Giù il cappello di fronte all’arte del grande Antonello Da Messina (del ‘400)- Tusa: “il disagio dello spostamento delle opere”

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“La grande mostra su Antonello da Messina, il pittore del ‘400 la più grande esposizione delle opere del pittore siciliano, con dipinti provenienti dalle più prestigiose collezioni e musei italiani e internazionali, sarà per la Sicilia uno dei maggiori eventi culturali degli ultimi anni. In un percorso già messo a punto da un team di studiosi e tecnici di caratura mondiale, certamente non è ipotizzabile la mancanza delle opere più importanti quali quelle esposte presso la Galleria regionale di Palazzo Bellomo di Siracusa e il Museo regionale di Messina”.

A seguito di alcune polemiche circa la presunta impossibiltà di trasporto per le opere siciliane sia per problemi di fragilità che per la temporanea assenza delle opere dalle naturali sedi espositive, l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Sebastiano Tusa precisa che “le mostre di qualità sono, o l’approdo di un percorso scientifico che dimostra tesi da sottoporre al giudizio del pubblico, o occasioni per mettere a confronto opere di uno stesso autore, di una medesima regione o di uno stesso stile o periodo”.

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La mostra in corso di allestimento presso la Galleria regionale di Palazzo Abatellis a Palermo sull’opera di Antonello da Messina ne è una prova evidente. Si tratta di un’occasione unica per permettere la visione unitaria dell’opera di un grande artista, raggruppando opere che altrimenti dovrebbero ammirarsi in tempi diversi a distanza di migliaia di chilometri. E la straordinaria occasione di diffusione della cultura isolana e l’incremento turistico legato all’evento, non sono certo elemento marginale.

“La visione unitaria di opere dello stesso artista – continua Tusa – permette di coglierne particolari e vivere sensazioni altrimenti impossibili. Oggi le mostre come questa, basate su scelte scaturite da rilevanti approfondimenti scientifici, s’inseriscono in circuiti culturali di grande prestigio internazionale che recano valore aggiunto alle singole opere poiché apprezzate nell’ambito di un contesto che ne arricchisce il valore individuale. Si tratta di un’occasione unica per apprezzare l’opera del grande artista di origine siciliana grazie alla compresenza delle più importanti opere che per la prima volta conviveranno per un paio di mesi provenendo dai più prestigiosi musei e collezioni del mondo”.

“L’oggettivo disagio che i musei prestatori vivranno nel privarsi per un periodo limitato delle loro opere – annuncia Tusa – sarà ampiamente ripagato oltre che dalla compensazione prodotta dall’invio di opere che potranno costituire occasione di mostra temporanea che, nel caso di Siracusa, saranno tre pregevoli dipinti di Filippo Paladini, manierista toscano non immune da influssi caravaggeschi, e nel caso di Messina il famoso Trittico Malvagna, ma anche dall’oggettiva promozione che riceveranno i musei di origine ed i territori relativi. Ovviamente – conclude l’assessore dei Beni culturali – lo spostamento delle opere viene effettuato con la più rigida accortezza, finalizzata alla loro salvaguardia, avendo constatato attraverso il supporto scientifico del Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro della Regione Siciliana, la reale assenza di ogni seppur minimo rischio, anche grazie alla collaborazione di autorevoli e riconosciuti esperti del settore che hanno da anni operato e conosciuto approfonditamente lo stato di salute delle opere in questione”.

 

“Sfregi nella Chiesa Madre di Castelvetrano”: Vittorio Sgarbi annuncia un’interrogazione e sollecita l’assessore Tusa

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Vittorio Sgarbi fa sentire la sua presenza in Sicilia,  annuncia un’interrogazione alla Camera per “intollerabili sfregi nella Chiesa Madre a S.Domenico a Castelvetrano.e chiede un intervento  urgente dell’assessore ai Beni culturali della Regione siciliana,  Sebastiano Tusa.

“Si tratta di una grave manomissione- avverte il critico d’arte – che compromette  lo spazio dell’aula in modo incongruo e fa prevalere arbitrariamente  le funzioni celebrative sul decoro della chiesa e la sua armonia  stilistica” .

