Reati gravi in discesa ( lockdown) ma aumentano i delitti informatici

 

Il Viminale rende noto un dossier di statistiche sui reati nel nostro Paese.Reati gravi come  gli omicidi scendono da 334 a 278 (-16,8%), le rapine (-21,1%) e i furti (-26,6%). Giù anche le truffe (-11,3%) ma aumentano i delitti informatici (+20%).

Palazzo del Viminale - Wikipedia

Nella foto d’Archivio il Palazzo del Viminale

In particolare sono 106 gli omicidi che sono avvenuti durante il lockdown. Dei 278 relativi all’ultimo anno 19 sono riconducibili alla criminalità organizzata che fanno registrare un calo del 32,1% e 149 sono maturati in ambito familiare o affettivo, con una diminuzione del 2%.

Le rapine passano da 25.588 a 20.193 e 6.180 sono riferibili al periodo di lockdown, i furti vanno da 1.117.855 a 820.274 (213.785 durante il lockdown). Scendono da 134.535 a 119.355 le truffe mentre aumentano i delitti informatici che vanno da 120.355 a 144.474 (61.204 durante il lockdown).

 

Sono 13.579 le denunce per stalking presentate (per il 75% da donne) tra il 1 agosto 2019 e il 31 luglio 2020, l’11,7% in meno rispetto a quelle presentate tra il 1 agosto 2018 e il 31 luglio 2019 (15.370). Del totale delle denunce 4.967 si riferiscono al periodo di lockdown, pari al 36,5% del totale. Calano anche gli ammonimenti del questore 1.198 tra il 1 agosto e il 31 luglio 2020 (-6%), di cui 433 durante il lockdown mentre aumentano gli allontanamenti (+33,6%) che sono 398 di cui 156, pari al 39% durante il lockdown.

 

DEPUTATI SENZA ETICA ED ONORE,RAPPRESENTANTI DI UNA ITALIA INGORDA E TRUFFALDINA

Due truffe informatiche. Tre denunciati dalla Polizia di Cuneo ...

 

DI    R. LANZA

Non comprendiamo – per quanto le pressioni politiche siano fortissime da un lato e dall’altro – adesso che il vaso di porcellana è rotto non escono ancora i nomi dei deputati di Montecitorio che hanno fruito del “bonus Covid”( Partita Iva: 600 euro)..            Il disco verde è stato già dato dal  Garante per la protezione dei dati personali  che, sulla base della normativa vigente, ha sostanzialmente spiegato che la sua discesa in campo a riguardo sia perfettamente inutile         “visto che la privacy non è d’ostacolo alla pubblicità dei dati relativi ai beneficiari del contributo laddove, come in questo caso, da ciò non possa evincersi, in particolare, una condizione di disagio economico-sociale dell’interessato (art. 26, comma 4, d.lgs. 33 del 2013)”. Non ci sono ostacoli  quindi  alla diffusione dei nomi dei deputati che hanno richiesto il bonus di 600 euro malgrado i loro stipendi  di “Onorevole” sia  davvero da capogiro , 13mila euro netti al mese escluse altre agevolazioni ed incarichi aggiuntivi.

Disastro Inps: scambi di persona e violazione della privacy ...

Nella foto d’Archivio, il Presidente dell’Inps P.  Tridico

 

Ciò vale, a maggior ragione, rispetto a coloro per i quali, a causa della funzione pubblica svolta, le aspettative di riservatezza si affievoliscono, anche per effetto dei più incisivi obblighi di pubblicità della condizione patrimoniale cui sono soggetti (cfr., ad es., artt. 9 L. 441/1982 e 5 d.l. 149/2013, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 13 del 2014) –

– Il Garante contestualmente comunica che sarà aperta una istruttoria in ordine alla metodologia seguita dall’Inps rispetto al trattamento dei dati dei beneficiari e alle notizie al riguardo diffuse”.

Deputati titolari di partita Iva che contribuiscono a predisporre leggi e regolamenti per il nostro Paese e che rappresentano l’Italia malata, truffaldina ed ingorda. Sono loro che percepiscono anche una pensione sicura – esaurita una legislatura.  Non hanno onore. Hanno tradito la Costituzione (art54)  ..”I cittadini che hanno funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”

E’ un problema di trasparenza, di giustizia, i politici, gli amministratori,gli assessori regionali, i consiglieri, i sindaci, i dirigenti pubblici,gli organi periferici,fra l’altro, devono sempre dare una risposta.Sappiamo che il presidente Fico ha rivolto una richiesta informativa al presidente dell’Inps.      Il silenzio è assolutamente ingiustificato, si configura già  l’omissione di atti di ufficio.    E la risposta non può lasciare intercorrere uno sproporzionato intervallo temporale. Deve essere data nell’immediatezza.

