Come diventare soccorritore

PROTEZIONE CIVILE – Per svolgere attività come volontario a supporto delle istituzioni che coordinano gli interventi, è necessario essere iscritti ad una delle organizzazioni di volontariato di Protezione civile inserite negli elenchi territoriali (consultabili presso la Regione o la Provincia nella quale si intende svolgere) o nell’elenco centrale, consultabile anche on line sul portale. Una scelta che può essere fatta in base a vari elementi, tra cui:

• ambito territoriale (nazionale, regionale, comunale );

• ambito dimensionale:

a) eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che possono essere fronteggiati con interventi di singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria;

b) eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che per loro natura ed estensione comportano l’intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria;

c) calamità naturali o connesse con l’attività dell’uomo che in ragione della loro intensità ed estensione debbono, con immediatezza d’intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo;

• eventuale specializzazione operativa (sub, cinofili, anti-incendio boschivo);

• livello di partecipazione con le attività istituzionali;

• disponibilità richiesta;

• vicinanza della sede alla propria abitazione.

Sepolti vivi- Estratti alcuni dalle macerie

Vigili del fuoco al lavoro per recuperare i superstiti dell’Hotel Rigopiano, travolto da una valanga mercoledì scorso. Un gruppo di sei persone individuate questa mattina, due sono già state estratte dalle macerie e una terza è in procinto di essere tirata fuori, mentre si continua a lavorare per portare alla luce anche le altre tre persone. I soccorritori sono anche riusciti a stabilire un contatto vocale con altre quattro persone, un uomo, una donna e due bambini.

Dalle macerie sono stati estratti vivi la moglie e il figlio del cuoco Giampiero Parete scampato per un soffio alla valanga di mercoledì scorso. La donna e il bambino di 7 anni sono stati portati in ospedale a Pescara. Dalle immagini dei vigili del fuoco, si vede chiaramente la signora, una volta tirata fuori dalla neve, dire ai soccorritori: “C’è mia figlia”, chiedendo loro di aiutarla a uscire.

(Agenzia)

Il Mezzogiorno continua a tremare

La terra continua a tremare nel Mezzogiorno  dove oggi sono state registrate quattro forti scosse di terremoto di magnitudo superiore a 5 e un’altra scossa superiore a 4 .

Una vittima è stata estratta dalle squadre dei vigili del fuoco intervenute nel comune di Castel Castagna, in provincia di Teramo. Mentre continuano incessantemente i tentativi per portare soccorso all’uomo ritenuto disperso nella zona di Ortolano, nel Comune di Campotosto. Attualmente  “sono impegnati uomini della Guardia di Finanza, dell’Esercito e dei Vigili del Fuoco, questi ultimi con l’ausilio di mezzi meccanici specializzati, in condizioni di estrema difficoltà a causa delle condizioni meteorologiche avverse”.

LE SCOSSE – La prima scossa di terremoto, di magnitudo 5.3 è stata registrata nella zona dell’Aquila alle ore 10.25. L’epicentro del sisma è stato localizzato dalla sala sismica dell’Ingv a tre chilometri da Montereale, a una profondità di 9 km, a una distanza di 4 km da Capitignano (Aquila), e a 9 km da Campotosto e Amatrice, nel Reatino.

La seconda scossa, di magnitudo 5.4, è stata invece registrata nella stessa zona alle 11.14. La terza forte scossa, alle 11.25, “è stata di magnitudo 5.3 ed è avvenuta a 10 chilometri più a Sud rispetto alla prima di stamattina delle 10.25” ha riferito all’Adnkronos la sismologa dell’Ingv Paola Montone, raggiunta telefonicamente presso la Sala sismica dell’Istituto. “Il centro più vicino all’epicentro di questa terza scossa – ha detto ancora Montone – è Capitignano, sempre nell’area de L’Aquila”.

Una quarta scossa, di magnitudo 5.1, è stata registrata alle 14.33. La quinta, di magnitudo 4.3, nella provincia dell’Aquila, alle 20.32.