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Nella foto ,Vittorio Sgarbi insieme all’assessore ai beni culturali della Sicilia Sebastiano Tusa (“segnalato per la sua sostituzione”-è noto- dallo stesso critico d’arte al governatore Musumeci)

 

“Inqualificabile” per il deputato forzista  il basamento di pietra grezza  su cui poggia “il grottesco cero a forma di serpente. Le forme del  pulpito con il ridicolo cartiglio riproducono in modo caricaturale lo  stile fascista. Il parallelepipedo dell’altare contrasta, nella sua  infantile miseria, con la mirabile decorazione plastica del  presbiterio, fino a sfiorare il vandalismo o lo sfregio. Chiederò una  ispezione all’assessore Tusa”.

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Librino(Catania) : l’arte di A.Presti e’ capace qui di far squillare i cuori e far riflettere sul presente e futuro

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PRESTI: «IL CANTICO, STRUMENTO CONTRO L’ANALFABETISMO EMOTIVO»

 I  BAMBINI DI LIBRINO:   AUGURI A PAPA FRANCESCO CHE RICHIAMA IL VANGELO PER FAR CONOSCERE GESU’ VIVO

Stamattina l’inaugurazione del progetto della Fondazione Fiumara d’Arte, che ritorna 
nel quartiere periferico di Catania coinvolgendo tutte le scuole e le parrocchie.

Nei prossimi giorni via alla fase operativa dell’installazione monumentale

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CATANIA – Ascoltare oggi le parole del presidente di Fiumara D’Arte Antonio Presti, è come aprire una parentesi di luce tra le righe di una contemporaneità offuscata. Nella società delle emoticon e dei “tvb”, sentire parlare di valori, di arte, bellezza, cultura e storia, senza sincopare frasi ed emozioni, senza ricorrere al telefonino per far squillare il cuore, rappresenta un momento per ponderare presente e futuro. Per immaginare quale possa essere l’unico sbocco, se la strada intrapresa dai giovani rimane quella che oggi li vede correre alla velocità del digitale.

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Nella foto, a destra Antonio Presti :”Ho speso tutta la mia vita per creare presidi etici ed estetici e continuerò a farlo nel segno della cultura, contro l’ignoranza e l’analfabetismo funzionale di ritorno che oggi si chiama “schiavitù” dell’anima».

Ripartire dalle scuole, agenzie educative e di crescita, valorizzando parole e pensieri, note di musica e colori, per eliminare il grigiore e riscoprire il calore di uno sguardo «diventa l’obiettivo da seguire – spiega il maestro Presti – per amplificare i sentimenti e nutrire le nuove generazioni con la bellezza». Per questo il “Cantico di Librino” è stato pensato e ideato per creare quel momento catartico che proietta, dentro chi guarda, una nuova consapevolezza: oltre 1000 volti degli abitanti del quartiere, su banner giganti posizionati sui pali che circondano le loro case e le loro strade, «consentiranno di stabilire quel momento di collegamento con l’universale. È stato un grande lavoro di ricerca, volto a costruire un senso di condivisione che parte dalla fruizione artistica quotidiana».

Stamattina presso il cortile dell’Istituto Angelo Musco, la presentazione ufficiale, che nei prossimi giorni vedrà la fase operativa dell’installazione monumentale. A incorniciare gli sguardi di bambini, adolescenti, uomini, donne e anziani, le parole del cantico di San Francesco d’Assisi, uomo che proprio oggi il Papa ha definito “missionario di speranza”: «È da qui, da questo territorio abbandonato ma affamato di fiducia – continua Presti – che le voci dei più piccoli si uniscono in coro per lanciare gli auguri di buon onomastico al Santo Padre, che richiama il Vangelo per far conoscere Gesù vivo, che parla al cuore e cambia la vita, così come cita il tweet lanciato proprio oggi dal Pontefice».

Ed è su queste armonie che stamani si è innestata la manifestazione che ha visto presenti tutti i referenti di parrocchie e associazioni del quartiere: un momento che ha coinvolto in prima persona i giovani del liceo musicale e che la dirigente scolastica Cristina Cascio ha definito «denso di significato simbolico, per i valori e le suggestioni custodite tra le parole e le azioni di Antonio Presti».