 

 

Microzonazione sismica: avviate le indagini sul territorio di Aci Sant’Antonio

   UNO STUDIO  CHE COINVOLGERA’ VENTI COMUNI SICILIANI

 

Foto S.Ambra

Ha avuto il via da pochi giorni la ‘fase 3’ degli Studi di Microzonazione  sismica di Livello 3 (MS3) e analisi della Condizione Limite per l’emergenza (CLE), come stabilito dal ‘Piano Regionale di Microzonazione Sismica’ ex Deliberazione della Giunta Regionale n. 138 del 20 marzo del 2017.
A realizzare questo intervento, pensato prima del drammatico sisma della fine del 2018 e che, dopo le fasi immediatamente successive alla preparazione dei documenti, avrebbe dovuto svolgersi nel periodo dell’esplosione della pandemia da Coronavirus, è un raggruppamento temporaneo di professionisti e imprese (Rete Contratto ‘MZS’ Sicilia) con sede a Ficarra (ME).
Dopo una prima fase di raccolta dati, durante la quale il primo dei Comuni coinvolti, cioè di Aci Sant’Antonio, ha fornito la documentazione necessaria, si è passati alle indagini geognostiche e geofisiche, che sul territorio santantonese vengono svolte nelle vie Petralia, Kennedy, don Luigi Sturzo, Pace e Montale. In questi giorni è stato ultimato il sondaggio meccanico in una delle zone più colpite dall’evento tellurico del Natale del 2018, cioè il ‘Villaggio San Giuseppe’, presso il quale al momento sono in corso ulteriori indagini.

 

Ultimata questa fase di indagini sul posto verrà redatta una Relazione di Settore, e quando alla fine di tutte le indagini si avrà la relazione completa con una mappatura dettagliata delle aree perimetrate, supportata da una precisa valutazione del rischio sismico per ogni area, il Dipartimento Regionale della Protezione Civile dovrà validare lo studio avvalendosi di una struttura esterna composta da un pool di esperti dell’Università di Roma. Validati gli studi seguirà un decreto assessoriale che, impugnato dai Comuni, permetterà un accorto sviluppo sul territorio.

Foto S.Ambra

“Quello che avremo in mano alla fine dei lavori sarà uno strumento preziosissimo – ha dichiarato il Sindaco, Santo Caruso – Aci Sant’Antonio è il primo Comune sul quale viene effettuato questo importantissimo studio, e saprà fare tesoro di quanto verrà comunicato. I nostri Uffici si sono messi a disposizione dei tecnici e li stanno supportando passo passo, e da par suo l’Amministrazione fornirà ogni aiuto richiesto.

 

“Dopo il sisma del 2018 – ha continuato – una mappatura del genere si è resa ancora più necessaria: questo territorio non può attendere oltre, abbiamo bisogno di sapere che tipo di risposte può dare alle sollecitazioni telluriche, e come comportarci dal punto di vista strutturale.
“Sono lieto – ha concluso – di avere un gruppo di esperti al fianco per poter pensare ad uno sviluppo coscienzioso”.

 

Foto S.Ambra

Parola del Presidente Musumeci:”I dipendenti regionali sono improduttivi e si grattano la pancia dalla mattina alla sera”

Timbratura cartellini per presenza docenti, a Cevignano per motivi ...

(Archivi-Sud Libertà)

 

di      R.Lanza

 

Palermo –

.Polemiche per una dichiarazione del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci nel corso di un convegno sull’energia a Catania,  “l’80 % dei dipendenti regionali si gratta la pancia”  

Musumeci ha definito i dipendenti regionali anche  “improduttivi», gente che «si gratta la pancia dalla mattina alla sera». «Affermazioni gratuite per i sindacati, che lasciano senza parole – denunciano i sindacati – non solo perché poco eleganti, per dirla così. Ma anche perché pronunciate dal formale datore di lavoro. ». Per i confederali, «è la riforma che non c’è, la chiave di tutto». «Fare finta di nulla – sostengono – lasciare il mondo com’è e poi andare addosso ai lavoratori, fa pensare al tentativo di scaricare sui dipendenti l’incapacità di realizzarla, la riforma».

