Sabato 17 aprile inaugurazione a Pozzallo della mostra “Dikotomica”

Sabato 17 aprile alla galleria SACCA di Pozzallo verrà inaugurata la mostra Dikotomica”, bipersonale degli artisti Simone Stuto e Giuseppe Vassallocurata da Giovanni Scucces e Mariateresa Zagone e accompagnata da un testo critico di quest’ultima (in allegato).

L’opening sarà spalmato nel corso di tutta la giornata, dalle ore 10 alle 20 (con una pausa fra le 13 e le 15). In ogni caso la galleria d’arte dispone anche di un ampio spazio esterno in cui poter sostare. Eventuali cambiamenti verranno comunicati nei giorni a ridosso dell’apertura.

 

Dikotomica è un progetto che ha i suoi cardini nella ricerca figurativa e nella condizione esistenziale dell’uomo. I due artisti in dialogo affrontano il tema della relazione con l’alterità, cioè con il mondo esterno e con l’estraneità, attraverso due modalità contrapposte nel rapporto fra soggetto e oggetto. Da un lato l’introspezione e lo scavo psichico rivelatori delle profondità dell’io, dall’altro la melanconia estatica ed estetica che scaturisce dall’incontro/scontro col reale. A rendere manifeste queste polarità concorrono due linguaggi differenti: da una parte la distorsione di un disegno nervoso e spezzato come quello di Stuto, dall’altra la sequenza di frames dalla controllata struttura formale che si dipanano in un’incredibile varietà di grigi in Vassallo.

Espressionistico, grafico e pittorico il primo, impressionistico foto-grafico e cinemato-grafico il secondo, entrambi però procedono seguendo un moto bidirezionale che va dall’interno all’esterno e dall’io al mondo.

Al cospetto di queste opere, scrive la Zagone, sono rintracciabili dei richiami alla tradizione visiva e alla Storia dell’Arte, da Bosh ad Hammershøi, da Bacon ad Hopper, da Pontormo a Casorati.

 

Simone Stuto (Caltanissetta, 1991) vive e lavora tra Biella (BI) e Racalmuto (AG). Termina gli studi nel 2016 dopo una laurea in Pittura e una specializzazione in Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Ha all’attivo già diverse collaborazioni e mostre in gallerie e spazi pubblici in Italia.

Giuseppe Vassallo (Palermo, 1990), dopo una laurea in Progettazione Allestimenti presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo, termina gli studi nel 2018 specializzandosi in Grafica d’Arte presso la stessa istituzione. Collabora con diverse gallerie e partecipa a varie mostre in Italia e all’estero. È stato selezionato dalla giura presieduta da Philippe Daverio per la mostra finale del “Premio Mestre di Pittura 2020”. Nel 2018 ottiene una residenza d’artista, con mostra personale finale, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Budapest.

Sarà possibile visitare la mostra fino al 29 maggio secondo i consueti orari di apertura della galleria o su appuntamento.

Allestita a Palazzo Zanca (Messina) la mostra “Il filo dell’Anima”

MESSINA

La mostra fotografica “Il filo dell’anima” inaugurata, l’otto marzo scorso, a Palazzo dei Leoni è stata trasferita a Palazzo Zanca (Messina)e allestita lungo la scalinata, dove rimarrà in esposizione sino al 10 aprile. L’iniziativa, condivisa dal Vicesindaco Carlotta Previti e dall’Assessore alle Pari Opportunità Laura Tringali per sensibilizzare la necessità di affidarsi alla prevenzione come scelta primaria per proteggere la salute dei singoli, è stata realizzata da Ursula Costa in collaborazione con l’Associazione Salus “Carmelo Antonio D’Agostino” che ha sede legale e operativa presso il reparto di oncologia medica dell’Ospedale San Vincenzo di Taormina.