Le scosse di terremoto sono state avvertite anche a Roma dove molte scuole sono state evacuate. E’ stata chiusa temporaneamente anche la metropolitana.

Alcuni crolli hanno provocato feriti in Abruzzo. Lo riferisce il Soccorso alpino. A Penne ci sono stati alcuni crolli di tetti e strade e i soccorritori “hanno recuperato e trasportato in ospedale alcune persone con necessità di dialisi e alcune persone ferite da piccoli crolli”.

Un bambino e sua mamma sono stati estratti vivi dalle macerie dai vigili del fuoco in seguito il crollo di un edificio a Castiglione Messer Raimondo, nel teramano. A quanto si apprende in un tweet dei vigili del fuoco, mamma e bambino erano in condizioni di ipotermia.

Recuperate otto persone che erano rimaste isolate a Nommisci, una frazione di Amatrice, dove i militari dell’Esercito hanno messo in salvo anche una donna incinta, che dovrebbe partorire nei prossimi giorni e che, dopo le scosse fortissime di stamattina, si era rifugiata in una stalla.

Critica la situazione anche in alcune frazioni di Amatrice dove alcuni nuclei familiari sono bloccati a causa delle copiose nevicate e delle scosse. “Mi auguro che quanto ha promesso il ministro Pinotti trovi un reale riscontro, e le turbine arrivino quanto prima per permettere a quelle famiglie che si trovano ancora in isolamento di riuscire a uscire dalle case” ha affermato il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi.

In pieno isolamento anche  Castelluccio di Norcia.

(Agenzia)

Permessi 104 solo per l'assistenza al disabile – Possibili i controlli con l'investigatore

Si possono controllare gli eventuali abusi sui permessi concessi dalla legge 104 . Un ufficio diffidentepuò  effettuare controlli a mezzo di agenzie investigative, per verificare se i permessi siano utilizzati per scopi diversi da quelli previsti dalla legge. Nel caso in cui dalle indagini emerga la fondatezza dell’abuso, ossia che il lavoratore sta utilizzando il permesso per attività diverse da quelle consentite, (come l’assistenza al parente disabile), le prove raccolte possono essere utilizzate a fondamento del licenziamento per giusta causa.

L’utilizzo improprio dei permessi 104 (ad esempio per soddisfare interessi personali anziché assistere il parente disabile) rappresenta infatti un abuso idoneo a ledere il rapporto fiduciario con il datore di lavoro, nonché un comportamento che viola i doveri imposti dalla convivenza sociale e che costringe l’intera collettività a sopportarne l’indebito costo: ha rilievo contabile e anche penale.  La giurisprudenza si è più volte pronunciata sulla legittimità di una simile pratica (ossia assoldare un detective), stante quanto previsto dallo Statuto dei Lavoratori sul divieto di “spiare i dipendenti”. Sul punto, la Corte di Cassazione ha ribadito che non viola lo Statuto dei lavoratori il datore di lavoro-  o altre forze istituzionali o sociali –  che si servono di un investigatore per accertare l’abuso dei permessi ex lege 104/92, considerando dunque legittimo il controllo finalizzato ad accertare l’uso improprio dei permessi, suscettibile di rilevanza anche penale.

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La verità su Stefano Cucchi- Tre carabinieri dovranno rispondere di omicidio preterintezionale

Svolta nel caso Cucchi, per la procura fu omicidio

 La Procura di Roma ha contestato il reato di omicidio preterintenzionale ai tre carabinieri- Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco –  che arrestarono il geometra romano Stefano Cucchi per droga.Secondo l’accusa, sarebbero loro ad aver colpito dopo l’arresto il giovane, con “calci, schiaffi e pugni provocando una rovinosa caduta a terra con l’impatto al suolo della regione sacrale”. Le accuse di falso e calunnia oltreché a Francesco Tedesco sono contestate al maresciallo Roberto Mandolini comandante della stazione Appia, dove dopo l’arresto Cucchi fu portato, mentre la calunnia è stata contestata al carabinieri Vincenzo Nicolardi.

