durante i controlli, mentre altri quattro sono stati sottoposti a fermo perché indiziati di alcune rapine violente; un minorenne è stato invece arrestato in flagranza per tentata rapina.

A Piacenza, infine, sono state eseguite tre ordinanze di custodia cautelare in carcere per tentato omicidio contro dei giovani responsabili di accoltellamenti avvenuti a per il controllo delle piazze di spaccio cittadine.  (Comunicato)..

 

Napoli: arrestato per minacce aggravate e tentato omicidio contro un addetto alla vigilanza ferito profondamente sulla fronte con un affilato coltello

 

Napoli: arrestato per tentato omicidio avvenuto ad Arezzo

 

 

DI  ALESSIO EVANGELISTA

Napoli,

È stato arrestato a Napoli dai poliziotti della Squadra mobile di Arezzo l’uomo che il giorno di San Valentino aveva ferito gravemente l’addetto alla sicurezza di un supermercato del capoluogo toscano. Per l’uomo è stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere con l’accusa di tentata rapina impropria, minacce aggravate e tentato omicidio.

I fatti si sono svolti all’interno di un supermercato aretino, dove l’arrestato aveva tentato di rubare diversi prodotti occultandoli nelle tasche del giubbotto. L’uomo, cittadino extracomunitario di origini tunisine già noto alle autorità, però, non è rimasto indifferente all’addetto alla vigilanza che lo ha osservato mentre nascondeva la merce.

Arrivato alle casse, infatti, il vigilante ha intimato all’uomo di pagare tutto ciò che aveva tentato inutilmente di nascondere, ma, in tutta risposta, quest’ultimo ha gettato a terra la merce, prima di allontanarsi, ha spintonato il dipendente del supermercato minacciandolo che di lì a poco sarebbe tornato per fargliela pagare.

L’arrestato, a quel punto, si è recato presso un rivenditore di armi da taglio del centro cittadino e, acquistato un lungo ed affilato coltello da caccia, è tornato per attuare la sua vendetta.

Subito prima di fuggire si è posizionato alle spalle del vigilantes  e ha tentato di colpirlo alla testa con un fendente che, grazie alla prontezza di riflessi dell’uomo, è riuscito solo a ferirlo sul lato destro della fronte, provocandogli un profondo taglio.

I poliziotti della Squadra mobile di Arezzo hanno iniziato immediatamente le indagini, visionando le immagini di videosorveglianza e ascoltando le testimonianze dei presenti, tra cui quella del vigilante che ha riconosciuto il suo aggressore tra le varie fotografie di sospettati presentategli dagli agenti.

Gli investigatori attraverso la consultazione di varie banche dati sono riusciti a localizzare il sospettato che, dopo diversi spostamenti, si era recato a Napoli per far perdere le proprie tracce

Gli agenti quindi, coordinati dal loro dirigente, si sono recati nel capoluogo campano dove hanno rintracciato l’uomo presso la stazione centrale, lo hanno fermato, identificato e condotto in carcere. (  Comunicato)..

 

 

MAFIA A CATANIA, OPERAZIONE “MERCURIO”, CHI ERA NELL’ANTIMAFIA-G.CASTIGLIONE- E’ ORA ACCUSATO DI MAFIA INSIEME AD ALTRI

 

 

Sala d'Ercole, l'aula dell'Assemblea regionale

Catania,

l Raggruppamento operativo speciale dell’Arma . si apprende – ha notificato  un provvedimento cautelare nei confronti di 19 indagati.

E cioè: Antonino Bergamo; Emanuele Bonaccorso; Rosario Bucolo; Giuseppe Coco; Antonino Della Vita.

In stato di fermo pure i Antonio Di Benedetto; Domenico Di Gaetano; Pierpaolo Luca Di Gaetano; Vincenzo Fresta; Salvatore Fornaro; Matteo Marchese; Ernesto Marletta; Rosario Marletta; Salvatore Mendolia; Salvatore Mirabella; Santo Missale; Vincenzo Rizzo; Nunzio Vitale.

Sequestrate la «Società Nicotra Biagio Alessio» e la «Onoranze Funebri San Marco».

Nei loro confronti è stata emessa un’ordinanza dal Gip etneo, su richiesta della locale Procura distrettuale, che indica a vario titolo i reati di associazione di tipo mafioso,
estorsione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e scambio elettorale politico mafioso.