Presente all’evento anche il primo cittadino Salvo Pogliese, che non è voluto mancare per lanciare un messaggio ai ragazzi e a tutta la comunità presente: «Supporteremo Antonio Presti in tutte le iniziative che vorrà mettere in campo, con spirito di collaborazione e condivisione – ha detto alla platea – il presidente di Fiumara d’Arte, intellettuale e maestro che tanto continua a dare e donare alla nostra città, rappresenta un grande punto di riferimento per un quartiere che deve vivere momenti di rigenerazione e rinascita: un’altra sfida che questa Amministrazione si propone di portare avanti con forza, lavorando ogni giorno e sostenendo tutte le iniziative volte a raggiungere questo obiettivo».

E proprio per ricostruire i luoghi della conoscenza e gli spazi legati ai sentimenti, che Presti ha dichiarato: «Dopo cinque anni di lontananza da un quartiere che amo con tutte le mie forze e per cui ho lavorato tanto, ritorno tra questa gente con più energia e consapevolezza. Prossimo passo sarà quello di portare a compimento il Museo dell’Immagine e dell’Arte Contemporanea di Librino, con le macro-installazioni sulle facciate dei palazzi di cemento. Ho speso tutta la mia vita per creare presidi etici ed estetici e continuerò a farlo nel segno della cultura, contro l’ignoranza e l’analfabetismo funzionale di ritorno che oggi si chiama “schiavitù” dell’anima».

I laboratori fotografici del progetto hanno visto all’opera per diversi mesi centinaia di fedeli e i fotografi Arianna Arcara, Luigi Auteri, Valentina Brancaforte, Cristina Faramo, Claudio Majorana, Alessio Mamo, Orazio Ortolani, Maria Sipala, coordinati dal catanese pluripremiato Antonio Parrinello, con la straordinaria partecipazione del rinomato fotografo franco-iraniano di National Geographic Reza Deghati e del fratello e collegaManoocher

LIBRINO: PROGETTO DEL MUSEO DELL’IMMAGINE E DELL’ARTE CONTEMPORANEA. CI PENSA ANTONIO PRESTI

Domani giovedì 4 ottobre, ore 10.30, Cortile Istituto Angelo Musco (via G. da Verrazzano)

PRESTI: «IL CANTICO DI LIBRINO, PREGHIERA LAICA E CONTEMPORANEA PER UNIRE L’UMANITÀ NEL SEGNO DELL’UNIVERSALE»

Il ritorno della Fondazione Fiumara d’Arte nel quartiere periferico di Catania  

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CATANIA – «Una purificazione nel segno della luce e della bellezza che nutre l’anima attraverso la consapevolezza di far parte tutti – senza distinzione alcuna di cultura, etnia o religione – della stessa eternità». Descrive così l’anima del “Cantico di Librino” il mecenate Antonio Presti che, tra le vie del quartiere periferico del capoluogo etneo, ha sempre trovato terreno fertile per portare avanti progetti che trasferiscono valore; danno voce e volto all’umanità del mondo; restituiscono sacralità al presente attraverso sguardi di bambini, pensieri di cultura, note di musica e di poesia.

«Un ringraziamento pubblico d’amore va a tutti gli abitanti di Librino che da anni seguono, rispettano, proteggono e difendono tutte le iniziative dellaFondazione Fiumara D’Arte – spiega Presti – contribuendo a creare un’identità solida del quartiere, grazie al trasporto e al coinvolgimento che hanno sempre mostrato nei confronti dei progetti portati avanti con fatica e con grande spirito di sacrificio».

Ultimo nato è proprio il “Cantico” dedicato a San Francesco, che domani, giovedì 4 ottobre alle ore 10.30, alla presenza del sindaco di Catania Salvo Pogliese, dell’assessore comunale ai Beni Culturali Barbara Mirabella e della dirigente dell’Istituto Musco Cristina Cascio, verrà mostrato, illustrato e inaugurato presso il cortile della Scuola Angelo Musco (via Giovanni da Verrazzano). Si tratta di un’installazione fotografica monumentale, che s’innesta nel grande progetto in progress del Museo dell’Immagine e dell’Arte Contemporanea di Librino, e che vedrà oltre 1000 banner giganti, volteggiare sui tralicci dell’illuminazione stradale e sui muri del quartiere. Ad essere accarezzati dal vento della pace e della speranza, ci saranno i volti di tutti gli abitanti che negli scorsi mesi hanno partecipato ai laboratori che hanno visto all’opera i fotografi Arianna Arcara, Luigi Auteri, Valentina Brancaforte, Cristina Faramo, Claudio Majorana, Alessio Mamo, Orazio Ortolani, Maria Sipala, coordinati dal catanese pluripremiato Antonio Parrinello, con la straordinaria partecipazione del rinomato fotografo franco-iraniano Reza Deghati e del fratello e collega Manoocher.