Oltreché di omicidio preterintenzionale i tre carabinieri sono accusati anche di abuso di autorità per aver costretto Cucchi a subire “misure di rigore non consentite dalla legge” con l’aggravante di aver commesso il fatto per futili motivi riconducibili alla resistenza posta in essere da Cucchi al momento del fotosegnalamento presso i locali della compagnia di Roma Casilina dove dopo l’arresto era stato successivamente trasferito.

Nel provvedimento di chiusa inchiesta il magistrato scrive che “le lesioni procurate a Stefano Cucchi – il quale, tra le altre cose, durante la degenza presso l’ospedale Sandro Pertini subiva un notevole calo ponderale, anche perché non si alimentava correttamente a causa e in ragione del trauma subito – ne cagionavano la morte“. In particolare, si legge nel provvedimento, la frattura scomposta della vertebra “S4 e la conseguente lesione delle radici posteriori del nervo sacrale determinavano l’insorgenza di una vescica neurogenica, atonica, con conseguente difficoltà nell’urinare, con successiva abnorme acuta distensione vescicale per l’elevata ritenzione urinaria non correttamente drenata dal catetere”. Un quadro clinico, si legge ancora nel provvedimento, “che accentuava la bradicardia giunzionale con conseguente aritmia mortale”.

(Agenzia)

"L'Economia italiana è ancora da correggere" sostiene la Commissione europea

Il Mef ha ricevuto la lettera inviata dalla Commissione europea per chiedere un aggiustamento dei conti. La missiva, spiegano fonti del Tesoro, “è all’attenzione degli uffici competenti che la stanno valutando”. La richiesta di aggiustamento avanzata all’Italia è pari allo 0,2% del Pil, confermano le fonti Mef.

“Da novembre dello scorso anno la Commissione europea ritiene che il bilancio dell’Italia per il 2017 possa farci deviare dal percorso pluriennale di riduzione del rapporto debito-Pil e ci ha trasmesso una richiesta di intervento per assicurare la conformità del nostro bilancio. Lo scostamento che secondo la Commissione andrebbe corretto è stimato in due decimi di punto di Pil.

Il Mef afferma che, “nel contesto dell’usuale interlocuzione con la Commissione europea, il Governo esprimerà la propria posizione rispondendo alla lettera e inviando il rapporto sui fattori rilevanti che giustificano la dinamica del rapporto debito pubblico/Pil”.

“Gli argomenti utilizzati dal Governo in passato sono almeno altrettanto validi oggi in un contesto di perdurante e, per certi versi, accresciuta incertezza a livello europeo e internazionale e di inflazione che persiste da troppo tempo a livelli eccessivamente bassi” sottolinea in ministero.

“Grazie ad una strategia di politica economica volta a consolidare gradualmente le finanze pubbliche e, al contempo, a rilanciare la crescita, il rapporto tra debito pubblico e Pil si è sostanzialmente stabilizzato. È un risultato straordinario alla luce della recessione che si è rivelata più severa di quella degli anni Trenta e confrontandolo con la dinamica del debito degli altri paesi dell’Eurozona” sostiene il Mef, annunciando formalmente che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha ricevuto la lettera del Vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e del Commissario per gli Affari Economici e monetari, fiscalità e unione doganale, Pierre Moscovici.

Intanto il governo continua a ritenere “surreale” l’approccio della Commissione nei confronti dei conti pubblici italiani. “Nel giorno in cui la May annuncia l’uscita totale dalla Ue, la Commissione ragiona sugli zero virgola e su cosa questo o quel Paese deve rivedere nei propri conti”, ragionano fonti di governo.

Già ieri, la prima reazione del premier Paolo Gentiloni sarebbe stata di “disappunto” e di sopresa per la tempistica scelta dai vertici di Bruxelles.

