Premio Oscar al film : È ‘Green Book’ di Peter Farrelly Il film, che ha portato a casa tre statuette delle cinque a cui era candidato, “parla dell’amarsi, del volersi bene al di là delle differenze”ambientato all’inizio degli anni ’60, racconta la storia del buttafuori italoamericano Tony Vallelonga (interpretato da Viggo Mertesen), che deve a tutti i costi trovare un lavoro per mantenere la famiglia, dopo la chiusura del club di New York dove lavorava. Accetta perciò di seguire il pianista afroamericano Don Shirley in tour nel sud degli Stati Uniti.
L’artista, nonostante sia accolto trionfalmente durante i suoi concerti, subisce vessazioni e violenze a causa dei forti pregiudizi contro i neri negli stati del Sud, tanto che si deve affidare a una guida stradale, il ‘Green Book’ appunto, dove sono indicati alberghi e ristoranti nei quali si accettano i neri. Nonostante le differenze e gli iniziali contrasti, tra Don Shirley e Tony si instaura una forte amicizia.
‘Green Book’ ha trionfato in un’edizione degli Oscar caratterizzata da tanti premi a film con messaggi antirazzisti e ad attori afroamericani ma anche da sottolineature sulla verità che deve prevalere sulle fake news e da battute contro il muro tra Usa e Messico, paese protagonista del film di Alfonso Cuaron, favorito della vigilia.
E proprio Cuaron, per il suo ‘Roma’, si è aggiudicato l’Oscar alla migliore regia. “Un film che parla di una donna indigena, una dei milioni di collaboratrici domestiche che non hanno diritti”, ha detto Cuaron dopo aver ringraziato tutti coloro che hanno collaborato al film.
Rami Malek per la sua interpretazione di Freddie Mercury in ‘Bohemian Rhapsody’ si è aggiudicato l’Oscar al miglior attore, accompagnato da una standing ovation,
Olivia Colman ha centrato, alla sua prima candidatura, l’Oscar per la miglior attrice protagonista per ‘La favorita’ di Yorgos Lanthimos, ‘soffiando’ la statuetta a Glenn Close candidata per la settima volta all’Oscar per il suo ruolo in ‘The Wife – Vivere nell’ombra’ di Björn Runge e data per favorita alla vigilia.
Spike Lee dopo una carriera quarantennale, si è aggiudicato il suo primo Oscar competitivo (tre anni fa aveva ricevuto quello alla carriera), per la sceneggiatura di ‘BlacKkKlansman’, tre anni dopo quello onorario: “Le elezioni 2020 sono dietro l’angolo, ricordiamocelo, possiamo fare una scelta di amore e non di odio“, ha detto tra gli applausi Spike Lee, che ha poi dedicato il premio alla nonna “che era stata una schiava. .
Regina King, premiata come migliore attrice non protagonista per il film di Barry Jenkins ‘Se la strada potesse parlare’, tratto dal romanzo di James Baldwin, “uno dei più grandi autori del nostro tempo – ha detto l’attrice – ed è surreale per me essere qui a rappresentarlo. Baldwin ha fatto nascere questo bambino, lo ha cresciuto e sostenuto. Io sono un esempio di quanto l’amore e il sostegno possono fare.
Anche il premio per il miglior attore non protagonista è andato ad un attore afroamericano, Mahersala Ali per ‘Green Book’, in cui ha interpretato il pianista jazz Don Shirley. ‘Green Book’ ha vinto anche l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, scritta dal figlio di Tony Vallelonga (l’autista di Don, interpretato da Viggo Mortensen) insieme al regista Peter Farrelly e a Brian Currie.
Javier Bardem, nell’introdurre il premio al miglior film straniero, andato a ‘Roma’ di Alfonso Cuaron (premiato anche per la fotografia oltre che per la regia), ha detto: “Non ci sono muri che possano contenere il talento“. “Sono cresciuto vedendo film stranieri come Quarto potere, Il padrino, Lo squalo. Facciamo tutti parte dello stesso oceano, della stessa emozione. Voglio ringraziare il Messico e la mia famiglia”, ha detto invece Cuaron.
Lady Gaga si è aggiudicata il suo primo Oscar, quello per la miglior canzone, con ‘Shallow’ (sulle cui note ha duettato sul palco con Bradley Cooper, regista e coprotagonista del film ‘A star is born’).
L’Oscar al miglior film di animazione è stato assegnato a ‘Spiderman: un nuovo universo’, la nuova versione, sempre targata Marvel, dell’uomo ragno, dove c’è anche po’ di Italia, attraverso la disegnatrice marchigiana Sara Pichelli che ha creato Miles, il giovane che prende il testimone di Peter Parker. ‘Bao’ è stato invece premiato come migliore corto animato. Mentre nella categoria corto documentario ha vinto ‘Period. End of Sentence’ di Rayka Zehtabchi e Melissa Bertonche.