Il progetto artistico ha come protagoniste alcune donne, accomunate dal difficile percorso della malattia e da una forza straordinaria che trasforma ogni foto in un emozionante inno alla vita. L’intreccio infinito delle storie vissute sarebbe rimasto nell’ambito, limitato delle vicende personali, se non fosse scattata quella scintilla di genio e follia che ha portato la fotografa Costa a mettere la sua arte in contatto con l’associazione Salus e con alcune donne malate di tumore. Ben lontana dall’essere una semplice ricerca della bellezza, la mostra condensa, in dieci splendidi scatti, una narrazione complessa che inizia da una idea semplice, un laboratorio fotografico, e si sviluppa in quella fucina di aiuti e di calore umano che è l’associazione Salus.

Nata nel dicembre 2010, grazie all’azione della professoressa Grazia Paino, per rivolgere un’attenzione in più alle persone in trattamento chemioterapico, la onlus è dedicata alla memoria del dott. Carmelo Antonio D’Agostino, medico chirurgo che ha prestato la sua opera all’Ospedale San Vincenzo di Taormina, venuto a mancare nel 2007 a seguito di una malattia oncologica.

Alla mostra fotografica seguirà a breve – come annunciato dalla presidente Paino – un progetto di alternanza scuola-lavoro che coinvolgerà sul tema oncologico gli studenti dei licei messinesi di indirizzo biomedico orientato a sensibilizzare su una realtà che non è circoscritta ad un ospedale o alla malattia che “capita a qualcuno”, ma riguarda tutti anche coloro che, se pur giovani, stanno già costruendo il percorso della propria vita.

“Dikotomica”,bipersonale di Simone Stuto e Giuseppe Vassallo

 

Fervono i preparativi per la prossima mostra targata SACCA. Appuntamento a Pozzallo fissato per sabato 17 aprile 2021 con “Dikotomica”bipersonale degli artisti Simone Stuto e Giuseppe VassalloCurata da Giovanni Scucces e Mariateresa Zagone, sarà accompagnata da un testo critico di quest’ultima.

Per permettere una visita in tutta calma e sicurezza è stato pensato un opening spalmato nel corso di tutta la giornata, dalle ore 10 alle 20 (con una pausa fra le 13 e le 15). In ogni caso la galleria dispone anche di un ampio spazio esterno in cui poter sostare.

Dikotomica è un progetto che ha i suoi cardini nella ricerca figurativa e nella condizione esistenziale dell’uomo. I due artisti in dialogo affrontano il tema della relazione con l’alterità, cioè con il mondo esterno e con l’estraneità, attraverso due modalità contrapposte nel rapporto fra soggetto e oggetto. Da un lato l’introspezione e lo scavo psichico rivelatori delle profondità dell’io, dall’altro la melanconia estatica ed estetica che scaturisce dall’incontro/scontro col reale. A rendere manifeste queste polarità concorrono due linguaggi differenti: da una parte la distorsione di un disegno nervoso e spezzato come quello di Stuto, dall’altra la sequenza di frames dalla controllata struttura formale che si dipanano in un’incredibile varietà di grigi in Vassallo. Espressionistico, grafico e pittorico il primo, impressionistico foto-grafico e cinemato-grafico il secondo, entrambi però procedono seguendo un moto bidirezionale che va dall’interno all’esterno e dall’io al mondo. Al cospetto di queste opere, scrive la Zagone, sono rintracciabili dei richiami alla tradizione visiva e alla Storia dell’Arte, da Bosh ad Hammershøi, da Bacon ad Hopper, da Pontormo a Casorati.

Simone Stuto (Caltanissetta, 1991) vive e lavora tra Biella (BI) e Racalmuto (AG). Termina gli studi nel 2016 dopo una laurea in Pittura e una specializzazione in Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Ha all’attivo già diverse collaborazioni e mostre in gallerie e spazi pubblici in Italia.