A rafforzare poi il messaggio etico saranno le attualissime parole della preghiera universale del Santo di Assisi, che con il suo linguaggio democratico sprigiona tutta la potenza della fratellanza e di quell’essere che combatte con forza la logica dell’avere.

Le immagini, che verranno posizionate riprendendo la geometria delle strade di Librino, che si susseguiranno una dopo l’altra e si avvolgeranno in cerchi concentrici, staranno lì ad indicare la linea dell’Esistenza: dall’infanzia alla vecchiaia, passando per la rigenerazione e il ciclo della vita che si nutre di eterno.

«È con grande piacere che continuiamo questa proficua collaborazione, che ormai da diversi anni ci vede al fianco del maestro Presti nelle sue iniziative per e nel nostro territorio – sottolinea la dirigente scolastica Cristina Cascio – i ragazzi dei percorsi liceali, in particolare artistico e musicale, sono stati molto attivi nella fase di allestimento finale e hanno inoltre lavorato all’opera dal punto di vista non solo meramente artistico, ma anche letterario e filosofico. Siamo ben lieti di ospitare l’inaugurazione di questa esposizione, e proprio per il grande momento educativo presente dietro il progetto, per i suoi significativi valori e suggestioni custodite, abbiamo pensato di legarlo ufficialmente all’inaugurazione dell’anno scolastico con tutti i nostri ragazzi presenti». Perché è dalla condivisione che nasce il valore della solidarietà; è con l’unione che si vincono le battaglie che mirano al cuore.

«È una bellissima iniziativa e sono sicura che cambierà il volto del nostro quartiere – spiega Adriana Donini, responsabile della palestra di pugilato del Palanitta Catania Ring – l’istallazione avrà un impatto più che positivo per tutti; già le famiglie e i ragazzi che sono stati convolti direttamente nella realizzazione del progetto non vedono l’ora di ammirarlo per riflettersi nell’opera del maestro Presti».

«Questo progetto rappresenta un riscatto per un intero quartiere – spiega Antonio Parrinello, che ha coordinato i laboratori fotografici del Cantico – la gente fotografata ha dichiarato apertamente “io ci metto la faccia”, senza filtri e senza veli. Attraverso questi ritratti abbiamo raccontato la vita – dai neonati agli anziani, passando per gli adolescenti – uno scambio di umanità anche e soprattutto per noi fotografi. Mentre scattavo sentivo questa grande emozione e partecipazione di tutti gli abitanti, che hanno bisogno di figure come quella di Antonio Presti: un punto di riferimento, un maestro che trasferisce conoscenza, cultura e bellezza all’interno della comunità».

A LIBRINO ” RIGENERAZIONE DELL’ANIMA SPIRITUALE IN PERIFERIA”: SILENZIO, C’E’ ANTONIO PRESTI…

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Inaugurazione del Cantico di Librino, installazione monumentale fotografica

donata da Antonio Presti, presidente della Fondazione Fiumara D’Arte,

al quartiere periferico di Librino e a tutta la comunità

 

Coinvolte tutte le parrocchie, le scuole, le associazioni e le attività commerciali del territorio con i laboratori fotografici che hanno visto all’opera per diversi mesi migliaia di fedeli e i fotografi Arcara, Auteri, Brancaforte, Faramo, Majorana, Mamo, Ortolani, Sipala, coordinati dall’artista fotografo Antonio Parrinello, con la straordinaria partecipazione del fotografo franco-iraniano di National Geographic Reza Deghati e del fratello Manoocher

CATANIA – Sarà una preghiera ecumenica; un messaggio spirituale; una chiamata all’unità che passa attraverso un battesimo di Luce. Nel giorno in cui si celebra San Francesco, patrono d’Italia, il mecenate Antonio Presti richiamerà la società civile alla rigenerazione dell’anima universale, volgendo lo sguardo a quella periferia catanese da sempre amata e da vent’anni al centro dei suoi grandi progetti culturali.