L’Oscar 2019 per i costumi ha segnato invece una prima volta importante: la statuetta assegnata, dopo tre candidature, a Ruth E. Carter per ‘Black Panther’ di Ryan Coogler è il primo Oscar ai costumi per un’artista afroamericana. La Carter ha voluto ringraziare Spike Lee (in sala perché candidato a tre Oscar per ‘Blackkklansman’, tra cui miglior film e miglior regista), di cui è una storica collaboratrice e con cui aveva ottenuto la prima candidatura per i costumi di ‘Malcom X’: “È stato un lungo viaggio, ce l’ho fatta. Grazie Spike Lee, spero tu sia fiero di me“.
‘Black Panther‘, basato sul personaggio di Pantera Nera della Marvel Comics e primo film di supereroi a ricevere la candidatura agli Oscar per il miglior film, si è aggiudicato anche l’Oscar alla migliore scenografia, andato ad Hannah Beachler e al decoratore di set Jay Hart.
‘Bohemian Rhapsody’ è stato premiato anche per il montaggio e suono: John Warhurst e Nina Hartstone hanno vinto per il miglior montaggio sonoro; Paul Massey, Tim Cavagin e John Casali per il suono; John Ottman per il montaggio.
(Comunicazione Ag)
La prima serata di Sanremo è stata seguita in media da 10.086.000 telespettatori con il 49,5% di share.Quel che subito salta agli occhi è la mancanza di un vero presentatore. Il palcoscenico di ieri era quello degli “imbranati” e tanta nostalgia il pubblico ha provato ricordando i presentatori conduttori del recente passato.
Lo scorso anno la media della prima serata il Festival aveva toccato 11.603.000 telespettatori e del 52,1% di share sempre con Claudio Baglioni al comando. Nell’edizione di Sanremo 2019 con Carlo Conti e Maria De Filippi gli spettatori erano stati anche in quel caso più alti. 11.374.000 e share: 50.37% fu il verdetto dell’Auditel.
Il Festival di Sanremo ha cambiato la sorte pure dell’access prime time dove, con ‘PrimaFestival’, ha consegnato a Rai 1 una debordante vittoria sulla fascia,in virtù di 8.012.000 telespettatori e uno share del 29,92%. Canale 5 con ‘Striscia la Notizia’ ha ottenuto 3.525.000 telespettatori e il 12,28% di share. Anche nel preserale ha dominato la rete ammiraglia di Viale Mazzini con ‘L’Eredità’, visto da 5.406.000 telespettatori e il 25,73% di share, mentre ‘Avanti un altro!’ su Canale5 ha totalizzato 4.287.000 telespettatori e il 20,75% di share.
“Salutiammo i Casamonica..”. E i social si scatenarono sulla gaffe di Virginia Raffaele sul palco dell’Ariston. Tutto e’ partito dalla giacca damascata con cui Claudio Bisio si e’ presentato in scena nella prima parte della serata inaugurale della 69^ edizione del Festival di Sanremo: ricami verde, nero e oro e inserti lurex. Una giacca cosi’ particolare che non poteva passare inosservata tra i ‘navigatori’ del web. E lo stesso Bisio ci ha poi scherzato dicendo “E’ arrivato un tweet sulla mia giacca, chiedono se la mia stilista e’ dei Casamonica”. Ed e’ allora che la Raffaele, al suo fianco, ridendo fa la battuta: “Salutiamo i Casamonica”. Un attimo e si e’ resa conto che era il caso di scusarsi subito e dire “Scherzavo, ora mi denunciano…”. In soccorso interviene lo stesso Bisio, dicendo “Non preoccuparti, siamo registrati poi la tagliano”.
“Lo dico anche al mondo Rai: quest’uomo ha un grande cuore, una grande testa e se vi fidate di lui lavoreremo benissimo. Chiudiamola qua, lo dico anche ai giornalisti, non a quelli che seguono lo spettacolo…”. Cosi’, con una vena ironica, Claudio Bisio nel suo monologo dal palco dell’Ariston dedicato al ‘sovversivo’ Claudio Baglioni per le sue parole, ai primi di gennaio, sul tema migranti.