Giuseppe Vassallo (Palermo, 1990), dopo una laurea in Progettazione Allestimenti presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo, termina gli studi nel 2018 specializzandosi in Grafica d’Arte presso la stessa istituzione. Collabora con diverse gallerie e partecipa a varie mostre in Italia e all’estero. È stato selezionato dalla giura presieduta da Philippe Daverio per la mostra finale del “Premio Mestre di Pittura 2020”. Nel 2018 ottiene una residenza d’artista, con mostra personale finale, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Budapest.

Sarà possibile visitare la mostra fino al 29 maggio secondo i consueti orari di apertura della galleria o su appuntamento.

 

CIMITERO DI CALTAGIRONE,  PROGETTO INNOVATIVO CHE INTERESSA A TANTI

Presentazione Concorso di idee: domani, giovedì 25 marzo ore 11.00

 

 CALTAGIRONE –

Un bene monumentale unico al mondo; una città nella città; un’opera realizzata nella seconda metà del 1800, tra le espressioni più alte dello stile gotico-siciliano. Si tratta del cimitero monumentale di Caltagirone, oggetto del Concorso di idee – promosso dal Comune di Caltagirone , dalla Fondazione degli Architetti di Catania  e dall’Ordine ) – che verrà presentato in streaming domani, giovedì 25 marzo, a partire dalle ore 11.00, per accendere i riflettori sulla necessita del recupero di un Bene artistico-architettonico dichiarato “Monumento nazionale italiano”.

Il progetto dovrà rispecchiare e dar vita a un luogo di culto ecumenico, mistico, di quiete, di silenzio e di riflessione (senza specificità confessionali). Un luogo per l’anima, in cui architettura e vita spirituale si intrecciano in un rapporto vivido e intenso.

Un’iniziativa patrocinata dalla Soprintendenza dei Beni Culturali di Catania (soprintendente Donatella Aprile), dall’Ordine etneo degli Ingegneri (presidente Giuseppe Platania), da Ance Catania (Rosario Fresta) e dalla diocesi di Caltagirone (vescovo S.E. mons. Calogero Peri). Importante la collaborazione dell’Ordine degli Architetti di Bologna (presidente Pier Giorgio Giannelli) – che ha messo a disposizione la piattaforma per la partecipazione al Concorso di idee – mentre a sostenere il progetto sono i partner Chiesa Oggi e Kinetika.

Il concorso è frutto del duro lavoro delle parti interessate e della sinergia tra Fondazione e Comune di Caltagirone, che dal 2018 (anno della firma di un protocollo d’intesa) operano per potenziare e valorizzare un luogo eccezionale con caratteristiche uniche: sia per la sua natura ed evoluzione storica, che per lo sviluppo urbanistico legato all’ampliamento delle aree cimiteriali che, di fatto, trasformano il cimitero in un vero e proprio “centro storico”.

CATANIA,STRADA PER GIOCO: VIA AL PRIMO PROGETTO DI URBANISTICA TATTICA DI LEGAMBIENTE CATANIA

L’iniziativa dal basso che coinvolgerà gli alunni dell’Istituto Comprensivo XX Settembre

Fondi raccolti intervento artistico nell’area pedonale davanti la scuola deLcapoluogo etneo

CATANIA 

Si chiama “urbanistica tattica”, è nata in America nel 2012 e permette di realizzare progetti temporanei – che hanno carattere sperimentale e un alto valore comunicativo – per rimodulare lo spazio pubblico secondo le esigenze di chi lo vive, riqualificando strade e piazze con interventi dal basso, replicabili con poche risorse e tanta creatività.

Ecco la nuova iniziativa della #gentelaboriusa “Strada per gioco”, promossa da Legambiente Catania – l’associazione etnea presieduta da Viola Sorbello – e lanciata attraverso il crowdfunding. La strada è quella della sensibilizzazione ecologica, attraverso approcci non convenzionali, che consentono di far interagire scuola e quartiere: «Si parte con l’Istituto Comprensivo XX Settembre, che alcuni mesi fa, a seguito della nostra richiesta ha visto la chiusura al traffico di Via Signorelli – spiega Annamaria Pace, vicepresidente di Legambiente Catania – grazie ai volontari si terranno laboratori educativi sulle nuove strategie ambientali e sui cambiamenti climatici. Alla fine di questo percorso verrà chiesto ai ragazzi di realizzare nella strada pedonale adiacente la scuola un intervento creativo per lanciare un messaggio alla comunità.  Il tutto, attraverso il gioco e l’arte, con l’obiettivo di rimodulare lo spazio pubblico per creare le cosiddette isole di socialità».