Questa l’essenza del “Cantico di Librino”, che verrà inaugurato giovedì 4 ottobre alle 10.30 presso il cortile della Scuola Angelo Musco (via Giovanni da Verrazzano): un’installazione fotografica monumentale, che si inserisce nel più ampio progetto in itinere del Museo dell’Immagine e dell’Arte Contemporanea di Librino, e che vedrà il posizionamento di oltre 1000 mega banner (realizzati in rete mesh, formato 90×240 cm) sui tralicci dell’illuminazione stradale del quartiere, dell’Asse dei servizi di Catania e della strada che conduce all’aeroporto.

Il progetto “Il Cantico di Librino” risplenderà così tra migliaia di pali del quartiere, riportando tra le strade la Luce dello Spirito: «Nel valore di un attimo ci collegheremo tutti con il sublime, che restituirà la possibilità di trovare in noi il nostro Divino, dove una Creatura dice all’altra “Questo sei tu”. Laudato sì – sottolinea il maestro – perché scollegandosi dall’ordinario ci si ricollega all’Universale: una via assoluta di Bellezza, per combattere quella contemporaneità che oggi più che mai vive in nome della rete, dell’universo virtuale, della macchina infernale che ci fa sprofondare nel mondo digitale, della divisione, dell’indifferenza, della solitudine. Dobbiamo fare lo sforzo di distogliere gli occhi dal telefonino per alzare lo sguardo verso l’alto e ammirare il Creato, così come San Francesco ci ha insegnato. Dall’ordinario allo straordinario – continua il presidente della Fondazione Fiumara D’Arte – il passaggio deve liberarci da quella mortificazione dell’anima che anestetizza tutto ciò che ci circonda. La strada da seguire è quella dell’essere Uomo, ancora con il suo cuore, al centro dell’universo con la sua Anima, la sua Bellezza, la sua Verità».

Un messaggio che da sempre Antonio Presti diffonde attraverso le sue iniziative; un appello che è stato lanciato anche da Papa Francesco nella sua Enciclica “Laudato Sì”, ispirata al Santo di Assisi. Il Santo Padre sottolinea infatti come non debba mai essere trascurata «la relazione che c’è tra un’adeguata educa­zione estetica e il mantenimento di un ambiente sano. Prestare attenzione alla bellezza e amar­la – si legge nel documento scritto durante il terzo anno di pontificato – ci aiuta ad uscire dal pragmatismo utilitaristico. Quando non si impara a fermarsi ad ammirare ed apprezzare il bello, non è strano che ogni cosa si trasformi in oggetto di uso e abuso senza scru­poli. Allo stesso tempo, se si vuole raggiungere dei cambiamenti profondi, bisogna tener presen­te che i modelli di pensiero influiscono realmente sui comportamenti. L’educazione sarà inefficace e i suoi sforzi saranno sterili se non ci si preoccupa anche di diffondere un nuovo modello riguardo all’essere umano, alla vita, alla società e alla re­lazione con la natura. Altrimenti continuerà ad andare avanti il modello consumistico trasmesso dai mezzi di comunicazione e attraverso gli effi­caci meccanismi del mercato».

Parole d’amore sui giganteschi ritratti di Librino

 

l grande ritorno di Presti e Reza nel quartiere periferico catanese

SUL CIELO DI LIBRINO IL CANTICO DELLE CREATURE

Si rinnova l’impegno della Fondazione Fiumara d’Arte:
coinvolte tutte le scuole e le parrocchie del territorio

Laudato sii, o mi Signore”. È un inno alla gioia quello che rischiara il cielo di Librino. Dopo l’improvviso buio delle Rocce di Taormina, a seguito della sentenza del Cga «che ha offeso i sogni di un’intera comunità», il mecenate Antonio Presti – come annunciato – prosegue nel suo percorso artistico e spirituale, volgendo lo sguardo a quella periferia catanese da sempre amata e da vent’anni al centro dei suoi grandi progetti culturali.
Il ritorno del rinomato fotografo franco-iraniano di National Geographic Reza Deghati – questa volta accompagnato dal pluripremiato fratello e collegaManoocher – segna un nuova tappa del lungo viaggio del presidente di Fiumara d’Arte, che ha sempre manifestato con forza il suo impegno etico e civile per la difesa del bene comune. Prende il via, in questi giorni, il progetto “Il Cantico di Librino”, installazione fotografica monumentale su migliaia di pali della luce del quartiere, dell’Asse dei servizi e della strada che conduce all’aeroporto, dove i protagonisti saranno gli stessi abitanti, immortalati dai dieci fotografi sicilianiArianna Arcara, Luigi Auteri, Valentina Brancaforte, Cristina Faramo, Claudio Majorana, Alessio Mamo, Orazio Ortolani, Maria Sipala, Alessandro Vullo, coordinati da Antonio Parrinello.