Contestualmente alle misure cautelari, nell’ambito della medesima  operazione denominata «Mercurio»,  si aggiunge  un decreto di sequestro preventivo di aziende e beni per un valore di 300 mila euro. Il provvedimento notificato  dal Ros con il supporto in fase esecutiva del Comando provinciale Carabinieri di Catania, dello squadrone eliportato Cacciatori Sicilia e del XII nucleo elicotteri dell’Arma.

L’inchiesta Mercurio rappresenta la prosecuzione del procedimento Agorà e, secondo la Dda di Catania, ha consentito di «acquisire un grave quadro indiziario sulla base del quale sono stati ricostruiti gli affari criminali della famiglia catanese dei Santapaola-Ercolano sviluppati attraverso gruppi a loro storicamente collegati quali quello del Castello Ursino e quello della famiglia di Ramacca, quest’ultima egemone nel territorio anche dopo l’arresto nel 2022 del suo esponente di vertice, Pasquale Oliva. Il quadro indiziario anche evidenziato la capacità dei clan di infiltrarsi nelle istituzioni, attraverso soggetti politici locali dei quali hanno sostenuto la candidatura rispettivamente per le tornate elettorali per i Comuni di Misterbianco e Ramacca del 2021 e dell’Assemblea Regionale Siciliana del 2022.

 

Ma sotto i riflettori , per la carica di deputato e i numerosi incarichi di antimafia, ‘è il deputato regionale siciliano Giuseppe Castiglione, capogruppo del movimento Popolari e autonomisti, tra i destinatari del provvedimento cautelare dell’operazione Mercurio dei Ros contro Cosa nostra etnea coordinata dalla Procura distrettuale di Catania. Eletto nel novembre del 2022 ha ricoperto infatti  ruoli in commissione regionale Antimafia e nelle commissioni Affari istituzionali e Attività produttive. Prima di essere eletto all’Ars era stato eletto al consiglio comunale di Catania, di cui era presidente d’Aula.

L’indagine Mercurio dei carabinieri del Ros, coordinata dalla Dda di Catania, ha fatto luce sulla capacità della famiglia Santapaola Ercolano di «penetrare all’interno della pubblica amministrazione per coltivare i propri interessi economici nel settore degli appalti pubblici». In questo senso, scrive la Procura di Catania, sarebbero «documentate relazioni tra i vertici del gruppo del Castello Ursino ed esponenti della politica locale e regionale, come Giuseppe Castiglione».

Sempre dalle indagini del Ros, ricostruisce la Procura, «sarebbe emerso a livello di gravità indiziaria, in epoca prossima alle consultazioni elettorali per l’Assemblea Regionale Siciliana, avvenute il 15 ottobre del 2022, un accordo tra i vertici dell’articolazione mafiosa dei Santapaola Ercolano, individuati dalle indagini in Ernesto Marletta, Rosario Bucolo e Domenico Colombo, e Giuseppe Castiglione, quale candidato della lista Popolari e Autonomisti per l’Ars, che, in quel periodo, era già presidente del Consiglio Comunale di Catania».

Fermati dalla Finanza due soggetti dell’area metropolitana di Bari per vendita illecita di stupefacenti. Sequestrati 610 chili di marijuana

 

Immagine del luogo

 

 

 

I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bari hanno eseguito nei giorni scorsi un decreto di sequestro preventivo di 610 chili di marijuana nei confronti di due soggetti dell’area metropolitana di Bari indagati per la vendita illecita di sostanze stupefacenti.

Il servizio trae origine da un’articolata attività investigativa della Compagnia di Monopoli, all’esito della quale è emersa la vendita illecita di cannabis con modalità e finalità in aperto contrasto con la normativa di settore.

In particolare, le Fiamme Gialle hanno accertato che la produzione di canapa sativa non era finalizzata all’inserimento in una filiera industriale destinata ad usi consentiti dalla legge di riferimento (L. n. 242/2016) – produzione di alimenti, cosmetici, materiale organico o semilavorati artigianali – ma, al contrario, era ceduta a soggetti privati previo minuzioso confezionamento in bustine di plastica contenenti poche quantità di prodotto.

Non solo, la vendita avveniva anche tramite un sito web gestito direttamente dai coltivatori e sul quale era sponsorizzata la commercializzazione di confezioni di diversa qualità di cannabis in quantitativi dai 3 ai 100 grammi. L’acquisto poteva essere effettuato con le note modalità di e-commerce di inserimento nel carrello, pagamento e spedizione all’indirizzo richiesto.