L’intervento artistico sulla superficie asfaltata – che vedrà a lavoro bambini e ragazzi – sarà realizzare entro la chiusura dell’anno scolastico grazie alle donazioni su laburiusa  basteranno solo 1.300 euro – preventivo alla mano – per acquistare vernici speciali, arredi urbani e tutto l’occorrente per colorare di buoni propositi la strada dove ogni giorno sostano alunni e genitori.

«Contemporaneamente – continua Pace – sarà avviato il confronto e il coinvolgimento della cittadinanza tramite un processo di acquisizione dei “desiderata”, grazie alla collaborazione con il prof. Carlo Colloca, docente di Sociologia urbana e delegato per le attività di Terza missione del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Catania. Inoltre, tramite l’attività didattica in classe, verrà analizzato il tema della tutela ambientale in città e in particolare verrà esaminato lo spazio urbano del quartiere in cui si trova la scuola, così da rilevare e conoscere le criticità e le potenzialità dei luoghi. L’iniziativa intende valorizzare lo spazio urbano ed in particolare quello in prossimità delle scuole, che dovrebbe essere pensato come luogo di accoglienza, ma che spesso è utilizzato in modo inappropriato. Il progetto “Strada per gioco” quindi si propone sia di ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici in città, sia di aumentare la sicurezza stradale e migliorare lo spazio urbano».

L’intervento intende innescare anche degli effetti a lungo termine, come il miglioramento della qualità dell’aria e lo sviluppo di una coscienza ambientalista nei bambini e negli adulti: effetti di sicuro impatto sulla qualità della vita, soprattutto delle future generazioni. Un progetto-pilota che potrà essere replicato in altre zone del capoluogo etneo

“Streaming Natalizi”: oggi a Messina da Santa Santa Maria Alemanna il cantante Piero Mazzocchetti

 

Il cartellone degli eventi natalizi promosso dall’Amministrazione comunale e curato dagli Assessori allo Spettacolo Francesco Gallo e alla Cultura Enzo Caruso, prosegue oggi, mercoledì 6, con l’esibizione di Piero Mazzocchetti in “Sacro Natale”. Lo spettacolo in streaming, andrà in onda da Santa Maria Alemanna, alle ore 18, sulla pagina facebook “Kulturavirus” gestita dal Comune di Messina

“Supersacca”,progetto espositivo in galleria a Pozzallo

Sabato 5 dicembre alla galleria SACCA Contenitore di sicilianità a Pozzallo, parte la mostra “Supersacca”, curata da Giovanni Scucces.

La consueta inaugurazione verrà sostituita da una serie di contenuti fotografici e video dell’allestimento e dei lavori esposti che saranno pubblicati nel sito e nei canali social della galleria .

Super può essere sia aggettivo che prefisso. Può esprimere un qualcosa al disopra dell’ordinario, quindi di eccezionale, ma anche un eccesso. Questo progetto, infatti, può essere ritenuto eccezionale perché non capita tutti i giorni-afferma l’organizzazione dell’evento – presentare una mostra con diversi artisti (di rilievo e giovani talenti) all’interno di una galleria, per giunta in un periodo particolare come quello attuale. Può essere anche un “eccesso”, in senso lato, inteso più come sovrabbondanza. Infatti SACCA, con questo progetto, oltre a presentare il lavoro di alcuni artisti con cui collabora abitualmente, accoglie anche diversi nomi che si distinguono nella scena artistica contemporanea per qualità e talento, a vari livelli, sia in Italia che all’estero.