Il passerotto e’ un volatile migrato dall’Africa migliaia di anni fa, “e Baglioni lo sapeva”. Ad esempio, “‘passerotto non andare via’ era un’esortazione agli immigrati, ‘restate qui’, e l’ha detto 30 anni fa. E’ lui che li ha sobillati. Non sapevano che li stava aspettando, e lui li stava aspettando”. Di conseguenza, Claudio Baglioni “e’ sempre stato un sovversivo” e” solo ora vi accorgete che Baglioni fa politica”. Claudio Bisio ha scherzato, giocato su alcune parole di testi del direttore artistico del Festival di Sanremo per ridimensionare le polemiche sulla questione migranti che era stata innescata dallo stesso Baglioni rispondendo ad una domanda sul tema in occasione della prima conferenza stampa dell’organizzazione. Bisio si e’ detto “stupito da quella serie di polemiche sulle sue parole”, ovvero “mi ha stupito il vostro stupore…”. I passerotti “se ne fregano di porti chiusi o aperti…”, implicito – ma non troppo – il riferimento alle parole del ministro dell’Interno Salvini in fatto di porti interdetti alle navi delle Ong. “Baglioni ha scritto ‘Tutti qui’, lui e’ da sempre ossessionato da questa storia dei migranti. E’ un anarchico, un sobillatore. Antimilitarismo, eversore sociale…”
“E allora che succede? Sono venuta per fare una passeggiata o per cantare?..”. Patty Pravo l’ha detto quando si e’ verificato un problema tecnico che ha ritardato il via all’esecuzione di ‘Un po’ come la vita’, il brano con cui e’ in gara al Festival di Sanremo in coppia con Briga. Problema che ha allungato i tempi, tanto che e’ stata rimandata sugli schermi la grafica con il titolo del brano e i nomi di artisti e autori, ripartendo quindi da zero. E al termine dell’esecuzione, Virginia Raffaele nel donarle un mazzo di fiori l’ha imitata nella voce dicendo “un piccolo contrattempo, cosa vuoi che sia’”
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di R. Lanza
L’indecenza continua. Dobbiamo sopportarci la pubblicità insulsa del milionario ex calciatore Totti e adesso di peggio perchè la vergogna è tipica istituzionale perenne della Rai Tv. Trentamila euro la Rai- apprendiamo – ha speso per ricomprare circa 20 minuti di show di Beppe Grillo,comico e “garante” del M5S, settantamila euro per ‘C’è Celentano’ e circa centosessantamila per ‘C’è Benigni’. Cifre- scandalo – pagate da Rai2 per realizzare gli show celebrativi di tre personaggi. La differenza nelle cifre ha pure delle “ragioni” anche se il termine suona paradossale nella circostanza: del comico Grillo la Rai deteneva quasi tutti i diritti tranne quelli dal 2007 in poi; di Celentano solo una parte ma il Clan avrebbe dato del materiale inedito a titolo gratuito; di Benigni Rai2 ha dovuto ricomprare quasi tutto, perché il regista e attore premio Oscar ha comprato i diritti di tutti i suoi show Rai.
Inaugurazione sabato 21 ottobre, ore 17, Parco botanico Vivai Faro – Giarre (CT)
ARTE, EMILIO ISGRÒ SCOLPISCE “IL SOGNO DI EMPEDOCLE”
PER IL RADICEPURA GARDEN FESTIVAL
L’opera dell’artista, tra i maggiori del panorama contemporaneo mondiale, si ispira al mito del pensatore agrigentino che venne risucchiato dall’Etna
Un’opera che ripercorre una leggenda dal sapore antico dove letteratura, cultura e natura si mescolano armoniosamente alle spalle della “ribollente montagna” per dare forma alla sintesi perfetta della prima edizione del Radicepura Garden Festival. In anteprima mondiale sabato 21ottobre, alle 17.00, verrà inaugurato “Il sogno di Empedocle”, l’istallazione che porta la firma di Emilio Isgrò. Una scultura concettuale, immersa tra i profumi di limoni e arance, appositamente realizzata per celebrare l’evento siciliano, di respiro internazionale, dedicato al garden design e all’architettura del paesaggio del Mediterraneo. Una manifestazione unica in Italia, ideata da Mario Faro e promossa dalla Fondazione Radicepura, che ha visto per sei mesi a Giarre – nel territorio di Catania – un’intensa rassegna di installazioni vegetali, di giardini a firma dei paesaggisti tra più conosciuti al mondo, mostre artistiche, percorsi culturali, workshop, eventi ed esposizioni collaterali.
Fonte di ispirazione del progetto del maestro Isgrò è il mito di Empedocle, filosofo e scienziato agrigentino che fu risucchiato dal cratere dell’Etna mentre studiava le sue emissioni gassose. Qualche giorno dopo, il vulcano eruttò, con il fuoco e la lava, uno dei sandali bronzei che il pensatore calzava abitualmente. Quello stesso sandalo sarà protagonista dell’opera, su un monoblocco di pietra creato da Isgrò, dove tre giganteschi semi di limone in pietra lavica – assieme a lapilli e schegge nere – saranno dispersi in un profumato giardino di limoni. Accanto a ogni seme, tre scritte miste tra italiano, siciliano e inglese che faranno da sfondo a quel “sapere che ci aiuti finalmente a vedere”: “Iu Semi di Limuni fui sputato in questo dish da Empedocle d’Agrigento”, per proseguire con il seme eruttato dallo scrittore Giovanni Verga, e chiudere il cerchio con lo sputo lavico del drammaturgo Luigi Pirandello. «Così anche la lava – ha sottolineato l’artista – diventa terra fertile in una postmodernità globalizzata in cui la natura rischia di sganciarsi per sempre dalla cultura generando disastri e tragedie».
Con l’idea di “gettare un seme” per il futuro, la scultura rimarrà in esposizione permanente negli spazi di Radicepura, a pochi metri dal Palazzo della Fondazione. Nata dal genio di uno degli artisti contemporanei più importanti al mondo, l’opera è il simbolo massimo dell’importante investimento culturale da parte di Radicepura, nel e per il territorio etneo e siciliano.
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