Musumeci è anche assessore ad interim del dipartimento ai beni culturali e dell’Identità siciliana. Certamente non è uomo che inventa una dichiarazione tanto impopolare se non avesse fatto dei riscontri sui luoghi di lavoro. Ha coraggio, bisogna prenderne atto. Il suo predecessore-Crocetta – si scagliava contro i forestali -perchè aveva detto che alcuni forestali erano gli autori degli incendi  per garantire l’occupazione.  Le cronache del tempo in diversi casi confermavano la “verità” di Crocetta.Musumeci che è anche un acuto osservatore e conosceva-come politico dirigente e giornalista capocronista di un periodico siciliano- la burocrazia della pubblica amministrazione siciliana. Ha capito come funzionano gli uffici della Regione Siciliana. Chi dice il contrario ha interessi di parte e difende il contributo sindacale.

Assenteismo: in Italia il tasso più basso in aziende private

E il fenomeno assenteismo ad esempio, specie quello dirigenziale è sotto gli occhi di tutti. Oggi è molto ridotto certo, l’ombra del magistrato aleggia dapertutto.  Al dipartimento ai beni culturali i dirigenti hanno sempre “timbrato il cartellino”, cioè passato il classico badge una sola volta al giorno per un inusitato ordine di servizio regionale di un direttore generale dei beni culturali esperto in magia e  affari di prestigiazione.

La cosa è passata inosservata e messa sotto silenzio. E nel passato alle Soprintendenze,in particolare a Catania persino il caposervizio personale – è una cosa notoria -all’epoca della ex soprintendente Vera Greco, venica-    (circostanza all’attenzione della Guardia di Finanza che allora chiese chiarimenti al vertice -)  in ufficio da Adrano, dove risiedeva,  alle ore 945-10 del mattino anzichè alle 7.30 per rispondere alle istanze degli utenti.           E’ innegabile e nessuno lo può negare alla propria coscienza   Oggi i dipendenti probabilmente restano al loro posto ma non si può escludere che tanti di essi come afferma il governatore Musumeci- “si grattino davvero la pancia” o si tocchino altre parti del corpo..

NEL SUD E’ NAPOLI CHE, SECONDO L’ISTAT,E’ LA CAPITALE ITALIANA DELL’INFLAZIONE

Mercato immobiliare di Napoli: il centro storico trascina i prezzi ...

Napoli presenta molti aspetti pieni di criticità. Lo sappiamo ma l’Istat lo conferma con i numeri. Il potere d’acquisto delle famiglie diminuisce progressivamente e su tanti lavoratori incombe lo spettro della disoccupazione. Ma aumentano pure i prezzi dei beni di consumo. Lo strano fenomeno riguarda Napoli che, secondo gli ultimi dati Istat, è la capitale italiana dell’inflazione, a dispetto di una tendenza deflattiva piuttosto diffusa sul territorio nazionale. E lo stesso primato, tra le regioni, spetta alla Campania.

L’aumento del costo della vita in poche città è una tendenza emersa dai dati sull’inflazione, divulgati dall’Istat e rielaborati su un campione di Comuni con più di 150mila abitanti. L’incremento del tasso di inflazione registrato a Napoli nel mese di giugno è dello 0,7%, lo stesso dato di maggio. A pesare soprattutto i settori alimentare e abbigliamento.

Napoli è in controtendenza rispetto al Settentrione e rispetto a buona parte del Mezzogiorno. «Mentre il resto d’Italia è in deflazione a giugno, al Sud – spiega l’Istat – i prezzi crescono, anche se solo dello 0,1%. Il Sud è l’unica area del Paese con numeri positivi e ospita una delle grandi città con i maggiori rincari, Napoli, che insieme con Bolzano e Perugia guida la classifica dello 0,7%.». 

Il primato di Napoli — è la conferma di una tendenza che era stata già anticipata nelle scorse settimane, quando le valutazioni sul costo della vita apparivano ancora premature. . Secondo uno studio recente della Commissione Europea, i prezzi al consumo in Italia nel 2020 dovrebbero rimanere stabili. I dati sull’inflazione, rielaborati dall’Unione consumatori, a Napoli e in Campania – dove l’incremento è dello 0.5% – risultano sorprendenti soprattutto per la differenza con le altre città del Mezzogiorno. In tutto il Sud Italia, il dato rilevato dall’Istat per giugno 2020 segnala un aumento dello 0,1%. E sull’intero territorio nazionale la media è negativa, con un -0,2%. 