 

 

Gli artisti coinvolti sono: Sabrina Annaloro, Alessio Barchitta, Ilde Barone, Giovanni Blanco, Giuseppe Bombaci, Sandro Bracchitta, Desideria Burgio, Rosario Calabrese, Daniele Cascone, Rita Casdia, Claudio Cavallaro, Giuseppe Colombo, Giuseppe Costa, Federica Culotta, Francesco Cuttitta, Emilia Faro, Franco Fratantonio, Loredana Grasso, Marilina Marchica, Giuseppe Mendolia Calella, Manuele Mirabella, Dario Nanì, Carmelo Nicotra, Ettore Pinelli, Maurizio Pometti, Cetty Previtera, Francesco Rinzivillo, Salvo Rivolo, Gabriele Salvo Buzzanca, Ignazio Schifano, Federico Severino, Linda Sofia Randazzo, Carla Sutera Sardo, Samantha Torrisi, Giuseppe Vassallo, Sara Vattano, Giovanni Viola, Vlady (Vladyart).

Un progetto voluto per fare rete, unire le energie, coinvolgere e promuovere un considerevole numero di artisti al di là di progetti strutturati, al momento difficilmente realizzabili.

La mostra potrà essere visitata fino al 23 gennaio, dal martedì al sabato, secondo i consueti orari d’apertura della galleria (con ingressi scaglionati in caso di più di 2 persone) o su appuntamento. In considerazione dell’attuale periodo si consiglia di consultare preventivamente eventuali cambiamenti attraverso il nostro sito web e i canali social. Inoltre, all’interno del sito verrà creata una sezione in cui saranno caricate tutte le opere in esposizione e tanti altri contenuti a supporto, per poter ammirare e scegliere ovunque ci si trovi i lavori in mostra.

 

 

ARCHEOLOGIA SUBACQUEA: UNA MOSTRA INEDITA A PALAZZO REALE DI PALERMO APERTA OGGI FINO AL 31 GENNAIO 2021

 

 La mostra, promossa dalla Fondazione Federico II,  apre oggi 16 settembre a Palazzo Reale di Palermo nelle Sale Duca di Montalto, dove resterà visitabile  fino al 31 gennaio 2021.   Le comunicazioni che riceviamo in redazione -Sud Libertà- sono, comprese immagini e foto, della Fondazione Federico II  che vuol dare l’idea di lettura dell’antichità

Ricostruire la storia del Mediterraneo – lungo un percorso articolato in 8 sezioni, dalla geologia ai giorni nostri, passando per il commercio, le guerre, le navigazioni e l’archeologia subacquea – assume un significato che è solo marginalmente “espositivo”. Il tentativo, certamente ardito e sicuramente apprezzabile della Fondazione Federico II e del Comitato Scientifico multidisciplinare con la collaborazione di decine di prestigiose istituzioni museali, è di raccontare e trasferire al visitatore “un” concetto di Mediterraneo per dargli accesso alla sua “anima”, pur nelle diverse sfaccettature e opinioni messe in evidenza nel tempo da autori come Braudel, Abulafia e Broodbank. L’obiettivo è dichiarato: donare al visitatore una chiave di lettura dell’antichità per rituffarlo improvvisamente nel presente e fargli percepire cosa era il Mediterraneo ieri e cosa è diventato oggi. Ecco perché l’ultima sezione è intitolata “Il Mediterraneo. Oggi”, un reportage crudo e senza filtri, opera della fotografa Lucia Casamassima e del giornalista Carlo Vulpio, che avverte: “non ci troviamo di fronte ad un melting pot e nemmeno di fronte a diversità da tenere assieme, bensì a tante identità e culture profonde. E’ il più grande condominio del mondo, all’interno della quale ognuno considera gelosamente nostrum la fetta di mare da cui è bagnato”.