L’attività illecita, ancorché avvenuta dietro lo schermo di un’attività economica, si è tradotta nella vendita al dettaglio di una sostanza di cui è stata anche provata la capacità drogante in concreto.

L’azione di servizio testimonia l’impegno profuso dalle Fiamme Gialle baresi, in sinergia con la locale Procura della Repubblica, a presidio della sicurezza del Paese, con particolare riferimento al contrasto delle condotte delittuose che hanno un particolare riverbero negativo sulla collettività. La promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa non consente, di certo, che si possa raggirare il dettame normativo attraverso una vendita di fatto condotta “al dettaglio”.

Si precisa che il procedimento penale pende nella fase delle indagini preliminari e, pertanto, le ipotesi di accusa dovranno essere valutate ed eventualmente trovare conferma nella fase processuale con il contributo della difesa, dovendosi presumere l’innocenza degli indagati sino alla irrevocabilità della eventuale sentenza di condanna.

La diffusione del presente comunicato stampa è stata autorizzata dalla Procura della Repubblica di Bari in ottemperanza alle disposizioni del D.lgs. n. 188/2021, ritenendo sussistente l’interesse pubblico all’informazione con riguardo alla tutela a tutela della sicurezza e della salute pubblica, soprattutto delle nuove generazioni.

Scicli, arrestato papà di un bimbo di 4 anni per averlo picchiato brutalmente provocandogli diverse fratture

 

 

Scicli (Ragusa)

Un uomo è stato arrestato a Scicli (Ragusa) con l’accusa di aver brutalmente picchiato il proprio figlioletto di appena quattro anni, procurandogli la frattura di un braccio e di una gamba. Il piccolo è giunto nell’ospedale di Modica grazie all’intervento dei sanitari del 118, che hanno subito compreso la gravità della situazione e hanno allertato le forze dell’ordine.

I sanitari, constatando le lesioni compatibili con i maltrattamenti, hanno segnalato il caso ai carabinieri che hanno immediatamente avviato le indagini per chiarire l’origine delle fratture. L’episodio, che risale al 4 febbraio scorso, è stato reso noto solo oggi. L’uomo sarebbe stato arrestato nella sua casa di Scicli mentre il bambino è stato ricoverato in pediatria. La madre del piccolo avrebbe coperto il compagno con l’affermazione che il bimbo era caduto dal letto. Contraddetta però dalle osservazioni dei medici che avevano dichiarato che “le ferite riportate dal piccolo non fossero accidentali”:

Pubblicizzavano sui social abbigliamento e accessori contraffatti e poi li vendevano nei negozi Palermo – Denunciati 3 commercianti di Palermo, sequestrati oltre 7.000 prodotti

 

personaggio del film noir - mafia foto e immagini stock

Palermo,

Nei giorni scorsi i Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego di Palermo, nell’ambito dell’intensificazione del controllo economico del territorio disposto dal Comando Provinciale di Palermo a tutela del commercio dei beni e dei servizi, hanno sequestrato più di 7.000 prodotti contraffatti, tre soggetti sono stati denunciati.

Le Fiamme Gialle, in considerazione dell’attuale periodo storico, nel quale sono sempre più le persone che tramite l’utilizzo dei social network pubblicizzano le proprie attività commerciali e la vendita dei relativi prodotti, hanno avviato un costante monitoraggio delle numerose piattaforme social, in particolare Facebook, Instagram e TikTok. Grazie a tale attività è stato possibile individuare alcuni soggetti titolari di attività commerciali, che, tramite i propri profili, promuovevano la vendita di orologi, giocattoli, capi di abbigliamento nonché pelletteria, verosimilmente contraffatti.

Il successivo accesso effettuato dai baschi verdi in uno di tali esercizi commerciali, ubicato in zona Montepellegrino, ha permesso di rinvenire e sottoporre a sequestro capi d’abbigliamento, pelletteria e scarpe di note griffe e marchi quali Louis Vuitton, Gucci, Fendi, Balmain, Armani, Adidas e Nike.

E’ stato poi individuato un secondo profilo Facebook tramite il quale un commerciante, con foto e video, promuoveva la vendita di vari prodotti di alta gamma. Anche in questo caso, una volta individuato il negozio situato nel quartiere Noce, grazie all’analisi dei video, venivano scoperti e sequestrati oltre 2.000 prodotti contraffatti di lusso, in particolare diversi orologi Rolex, borse e portafogli Chanel, Louis Vuitton e Gucci, nonché profumi dei migliori brand in commercio, quali Bulgari, Dior, Chanel.