Nelle grandi città la tendenza deflattiva è ancora più accentuata, con il -0,5% di Roma e il – 0,8% di Milano. È evidente che l’incremento dei prezzi dei beni di prima necessità- a partire dagli alimentari- abbia contribuito in maniera significativa a determinare l’aumento dell’inflazione.

. L’Unione nazionale Consumatori ha provato a tradurre in termini numerici l’aumento dell’inflazione su base percentuale, proiettandolo su un arco temporale di un anno. Un lavoratore- tipo a tempo pieno, con una retribuzione media di 1440 euro netti mensili, ha perso in questo periodo di fermo a casaoltre 480 euro mensili ad aprile e maggio. Il rincaro dei prezzi, in questo momento, risulta davvero inspiegabile.

 

AUTOSTRADE: IL GOVERNO NON RIESCE A CANCELLARE IL TERMINE SINONIMO DI INFAMIA E MANCANZA DEL DOVERE

 

L’avvertimento dell’Avvocatura dello Stato: “Revocare la concessione di Autostrade costerebbe 23 miliardi”
DI RAFFAELE LANZA
Roma,
Sembrerebbe che l’intesa ci sia: Cdp entra nel capitale,nell’assetto azionario di Aspi, Autostrade diventa di fatto una public company, e i Benetton progressivamente usciranno. “Restano all’inizio con un 10-12% e poi escono definitivamente non oltre il 27 luglio”.   Questa è una brutta storia che riporta le pagine di tutti i lutti avvenuti con la disperazione delle famiglie, per la negligenza di una società che aveva il dovere di provvedere periodicamente alla manutenzione del Ponte   “Morandi”.   Negligenze accertate già dalla Procura di Genova fino alla consumazione del reato di falso per eludere l’intervento dei magistrati.    Anche altri ponti sono crollati successivamente in altre parti d’Italia.   Eravamo presi allora da un solo sentimento di solidarietà verso i familiari: la rabbia e il desiderio urgente di fare giustizia. 

Non si parlava di conti, ma di procedere subito a cancellare quel termine sinonimo di infamia e di mancanca del dovere che si chiama Autostrade ed Atlantia.        Ma la forza del potere economico rappresentata dal plumiliardario Benetton ,in fuga per tanti mesi, ha dilatato ad oggi una questione che doveva ad occhi chiusi essere liquidata subito dopo le rivelazioni e le consulenze della Procura di Genova. 

   Ancora una volta i soldi vincono sul dovere morale di non trattare con chi si è macchiato del reato di “Omicidio del Ponte per manutenzione fantasma”.      Certamente sotto il profilo economico tutti gli esponenti e i contrari alla revoca avranno  “ragioni” da vendere.    

Ma si è trascurata quella più importante, quella che in un Paese cristiano come il nostro, non può accettare di sedersi al tavolo del confronto con gli “autori indiretti di quel  disastro”.      Non si fanno trattative con i criminali, signori.   I  criminali che sparano, uccidono, rapinano sanno bene cosa significa perdere la libertà quando vengono catturati  E sanno anche che non avranno più alternative nella società dei “giusti”    Altro che sedersi accanto a politici e dirigenti.    Quelle persone sanno bene di essere considerate infatti delle “bestie”

L’Avvocatura dello Stato: “Revocare la concessione di Autostrade costerebbe 23 miliardi”

Autostrade, Conte: ”Se c’è stato inadempimento responsabilità è dei manager. No ricatto concessionario ai cittadini”
L’eventuale risarcimento sarebbe legato a «un’eventuale deliberazione negativa della conformità dell’art.35 del decreto legge c.d. “milleproroghe” rispetto ai parametri normativi. Ogni eventuale intervento di codesta amministrazione dovrà, pertanto, tenere nella dovuta considerazione anche tale rischio»

Ponte Morandi, le immagini del viadotto crollato a Genova - Foto 1 ...

(Archivi Sud Libertà)

Mandato anche ai “ministeri dell’Economia e dei Trasporti per concludere una transazione” sul dossier Aspi “riportando la concessione in equilibrio giuridico ed economico”. Il risarcimento per la vicenda del ponte Morandi resta, come definito nella proposta della scorsa settimana, di 3,4 miliardi di euro.