Anfora greco-italica dalle Egadi

UN RACCONTO ATTRAVERSO OLTRE 300 REPERTI – E allora pronti a incunearsi letteralmente in Terracqueo, nelle Sale Duca di Montalto del Palazzo Reale di Palermo, dentro un racconto scandito da 324 reperti, ognuno con un significato legato alla narrazione, costruita grazie a lavoro corale coordinato dalla Federico II col Comitato scientifico, in collaborazione con il Dipartimento dei Beni Culturali e il Centro Regionale per il Restauro, con numerosi musei regionali e civici, soprintendenze, con la prestigiosa collaborazione di musei nazionali come il Museo Archeologico Nazionale di Napoli “Mann”, i Musei Capitolini e il Museo Etrusco di Volterra. Un prezioso e proficuo supporto, poi, giunge dal Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Palermo e dal Museo “G.G. Gemmellaro” e le tre Fondazioni (Fondazione Sicilia, Fondazione Mandralisca e Fondazione Whitaker). Determinante il contributo concreto di importanti studiosi tra i quali Luigi Fozzati, Stefano Medas, Marco Anzidei, Nino Buttitta, Massimiliano Marazzi, Caterina Greco, Carlo Beltrame, Carla Aleo Nero, Babette Bechtold, Giulia Boetto e Marilena Maffei.

Otto “step” narrativi attendono il visitatore, che diventa viaggiatore sia nel tempo, attraversando millenni, che nello spazio sia esso marino, sopra e sott’acqua o nella terraferma : “Un mare di storia”, “Un mare di migrazioni”, “Un mare di commerci”, “Un mare di guerra”, “Un mare da navigare”, “Un mare di risorse”, “Archeologia subacquea: passato e presente”, “Il Mediterraneo. Oggi”.

IL PERCORSO ESPOSITIVO –  12 rostri, 19 elmi, 65 monete, 20 ancore, 24 anfore. Sono solo alcuni dei 324 reperti esposti. L’oggetto diventa il tassello di una storia antropologica. Il percorso espositivo inizia con un reperto di richiamo internazionale: l’Atlante Farnese, realizzato nel II secolo d. C. prendendo spunto da una più antica scultura di fase ellenistica.  “È stato volutamente collocato all’inizio del percorso”, spiegano i curatori,  “perché incarna la visione della mostra. E’ il simbolo della ricerca di una rotta oggi troppo spesso smarrita. Oltre al valore estetico suscita un interesse di natura scientifica: Atlante sorregge il globo celeste sul quale stesso vengono correttamente raffigurate le costellazioni, la precessione degli equinozi e alcuni meridiani e paralleli, di fatto una sbalorditiva sintesi tra arte e astronomia, già attestata in tempi antichi”.

Atlante Farnese

Tra i reperti c’è anche la Nereide su Pistrice databile ai primi decenni del I secolo d. C., venne ritrovata nella villa che Publio Vedio Pollione fece costruire sulla collina un tempo chiamata Pausilypon oggi Posillipo. La particolarità della Nereide di Posillipo è che non rientra in schemi confrontabili, esclusa la possibilità che possa derivare da un modello ellenico del IV-III secolo a. C. di derivazione scopadea.

Un altro spaccato di vita è rilevato dal Louterion ritrovato nel relitto di Panarea III: ci conferma infatti la presenza a bordo di altari destinati a riti propiziatori connessi alla navigazione, riconducendo alla natura umana che da sempre nei percorsi rivolti verso l’ignoto si affida alla preghiera.

Il Cratere del Venditore di tonno, databile alla prima metà del IV secolo a.C. in un’area che si è inclini a localizzare in Sicilia, svela una scena di grande attualità, ricorrente anche nei mercati rionali odierni e testimonia la perpetuazione delle antiche tradizioni fino ai nostri giorni: un venditore di pesce sta affettando un tonno su un ceppo e il compratore per concludere l’acquisto è provvisto di una moneta.