I ritratti saranno stampati su giganteschi banner dove verranno impresse le parole d’amore ispirate alla preghiera universale di San Francesco: un lavoro di ricerca volto a costruire un senso di condivisione che parte  dalla fruizione artistica quotidiana. Un messaggio spirituale per tutti gli abitanti della periferia catanese: il ciclo della vita passa sì dalla morte, ma si consegna sempre alla rigenerazione. La semina di bellezza, che Antonio Presti coltiva instancabilmente, si rinnova dunque ancora una volta tra le 9000 formelle artistiche della più grande scultura in terracotta del mondo, la Porta della Bellezza, realizzata da 2000 mamme e 2000 bambini, oggi simbolo di un impegno per la gente, con la gente: «Un ringraziamento pubblico d’amore va a tutti gli abitanti di Librino che in questi sei anni l’hanno rispettata, protetta e difesa – spiega Presti – contribuendo a trasformarla in archetipo identitario del quartiere».

 

Reza Deghati, noto per il suo intrepido modo di fotografare persone nei luoghi più esotici  e nelle periferie del pianeta, considera l’impegno assunto a Librino nel 2011 come un progetto pilota – poi sviluppato in gran parte del mondo – che consente di dare voce, oltre che un volto, ai diversi racconti di degrado: la collaborazione vede riattivarsi e accrescere il patrimonio dell’archivio socio-antropologico del Museo Internazionale dell’Immagine – Terz’Occhio Meridiani di Luce, dedicato al macro quartiere catanese. Il fotografo donerà a Librino cinque gigantografie che saranno installate sulle facciate dei palazzi. Si tratta di una selezione fra i lavori più importanti dell’artista: «Torno a Catania per mantenere una promessa fatta ai bambini di Librino – spiega – sono orgoglioso di essere al fianco di Presti per concludere un progetto che mi ha consentito di accogliere un valore etico prima ancora che professionale». La fotografia, in questo senso, funge da riflettore acceso sulle vie nascoste della periferia Sud Ovest di Catania, ma anche sull’anima dei suoi abitanti,  per riscoprire la vastità dei percorsi umani possibili dell’universo interiore.

«A Librino abitano le nuove generazioni del capoluogo etneo – afferma il mecenate – questa periferia è la municipalità con la maggiore presenza di giovani, qui vive quasi il 20% dei ragazzi catanesi tra i 14 e i 19 anni; a Librino nasce e cresce il futuro della città. Oggi si celebra una rinascita che la Fondazione vuole condividere con le istituzioni cittadine: dall’Istituto Autonomo Case Popolari all’ente aeroportuale, dall’Amministrazione comunale alla Città Metropolitana, tutte invitate a visionare e contribuire al progetto».

Come consuetudine della Fondazione Fiumara d’Arte, il processo è partecipato e condiviso fra abitanti e artisti, riuniti questa volta nelle parrocchie di Beato Padre Pio da Pietrelcina (padre Piero Galvano), Nostra Signora del Santissimo Sacramento (padre Aristide Raimondi), Resurrezione del Signore (padre Salvo Cupido), San Giuseppe al Pigno (padre Gilbert Mukanya Bilolo), S. Maria Ausiliatrice e S. Domenico Savio (padre Fabio Vassallo), Santa Chiara (padre Domenico Guerra).

In tale direzione, la sintonia della proposta culturale, fondata e ispirata dal tema del Cantico delle Creature, si esprime nella dichiarazione del sacerdote Piero Galvano: «Il Cantico di Librino rappresenta un segno-sogno di una periferia che vuole esprimere la bellezza spirituale delle persone. Gli abitanti del quartiere saranno così protagonisti del proprio riscatto umano e cristiano».