Il comunicato – “Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli ha svolto un’informativa sullo stato di definizione della procedura di grave inadempimento nei confronti di Autostrade per l’Italia S.p.a. (ASPI), nella quale sono state esposte le possibili alternative sulla definizione della vicenda. Durante la riunione, sono state trasmesse da parte di ASPI due nuove proposte transattive, riguardanti, rispettivamente, un nuovo assetto societario di ASPI e nuovi contenuti per la definizione transattiva della controversia. Considerato il loro contenuto, il Consiglio dei ministri ha ritenuto di avviare l’iter previsto dalla legge per la formale definizione della transazione, fermo restando che la rinuncia alla revoca potrà avvenire solo in caso di completamento dell’accordo transattivo”, si legge nel comunicato di palazzo Chigi diffuso dopo il Cdm.
La proposta -si legge nel comunicato- prevede specifici punti qualificanti riguardo alla transazione e al futuro assetto societario del concessionario. Punti relativi alla transazione -Misure compensative ad esclusivo carico di ASPI per il complessivo importo di 3,4 miliardi di euro; -riscrittura delle clausole della convenzione al fine di adeguarle all’articolo 35 del decreto-legge “Milleproroghe” (decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162); -rafforzamento del sistema dei controlli a carico del concessionario; -aumento delle sanzioni anche in caso di lievi violazioni da parte del concessionario; -rinuncia a tutti i giudizi promossi in relazione alle attività di ricostruzione del ponte Morandi, al sistema tariffario, compresi i giudizi promossi avverso le delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti (ART) e i ricorsi per contestare la legittimità dell’art. 35 del decreto-legge “Milleproroghe”; -accettazione della disciplina tariffaria introdotta dall’ART con una significativa moderazione della dinamica tariffaria“.

Punti relativi all’assetto societario del concessionario. In vista della realizzazione di un rilevantissimo piano di manutenzione e investimenti, contenuto nella stessa proposta transattiva, Atlantia S.p.a. e ASPI si sono impegnate a garantire: -l’immediato passaggio del controllo di ASPI a un soggetto a partecipazione statale (Cassa depositi e prestiti – CDP), attraverso: 1.la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da parte di CDP; 2.l’acquisto di quote partecipative da parte di investitori istituzionali; -la cessione diretta di azioni ASPI a investitori istituzionali di gradimento di CDP, con l’impegno da parte di Atlantia a non destinare in alcun modo tali risorse alla distribuzione di dividendi; -la scissione proporzionale di Atlantia, con l’uscita di ASPI dal perimetro di Atlantia e la contestuale quotazione di ASPI in Borsa. Gli azionisti di Atlantia valuteranno la smobilizzazione delle quote di ASPI, con conseguente aumento del flottante. In alternativa, Atlantia ha offerto la disponibilità a cedere direttamente l’intera partecipazione in ASPI, pari all’88%, a CDP e a investitori istituzionali di suo gradimento“.

 

Il Commissario Scalia del “Terremoto S.Stefano”: ” la ricostruzione può partire veloce con risparmio di risorse”

 

 

Anteprima allegato

«TERREMOTO S. STEFANO, LA RICOSTRUZIONE PUÒ FINALMENTE PARTIRE»

Il commissario straordinario Salvatore Scalia: “Una grande opportunità per tutti”

 

 

CATANIA –

 Ricostruire e ripartire: questo l’obiettivo comune annunciato da Architetti, Ingegneri e Geometri catanesi. Frutto dell’analisi dell’ordinanza “Danni lievi” nel corso dell’incontro “Ricostruzione Terremoto Santo Stefano”.

«Un progetto che ha preso vita lo scorso gennaio grazie all’importante coinvolgimento del commissario straordinario Salvatore Scalia  incaricato per la ricostruzione dell’area etnea dopo il terremoto che il 26 dicembre 2018 ha colpito le aree dei comuni alle pendici del Vulcano – e che consentirebbe una ricostruzione veloce e un risparmio considerevole di risorse destinate al patrimonio edilizio privato», hanno commentato Alessandro Amaro (Architetti), Giuseppe Platania (Ingegneri), Mauro Scaccianoce (Fondazione Ingegneri) e Agatino Spoto (Geometri).

 Il provvedimento offre infatti l’opportunità di procedere prioritariamente all’esecuzione di interventi di riparazione in immobili destinati ad abitazione principale, che hanno subito danni lievi, al fine di consentire nei tempi più brevi e nel maggior numero di casi possibile il rapido rientro dei residenti nelle proprie abitazioni, ricostituendo così il tessuto sociale della zona terremotata e riducendo la spesa relativa ai contributi per l’autonoma sistemazione.