Cratere del venditore di tonno

ALLESTIMENTO MULTIMEDIALE – La Fondazione Federico II ha integrato la narrazione con un allestimento multimediale così da rendere l’esperienza più reale. Chi entra darà sin dal corridoio di ingresso un’esperienza immersiva, “nuotando” virtualmente nei fondali marini grazie all’installazione curata da Sinergie Group. Si avrà modo, inoltre, di comprendere come tutto ebbe inizio grazie ad un “solido interattivo” realizzato da TEICHOS in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, ENEA e INGV. A partire dal Giurassico la collisione di due grandi placche tettoniche originò il Mediterraneo, ex Mar della Tetide.

Anche l’ultima sezione, “Il Mediterraneo. Oggi”, che può considerarsi una mostra nella mostra ha un taglio immersivo-multimediale. Un viaggio lungo otto mesi in 17 Paesi ha dato vita al reportage firmato dal giornalista Carlo Vulpio e dalla fotografa Lucia Casamassima, che nell’allestimento di Terracqueo ingloba il visitatore in mezzo a due pareti fotografiche, animate dall’video animation creator Luca Daretti. Sarà come ripiombare nel presente: non solo attraverso i suoi 46 mila chilometri di litorale, quello è solo l’affaccio sul mare, ma anche nel suo “spazio dilatato” (come lo chiama Maurice Aymard), cioè in quelle aree interne e distanti dalle rive mediterranee – in Africa e in Asia, ma anche nell’Europa balcanica – che vivono in diretta relazione con tutto ciò che avviene in questo luogo unico.

Una delle installazioni multimediali

Un’altra installazione riguarda le immagini raffigurate nel Cratere del naufragio (VIII sec. a. C., Ischia – Pithecause). È stata voluta all’interno di Terracqueo dalla Fondazione Federico II poiché simboleggia il naufragio, tema di grande attualità oggi come allora. Il Cratere fu ritrovato ad Ischia all’interno di una tomba nella necropoli di San Montano, risale all’VIII secolo a.C. . L’installazione video è stata curata da Teichos (Servizi e Tecnologie per l’archeologia), Salvatore Agizza e Federico Baciocchi.

I rostri nel suggestivo allestimento

Emergono elementi di una memoria indelebile sulla natura dell’uomo e il suo rapporto col Mediterraneo, narrando emozioni che riconducono al mare con il suo significato dicotomico, come luogo di speranza per approdare in una nuova terra, dove costruire un futuro migliore, o abisso in cui si consumano drammatici naufragi”….

Addio al noto critico dell’arte Philippe Daverio Esperto in strategia dei Beni culturali aveva 70 anni

 

Il noto  critico dell’arte Philippe Daverio non è più tra noi.

. Philippe Daverio, nato il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Alsazia, è stato anche assessore del Comune di Milano dal 1993 al 1997 nella giunta Formentini, con le deleghe alla Cultura, al Tempo Libero, all’Educazione e Relazioni Internazionali, e si è occupato della ricostruzione del Padiglione d’Arte Contemporanea distrutto a seguito dell’esplosione della bomba avvenuta il 27 luglio 1993 partendo dalla ricerca degli sponsor al coordinamento degli interventi sia tecnici sia amministrativi.

È morto Philippe Daverio, saggista e critico d'arte che portava Bergamo nel  cuore - Prima Bergamo

Nato il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Alsazia, Philippe Daverio iniziò la carriera come mercante d’arte: quattro le gallerie d’arte moderna da lui inaugurate, di cui due a New York. Dal 1993 al 1997 è stato assessore alla Cultura del Comune di Milano, dove si è occupato soprattutto del restauro e del rilancio del Palazzo Reale e della ricostruzione del Padiglione d’Arte Contemporanea distrutto a seguito dell’esplosione della bomba mafiosa del 27 luglio 1993.