Tutti i prodotti erano esposti sui banconi e gli scaffali del negozio, che appariva a tutti gli effetti come una vera e propria boutique di prodotti di lusso.

Infine, sempre grazie al monitoraggio dei social, è stato individuato un soggetto che, dall’interno del magazzino della sua attività commerciale, pubblicava video su TikTok, nei quali reclamizzava la vendita a prezzi stracciati di vari articoli tra cui giocattoli e biancheria riportanti il noto marchio Disney.

Nel corso dell’accesso, anche in questo caso, le Fiamme Gialle hanno sequestrato più di 5.000 prodotti per bambini potenzialmente rischiosi per la sicurezza e la salute degli stessi.

Le operazioni descritte testimoniano l’impegno della Guardia di Finanza a contrasto della contraffazione e del commercio di prodotti non genuini e insicuri che danneggiano il mercato, sottraendo opportunità di lavoro alle imprese che rispettano le regole. Si tratta di un fenomeno illegale che colpisce in modo trasversale tutti i settori produttivi. Nel tempo anche tali forme di attività illegali si sono evolute con l’uso di nuovi veicoli divulgativi rendendo necessari rinnovati presidi a tutela della legalità.

I controlli delle Fiamme Gialle continueranno in tutta la provincia palermitana al fine di contrastare ogni forma di illegalità economica.

I finanzieri informano pure che in attesa del giudizio definitivo sussiste la presunzione di innocenza.

Hashish “conservato” in frigorifero (Sicilia)

 

Droga: 950 le nuove sostanze monitorate nel 2023 in Europa | Panorama della Sanità

Archivi- Sud Libertà

 Siracusa,
I Carabinieri della Sezione Radiomobile di Siracusa hanno arrestato un 22enne per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Il giovane, già sottoposto agli arresti domiciliari per reati legati agli stupefacenti, è stato controllato lunedì mattina dai Carabinieri della Sezione Radiomobile che, insospettiti dal suo atteggiamento irrequieto, lo hanno sottoposto a perquisizione personale e domiciliare rinvenendo e sequestrando circa 20 grammi di hashish, già suddiviso in dosi e pronto per lo spaccio.
La sostanza stupefacente, il materiale necessario per il confezionamento delle dosi e oltre 300 euro ritenuti provento dell’attività di spaccio, erano occultati all’interno di un frigorifero sul balcone di casa. L’arresto è stato convalidato e l’uomo associato alla casa circondariale “Cavadonna”.

Operazione anti droga. Arresti e 700mila euro di beni sequestrati

 

 

personaggio del film noir - mafia foto e immagini stock

 

 

 Territorio nazionale,

Nelle prime ore della mattina, il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Bologna, con il supporto dei Comandi Provinciali di Reggio Calabria, Agrigento, Como e Sassari, ha dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre cittadini italiani residenti nella provincia di Reggio Calabria, uno in carcere e due condotti in regime di arresti presso il proprio domicilio, nonché alla notifica di sei obblighi di dimora nelle province e comuni di residenza nei confronti di altri sei soggetti (tre residenti a Imola, uno nella provincia di Reggio Calabria, uno a Sassari e uno in provincia di Como).

Altri due, dei quali uno, residente a Palmi, da condurre in carcere, sono attivamente ricercati. Nell’ambito dello stesso procedimento penale instaurato presso la Procura della Repubblica di Bologna e che vede indagati complessivi 26 soggetti, tutti italiani, già lo scorso 21 gennaio, sempre su mandato dell’Autorità Giudiziaria, erano stati tratti in arresto altri due italiani, residenti ad Imola di origine calabrese, eseguite numerose perquisizioni domiciliari nelle regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Calabria, Sardegna, Lombardia e Lazio, nonché sottoposti a sequestro beni per complessivi 700.000,00 euro circa tra immobili, patrimoni societari, quote sociali e autovetture.

La complessa attività d’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura felsinea nasce da un’accurata analisi condotta dal Nucleo Investigativo di numerose chat crittografate di messaggistica istantanea SKY ECC acquisite grazie alla cooperazione internazionale di polizia con Europol. Le informazioni raccolte hanno permesso di svelare l’esistenza di un sodalizio criminale operante principalmente a Bologna e provincia, attivo nel traffico di droga e armi tra il 2020 e il 2021.