(Agenzia)

 

Bambini usati per confezionare droga a Napoli

Un’indagine dei carabinieri della compagnia Napoli Centro, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, impegnati nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 45 persone, ritenute a vario titolo responsabili di associazione di tipo mafioso e di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, spaccio di droga, estorsioni e detenzione e porto illegale di armi, reati aggravati dal metodo mafioso, ha condotto alla scoperta nel territorio napoletano di bambini utilizzati per confezionare dosi di cocaina.

Le indagini hanno permesso di ricostruire l’organigramma del clan camorristico Elia, che controlla gli affari illeciti nella zona del Pallonetto di Santa Lucia a Napoli, poco distante da piazza del Plebiscito, da via Santa Lucia e dal lungomare partenopeo.

(Agenzia)

Lo squilibrio della ricchezza accresce le diseguaglianze

Otto super miliardari detengono la stessa ricchezza netta (426 miliardi di dollari) di metà della popolazione più povera del mondo, vale a dire 3,6 miliardi di persone. E’ quanto emerge da ‘Un’economia per il 99%’, nuovo rapporto di Oxfam diffuso oggi alla vigilia del Forum economico mondiale di Davos che analizza quanto la forbice tra ricchi e poveri si stia estremizzando oltre ogni ragionevole giustificazione.

I dati del nuovo rapporto ” Un’economia per il 99%” di Oxfam  avvertono che multinazionali e super ricchi continuano ad alimentare la disuguaglianza, con il  ricorso a pratiche di elusione fiscale, massimizzando i profitti anche a costo di comprimere verso il basso i salari e usando il loro potere per influenzare la politica.

È necessario un profondo ripensamento, secondo Oxfam, dell’attuale sistema economico che fin qui ha funzionato a beneficio di pochi fortunati e non della stragrande maggioranza della popolazione mondiale.

Secondo le nuove stime sulla distribuzione della ricchezza globale, basate su dati migliorati rispetto alla condizione delle fasce di popolazione meno abbienti in Cina e India, la metà più povera del pianeta è ancora più povera di quanto calcolato in passato. Se questi dati fossero stati disponibili già lo scorso anno, avremmo avuto 9 miliardari in possesso della ricchezza della metà più povera del mondo e non 62.  “È osceno che così tanta ricchezza sia nelle mani di una manciata di uomini, che gli squilibri nella distribuzione dei redditi siano tanto pronunciati in un mondo in cui una persona su 10 sopravvive con meno di 2 dollari al giorno – ha detto Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia – La disuguaglianza stritola centinaia di milioni di persone, condannandole alla povertà; rende le nostre società insicure e instabili, compromette la democrazia”.

“..I governi mostrano di non essere in grado di combattere l’estrema disuguaglianza, continuando a fare gli interessi dell’1% più ricco: le grandi corporation e le élite più prospere”.

Il rapporto di Oxfam dimostra come l’attuale sistema economico favorisca l’accumulo di ricchezza nelle mani di una élite super privilegiata ai danni dei più poveri, che sono in maggioranza donne. I mega paperoni dei nostri giorni si arricchiscono a un ritmo così spaventosamente veloce che potremmo veder nascere il primo trillionaire (ovvero un individuo che possiederà più di 1.000 miliardi di dollari) nei prossimi 25 anni. Per avere un’idea del significato (la parola non è ancora nei vocabolari) bisogna pensare che per consumare un trilione di dollari è necessario spendere un milione di dollari al giorno per 2.738 anni.

Sette persone su dieci vivono in Paesi dove la disuguaglianza è cresciuta negli ultimi 30 anni: tra il 1988 e il 2011 il reddito medio del 10% più povero è aumentato di 65 dollari, meno di 3 dollari all’anno, mentre quello dell’1% più ricco di 11.800 dollari, vale a dire 182 volte tanto. .