I lavori sono stati aperti dal  rappresentante degli Architetti: «L’ordinanza rappresenta un’occasione importante per consentire ai cittadini di tornare nelle proprie case – ha spiegato Amaro -snellendo gli iter burocratici. A patto che tutti abbiano chiari i passaggi da seguire, anche e soprattutto nella presentazione dei progetti, per evitare inutili rallentamenti derivanti dalle eventuali integrazioni alla documentazione».

 «Abbiamo raggiunto un ottimo risultato – ha proseguito il presidente degli Ingegneri Giuseppe Platania – Un ringraziamento particolare va al commissario straordinario Scalia. È in virtù della  sua tenacia e interessamento che finalmente possiamo iniziare questo percorso, seppur limitato nel numero di interventi. Il nostro Ordine e quello degli Architetti subito dopo il sisma si sono mobilitati recandosi all’Unità di crisi, dove è scattata una gara di solidarietà che ha visto attivi i professionisti dell’area etnea e della Sicilia. Abbiamo effettuato continui sopralluoghi e mappato ogni edificio, tentando di avviare quel procedimento che oggi trova terreno fertile grazie all’Ordinanza».

“Scendiamo dai piedistalli di pietra e lottiamo contro i bavagli oscuranti a salvaguardia della libertà”

Riceviamo l’e-mail e pubblichiamo volentieri l’interessante articolo del Direttore di “Interris”

Don Aldo Buonaiuto: «La lettera dell'anziano moribondo nella ...

di Don Aldo Buonaiuto*

Migliaia di giovani continuano a manifestare a Hong Kong a salvaguardia della libertà. Nel grande aeroporto asiatico l’unico modo per esprimere ora il proprio dissenso senza essere schedati come nemici del regime è quello di issare una pagina bianca sulla quale metaforicamente ognuno di noi può scrivere il proprio grido di indignazione senza che il Leviatano possa imprigionarne l’anelito di indipendenza. Contro la verità di chi comprime e opprime le coscienze, si può combattere soltanto con il foglio bianco della propria autonomia. E ciò non solo nelle super tecnologiche Sparta del terzo millennio, ma anche nelle sedicenti Atene dell’occidente secolarizzato.

Non ci riferiamo ad un movimento o provvedimento in particolare bensì ad una fobia che attanaglia la mentalità globalizzata divenuta allergica alla più basilare forma di buon senso. Abbiamo dato notizia su In Terris dell’incredibile polemica nel Regno Unito per le parole di disarmante ovvietà della presidente delle ostetriche: “I bambini li fanno le donne”. Povera quella civiltà che ha il terrore della naturalità. Viene in mente l’antica fiaba del bambino che nella sua innocenza ebbe il coraggio di dire che il Re è nudo. Oggi sembra scesa la tenebra sulle più scontate e conseguenziali affermazioni che derivano non da convinzioni di fede ma da elementi naturali e pre-religiosi. Benedetto XVI già prima delle polemiche pretestuose orchestrate contro i principi “non negoziabili” ( vita, famiglia, libertà educativa ) diede un nome a questo autodistruttivo terrore verso la Verità: relativismo etico. Poi, sulle sue orme, Francesco ha completato magistralmente l’analisi parlando di “relativismo pratico”.

Ciò significa che si possono fare tutte le leggi artificiali del mondo ma non si potrà mai contraddire un dato di realtà come l’origine della vita dall’incontro di un uomo e una donna. Al tempo stesso lanciamo una bonaria e paterna esortazione a non ricadere in antiche, anacronistiche interpretazioni letterali di simboli e valori. La mente vola ovviamente alle statue distrutte di personaggi storici ai quali vengono applicate categorie e valutazioni contemporanee, senza tener conto per esempio che ben due Papi, ( Pio IX e Leone XIII ) intendevano aprire il processo di beatificazione di Cristoforo Colombo. Diventa poi autenticamente surreale indirizzare il furore iconoclasta contro l’effige di Gesù, cioè di Colui che primo nella storia ha proclamato l’uguaglianza tra gli uomini e abbattuto il tabù millenario della schiavitù.

Voglia perdonarci Nostro Signore se abbiamo ribaltato la realtà al punto da mettere al centro il sabato invece dell’uomo. Scendiamo dai piedistalli di pietra e inginocchiamoci davanti alla vita innocente della bambina di otto anni uccisa negli Stati Uniti dagli stessi manifestanti contro la violenza. E qui sta il diabolico paradosso: chi lotta contro qualsiasi forma di discriminazione deve essere alieno da ogni tipo di sopraffazione, emarginazione e crudeltà. Quando poi si osa puntare l’indice contro il Figlio di Dio bisognerebbe almeno sapere che tutta la Sua vita fu dedicata al superamento di pregiudizi, odii clanici, divisioni pretestuose che alimentavano il fariseismo ghettizzante della Sua e della nostra epoca.