Opinionista per “Panorama”, “Liberal”, “Vogue”, “Gente“, consulente per la casa editrice Skira, Daverio si è sempre definito uno storico dell’arte. In questa veste lo scopre il pubblico televisivo di Rai3: nel 1999 in qualità di ‘inviato speciale’ della trasmissione “Art’è”, nel 2000 come conduttore di “Art.tù”, poi autore e conduttore di “Passepartout”, programma d’arte e cultura che ha avuto grande successo e notevole riconoscimento di critica e di pubblico.

Si è occupato inoltre di strategia ed organizzazione nei sistemi culturali pubblici e privati e svolgeva attività di docente: è stato incaricato di un corso di storia dell’arte allo Iulm di Milano e ha tenuto corsi di storia del design al Politecnico di Milano. Dal 2006 era professore ordinario di sociologia dei processi artistici alla Facoltà di Architettura (dipartimento Design) dell’Università degli Studi di Palermo.

Nel 2008 era stato nominato direttore della rivista d’arte “Art e Dossier” della casa editrice Giunti. Nel 2010 è stato anche autore e conduttore di “Emporio Daverio” su Rai5, una proposta di invito al viaggio attraverso le città del Belpaese, un’introduzione al museo diffuso ed uno stimolo a risvegliare le coscienze sulla necessità di un vasto piano di salvaguardia.

E’ autore di numerose pubblicazioni, tra cui figurano: “Il Museo Immaginato” (Rizzoli, 2011), “Il Secolo lungo della Modernità” (Rizzoli, 2012), “Guardar lontano veder vicino. Esercizi di curiosità e storia dell’arte” (Rizzoli, 2013).

Pozzallo: 11 agosto la mostra alla Galleria Sacca “Un puro Nulla”

Si inaugura martedì 11 agosto alle ore 20:30, alla Galleria SACCA _ Contenitore di sicilianità di Giovanni Scucces a Pozzallo, la mostra “Un puro Nulla” a cura di Emanuela Alfano, con opere di Valentina Colella, Ettore Pinelli, Francesco Rinzivillo e Federico Severino.

SACCA, con questo progetto, dà l’avvio a quel dialogo importante e necessario con artisti e/o varie personalità, senza porre alcun vincolo di collaborazione o limite geografico, in accordo con la propria mission e con la convinzione che scambio è comunque reciproco arricchimento e va al di là di qualsiasi preconcetto e categorizzazione eccessivamente limitanti. Così Pinelli e Severino, artisti promossi da SACCA, dialogano in questa occasione con Rinzivillo (siciliano, vive fra l’altro proprio a Pozzallo) e Colella (abruzzese).

 

 

Un puro Nulla è un progetto incentrato sul tema dell’astrazione dell’immagine e del sostanziale, qualcosa che riporta alle fondamenta, al nucleo centrale della sostanza, tutto sembra fermo eppure sotterraneamente scorre e si evolve. Non è più l’immagine figurativa a dominare e a raccontare, quanto l’astrazione, la sintesi che, attraverso il colore, le campiture estese o la negazione del colore stesso, affonda le radici dell’opera in un un’altra realtà. Al margine della forma quattro artisti, scelti per il rigore formale, la sintesi segnica e pittorica, dialogano sull’essenzialità del vuoto, in quel luogo dove in realtà tutto diviene l’essenza dell’essere stesso “il puro Nulla”. Valentina Colella, Ettore Pinelli, Francesco Rinzivillo, Federico Severino ci conducono ad una riflessione sintetica tramite opere dal linguaggio unico, contrapposte e allo stesso tempo complementari, che tramite l’astrazione, la composizione e la scomposizione delle forme affondano le radici nella conoscenza dello spirito e della coscienza, in quel puro Nulla dove tutto ha origine e dove tutto ritorna.

La mostra potrà essere visitata fino al 26 settembre dal martedì al sabato. Nel periodo estivo la galleria è aperta dalle ore 18 alle 21 (il mercoledì fino alle ore 23). Da settembre in poi gli orari potrebbero variare, si consiglia pertanto di consultare il sito web o i canali social.

Durante la serata inaugurale verranno proposti in degustazione una selezione di vini della Cantina Frasca….