CATANZARO
– Ventiquattro ordinanze di misure cautelari sono state notificate oggi, dal nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di finanza, nei confronti di alcune persone residenti a Catanzaro e Lamezia Terme. Si tratta di esponenti della cosca di ’ndrangheta dei Iannazzo di Lamezia Terme e di pubblici amministratori. Complessivamente sono 12 le persone in carcere e 12 agli arresti domiciliari.
Nella sua militanza politica, Galati è stato eletto prima con l’Udc, poi passato con Forza Italia e, successivamente, con Ala. Alle ultime elezioni politiche del marzo scorso Galati si era candidato al Senato con la lista “Noi con l’Italia”, in Campania, ma non era stato eletto. Galati ha anche ricoperto in passato l’incarico di sottosegretario di Stato alle Attività produttive. Nel passato ha avuto guai giudiziari per la gestione dei fondi dell’associazione “Calabresi nel mondo”…..
OPERAZIONE “QUINTA BOLGIA”
Coinvolti due ex direttori generali dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, Gerardo Mancuso e Giuseppe Perri. Mancuso, di Catanzaro, è attualmente primario del reparto medicina dell’ospedale di Lamezia e risulta solo indagato, mentre Perri è stato posto ai domiciliari. Nell’intreccio tra ‘ndrangheta, politica e mondo della sanità si inserisce anche l’imprenditore Pietro Putrino, anch’egli coinvolto, gestore di attività di pompe funebri e di servizi alla sanità.
10 milioni di euro.sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza. L’operazione “Quinta Bolgia” è stata portata a termine dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Catanzaro, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, con il supporto dello Scico di Roma.
Nelle indagini sono finiti gli interessi della ‘ndrangheta nel settore della sanità, ed in particolare nella gestione del servizio sostitutivo di autoambulanze dell’Asp di Catanzaro. Gi inquirenti, in particolare, avrebbero individuato due gruppi imprenditoriali legati alla cosca Iannazzo-Cannizzaro-Da Ponte di Lamezia Terme. Si tratta della ditta Putrino che avrebbe esercitato un dominio nel mercato dal 2009 in particolare sull’ospedale di Lamezia Terme, estromettendo la concorrenza dalla fornitura di ambulanze per il servizio di pronto soccorso delle onoranze funebri, della fornitura di materiale sanitario, del trasporto sangue.Gruppo che “dal 2010 e sino al 2017 ha continuato a operare in assenza di una gara formale” attraverso proroghe “ottenute in considerazione dei privilegiati rapporti tra i vertici del gruppo criminale e numerosi appartenenti di livello apicale dell’Asp di Catanzaro” nei confronti dei quali vengono contestati “plurimi episodi di abuso d’ufficio”. L’altro gruppo coinvolto dall’inchiesta è ‘Rocca’.
L’ex deputato Giuseppe Galati e l’ex consigliere comunale di Lamezia Terme Luigi Muraca sarebbero stati “l’anello di congiunzione tra il contesto ‘ndranghetistico e la dirigenza dell’Asp coinvolta”. Le ditte Putrino e Rocca, legate alla ‘ndrangheta, con i buoni uffici dei due politici e con la complicità di dirigenti dell’Azienda sanitaria, avrebbero ottenuto l’affidamento del servizio di fornitura delle autoambulanze destinate agli operatori del 118.
L’indagine, precisano gli inquirenti, rappresenta il culmine di due diversi filoni investigativi strettamente connessi. Il “gruppo Putrino” sarebbe riuscito dal 2009 ad acquisire una posizione di dominio nel mercato, aggiudicandosi la gara d’appalto relativa alla gestione del servizio sostitutivo delle ambulanze del 118 bandita dall’Asp di Catanzaro. Dal 2010 al 2017, il gruppo imprenditoriale coinvolto avrebbe operato in assenza di una gara formale, a seguito di proroghe illecite, “in alcuni casi – scrivono gli inquirenti – addirittura tacite, ottenute in considerazione dei privilegiati rapporti tra i vertici del gruppo criminale e numerosi appartenenti di livello apicale dell’Asp di Catanzaro all’epoca in servizio, tra i quali Giuseppe Perri, commissario straordinario e poi direttore generale fino all’agosto 2018, Giuseppe Pugliese, direttore amministrativo fino all’ottobre 2017 ed Eliseo Ciccone, all’epoca dei fatti contestati responsabile del 118 prima di essere destinato ad altro incarico, nei cui confronti vengono indicati diversi episodi di abuso d’ufficio.
Condotta con finalità mafiosa, vengono contestate a Galati e Muraca. Nel 2017 la ditta Putrino era stata colpita da un provvedimento interdittivo antimafia emesso dalla Prefettura di Catanzaro. Ne aveva approfittato il “Gruppo Rocca” che, a sua volta forte dell’illecita concorrenza con cui era stato conquistato il mercato con il Gruppo Putrino, aveva iniziato la sua attività nel servizio pubblico come capofila di una associazione temporanea di scopo.
Il dominio esercitato sull’ospedale di Lamezia Terme, specie all’interno del reparto di pronto soccorso, era tale che i due gruppi criminali avevano imposto un controllo totale occupando “manu militari” i reparti, assoggettando il personale al punto da avere la disponibilità delle chiavi di alcuni reparti dell’ospedale, la possibilità di consultare i computer dell’Asp per rilevare dati sulle condizioni dei degenti, l’ingresso al deposito farmaci dedicato alle urgenze del pronto soccorso. Una situazione “ben nota”, secondo la Dda, alla dirigenza dell’azienda sanitaria.
Due gruppi imprenditoriali ‘ndranghetistici” avevano realizzato negli anni “un assoluto monopolio nel redditizio settore delle autoambulanze sostitutive del servizio pubblico, delle onoranze funebri, della fornitura di materiale sanitario, del trasporto sangue e altro ancora”, secondo quanto emerso dall’operazione ‘Quinta bolgia’..
Le ambulanze, secondo le Fiamme gialle e magistrati della Dda catanzarese, erano inadeguate non solo da un punto di vista meccanico, ma anche per ciò che riguarda le dotazioni elettromedicali: mancavano termoculle per il trasporto di neonati, l’ossigeno era scaduto o addirittura mancava. Anche l’impiego del personale, non qualificato e non provvisto delle adeguate abilitazioni professionali, era un altro settore volutamente trascurato.