Perché nessuno si straccia le vesti per la piccola Secoriea Turner, falciata da colpi d’arma da fuoco per essersi avvicinata alle trincee dei manifestanti antifa? Non sarà che la prima vittima della presunta moralizzazione “anti-discriminazioni” è proprio la Verità? La prossima vittima, nei regimi asiatici come nella culla della cattolicità, sarà la libertà di espressione? Scatteranno il bavaglio e le manette per chi vorrà sostenere la logica antropologia giusnaturalistica su cui poggia la nostra bimillenaria civiltà?

*Sacerdote e direttore di “Interris” (Don Aldo Buobnaiuto nella foto sopra)

Istat; disoccupazione sale al 7,8

 

Istat senza vertice, incognita su chi arriverà dopo Alleva ...

OCCUPATI E DISOCCUPATI (MENSILI)

A maggio continua il calo degli occupati (-84 mila). Tasso di disoccupazione al 7,8% (+1,2 p.p.)

torna a crescere il numero di persone in cerca di lavoro, a fronte di un marcato calo dell’inattività. Dopo due mesi di decisa diminuzione, aumenta anche il numero di ore lavorate pro capite. La diminuzione dell’occupazione su base mensile (-0,4% pari a -84mila unità) coinvolge soprattutto le donne (-0,7% contro -0,1% degli uomini, pari rispettivamente a -65mila e -19mila), i dipendenti (-0,5% pari a -90mila) e gli under 50 mentre aumentano leggermente gli occupati indipendenti e gli ultracinquantenni. Nel complesso il tasso di occupazione scende al 57,6% (-0,2 punti percentuali).

Ad aprile 2020 occupati in calo su base mensile (-274mila). Tasso di disoccupazione al 6,3% (-1,7 punti)

OCCUPATI E DISOCCUPATI (MENSILI)

A marzo 2020 occupati in lieve calo (-27mila). Tasso di disoccupazione all’8,4% (-0,9 punti percentuali)

febbraio 2020 occupazione sostanzialmente stabile. Tasso di disoccupazione al 9,7% (-0,1 p.p.)

Si registra pure la diminuzione del numero di inattivi (-1,6%, pari a -229mila unità): -1,7% tra le donne (pari a -158mila unità) e -1,3% tra gli uomini (pari a -71mila), con conseguente calo del tasso di inattività che si attesta al 37,3% (-0,6 punti). Il calo congiunturale dell’occupazione, spiega Istat, determina una flessione rilevante anche rispetto al mese di maggio 2019 (-2,6% pari a -613mila unità), che coinvolge entrambe le componenti di genere, i dipendenti temporanei (-592mila), gli autonomi (-204mila) e tutte le classi d’età; le uniche eccezioni risultano essere gli over50 e i dipendenti permanenti (+183mila). Il tasso di occupazione scende in un anno di 1,5 punti. Inoltre, nell’arco dei dodici mesi, calano in misura consistente le persone in cerca di lavoro (-25,7%, pari a 669mila unità), mentre aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+8,7%, pari a +1 milione 140mila).

Su base trimestrale, confrontando il periodo marzo-maggio 2020 con quello precedente (dicembre 2019-febbraio 2020), l’occupazione risulta in evidente calo (-1,6%, pari a -381mila unità) per entrambe le componenti di genere. Diminuiscono nel trimestre anche le persone in cerca di occupazione (-22,3% pari a -533mila), mentre aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+6,6% pari a +880mila unità).

A gennaio occupati in lieve calo (-40mila). Tasso di disoccupazione stabile al 9,8%.

VITTORIO FELTRI,LE “DIMISSIONI”, LA PROPOSTA-CONDIVISA DI SUD LIBERTA’ – DI SOPPRIMERE L’ORDINE DEI GIORNALISTI

Vittorio Feltri: "Non sono razzista, detto verità sul Sud. Pronto ...