Anche le scuole saranno a pieno titolo coinvolte nel progetto: «Non è semplice esprimere in poche parole il valore dell’impronta culturale che la scuola ha il piacere di trovare nella collaborazione con la Fondazione di Antonio Presti – sottolinea la preside dell’I.C. Campanella Sturzo Graziella Orto – anno dopo anno, riconosciamo l’autentico arricchimento culturale come una possibilità d’insegnamento e di consapevolezza destinato alla maturazione di quella capacità critica che si rivelerà decisiva per il futuro dei ragazzi».

Un messaggio universale, dunque, che mira dritto al cuore: «Librino grazie a questa installazione – sottolinea  Antonio Presti –  diventerà quel luogo dove per entrare e per uscire bisogna sempre cantare quell’inno di San Francesco che restituisce anima, bellezza, cuore, perchè, come diceva Sant’Agostino: chi canta, prega due volte».

 

 

Emozioni con chiaroscuri d’arte

Venerdì 29 settembre, 21.30, Tabaré First Floor e Spot 22 (via S. Michele, Catania)

SDRINA, UNA RESIDENZA D’ARTISTA LUNGA 100 RITRATTI
Ritratti della casa, la performance che racconta “intime emozioni e innocenza pop”
attraverso le espressioni collezionate dalla pittrice Sandra Virlinzi

Una poltrona da salotto, una tavolozza di colori tra libri d’arte e fumetti da sfogliare, uno spazio dove il confronto non si misura con le convenzioni, l’istantanea di un’emozione che solo la sensibilità di una artista che usa i chiaroscuri può cogliere appieno. Questa è la foto più vera di “Ritratti della casa”, la performance che in questi dieci mesi ha visto a lavoro Sandra Virlinzi (in arte Sdrina), classe 1973, una storia che si snoda tra Catania, Roma, Milano, New York e la voglia di dipingere con semplicità la complessità della vita.

Cento volti, cento anime, cento piccoli fogli di carta, cento espressioni per comunicare tutta la gamma delle sensazioni, cento modi per raccontare una città attraverso coloro che la vivono nella sua quotidianità: una residenza d’artista che ha accolto la “spietata intimità e l’innocenza pop” di chi, in quella poltrona, ha adagiato pensieri, riflessioni, passioni. «Prima scarabocchiavo il foglio e ritrovavo, nei tratti della griglia disegnata sullo sfondo, sagome che si sarebbero trasformate in caratteri immaginari – così scrive Sdrina nella sua biografia – adesso ritraggo persone vere, dal vivo. Prima la pittura era acrilica, le tinte piatte e i colori molto accesi. Ora uso la tempera e finché il ritratto non è terminato, continuo a lavorarla. Si asciuga ma se la ribagno torna viva. Prima mi camuffavo, oggi mi espongo con quello in cui credo di più. Il lato umano: quello mio; quello degli altri».

Ad ospitare questo percorso interiore che diventerà presto una mostra aperta al pubblico, la galleria Tabaré di via San Michele a Catania – con le sue Female Sicilian Makers: Ljubiza Mezzatesta, Lina Lizzio, Giovanna Cacciola, Carla Marletta, Marisa Casaburi e Francesca Franco – che venerdì 29 settembrealle ore 21.30, festeggerà la fine/inizio di questo viaggio con l’artista e la presentazione del catalogo presso lo spazio Spot 22 di Valerio D’Urso (sempre in via San Michele, che sarà chiusa al traffico dalle 20 alle 2), dove verranno proiettate le immagini del backstage della residenza.

«Come vi vedo? Cosa di voi riesco a cogliere? Quanto realmente vi lasciate osservare dagli altri? Questo mi interessa – continua Sdrina – Ritratti della Casa mi ha ricordato qualcosa che sapevo già. Noi esseri umani di una cosa sola abbiamo bisogno: di qualcuno che ti sappia ascoltare e che riesca a vederti per come sei o forse solo per come vuoi sembrare, ma che almeno sa che esisti».

La mostra – frutto di un progetto volto a riavvicinare il pubblico al mondo del colore e della creatività, per esorcizzare la dilagante speculazione sulla pittura e le arti – sarà visitabile fino al 7 ottobre (orari: 10/13 e 17/20) da Tabaré First Floor, data a partire dalla quale tutti quelli che “ci hanno messo la faccia” potranno ritirare gratuitamente il proprio ritratto.