Catturato Andrea Nizza : finisce la latitanza del superboss tradito da uno dei suoi

La caduta del boss Nizza Terremoto in Cosa nostra

CATANIA –  Sabato sera, mentre a Viagrande si lavorava agli ultimi dettagli della festa di San Mauro, i carabinieri poco prima dello scoccare della mezzanotte hanno fatto irruzione nel covo dove Andrea Nizza si nascondeva e lo hanno catturato. Un’inchiesta precisa e articolata che ha portato i militari del Nucleo Operativo di Catania a far scattare le manette al latitante più pericoloso della Sicilia Orientale. A vederlo andare via accompagnato dai carabinieri la moglie e (forse anche i figli) che per due anni e un mese hanno vissuto tra nascondigli e covi. Viagrande, ieri, era nei titoli di tutti i quotidiani nazionali. Ma ieri nella città etnea tutti erano concentrati ai festeggiamenti del patrono, tra le bancarelle e durante la processione non si sente parlare della cattura del latitante. .
Andrea Nizza ha un curriculum criminale di peso. Soprattuto se si pensa che ha appena trent’anni. A dicembre del 2014 non ha aspettato nemmeno la lettura della sentenza del processo Fiori Bianchi (condanna confermata in appello). La maxi inchiesta dei carabinieri aveva sventrato l’intero organigramma delle squadre militari dei Santapaola grazie alle parole del collaboratore Santo La Causa. E’ un periodo, la fine del 2014, di particolare fibrillazione per il gruppo di Librino. Andrea Nizza subisce un tradimento, il suo “autista” si presenta ai carabinieri ed entra nel programma di protezione dei collaboratori di giustizia. Quella stessa notte Davide Seminara mostra ai militari il luogo dove trovare l’arsenale del clan, l’arsenale di Andrea Nizza e fa nomi e cognomi dei “fiancheggiatori” del capo. Il giovane boss aveva preso in mano le redini lasciate in eredità dai fratelli Fabrizio, oggi pentito, e Daniele. Si susseguono arresti su arresti e il gruppo di Andrea con quartier generale al viale Moncada 10 viene decimato. 

(Agenzia)

Inchiesta della Procura sulla " scomparsa" di un neonato

La Procura di Caltagirone ha aperto un’inchiesta dopo la denuncia di una migrante nigeriana ospite del Cara di Mineo che il 9 dicembre ha partorito una bambina, sostenendo di essere in attesa di due gemelli. La migrante ha prodotto un’ecografia eseguita in un’ospedale di Catania in cui si evidenzia la presenza di due feti.

La donna, sottoposta a parto cesareo, e che parla soltanto inglese, ha visto sua figlia solo quattro giorni dopo il parto. Secondo l’ospedale di Caltagirone l’ecografia fatta nel nosocomio evidenziava la presenza di un feto e che è poi nato, una bambina. “Stiamo svolgendo gli accertamenti del caso – afferma il procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera- e al momento il fascicolo e’ conoscitivo. Aspettiamo l’esito di esami e perizie. Stiamo verificando cosa sia veramente accaduto”.

INDAGINE  INTERNA DELL’ ASP

 “Nessun neonato scomparso, l’ecografia documenta la presenza di un solo feto”, afferma l’Asp di Catania che, “nel rispetto delle indagini in corso da parte della magistratura”, si difende dalle accuse avanzate. “La vicenda, così com’è raccontata – scrivono dall’Azienda sanitaria che ha aperto un’indagine interna – ha dell’inverosimile. E’ inaudito immaginare che un’intera équipe di operatori, almeno nove, complottino per far sparire un neonato dopo un parto cesareo, con anestesia spinale, eseguito su una donna”. L’azienda ha dalla sua anche un’ecografia, eseguita alla donna all’arrivo al Pronto soccorso e che documenta la presenza di un solo feto.

Secondo quanto riferito dall’Asp, le prime risultanze delle verifiche interne già avviate avrebbero documentato che la paziente è giunta al Pronto soccorso dell’Ospedale di Caltagirone alle 10 del mattino per algie pelviche in gravidanza alla fine della 40esima settimana di gestazione. Da qui la donna è stata trasferita all’Uoc di Ginecologia e Ostetricia dove, dopo gli accertamenti dovuti, fra cui un’ecografia, è stata sottoposta a un parto cesareo e ha dato alla luce un bimbo di 3,570 chili, secondo le procedure previste.