 

 

 

di   RAFFAELE   LANZA

 

Vittorio Feltri forse tra poco non  figurerà più nell’elenco Professionisti dei Giornalisti .  Ha consegnato le dimissioni all’Ordine che gli stava da tempo alle calcagne ma adesso è arrivato.  Le sue uscite -spesso infelici sulla Sicilia e diversità dei siciliani sudisti, e le sue dubbie posizioni anche in occasione della pandemia Covid 19 con le sue difese prioritarie sulla Lombardia rispetto alla Sicilia, non scalfiscono tuttavia la produzione e il talento fuoriclasse del giornalista che rappresenta , checchè se ne dica, ed appartenenza geografica a parte, indiscutibilmente figura come  una delle migliore penne d’Italia dal dopoguerra ad oggi

Come si sa già il  direttore del “Giornale”, Alessandro Sallusti. che ha condiviso con Feltri le stesse idee politiche dell’imprenditore cavaliere proprietario dei giornali ha scritto nel suo pezzo così: “Immagino che sia una scelta dolorosa per sottrarsi una volta per tutte all’accanimento con cui da anni l’Ordine dei giornalisti cerca di imbavagliarlo e limitarne la libertà di pensiero a colpi di processi disciplinari per presunti reati di opinione e continue minacce di sospensione e radiazione”, scrive Sallusti, ricordando non senza critiche le regole che governano l’Ordine dei Giornalisti e sottolineando che “per potere continuare a scrivere, Vittorio Feltri immaginando di essere di qui a poco ghigliottinato, penso io – ha dovuto rinunciare al suo mestiere”.

Non è un bel giorno per la categoria -aggiunge il direttore del ‘Giornale’ – che formalmente perde uno dei giornalisti che – piaccia o no -hanno scritto la storia di questo mestiere, successo dopo successo, da trent’anni a questa parte sia come penna sia come direttore. Feltri non è una voce ingabbiabile dentro regole ipocrite e convenzionali? Certo, è per questo che piace. Ogni tanto va sopra le righe? Sì, ma non più di altri ai quali, essendo di sinistra, mai nulla viene contestato. Ha un brutto carattere? Di più, ne sono testimone, ma ben vengano uomini di carattere”.

“……. mi auguro che i suoi oppositori aguzzini si vergognino della loro squallida miseria culturale e professionale; mi auguro che Carlo Verna, presidente dell’Ordine – quindi di tutti i giornalisti, non solo di quelli di sinistra – abbia la forza di rifiutare le dimissioni e garantire a un grande collega la libertà che merita, perché se così non fosse da oggi nessuno di noi potrà sentirsi al sicuro. E auguro a Vittorio Feltri di scrivere liberamente, anche da non giornalista, fino a che Dio gliene darà la forza
A Vittorio Feltri- è il pensiero di  SUD LIBERTA’ – potranno togliere la qualifica di “giornalista” ma che importanza potrà avere -Vittorio- dopo mezzo secolo di successi?    Recentemente aveva formato coppia fissa con Vittorio Sgarbi per offrire prodotti spettacolari , di divertimento puro, stanco probabilmente di parlare di Cultura.. Amava, ama oggi il ruolo dell’opinionista dei salotti televisivi e -sì- non ama essere contraddetto.    Dell’Ordine dei giornalisti Vittorio Feltri pensa che sia meglio sopprimerlo e non solo perchè gli Ordini professionali servono solo a far fare carriera a pochi eletti ma soprattutto perchè sono centri di controllo dei giornalisti “liberi” ed indipendenti.      Ecco le ragioni per cui Vittorio Feltri era perseguitato-come afferma Sallustri- da procedimenti disciplinari inventati per reati di opinione o altre stupidaggini uscite come conigli dal cilindro di un prestigiatore fantasiaso…      Tanti giornalisti lo hanno preso di mira, penso per farsi un nome e autoaffermarsi capipopolo di una regione    Non è l’iscrizione all’Ordine professionale che dà al giornalista l’arte di saper scrivere e saper vivere da uomo libero..  Anzi, anche noi siamo dell’idea che questi organi professionali siano da togliere subito perchè organismi che non rappresentano affatto interessi generali  e sono poi costosissimi (con il contributo degli iscritti).
   Noi, caro  Feltri, pensiamo che le tue dimissioni non possano essere discusse dal Consiglio dei giornalisti della Lombardia e ,giuridicamente- non vi sono scelte od alternative – debbono essere accettate perchè non esse non rappresentano la volontà di abbandonare una carica politica o sindacale. Ma solo il desiderio di non essere più pugnalato alla schiena da invidiosi “colleghi” senza cultura e senza onore e  scrivere ancora come per magia, sai fare certamente tu-Vittorio-con la classe e sapienza che ti distingue.