L’attività investigativa, sviluppata negli anni 2022 e 2023 attraverso intercettazioni, videoriprese, servizi di osservazione e pedinamento, ha consentito di delineare il modus operandi del gruppo, responsabile dell’importazione e distribuzione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti – cocaina, hashish e marijuana – provenienti da diverse località, tra cui Sardegna, Milano, Calabria e Spagna, e destinate proprio al mercato bolognese.

Parallelamente, l’organizzazione gestiva un traffico illecito di armi, tra cui pistole e fucili d’assalto. A seguito della stessa attività di analisi delle chat crittografate, si è giunti, sempre in collaborazione con Europol, alla cattura di due latitanti calabresi dimoranti nella Repubblica Dominicana e Colombia. Complessivamente, agli indagati sono stati contestati 47 capi di imputazione, tra cui reati in materia di stupefacenti, detenzione e traffico illecito di armi, reati finanziari ed estorsione. L’operazione ha inoltre portato al sequestro di 1 kg di cocaina, 21,5 kg di marijuana, 100 kg di hashish, due pistole semiautomatiche e numerose munizioni.

 

Marsala, deceduta la donna picchiata dal figlio tossicodipendente per motivi economici

 

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Marsala  (Trapani) –

Si cambia versione.  Si apprende adesso che è morta in ospedale, Anna Peralta, la donna deceduta a Marsala in via Guglielmo Oberdan, alla periferia della città. La donna era stata ricoverata per avvelenamento da farmaci: pare che avesse tentato di togliersi la vita. Dagli accertamenti fatti, i medici avrebbero riscontrato una emorragia interna, provocata da lesioni alla milza.

Nel corso delle indagini sarebbe emerso che il figlio, Girolamo Peraino, 51 anni, dopo una lite probabilmente scoppiata per questioni economiche, l’avrebbe picchiata provocandole le ferite che poi le sono state fatali. Al 51enne, che è in stato di fermo e che non avrebbe però ancora fatto ammissioni, i pm di Marsala, coordinati dal procuratore Fernando Asaro, contestano l’omicidio preterintenzionale. Secondo le prime indiscrezioni l’uomo avrebbe avuto frequenti tensioni con la madre per motivi economici determinati dalla sua tossicodipendenza.

L’indagine è coordinata dai carabinieri della Compagnia di Marsala e ha preso il via dopo la morte della donna, deceduta, dopo tre giorni di ricovero, all’ospedale Paolo Borsellino per un avvelenamento da farmaci. La ricostruzione dei fatti ha permesso di comprendere che la paziente sarebbe morta a causa delle gravi lesioni riportate a seguito delle percosse subite dal figlio nei giorni prima del ricovero. Nelle prossime ore il Gip dovrà pronunciarsi sulla convalida del fermo.

Mafia, scattano 6 arresti in provincia di Palermo, la famiglia mafiosa di Camporeale mantiene il controllo del gruppo e affari illegali

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Indebolita ulteriormente la famiglia mafiosa di Camporeale 

 

Blitz contro la mafia di provincia. Sei gli arresti eseguiti dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Monreale, sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Palermo su  richiesta della Direzione distrettuale antimafia, per associazione per delinquere di tipo mafioso.

Sotto i riflettori la famiglia mafiosa di Camporeale il cui vertice, pur essendo già in carcere, sarebbe riuscito a mantenere saldamente il controllo del gruppo e la gestione degli affari illegali, grazie alla collaborazione di affiliati e familiari.

L’influenza mafiosa si sarebbe manifestata anche nella compravendita, a un prezzo imposto, di bovini e ovini destinati al macello. Inoltre, l’indagine ha permesso ai carabinieri di ricostruire casi nei quali anche semplici cittadini si sarebbero rivolti al clan per ottenere l’autorizzazione preventiva all’acquisto di fondi agricoli, al recupero di crediti da debitori insolventi e ancora per dirimere controversie sorte tra privati.

Un potere di controllo anche nella gestione dei fondi agricoli nell’area camporealese, autorizzando o negando l’utilizzo di terreni per il pascolo. Un dipendente comunale, infine, avrebbe attestato falsamente il puntuale assolvimento da parte di due appartenenti alla locale famiglia mafiosa, degli obblighi derivanti dalla «messa alla prova».

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